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Autore: Mione Nanako    29/12/2023    0 recensioni
Una nuova piccola strega fa il suo ingresso nella magica scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, chi è questa ragazzina che tutti definiscono pazza? La sorellina minore della Lunatica, come vivrà la sua adolescenza fra segreti, giochi e una cotta amorosa?
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Pandora Lovegood, Xenophilius Lovegood | Coppie: Arthur/Molly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il risveglio la mattina successiva fu difficile: sin dall'inizio dell'anno Fred aveva espresso il suo entusiasmo nel voler partecipare al Torneo Tre Maghi e il mio incubo di quella notte lo ritraeva come vittima al posto di Cedric... ma cos'era successo realmente al ragazzo Tassorosso? Il professor Silente durante la colazione ci chiese soltanto di non disturbare in nessun modo Harry Potter; in particolare non dovevamo fargli alcuna domanda su tutto quello che gli era accaduto e per fortuna in molti lo ascoltarono. Le ultime lezioni procedettero molto mogie, gli insegnanti avevano tutti un'aria seria, non brutta, sembravano solo molto turbati... alcuni di noi studenti più giovani si chiedevano cosa fosse successo al professor Moody e perché le sue ore di lezione fossero vuote, quel martedì pomeriggio, approfittando appunto di quell'ora buca, noi quattro amici del secondo anno più la piccola Elisabeth, sedevamo sotto la mia quercia preferita a parlare degli ultimi avvenimenti:

«La nostra Casa silenziosa... nessuno dire più niente da una settimana»

ci raccontò Kimiko, anche lei molto triste, non si sarebbe mai immaginata un simile evento

«Chi l'ha ucciso secondo voi?»

chiese Bob confuso e preoccupato

«Solo il professor Silente lo sa... altrimenti non ci avrebbe chiesto di non disturbare Harry»

conclusi ragionando sulle varie cose accadute in quei giorni.

Quella stessa sera prima di cena, ripiegai i vestiti per inserirli nel baule e decisi di indossare qualcosa di semplice ma non troppo colorato, così com'era l'intera Sala Grande che non presentava i soliti colori accesi della Casa vincitrice della coppa, erano stati appesi degli stendardi neri un po' ovunque in rispetto a Cedric Diggory. Non tutte le sedie però erano occupate: per esempio dov'era finito il Preside della scuola di Durmstrang? E solo in quel momento mi resi conto dell'assenza dei giudici del torneo, il signor Crouch e Ludo Bagman. Hagrid era intento a parlare con la Preside di Beauxbatons e pure la McGranitt e Piton erano immersi in una conversazione seria. Il Professor Silente alzandosi spense tutte le voci fuori e quelle dentro la testa:

«Un altro anno è finito...»

il suo sguardo indugiò un po' di più sul tavolo giallo/nero sul lato estremo alla sua sinistra

«Vorrei dirvi tante cose ma c'è un argomento che per forza di cose ha la priorità: Voglio parlarvi di Cedric Diggory».

Il silenzio si fece più intenso, probabilmente qualcuno trattenne anche il fiato, che finalmente stessero arrivando le risposte a ciò che ci chiedevamo da giorni?

«Cedric Diggory era un gran lavoratore, un fedele amico ed un eccezionale studente, vi racconterò tutto promesso ma prima, voglio brindare a lui insieme a voi»

Sollevò il suo calice e ognuno nella sala lo imitò, ci fu un gran coro di “A Cedric!” e qualcuno bevve altri lo riposarono sul tavolo, poi tutti gli sguardi di nuovo sul Preside senza nessuna altra parola.

«È probabile che non tutti voi abbiate avuto la fortuna di conoscerlo ma meritate di sapere chi ce lo ha portato via; Lord Voldemort ha assassinato il nostro giovane compagno»

Ogni singola persona ebbe una reazione diversa: qualcuno rimase senza fiato ad un altro andò di traverso ciò che stava bevendo, chi aveva accanto il fratello o la sorella di scatto si presero per mano, un bimbo del primo anno cadde dalla panca. Per quanto riguarda me, ero rimasta impietrita... se da qualche tempo avevo il sospetto sul ritorno del potente mago oscuro, l'impatto con la realtà faceva sempre uno strano effetto; Silente parlò di nuovo così tutta la Sala tacque.

«Voglio però che stasera alziate i vostri calici anche per Harry Potter, per tutto quello che ha dovuto affrontare e per il gesto di coraggio verso un amico caduto»

Non tutti nella Sala lo imitarono, forse solo noi Grifondoro e qualche Corvonero e Tassorosso qui e là, come c'era da aspettarselo nessun Serpeverde. Silente riprese il suo discorso sottolineando l'importanza di restare uniti più che mai, che la scuola sarebbe sempre stata un rifugio per chi ne avesse avuto bisogno e che ci avrebbero atteso tempi oscuri... è stringendomi nelle spalle che all'uscita dalla Sala Grande incontrai mia sorella, mi lasciai abbracciare qualche minuto prima di incamminarci verso le rispettive Sale Comuni insieme.

«Ehi piccola Emy, qualcosa non va?»

Stranamente non fu Nigel a farmi questa domanda, Fred si era messo a terra sul tappeto accanto alla poltrona nella quale mi ero seduta rannicchiata abbracciando un cuscino

«Si, cioè no, sto bene o forse no... forse sono solo un po' sconvolta...»

mi si avvicinò di più e quando mi chiese cosa mi tormentasse mi sfogai:

«Quello che ha detto Silente mi ha scosso... ora capisci perché non volevo che partecipassi al Torneo? Tutte le volte che ti dicevo che era pericoloso? Se ti fosse capitato quello che è successo a Diggory!? Non avrei mai sopportato l'idea di perderti...»

