Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: inzaghina    16/01/2024    1 recensioni
L'adolescenza è quel periodo della vita in cui tutte le emozioni paiono amplificate e quasi sproporzionate; gli amori sembrano più totalizzanti, le amicizie più coinvolgenti e le delusioni decisamente più cocenti.
Tutto questo vale anche per i Malandrini e i loro compagni di corso, che cercano di vivere una vita normale, mentre fuori da Hogwarts inizia a imperversare una guerra sempre più cruenta.
[Storia partecipante alla challenge "Gruppo di scrittura", indetta da Severa Crouch sul forum feriscelapenna[
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabian Prewett, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità di Lily e James - Promesse da mantenere '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

È con un lungo sospiro, che Albus Silente osserva chiudersi la porta del proprio ufficio alle spalle di un sollevato James Potter e di uno scontento Severus Piton. Quei due non andranno mai d’accordo, ormai si è messo il cuore in pace – eppure c'è stato un momento, anche se fugace, in cui è stato convinto che avrebbero potuto trovare un punto d’incontro. Ora che il Grifondoro ha messo a repentaglio la propria vita per salvare l’altro però, Silente ha compreso che i suoi erano solo gli sciocchi desideri di un uomo che ancora spera che Tom Riddle possa abbandonare i propri piani di conquista e trasformazione del mondo magico – proprio come fece lui stesso tanti anni fa. Il ricordo dei sogni condivisi con Gellert è ancora vivo nel suo cuore: gli pare quasi di riuscire a toccarli, quando li rivede nel pensatoio e si interroga su come abbia fatto a lasciarsi trascinare così e come invece sia riuscito a distruggere tutto, in così poco tempo. Vorrebbe sbagliarsi, quando cerca di convincere il resto dei membri del Wizengamot riguardo ai piani del suo ex studente, ma sa bene che immaginare un epilogo diverso, considerando gli eventi sempre peggiori che stanno avendo luogo, sarebbe decisamente poco credibile. Già da tempo stava pensando alla necessità di dar vita a qualcosa di concreto per contrastare Tom, coinvolgendo quanta più gente possibile e forse quel momento era davvero arrivato. Sperava che la guerra potesse rimaner fuori dalle mura di Hogwarts, ma incidenti come quello avvenuto quella sera lo facevano dubitare sempre di più e si chiedeva come prendersi cura al meglio di tutti i suoi studenti. 

 

10. Oh, let's go back to the start 

 

 

“Amico mio accanto a te non ho nulla di cui scusarmi,  

nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare: trovo la pace...  

Al di là delle mie parole maldestre,  

tu riesci a vedere in me semplicemente l'uomo.” 

Antoine de Saint-Exupéry  

 

 

 

 

Quando Remus si risveglia, il sapore metallico del sangue invade ogni suo senso, lo percepisce in bocca, ne sente l’odore nel naso e la combinazione gli provoca violenti conati di vomito. Sente dolori lancinanti in ogni parte del corpo, è come se delle lame lo stessero trapassando, come se i suoi arti stessero andando a fuoco, come se ogni centimetro di pelle fosse stato tirato oltre ogni limite, come se avesse passato da solo il plenilunio – come non accadeva ormai più da mesi. Quando riesce a mettere a fuoco la stanza che lo circonda, gli pare che un velo cremisi gli stia impedendo di mettere a fuoco, sbatte più volte le palpebre nel vano tentativo di fare chiarezza, ma senza successo.  

“Devo essermi davvero scatenato,” bofonchia tra sé, prima di decidere di alzarsi in piedi, e rendersi conto con orrore che le gambe a stento lo reggono. Si trascina verso la pila di vestiti piegata ordinatamente sul tavolo. Nessuno dei suoi amici è lì con lui e questo è alquanto strano, così come il fatto che non abbiano lasciato cibo per lui accanto agli abiti. Si avvia traballante verso la porta, ansioso di raggiungere l’uscita al piano inferiore, dove ha appuntamento con Madama Chips. 

“Oh, caro ragazzo, cosa è successo?” 

“Non ne ho idea,” risponde flebilmente, percependo la gamba destra cedere sotto al suo peso. 

