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Autore: CaskaLangley    18/06/2005    15 recensioni
Il dolore di credere... (Cloud/Aeris/Tifa)- non so perché, si era perso il secondo capitolo, su Aeris...ecclo)
Genere: Drammatico, Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I
Tifa

Act 1.1_Don't forget to keep that smile on your face

Tifa scrutava il cielo limpido già da un po’.

Un cielo limpido che sembrava farsi beffe del suo umore.

Insomma, avrebbe preferito una di quelle giornate grigie e piovose, quelle che strapiombano sempre in tutti i film nei momenti più tragici.

Ma, evidentemente, quello non era un momento tragico, e come tale non meritava neppure una goccia di pioggia.

La pioggia cade solo sulle eroine.

E il suo era un ruolo da comparsa, non da protagonista.

Comunque restava il fatto che lei non amava molto il sole.

Preferiva di gran lunga la luna.

Anzi, era decisamente un tipo da luna.

Bastava guardarla.

I capelli neri, gli occhi color rubino, la pelle chiara.

Tutto di lei sembrava cercare il buio in ogni angolo del giorno.

Non le piaceva la luce, la infastidiva

Reggeva pochissimo il caldo.

Due minuti al sole, e si sentiva svenire.

Va da se che Tifa Lockheart fosse una creatura notturna.

E poi il giorno è sempre troppo…vitale.

Non che lei non lo fosse.

Semplicemente durante il giorno si ha sempre troppa gente attorno. O almeno, lei ne aveva sempre in troppa. Tutti amici, per carità, persone alle quali mai e poi mai avrebbe rinunciato.

Ma aveva un così disperato bisogno di stare sola di tanto in tanto, che c’erano delle volte in cui avrebbe voluto urlare e farli sparire tutti.

Si, amava stare sola.

Non essere sola, questo mai.

Ma stare sola si.

Aveva un disperato bisogno della solitudine. Di tempo, di silenzio, di fare i conti con se stessa, di perdersi in un marasma di pensieri che non l’avrebbero mai portata da nessuna parte, ma sicuramente l’avrebbero fatta sentire un po’ meno…vuota.

Necessitava di un po’ di solitudine come si può necessitare solo d’aria.

Anzi, per lei la solitudine ERA aria.

Era l’unico momento in cui poteva essere certa di esistere, di non essersi ancora annullata completamente, di essere ancora *Tifa*.

Per questo amava stare sola.

A differenza di lei.

Lei, che era come il sole.

Potevi non amarla, potevi adorarla, ma non potevi farne a meno.

Lei.

Lei, che non poteva essere definita una semplice creatura solare, quanto più figlia della luce stessa.

Lei, che portava la vita ovunque andasse.

Lei, che brillava, si espandeva, riempiva qualunque spazio dove la si mettesse.

Lei, che ricercava ad ogni ora un contatto umano, qualsiasi contatto, purché fosse in grado di non lasciarla lì, a naufragare freddo e nel silenzio che si portava dentro e s’ostinava a nascondere.

Lei, che del silenzio aveva paura.

Lei, che se per più di un minuto di fila non ti sentiva parlare cominciava a preoccuparsi, lei che quando non le rivolgevi la parola per dieci ti chiedeva immediatamente se avesse fatto qualcosa di male.

"Tif, senti, ce l’hai con me? Se ho fatto qualcosa che ti ha fatta arrabbiare, ti prego, dimmelo…ok?"

Lei, che non poteva concepire come un essere umano desiderasse dar riposo alle orecchie e alle corde vocali di tanto in tanto, lei che ti chiedeva continue conferme di cosa fosse per te…

Come avesse avuto paura di non esser considerata più nulla da un momento all’altro…

‘Insomma…io sono la tua migliore amica…non è vero?’

 

"Si, è vero, Aeris…"

Sospirò, sorridendo appena.

Scostò una ciocca di capelli dal viso, benché l’aria immobile non gliel’avesse spostata.

 

Si, era la sua migliore amica.

Anche se ancora non capiva secondo quale malsana logica lo fosse diventata.

Insomma, sapeva che gli opposti si attraggono, ma non immaginava valesse anche in quell’ambito.

