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Autore: A_Frensis    27/01/2024    0 recensioni
Cassandra e Beatrice non sono due entità totalmente opposte che si sono ritrovate a convivere insieme per una pura casualità.
A distanza di un anno la loro relazione va ben oltre l'essere coinquiline, ma nessuno n'è a conoscenza perché Beatrice non si sente pronta a rivelarlo ai suoi conoscenti per paura di una loro reazione. Cassandra la comprende ma inizia a non tollerare più il distacco di Beatrice in presenza di altre perone.
Estratto dal testo:
Un vuoto che non aveva mai avuto prima d’incontrarla, con lei avevano creato uno spazio colmo fino a sentirsi quasi soffocare e ora non c’era più. Forse era stato proprio questo il problema: non riusciva più a respirare da sola. Si era totalmente lasciata andare a quel mare d’emozioni e ora ne pagava le conseguenze
-Mi manca il respiro-
-Lo so-
-Non riesco a stare lontano da te-
-Non si può resistere a un istinto primordiale-
-No, non si può-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Capitolo 8


-Come ti senti? – 
-Immensamente bene- 
-Non l’hai trovato strano? – 
-È stato bellissimo. – 
-Ti ho fatto ricredere? –
-Abbastanza, ma non credo che con un’altra donna sarebbe stato uguale- 
-In che senso? – 
-Solo perché sei tu.– 
-Onorata-
-Stupida-
-Sono stata molto fortunata-
-Anch’io lo sono stata- 
-Allora siamo state entrambe fortunate-


Quei giorni erano stati… Calmi, tranquilli. 
Beatrice proprio non se li sarebbe aspettati. 
Dopo quella discussione, nella quale non aveva capito bene se avesse vinto o semplicemente Cassandra l’avesse lasciata vincere, erano passati giorni. Aveva avuto il timore che potessero cambiare i loro modi di interagire ma in realtà era come se non fosse successo nulla, come se Cassandra non le avesse rivelato una cosa importante e lei non fosse stata zitta come un pesce lesso. 
Cassandra si era comportata come sempre con i suoi “buongiorno”, con il suo stuzzicarla sempre e prenderla in giro, con le loro cene e chiacchiere sul divano. Poteva dire che tutto è bene quel che finisce bene… Allora perché non si sentiva tranquilla? Perché continuava ad avere la sensazione che la stava perdendo giorno dopo giorno? 
Le tremò il cuore quando Cassandra le aveva detto d’amarla ma non era stata in grado rispondere anzi era stata così egoista da chiederle altro tempo. Cassandra aveva accettato anche se con reticenza e non le aveva fatto pressioni. Le stava dando veramente il tempo che voleva, si era arresa passandole la palla della decisione successiva. 
Aveva paura che ogni sua mossa avrebbe potuto far esplodere la bomba ad orologeria che era Cassandra. Era confusa, non sapeva cosa fare, per questo le aveva chiesto tempo. Doveva capire come riuscire a gestire tutto. 
Aveva poche certezze: voleva Cassandra con tutte le forze e non voleva deludere sua madre. Come poteva far coincidere le due cose? 
Beatrice sospirò distogliendo lo sguardo dallo spartito appoggiato sulle gambe, sussultò quando incontrò due pietre smeraldo che la guardando con interesse.
«Cassandra! Da quanto sei lì?» 
Era in piedi dietro il divano appoggiata di schiena allo schienale e il busto girato leggermente verso di lei, in volto un sorriso sghembo.
«Abbastanza da capire che quell’area corrucciata non è dovuta alle note scritte sullo spartito.»
Colta in flagrante, arrossì. «Mi ero persa, in effetti.» 
Cassandra rise, a quel suono il suo cuore impazzì accelerando esponenzialmente i battiti.
Cassandra si sedette sullo schienale. «E dove si è persa vostra grazia?»
