Il mattino seguente al suo incontro con Malfoy e compagnia aveva ricevuto una lettera firmata S.M., in cui le chiedeva di venire alla torre di astronomia la sera stessa. Era per questo molto agitata e depressa. Era ovvio che fosse Scorpius che le voleva parlare.
Non aveva
mangiato nulla
tutto il giorno, aveva bevuto sì e no due bicchieri di zucca
ed era stata
richiamata più volte dai professori. Era da
tutt’altra parte con la testa.
Alcune sue compagne le avevano fatto notare che era strana, ma le aveva
zittite
in malo modo. Non era più se stessa. Se fosse stata in lei
non avrebbe di certo
reagito in quella maniera. Si sentiva soffocare, aveva un
nodo che le
partiva dalla gola fino ad arrivare allo stomaco. Stava così
male da non
accorgersi del mondo che la circondava, si sentiva come in una bolla,
non
poteva capire gli altri e loro non la capivano.
Ormai mancava
poco a
mezzanotte, l’ora stabilita per l’incontro. Si
alzò cautamente dal suo letto,
attenta a non svegliare le compagne. Non si era neppure cambiata,
indossava
ancora la divisa dei Serpeverde. Salì le scale e
arrivò in Sala Comune,
proseguì poi per il quadro, ma si fermò un attimo
a rimirare i dipinti
raffiguranti Salazar e per la prima volta, pregò quel mago
leggendario perche
potesse proteggerla.
Era arrivata alla torre, ma a prima vista non c’era nessuno, tranne lei, che si guardava timorosa intorno. Che il ragazzo fosse in ritardo?
No, da un angolo poi apparve Malfoy. A quanto pareva c’era da tempo, ed era stato nell’ombra a guardarla. Magnifico nei suoi pantaloni aderenti neri, nella sua maglietta di seta marrone, leggermente sbottonata anche con il freddo di quella notte.
“C-Ciao, volevi parlarmi?” gli disse cercando di sembrare risoluta, cosa impossibile per colpa della voce evidentemente tremolante. Aveva freddo e si sentiva come un cucciolo spaventato, davanti al suo cacciatore, ma non era nella sua natura farsi vedere fragile.
“Sì, Amanda Rosalie Mira Vegas o dovrei dire Malfoy?!” le domandò furbamente.
Quelle parole ebbero su di lei una terribile sensazione, come una secchiata di acqua gelida che ti viene versata in piena faccia, se lo immaginava, ma aveva sperato con tutte le sue forze, ma invece.
“No, i miei genitori non sono sposati e io ho ereditato il cognome di mia mamma non quello di mio papà!”.
“Non cambia il fatto che tu sia una Malfoy”.
“Si va bene, l’hai scoperto, e allora? Vuoi dirlo a tutta Hogwarts? Ma cosa ci guadagneresti poi?”. Colpita e affondata, aveva le lacrime agli occhi, si sentiva nuda, vulnerabile davanti a lui, aveva fallito...
“Se vuoi tenerlo nascosto non sarò certo io ad andare contro al tuo volere, per adesso, ma…” sogghignò.
“Lo sapevo, sarebbe stato troppo bello, qual è la condizione?!” gli chiese con furore. Ormai il suo shock e paura iniziale erano spariti. Se c’era un modo, almeno uno, per cavarsela l’avrebbe affrontato.
“Dovrai essere la mia ragazza” le rispose semplicemente sorridendole. Si sentì un Dio in quel momento: aveva incastrato la sua preda. Si era promesso di farla cadere ai suoi piedi, ma era riuscito a fare di meglio.
“Eh? Ma siamo parenti non ti rendi conto?!” Di tutto si era immaginato ma quello poi, voleva una relazione? Non aveva efferato il concetto che avevano lo stesso sangue?
“Suvvia, non siamo così tanto parenti. Tuo nonno è il fratello di mio nonno, siamo solo cugini di secondo grado. E poi che vuoi che sia, in molte famiglie è normale sposarsi fra cugini”.
“Ma…” era assurdo quel che diceva Scorpius, secondo lei. Aveva creduto che appena avesse scoperto tutto ciò, lui avrebbe smesso quel interesse per lei, ma invece si era decisamente sbagliata.