Non lo aveva immaginato fino a quando non l’aveva conosciuta.

Fino a quando non aveva cominciato ad adorarla.

 

Perché Aeris era così.

Adorabile, senza mezzi termini.

 

Piena di difetti, questo era innegabile.

Era testarda, per esempio. Troppo testarda.

A volte veniva voglia di aprirle quella cavolo di testolina castana per vedere che diavolo ci stesse frullando dentro, trovare quale accidente di ingranaggio bruciato ci fosse e farla ripartire nel verso corretto.

Mai conosciuta una che faceva discorsi più illogici dei suoi.

A volte tirava fuori di quelle cose che non stavano né in cielo né in terra, e la faceva imbestialire quando da quelli non si voleva scostare.

A volte sembrava eccessivamente frivola. Anche se in realtà non lo era affatto.

Altre si dimostrava decisamente poco acuta. E, beh, quello invece lo era.

Aveva capacità di ragionamento decisamente lente se confrontate a quelle dell’amica mora.

Questo era uno dei suoi più grandi difetti.

Ma era brillante, e sapeva guardare dentro alle persone.

Cosicché capisse sempre dove andare a colpire, finendo dunque per farsi amare incondizionatamente da chiunque.

 

In poche parole, Aeris Gainsborough riusciva dove Tifa Lockheart falliva.

Render pregi i propri difetti senza bisogno d’occultarli.

"Che giornata torrida, chissà se arriverò a sera…"

Eppure se ne restava lì, affacciata alla finestra, sotto al sole cocente.

Forse per continuare a guardare il cielo. Quel cielo limpido che le ricordava lei.

Forse, più semplicemente, per attender che piovesse.

E allora un acquazzone, e le nuvole grigie e arrabbiate, l’avrebbero riportata a lui.

‘Le nubi che stanno nel cielo’

Cloud e Aeris.

Niente da dire, facevano una coppia perfetta.

Persino i loro nomi, sembravano fatti apposta per incastrarsi.

Si legavano alla perfezione, come due note d’una melodia… "Cloud&Aeris".

Si…decisamente perfetti…

Scosse la testa, quando il trillare del campanello la chiamò a rapporto.

S’affacciò, e vide che sotto la propria finestra una Yuffie scalpitante che tamburellava nervosamente le dita contro ad un muro.

Si sporse di più, per constatare che anche Cid e Barrett erano già arrivati.

La salutarono animatamente, una sbracciando, l’altro picchiano i pugni e l’ultimo soffiando più fumo del solito.

"Tifa, hai intenzione di fare Quaresima?"

"Apri, che mi scappa da cagare!"

"Tiffy muoviti che qui fa un caldo che si muore, hai acceso l’aria condizionata, vero?"

Sorrise, facendo cenno d’attendere solo un attimo con la mano.

Rientrò nella stanza chiudendosi dietro le ante, permettendo così ad un po’ di fresco d’averla vinta sul calore asfissiante di quella giornata estiva.

Diede un veloce sguardo all’orologio sulla parete.

 

Pochi minuti, e anche loro sarebbero stati lì.

Scosse animatamente la testa, e affrontò il proprio viso riflesso nello specchio.

Un viso stanco, annoiato, frustrato, amareggiato.

Ma che doveva a tutti i costi far sorridere, perché così era…giusto.

Dipinse quindi un’espressione serena con gli occhi della mente, fino a quando quella non prese forma sul volto perfettamente truccato per nasconderne le imperfezioni.

Una, a dire la verità: due profondissime occhiaie, inequivocabile segno d’un'altra notte passata in bianco.

Si diede un paio di schiaffetti e fu pronta ad iniziare l’ennesima commedia.

"Coraggio Tifa."

Don't forget to keep that smile on your face

 

Act. 1.2_Don’t make other suffer for your personal hatred

Ancora…ancora…bla bla…baci baci…che palle.

"Certo, benissimo! Entrate!"

Che palle questi convenevoli.

Che palle tutto questo movimento.

Che palle tutto questo entusiasmo.

Che palle questo sorriso falso.

"Ah, no, Cid, giù le mani! Dai, l’ho fatta per i festeggiati, aspetta almeno che arrivino, cretino!"

