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Autore: LaReginaDiCuori    20/11/2023    2 recensioni
Nemmeno lui in realtà lo sapeva, sapeva solo che gli mancava terribilmente, gli mancava così tanto che si era ridotto a osservarlo da lontano proprio come stava facendo in quel preciso istante.
Il Re dell’inferno che si metteva a osservare un ragazzino, un inetto, un buono a nulla, come era possibile che al Re dell’inferno mancasse quel rompiscatole?
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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… Inizia un gioco pericoloso …


Inizio Mini FlashBack




<< Sei sicuro, di volerlo fare? >>

Domandò Castiel a bassa voce e con preoccupazione per la milionesima volta, mentre osservò il minore dei Winchester, che alla sua ennesima domanda roteò appena gli occhi per poi, far posare lo sguardo sull’angelo che lo guardò con fare indagatore.

Forse stava cercando di capire se era tutto okay, forse stava cercando di capire se davvero voleva fare tutto quello.

Ma ormai avevano deciso e di certo il gigante, non si sarebbe tirato indietro.

<< Certo che lo voglio, lo sai che più di tutti in questa stanza vorrei che mio fratello, tornasse quello di un tempo. E poi glie lo ho promesso Cas, gli avevo promesso che questa volta c’è l’avrei messa tutta per salvarlo e non voglio più deluderlo. >>

Lo sguardo dell’angelo a quelle parole si addolcì, sembrava quasi orgoglioso della risposta del ragazzo e allo stesso tempo annuì, facendogli capire che aveva afferrato il concetto.

<< Ce lo andiamo a riprendere, Sam? >>

<< Si Cas, riportiamolo a casa … >>


Fine Mini FlashBack


Il cacciatore aveva un forte male alla testa, gli doleva terribilmente e al momento, non riusciva a capire del perché di questo dolore.

Non riusciva a ricordare da che cosa, era dovuto.

Portò una mano proprio sul capo e iniziò a massaggiare la parte lesa, mentre pian piano iniziò ad aprire gli occhi e cercò di focalizzare un attimo dove era, cercò di iniziare a capire anche che cosa diavolo era successo perché lui in quel preciso momento, non ricordava proprio nulla.

Aveva un po' di confusione nella mente e non capiva, come riuscire a riordinare tutti i pensieri, tutti i ricordi.

Ma a questo decise che poteva benissimo pensarci dopo, in quel momento la sua priorità era capire dove diavolo era finito.

Si massaggiò per qualche minuto la parte lesa e poi, iniziò a guardarsi un attimo intorno stupendosi nel constatare di essere all’interno di una semplice e normalissima stanza; continuò a guardarsi in giro e nel mentre, iniziò a vedere anche altri piccoli particolari che lo stupirono ancora di più.

Come per esempio le foto attaccate alle pareti di lui e suo fratello, la persona che non vedeva da una vita perché era sempre sfuggente, non riusciva mai a prenderlo o meglio più che prenderlo a catturarlo.

Era sbalordito di quante foto di lui e suo fratello c’erano, non si ricordava di aver avuto così tante foto insieme a lui … Continuò a osservarsi intorno e notò al centro della stanza un enorme letto matrimoniale a baldacchino, con le coperte e le fodere dei cuscini di un bel color rosso insieme alle tende del letto anche esse sempre, del medesimo colore.

Ora che ci pensava in realtà la stanza era completamente di color rosso – ad eccezione dei vari mobili di color nero – o meglio, era colorata di tutte le sfumature di quel preciso colore e Sam in quel momento, si fece una semplicissima domanda: << Dove diavolo sono finito? >>.

La cosa ancora più buffa era che appena posò lo sguardo sulle due ampie finestre per poter osservare fuori, si meravigliò che queste erano murate, lui non poteva vedere quello che c’era al di fuori di quella stanza e altrettanto nessuno poteva vedere, al suo interno.

Il gigante iniziava un attimo a preoccuparsi perché non riusciva davvero a capire, dove diavolo fosse finito, l’unica cosa certa che sapeva era che sicuramente, era stato rapito da qualcuno che non voleva che lui uscisse da lì.

Ma la vera domanda che si doveva porre Sam in quel momento era: chi mai lo avrebbe voluto così tanto, da fare tutto quello?

Questo proprio non lo sapeva, in quel momento non gli veniva in mente proprio nulla.

Si spremeva la mente il minore dei Winchester, mentre il suo sguardo si posò sulla porta fatta completamente di color nero e una parte di lui gli diceva di aprirla e vedere quel che lo aspettava, dall’altra parte sentiva uno strano terrore, crescere in lui.

Un terrore che lo lasciava lì fermo e immobile come una statua, solo un occhio attento però poteva notare il corpo dell’uomo avere un leggero tremolio; nel mentre continuò a osservare all’apparenza una semplice e tranquilla, porta.

Improvvisamente il minore sentì il suo cuore iniziare a battere furiosamente contro il suo petto, batteva così forte che a momenti, sembrava quasi che gli stesse facendo del male.

<< Devo calmarmi … Infondo è solo una semplice porta, no? Perché dovrei avere paura, di una normalissima ed innocua, porta? >>

Eppure nonostante si disse questo non si mosse dalla sua postazione, rimase lì immobile a osservare la porta mentre decideva come reagire, mentre decideva che cosa fare e nel mentre cercava anche di rispondere alla domanda che si era chiesto, pocanzi: e se fosse Dean?

E se fosse lui l’artefice, di tutto questo?

Però ignorò quella risposta perché per lui era impossibile che suo fratello, potesse fare una cosa simile a lui, anche perché da quando era diventato un demone lui non lo voleva più tra i piedi e glie lo disse molte volte.

Quindi doveva scartare, quella ipotesi e pensare …

Chi poteva fare tutto, questo?

Chi?

E proprio mentre pensava a questo, una voce a lui famigliare forse anche fin troppo, gli fece spalancare gli occhi dalla sorpresa.

<< Sammy >>

L’urlo che sembrava quasi una cantilena, spezzò il silenzio della stanza e il minore dei Winchester rimase spiazzato.

Non poteva essere lui, come era … Però grazie alla sua voce, ecco che finalmente i ricordi si riordinano nella sua mente, si ricordava delle persone all’interno della stanza dove stava prima di svegliarsi in quella in cui era ora e di una cosa ancora, più importante.

Sperava con tutto il cuore che gli altri, stessero bene.

<< Vuoi deciderti si o no, ad aprire quella porta? >>

Il cuore continuò a battergli furiosamente nel petto, ma cercò di mantenere un certo autocontrollo.

<< Non pensavo che il mio fratellino, avesse sbloccato una nuova paura! Avanti esci da quella stanza oppure, penserò io a farti uscire da lì. >>

Il giovane cercò di farsi coraggio e con calma si avvicinò alla porta, senza rispondere alla voce di suo fratello, anche perché stranamente non ci riusciva.

<< Cosa ce? Il gatto ti ha mangiato la lingua, per caso? >>

Da quando in qua suo fratello maggiore, era così insopportabile?

E mentre lo pensò arrivò finalmente davanti alla porta e con la mano tremante, andò ad abbassare la maniglia e l’unica cosa a cui riuscì a pensare, era una semplice frase: cosa ci sarà, oltre questa porta?


   
 
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