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Autore: LadyKo e Brucy    06/10/2009    0 recensioni
Una vita passata a leggere manga. Fratelli gemelli per non dire siamesi, doraemon in libertà, grembiulini rosa, orsi vaganti, teppisti masochisti e oche formato parassita... ma di che manga stiamo parlando?!
L'Italia incontra il Giappone.

Da LadyKokatorimon & Brucy.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore 12

 

Ore 12.30

Bar/Caffetteria "Rainbow Flame"

 

 

La domanda che mi sto ponendo in questo momento penso avrà ripercussioni sull'intero universo, le galassie affini e anche sul mondo di Geronimo Stilton.

E il fatidico quesito non può essere altri che: perché diavolo non l'ho uccisa?!

Ripensando al particolare comportamento di oggi di Orihime nei miei confronti, e di conseguenza al mio nei suoi, sono dunque giunta alla risposta.

Perché ci vuole la licenza per il porto d'armi cretina!

Comunque, mentre sono impegnata in questo momento di rimuginanza politicamente culturale, sto letteralmente prendendo a testate l'armadietto dove infilo di solito le mie cose, producendo fra l'altro un rumore davvero sinistro che rimbomba per lo spogliatoio desolato, nel quale mi sono precipitata, e rinchiusa a doppia mandata, da almeno un quarto d'ora circa.

Poi, proprio perché ho valutato questa giornata come "la giornata delle vitali elucubrazioni" mi sono posta quesiti su quesiti che riguardavano il mio carattere, la mia personalità, i lati allucinogeni, quelli soporiferi, quelli prescritti dal medico e quelli con le controindicazioni.

E dopo un accurato esame di coscienza sono giunta all conclusione, come per tutte le volte che succede fra l'altro, che mi si potrebbe definire, sotto gli effetti di una massiccia dose di eroina sparata direttamente in endovena, una persona oltremodo tranquilla e pacifica.. nel senso più metaforico e figurato del termine ovviamente.

Se escludiamo il mio inveire continuo contro i vecchietti per la strada, sia sul marciapiede e sia alla guida di quella che, se per altri potrebbe costituire un'arma di distruzione di massa, per loro rappresenta solo un veicolo mobile con cui andare a passo non di uomo ma di triciclo. Se mettiamo da parte il mio ringhiare contro qualsiasi soggetto di anni inferiore a undici, che sia a piedi o al volante di una macchina è indifferente; il mio bestemmiare contro tutti i piccioni che continuano a bersagliarmi la moto organizzando, fra l'altro, numerose gare clandestine tra le quali la più nota che vede il culo più veloce dei partecipanti formato pennuti; e nonostante, in particolar modo poi, il mio cristare contro tutti coloro con cui sono obbligata a tenere una conversazione, esclusa sis ovviamente, e, per questo, costretta a non poterli mandare in quel posto tanto carino chiamato fanculo, io, dall'alto della mia illustrissima persona, posso dire con certezza che molto presto diventerò un'assassina.

Già da piccola, quando trovavo molto costruttivo pigliare a botte chiunque mi trovassi davanti, bei tempi quelli fra l'altro, decimando così l'asilo dove mi avevano rinchiuso i miei, ricordo che facevo profonde riflessioni sul mio lontano futuro e sulle varie possibilità di cosa avrei voluto fare da grande.

Proprio fra queste, guarda un po’ che caso, soprattutto fra le prime cinque, spiccava in tutta la sua magnificenza la possibilità di intraprendere la carriera del killer professionista.

Ricordo poi che mi ero pure convinta del fatto che esistessero scuole specifiche al riguardo, dove poter frequentare corsi appositi, grazie ai quali, e di ciò ero molto ottimista e ambiziosa, mi sarei di certo diplomata col massimo dei voti.

Volando con la fantasia della piccola bambina sognatrice quale ero, riuscivo ad aver bene impressa nella mente la visione di una me, fisicamente e psicologicamente molto più grande, con un grosso fucile di precisione in mano a puntare la suddetta vittima, ignara della brutta fine a lei destinata.

Tra l'altro, al posto di contare le pecorelle come faceva, e fa ancora adesso, tutto il genere umano, io non potevo perdere tempo prezioso e mi ponevo dunque i quesiti che avrebbero poi specializzato le mie competenze lavorative: a quanti bambini avrei potuto far saltare le cervella, a quanti avrei potuto centrare il cuore e trapassarlo con un proiettile di argento finissimo, a quanti avrei potuto aprire un buco in mezzo agli occhi, ecc.

Sì, da bambina ero già preparata riguardo il futuro.

Ed ora che la mia esistenza è messa a dura prova da quell'essere strisciante, maleodorante, infettivo, trita-testicoli, conosciuto anche come Orihime Himitsu, queste mie fantasie infantili è ormai certo che non rimarranno più tali ancora per molto.

Sì perché io, il mio Omino del cervello e quei quattro neuroni russi clandestini, che solitamente passano il tempo giocando a poker e bevendosi vodka alla facciazza mia, che hanno affittato la mia scatola cranica da qualche anno a questa parte, non abbiamo nessunissima intenzione di sopportare oltre questo suo comportamento a dir poco orrorifico, per non dire poi squallido e offensivo, nei nostri confronti.