"Come siamo fiscali…!"

"Sono spiacente, fino a che non arrivano questa viene via con me. Pena: la forca."

 

Che palle è stato anche fare questa torta.

E sì che cucinare mi piace.

Quello che mi piace un po’ meno è sbattermi due ore a tracciare roselline di zucchero –perché a lei piacciono le rose- e sapere che verranno spazzate via con non curanza.

Ma che cavolo pretendo?

Che in una giornata simile, qualcuno si fermi a guardare le roselline sulla torta?

 

"I pasticcini?"

"Non t’azzardare a toccarli."

"Cazzo, Tifa, sei odiosa!"

"Si, chi te l’ha suggerito?"

Certo, se non le facevo se ne sarebbero accorti tutti.

‘Tifa, perché non hai fatto le roselline sulla torta? A lei piacciono tanto!’

Però, visto che l’ho fatto, non merito lode di sorta.

Perché ‘è giusto farlo’, ‘è mio dovere farlo’.

"Ma se sono in ritardo noi possiamo anche mangiare…!"

"Yuffie, ti ci metti anche tu?"

Al diavolo.
Perché mi accanisco tanto su delle povere roselline di zucchero?

Loro non c’entrano niente.

Ma su qualcosa dovrò pur focalizzare un po’ di rabbia.

Poca poca, giusto una punta, giusto per non lasciarmi avvelenare e compromettere così l’intera mattinata di festa che ci aspetta.

Che li aspetta.

Se potessi farne a meno, è ovvio che lo farei.

 

"Dai Tiff, ho le palle piene e lo stomaco vuoto, fammi addentare qualcosa…!"

"Uffa, certo che sei insopportabile…! Dai, mangia un pasticcino, e che sia finita lì…"

"Ora si ragiona…"

"Posso mangiarlo anche io, quindi? Grazie Tiffy, sei un tesoro!!"

"Eeeh, già, lo so…!"

Se fosse per me sarei in camera mia con una pila di libri sul comò, a rotolarmi nell’autocommiserazione come un maiale nel fango, a naufragare nel pianto fino a ridurmi ad un patetico straccio lacrimoso che neppure ricorda perché frigna, a scrivere pagine e pagine di pensieri gonfi di malinconia che mi poterebbero alla deriva della depressione.

"Ehy, però lasciatemene uno!"

"Ah-ha, occhio ai fianchi!"

"Oh, lascia stare i miei fianchi, tu…!"

E invece sono qui, con un sorrisetto da deficiente stampato sulle labbra a scherzare con l’allegra compagnia.

Perfetto, faccio davvero schifo.

"Guarda che se ti allarghi troppo poi i ragazzi non ti vorranno più…!"

"Non ricordo di essere io quella che ha problemi coi ragazzi……"

"Ugh, punto tuo…"

 

Tutto questo fa schifo.

*DLIN DLON*

 

"Oh, eccoli i nostri fidanzatini! Vai ad aprire la porta, Yu!"

"No, non preoccupatevi, ci vado io!"

"Ecco, brava, sei la padrona di casa, fai tu gli onori, io intanto mangio."

Eppure devo continuare a far finta che le pareti per oggi brillino d’oro e la morte sia cosa bella da vivere.

"Cloud, Aeris, ben arrivati!"

L’importante è non rovinare la festa di chi ami.

Don’t make other suffer for your personal hatred

 

Act 1.3_ I guess that I was blind

Ma guarda, che quadretto.

Lei: bella come il sole, candida, leggiadra come una farfalla. Da che sono qui non ha ancora detto una parolaccia. Ammesso che ne abbia mai detta una. Le ho sentito solo una volta dire ‘cazzo’ e s’è vergognata da morire. Era pure arrossita. Peccato che pure così fosse veramente…bella.

Lui: beh…lui…lui, lui, lui…meglio non pronunciarsi…non ho molto da dire che non sia già stato detto su quel viso che sembra tracciato da un’artista, quei capelli che paiono d’oro tanto risplendono, quegli occhi blu così profondi e che ti potresti affogare dentro, e quel corpo che…Dio, che corpo…

Meglio non guardarlo.

