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Autore: luvsam    03/03/2024    2 recensioni
Che cosa mi è preso? L'avevo seppellito dentro di me e lì doveva restare, e invece ho straparlato del Gran Canyon e di Lindsay Lohan. Era ovvio che avrebbe mangiato la foglia e che mi avrebbe fatto mille domande. Posso salare e bruciare cadaveri, mozzare teste ai vampiri , ma quello sguardo è per me peggio della kriptonite per Superman e alla fine ha sentito uscire dalla mia bocca qualcosa che un figlio non dovrebbe mai ascoltare: suo padre ha chiesto a suo fratello di ucciderlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Mentre Dean guidava verso la fabbrica ad una velocità decisamente sostenuta, Sam alternava brevi momenti di coscienza ad altri in cui scivolava nell’oblio attanagliato dai fumi dell’alcol e per questo non si rese conto di non essere più solo da un pò. Seduto su un vecchio bancone c’era infatti un uomo dall’aspetto ordinario, che lo stava fissando e ogni tanto scuoteva la testa. Ad un certo punto si alzò e si avvicinò al giovane disteso  a terra. Si accovacciò, poi gli tolse un ciuffo di capelli dagli occhi e chiese a chi in quel momento non avrebbe potuto rispondere:
“Che cavolo mi combini, Sammy? Non puoi crollare così, figliolo, non è da te. Forza, vieni via da questo pavimento, non vorrei che ti prendessi il tetano”
L’uomo ribaltò il giovane sulla schiena, poi lo prese sotto le ascelle e iniziò a trascinarlo lungo il pavimento fino al bancone. Una volta arrivato a destinazione, appoggiò Sam al mobile e gli sistemò il cellulare in una mano.
“Ci ha creduto, Dean ha pensato che fossi davvero tu al telefono e per tua fortuna è un ragazzo perspicace, ha capito subito dove doveva venire a cercarti. E’ già per strada, sai, e sta ignorando qualsiasi limite di velocità, ma è sempre così quando sei coinvolto tu. Non capisce più niente e si lancerebbe nel fuoco pur di tenerti al sicuro e lo avrebbe fatto anche il tuo caro paparino. E ci ha provato, sai, ha rischiato la vita un sacco di volte per impedirmi di avvicinarmi ancora a te e devo ammettere che è stato un grande avversario, ma tu questo non lo hai mai saputo. Voi due non vi siete mai presi più di tanto, ma il tuo vecchio ha lottato come un leone per te, almeno fin quando non è stato messo all’angolo e si è sacrificato per Dean. Non mi aspettavo una mossa del genere, ma John Winchester non era un uomo convenzionale e la sua offerta era troppo succulenta per non accettarla”
Sam rimase immobile e l’uomo continuò nel suo monologo:
“Stai schiacciando un bel pisolino, eh? Immagino che tutte quelle birre non ti abbiano fatto molto bene e che, quando ti riprenderai, ti scoppierà la testa, ma devo concederti le attenuanti stavolta. Non deve essere stato bello sapere dell’ordine di papà, ma tu sei forte, molto più forte di quello che credi, ragazzo mio. Sei destinato a grandi cose e non appena ti riterrò veramente pronto, conoscerai il tuo destino. Ti sto aspettando da tanto, da quella sera in cui sono entrato nella tua cameretta, e tra poco la mia pazienza sarà ricompensata”
Gli occhi dello sconosciuto lampeggiarono di giallo e in quello stesso istante i vetri ancora interi della fabbrica implosero frantumandosi in mille schegge.
“Chissà che cosa diresti se in questo momento potessi vedermi…Immagino che tu ce l’abbia un pò con il sottoscritto per Jessica, ma lei ti stava allontanando da me e non potevo permetterlo. Devo ammettere che la biondina era davvero un bel bocconcino, ma, quando ti unirai a me, potrai avere tutte le donne che vorrai, potrai divertirti senza limiti e se mi ascolterai, avrai il mondo ai tuoi piedi”
L’uomo si fermò perché in lontananza si sentiva il rombo del motore dell’Impala in avvicinamento e sorrise:
“Il fratellone è in arrivo, quindi levo le tende, ma ti tengo d’occhio e cerca di non fare stronzate. Mi servi intero, figliolo, ti porterò presto a casa”
Il locale restò occupato solo da Sam, che giaceva appoggiato al bancone, e fu lì che Dean lo ritrovò dopo essere arrivato a destinazione. Sentì il cuore stringersi nel petto temendo di essere arrivato troppo tardi, ma il suo naso non percepiva odore di polvere da sparo e non vedeva molto sangue sui vestiti sporchi. Si avvicinò quindi velocemente, gli sollevò il capo con entrambe le mani e osservò con occhio attento il volto del fratello. Era evidente  che aveva mangiato poco nell’ultima settimana e, a giudicare dalle occhiaie, aveva dormito ancora meno. Non ne era sorpreso, suo fratello gli aveva dimostrato già in passato che non era particolarmente attento alla sua salute quando qualcosa lo feriva, o era arrabbiato, ma stavolta non si trattava di un rimprovero di papà per essere stato troppo lento nei giri di corsa, o dell’ennesimo trasferimento che interrompeva la sua normalità. Stavolta il mondo di Sam era andato in frantumi e non sarebbero state sufficienti le sue parole a rimetterlo in piedi. Notò anche qualche livido e il labbro superiore spaccato, quindi probabilmente aveva anche fatto a pugni con qualcuno, ma nel complesso gli sembrava che stesse bene.