Si alzò leggermente dalla sua posizione supina e le schiaffeggiò la schiena. «Non prendermi in giro!»
«Assolutamente. La mia è solo pura curiosità.»
«Ma smettila!» Si mise seduta sul divano dandole le spalle perché non poteva più reggere il contatto visivo. 
Cassandra saltò la spalliera e si sedette accanto a lei, le appoggiò una mano su un ginocchio mentre con l’altra le scostò una ciocca di capelli dall’orecchio. Soffiò sul suo collo. «Vuoi tenermi fuori dai tuoi pensieri?»
Quasi le venne da ridere. Beatrice si voltò verso di lei, i loro nasi si sfiorarono. «Tu ne sei il centro Cassandra.»
«Allora la colpa è mia?»
«Sempre.»
«Oh… mi dispiace.» Le sussurrò a fior di labbra. «Cosa posso fare per farmi perdonare?»
«Io un’idea ce l’avrei.»
Beatrice la sospinse all’indietro facendole appoggiare la schiena sullo schienale del divano e si sedette a cavalcioni su di lei. 
«Che idea interessante.» Ghignò accarezzando le cosce con i palmi aperti delle mani.
In risposta Beatrice le prese il volto con entrambe le mani e la baciò con impeto. 
In un primo momento Cassandra ricambiò ma poi provò ad allontanarsi. «Asp- Bea-»
«Cosa c’è?» Ansimò. 
Chiuse gli occhi, come se si volesse trattenere, dopo pochi secondi li riaprì. «Non dovevamo andare dalle tue amiche?» 
Beatrice non aveva mai avuto amiche ma in occasione di un evento musicale con i suoi studenti, conobbe un gruppo eccentrico di ragazze, caratterialmente opposte a lei. Per quanto avesse il carattere schivo, si era trovata molto bene con loro purtroppo i suoi impegni non le permettevano di frequentarle quanto voleva e periodicamente organizzavano una cena per riunirsi.
Fu in occasione di una delle cene che fece conoscere Cassandra alle ragazze che venne accolta con calorosità. Da quel giorno, quando Cassandra non aveva impegni, partecipava anche lei a quelle cene.
«È vero.» Sospirò sulle sue labbra. «Ma abbiamo ancora tempo.» 
Cassandra non ebbe il tempo di protestare, si ritrovò la bocca di Beatrice sulla sua.
Non aveva idea del perché quella donna le facesse questo effetto, sentiva costantemente l’esigenza di sentirla, sempre, ovunque. 
Dopo diversi minuti si sentì una suoneria, in un primo momento venne ignorata da entrambe, poi capendo che non dava segno di voler cessare, Cassandra si staccò e le accarezzò dolcemente una guancia. «Bea, il telefono.»
«Mm…?» Beatrice la guardò con occhi appannati dal desiderio, non capendo. Le indicò l’oggetto del rumore che stava disturbando il loro momento di intimità, abbandonato sul divano. «Qualcuno ti sta chiamando.»
«Dammi solo due minuti.» Ancora a cavalcioni su di lei si allungò a prendere quel oggetto che in quel momento voleva tanto rompere contro un muro. 
Cassandra l’abbracciò e le diede un soffice bacio sul collo, mentre rispondeva al telefono. 
«Pronto?»
«Ciao Tesoro. Stavi suonando?» 
«Mamma?»
Capendo chi fosse Cassandra provò a sollevarla per potersi alzare a sua volta ma Beatrice con la mano libera le posò una mano sulla spalla guardandola intensamente negli occhi. «No, mamma, stavo leggendo.»
«Allora perché non hai-»
«Dovevi dirmi qualcosa?» 
«Sì, dato che la prossima settimana devi iniziare le prove con l’orchestra e non avremo modo di vederci, pensavo se in questo weekend saresti potuta venire a casa a passare un po’ di tempo insieme.»
