Cap. 13: Big big love
I want a love that keeps me up nights
Gives me butterflies all day
I want someone to mess up my life
With love that drives me insane
So, where, where are you hiding?
All I want is somebody who is all I think about
Someone who's someone I can't live without
I want it now (I want it now)
I'm looking for a big big love (big big love)
That takes up all the space in my heart
I'm looking for a big big love (big big love)
The kind that can tear me apart
And I'm gonna find it, I'm gonna find it
That big big love, big big love!
(“Big big love” – Belinda Carlisle)
Cassian non si era
interessato più di tanto al viaggio che Din aveva deciso di fare, aveva detto
che avrebbe pilotato lui lo Starfighter perché sapeva dove trovare l’Armaiola e
questo era stato tutto; Andor non aveva più ribattuto e si era seduto dietro,
non era neanche voluto restare nella cabina di pilotaggio e aveva passato il
tempo dietro, tenendo in braccio Grogu che a volte si agitava emozionato per
guardare le stelle, gli asteroidi e i pianeti di fuori e a volte sceglieva di
sedersi davanti, sulle ginocchia del Mandaloriano, che gli insegnava a
conoscere gli strumenti della nave spaziale e le nozioni di base dell’essere
Mandaloriano.
Cassian Andor aveva
la vaga sensazione di fare la parte del bagaglio in quella faccenda, e tale
sensazione si intensificò sempre più andando avanti…
Giunti nei pressi del
pianeta in cui Din aveva detto trovarsi l’Armaiola e il clan dei Figli della
Ronda, i tre si trovarono davanti uno spettacolo sconvolgente: un bestione marino
simile ad un enorme coccodrillo stava attaccando i Mandaloriani che erano sulla
spiaggia e che, nonostante una lotta disperata, non riuscivano a difendersi.
Din, però, aveva lo Starfighter e senza tanti complimenti sparò al mostro,
uccidendolo, poi atterrò sulla spiaggia dove tutti i Mandaloriani fissavano
(per quanto si potesse dire, con quei caschi…) lui, Cassian e Grogu.
Ancora una volta
Cassian pensò che avrebbe preferito trovarsi in qualsiasi altro punto della Galassia,
tuttavia seguì in un silenzio, insolito per lui, Din e Grogu che raggiungevano
l’Armaiola nella sua fucina e si sedevano per parlare.
“Din Djarin, tu hai
tolto il tuo elmo davanti a estranei e, quello che è peggio, lo hai fatto di
tua volontà” chiarì subito l’Armaiola, forse temendo di non essersi spiegata
bene la prima volta. “Perciò hai tradito il Credo, non sei più un Mandaloriano
ma un apostata e devi andartene da qui.”
Eh,
che cavolo, si ricomincia! Abbiamo fatto tanta strada per sentirci ripetere le
stesse cose da questa strega acida?
“Il Credo predica
anche la redenzione” obiettò il Mandaloriano, che a quanto pareva non voleva
proprio mandare a quel paese le rigidità da talebano
dell’Armaiola e vivere come tanti altri Mandaloriani normali! “Se io mi immergo
nelle Acque Viventi sotto le miniere di Mandalore e ripeto il mio giuramento
potrò essere perdonato e redento.”
Grogu seguiva con lo
sguardo Din e l’Armaiola come se fosse un incontro di tennis, ma anche lui
sembrava poco convinto dalla severità della donna e, se avesse potuto parlare,
di certo si sarebbe espresso in favore del suo papà adottivo.
“La redenzione non è
più possibile, Mandalore è andata distrutta nella Purga* e le miniere non esistono più” fece laconica l’Armaiola. “Inoltre
la superficie è ormai avvelenata e invivibile.”
Din mostrò allora un
frammento di cristallo.
“I Jawa hanno
comprato questo da un venditore di passaggio che diceva di averlo raccolto su
Mandalore, dunque è ancora possibile andarvi.”
“Questo non fa che
dimostrare che la superficie di Mandalore è stata cristallizzata, bruciata o
distrutta” tagliò corto l’Armaiola, che evidentemente vedeva sempre il
bicchiere mezzo vuoto.
E a quel punto anche
Cassian, che si era morso la lingua per tutto il tempo imponendosi il silenzio,
non poté fare a meno di esplodere.
“E che cavolo, un po’
di positività non farebbe male a nessuno!” esclamò. “Sei stata tu la volta
scorsa a dire a Din che doveva purificarsi facendo il bagno in quelle acque o
che accidenti siano, e ora vieni a dire che è impossibile! A me pare che tu ci
goda nel deluderlo, che ti diverta a mortificarlo e umiliarlo solo perché si è
tolto il casco e non per prendere una boccata d’aria, ma per salvare Grogu,
tanto per la cronaca. E lui è venuto qui e poco fa ha salvato la tua gente,
complimenti per il tuo senso di gratitudine. Se sei frustrata perché sei solo
una vecchia zitella acida che non ha mai avuto marito e figli non c’è bisogno
che te la prenda con lui, stronza che non sei altro!”