“Ferula,” mormora l’infermiera, puntando la propria bacchetta verso la gamba ferita, prima di evocare una barella e farla levitare, protetta da un incantesimo di disillusione, fino al castello nella luce perlacea dell’alba 

Una volta raggiunta la tranquillità dell’infermeria, Madama Chips lavora instancabilmente per curare ogni ferita e ogni osso fratturato e scheggiato, approfittando del fatto che il ragazzo ha perso conoscenza. Non appena Remus riapre gli occhi per un momento, l’infermiera gli fa bere una potente pozione ricostituente mischiata a una soporifera, che possa permettere agli incantesimi e all’Ossofast di fare effetto. 

“Mi chiedo cosa possa essere successo,” mormora, rivolgendosi al preside, che l’ha raggiunta per informarsi sulle condizioni di Remus. 

“Temo che non lo sapremo mai, Madama Chips,” ribatte l’uomo, pensando che è praticamente impossibile che non abbia a che fare con il giovane Potter che abbandona l’allenamento di Grifondoro, per impedire a Piton di entrare nella Stamberga Strillante. 

“E come mai non sono impegnata ad allontanare quei tre disperati con cui va sempre in giro per i corridoi?” 

Silente congiunge le mani davanti al proprio viso, concordando che tutto questo sia molto strano. “Posso solo immaginare che siano in ritardo, evidentemente in assenza del giovane Lupin non hanno sentito la sveglia...” 

“Non sarebbe così inaspettato, in effetti. Che non provino ad entrare durante l’orario delle lezioni però, il ragazzo ha bisogno di riposo!” 

“Vedo che è decisamente impegnata Madama Chips,” le sorride Silente, “scendo a colazione, ci vediamo più tardi.” 

“A più tardi, preside.” 

 

* 

 

James ha saltato la colazione, qualcosa che non ha mai fatto in più di cinque anni di scuola, è troppo fuori di sé per pensare a mangiare, l’idea di Remus da solo nella Stamberga, che aspetta gli amici che non potranno raggiungerlo, lo fa impazzire. Il fatto che la bestia sia rimasta senza compagnia, con ogni probabilità significa che Remus si risveglierà sofferente come gli capitava prima che riuscissero a trasformarsi in Animagi. Sa bene che Sirius non è mai stato famoso per il suo autocontrollo, ma evidente che questa volta abbia davvero esagerato e messo a rischio la vita di Piton – ma, quel che è peggio, anche quella dello stesso Remus. Peter ha passato la sera precedente, fino al momento in cui si è addormentato, e tentare di fargli capire cosa possa aver spinto Sirius ad agire in modo così irrazionale, ma James non ha voluto sentire ragioni, la rabbia era troppa. 

Quel mattino è saltato giù dal letto ben prima dell’alba, dopo aver atteso inutilmente che Sirius facesse ritorno in dormitorio, e si è avviato verso uno dei corridoi con la vista sul platano, per sincerarsi delle condizioni di Remus. La foschia che si sollevava dal lago gli ha impedito di capire in quali condizioni fosse, ma, quando ha tentato di raggiungere l’infermeria, ha visto arrivare Silente e ha capito che con ogni probabilità i suoi timori erano diventati realtà. Invece che raggiungere la Sala Grande, ha preferito salire a fare un giro nella Stanza delle Necessità, dove ha trovato un giardino abbastanza grande in cui correre e sfogare le sue frustrazioni, prima di raggiungere la lezione di Storia della magia, convinto che Sirius l'avrebbe quasi sicuramente saltata. 

 

Sirius osserva freneticamente intorno a sé, nella speranza di non incontrare alcuno sguardo amico; non ha fatto ritorno alla torre la sera prima, non dopo essersi imbattuto nel fratello di Marlene ed essere riuscito a far avvertire James del potenziale disastro a cui il suo orgoglio avrebbe potuto dar luogo. Al termine della punizione, si è aggirato per i corridoi tutta la notte, nella speranza di assicurarsi che Remus stesse bene – anche senza la presenza sua, di James e di Peter. Ha visto l’infermiera raggiungere Remus alla Stamberga, ma la luce era troppo poca per assicurarsi che l’amico fosse illeso; il fatto che Silente abbia raggiunto l’infermeria in tempi brevi è stato sufficiente a confermargli che non era affatto così, e il senso di colpa si è fatto nuovamente strada in lui. 