Anneghiamo i pensieri nel thè…

"Tiff, hai perso le lenti a contatto?"

"Uh?"

"Sei lì che fissi la tazza da un’ora…"

Eccolo. Quanto lo odio quando fa così. Cazzo.

E’ sempre il primo a capire che c’è qualcosa che non va’.

Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo.

Oltretutto ha bisbigliato. Dico, ha bisbigliato.

Nessuno l’ha sentito, Aeris è troppo impegnata a parlottare con Yuffie.

E’ pure discreto…porca miseria…

"Ma che mi fai, il check up?"

"Macché check up, c’hai una faccia da funerale che neppure quando t’è morto il gatto…"

"Io non ho mai avuto gatti, sono animali schifosi che considerano le persone del mobilio a sangue caldo."

"Almeno sarebbero meno impegnative del cagnaccio che m’ha rifilato…Comunque, Ti, è un modo di dire…"

E ora? Perché mi guarda così? Diavolo, no, smettila…

"Dai, qualcosa non va?"

Ok Tifa, è il momento in cui devi staccare gli occhi dai suoi.

Forza, fallo.

Al tre.

Uno…Due…oddio quanto è bello…

"Wah, Cloud, l’hai poi finito…"

Eccoli, attaccano a parlare di videogiochi.

Grazie Yuffie, ti devo un favore.

Però, Tifa, anche tu…non lo conosci da tanti anni quanti dovrebbero bastare ad aver imparato ad eludere il suo sguardo?

E invece ti fai infinocchiare tutte le volte…!

Ma anche lui, cavolo, cosa pretende?

Che ti metta a confidarti così, con la stanza piena di gente, e in un momento simile?

E per dirgli che cosa, poi?

‘Uh? Ah, no, ‘stò un po’ giù perché ti amo ma tu ti sei fidanzato con la mia migliore amica, ma niente di grave, ti piace la torta?’

…………

…………

Anche tu, però, non accorgertene così…ti credevo un tantino più sensibile…almeno abbastanza sensibile da non mettere il dito nella piaga…cacchio, ti odio, Cloud Strife!

 

E intanto le ore passano…passano…passano…piacevolmente, aggiungerebbe qualcuno.

Si, sarebbe pure abbastanza piacevole, tutto sommato, se quella gli tirasse fuori la lingua dalla gola ogni tanto.

Cristo, non lo vede che lui è pure in imbarazzo? Non lo vede nessuno?

Aeris, merda…!

"Ehy, Tiffy…sei sicura che vada tutto bene?"

"Ah…certo, ma che avete tutti? Si, va tutto benissimo!"

"No, dai, non è vero…"

"Uff…va bene, va bene…ho un po’ di mal di testa, contenta?"

"Ah! Ecco, lo sapevo io!! Hai letto ancora con su gli occhiali? Ma te lo devo ricordare io di toglierteli?, uffa!"

"Ahah…eddai, non farmi pure la predica, è che leggo spadellando, non posso mica toglierli e metterli tutte le volte…!"

"Guarda che non è una cosa così faticosa, sai?"

"Tu lo dici perché non sei mezza miope e mezza astigmatica!"

"Uffa, ma che c’entra, io lo dico per te!! E’ ovvio che se non ti togli gli occhiali poi ti fa male la testa! A leggere quei libri difficili, poi…!"

Cloud scoppia a ridere senza ritegno. Credo di aver capito perché.

Devo trattenermi per non seguirlo sguaiatamente…anche se da come mi guarda non aspetta nient’altro che lo faccia…

"Beh, Aeris, perdona l’impertinenza, ma i tuoi canoni di ‘difficili’ sono un pochino…mmmh…sfalsati…"

Rido. Non per convenzione, rido sul serio. Certo, non mi spancio, ma rido.

Cloud ha perfettamente ragione. Aeris considererebbe difficile anche "Un canto di natale". Conosco da un sacco di tempo quella ragazza, e non l’ho mai neppure vista fermarsi a leggere un manifesto, o le didascalie delle fotografie che guarda su quelle sue riviste da ragazze.

"Ma non è vero!!"

"Oh, si che lo è!!"

"Tifa, digli qualcosa…!!"

