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Autore: Gatto1967    02/02/2024    4 recensioni
Un giorno Candy incontra un bellissimo principe... Chi sarà mai?
Subito dopo un maggiordomo di una ricca e nobile famiglia le fa una proposta...
E invece NO!!!
Come sarebbe a dire "NO"? Questo è l'inizio della storia di Candy Candy come la conosciamo tutti. Che razza di storia sarebbe senza questi due eventi fondamentali che danno il "La" a tutte le sfighe della nostra bionda eroina?
Semplice: è la storia di Miss Candy, la direttrice della Casa di Pony.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Terence arrivò a teatro per le prove di “Romeo e Giulietta” e fu accolto da Karen Kliss.
-Ciao Terence.-
-Ciao Karen. Sei pronta per la prova generale?-
-Sì Terence, anche questa volta siamo in dirittura d’arrivo. Quante volte avremo fatto “Romeo e Giulietta”?-
-Le ho contate sai? Questa è la diciannovesima replica della tragica storia dei due innamorati più famosi del mondo che la nostra compagnia rappresenta, e la sedicesima che rappresentiamo noi due.-
-E non sarà l’ultima, anche se ormai stiamo raggiungendo l’età limite per rappresentare due adolescenti.-
-Cominci a sentire il peso dell’età?- scherzò Terence
-E tu allora? Ti vedo sempre malinconico, eppure hai tutto quello che si può desiderare nella vita: successo, soldi.-
-Già tutto…-
-Manca ancora un po’ alle prove, ci andiamo a prendere qualcosa?-
-Per me niente alcolici, lo sai.-
-D’accordo, ti prenderai una gassosa, ma andiamo.-

Poco dopo i due attori sedevano al bar davanti al teatro. Le voci su una loro possibile relazione si sprecavano, ma loro erano soltanto amici e colleghi di lavoro.
-Sai Terence? Non sei mai stato un allegrone, ma ultimamente ti vedo un po’ troppo cupo anche per i tuoi standard.-
-Non so Karen… a volte ho come l’impressione che siamo veramente come Romeo e Giulietta. Avviati verso la fine. Hai ragione sai? Fra poco non avremo più l’età per essere credibili in quei ruoli.-
-Ma questo è normale Terence! La vita va avanti, i ruoli cambiano, e tu sei troppo bravo come attore per essere relegato a ruoli di secondo piano. Non potrai fare più Romeo d’accordo, ma non ti mancherà certo il lavoro.-
-No certo…-
-Non sarà che ti manca una certa biondina che hai tirato fuori di prigione a Chicago?-
Terence strabuzzò gli occhi.
-Come fai a…-
-Oh andiamo! Quella storia era su tutti i giornali! La direttrice di orfanotrofio arrestata per un reato che non ha commesso e scagionata dal divo di Broadway! Ci sarebbe di che metterci in scena un dramma degno di Shakespeare!-
-Candy è…-
-Allora ci ho visto giusto! Tranquillo Terence: io non sono come Susanna, io ti sono amica e vorrei vederti felice.-
-Karen io…-
-Andiamo adesso: abbiamo uno spettacolo da rappresentare e dobbiamo farlo al meglio, come sempre.-

Lo spettacolo andò in scena e come sempre fu un successo totale.

