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Autore: Scribbling_aloud    11/03/2024    2 recensioni
Siete anche voi dell'idea che un ragazzo come il nostro Harry Potter dopo: infanzia con gravi carenze di affetto e tutori abusivi, traumi pesanti in adolescenza con minacce di morte, perdite di affetti rilevanti nel corso della vita, non avrebbe mai potuto avere una vita troppo facile con una famiglia alla mulino bianco e soprattutto una mente equilibrata e serena?! Secondo me PTSD come se non ci fosse un domani. Questa è una trilogia molto poco magica che, in un crescendo, esplorerà la sua mente e la sua vita famigliare con i suoi mille problemi e difficoltà data da tormenti mai risolti, una popolarità cresciuta a dismisura che non lo fa vivere bene, fragili equilibri nelle sue relazioni che si frantumano. Partiamo diciannove anni dopo, esattamente dove ci ha lasciati la Rowling. Il Natale di quell'anno.
ATTENZIONE: comincia molto leggero, quasi frivolo, ma ci tengo a precisare che non è un testo per bambini. Da più o meno metà del primo libro e poi nel terzo, ci sono parecchi punti intensi, violenza e tratta temi delicati. Specie il terzo libro, dove ho raffinato un po' la mia scrittura quindi le immagini sono più vive.
E' una traduzione dall'inglese.
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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‘Lasci Sunny qui!’ sibilo inferocito appena le sue intenzioni ci vengono spiegate.
‘No James, la porto con me’
‘No, che non lo fai. La lasci alla Tana finché non ho fatto con sta stramaledetta scuola e poi ci penso io a lei. Cosa te la porti a fare?!’
‘Sono suo padre, deve stare con me’
‘Perché? Così che te la puoi far uccidere come hai fatto con la mamma?’ sbotto cattivamente.
Vedo papà trasalire alle mie parole come intravedo con la coda dell’occhio il pugno di Albus che scatta verso di me, non in tempo però per evitarlo.
Ma, facendomi sussultare dalla sorpresa, la mano di mio padre parte afferrando il pugno di Albus giusto prima che si scontri contro la mia faccia.
‘No, Albus’ gli dice severo che, porpora, mi sta guardando velenosamente.
Albus non abbassa il pugno e, dopo un momento di esitazione, mi rifila un calcio potente sotto al tavolo che mi fa schizzare dalla sedia pronto a colpirlo a mia volta. Papà è veloce però. Scatta in piedi anche lui e mette l’altra mano sul mio petto per fermarmi.
‘Albus, ti ho detto di no! James, siediti’ ordina.
Ci fissiamo torvamente per qualche secondo ma poi mi ributto sulla sedia senza perderlo di vista. Sta diventando imprevedibile, non si è mai comportato così prima.
‘Ragazzi, non voglio che litighiate’ ci ammonisce tornando a sedersi ‘Non abbiamo bisogno anche di questo’
Poi riportando l’attenzione su di me parla compostamente ‘La porto con me per evitare che succeda qualcosa del genere, James. Sarà al sicuro dove andiamo. Cambieremo nome e vivremo con babbani. Non c’è una comunità magica lì. Ho ogni diritto legale di farlo e lo farò, fine della storia’
‘E noi?’ chiedo sdegnoso, incrociando le braccia con ostilità ‘Sfortunatamente’ e metto enfasi alla parola ‘Siamo anche noi tuoi figli’
Posso percepire Albus che si agita, i suoi occhi che saettano ferocemente nella mia direzione.
Papà gli lancia uno sguardo ammonitore e poi si rivolge a me ‘Questo è esattamente quello di cui volevo parlarvi. Potete scegliere. Il posto dove andrò è questo’ e menziona un posto praticamente dall’altra parte del pianeta.