Sbottai senza rabbia era tutta la frustrazione e preoccupazione che mi tenevo dentro da ottobre in poi, gli occhi si fecero lucidi e per un attimo mi mancò il fiato, mi nascosi nel cuscino imbarazzata, mi stavo aprendo con lui sempre di più...

«Mi dispiace Emy, io non pensavo che tu ti preoccupassi così tanto per me»

Alzai solo gli occhi e lo guardai ancora seminascosta

«Forse tengo a te più di quanto tenga a me stessa...»

Confessai in un sussurro, non ci dicemmo altro se non un augurio di buonanotte esplicito, Fred non era per niente stupido e forse aveva anche capito i miei sentimenti per lui e probabilmente non era pronto a ricambiarli o forse non l'avrebbe mai fatto...                                                                                                                                       Il mattino seguente dopo colazione la Sala d'Ingresso si riempì di persone; i ragazzi di Durmstrang in fila pronti per tornare nella loro nave fecero un giro di saluti e mentre Fleur si avvicinava ad Harry anche Andrew, nostro cugino veniva verso me e Luna avvolgendoci in un grande abbraccio.

«Lulù, Mimì... Merci per tutte le belle giornate passate insieme... mi mancherete tanto»

Lo abbracciammo di nuovo a turno

«Anche tu ci mancherai Andrew, riguardati e ti prego stai attento»

si raccomandò Luna

«E salutaci tanto la zia e anche lo zio»

Andrew ci baciò entrambe sulla fronte, prima a Luna che era più alta e poi a me, quando si rialzò ebbe un lampo di genio:

«Perché non venite da noi in Franscia quest'estate? Portate anche il vecchio zio Xenò!»

Ci osservammo per qualche minuto, colte alla sprovvista dall'invito non sapevamo proprio cosa rispondergli.

«Io ho sentito da mon mamam la storia del vostro amì Arrì Potte, se uomo malvagio che ha ucciso suoi genitori e ora anche il ragazzo del Torneo, è davvero tornato potrebbe essere pericoloso per voi rimanere qui...»

Rifletté il nostro bel principe, Luna si morse un labbro indecisa, io che di coraggio ne avevo un po' di più risposi:

«Ti ringraziamo Andrew, ma non scapperemo, se necessario rimarremo a combattere»

Mia sorella mi mise una mano sul polso

«No, tesoro, Andy non intendeva questo... ti ringraziamo per l'invito ma dobbiamo avvertire prima papà, aspetta il nostro gufo»

Lo rassicurò e con un altro abbraccio lo lasciammo andare verso la carrozza e successivamente lo salutammo con la mano quando volarono via. Il viaggio nelle carrozze della scuola trainate dai Thestral lo facemmo insieme io e Luna ma una volta salite sul treno ci separammo: lei raggiunse Ginny e Neville e altri ragazzi del suo anno mentre io entrai nello scompartimento dove Nigel, Elisabeth, Kimiko e Bob mi stavano aspettando.

«Non male come primo anno eh Betty»

Le fece una battuta il ricciolino Tassorosso, la piccola si strinse leggermente nelle spalle

«Certo assistere ad un omicidio non è ciò che ti aspetti dal primo anno in una scuola di magia»

Disse Nigel al posto suo

«Sto bene... ci sono stati anche momenti molto divertenti, insomma ho ritrovato te, non ci avrei mai scommesso»

Elisabeth lo guardò con occhi dolci e le sue gote s'imporporarono, nessuno si rivolse a me; dal finestrino osservavo il panorama un po' chiedendomi se fossi effettivamente andata avanti nel mio rapporto con Fred o se fossi andata troppo in fretta; avevo sbagliato a dichiararmi così in fretta? O meglio si poteva definire una vera dichiarazione?

«Piccola? Che fai ancora qui?»

Luna mi destò dai miei pensieri, vi ero talmente immersa che non mi ero accorta del rallentamento e successivo arresto del treno, mentre mi alzavo raccogliendo le mie cose mi chiese anche perché i miei amici non mi avessero richiamata all'ordine... o forse davvero non lo avevo sentiti, probabilmente Elisabeth con una punta di gelosia aveva portato via Nigel chi lo sa, spesso mi piaceva fantasticare sulle cose.

«Oh, arrivo»

Mano nella mano con mia sorella percorremmo il corridoio della carrozza del treno fino alla porta, lei scese per prima e io la seguì subito dopo saltando dal gradino più basso; Xenophilius sembrava un gufo agitato, la sua testa scattava da destra a sinistra cercandoci senza pace, non appena riuscì ad individuarci caracollò verso di noi, ci sollevò stringendoci in un forte abbraccio.

«Le mie bambine, grazie al cielo siete salve»

Ci guardammo un momento confuse lasciandolo fare, Luna cercò di parlare per prima

«Papà non ci è successo niente, stiamo bene»

Le pupille del nostro genitore erano più dilatate del normale

«No, no non qui tesoro, svelte, andiamo»

Aveva così fretta di portarci via che non riuscimmo a salutare neanche un amico, spaventato attraversò con noi la barriera del binario, nel vicolo esterno alla stazione si smaterializzò con le mani nelle nostre, non disse una parola fino a quando la porta di casa non fu chiusa e serrata.

   
 
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