Un silenzio gelido
cadde nella grotta dove l’Armaiola lavorava. Solo gli occhioni di Grogu parvero
dire a Cassian che aveva espresso quello che anche lui avrebbe voluto dire se
solo avesse potuto!
Visto che portava l’elmo,
Cassian non poté vedere l’espressione dell’Armaiola, ma di sicuro faceva
spavento: mai nessuno in tanti anni aveva osato rivolgersi a lei in quel modo!
“Sei solo uno
straniero e ti permetti di parlarmi in questo modo e di intrometterti in cose
che non ti riguardano?” sibilò la donna. “Ragazzo screanzato e arrogante, non
hai nemmeno il diritto di mettere piede sul sacro suolo mandaloriano. Sei stato
tu a corrompere Din Djarin e a portarlo a trasgredire le Regole del Credo!”
“Veramente io non lo
conoscevo ancora quando ha deciso di togliersi l’elmo per salvare il piccolo
Grogu” ribatté Cassian senza scomporsi. “Comunque pensala come vuoi, a me non
importa un bel niente del tuo parere. Purtroppo è Din che si lascia influenzare
fin troppo da te e dalle tue idee assurde.”
“Adesso basta,
Cassian, stai esagerando e così rendi tutto molto più difficile” lo rimproverò
Din, ma il suo tono non era severo, pareva aver capito che Andor voleva solo
difenderlo. Poi si rivolse nuovamente all’Armaiola per chiudere la questione. “Perdonalo,
ti prego, ci sono molte cose che non conosce ancora e lo istruirò io. Andremo
su Mandalore e io ti porterò la prova che mi sono immerso nelle Acque Viventi e
che mi sono redento, così il mio decreto di esilio potrà essere revocato.”
Cassian chinò il capo
e si morse il labbro inferiore, insieme dispiaciuto e arrabbiato per come Din
dimostrava di essere succube di quella strega dell’Armaiola. La donna,
comunque, decise che per quel giorno poteva bastare e che ne aveva abbastanza
di tutti quanti loro e diede al Mandaloriano la classica risposta buona per
tutte le occasioni.
“Questa è la Via”
disse.
E
te pareva, pensò Cassian, ma stavolta tenne la bocca chiusa
dato che Din sembrava soddisfatto.
“Molto bene, allora
ci rivedremo presto” concluse il Mandaloriano, dopo di che se ne andò seguito
da Cassian e Grogu.
Quando furono di
nuovo sullo Starfighter, Din volle che Cassian si sedesse dietro di lui nella
cabina di pilotaggio perché aveva ancora qualcosa da dirgli.
“Ora ci recheremo a
Nevarro, devo incontrare un vecchio amico” disse, “ma voglio ripetere ancora
una volta che non dovrai mai più permetterti di parlare così all’Armaiola che è
l’autorità suprema dei Figli della Ronda. So che il tuo intento era buono, che
volevi solo aiutarmi, ma così facendo hai rischiato di peggiorare le cose: è
lei che dovrà accettarmi di nuovo come Mandaloriano e dovrà accogliere anche te…
e non sarà facile se ti comporti così.”
“E perché, scusa?”
replicò Cassian. “Non c’è mica solo lei in tutta la Galassia e tu sei un Mandaloriano
a prescindere da quello che possa pensare quell’arpia! Boba Fett, per esempio,
non ha certo chiesto il suo permesso per diventare Mandaloriano e non fa parte
di nessun clan. Tra l’altro tu stesso avevi detto che io non sarei dovuto
entrare nei Figli della Ronda ma che avrei potuto scegliere un clan un tantino
più comprensivo e indulgente del suo.”
“Questo è vero, ma io
ho bisogno lo stesso di redimermi e purificarmi e dopo quello che hai detto all’Armaiola
credo proprio che avrai bisogno anche tu di una purificazione” tagliò corto il
Mandaloriano.
Certo,
se fosse per lei mi ci affogherebbe nelle Acque Viventi, altro che
purificazione, pensò Cassian, ancora piuttosto imbronciato e
innervosito. Tuttavia non disse niente e preferì lasciar correre, anche perché
era molto curioso di visitare il pianeta Nevarro, quello sul quale Din era
stato cresciuto dai Mandaloriani ed era vissuto per tanto tempo. E quando
atterrarono su Nevarro e si misero a camminare per le strade della città, sia
Cassian sia Grogu, che viaggiava sospeso sulla sua culla volante, si guardavano
intorno con gli occhi sgranati per la curiosità, mentre il Mandaloriano
spiegava come il pianeta fosse adesso molto diverso rispetto a qualche anno
prima.