"Ehm…"

"…"

"…"

"Cos’è tutto ‘sto silenzio?"

"Beh, Aeris, come dire…ha ragione…"

"MA COME ‘HA RAGIONE’???"

"AHAHAH!!! Hai visto che ho ragione? Hai visto che ho ragione??"

"E bastaaa!!"

"D’altra parte sei talmente tonta che…"

"IO NON SONO TONTA!!"

Mi piace come ci guardano ora gli altri. L’atmosfera è tornata quella di un tempo.

Grazie, Cloud. O bene o male, sai sempre come aggiustare le cose.

E vorrei dirtelo, lo sai? Se solo non significasse rovinare la festa…

Vorrei dirtelo che a me andava bene anche prima, intendo, così.

Noi tre. Tanto uniti da sembrare scemi.

Non andava bene…?

Insomma, piaceva solo a me?

Poiché è per questo, Cloud…per non spezzare quello che noi tre avevamo, che io non te lo mai detto…non ti ho mai detto che ti amo, e ti ho sempre amato al punto da sentirmi cretina…

E sapevo che anche Aeris ti amava. Forse lo sapevo da prima che lo sapesse lei.

Ma credevo, speravo, che questo non avrebbe mai intaccato la nostra unione.

Speravo che avrei pianto sulla spalla di Aeris, o vice versa, il giorno in cui tu ti saresti trovato una fidanzata.

Ma, pensavo, sempre meglio che pugnalarci tra noi due.

Non è vero, Aeris?

Non l’ho mai messo in chiaro, lo so. Insomma, non abbiamo mai firmato nessun documento scritto.

Anche se una volta me lo hai fatto notare. E io ho riso.

Ma Dio, mi sembrava tutto così sciocco…

‘Intendo, Tiff, senza per me se devo dividerlo va benone, però devo dividerlo con te! Capisci quello che voglio dire? Insomma, io intero non lo voglio se può fare del male a te!’

E invece, eccovi qui, ora…

 

Siete una bella coppia …

Sarei stata la prima ad oppormi e battere i piedi se quello scemo si fosse messo con la prima troietta d’alto borgo che gli passava sotto casa, però, beh…

Per aver scelto un bel fiore, ha scelto un bel fiore…

Dovrei essere contenta, credo, per voi due.

Voglio dire, i miei due migliori amici, insieme. Forte.

Fin che si ride e si scherza, dopotutto, mi va anche bene.

Però…adesso, che vi baciate…

Io mi sento in qualche modo…lasciata indietro…

E’ normale, me ne rendo conto…tanto normale…

Dopotutto, non potevamo giocare a fare l’allegro triangolo per tutta la vita.

Bisogna crescere, giusto? E bisogna fare delle scelte.

Cloud ha fatto la sua, e non vedo cosa ci sia di male.

Non vedo PERCHE’ starci male.

Eppure, Aeris, che ci vuoi fare?

Questa sono io.

 

"Ah, Tiff, una cosa ho scordato di dirti!"

"Beh, spara!"

"Le roselline! Sono fantastiche, bellissime e dolcissime, grazie!"

Di nulla. Grazie a te. Per averle notate, intendo.

Aaah…sei così carina Aeris, ti voglio tanto di quel bene che è stupido…sarebbe così facile se potessi odiarti…cavolo, se sarebbe più facile…

Ma come posso odiarti dopo che mi hai pure domandato il permesso di metterti con lui? E in modo così candido, per giunta.

Anche se quella, ammetterai, è stata una bastardata. In buona fede, ma una bastardata.

Che t’aspettavi, che ti avrei sinceramente detto quello che pensavo?

Che ti avrei detto ‘No, cazzo, non puoi tenerlo tutto per te!!’.

Illusa…ma forse è meglio così…

C’è da svegliarsi da tutto, alla fine, e farsi le ossa a suon di scarpate nel culo come questa.

Si, ero incazzata…forse lo sono ancora…amareggiata, piuttosto. Delusa. Molto delusa.

Si, mi avete delusa.

Anche se non ne avete colpa, ma mi avete davvero delusa tantissimo.

Anche io, però, scema come al solito…quale povera cogliona, Tifa…la solita povera cogliona…

……………

……………

Davvero credevi che avresti potuto essere per sempre un trio?