A Chicago Candy era indaffarata nel suo ufficio in mezzo a quelle scartoffie con cui ormai aveva imparato a convivere, quando qualcuno bussò alla sua porta.
-Avanti.-
Annie Brighton entrò nell’ufficio.
-Mi dispiace disturbarti Candy, ma ci sono tre questioni di cui dovrei parlarti.-
-Prego Annie accomodati.-
La ragazza si sedette davanti alla sua sorellina
-Ti ricordi quel ricevimento di sabato prossimo dalla signora Halloway? Sarebbe utile e gradita la tua presenza.-
-Mio Dio Annie! Io detesto i ricevimenti! A parte che sono occasioni di una noia mortale, ma già mi sembra di rivedermi ammanettata e portata via dalla Polizia! Non puoi andarci tu?-
-Candy, devi superarla questa cosa! Capisco anche che le persone di quell’ambiente ti stiano sullo stomaco, ma ci servono.
I bambini di questo orfanotrofio hanno una curiosa abitudine: mangiano tutti i giorni! E quelle persone per quanto detestabili, con le loro donazioni garantiscono il pane a questi bambini.
La tua presenza come direttrice dell’orfanotrofio è assolutamente necessaria. Non puoi sottrarti a questo come non puoi sottrarti alle tue scartoffie, per cui tira fuori l’abito che ti regalò Albert e mettiti in ghingheri: sono stata chiara?-
Candy sorrise
-Come al solito hai ragione tu sorellina: decisamente devo superare le mie paure. E poi se dovessi finire in galera ci penserai tu a tirarmi fuori!-
-Ma smettila!-
Ridacchiarono insieme poi Candy si ricompose
-Sono preoccupata per Nonna Marta.-
-Non stava un po’ meglio?- 
-Sì certo, ma ieri ha avuto una ricaduta. Patty è in ospedale da lei adesso.-
-Nonna Marta è anziana. È il normale ordine delle cose che una persona anziana possa andarsene.-
-Lo so, ma come la prenderà Patty? Per lei sua nonna è stata come una madre.-
-Non sta a noi deciderlo Candy. Noi possiamo soltanto stare vicino a Patty.-
La bionda direttrice ricacciò indietro le lacrime.
-Piuttosto tu: non dovevi parlarmi di “tre” questioni?-
-Sì certo, la seconda questione riguarda me.-
Lentamente Annie alzò la mano mostrando a Candy qualcosa che la lasciò a bocca aperta.
-Annie… è meraviglioso!-
-Archie mi ha chiesto di sposarlo!- disse lei fra le lacrime, e Candy pianse con lei abbracciandola.
-Adesso devi dirmi tutto sorellina…-
-È stato ieri… siamo usciti insieme e lui… lui mi ha dato questo anello… mi ha detto che è stato stupido a lasciarmi anni fa… e che non vede l’ora di…-
-Posso immaginarlo cosa non vede l’ora di fare! E comunque sì: è stato uno stupido!-
-No che non lo è stato! Io ero veramente una ragazzetta insignificante e priva di nerbo. È stato grazie al dolore che ho provato allora se sono cresciuta e diventata quello che sono adesso.-
-Cioè una viscida intrigante che frequenta gli ambienti “bene” di Chicago e dintorni?-
-Oh Candy, sei impossibile!- disse Annie colpendola a un braccio mentre lei rideva.

Dopo essersi sciolte dall’ennesimo abbraccio le due ragazze continuarono a parlare e stavolta fu Candy ad aggiornare Annie.
-Sai che ieri ho visto Flanny e Albert? Stavano in strada e… si baciavano…-
-Oh Santo cielo! Albert con quel ghiacciolo di Flanny?-
-Andiamo, non essere cattiva! Flanny non è poi così di ghiaccio, è una ragazza sensibile anche se a volte di modi un po’… spicci diciamo.-
-Pensi che possano… convolare?-
-Chi può dirlo? È una coppia decisamente intrigante: il magnate e l’infermiera, ma sai una cosa? Se anche dovessero sposarsi sono sicura che lei non lascerà mai il suo lavoro.-
-Ne sono convinta anch’io. Prima scherzavo, ma credo anch’io che Flanny sia una ragazza meravigliosa che aiuta le persone… proprio come te.-
Candy si asciugò una lacrima
-Non dovevi parlarmi di “tre” questioni?-
-Ah sì certo, la terza è qui fuori. Io adesso devo andare. Ricordati di sabato, dalla signora Halloway.-
-Sì certo, ma la “questione” di cui dovevi parlarmi?-
-È qui fuori.- rispose Annie mentre apriva la porta.
-Ma… ma… Annie.-
Annie era già uscita dalla stanza, quando sulla porta apparve qualcun altro, qualcuno che lasciò Candy senza fiato.ò
-Terence…-
Terence entrò nella stanza e chiuse la porta.

Passò un anno da quegli avvenimenti, e il nuovo orfanotrofio funzionava a pieno ritmo. L’anziana Nonna Marta che aveva dato il nome alla struttura aveva reso l’anima il Natale precedente, e le quattro condirettrici, Candy, Annie, Patty e Suor Anna mandavano avanti la struttura anche in suo nome.
In più erano state assunte due ragazze come aiutanti, così che ognuna poteva avere la sua vita e dedicarsi a pieno ritmo anche all’orfanotrofio.
Annie aveva sposato il suo “ganzo” Archie, e ora era incinta al quarto mese, Patty si era fidanzata con un tipo di origini scandinave, e presto anche lei sarebbe convolata.