E ben presto si
scoprì chi era il vecchio amico che Din era venuto a incontrare, ossia Greef
Karga, che adesso era diventato Alto Magistrato di Nevarro e aveva ripulito il pianeta rendendolo fiorente
e ricco. Karga invitò Din e i suoi compagni nel suo ufficio per parlare e farsi
raccontare come gli andassero le cose.
“Insomma, Mando, non
hai ancora completato la tua missione? Dovevi consegnare questa creaturina ai
suoi simili, se non sbaglio” domandò l’uomo, guardando incuriosito Grogu e un
po’ anche Cassian.
“L’ho fatto, ma poi
lui ha scelto di tornare da me” rispose Din. “E comunque ha un nome, si chiama
Grogu.”
“Ah, va bene, come
dici tu. Beh, vedo che adesso hai anche un altro compagno di avventure,
finalmente hai capito anche tu che fare il lupo solitario non paga?”
“Sono Cassian Andor,
molto piacere di conoscerti, Alto Magistrato Karga” si presentò il giovane
pilota.
“Cassian Andor…
accidenti, ma tu sei uno di quelli della squadra Rogue One! Mando, ti sei fatto
degli amici importanti a quanto pare, quindi ti faccio subito la mia proposta”
rispose Karga, anche lui evidentemente emozionato all’idea di incontrare un
personaggio che, in qualche modo, aveva fatto
la Storia.
“In realtà io sono
venuto qui perché ho bisogno di…” iniziò a dire il Mandaloriano, ma Karga lo
interruppe.
“Ormai ne hai fatta
di strada da quando eri un cacciatore di taglie e credo che anche per te sia
venuto il momento di appendere il blaster
al chiodo e goderti la vita” disse. “Nevarro è un pianeta in piena
espansione e ben presto sarà uno dei più ricchi della Galassia, indipendente
dalla Nuova Repubblica e dal governo centrale. Ci sono dei bellissimi posti in
cui potresti stabilirti, ad esempio ho un grande lotto accanto alle sorgenti
termali, penso che al tuo piccolino piacerebbe un sacco.”
Cassian non sapeva se
a Grogu sarebbe piaciuto, ma a lui si illuminarono gli occhi. Non gli
interessavano tanto la ricchezza, il lusso o le sorgenti termali, ma quello era
proprio ciò che aveva sognato da quando Din aveva iniziato a dire che loro tre
sarebbero diventati una famiglia. E adesso l’amico di Din gli proponeva una
cosa del genere!
“Sei molto gentile,
Alto Magistrato Karga, comunque penso che per noi basterebbe anche qualcosa di
molto meno appariscente e lussuoso, basta che sia comodo e adatto ai bambini”
rispose quindi, passando avanti a Din senza tanti complimenti.
“No, senti, non siamo
venuti qui per questo” chiarì il Mandaloriano. “Io ho degli impegni che devo
portare a termine a tutti i costi. Mi sono tolto l’elmo e per questo sono stato
bandito dal clan dei Figli della Ronda, devo andare su Mandalore e immergermi
nelle Acque Viventi per purificarmi altrimenti sarò un apostata.”
“Un apostata, ma dai”
commentò Karga. “Una ragione in più per mollare tutto. Che te ne importa se per
il tuo clan sei un apostata? Per la gente di Nevarro resti il Mandaloriano, il
cacciatore di taglie, l’eroe, non hai bisogno dell’approvazione di nessuno per
essere un Mandaloriano.”
Cassian era
incredulo: finalmente qualcuno che la pensava esattamente come lui e non aveva
riguardo a dirlo in faccia a Din! Evidentemente le grandi menti pensano all’unisono…
“Ecco, Alto
Magistrato, diglielo anche tu, magari a te darà ascolto, è esattamente quello
che gli dico e gli ripeto ma lui è succube di quell’Armaiola e…” Cassian partì
in quarta, contento di trovare finalmente qualcuno che la vedeva alla stessa
maniera.
“Ho già detto che non
posso, devo andare su Mandalore e redimermi” ripeté tuttavia Din.
“Senti, ho capito,
magari la vita tranquilla non fa per te” riprese Karga, più sicuro sentendosi
spalleggiato da Andor. “Allora ho un’altra proposta da farti: ho bisogno di uno
sceriffo qui a Nevarro, perché Cara Dune è diventata un’agente delle forze
speciali della Nuova Repubblica. Tu saresti la persona adatta, tutti ti
rispetterebbero e Nevarro sarebbe conosciuta e temuta in tutta la Galassia.
Potresti vivere qui con il tuo amico Andor, anzi, lui potrebbe farti da vice, e
il piccoletto: manterresti la pace e la tranquillità tra la nostra gente.”