La metà di un cuore, in fondo, non basterebbe a nessuno.

Meno che a te.

……………

……………

……………

Hai creduto troppo negli altri.

E ti sei fottuta.

 

But we were just a legend in my mind.

I guess that I was blind.

 

Act 1.4_ And you don't seem to understand

 

Che il cielo sia ringraziato.

Poi scoppi. Ma che sia ringraziato.

La serata è finita. E’ finita, finalmente.

E’ finita…

"Eddai, Cid, e che cazzo, non avevi detto di reggerlo bene l’alcol?!!"

"DaDDiO!!"

"Ma vai a cagare, va…"

"Aspetta, dammelo qua sto vecchio rimbambito…"

"RagaSShina, vedi di non *BLEARGH*"

"GHAAAAAA!!! TIFF, CHE SCHIFOOO!!"

"Barrett, per favore, trascinalo su in bagno, per lo meno!!"

"Se, se…figlio di puttana, non sei un po’ vecchio per vomitare ancora?! Tsk…"

Non so per quanto ancora avrei retto.

Sorridi Tifa.

Fa la brava, Tifa.

Dì solo cose carine, Tifa.

Fingi che non sia cambiato nulla, Tifa.

Ancora non credo di essere riuscita a fare tanto.

Trovare la forza di trattenere quella parte di me talmente irrazionale che sarebbe saltata in piedi e avrebbe urlato: ‘Perché mi avete fatto questo, perché?! Non ve ne frega proprio un cazzo di me, giusto?!, proprio un cazzo! Perché, perché ci credevo solo io?! Perché?!’

Sicuramente ho fatto bene a contenermi…non se se una sfuriata potrebbe comunque allentare la delusione…

…e cazzo, quanto…quanto mi hanno delusa…

 

"Allora, Tiff, beh…grazie di tutto!"

"Ehy, figurati, mica ho dovuto chiamare la banda, solo preparare due cosine e…beh, ora tirare su il vomito di Cid…"

"Senti, sicura che non vuoi una mano a riordinare?"

"Ma và, stai tranquilla!"

"Oh, ma non volevo farlo io, ti avrei lasciato giù Cloud!"

"EHY!!"

"Ahaha, no, tienitelo pure, ‘sto deficiente è più schizzinoso di Rossella O’Hara ed è del tutto incapace coi lavori di casa, lascia stare, mi impiccerebbe solo!"

"Ma andare affanculo tu proprio mai, eh?"

"Mai, ti perseguiterò fino alla morte."

"Brrrrr…"

Gli ultimi saluti…eccoli…se ne vanno…solo Cloud si ferma un secondo di più…mi fa un cenno con la mano e le sue labbra si muovono, senza produrre alcun suono

‘Domani parliamo’.

 

Vaffanculo, Cloud.

Cazzo.

Come diavolo riesci a farlo?

Cazzo.

Ti ho detto che va tutto bene, perché ancora…uff…o io sono una pessima attrice, o tu sei un fottuto bastardo troppo sensibile…o che mi conosce troppo bene, forse…

………

………

Vent’anni non sono certo pochi…

………

………

Ricordi, Cloud, le giornate passate nella stanza di uno o dell’altro, a parlare di tutto e niente, a smanettare coi videogame, a rincoglionirci con lo stereo a palla e a farci un sacco di seghe mentali sulla vita, sul mondo, sulla storia, sulla letteratura, sui rotocalchi, i telefilm?

Che razza di coppiata…! Asociali uguali, sempre ed inequivocabilmente, ma in modi diversi.

 

 

Tu solitario, strafottente, dannatamente tagliente, terribilmente sarcastico e altamente dissacrante.

Tutti ti odiavano a scuola.

Troppo ribelle, troppo spaccone, troppo scaltro, troppo menefreghista.

Il ragazzino dai capelli biondo grano che si è ossigenato a undici anni e fatto il primo buco all’orecchio a tredici. Ti dissero che eri un delinquente, che era irregolamentare.

Il giorno dopo sei venuto a scuola che avevi pure l’altro orecchio bucato.

Una vera testa di cazzo…

Però ti ho sempre invidiato tanto.