«Ritornare a casa questo weekend?» Le chiese per conferma e per rendere partecipe Cassandra. I suoi occhi non facevano trapelare alcuna emozione. Ebbe un’idea, forse affrettata ma le sembrava abbastanza buona. «Non lo so mamma. In caso può venire anche Cassandra?» 
Cassandra spalancò gli occhi e scosse fortemente la testa. 
«Cassandra?» 
«Sì, potremmo venire in macchina.»
«Non ne capisco il motivo ma troveremo un posto per dormire anche per lei. Non ha quel progetto all’Università?»
«Ne parlo con lei e ti faccio sapere. A dopo.»
«Ciao tesoro»
Mentre chiudeva la chiamata, Cassandra si passò una mano davanti agli occhi. «Perché l’hai fatto?»
«Non mi sembrava una brutta idea ed in più il weekend non ti vedi con i tuoi colleghi.» Era stata una proposta d’istinto.
«Lavoro in officina.» 
«Potresti chiedere un permesso.»
«Mi spieghi cosa potrebbe mai venire a fare la tua coinquilina a casa dei tuoi?»
«Magari avevi voglia di distrarti un weekend e questa ti sembrava un buona occasione.» Tentò ma la motivazione non convinse Cassandra. «Non vengo dai tuoi. Vacci sola.»
«Perché?» Le chiese prendendole le mani e intrecciandole con le sue.
«Perché verrei sotto la qualifica di amica e sono convinta che tua madre escogiterà qualsiasi cosa pur di non farmi stare cinque minuti con te.» 
«Stai esagerando.» Un leggero sorriso apparse sulle sue labbra nel vedere la sua espressione contrariata.
«Fidati non avremo neanche il tempo di guardarci. Vai tu. Saprò resistere due giorni senza di te.» 
«Sono io che non so resistere.» Ribatté perché era la verità, non poteva pensare di passare un solo giorno senza vederla né toccarla anche solo per cinque minuti.
«Poi recupereremo con gli interessi.» Cassandra provò ad essere impassibile ma ormai perse la sua espressione contrariata. 
Beatrice spinse le mani in avanti schiacciando le sue contro la spalliera, si sporse in avanti ed avvicinò il viso al suo. «Vieni con me.» 
Cassandra sospirò pesantemente e distolse lo sguardo dal suo. «Ci penso. Intanto, Si è fatto tardi. Dobbiamo andare dalle tue amiche.» 
Beatrice aggrottò la fronte, se n’era dimenticata. «Quasi rimpiango di aver accettato il loro invito.»
«Per certi versi fai scelte troppo affrettate e poi te ne penti, per altre scelte ci impieghi anche fin troppo tempo a decidere.»
Non capì. «Che vuoi dire?»
«Nulla.» Le diede un veloce bacio a stampo, si alzò dal divano con lei in braccio per poi, una volta in piedi, buttarla giù sul divano. 
«Cassandra!»La rimproverò sentendola ridere mentre si dirigeva verso il bagno.
Con un sospiro Beatrice si mise un braccio davanti gli occhi. Non capiva se la scelta di andare da sua madre fosse stata quella più giusta, soprattutto in quel periodo così fragile che stavano vivendo ma non voleva allontanarsi. Non ora. Non riusciva a fare a meno di lei.


Beatrice era cresciuta in una famiglia agiata, fin da piccola l’avevano istruita con severità sempre devota al dovere, prima allo studio scolastico poi allo studio del violino, un compagno che non l’aveva mai abbandonata.
Crescendo non aveva mai avuto l’esigenza di costruirsi delle amicizie. Aveva da sempre preferito la solitudine, forse per carattere, era sempre stata bene con se stessa ma questo gruppo di ragazze insieme a Cassandra le aveva donato un tocco di leggerezza alla sua vita di dovere. 
Quando arrivarono a casa di Zoe vennero accolte, come sempre con grande entusiasmo, presero posto a tavola e tra scherzi, battute, ed aggiornamenti della vita di ognuno di loro cenarono in allegria.
