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Autore: Milly_Sunshine    12/01/2024    0 recensioni
CROSSOVER CARS-HERBIE /// Herbie è un vecchio Maggiolino malandato che progetta il proprio ritiro dalle competizioni se vincerà il campionato. Saetta McQueen è il suo accanito avversario. I due si detestano, almeno sulla carta... ma la realtà è leggermente diversa! // Una breve fan fiction totalmente folle scritta nel 2012 con un pairing alquanto inusuale!
Genere: Demenziale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Saetta McQueen
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quelle ragazze stupende dalla carrozzeria appena verniciata non lo degnarono di uno sguardo, proprio come si aspettava. A loro interessavano soltanto le auto più moderne e scattanti, era chiaro che non trovavano niente in un vecchio Maggiolino.
“Ma si ricrederanno” si disse Herbie. “Non sono una carretta come credono.”
Mentre questo pensieri gli passavano dal parabrezza al lunotto posteriore il Maggiolino non si accorse di un fruscio alle sue spalle.
«Ti ho trovato, finalmente!» esclamò una voce alle sue spalle.
Herbie si girò lentamente e...
«Oh!» si sorprese. «Un essere umano! Era da un po’ che non se ne vedevano da queste parti.»
L’uomo, un cinquantenne messicano dai capelli brizzolati, ribatté: «Ormai voi automobili avete conquistato il pianeta, ma talvolta anche noi facciamo ancora sentire la nostra voce!»
«Tu... tu capisci quello che sto dicendo?» si sconvolse Herbie, ormai al colmo dello stupore.
«Claro que si» rispose l’uomo. «Lo capivo una volta e lo capisco tuttora.»
Il clacson di Herbie risuonò festante. Allora era tutto vero! Gli esseri umani erano inferiori alle automobili, ma talvolta ne nasceva qualcuno in grado di comprendere il complesso mondo delle auto. Quello che aveva davanti era uno di questi.
«Complimenti» gli disse. «Non è da tutti.»
L’uomo annuì.
«Lo so, Ocho.» (1)
Ocho?!
Herbie si mise a riflettere: dovevano essere passati più di quarant’anni da quando si era smarrito in Messico e aveva fatto la conoscenza di Paco, quello che era diventato il suo migliore amico. Doveva essere proprio lui quell’uomo che aveva davanti; Paco, a cui non bastava una passata di vernice per camuffare gli evidenti segni del tempo che scorreva ed ostentare la sua giovinezza perduta.
«Paco, da dove sbuchi fuori?» gli chiese il Maggiolino. «Erano decenni che non ci vedevamo.»
«Purtroppo ti portarono in Brasile(2)» gli ricordò Paco. «Non avrei saputo come rintracciarti, finché qualche settimana fa non mi è capitato in mano un giornale. C’eri tu in prima pagina, accanto a quel tale che si crede la più veloce auto al mondo.»
Nel pensare a Saetta McQueen, il suo acerrimo rivale, Herbie non poté fare a meno di accendere gli abbaglianti.
«Ehi, vuoi spegnere quei fari?» protestò Paco.
«Scusami» disse Herbie, spegnendoli. «Quel Saetta McQueen si crede invincibile, ma è chiaro che non lo è. Nessuno lo è... a parte me!»
«Mi pare ovvio» convenne Paco. «La sua collezione di successi alla Piston Cup non è niente in confronto a quello che hai fatto tu nella tua carriera.»
«Già, io ho vinto in America e in Europa, e a suo tempo aiutai una simpatica signora anziana a mantenere la sua casa intatta. Devo ammettere che fu necessario l’aiuto di un esercito di Maggiolini per questa importante opera, ma era mio dovere aggrapparmi a ogni possibilità per aiutare la mia cara nonnina, che ormai da tanti anni mi ha lasciato e ora sfreccia su una Porsche per le strade del Paradiso.»
«Un giorno dovresti rilasciare la tua autobiografia» gli suggerì Paco. «Avresti tante storie da raccontare, sarebbe senza ombra di dubbio un favoloso successo editoriale.»
«In effetti hai ragione» ammise Herbie. «Come saprai, nell’ultima conferenza stampa che ho rilasciato ho annunciato che, se dovessi vincere la Piston Cup, poi mi ritirerei dalle competizioni. Se non troverò altre simpatiche vecchiette da aiutare e da adottare come nonne, potrei dedicarmi alla stesura di un simile libro.»
«Se dovessi vincere, dici?» si sorprese Paco. «Lo metti forse in dubbio?»
«Oh, no, dicevo così per dire.»
«Meno male. Non devi mai dubitare di te stesso, è ovvio che vincerai. Considerando tutte le gare a cui hai preso parte, ti è mai capitato di non vincere?»
«Ovviamente no» mentì Herbie, sperando che Paco non sapesse che era stato battuto proprio da Saetta McQueen in numerose occasioni, di recente.
Era inutile negare la verità: seppure un’automobile avesse più possibilità, rispetto a un essere umano, di camuffare i segni del tempo, questo si faceva sentire per tutti, anche per chi si nutriva di costosa benzina che espelleva tramite un tubo di scappamento. I riflessi di Herbie non erano più quelli di un tempo e nemmeno lui stesso lo poteva negare.
«Ne ero certo» disse Paco. «Sono venuto qui dal Messico proprio per vederti vincere e so che non mi deluderai.»
«Oh, niente affatto.»
All’improvviso si udì il rumore di un’auto in avvicinamento.
Paco si guardò intorno con aria circospetta e, dopo avere notato un bolide dal colore acceso, si allontanò con aria indifferente.
«Ci vediamo dopo» sussurrò il messicano al vecchio amico.
Herbie gli fece un cenno agitando uno specchietto e posò il proprio sguardo su un’automobile rossa fiammante che gli veniva incontro.
«Saetta McQueen» mormorò. «A cosa devo l’onore?»
Saetta frenò davanti a lui.
«Ho sentito la tua intervista» gli comunicò. «È vero che hai intenzione di dire addio alle gare se vincerai la Piston Cup?»
«Di solito non parlo per dare aria al cofano» ribatté Herbie. «Ho detto che, qualora vincerò la Piston Cup, sarò pronto per il ritiro. È quello che farò.»
«È quello che non farai» ribatté Saetta. «Hai detto che ti ritirerai se vincerai, e io farò il possibile e l’impossibile per impedirtelo. L’impossibile? No, nulla è impossibile per me.»
Proprio così, Saetta McQueen era convinto di essere infallibile e imbattibile, stessa convinzione che anche Herbie aveva sempre avuto dentro, finché non si era reso conto che stare dietro ad automobili più giovani e prestanti era difficile, mentre stare davanti a loro era addirittura impossibile, a condizione di non incappare in qualche clamoroso colpo di fortuna.
«È tutto da vedere» rispose Herbie, secco.
«Già, è tutto da vedere... ma sappiamo perfettamente cos’accadrà!»
Saetta fece un’inversione a U e si allontanò suonando il clacson.
Guardandolo andare via, Herbie non poté fare a meno di ripetersi che quel giovane esuberante era maledettamente attraente.

 

NOTE:

(1) Nel film "Herbie sbarca in Messico" (titolo originale "Herbie goes bananas", che mi ha ispirato il titolo di questa fanfic), il Maggiolino viene soprannominato "Ocho" (otto) da un bambino messicano - Paco, quello che qui appare adulto - in quanto è la somma delle cifre che compongono il 53;

(2) Nello stesso film, Herbie doveva essere trasportato in Brasile per prendere parte a una gara automobilistica, quando viene smarrito in Messico, non è chiaro se ci sia mai arrivato.

 

   
 
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