‘Come ho detto non ci sono persone magiche lì, vivrò più o meno come un babbano e il mio nome sarà diverso. Qui a Hogwarts siete ben protetti, e non temo per la vostra sicurezza, e in più voglio sperare che eventualmente con la mia sparizione le cose si calmeranno per quando finirete la scuola. Però, se volete, potete venire con me. Studierete da casa; vi farò da insegnante e potete tornare in Inghilterra solo per gli esami’
Sono orripilato e affascinato allo stesso tempo. Vivere come un babbano… Niente magia… Questo vuol dire niente Quidditch tra le altre cose… Niente Francis, niente Patrick… e in un angolo della mia mente una voce sussurra ‘Niente Ophelia’. D’altra parte, in quel posto nessuno sa chi siamo, è un nuovo inizio, un’opportunità di mettermi alla prova. Sono tutto preso da queste considerazioni e il silenzio si prolunga.
Papà mi guarda come per parlare ma alla fine, vedendo la mia espressione ostile, cambia idea e si rivolge ad Albus con un’espressione raddolcita ‘Albus, tu hai ancora parecchi anni davanti a te, se non te la senti di rimanere puoi venire a stare con me’
Albus esita, chiaramente diviso e io sto ribollendo, ha preso la cazzo di decisione per me! E’ così ovvio che non gli importa niente se io lo seguo o no ma il prezioso Albus, ovviamente vuole che vada.
‘Io non vengo’ sibilo ‘Non voglio venire con te’ dico provocatorio.
‘Non è mia intenzione obbligare nessuno. È una vostra scelta’ dice congiungendo le mani ‘Spero che verrai in estate però. In pochi giorni diventerai maggiorenne e potrai decidere, ma sarei molto felice se venissi…’
‘Verrò. Ma solo per Sunny’
Vedo il suo viso rabbuiarsi, si lascia cadere sulla sedia chiudendo gli occhi un secondo e strofinandosi la faccia, ma poi, improvvisamente, si ritira su e mi fissa con fermezza.
‘James…’ dice determinato.
‘Cosa?’ rispondo aggressivo, pronto ad esplodere contro qualsiasi cosa abbia intenzione di dirmi.
Mi fissa con quegli occhi che lentamente stanno tornando verdi, con un’espressione ferita che non si dà pena di nascondere, ma non mi rabbonisce, mi tengo il mio malumore ben visibile.
‘Niente’ dice alla fine guardandosi le mani ‘Sono felice che verrai anche se è solo per Sunrise’
Poi, forzando un sorriso, guarda Albus ‘Cosa vuoi fare tu?’
Albus giochicchia a disaggio con un filo che spunta dalla manica della sua uniforme ‘Non lo so papà. Ci devo pensare. Io sto bene qui, ma non mi piace il pensiero che tu e Sunny siate così lontani. È veramente necessario?’
‘Purtroppo, sì. Voglio che Sunrise abbia una vita normale che non può avere qua, e ho bisogno di un posto tranquillo dove vivere, dove nessuno mi conosce. Lo capisci?’
Albus annuisce a testa bassa.
‘Non devi decidere ora. L’estate non è lontana. Puoi finire l’anno serenamente e quando sarai lì, ci darai un’occhiata e deciderai se ti piace. E se no…’ sorride e gli carezza la testa ‘Non è un problema. Sarò lontano ma mi puoi scrivere quando vuoi. Non cambia molto. Puoi venire in estate e anche per Natale se vorrai. Me ne occuperò io. Mi sto facendo fare dei nuovi passaporti babbani per voi’
‘Quando vai?’
‘Appena posso, tra qualche giorno al massimo’
Albus alza lo sguardo e dopo un momento di considerazione, dice ‘Pa’ i tuoi capelli si stanno scurendo’
E ha ragione, l’incantesimo che gli cambia l’aspetta sta sparendo e ogni secondo che passa ci sta riportando nostro padre a come lo conosciamo.
Lui si tira un ricciolo davanti agli occhi e vedendolo scuro, impreca ‘Merda!’ facendo ridacchiare Albus.
Papà rotea gli occhi contrariato ‘Mi ci vorrà per sempre per rifare tutti gli incantesimi. Albus pensi che sia possibile farmi sgattaiolare via senza essere visto?’
‘Non so pa’. È ora di pranzo, saranno tutti in giro’
Entrambi si fiondano alla finestra guardando fuori dove il tempo decente ha attratto la maggior parte degli studenti.
‘Non posso semplicemente uscire così. Sarebbe un suicidio’ borbotta riflessivo, ma poi si accende con un’idea ‘James, hai il mantello?’
   
 
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