Quando Beatrice annunciò il tour nei teatri vollero assolutamente sapere dei biglietti.
«Non ti ho mai sentito suonare!» Ribadì euforica Zoe.
«Allora devi assolutamente andarci. Non puoi perdertelo.» Intervenne Cassandra.
Zoe si esaltò ancor di più. «Tu l’hai mai sentita?»
Cassandra le rispose con sorriso pragmatico. «Giusto un paio di volte.»
«Ogni tanto mi esercito anche a casa.» Spiegò Beatrice.
«Com’è?» Zoe domandò curiosa.
Cassandra volse lo sguardo verso Beatrice. «Indescrivibile a parole.»
Beatrice cercò di nascondere il rossore voltando il viso dall’altra parte.
«Non è giusto!» Protestò provocando le risate di tutte.
Con quell’animo terminarono la cena e si spostarono in salotto per continuare la serata.
Beatrice lasciò le ragazze per andare in bagno mentre discutevano animatamente su un film appena uscito al cinema e Cassandra che guardava la scena ridendosela sotto i baffi. Al suo ritorno, si stranì non vedendo Cassandra seduta sul divano insieme alle altre. 
Andò in cucina e la trovò vicina al frigo che parlava sottovoce con Zoe che per i suoi gusti era troppo vicina alla sua Cassandra. 
«Tutto bene?» Chiese rivelando alle altre due la sua presenza. 
La più reattiva a risponderle fu Zoe. «Sì sì, certo, le stavo chiedendo un piccolo sconto nel caso le portassi la macchina dove lavora lei.»
La risposta non la convinse. guardò Cassandra.
«Vado a portare l’acqua alle altre prima che Jessica si metta ad urlare.» Si limitò ad dire con un’alzata di  spalle. Uscì dalla cucina senza aggiungere altro. 
Beatrice la seguì con lo sguardo.  
«Stai tranquilla. Ha occhi solo per te.» Richiamò la sua attenzione Zoe.
«Come scusa?»
«Non guarda nessun’altra come guarda te.» 
Quando capì, dei brividi invasero tutto il suo corpo. «Forse hai capito male noi-»
«Beatrice.» La interruppe. «Si capisce lontano un miglio che non siete semplici amiche.»
Arresa, sospirò rassegnata. «E tu?»
«E io, cosa?»
«Cosa ne pensi su questa cosa?» 
«Nulla cosa ne devo pensare?»
«Non ti sembra una cosa orripilante?» 
Zoe sorrise tranquillizzandola. «Io vedo solo due persone che stanno bene insieme e questo mi basta. Non mi interessa di che sesso siano i componenti di una coppia.»
Beatrice fece un respiro profondo rilassandosi leggermente. «Si nota così tanto?»
«Beh, effettivamente sì. Si vede come una cerca lo sguardo dell’altra o viceversa o quando cercate un contatto anche di uno sfioramento di mano.» 
«Ci hai osservato tanto? Anzi cerco di comportarmi in modo normale con lei in presenza degli altri.» Arrossì imbarazzata.
«Ti sto dicendo che è palese.»
«Non credevo così.»
«Beh, se è qualcosa di davvero grande è impossibile nasconderlo. L’ho visto anche da come ci hai guardato entrando in cucina.»
«Già…» Sospirò ancora con lo sguardo basso.
«Tutto bene?»
«Ho paura di perderla Zoe.»
«Da come ti guarda non credo che esista questa possibilità.»
Un sorriso spontaneo spuntò sul suo volto, perché anche lei percepiva costantemente lo sguardo di Cassandra su di sé, le dava un senso di piacevole calore. «Non è quello. Ora lei vuole di più.»
«In che senso?»
«Non vuole che ci nascondiamo ancora. Vuole essere libera di stare con me alla luce del sole e io… Non so cosa voglio fare.» 
