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Autore: Scribbling_aloud    21/01/2024    1 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Sono di fronte alla porta solo qualche ora dopo. Pranzando insieme sono riuscita a percepire il suo sforzo nel tenere lontana la malinconia. Abbiamo chiacchierato per tutto il pasto ma la vedevo insediarsi non appena si distraeva. Sono uscita con una scusa, l’ho lasciato come suo solito sul davanzale a guardare fuori. Non gli ho rivelato il mio piano perché non ero sicura della sua approvazione ma ho deciso di essere ardita e seguire il mio istinto che quasi sempre si è rivelato corretto.
Le braccine cicciotte della soluzione sono legate attorno al mio collo.
Alla vista dell’entrata, si agita così tanto, cercando di divincolarsi in tutti i modi, che faccio fatica ad aprire la porta con la sola mano libera che ho.
Sta scalciando come una matta gridando con tutta l’aria che ha nei polmoni ‘Papà!! Papà!! Papà!! Sono a casa! Sono a casa!’
Devo metterla giù in fretta prima che rotoli giù dall’emozione. Comincia a correre nel corridoio mentre Harry, stupefatto, occhi sgranati, appare dal salotto. Sunrise, vedendolo, si illumina in un sorriso che le prende tutto il volto, le gambe grassocce che si muovono veloce verso di lui come le braccia che si tendono per essere presa.
Harry, nonostante chiaramente sconvolto da quest’apparizione, in un istinto indomabile, si abbassa sulle ginocchia per accoglierla e lei si lancia energeticamente in quell’abbraccio, buttandogli le braccia al collo e schioccandogli un bacio sulla guancia ‘Sono a casa, papà. Sono a casa!’ continua a cinguettare.
Vedo la bocca di Harry che si muove, cercando di pronunciare il suo nome e poi come realizzando solo in quel momento che è veramente lì, in carne e ossa, se la stringe contro mentre lacrime cominciano a sgorgargli in abbondanza dagli occhi. Seppellisce il volto nei suoi folti riccioli scuri e le bacia la testa scosso da singhiozzi silenziosi.
Se la prende in braccio e si siede contro il muro tenendosela stretta mentre lei continua a cinguettare ‘Sono a casa, papà, hai visto??’
‘Sì, gioia mia, ho visto. Sei a casa…’ riesce a dire con un sorriso dopo aver deglutito.
‘Perché piangi?’ lei chiede infilandosi il pollice in bocca.
Lui glielo toglie con affetto ‘Perché sono felice di vederti, amore mio’
‘Sono felice anch’io’ lei strilla deliziata.
‘Lo so…’ lui risponde sorridendo. Poi si strofina il viso e prende un bel respiro ‘Allora, come ti sei comportata con il nonno e la nonna? Hai fatto la brava?’
Lei annuisce con energia ‘Sì papà! Il nonno mi ha spinto sull’allalena e ho fatto i biscotti con la nonna’
‘Ah sì? Ed erano buoni?’
Lei annuisce con entusiasmo, tutti i ricci che le rimbalzano attorno al viso ‘Sì!’ esclama frugando nella tasca del suo vestitino verde tirandone fuori uno mezzo sbriciolato ‘Assaggia’ ordina spingendolo contro la bocca di Harry che lo riceve sorridendo.
Fa subito una smorfia cominciando a tossicchiare ‘Quand’è che li hai fatti, amore dolce?’ chiede dopo essere riuscito a mandarlo giù.
‘Domani!’ lei esclama convinta ‘Ti piace?’
‘Molto’ risponde ridacchiando.
‘La tua barba è lunga’ lei dice strofinandogli una guancia ‘Non ti sei rasato’
‘No, amore mio. È da tanto che non lo faccio’
‘Perché? Perché la mamma non c’è?’
Lui la fissa per un momento sbigottito poi nuove lacrime gli sfuggono ‘Immagino di sì’ riesce a dire dopo un po’.
Lei lo guarda meditabonda accoccolandosi contro il suo petto ‘La nonna dice che la mamma è andata via’
Lui annuisce chinando il capo sul suo, la sua faccia contorta in un vano tentativo di trattenere le lacrime.
E io cosa sto facendo mentre questo scambio sta avendo luogo?