Non passa neppure per l'anticamera del cervello dell'Omino di sopportare oltre quei suoi versi spocchiosi e civettuoli che tanto ricordano una gallina a cui le si è appena tirato il collo; quelle sue occhiate fintamente amichevoli e interessate alla mia presenza, quei suoi sorrisi finti, ma così finti, tanto quanto le unghie finte; quel suo modo di starmi appiccicata al culo neanche si fosse spalmata addosso litri di Superattak e mi avesse quindi abbracciata con l'intenzione di non volersi più staccare da me.

Per non parlare poi di quando Eikichi guarda verso di me e lei si precipita al mio fianco per potergli ostacolare la visuale, provando a mettermi un braccio intorno al collo per dare acchito alla farsa ma fermata, anche prima di poter formulare l'idea in questione,, dall'occhiataccia glaciale offertale dalla sottoscritta solo ed esclusivamente in suo onore.

Se solo non avessi necessità di tenermi stretto questo impiego, se solo non tenessi ai soldi come appunto faccio ora come sempre, se solo non dovessi costringermi a rispettare il rispetto del qualcosa che tanto ama ripetersi la sis ogni volta che il problema in proposito sussiste, ma soprattutto, se solo non ci fossero tutte quelle leggi a difesa dei cittadini, nonostante la Himitsu io non la consideri mia simile figuriamoci essere umano, un coltello piantato in gola non gliel'avrei risparmiato di certo.

Oh, no, mai e poi mai mi permettermi di farle uno sgarbo simile.

Giuro solennemente che prima o poi troverò il modo di raggirare la legge! È solo questione di tempo, piattola che non sei altro, e vedrai come riderai quando riuscirò ad averti fra le grinfie!!

Mentre sono intenta ad architettare piani per la conquista del mondo, così che a quel punto non dovrei più preoccuparmi della legge visto che sarei io a dettarla, mi chiudo la porta della caffetteria alle spalle, ringraziando in eschimese il mio capo per avermi dato totale libertà nell'organizzarmi l'orario di lavoro, e alzo a tutto volume il mio mp3 così che il mio amato e carissimo Eminem possa finalmente urlarmi nelle orecchie che finchè non crollerà lui continuerà a spargere *rap, con il mio più assoluto consenso al riguardo.

Questo biondino poi, portatore fra l'altro di un corpo da urlo e da lussuria a non finire insomma, io non so come faccia né di che cosa si faccia, non so chi sia il suo barbiere di fiducia, e in fondo non mi è essenziale saperlo, ma per me come lo canta lui il rap non lo canta nessuno.

Fortunatamente c'è lui che mi allieta in queste ombrose giornate che comprendono la mia presenza confondersi fra molte altre.

Nonostante, infatti, io sia attaccata sentimentalmente alla mia moto più di quanto potrebbe esserlo un gatto con il suo Jerry* di turno, non posso non trattenermi dal maledirla mentalmente in quanto, va che roba!, il mio caro veicolo a due ruote sembra prevedere in anticipo le volte che al lavoro mi spacco il culo sia fisicamente che psicologicamente, anche se ciò avviene quasi sempre a dire il vero, e mi abbandoni al mio destino, in balia di tutti i pericoli che comporta l'essere lasciati a piedi dalla propria moto.

Che si identificano nella possibilità di pestare una cacca; di essere investita dal vecchietto di turno che è già tanto se sa di avere una macchina; d'imbattermi in qualche gruppo pericoloso di bambini intenti a giocare a palla, esempio concreto nell'ambito della delinquenza infantile; e cosa ancora più importante, il DOVER andare a piedi.

Attraversando la strada, dopo essermi sciolta nell'attesa che scattasse il fottuto verde del semaforo, mi ritrovo costretta a fare uno slalom, a livello quasi olimpionico, per riuscire a raggiungere sana, ma soprattutto viva, l'altra parte della strada, e appena ci metto piede mi tocca fermarmi per riprendere fiato visto lo sforzo da guinnes appena compiuto.

Nel frattempo la mia maglia si dev'essere impigliata in qualcosa in quanto la sento tirarmi all'indietro, ma neanche ho tempo di capire cosa diavolo possa avermi raccattato per la strada che sono costretta a voltarmi, con uno scatto assurdo, e fare un passo molto lungo all'indietro per mettere distanza fra me e la faccia di sto deficiente, che è lo stesso deficiente che l'altro giorno mi ha comprato il bayles e di cui, ovviamente visto che sarebbe anche un torto alla mia natura, non ricordo assolutamente il nome.

-Piacere di rivederti, tesoro!-

-Eh?- chiedo, con tono scazzato, visto che il suo rivolgermi la parola mi ha costretta a togliermi la cuffia dall'orecchio per ascoltarlo, facendomi sentire quasi traditrice nei confronti di Chester che aveva appena preso ad intonarmi *cos'ha fatto.

-Dicevo che mi fa piacere rivederti!- ripete con tono entusiasta e un sorriso che gli va da un orecchio all'altro, cosa che mi inizia decisamente ad innervosire.