“Hey Sirius, che ci fai in giro per i corridoi così presto? Non credevo fossi solito alzarti prima dell’alba,” dice Marlene, apparendo al suo fianco. 

“Alzarsi avrebbe presupposto che io fossi andato a dormire,” le risponde piatto. 

“Sei sempre così di buon umore prima che il sole sorga?” 

“Dipende,” borbotta di rimando, ficcandosi le mani nelle tasche, con espressione cupa. 

“Se non vuoi parlare, basta dirlo... io stavo andando in biblioteca a restituire un libro che serve a Eleanor.” 

“Scusami,” mormora, sforzandosi di suonare più garbato. 

“Non ti vedevo così sconvolto dal compleanno di tuo fratello...” 

“Non avevo idea che tenessi traccia dei miei stati d’animo, McKinnon.” 

“Non esaltarti, Black, è solo che, per qualche strana coincidenza, tendiamo ad essere entrambi di cattivo umore negli stessi momenti...” 

“Cosa turba la tua adorabile persona?” 

“Nulla per cui tu possa aiutarmi,” lo tranquillizza lei. 

“Quindi si parla ancora di Rosier, immagino...”  

“Immagini bene,” ribatte Marlene in un sussurro. 

“Credevo che stessi cercando di andare avanti.” 

“Indovina un po’? È più facile a dirsi che a farsi.” 

“Non saprei, non mi sono mai innamorato prima...” 

“Considerati fortunato, Black.” 

“Se lo ami così tanto, perché non gli parli? Immagino non sia facile, ma potresti pur sempre cercare di farlo ragionare.” 

“Nemmeno questo è tanto semplice, non credi?” 

“Scusa, ho la stessa finezza di un bulldozer, giusto?” 

Marlene scoppia in una risata genuina, “te ne ricordi?” 

“Ricordo tutte le cose importanti.” 

Marlene sostiene il suo sguardo, leggendo il dolore che alberga in quelle iridi plumbee, come la giornata che si appresta a cominciare. “Se hai voglia di parlare, sai che puoi confidarti con me...” 

“Come ho fatto a giugno?” 

“Non che tu sia obbligato...” 

Sirius si stringe nelle spalle con nonchalance, “grazie, ma preferisco rimuginarci ancora un po’.” 

“Certo, come preferisci.” 

“Grazie però,” aggiunge in un secondo momento. 

“Immagino che in ogni caso ne parleresti con James.” 

“Forse non questa volta,” ribatte gravemente. 

Marlene si blocca, stupefatta. 

“Non ne voglio parlare però,” s’affretta a ricordarle. 

La ragazza annuisce, “posso offrirti un consiglio non richiesto?” 

“Certo.” 

“Non lasciare che la vostra amicizia venga rovinata da una sciocchezza, non te lo perdoneresti mai.” 

“Come sai che si tratta di una sciocchezza?” 

“Non c’è nulla che voi due non possiate superare,” fa notare Marlene. 

“Lo credevo anche del rapporto con mio fratello...” 

Marlene gli stringe il gomito, “non è troppo tardi nemmeno per quello.” 

“Sei decisamente troppo ottimista, McKinnon!” 

“È una delle mie caratteristiche principali, dovresti saperlo...” 

Sirius le dedica un sorriso mesto, prima di annuire lentamente. 

“Sono arrivata, grazie della compagnia.” 

“Grazie a te,” ribatte, sfiorandole la guancia con un bacio lieve come una piuma. 

Marlene lo osserva riprendere a camminare, sfiorandosi la guancia sovrappensiero, prima di entrare nella biblioteca deserta. 

 

Dietro alla statua che si trova nel medesimo corridoio, Regulus rimane nell’ombra a chiedersi cosa possa aver portato il fratello a litigare con Potter. Per un fugace attimo, è tentato di raggiungere Sirius e chiedergli se ne vuole parlare con lui – visto che non lo ha fatto con la McKinnon – però si ferma immediatamente, consapevole che non ci sarebbe alcuna possibilità che il fratello si apra con lui. Sirius ha tentato più volte di parlargli, dopo la sua fuga da casa, ma Regulus l’ha snobbato voltandogli le spalle e ora potrebbe essere troppo tardi riappacificarsi con lui. Sa bene quanto sua madre sia diventata impossibile con il fratello nel corso degli anni, capisce come mai si sia spinto fino alla fuga, eppure non riesce a perdonarlo per averlo lasciato indietro – un'altra volata. Gli sembra di essere tornato al suo primo anno, quando è arrivato a Hogwarts e si è reso conto di essere stato rimpiazzato da James Potter. Sirius ha insistito per mesi che non fosse così, che Regulus avrebbe dovuto semplicemente dare una possibilità a James, ma il più giovane non si è mai trovato a suo agio con l’amico del fratello e, dopo qualche tentativo, ha accettato la propria sconfitta. 