In quel momento Candy era impegnata con le sue solite scartoffie burocratiche quando Suor Anna entrò nel suo ufficio.
-Posso disturbarti?-
-Ma certo Anna, almeno mi distraggo un po’ da queste scartoffie.-
-La radio ha dato una notizia che forse vorresti sapere.-
-E sarebbe?-
-Neal Legan è stato ucciso in carcere, e Iriza Legan si è suicidata impiccandosi con un lenzuolo.-
Candy abbassò lo sguardo.
-Mi dispiace…-
-Veramente?-
-Ma certo che mi dispiace! Per chi mi hai preso? Ero e sono tutt’ora furiosa con quei due per quello che mi hanno combinato, ma non volevo certo che morissero! Non mancherò di pregare per loro.-
-Vogliamo farlo insieme?-
Candy sorrise
-Ma certo! Le scartoffie le finirò domani. Andiamo nella cappella.-
Poco dopo le due ragazze erano inginocchiate insieme nella stanza della ex-locanda adibita a cappella.
Quando ebbero finito si alzarono e udirono distintamente una macchina entrare nel cortile della struttura.
-Dev’essere arrivato il tuo “ganzo” Candy.-
-Ma smettila! Comunque si è fatta una certa, e me ne devo andare. Qui siete messe bene?-
-Ma certo! Stasera di turno ci sono Patty e Mary, vai tranquilla: è tutto sotto controllo.-
-A domani sorella! E non nel senso di religiosa!-
-Ti voglio bene Candy.-
-Anch’io… sorella!-

Uscita dalla “Casa di Nonna Marta”, Candy andò incontro al suo “ganzo” che la salutò con un bacio.
-Smettila Terence! Ci sono i bambini!-
-E che vuol dire? Quando avremo dei figli non dovrò più baciarti?-
-Andiamo dai.-
Saliti in macchina Candy chiese al marito
-Quando parti per la tournee?-
-Fra due settimane. Dovremo rappresentare l’Amleto a New Orleans.-
-Rimpianti? Voglio dire: per me hai lasciato Broadway.-
-Al diavolo Broadway! Per me adesso ci sei soprattutto tu mia cara Tarzan Tuttalentiggini.-
-Smettila di chiamarmi così! Soprattutto davanti ai bambini. Sono la loro direttrice e mi devono rispetto! E anche tu, mi hai capito bene?-
Terence rise
-Sei adorabile quando ti arrabbi, sai?-
Candy sbottò e lo colpì al braccio.

La macchina attraversò rapidamente le strade di Chicago fino ad arrivare davanti alla casa di Terence e Candy.
-Sai una cosa? Oggi ho incontrato l’ispettore Willer, ti ricordi di lui?-
-Certo che mi ricordo. È il poliziotto a cui devo la libertà, oltre che a voi naturalmente.-
-Sai che mi ha detto? Che sarei un buon poliziotto.-
-Lo credo anch’io, sai? Tu ed Annie avete del talento per le indagini.-
Terence guardò sua moglie con uno sguardo intenso e profondo.
-Forse in un’altra vita potrei anche essere un poliziotto, non so. Ma non vorrei mai vivere nessuna vita  senza di te.-
-Oh Terence…-
Si baciarono lì, in mezzo alla strada.

Passarono gli anni, e Chicago passò attraverso il proibizionismo, il gangsterismo, la Grande Depressione, fino ad arrivare alle soglie della seconda guerra mondiale.
Candy e Terence ebbero dei figli, ed entrambi continuarono le loro vite professionali con soddisfazione.
Terence divenne un attore anche cinematografico e Candy continuò a gestire non solo la “Casa di Nonna Marta” ma anche altri orfanotrofi di Chicago. Insieme alle sue sorelline Annie e Suor Anna cambiò la vita a tanti bambini orfani, e si impegnò anche nel sociale, aiutando le ragazze che uscivano di prigione e i giovani dei quartieri poveri.
Il suo nome divenne famoso in tutta Chicago, come quella di una autentica dama di carità.

Quel giorno di fine estate, alle soglie di quel primo settembre ’39 che avrebbe segnato l’inizio della più devastante guerra di tutti i tempi, Candy volle recarsi a La Porte, insieme alla sua figlia maggiore che ormai aveva vent’anni e sembrava intenzionata a seguire le orme materne.
Salirono sulla collina di Pony, e l’ormai matura Candy abbracciò il suo mai dimenticato albero, quello che i bambini della Casa di Pony consideravano il loro papà.
Poi guardò sotto di lei, dove una volta sorgeva la Casa di Pony, e le lacrime emersero prepotentemente dai suoi occhi.
Sua figlia capì, e l’abbracciò piangendo con lei, e pensando a quanto quella madre meravigliosa che aveva, fosse legata a quel luogo.
   
 
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