-Che vuoi?!- sbotto indispettita, evitando volontariamente di ricambiare il saluto visto che non rientra fra le regole del mio personale Galateo.

-Niente, solo che ti ho vista e ho pensato di salutarti!-

-Pensa di meno allora- gli consiglio con aria indifferente, mentre gli do le spalle sperando che mi imiti così che ognuno vada per la sua strada.. se, magari.

-Certo che hai sempre la risposta pronta tu eh!- sghignazza lui, affiancandomi mettendosi le mani in tasca e non smettendo un secondo di fissarmi. -Comunque posso sapere dove vai di bello? Magari sono fortunato e devi fare la mia stessa strada!-

-Ma anche no!- sbuffo contrariata, in quanto il solo pensare di dovermi fare la strada assieme a lui mi fa venire l'orticaria.

Fa che non debba fare la mia stessa strada.. fa che non debba andare alla Todai…

-Io sto andando alla Todai, vai da quelle parti?- continua, dopo aver ridacchiato divertito al mio commento per nulla gentile.

Ma porc

-No-

-E allora dove staresti andando?-

-Fatti miei-

-Ti si deve proprio scucire le parole di bocca eh?- scoppia a ridere, mentre a questa battuta mi volto a guardarlo con un sopracciglio inarcato, infastidita da questo suo improvviso scoppio d'ilarità.

Sanguisughe e schizzati.. evvai, che me li becco tutti!

Continuo comunque a camminare pregando in aramaico che decida all'improvviso di prendere un'altra strada, visto che, miseriaccia che sfiga!, pure io sto andando all'uni a raccattare la sis.

A dire il vero mi accontenterei anche che si prendesse un palo in piena faccia e che stramazzasse al suolo, in fondo non sto chiedendo mica la luna no?.. no??

Ringhio silenziosamente in quanto nessuno ha ascoltato le mie richieste mentali, e ciò lo posso confermare in quanto, nonostante mi sia rimessa la cuffia all'orecchio, tanto per fargli capire che non ho intenzione di conversare "allegramente" con lui, il demente continua ad affiancarmi senza avere la minima intenzione di scollarsi dalle palle.

-Senti un po’ ma lo sai che ancora non mi ha detto il tuo nome? Ogni volta che parliamo, cioè, ogni volta che io parlo e tu stai zitta intendo- e s'interrompe ridacchiando alla sua stessa battuta, mentre io mi limito a roteare gli occhi visto che mi ha pure costretta, per ascoltarlo, ad abbassare il volume dell'mp3, prendendosi stavolta lui il mio ringhio animalesco. -Dicevo, ogni volta che ci incontriamo finisci per farmi perdere il senso del discorso! Sei molto brava a confondere gli altri eh?-

-Non sarà che, più semplicemente, sei tu che sei affetto da qualche disordine mentale?- mi sforzo di chiedere, con una finta nota d'interesse nella voce, facendogli arcuare le sopracciglia.

-Ah!- scoppia di nuovo a ridere, mentre io inizio davvero decisamente ad incazzarmi sul serio visto che questo ride troppo, oltre al fatto che continua a prestarmi attenzioni, fra l'altro non richieste.

In fondo avrei dovuto capirlo già da tempo.. se ci sono piattole o malati mentali nei dintorni è ormai provato scientificamente che questi si attaccheranno alle costole della sottoscritta, per nulla desiderosi, fra l'altro, di volermi lasciare in pace tanto presto.

 

 

*brano Till I Collapse

*brano What I've done dei Linkin, di cui Chester è il cantante

 

 

 

Ore 12 e 33

Università imperiale di Tokyo

 

Ok, posso affermare ufficialmente che tutto ciò è strano. O molto più che strano. E che decisamente dovrei cominciare a sospettare un complotto o qualcosa del genere.

Mi guardo attorno, aspettandomi un attentato, una trappola, un attacco alle spalle, un tranello, un agguato, un’imboscata di qualunque tipo, ma niente. Solo placidi studenti con i libri spalmati sulla faccia ed espressioni tormentate.

Tutto completamente ordinario.

Mi accanisco un momento sulla forfora radicata della mia testa, per poi concludere che posso finalmente tornare a casa dopo una giornata assolutamente e completamente tranquilla. Wow. Quasi quasi mi sento delusa.

A memoria d’uomo non c’è mai stato, da quando frequento quest’università, un solo giorno in cui i gemelli Sumeragi non abbiano tentato di abbordarmi, o parlarmi, o anche solamente chiamare il mio nome a volumi stratosferici in modo che l’intero campus potesse esserne a conoscenza contro la mia volontà. Si appostano tutte le mattine, perfino, solo per vedere la mia faccia da deficiente indignarsi quando mi ritrovo una scena che è sempre uguale tutte le mattine: loro appoggiati in pose plastiche da fotomodelli su una qualunque superficie verticale, da un semplice albero alla più importante e più suggestiva porta d’entrata della Todai, in mezzo al caos delle povere anime in cerca di pace. A volte manca il fratello maggiore (e il ghigno del minore sembra fare per tutti e due, per quanto possa essere possibile), ma si limita soltanto a ripresentarsi il giorno dopo lindo e scintillante e con una quasi- contusione cerebrale.

