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Autore: Padmini    16/03/2024    0 recensioni
Il Professor Charles Xavier ha vissuto una vita lunga e piena di gioie ma anche di dolori, i suoi poteri gli permettono di entrare nella mente delle altre persone, ma il suo corpo lo frena.
Se potesse avere una seconda possibilità e l'occasione di essere di nuovo felice?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto, Raven Darkholme/Mystica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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3. Un nuovo inizio




 

Era sudato. Era davvero sudato, il sudore era sui capelli, sugli abiti, sul viso.

Era sudato e felice.

Charles, esausto, si sedette su una delle panchine del giardino per prendere fiato e per guardare l’ora: le tredici e trenta.

“Non male” disse “Non male …”

“Hey, tu, chi sei? Non ti avevo mai visto qui …”

Charles si voltò e vide Bobby che si avvicinava in compagnia di Rouge e Wanda.

“Che tu ci creda o no” disse quest’ultima “Lui è il Professor Xavier!”

Bobby e Rouge lo fissarono mentre si alzava dalla panchina.

“A quanto pare i poteri di Wanda hanno avuto effetto sul mio corpo” spiegò “Lo ha riportato a com’era prima che perdessi l’uso delle gambe.”

Rouge lo fissò a lungo.

“Doveva essere molto giovane quando è successo!” commentò.

Charles espirò dal naso. Il ricordo di quel giorno era sempre stato vivido nella sua memoria, con il tempo aveva imparatoa convivere con quel dolore, ora invece aveva l’occasione di superarlo.

“Avevo venticinque anni” disse “Mi ero appena laureato …”

“Com’era successo?” chiese Wanda.

Charles non aveva più raccontato a nessuno di Cuba, era rimasto un ricordo confinato nella sua mente, decise che avrebbe continuato ad essere così.

“Vi annoierei” disse “è stato durante una missione, una pallottola vagante, vi basti sapere questo.”

“Una missione?” chiese Bobby “Lei andava in missione? Ho sempre pensato a lei come un professore e basta!”

“Certo che andavo in missione!” esclamò lui, divertito “Continuai ad andarci anche dopo, poi le cose cambiarono, iniziai ad invecchiare e …  be’, lo sapete, fino a stamattina avevo ottantaquattro anni.”

I tre risero.

“Ora, se non vi dispiace, andrò a farmi, finalmente, una doccia.”

Senza attendere risposta, Charles si avviò verso la sua camera.

 

Si era spogliato, aveva annusato l’odore del proprio sudore sugli abiti e li aveva buttati nel cesto della roba da lavare. Da quanto tempo non provava quella sensazione? Troppo. Rise di se stesso, annusare il proprio sudore non era certo una cosa elegante, ma da quanto tempo non sudava così? Anche sotto la doccia ritrovò vecchie sensazioni. Si lavò con cura, si asciugò lentamente e si vestì. Fece tutto con calma, prendendosi il suo tempo, poi guardando l’orologio vide che mancava poco alle quindici, perciò uscì dalla sua stanza e andò nel suo studio.

Ad ogni passo si rendeva conto che ogni cosa era diversa dal suo nuovo punto di vista, ora non era più seduto, era più alto, più libero, le scale non erano più un limite.

Sistemò i documenti che aveva lasciato lasciato lì il giorno precedente e attese che gli altri arrivassero.

 

Erano trascorsi dieci minuti, durante i quali Charles aveva provato e riprovato il discorso che avrebbe fatto, era emozionato, più di quanto fosse mai stato in vita sua.

“Siamo qui” disse Hank, quando tutti si furono accomodati: c’erano lui, Logan, Jean, Scott e Ororo. Charles aveva preparato una sedia per ognuno mentre lui era rimasto in piedi davanti a loro.

“Come vi ho già anticipato” disse, godendo di quella vista, tutti seduti di fronte a lui mentre lui stava in piedi “Questa mia trasformazione fisica non ha nulla di negativo, è stata causata dai poteri fuori controllo di Wanda. Ovviamente il mio primo pensiero è stato parlare con lei per aiutarla a gestirli perché, come potrete immaginare, potrebbero involontariamente essere causa di qualcosa di spiacevole.”

“Mi sembra giusto, potrebbe dire qualcosa di sbagliato e …” iniziò Hank.

“Sì, le conseguenze potrebbero andare al di là della nostra immaginazione.” concluse Jean.

“Proprio per questo la seguirò in un percorso di consapevolezza e grazie ai miei poteri l’aiuterò a tenere sotto controllo i suoi.” aggiunse Charles, con il suo solito tono di voce rassicurante.

“Ora, esaurito questo argomento” proseguì, senza riuscire a trattenere un sorriso “Parliamo di me. Come sapete, ho più di ottanta anni, ma attualmente il mio fisico è quello di un venticinquenne. Per questo motivo ho deciso - e non accetterò obiezioni a riguardo - che d’ora in poi parteciperò attivamente alle missioni.”

Tutti i presenti si guardarono, poi tornarono a fissare Charles.

“Non credo che sia una buona idea.” disse Hank “Tu sei …”

“Io sono … cosa, Hank?” chiese Charles, leggermente scocciato “Debole? è questo che volevi dire?”

Hank annuì, Charles chiuse gli occhi ed espirò dal naso per reprimere la frustrazione.