Ovviamente sono ancora sull’entrata, che li guardo, e ovviamente sto piangendo come una fontana. La mia intuizione era buona ed è tutto merito di Hugo. Quando sono tornata in Romania, la gioia che ho provato vedendolo illuminarsi e correre verso di me mi ha dato quest’idea. Sapevo che avrebbe commosso Harry rivederla nonostante i suoi rifiuti. E sapevo che quello di cui aveva bisogno era di sentirsi amato e di poter amare a sua volta. È quello che vogliamo tutti alla fine.
Questo è quello che farà ora, si prenderà cura di sua figlia.
E scivolo sul pavimento contro il muro di fianco alla porta ancora aperta, osservandoli che chiacchierano completamente dimentichi della mia presenza.
‘Papà, ho fatto un sogno’ Sunrise dice distrattamente dopo un po’.
Harry solleva il capo all’improvviso e la scruta ‘Cos’hai sognato?’
‘Il mare’ lei dice gli occhi che brillano ‘e una grande, casa bianca’
Lui continua a fissarla stupefatto ‘Il mare hai detto?’
Lei annuisce ‘E giocavo con la sabbia’ lei dice giochicchiando con l’orlo del suo vestito.
‘Ok…’ lui risponde solamente, pensieroso.
‘Papà?’ lei continua seria dopo qualche secondo ancora.
‘Sì, amore mio?’
‘Devo fare pipì’
Harry scatta sull’attenti ‘Pipì? Ok, va bene!’ dice alzandosi prontamente e sollevandola facendola strillare di gioia.
E come spariscono nel bagno, mi alzo anche io, chiudendo la porta dietro di me.
 

 
Siamo al tavolo della cucina, ho preparato la cena per tutti. Sunrise è pulita e raggiante dopo che Harry le ha fatto fare il bagno e lui si è fatto la barba. È tutta intenta a imboccarlo, pucciando il suo cucchiaio goffamente nella zuppa, soffiandoci sopra e infilandoglielo in bocca.
‘Ti piace?’ chiede dopo che gli ha dato un altro cucchiaio mezzo vuoto ‘La zia Minny l’ha fatto!’ pigola emozionata dopo aver mandato giù quello che Harry le ha dato.
‘Sì, molto. La zia Hermione cucina molto bene, vero?’ le dice facendomi l’occhiolino.
‘Sì’, lei risponde corrucciata, concentrata a raccogliere un altro cucchiaio di zuppa.
‘Imparerò a farlo anche io’ lui continua pulendogli la bocca con il bavaglino ‘Così ti potrò cucinare delle buone cene’
‘Come la mamma?’ lei chiede ora giocando con la zuppa rimasta nel suo piatto.
Harry le prende gentilmente il cucchiaio dalle dita e comincia a imboccarla con quello che rimane del pasto ‘Sì, come la mamma’ dice tentando di tenere il sorriso sul volto.
Dopo cena e le preparazioni per la notte ci sediamo tutti insieme sul divano ascoltando Sunrise, nel suo morbido pijama, che chiacchiera allegramente. Alle nove quando le palpebre cominciano a cascarle, Harry la fa sdraiare e, coprendola con il piumino, le si sdraia accanto tenendole la mano e osservandola mentre si addormenta. Scivolo via per spegnere la luce. Prendo il mio libro e vado in cucina sentendomi positiva che tutto potrà solo che migliorare da ora in poi.
Leo mi sta aspettando dietro la finestra, la apro e saltella all’interno, c’è un rotolo legato alla sua zampa.
È l’avvocato. Ci sono tutti gli incartamenti per cominciare la procedura di divorzio. Mi siedo su una sedia per studiarli e sospiro. Questo è quello che voglio, ne sono sicura, eppure ho bisogno di tutto il mio coraggio per prendere la penna e firmarli. So che un periodo difficile mi aspetta, le difficoltà saranno molte e grandi, e so che la mia ricompensa sarà solo solitudine come so che Ron mi odierà per sempre per ciò che sto facendo, ma devo cominciare una nuova vita e provare, un po’ per volta, a liberarmi da queste catene che mi stanno imprigionando. Questo è il primo passo; quindi, la mia firma è necessaria.
Approfitto della presenza di Leo (sapendo che a George non dispiacerà) per cominciare una lettera per Charlie informandolo che tornerò presto e, andando a gettare un’occhiata in salotto, vedo Harry che dorme profondamente vicino a sua figlia, le loro teste che si toccano, i loro ricci che si mescolano, e sono certa che non avrò più bisogno di tornare.
   
 
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