Quel che si dice violenta ossessione? Non ne ho idea, ma che si uccidano pure tra loro se proprio ne hanno voglia, mi farebbero solamente un grande favore.

Accorgendomi d’essere rimasta ferma ed imbambolata in mezzo ad una zona di forte traffico per non so quanto tempo, decido finalmente di tornarmene a casa e godermi il mio pomeriggio di libertà. E soprattutto di non sputare sulla mano che m’ha nutrito di questa mattinata di normalità e serenità.

Ma che in cambio vuole trattenermi a vita qui dentro, a quanto pare.

Schivo soggetti ridenti e sorridenti, notando come il cancello sia oscurato da una concentrazione di persone che sembra parecchio difficile da superare. Sospiro, dandomi della stupida per l’aver creduto d’essere stata graziata dalla sfortuna per chissà quale oscuro motivo, e mi preparo a ferire pur di andarmene.

Tutti ridono, o e alcune ragazze sospirano manco avessero avuto appena davanti agli occhi l’uomo della loro vita. E, soprattutto, tutti non fanno assolutamente niente per cercare di smaltire l’ingorgo, anzi, più passa il tempo più s’ammassano come un ciclone intorno al suo occhio. Tutto ciò mi fa vivamente alterare.

Butto giù tre o quattro individui a spallate, e finalmente riesco a respirare.

Sono proprio curiosa di vedere cosa attraeva così tanto quegli idioti… oh cazzo.

-Vicchan eccoti! Quanto c’hai messo ad uscire?-

Che cosa cazzo mi sono fumata? … perché io fumo… vero?

La risposta è no, e in questo momento non mi potrebbe essere più sgradita.

Non ci voglio credere.

-Ch… che.. che diavolo state facendo vestiti così?!-

Quello che mi si presenta davanti è lo scenario più assurdo che io avessi mai potuto pensare d’inserire nel quadro della mia vita amorosa che, per un verso o per l’altro, è sempre a senso unico.

Davvero tre baldi giovani si trovano or ora inginocchiati al mio cospetto… vestiti di cosplay di tutto punto? Certo, avrebbero anche potuto evitare di farlo in pubblico, ma quella è un'altra faccenda…

Non posso trattenermi dall’arrossire.

Il primo ad uscirsene con quella sua sconveniente battuta rivelatrice è stato naturalmente Ikki, un perfetto Edward Elric*.. se solo madre natura l’avesse fabbricato un pochino più basso, o se avesse deciso di camminare carponi.

I suoi lunghi capelli appaiono parecchio strani tinti di biondo, e legati in una coda alta molto più evidente di quella che porta di solito, e che mi fa capire di non essermi mai accorta di quanto i suoi capelli siano lunghi in realtà. La giacca e gli stretti pantaloni neri non devono essere stati un grande problema visto il suo solito stile, ma ciò che veramente da un tocco di classe è il cappotto rosso annodato sotto il collo, che sembra uscito direttamente dall’anime, e le assurde lenti a contatto dorate.

Non riesco davvero ad immaginare dove possa esserle andate a pescare.

Al suo fianco spicca altissimo Taro, con un completo di pantaloni e giacca blu e farfallino rosso al collo, i capelli inaspettatamente neri invece che tinti di castano come al solito -non che li avesse tinti di sua volontà, poi, era stata un'iniziativa del padre- figlio di Kuma san e da allora per lui era diventata solamente un'abitudine- ma risultava piuttosto… insolito ai miei occhi, per non parlare il grosso ciuffo di capelli lisciati a forza davanti alla fronte. In ogni caso un bellissimo Shinichi Kudo.

Ma il più sconvolgente era senza dubbio l’ultimo.

Non so se riuscirò mai a staccare gli occhi da lui, sto ponderando seriamente di staccarmeli e di attaccarli a lui a vita. È.. è… oddio. Sanguino dal naso.

-Allora Vicchan… Vicchaaaaan… VICCHAN MI ASCOLTI?!-

-Si?-

Ikki mi sorride, in una posa plastica da frontespizio di pagina, come se s’aspettasse qualche cosa, ed evidentemente non ho capito affatto cosa.

-Devi scegliere-

-Scegliere?-

-Sì, scegliere…- il suo viso esprime i soliti intenti poco costruttivi –Il tuo personaggio preferito, Vicchan. Dicci chi di noi l’ha indovinato-

Oddio… ma se a malapena mi so scegliere i vestiti da mettere la mattina!

E poi in questo momento sono troppo imbambolata per fare un pensiero coerente... ma è vero o sono così frustrata da fare pure sogni erotici da sveglia adesso?

E sono anche così partita di testa da sentire la voce della Sis pure quando non c’è? Ok, stavolta credo di aver passato il limite e di aver bisogno del ricovero in manicomio, perché la mia mente mi sta facendo vedere troppe cose che non esistono. Va bene una, vanno bene due… ma facciamo pure tre… ma tre visioni e una voce inesistente è davvero troppo!!!

Barcollo un attimo, mentre la voce immaginaria si fa sempre più forte, e vedo i tre cosplayer matti, così matti che più matti non si può, che m’incalzano tutti belli gaudi e contenti, aspettando il verdetto.