“Sì, è vero” Charles aprì gli occhi, di nuovo calmo “Non sono mai stato portato per la lotta e considerando tutto il tempo che ho vissuto paralizzato sarebbe naturale pensare che io non sia pronto per un passo simile. Lo so, te lo concedo, ma stamattina ho corso per più di un’ora e ora sono qui, di fronte a voi, pieno di energia. Il mio sarà un rientro graduale, compatibile con le mie possibilità, ma se pensate che io voglia restare qui ora che ho la possibilità di agire attivamente be’, avete sbagliato a valutarmi.”

Logan sorrise, si alzò e gli si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla.

“Sono fiero di te, Charles!” disse “Ti allenerò io e vedrai che in pochissimo tempo potrai perfino lottare corpo a corpo.”

Jean, Ororo e Scott sembravano ancora incerti.

“So cosa pensate” disse Charles “Non serve leggervi il pensiero per capirlo. Non sono uno sciocco, non farò più di quanto non possa e procederò per gradi.”

“Un’altra cosa …” disse Jean “Lei, come ha già detto, ha più di ottant’anni, come pensa di comportarsi? Secondo la sua età reale o quella che dimostra?”

Charles sorrise.

“Non credo di essere il primo o l’unico mutante in questa situazione. Sebastian Shaw -quando era vivo ovviamente, Mistica, Logan … tutti loro dimostrano un’età nettamente inferiore rispetto a quella reale. Perché io dovrei essere diverso? Perché dovrei farmi condizionare dall’idea che voi avete di me?”

Logan rise.

“In effetti è vero” ammise “Io potrei dimostrare sui cinquanta, massimo sessant’anni, in realtà ne ho quasi 180.”

Jean aprì la bocca per parlare ma la richiuse subito, avevano ragione loro.

“Dovrò parlare con tutti gli studenti” aggiunse Charles “Per ora sono pochi quelli a conoscenza del mio nuovo aspetto.”

“Buona idea” commentò Hank “Sarà meglio farlo il prima possibile, non credi?”

“Lo farò già domani” rispose Charles “Prima dell’inizio delle lezioni.”

 

Il giorno seguente, come promesso, Charles convocò tutti gli studenti in giardino e spiegò loro la situazione. Quando ebbe finito di parlare tutti applaudirono, esultarono e andarono a congratularsi con lui, alcuni andarono a prendere del cibo e delle bibite dalla mensa e improvvisarono una piccola festa che si prolungò ben oltre il tempo che Charles aveva previsto di usare, accavallandosi con le lezioni, che iniziarono tutte con un grande ritardo.

Charles osservò gli ultimi studenti entrare nell’aula, poi si voltò verso Logan.

“Vedo che hai capito” gli disse lui “Ora io e te ci alleneremo. Non sarò buono, ti avviso subito.”

“Ottimo” rispose Charles “Non chiedo altro!”

 

Logan permise a Charles di cambiarsi e lo portò in giardino.

“Inizieremo con un po’ di corsa, poi ci dedicheremo ai pesi.”

“Agli ordini!” rispose lui e, senza attendere oltre, si avviò.

Logan lo osservò correre, era straordinario come fosse riuscito a riappropriarsi così in fretta del suo corpo, dopo decenni costretto all’immobilità, sembrava voler sfogare tanta energia repressa, era come un bambino che impara a camminare per la prima volta e, una volta ottenuto il risultato, vuole godere appieno della libertà ottenuta. Lo fece correre per circa mezz’ora e quando vide che stava tornando dopo l’ennesimo giro attorno alla casa lo fermò.

“Così può bastare” disse “Riposati un po’”

Charles si fermò ma, nonostante avesse di fronte a sé una panchina e fosse decisamente stanco, scelse di stare in piedi. Logan lo notò.

“Non fare così.” lo sgridò.

“Così com-ah” disse, intuendo a cosa si stesse riferendo “Non ne ho bisogno. Davvero.”

Così dicendo, si avvicinò alla panchina e iniziò a stirare i muscoli.

“Dovrai sederti, prima o poi”

“Capisco cosa vuoi dire” ammise Charles, sedendosi “Sì, in effetti sto volutamente evitando di sedermi ma, te l’assicuro, è una fase che devo passare. Per me tutto questo” disse, indicando le proprie gamebe “è tutto nuovo, sto riscoprendo cose che avevo dimenticato e voglio goderne appieno!”

“Senza farti male però” disse Logan “Non esagerare.”

“Non lo farò” rispose lui “Lo prometto.”

Charles prese l’acqua e bevve a lungo.

“Bravo. Ora andiamo in palestra a sollevare qualche peso!”

 

Trascorse qualche settimana, Logan continuò ad allenare Charles con costanza, facendo molta attenzione a non sovraccaricarlo di lavoro. Charles rispondeva bene all’allenamento e di giorno in giorno diventava sempre più forte.

Avevano appena finito una sessione di allenamento in palestra, quando Logan ebbe un’idea.

“Ascolta, ho una proposta da farti.” Logan parlò lentamente, sembrava leggermente a disagio.

Charles, che si stava asciugando il sudore da dietro il collo, si fermò per osservarlo.

“Secondo me sei pronto per la stanza del pericolo” disse “Dalla prossima settimana ti allenerai con gli studenti del primo anno.”

Charles rise.

“Mi sembra giusto.” disse annuendo “Non vedo l’ora!”

Logan sorrise, piacevolmente colpito dalla reazione dell’amico: se qualcuno avesse detto a lui di allenarsi con dei novellini si sarebbe subito arrabbiato, ma Charles era un uomo ragionevole e sapeva riconoscere i propri limiti; inoltre Logan sapeva che non sarebbe rimasto con gli studenti giovani a lungo e presto sarebbe stato pronto per le missioni reali.






 
   
 
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