Cassian praticamente
riluceva di luce propria…
“Ma è stupendo, ti
ringrazio tantissimo, Alto Magistrato, sarebbe un onore per noi!” esclamò,
tutto felice. “Din, sarebbe proprio quello che Boba Fett sta facendo a
Tatooine, aiuteresti tanta gente e potremmo avere una casa qui, tutti e tre
insieme, proprio come avevi detto!”
“Ti ringrazio, Karga,
ma il mio impegno su Mandalore è la cosa che conta di più in questo momento.
Potrai trovare altre persone migliori di me per il ruolo di sceriffo” rispose
reciso Din.
“Insomma, ma si può
sapere che ti prende?” gridò allora Cassian, invelenito. “Il tuo amico ti sta
offrendo un lavoro e una casa, era quello che volevamo, era quello che tu hai promesso a me e anche a Grogu, e adesso
rifiuti per seguire le follie della tua Armaiola? Resti un Mandaloriano anche
se quella strega dice di no e fare lo sceriffo qui a Nevarro sarebbe un ruolo
prestigioso, proprio come Boba Fett a Mos Espa. Come puoi anche solo
lontanamente pensare di rifiutare?”
Greef Karga iniziava
a sentirsi un tantino imbarazzato di fronte a quella che aveva tutta l’aria di
una lite familiare bella e buona, per
fortuna in quel momento venne chiamato da uno dei suoi droidi ed ebbe la scusa
per assentarsi!
“Mi sembrava di
essere stato chiaro, Cassian. La cosa più importante per me è ritornare ad
essere un Mandaloriano dei Figli della Ronda e per fare questo devo andare su
Mandalore e…”
“Ma vai a impiccartici su Mandalore, tu e tutti i
Figli della Ronda!” esplose Cassian, davvero fuori di sé. “Mi hai sempre preso
in giro, ingannato e mentito, ecco la verità. A te non te ne frega niente di
me, col cavolo che vuoi fare una famiglia, era solo una balla! Ti sentivi solo
quando Grogu è rimasto ad addestrarsi con Luke e allora hai trovato un cretino
che ti venisse dietro e credesse alle tue belle parole… ora che hai ritrovato
Grogu vuoi solo rientrare nel tuo clan insieme a lui, sono loro la tua vera
famiglia, non ti è mai importato un accidente di me, e io, idiota che non sono
altro, mi sono lasciato ingannare! Eppure dovrei averlo imparato, alla mia età…
E allora sai cosa ti dico? Stai pure con la tua nuova famiglia, con la tua
Armaiola e tutti quei simpaticoni dei tuoi amici della Ronda, vai su Mandalore
a fare la purificazione e fammi un favore, affogatici
in quelle maledette Acque Viventi, che già il nome è tutto un programma!
Sei solo un falso e un bugiardo, ti meriti proprio l’Armaiola e tutti i suoi
accoliti!”
Lo sfogo violento di
Cassian lasciò il Mandaloriano senza parole, e comunque non avrebbe avuto il
tempo di replicare perché il giovane pilota, con un ultimo sguardo ferito e
pieno di rabbia, si voltò e se ne andò precipitosamente dall’ufficio di Greef
Karga. Aveva il cuore a pezzi, ora sapeva con certezza di essere stato solo un rimpiazzo per Din e che tutto quello che
gli aveva detto, i baci, le tenerezze, erano state solo una finta, una specie
di recita. Ora che aveva Grogu e la possibilità di tornare con il suo clan, la
favoletta della bella famigliola non
gli serviva più.
Cassian aveva le
lacrime agli occhi mentre correva senza una meta per le vie di Nevarro. Era
straziato, ferito, umiliato e forse una delle cose che gli bruciava di più era
che Din gli aveva dato l’illusione di poter essere amato, di avere anche lui
una casa e una famiglia e invece non era vero niente, lo aveva solo usato,
Cassian Andor non poteva davvero essere amato da qualcuno, non poteva avere una
vita felice e normale, non poteva avere niente… Che stupido, aveva trentasette
anni suonati e credeva ancora di trovare il grande
amore come nelle fiabe?
Per la prima volta,
Cassian pensò che, forse, Ahsoka aveva fatto male a salvarlo, dieci anni prima.
Avrebbe dovuto lasciarlo morire e salvare solo Jyn.
Fine capitolo tredicesimo
*Ovviamente non si tratta di un lassativo, ma della
distruzione del pianeta Mandalore da parte dell’Impero nella fase finale della
guerra contro i Ribelli. L’Imperatore Palpatine infatti voleva il controllo
delle miniere di Mandalore, che era un pianeta ricco, e trovando l’ostinata
resistenza dei suoi abitanti, lo fece distruggere.