Oh… Subaru che mi prende tra le sue braccia… sono nel divino paradiso mangofilo degli otaku? Sono morta e passata a miglior vita e questo è il mio premio per l’essere stata una ragazza brava, buona e giudiziosa…?

-SIIIIIIISSSSSSSSSSSSSS!-

Cosa…?

-Oh Sis, sei tu?-

-No guarda, sono Babbo Natale- sbatto le palpebre, perplessa.

-E quello è il mio regalo?- chiedo ingenuamente, indicando il Subaru del divino regno mangofilo dell’aldilà, dove spero vivamente di andare a finire, che mi sorride illuminato da una luce divina biancastra.

-Ma di che cazzo blateri? Questo è… come cazzo si chiamava… il più grande di quei gemelli che ti vengono dietro insomma!-

-Ikku?-

-E che cacchio ne so io se è lui?! Dovresti saperlo tu!-

Finalmente, tornando alla realtà, mi rendo conto vagamente di esistere e di non essere in nessun tipo di idilliaco mondo degli otaku, uffa. Ma LUI c’è ancora.

Ikku, in jeans, maglietta nera, un lungo impermeabile bianco e una sigaretta spenta in bocca mi guarda, tenendo un braccio intorno alla mia vita. I capelli sono tagliati corti e domati. A completare il quadro ci sono un guanto nero sulla mano destra, una stella a cinque punte disegnata sul dorso della mano sinistra scoperta e una benda bianca che avvolge la testa, coprendo l’occhio destro.

-Oh porca paletta-

Subaru Sumeragi* è uscito dal suo manga –dai suoi manga- per venire da me.

Oh- porca- paletta.

-Ci somiglio davvero?- ride Ikku –Infondo è stato semplice… non ho dovuto nemmeno cambiare il cognome!- la cosa sembra divertirlo davvero, mentre io sono ancora qui a boccheggiare come una povera beota senza speranza.

Poi, improvvisamente, i miei piedi fanno di nuovo forza sul terreno.

La Sis mi rivolge un'occhiata allarmata, e m’indica col dito di guardare alla mia destra.

Taro e Ikki, in piedi dietro a Ikku in ginocchio, mi fissano con uno strano scintillio negli occhi.

Oh- oh.

-Allora, Vittoria san, hai deciso?-

-Zitto tu spilungone! Vicchaaaaaan.. non farci stare sulle spine!-

-Vicchan-

-Vittoria san-.

-VICCHAAAAAAAAN!-

Mi stanno trapanando la testa!

Qui conviene cominciare a farsi un bel piano di fuga, e alla svelta. Mi volgo verso la Sis, uscita non so da dove e non so manco quando, che cerca telepaticamente di comunicarmi un piano di fuga.

Ok, forse semplicemente non c’è campo. Riconcentriamoci e riproviamo.

Le faccio segno di contare fino a tre.

Uno..

…due…

… tre …

-SCAPPAAAAAAA!-

 

*Edward Elric= protagonista del manga/ anime Full  metal alchemist

*Shinichi Kudo= protagonista del manga/ anime Detective Conan

*Subaru Sumeragi= personaggio di alcuni manga delle clamp come X1999, Tokyo Babylon e Tsubasa reservoir chronicle (ma Ikku è vestito come il Subaru di X1999)

 

 

 

Ore 13.21

Casa Alfano - Galieti

 

-Non è successo- ripete per l'ennesima volta sis, che neanche mi azzardo a guardare in faccia visto che sono impegnata a superare il livello in cui mi fermo sempre di Oddworld, rompendo quasi il joistick tanta la forza che imprimo schiacciando i tasti.

-Siamo a quota trenta, che ne dici di finirla?- la riprendo, visto che forse in questo momento le servirebbe il sostegno di qualcuno… però cazzo! Questo merda di lama non vuole obbedire! Mi esplode sempre!!

-Non può essere successo! Dimmi che non è successo, ti prego- la sento supplicare sommessamente, quasi in un gemito mentre io ho quasi rischiato di cadere dal divano visto quanto mi sono sporta.

-Come vuoi, non è successo ed è stato tutto frutto della tua immaginazione-

-Davvero?- chiede con tono quasi speranzoso, mentre io non posso non evitare di roteare gli occhi e ciò provoca la morte del coso verde che ho per protagonista del gioco, spappolato in un burrone.

Fortuna che non ci sono limiti di vita, sennò sai che scazzo dover ricominciare ogni volta da capo?

-No-

-Ti rendi conto.. non ci posso ancora credere… tre fustacci come quelli che mi muoiono dietro!! A me!-

Comunque non ci avevo mai pensato ma forse sarebbe ora di cercare su internet qualche trucco per superare almeno questo livello... sono cinque anni che sono ferma allo stesso punto!

-Cioè stiamo parlando di me, Vittoria Galieti, un'italiana porca miseria! Una persona assolutamente anonima che viene venerata non da uno, non da due, ma addirittura da tre maschioni di quella portata! Due di cui fratelli gemelli!!-

Però in fondo non ho mai trovato senso nel farsi aiutare, anche perché in fondo è un gioco perciò bisognerebbe farcela da soli per divertirsi davvero.

