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Autore: inzaghina    02/12/2023    4 recensioni
Villa Conchiglia è il luogo che Bill e Fleur chiamano casa, ma non è solamente questo. È il posto in cui i due innamorati hanno dato vita alla loro famiglia e nel quale tante persone che passano di lì percepiscono la forza del sentimento che li unisce e ne subiscono l'influenza. È così che Villa Conchiglia si trasforma in qualcosa di più di una baia con un cottage affacciato sul mare: diventa il fulcro di tanti episodi di quotidianità che cambiano l'esistenza di coloro che li hanno vissuti.
[I primi 11 capitoli partecipano al Writober 2023]
[i capitoli dal 12 in avanti partecipano al Calendario dell’avvento indetto da Cora e Sia sul forum “ferisce più la penna”]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Famiglia Weasley, Fleur Delacour | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia partecipa “al Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna"; il prompt di oggi è: pupazzo di neve. 
  

 





 
12. Difetto di famiglia 
 
 
“Quando siete felici,
fateci caso.”
Kurt Vonnegut 



 
 
Quando si risveglia, il primo giorno delle vacanze di Natale dopo il suo primo anno a Hogwarts, Victoire non riesce a credere ai suoi occhi, perché la neve prevista ha davvero ricoperto di una spessa coltre Villa Conchiglia e la baia sulla quale si affaccia. L’undicenne ha  sempre amato la neve e poco importa che abbia appena fatto ritorno dalla Scozia, dove durante l’inverno giocare a palle di neve è decisamente all’ordine del giorno. Osserva  ammaliata i fiocchi turbinare nel cielo, per poi posarsi al suolo con la delicatezza di una serie di ballerini e sorride pensando che non ci sia alcun dubbio riguardo alla persona che vuole invitare a raggiungerla, proprio come gli aveva già anticipato il giorno prima sull’Espresso.
Percorre la scala in legno a piedi nudi, affrettandosi per raggiungere il camino del salotto, sedendosi sullo spesso tappeto a righe bianche e cobalto, prima di attizzare il fuoco  e pronunciare a gran voce il nome del suo migliore amico.
“Teddy… sei già sveglio?”
La risposta tarda alcuni istanti ed è un sussurro a metà tra una dichiarazione e uno sbadiglio, “sapevo che mi avresti chiamato all’alba…”
“Il sole sarebbe sorto già da un po’, se vogliamo essere precisi.”
“Quella precisa sei sempre tu,” le risponde Teddy, stiracchiandosi, “e come vedi sono sveglio e attivo!”
“Sull’attivo non ci giurerei, ma non posso dissentire riguardo al tuo essere sveglio,” concorda Vic.
Teddy le fa la linguaccia, arruffandosi ancor di più i capelli, che quel giorno sono della sfumatura che Vic preferisce: un turchese che trova gli si addica particolarmente.
“Tua nonna ti lascerà passare la giornata qui?”
“Certo che lo farò,” ribatte la voce di Andromeda, facendo capolino per un attimo accanto al nipote, “anche se mi domando cosa abbiate mai da dirvi visto che vi siete lasciati meno di 24 ore fa…” aggiunge in tono divertito.
“Maman mi ha ricordato di invitarti a cena,” dice la ragazza, rivolgendole un sorriso luminoso.
“Ringraziala e dille che ci sarò sicuramente… e ora ti suggerirei di vestirti, Teddy, così potrai raggiungere Villa Conchiglia.”
Il ragazzo non se lo fa ripetere due volte e, dopo un veloce cenno di saluto a Victoire, chiude la comunicazione per correre in camera propria a prepararsi.
“Non scordarti guanti, cappello, sciarpa e scarpe impermeabili,” gli ricorda la nonna, interrompendolo mentre osserva la sua collezione variopinta di Converse – decisamente poco adatte a una simile giornata.
 
Quando Teddy salta fuori dal camino, Bill è intento a impilare pancake, con Louis che lo aiuta lasciando cadere le gocce di cioccolato nell’impasto e Dominique che taglia la frutta in rondelle precisissime. Victoire sta apparecchiando mentre Fleur si occupa di preparare tè e caffè, oltre che di riempire una caraffa di succo di zucca.
“Eccoti, finalmente!” lo accoglie Victoire, abbracciandolo.
Teddy ricambia entusiasta, prima di seguirla in cucina, “che posso fare per aiutare?”
“Potresti recuperare lo sciroppo d’acero in frigorifero.”
Teddy annuisce, muovendosi a proprio agio nella cucina di una  casa che gli è familiare quasi quanto la propria.
“Hai detto ad Andromeda della cena?” domanda Fleur, scoccandogli un sorriso riconoscente.
“Sì, ti ringrazia molto e mi ha pregato di dirti che ci sarà.”
“Merveilleux!” 
La colazione è un affare caotico e decisamente lento a Villa Conchiglia, ma Teddy ormai ci è abituato e ne approfitta per riflettere su quanto gli sarebbe piaciuto avere dei fratelli – nonostante Victoire gli ripeta fino alla nausea che Domi e Louis sappiano essere decisamente pestiferi.
È vero che Harry lo tratta come un figlio e che James, Al e Lily siano come dei fratelli minori per lui, ma egoisticamente, e piuttosto  inutilmente, si è sempre chiesto quanto diversa sarebbe stata la sua vita, se i suoi genitori fossero sopravvissuti; non ne parla spesso con la nonna, perché teme sempre di causarle dolore, ma lei gli ha confidato che sua madre avrebbe voluto almeno tre figli. Victoire deve aver colto il suo estraniamento, perché sente le sue dita intrecciarsi alle proprie davanti alla caraffa del succo e Teddy, una volta di più, si ricorda di essere fortunato – nonostante tutto. Si scambiano un sorriso e un cenno d’intesa, che tranquillizza Vic e permette a entrambi di riprendere a mangiare pancake e partecipare alla conversazione concertata in quel momento sulle possibilità che la nevicata prosegue fino a Natale.
 