Con quel tuo fare da gatto randagio, mi piaceva da panico come te ne fregavi dei giudizi degli altri, come li guardavi e dicevi ‘Il mio corpo è mio, la mia vita è mia…e ci faccio quello che voglio’.

Con i possessivi sottolineati da quel corsivo vocale che metteva i brividi.

Riuscivi a far stare zitti tutti.

Dio, quanto ti ammiravo in quei momenti…!

Troppo stupida, io, troppo debole.

Troppo impegnata a dimostrarmi la migliore, troppo impegnata a attirarmi le attenzioni di tutti, troppo impegnata a cercare d’essere amata e accettata, troppo impegnata a far cara ogni più piccola lode…troppo impegnata a gridare ad un padre che non c’era ‘GUARDAMI, CRISTO, GUARDAMI! STO CRESCENDO, E’ DAVVERO COSI’ TERRIBILE?!’…e non facevo che mentire…

E mostrarmi sempre gentile.

E disponibile.

E attenta.

Ed educata.

E perfetta.

Il monumento all’ipocrisia.

Però andava bene anche così, perché a quel modo le cose non si complicavano mai fuori dal gestibile.

E le miei amiche che mi prendevano da parte, e mi dicevano ‘Dio, Tifa, insomma…è un gran figo, va bene…ma dovresti stargli lontana…quello non è…a posto…’.

Agli occhi degli altri, alla fine, non c’erano ragioni per le quali avremmo dovuto essere così amici.

Dopotutto, per loro, non avevamo nulla in comune.

Io ero educata e diligente, tu uno maleducato e irriverente.

Io ordinata e disponibile, tu disordinato e indisponente.

Io ‘Ma certo, va benissimo, mettiti pure qui!’, tu ‘Non toccarmi, vaffanculo’.

Maschere, maschere, quante maschere…!

Unica cosa che veniva ai più riconosciuta: eravamo entrambi intelligenti.

Ma intelligenti tanto, troppo.

Nel mio caso ero ‘giustificata’.

Tu invece ti facevi odiare ancora di più.

Però, anche se non te l’ho mai detto, io ti ringrazio d’avermi sempre saputa smascherare.

Alla fine, quando si finge così tanto, si finisce per sentirsi…vuoti, lo sai?

E’ come se…è come se non avessi più un’identità al di fuori di quella che ti appioppano gli altri…

Che schifo, vero?

E’ per questo che amo stare sola. Smettendo di fingere, ritrovo me stessa.

Basta poco. Una birra, la notte, un po’ di musica, un libro.

O te. Ed Aeris.

…una volta.

Ora, ormai…

Ma pazienza. Non è questo che importa. Anche se ciò non toglie che mi sento uno schifo.

Dopotutto, birra, notte, musica e libri non scappano…giusto?

Non scappano come scappano le persone.

Un foglio di carta non te lo mette nel culo appena ti volti, un foglio di carta non ti calpesta.

Non ti dirà mai ‘Guarda che stai scrivendo una stronzata’ mentre lo riempi di scarabocchi.

Forse è per questo che mi piace così tanto scrivere.

Perché posso dire, fare e pensare quello che IO VOGLIO senza attirarmi sguardi severi, d’incomprensione, di rimprovero, o stupore.

Tu sei, eri, un po’ come un foglio di carta, Cloud.

Non parlavi molto. Ma non credo incontrerò mai qualcuno che sappia ascoltare come te.

Anche se ogni tanto facevi finta di non badarmi, poi ti sei sempre smentito, piazzando quattro commenti in croce degni d’un filosofo.

…che stronzo, mi facevi spiegare per delle ore concetti che invece avevi già capito benissimo!

…………

…………

Sto parlando al passato.

Della nostra amicizia, intendo.

Chissà…chissà come andrà a finire…

Chissà se tra tutte le cose di cui abbiamo parlato in questi vent’anni, Cloud, avrei dovuto metterci anche queste…

Dirti che ti ammiro…e mi servi vicino…e ho bisogno di te…e che ti amo…

……………

……………

Ma Cristo, non era già pateticamente chiaro?