-Oddio però adesso avrò l'intera Todai al femminile contro! Oddio quelle mi ammazzano appena mi prendono sola e in angolo! Oh cazzo, sis che minchia faccio ora??-

Sì dai, anno più anno meno.. magari riesco a finirlo prima dei settant'anni..

-ELETTRA MA MI STAI ASCOLTANDO??!- sbotta all'improvviso, facendomi volare via il joistick dalle mani per lo spavento, e cadere dal divano, visto che già mi trovavo in bilico tutta sporta in avanti. Lentamente, ma molto lentamente, mi volto fino ad incrociare i suoi occhi castani che in questo istante mi stanno fissando decisamente bellicosi.

-Ehm.. sì?-

-Tu.. io.. i gemelli.. Taro.. cristo ma fottetevi tutti!- esclama poi, con tono pesantemente stanco sprofondando ancora di più, se possibile, sulla poltrona.

Forse avrei dovuto prestarle dovuta attenzione.. però lo sa meglio di me che più di ascoltare non posso fare, perciò è come se stesse parlando da sola no?

E poi pensavo si stesse continuando a lamentare senza aspettarsi nessuna risposta, che minchia ne potevo sapere che aveva smesso di bofonchiare?!

-Devi comunque ammettere che però ci sanno fare coi travestimenti- e neanche finisco di dirlo che cade in un trance dove, posso facilmente immaginare, sta di certo fantasticando sul suo carissimo Subaru formato Ikku.

-Dhaaa-

-E poi dice a me- scuoto il capo, per nulla offesa visto che ormai siamo entrambe perdute, senza possibilità di tornare sulla retta via.. dove fra l'altro, sinceramente io non sono mai stata.

-Ghh-

-La finisci di gorgogliare?-

-Ghh.. sì, giusto, dicevamo?- si riprende con sforzo, anche perché molto probabilmente le deve essere venuto in mente qualcosa, vista la strana luce appena apparsa nei suoi occhi.

-Niente, dimmi tu invece- alzo un sopracciglio all'unisono con lei, che sicuramente ha capito che la nostra sintonia è più viva che mai.

-Che ne dici se riguardassimo un po’ i nostri di costumi?- ghigna perfidamente, mentre nel profondo inizio a sudare freddo, cercando però di non darlo minimamente a vedere.

-E perché? Non sono apposto così come li abbiamo presi?- ostento sicurezza e impassibilità, anche se sinceramente vorrei davvero darmela a gambe levate in questo preciso momento.

-Sì ma un'altra occhiata non farà male, magari ci viene qualche idea per migliorarli no?- allarga il ghigno da un orecchio all'altro, mentre io socchiudo gli occhi molto irritata.

Decisamente lo sta facendo apposta.. magari si sta vendicando perché non la stavo ascoltando o sfogando per ciò che è successo oggi pomeriggio.

Fatto sta che adesso saprei io dove ficcarteli quei costumi maledetti!

-Se proprio ci tieni fallo tu, io sto giocando adesso-

-E non potresti giocare dopo? In fondo si tratta dei costumi per il COSPLAY, mica roba da poco no?-

-Se mi verrà voglia di migliorare il mio costume sarai la prima a saperlo-

-Ritengo questo tuo atteggiamento molto sospetto.. c'è qualcosa che dovresti dirmi e che ancora non hai fatto, per caso?- chiede, incrociando le braccia e fissandomi in attesa di ciò che, appunto, potrei volerle dire.. ma che in realtà non dirò.

-No-

-Sicura?-

-Assolutamente, e poi cosa dovrei tenerti nascosto? E ancora, se anche fosse perché pensi che dovrei venirlo a dire proprio a te?- mi volto leggermente col capo, dopo aver messo "Pause" e aver interrotto il gioco dopo essere morta ancora, stavolta facendo da pasto per il cane.

-Giusta osservazione, comunque era così per chiedere. Ognuno ha le sue verità da nascondere, dopotutto-

-Sbaglio o la stai mettendo sul piano mentale? La finiresti di psicanalizzarmi ogni santa volta che ti pare?-

-Il lupo perde il pelo ma non il vizio.. e poi non fa mai male discuterne, in fondo qualcuno dovrà pure avvertirti il giorno in cui perderai il senno no?- sogghigna, dandomi le spalle e incamminandosi verso la sua stanza, dove probabilmente inizierà ad adulare il costume e sbavarci sopra.. e dove spero che resti per almeno tutto il pomeriggio, senza venire a scassarmi ulteriormente e interrompere così l'avanzata del mio omino verde, che ormai è stufo pure lui di morire in così tanti modi diversi.

-E chi ce l'ha mai avuto?- sbotto ironica, tornando a visualizzare seriamente lo schermo e ricominciando la partita.

-Non ti gasare, c'è gente che non sa neppure cosa sia la ragione-

-Chissà perché mi sento tirare in causa anche per questo- ghigno io stavolta, visto che quando si tratta di autocriticarsi penso di essere veramente specializzata ormai.