Forse però, l’aver litigato con Potter potrebbe essere una motivazione per farlo riavvicinare al fratello e Regulus di questo non può che essere grato. Raggiunge la Sala Grande per la colazione, trovandola ancora relativamente vuota e prende posto accanto ad un Evan dall’espressione accigliata. 

“Credevo di trovarti in Sala Comune,” lo saluta il più grande. 

“Troppi pensieri, non riuscivo a dormire, quindi sono uscito presto per fare una passeggiata.” 

“E ti ha aiutato a schiarirti le idee?” 

“Di sicuro mi ha permesso di scoprire un paio di notizie interessanti.” 

“Non oso immaginare quali...” 

“Beh, innanzitutto, mio fratello e Potter hanno litigato e pare che la situazione sia grave,” annuncia Regulus in un sussurro, controllando che nessuno stia ascoltando. 

“Come mi dispiace,” ribatte Evan con una smorfia, “credi forse che tuo fratello abbia ritrovato la spina dorsale e si sia finalmente reso conto che tutto quello in cui Potter crede sono un mucchio di fandonie?” 

“Forse, anche se credo che sarebbe troppo bello per essere vero.” 

“Hai intenzione di fare qualcosa al riguardo?” 

“Non prima di vedere come si evolvono le cose,” dichiara Regulus, versandosi una tazza di tè bianco. 

“Concordo che sia saggio attendere in effetti...” 

“Dubito, comunque, che mio fratello possa mai davvero condividere le nostre idee.” 

“Forse condividerle è una parola grossa, ma magari potrà per lo meno provare ad accettarle.” 

Regulus si stringe nelle spalle, servendosi di una porzione di uova e salsiccia. 

“Dicevi che hai scoperto un paio di notizie, quale sarebbe l’altra?” 

“Beh, si tratta di qualcosa che ti farà sicuramente piacere,” ribatte svelto Regulus, assicurandosi nuovamente che non ci siano orecchie indiscrete in ascolto. 

Evan inarca le sopracciglia, abbandonando il suo toast per concentrarsi sull’amico. 

“A quanto pare, la McKinnon è ancora innamorata di te, vecchio mio...” 

Evan sente il proprio battito cardiaco accelerare, alla menzione di Marlene, ma non ha intenzione di permettere alla speranza di farsi nuovamente strada in lui – non dopo la reazione che ha avuto quando le ha consegnato il proprio regalo di compleanno. 

“Ovviamente la amo anche io, ma tante volte l’amore non basta.” 

“Forse può valere per i matrimoni combinati dei nostri genitori, ma non è questo quello che vogliamo per il nostro futuro, correggimi se sbaglio.” 

“Non ti sbagli, ma non penso che Marlene potrà mai soprassedere al futuro che mi aspetta.” 

“Forse devi impegnarti di più per aiutarla a comprendere la tua scelta.” 

“Non so se sarà sufficiente, ma ti ringrazio davvero.” 

“Per cosa?” 

“Per avermelo detto... sei un vero amico.” 

“Anche tu.” 

I due cambiano argomento, passando al Quidditch, considerando che il tavolo comincia a riempirsi di compagni di casa. 

 

 

* 

 

Quando James arriva di corsa nella pausa mattutina, trova la porta dell’infermeria semichiusa e Sirius immobile accanto al letto in cui Remus sta riposando. 

“Hai un bel coraggio a presentarti qui...” 

“Volevo solo vedere come stava.” 

“Potevi pensarci ieri sera, prima di fare il coglione, magari! Non posso credere che tu lo abbia fatto!” la voce di James Potter non è mai stata così carica di rabbia. 