Dean si ricordò della pistola e della minaccia sussurrata al telefono e iniziò a perquisire il fratello. Prima di svegliarlo, voleva disarmarlo e dopo qualche tentativo, trovò la Taurus. La prese e la fissò per un istante pensando a suo padre, poi tornò a concentrarsi sulla figura incosciente davanti a lui.
“Principessa, mi senti?”-chiese senza troppa convinzione.
Gli occhi di Sam rimasero chiusi e Dean pensò che fosse meglio stenderlo. Si sfilò la giacca, improvvisò un cuscino e lo abbassò sul pavimento con cura. Lo adagiò su un fianco temendo che potesse vomitare all’improvviso, poi cercò ancora di farlo rinvenire. Gli diede qualche colpo leggero in faccia e lo scosse un pò, ma il ragazzone non ne voleva sapere di riaprire gli occhi.
“Sei proprio partito, eh? L’ho sempre saputo che non reggi per niente l’alcol, sei e sarai sempre un dilettante-continuò Dean guardandosi un po' intorno e notando solo in quel momento lo squallore che li circondava-Ma dove diavolo hai pensato di fermarti a fare campeggio? Questo posto è una cazzo di discarica e in confronto il nostro motel è il Ritz”
Il cacciatore scosse di nuovo il fratello minore e chiese:
“Ne hai ancora per molto, principessa? Sappi che non ho nessuna intenzione di baciarti e visto che non possiamo restare qui, devi deciderti a resuscitare perché sei un armadio a muro e non ti posso portare come quando eri un bambino. Mi piacerebbe che lo fossi ancora, allora era tutto molto più semplice”
Sam, nonostante le punzecchiature, restò incosciente e Dean pensò che doveva trovare il modo per farlo riprendere. Scorse in un angolo un lavandino e anche se sapeva che suo fratello non avrebbe gradito per nulla la doccia improvvisata, si disse che doveva usare le maniere forti. Si alzò e si avvicinò alla vasca cercando qualcosa con cui raccogliere l’acqua. Al suo interno vide un secchio, lo mise sotto il rubinetto e lo riempì. Tornò indietro e dopo aver chiesto mentalmente scusa a Sam, glielo rovesciò addosso sortendo subito l’effetto di farlo rinvenire.
Dean lanciò il secchio di lato e in un attimo fu accanto al fratello, che nel frattempo respirava affannosamente e si guardava intorno smarrito.
“Sammy, ehi, sono io, va tutto bene. Guardami, sono Dean”
Il giovane fissò lo sguardo sulla figura davanti a lui e mormorò:
“Dean”
“Ciao, fratellino, e bentornato nel mondo dei viventi”
“Che è successo? Dove siamo?”
“Dimmelo tu”
Sam si guardò intorno smarrito e rispose:
“Non lo so, non ricordo”
“Hai bevuto come una spugna, idiota”
“Io non…”
Fu un attimo e il ragazzo si piegò in due prima di iniziare a vomitare violentemente.
Dean reagì senza batter ciglio e lo sostenne per tutto il tempo in cui lo stomaco del giovanotto rimandò al mittente l’alcol che aveva mandato giù.
“Va tutto bene, Sammy, sono qui”
“No, non va bene, papà ti ha detto di uccidermi”
Il giovane sentì l’aria uscirgli tutta insieme dai polmoni, aveva sperato che l’alcol tenesse lontano da suo fratello il ricordo del motivo della loro separazione, ma, come al solito, la fortuna non sorrideva ai Winchester.
“Hai ragione, lo ha fatto, ma tu non devi preoccuparti. Adesso siamo di nuovo insieme ed io non ti abbandono. Mi hai sentito, Sam, io non ti mollo e non ti ucciderò, non farò mai quello che mi ha chiesto papà. Troverò il modo di salvarti e continueremo a prendere a calci in culo tutti i maledetti figli di puttana che strisciano sulla terra. Lo faremo finché non beccheremo Occhi Gialli e quando lo avremo trovato, lo faremo a pezzi, vendicheremo la mamma, papà e la tua Jessica”
Sam vomitò ancora, poi pian piano si calmò e si appoggiò stancamente a suo fratello, che lo strinse forte. Dean recuperò dal pavimento la giacca e lo coprì sentendolo tremare. Lasciò che prendesse un po' calore, poi chiese:
“Va meglio?”