Anni di esperienza a confermare la mia tesi, in quanto non c'è stato giorno che io non abbia dubitato di me stessa, su ogni cosa che dovevo affrontare.

Fra l'altro io mi ritengo obiettivamente una persona realista, in quanto vedo le cose come sono senza fiori rosa a contornarle, e molto ansiosa, visto che ho rischiato molte volte l'infarto nonostante avessi tutte le capacità di superare gli ostacoli che mi si paravano di fronte.

Sì, insomma ansia da prestazione, e non mi sembra un concetto così surreale.

Sis, però, dall'alto della sua mentalità psicanalizzatrice mi ha sempre descritta come una persona pessimista e paranoica.. pazzesco no?

Ricordo che i primi tempi, ogni volta che avevo un compito, anche se avevo studiato, ero sempre convinta di prendere insufficiente. Ricordo che ogni volta che sembrava tutto tranquillo, aspettavo che qualcosa accadesse per rovinare quell'attimo di pace. E anche adesso sono sempre la stessa. Soprattutto per quanto riguarda la sfiga.

Sì, insomma, me ne capita sempre una.

Si dice che i mali non vengano mai da soli.. ma io vorrei proprio sapere chi cazzo ha detto una minchiata simile. I mali vengono da soli, accompagnati dai genitori, in coppia, in gruppo, mettendosi in coda, pagando il ticket, prendendo il numero..

I mali vengono sempre, incondizionatamente.. e ovviamente se non vengono soli è sempre peggio, ma ciò non significa che quando sono soli non provochino danni. Anzi.

Io ne sono la prova vivente, e posso provare scientificamente che alla fortuna e alla sfiga io sto proprio sul cazzo.

Non credo di aver fatto loro mai del male, e se l'ho fatto di certo sarà successo per un qualificato motivo o perché non potevo proprio farne a meno, ma posso assicurare giurandolo sulla mia stessa esistenza che a queste due grandissime zoccole io sto decisamente sulle palle.

E questo la dice tutta di come sono riuscita a tirare avanti fino adesso.. sì, pure io mi chiedo come diavolo ho fatto ma meglio non dirlo troppo ad alta voce, vorrei evitare di morire in questo preciso momento.. anche perché forse stavolta ci siamo, la svolta è vicina!

-Dai cazzo! Schiaccialo porca troia!! Ammazzalo ammazzalo!!!-

-Sis che ne dici di abbassare il tono della voce? Anche se gli urli non può di certo sentirti-

-Gne Gne Gne, fai la sapientona adesso?- le rispondo senza neppure spostare lo sguardo dalla tv, mentre la sento sprofondare dall'altra parte del divano.

-Cambiando discorso, ancora non abbiamo affrontato una conversazione seria sul cosplay e sulla possibilità di vincere il concorso.. non ti sembra che sia il caso di farlo?-

-Ora?-

-E quando sennò?-

-Sbaglio o ti sei svegliata ingegnosa oggi? Ti sei già dimenticata di come ti trucideranno le tue carissime compagne appena rimetterai piede all'uni?- rincaro la dose, ben sapendo che questo argomento potrebbe sicuramente farla zittire riguardo il concorso.

-Fottuta bastarda, non me lo ricordare! Se ci penso mi viene voglia di buttarmi dal balcone cazzo!- sbatte un pugno sul bracciolo del divano, mentre io sogghigno leggermente sentendomi vittoriosa. -Ancora non ci posso proprio credere!-

-E pensare che lo hanno fatto pure convinti.. ti massacreranno proprio eh?-

-Ma vuoi per caso che il joistick te lo spacchi fra i denti o cosa?!-

-Ah, povera sis- mi fingo addolorata, anche se inizio a credere che questo teatrino non durerà ancora molto e che forse l'argomento cosplay tornerà a galla prima di quanto possa immaginare.

-Scommetto che tu invece una scenetta così non l'avresti proprio apprezzata.. al mio posto, poi, non credo ti saresti limitata a dartela a gambe-

-Sì, in effetti le gambe le avrei segate a loro- borbotto gelidamente divertita, anche se nessuno potrebbe mai organizzare una cosa simile per me.

Vittoria è Vittoria, non c'è altro da aggiungere.

È intelligente, furba, sa il fatto suo e tutte le altre cose barbose che si possono dire sul suo conto, ma anche l'aspetto fisico conta e fra me e lei non c'è neppure bisogno di dire chi sia più presentabile al prossimo.

-Appunto, quindi vedi di tacere!-

-E tu non menarmela sul concorso!-

-Ah! Lo sapevo che c'era qualcosa sotto!! Lo sapevo!! Lo hai ammesso finalmente! Ce n'è voluto ma lo hai finalmente ammesso!! Ahah! Sono troppo un genio!- incrocia le braccia con sguardo soddisfatto, mentre io la guardo decisamente basita visto che devo essermi persa un passaggio, perché sinceramente non capisco di cosa diavolo stia parlando.

-Di cosa stai parlando, se è lecito sapere?-

-Tu hai un problema- annuncia con tono serio e fissandomi come se stessimo parlando di qualcosa di vitale importanza. Sbatto un paio di volte gli occhi, aspettando segni di vita da parte del mio Omino, ma a quanto pare neppure a lui funzionano bene gli ingranaggi, così rimaniamo tutte e due a guardarci nelle palle degli occhi.