L’altro non ha nemmeno la forza di rispondere, si limita ad abbassare lo sguardo, colpevole. 
“E se non fossi riuscito a fermarlo? E se Josh non mi avesse intercettato prima della fine dell’allenamento? Hai una vaga idea di cosa sarebbe successo se Piton fosse entrato e avesse raggiunto Lunastorta nella Stamberga? Sarebbe stato un disastro!” 
“Ma lo hai fermato…” 
“Sì, ma solo Silente lo ha convinto a stare zitto. Avrebbe potuto ucciderlo, lo sai?!” 
“Ma è solo Mocciosus…” tenta di difendersi Sirius, ripensando alle parole del Serpeverde risalenti al giorno precedente. 
“E non ti importa di quello che sarebbe successo a me? Gran bell’amico che sei!” dichiara Remus, dopo aver finalmente aperto gli occhi, entrambi si voltano verso di lui. 
James si avvicina a lui, “come stai, Rem?” 
“Un vero schifo, grazie…” 

“Ero solo furioso con lui…” borbotta invece Sirius, immaginando che il licantropo non lo voglia accanto. 
“Beh, sarebbe ora di crescere, Black!” esclama rabbiosamente il ragazzo steso nel letto. 
“Io… senti, Remus…” 
“Sai che c’è? Non ho proprio voglia di starti a sentire, né di parlare con te… esci da qui, grazie,” mormora esausto. 
“Lo stesso vale per me, non ho nessuna voglia di parlare con te!” aggiunge James, gli occhi ancora fiammeggianti, il tono che non ammette repliche. 
Sirius aprì la bocca per parlare… per provare a spiegare, ma guardando gli altri due decide che è meglio lasciarli sbollire, arretra quindi fino alla porta e la apre, trovandosi faccia a faccia con Peter, Lily e i gemelli. 

“Si è svegliato?” domanda Lily. 

“Sì, anche se non è ancora in forze.” 

“Dove stai andando?” gli domanda invece Peter. 

“Ancora non abbiamo chiarito...” 

I gemelli si scambiano un’occhiata, sanno che James e Sirius hanno litigato, ma speravano che si fosse sistemato già tutto. 

“Vuoi compagnia?” gli domanda Fabian. 

“No, non preoccupatevi,” ribatte, avviandosi verso la torre rosso-oro. 

 

Nel pomeriggio Lily è seduta in Sala Comune accanto a Lexie e Marlene, quando vengono raggiunte da Mary, che ha concluso la riunione di redazione. 

“Avete notizie di Remus?” domanda la nuova arrivata. 

“Lily è andata a trovarlo,” le risponde Marlene. 

“Come sta?” 

“Un po’ acciaccato, ma si riprenderà in un paio di giorni secondo Madama Chips.” 

“Pensavo di portargli gli appunti di Antiche Rune e Incantesimi, sempre che non lo abbia già fatto qualcun altro...” 

“Dubito lo abbia fatto qualcuno tra i suoi compagni di stanza,” ridacchia Lexie. 

“E non l’ho fatto nemmeno io,” conferma Lily, “pensando che magari volessi farlo tu.” 

“Che vai dicendo?” ribatte la MacDonald, arrossendo. 

“Che forse ti farebbe piacere raggiungerlo in infermeria per un saluto,” dichiara in tono ovvio Marlene. 

“Non so se lui si aspetta che vada, è vero che negli ultimi mesi ci siamo avvicinati molto, ma siamo solo amici e lui è davvero timido e non vorrei spaventarlo...” 

“Dai retta a me, se aspetti che uno come Remus faccia la prima mossa, rischi di aspettare per sempre,” gli dice Lexie. 

“Senti chi parla,” risponde svelta Lily. 

La Cacciatrice scuote la testa, prima di incrociare lo sguardo della sua migliore amica, “mi sono forse persa qualcosa?” 

“Solo il tuo continuo scambio di sguardi con Fabian, il vostro flirtare, il fatto che abbiate così tanto in comune, ma facciate finta di niente! In tutta onestà comincia a diventare snervante.” 

“Io non flirto!” 

“Nah, ti limiti a fissargli il fondoschiena ogni volta che si alza dalla sedia,” le dice Marlene incrociando le braccia, con espressione maliziosa. 

“Beh, potete biasimarmi?” 