“Hai una domanda di riserva?”
“Pensi di riuscire a metterti in piedi?”
“Non lo so”
“Ti aiuto io, coraggio”
Dean tirò su il fratello e lo sostenne fin quando non gli sembrò abbastanza stabile sulle gambe, poi iniziò la marcia verso l’esterno calpestando i vetri e maledicendo ancora gli idioti che avevano fatto quel casino. Non aveva tempo però di preoccuparsi di quattro teppistelli, aveva un giovanotto di sua conoscenza da rimettere in piedi e già sapeva che il post-sbornia sarebbe stato molto impegnativo.
“Meno male che mi hai chiamato, non sapevo più dove sbattere la testa”
“Che cosa?”
“Mi hai chiamato, Sammy, mentre parlavo con Bobby”
“Non l’ho fatto”
“Non te lo ricordi, ma lo hai fatto e mentre straparlavi, mi hai dato degli indizi su dov’eri”
“Dean, non ti ho telefonato, volevo morire qui, da solo”
“Beh, evidentemente il tuo supercervello ha deciso di battere un colpo e mi ha fatto arrivare prima che facessi qualche stronzata. E per la cronaca, se scappi di nuovo e soprattutto, se tocchi ancora la pistola di papà, ti faccio nero”
“Non puoi sculacciarmi, non ho tre anni”
“Scommettiamo che ti metto ancora sotto? E comunque non è questo il punto, coglione”
Sam sorrise, ma non ce la fece a replicare, tutto gli girava vorticosamente intorno e non era in grado di sostenere una conversazione. Si fece condurre alla macchina e infilare nell’abitacolo senza opporre resistenza. Si sorbì anche la solita paternale sul non azzardarsi a sporcare Baby e lungo la strada per il motel chiuse di nuovo gli occhi, mormorando di essere stanco.
“Lo so, ma cerca di non addormentarti, o ti lascio sui sedili per tutta la notte”
Era una bugia colossale, Sam sapeva che niente avrebbe impedito a Dean di portarlo nella stanza, di metterlo a letto e di vegliarlo perché Dean era Dean e come aveva detto lui, non lo aveva mai abbandonato, nemmeno quando aveva riempito un borsone e se n’era andato in California. Anche allora aveva trovato il modo di tenerlo d’occhio, lo aveva visto, e aveva sperato che, prima o poi, suo fratello si sarebbe deciso a scendere dall’impala e bussare alla sua porta, ma non era accaduto, e Sam aveva lasciato che andasse in quel modo. Dean lo conosceva come le sue tasche, ma anche lui poteva raccontare ogni sfaccettatura del carattere di suo fratello e sapeva che non era nelle sue corde un incontro faccia a faccia. Gli aveva fatto male andandosene e anche se era sicuro che non lo odiava, era cosciente del fatto che Dean era ancora molto incazzato con lui. Per questo aveva fatto finta di non vedere l’Impala, o la sua figura appostata dietro un albero, doveva concedergli di guidare il gioco. E poco importava se poi aveva fatto male da morire non vederlo più in giro e immaginarlo di nuovo a caccia, se quello era ciò che voleva, allora lo avrebbe avuto, e fanculo ai suoi sentimenti.
L’Impala coprì il percorso fino al motel in pochi minuti e Sam si ritrovò, senza capire come, nel bagno della loro stanza a vomitare di nuovo, mentre suo fratello lo confortava.
“Butta fuori, verginello, le sbronze non sono per te”-scherzò ancora Dean tentando di alleggerire l’atmosfera.
Il più giovane dei Winchester non se lo fece ripetere due volte e ci volle un po' prima che riuscisse a fermarsi.
Quando il suo stomaco gli concesse una tregua, fu tirato su e poi scaricato sul letto. Avvertì le scarpe andare via seguite dai jeans e per un attimo sentì che doveva provare imbarazzo nel farsi spogliare in quel modo, ma era troppo stanco e la testa gli scoppiava, quindi decise di alzare bandiera bianca. Si lasciò ripulire sommariamente, mettere sotto le coperte e fece anche lo sforzo di mandare giù un po' d’acqua, poi lasciò che la stanchezza lo vincesse e si addormentò.
Dean si sedette accanto a lui e tirò fuori dai jeans la Taurus. Se la rigirò tra le mani e rivisse per l’ennesima volta la scena dell’ospedale. Rivide suo padre chinarsi verso di lui e sussurrargli nell’orecchio la terribile sentenza di morte. Ricordò di averlo fissato inorridito e per un attimo aveva pensato che John fosse posseduto, ma non lo era, glielo avevano detto le lacrime che aveva a stento trattenuto prima di allontanarsi.
“Non posso uccidere Sammy, papà, come hai potuto chiedermelo e come faccio a rimettere a posto le cose fra di noi adesso?”
   
 
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