«Non sei sicura di quello che provi per lei?»
«Non riesco più ad immaginarmi una vita senza di lei.» Ribatté con fermezza.
«Allora perché non vuoi fare questo passo in più?»
«Perché non possiamo aspettare ancora un po’? Perché uscire allo scoperto e rovinare la nostra bolla?» Esplose ormai arrivata all’esasperazione.  
«Si vede che l’aria dentro la bolla sta finendo Bea.» Al suo sguardo stranito, Zoe proseguì. «Nella vita di coppia, arrivi ad un certo punto dove quello che hai comincia a non bastarti, non per colpa del tuo partner o tua, ma della vita che conducete.» Notando il suo sguardo stranito, aggiunse. «Ti faccio un esempio, il mio Stef è totalmente devoto al suo lavoro, così devoto che quando gli chiedono di fare degli straordinari lui li fa, senza mai lamentarsi. In quel periodo sentivo davvero troppo la sua mancanza ed ogni cosa era buona per litigare fino al punto in cui gli ho detto esplicitamente che se voleva fare questa vita da casa e lavoro poteva farlo benissimo anche da single.» 
Beatrice la guardò sconcertata consapevole del grande amore che provava Zoe per il suo Stefano. «E lui?»
Zoe sorrise sognante. «Con le ore di straordinario che aveva fatto, riuscì a prendersi tre giorni di permesso e mi ha portato in un resort. Ti lascio immaginare che la vacanza è andata alla grande ed ha dato una grossa boccata fresca al nostro periodo di tensione. In più mi ha promesso di non fare straordinari tranne se non ne può fare almeno.»
Beatrice rise guardando la sua faccia poi si persa di nuovo nei suoi pensieri. «Forse ho davvero troppa paura delle conseguenze per stare con lei.»
«Ma di cosa ti preoccupi?»
«Mia madre ogni settimana mi invia foto di uomini single, tutti figli degli amici di mio padre.»
«Hai paura di quello che può pensare tua madre?» 
«E non solo di lei.»
«Hai paura dell’opinione che tutti potrebbero avere su di te se in caso scoprissero che stai con una donna?»
«Non tutti sono come te Zoe.»
«Quindi per evitare di avere dei giudizi altrui sulla tua vita preferisci perdere Cassandra?» Ad ogni nuova domanda diventava sempre più scettica.
«No! Ma vorrei trovare un compromesso.»
Per la prima volta in tutta la loro discussione Zoe la guardò in modo grave. «Te l’ho dico io, non ce n’è compromessi in questi casi.»
«Cosa?»
«Una relazione vera non deve avere paura di mostrarsi al mondo. Voi… Tu non hai niente da nascondere, è la tua vita e se quella bionda super figa che ti ritrovi come compagna ti rende felice allora dovresti sbattertene dell’opinione altrui.»
«Trovi Cassandra una bionda super figa?»
Zoe arrossì ma non si lasciò distrarre. «Beatrice sai cosa volessi dire.»
«Non è così semplice.»
«Allora dichiarati fortuna che la tua bionda sia armata di tanta pazienza dato che continua ad aspettarti ed a rimanere al tuo fianco.» Con quelle parole, Zoe uscì dalla cucina e passandole a fianco le donò una semplice carezza sulla spalla. 
«So già d’essere fortunata.» Sussurrò ma ormai era sola nella stanza.
Frensis

 
|Angolo di Frensis|
Ciao a tutti! Personalmente questo capitolo mi piace tanto, perché non solo escono effettivamente fuori le paure di Beatrice, ma ha per la prima volta un confronto con il mondo esterno. 
Mi è piaciuto tanto scriverlo perché ho rivisto quel tipo di amica che tutti avremmo bisogno di avere, schietta e sincera anche se può sembrare invadente. 
Fatemi sapere cosa ne pensate. Spero che vi stia piacendo leggere questa storia. 
A presto. 
Frensis
 
   
 
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