But you don't seem to understand…

 

Act 1.5_Every way I go I'm bound to lose

Non pensavo se ne sarebbe uscito con una cosa simile.

Sinceramente.

Forse faccio male a credere così poco nel prossimo.

A volte le persone possono sorprendere.

 

"…nel cesso, ecco dov’è andato…!!"

"…Dai, Ba…"

"No, Tifa, c’ho ragione, cazzo, c’ho ragione."

"Però non mi sembra il caso di…"

"Tifa, Dxo Cane!!"

"…"

"Finiscila…!"

 

Detesto quando mi guarda così.

Essendosi preso cura di me da quando ero una ragazzina, mi conosce piuttosto bene ormai.

Per lui sono un libro aperto, e questo mi irrita.

Mi irrita perché a differenza di quando mi confronto con Cloud o con Aeris, quel rapporto di parità viene a meno ed io al suo confronto mi sento così piccola, stupida ed insignificante che mi limito a mordermi il labbro inferiore e a tacere.

So che lo faccio arrabbiare quando mi contengo troppo.

Lo so benissimo.

 

"Certo che sei una bella cogliona…Cazzo continui anche a difenderli…?"

Getto uno sguardo su Yuffie e Cid addormentati sul divano.

Nonostante a guardarlo e sentirlo non si direbbe, quest’uomo è forse più discreto di quanto io stessa non avessi mai immaginato.

Ha aspettato che piombassero nel sonno per dirmi qualcosa.

Ed ora che sto faccia a faccia con lui, non ho alcuna via d’uscita.

 

"Beh, Barrett, che diavolo devo fare? Dimmelo, che diavolo devo fare…?"

"Nulla, certo. Continua a non fare nulla. Continua così, che sei una gran figa, brava…!"

"Barrett, Cristo…!"

"Ma cosa credi di fare, eh?! Che cosa credi di fare continuando a comportarti così?!"

"Allora dimmelo, COME dovrei comportarmi?! Andare da loro e dire ‘ok, ragazzi, sceneggiata finita: o vi lasciate o non vi parlo più’? Eh? Così va bene, andrebbe tutto a posto dici…?!"

"Sai benissimo a che cosa mi riferisco…!!"

"A che COSA?! Cloud ed Aeris hanno…"

"Tifa, cazzo. Qui non c’entrano niente né Cloud ne Aeris. Il punto della questione sei tu. E’ una cosa che riguarda te, te e soltanto te!"

 

Ecco, ancora una volta non so cosa dire e chino lo sguardo.

Conosco ormai a memoria i motivi disegnati sul tappeto che ho comprato giusto due giorni fa.

 

"Il fatto che non ci siano altre alternative che non rischierebbero di non rovinare ulteriormente la situazione, non significa che tu debba per forza far finta con tutti che ti vada ogni cosa per il meglio…!"

"…"

"Dove minchia credi di arrivare con ‘sto atteggiamento del cazzo? A diventare l’eroina di tutti? Beh, ti stai sbagliando di grosso. Perché tanto nessuno capisce quanto questo ti costa. Possibile che non te ne rendi conto…? Nessuno apprezza quello che fai per il semplice motivo che non sanno che lo fai…! E allora tanto vale, dannazione, tanto vale…!"

E’ raro che faccia sproloqui.

Ma quando parte, allora c’è da mettersi comodo e aspettare un paio d’ore almeno.

Però sembra che se le studi bene.

Forse quando ti osserva e sta zitto, sta semplicemente pensando a come sbatterti poi in faccia quel che ha notato...

 

…e detesto quando nota solo cose giuste, accidenti…

 

"…non capisco che cosa vuoi dire…"

 

Lo guardo.

 

"Barrett, io davvero non capisco cosa mi vuoi dire…"

 

Bugiarda.

In realtà ho già capito tutto perfettamente.

Ma preferisco aggrapparmi alla sua scarsa dimestichezza con le parole, fingere che si sia spiegato male.

Continuerò a farlo parlare della stessa cosa fino a domani mattina.

Ed allora tornerò alla mia vita di sempre.

Tanto potrei optare per qualunque soluzione al mondo, Barrett…ma non capisci che mi porterebbe comunque solo guai…?

Every way I go I'm bound to lose

  
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