Io con l'aria da pesce lesso, e lei con un'aria quasi professionale.

-E dimmi, Vittoria, tu te ne sei accorta solo ora? E di uno soltanto?-

-A parte quelli di routine, che sono comunque sempre una palla al piede, tu hai un serio problema riguardo il concorso-

Ma porc

-E quale sarebbe questo mio fantomatico problema?-

-Questo me lo devi dire tu, carissima sis-

-Non ho nessun problema per il cosplay. È un'esperienza che definisco un must per qualcuno, come noi, che non vi ha mai partecipato. Poi però non ho nient'altro da dire al riguardo-

-Ecco appunto!- alza l'indice per puntarmelo contro, e incrocio gli occhi per fissare un secondo la punta del dito, per poi tornare a guardare Vittoria con sempre più impassibilità e meno sicurezza.

-Ti ascolti quando parli, spero-

-Sputa il rospo-

-Non mi sembra di averti eletto come mia psicologa personale, ma quando anche io riconoscerò l'esistenza di questo fatidico "problema" sarai la prima a cui mi rivolgerò. Ora posso continuare a giocare o devi continuare con la tua seduta freudiana?-

-Non cercare Freud! E comunque non finisce così, tu me l'hai menata per la fine che farò quando finirò tra le grinfie delle mie compagne e io ho intenzione di ripagarti con la stessa moneta. Sta sicura che scoprirò cosa c'è sotto-

-Sembra quasi una minaccia- alzo un sopracciglio ben sapendo cosa dirà in risposta, quasi come se fossimo in un film.

-E lo è, cara sis. E lo è-

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICI:

Lady Ko’: Salve popolo! Come vi va la vita? Le vostre vite hanno avuto qualche cambiamento?

Brucy: Perché le nostre decisamente U.U

Lady Ko’: io sto per entrare nel difficile mondo universitario…

Brucy: E io sono entrata nel mondo della disoccupazione -.-

Lady Ko’: Un cinque o sei anni (spero xD) e ti raggiungo xD

Brucy: Un cinque o sei anni e spero di non esserlo più -.-

Lady Ko’: uhm, anche questo è vero xD Comunque scusate il ritardo, è colpa mia! Ho avuto un terribile blocco dello scrittore per tutta l’estate quando avrei dovuto scrivere il grande romanzo della mia vita come minimo -_- invece non ho concluso niente

Brucy: E per me sarebbe stato impossibile aggiornare visto che il mio pc litiga con l'html da sempre -.-

Lady Ko’: mi riferisco anche al fatto che tu stai avanti di quaranta capitoli rispetto a me -_- e figurati adesso che ricomincio a studiare! Uffa…

Brucy: U-U

Lady: passiamo ai commenti va…

 

 

 

eleanor89: (Brucy) Quando ti avevo chiesto di recensire mi aspettavo un commento di tre righe massimo… cavolo tu sì che sai tirare su il morale a qualcuno! XD come vedi abbiamo aggiornato ma per ciò che vorresti sapere dovrai aspettare ancora un po’… non ci aspettavamo ti potessi incuriosire tanto sia della storia che dei personaggi, vedremo quindi di non deludere le tue aspettative! Xd Per quanto riguarda il rimanerci male per le bestemmie bè sì sei un po’ malata, non posso negarlo ma ho capito lo fossi quando ho visto tutto quel popò di roba che hai scritto, sul serio non sai quanto abbiamo apprezzato (e odiato visto che per risponderti me lo sto pure rileggendo XD) e volevo precisare sull'omake che pure Lady Ko' non metteva chi diceva cosa, quindi perché avrei dovuto farlo io? U.U Penso poi sia importante da sottolineare che la vecchietta della biblioteca che elettra ha sfidato con lo sguardo esiste davvero purtroppo U.O Comunque ti ringraziamo per la recensione e mi raccomando continua a seguirci e a commentare eh! XD

Rinoagirl89: (Lady) Ciao senpai! Quanto tempo xD riguardo alla differenziazione dei nostri stili sono rimasta sorpresa… il mio stile è frettoloso, vissuto e ricalca il mio carattere? xD beh sì, in realtà Vittoria dovrebbe esser  stata creata a mia immagine e somiglianza… ma naturalmente mi sono anche un po’ auto- infighita (voce del verbo infigare= rendere figa), figurati se due esemplari di sesso maschile come quelli mi verrebbero dietro se mi fossi descritta così come sono! Comunque il fantomatico viaggio in Giappone avverrà prima o poi, ne va del mio onore O-O va buo, speriamo che il capitolo ti sia piaciuto, al prossimo!

Elly chan: (Lady) Salve! Che dire, non ti fidare molto della nostra Tokyo, non è sicuramente quella reale xD a leggere troppi manga si finisce a fare fantasie simili, purtroppo… speriamo di non rimanere troppo deluse quando vedremo quella vera! Grazie per i complimenti per gli esami e per il commento, speriamo che continuerai a seguirci e a commentarci, baci!

 

  
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