“Certo che no,” si affretta a rispondere Mary. 

“Mary MacDonald! Credevo stessimo parlando del fatto che ti piace Remus, ora invece scopriamo che guardi gli atleti!” la incalza Lily, senza riuscire a smettere di ridere. 

“Beh, gli occhi sono fatti per apprezzare, no?” 

“Credevo preferissi i tipi taciturni e misteriosi, come Remus,” insiste la Evans. 

“Certo, però non significa che non possa apprezzare un bel fisico.” 

“Non so come tu faccia, Lex,” commenta Marlene. 

“Faccio cosa?” 

“Allenarti con loro quattro volte a settimana.” 

“Le ragazze hanno uno spogliatoio separato, ve ne rendete conto, vero?” 

“Certo, ma comunque...” il tono di Marlene si affievolisce fino a diventare un sussurro. 

“Allora dite che faccio bene a passare in infermeria?” 

“Ma certo! Anzi, vedi di muoverti, che ti aspettiamo per andare insieme a cena!” la incoraggia Lexie. 

“Solo se tu prometti che farai in modo di darti una mossa con Fabian,” le risponde Mary. 

“Farò del mio meglio...” 

 

Sdraiato nel suo letto in infermeria, Remus ripensa alla notte precedente – grato di non ricordare praticamente nulla. 

“Si può?” domanda la voce di Mary, avvicinandosi. 

“Ciao Mary, che piacere vederti.” 

“Come ti senti?” 

“Meglio, grazie.” 

“Ti ho portato gli appunti di Antiche Rune e Incantesimi, so che ti piace rivederli prima della lezione successiva.” 

“Grazie mille,” le sorride Remus. 

“Spero di non averti disturbato.” 

“Certo che no, sono davvero contento che tu sia venuta; sono solo un po’ stanco.” 

“Se vuoi ti lascio riposare.” 

“La tua compagnia mi fa estremamente piacere.” 

Mary arrossisce, arrischiandosi a sfiorargli la mano sinistra. “Sono felice di sentirtelo dire.” 

I loro sguardi s’incontrano per un momento, prima che entrambi li abbassino, temendo che l’altro possa capire cosa gli stia passando per la testa. 

“Sai Remus, c’è qualcosa che vorrei dirti, ma ho come l’impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa, non vorrei sembrarti esagerata, voglio solo farti capire che mi puoi dire qualsiasi cosa. Hai per caso una malattia incurabile?” 

Il ragazzo prende un lungo respiro, “a essere sinceri sì,” trova il coraggio di confessarle. 

“E perché non me lo hai detto prima?” 

“Perché è qualcosa di personale e di difficile da condividere, lo sanno solo in pochi...” 

“Lo sai che non ti giudicherei mai.” 

“Certo, ma ti capirei se non volessi più avere a che fare con me.” 

“Non potrebbe mai succedere.” 

“Nemmeno se ti dicessi che la ragione per cui sono ammalato così spesso è che sono un licantropo?” 

Mary sostiene il suo sguardo, anche quando il ragazzo lo abbassa, prendendo nuovamente la mano di Remus nella propria, “questa notizia non mi spaventa.” 

“Davvero?” 

“No, come potrei cambiare idea su di te per via di un unico dettaglio?” 

“Sei una persona meravigliosa, Mary.” 

“Anche tu lo sei, Remus.” 

“Sono fortunato ad averti come amica.” 

“E io ad avere te,” risponde lei, stringendo le sue dita tra le proprie. 

 

 
 


 

 

Nota dell’autrice: 

Questo è forse il capitolo più difficile che io abbia scritto fino ad ora, visto che è dedicato a uno dei momenti o più difficili dell’amicizia dei Malandrini. Sirius è forse quello che, tra tutti loro, è più incline a lasciarsi andare a momenti di rabbia causati dall’orgoglio. 

Mi piaceva l’idea di mostrare quello che avrebbe potuto essere: Regulus che potrebbe aiutare Sirius in uno dei momenti più duri, ma la frattura tra i due fratelli è troppo grande per essere sanata – non così velocemente, per lo meno. 

Era anche arrivato il momento per Mary di scoprire la verità su Remus, spero sia stato credibile che lei abbia accettato così velocemente la notizia. 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: inzaghina