Ci vuole un’altra mezz’ora prima che i ragazzi siano pronti a uscire insieme a Bill per potersi dedicare alla creazione del più grande pupazzo di neve mai visto e inviarne una foto alla Gazzetta del Profeta, nella speranza che sia uno degli scatti condivisi durante le festività. 
“Non vedo l’ora di vedere la faccia da pesce lesso di quel pieno di sé di Selwyn,” borbotta Victoire, mentre si dà da fare per creare la palla che fungerà da testa.
“Sei così convinta che sceglieranno il nostro pupazzo piuttosto che il suo?”
“Stai dicendo sul serio, Teddy?” s’infervora la Grifondoro, senza riuscire a inquietare l’amico che conosce da tutta la vita.
“Non pensavo che t’importasse così tanto del parere di quel damerino…”
“Non mi importa affatto, voglio solo togliergli quel ghigno snob dalla faccia,” chiarisce spietata Victoire, occhieggiando critica la testa del pupazzo, prima di perfezionarla ulteriormente.
“Sei dannatamente competitiva, Vic!”
“Non è certo una novità… vedrai come peggiorerò una volta entrata nella squadra di Quidditch,” gli fa notare, strizzandogli l’occhio.
Teddy scoppia a ridere, stupendosi come ogni volta di quanto diametralmente opposta da ciò che potrebbe sembrare a prima vista, Victoire sia veramente: con quel suo viso angelico è in grado di imbrogliare tutti e, dettaglio ancor più fondamentale, ha un gran senso di protezione nei confronti delle persone che ama. Quel medesimo senso è stato innescato dai commenti poco piacevoli che Sebastian Selwyn ha fatto sui licantropi e sulle leggi ormai più appropriate e aggiornate che ne regolamentano la vita.
I due amici continuano a lavorare chiacchierando e ridendo, aggiungendo i dettagli più esagerati al pupazzo: da un cappello fatto a maglia da nonna Molly, a una serie di bottoni glitterati, da una sciarpa che era appartenuta al padre di Teddy – dalla quale il ragazzo non si separa praticamente mai –, a una mazza da Battitore, da un paio di occhiali da sole con le lenti specchiate a forma di stella, a un paio di braccia fatte con tronchi levigati dalle onde del mare.
“Wow, bellissimo lavoro, ragazzi!” si complimenta Bill, raggiungendoli con Louis in spalla e Dominique che gli trotterella accanto, entrambi soddisfatti dei due decisamente più piccoli pupazzi di neve appena terminati.
“Dici che è un pupazzo che vale la pena condividere sul Profeta?” lo interroga Victoire, continuando a osservare la loro opera con sguardo critico.
“Dico che sarebbero sciocchi a lasciarsi sfuggire un simile capolavoro,” la rassicura Bill, ottenendo un meraviglioso sorriso in risposta.
“Se solo potessimo fare in modo che il pupazzo avesse capelli che cambiano colore come i tuoi, sarebbe davvero perfetto,” mormora solenne Victoire.
“Visto che non ha capelli,,non mi pare troppo fattibile,” le ricorda Teddy con un sorriso.
“Posso sempre incantarvi il cappello,” propone Bill, ricevendo due entusiastiche risposte di rimando.
“Adesso posso correre a prendere la macchina fotografica che mi ha regalato nonno al compleanno!” dopo aver osservato il cappello prendere tutte le sfumature dell’arcobaleno, e altre ancora, per poi ritornare al celeste originale e ricominciare da capo.
“Vengo con te,” risponde Dominique, seguendola in casa.
“Quante foto pubblicheranno?” domanda Bill.
“Le migliori venti, se non mi sbaglio.”
“Allora credo proprio che ce la farete.”
“Lo spero, perché, non so se ne sei consapevole, ma tua figlia è un po’ troppo competitiva!”
Piccolo difetto  di famiglia,” ridacchia Bill, facendo una piccola palla di neve per Louis.
 
Le due sorelle ritornano con la macchina fotografica e, invece che limitarsi a fotografare il pupazzo, scattano una serie di scatti ai presenti, prima di riuscire con il pretesto di andare a rimettere giù la macchina fotografica a creare una bella scorta di munizioni.
Teddy non se lo aspetta proprio, quando una palla lo colpisce con precisione sul cappello, costringendolo a girarsi verso una ridente Victoire.
“Avrò la mia vendetta, Vicky!”
“Per farlo dovresti prima prendermi…”
Bill sorride guardandoli interagire, pensando che Dora sarebbe stata estremamente felice di vedere il figlio così unito alla sua Victoire.


 


 
Nota dell’autrice:
Oggi sono tornata a due dei miei personaggi della NG preferiti, una coppia che non mi stanca davvero mai e che trovo assolutamente perfetta insieme.♥️♥️
Alla prossima,
Francy 
 
   
 
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