“Niente “ma”, sì o no? E se la risposta sarà negativa… capisci?”.
“Se i tuoi genitori ne fossero a conoscenza, non vorrebbero certo questo!”
“Lo sanno e sono pure felici. Aver riscoperto un nuovo membro della famiglia, che ormai si dava per morto, é una cosa fantastica” sembrava così gioioso. Era raro vederlo sorridere. Doveva accettare? Ma una proposta del genere, quanto era importante sul suo piano sentimentale? Era una sua nuova conquista o di più?
“Allora?” la incitò.
Essere la sua fidanzata? Non posso, ma non posso nemmeno tradire la mia famiglia, dovrò sacrificarmi. Non che essere la sua ragazza sarà una cosa così orribile. Magari non lo fa per quella sfida che ci siamo fatti in passato, forse, forse, forse... starò con lui, ci terremo per mano, ci baceremo…
Diventò esageratamente rossa a tutti quei pensieri, che sua nonna avrebbe ritenuto peccaminosi, e per fortuna la sola luce che c’era era la luna piena, altrimenti il suo viso l’avrebbe tradita. C’era sempre la luna nella sua vita, che pareva guardarli malinconica, come una persona di mondo, che tutto vede e tutto sa.
“Va bene, accetto, ma sappi che lo faccio solo per…”.
Non
finì la frase, le
sue labbra erano state prese per un impiego diverso dal parlare. Fu una
sensazione intensa, molto più profonda del loro
primo bacio. Così quello
fu l’unico momento di benessere di tutta quella angosciosa
giornata, che dava
inizio ad una nuova mattina. Da quel momento era diventata la sua
fidanzata,
con unico testimone, dopo loro stessi, il satellite della Terra, sempre
vigile
sulla vita delle persone.
Si svegliò per colpa di borbottii sommessi, avrebbe voluto dormire un po’ di più, era ritornata tardi quella nottata. Aprì gli occhi e pian piano cercò di risistemare le idee, ricordò l’invito di Scorpius, di essere andata alla torre di astronomia e…
Appena si
ricordò
tutto, scattò a sedersi e vide il motivo di quella
confusione, un mazzo di rose
rosse appoggiate ai piedi del letto, ma c’era qualcosa di
diverso in quei fiori:
erano di un rosso che brillava come di luce propria, vivo e forte che
esprimeva
un amore eterno.
Alzò appena lo sguardo e vide le sue compagne di stanza chinate sulle rose. Alessia aveva la bocca aperta e strizzava gli occhi come se volesse constatare che non stava sognando; Victoria, nel centro, guardava con un’espressione tra lo sgomento e l’incredulità; infine, Kirsten le sorrideva maliziosa, intenta a reprimere le risate, per chissà quale ragione. Poi come se si fossero messe d’accorto, gridarono insieme: “Stai con Malfoy!”.
Capì che non era una domanda, ma un’affermazione, che pretendeva una risposta. Le sembrava assurdo e oltretutto sgarbato, buttarglielo così di prima mattina. Era vero, ma sembrava una barzelletta detta male.
“Si da pochissimo però, ma voi come lo avete capito?”.
Victoria le porse il bigliettino che accompagnava quelle rose, dalla carta pregiata che sapeva di fresco, era il suo profumo.
Per la mia amata Amanda,
in onore alla tua bellezza queste rose del deserto freddo,
anche se non potranno mai competere con te.
Con affetto, il tuo fidanzato.
Scorpius Malfoy
Rimase a rifletterci un poco. Pensò che fosse un po’ esagerato. Non si sarebbero mica dovuti sposare. Poi tutte quelle sdolcinatezze da parte sua le parevano un falso, non lo vedeva come poeta. Non conosceva ancora il vero Scorpius, oppure iniziava a comprenderlo proprio adesso?
Chissà quanti erano a conoscenza di quella storia, si era raccomandata con le altre di tenere la bocca chiusa, ma erano delle serpi e si sa che i serpenti hanno la lingua lunga. Si rese veramente conto della situazione solo dopo essere scesa in Sala Comune, li capì che era stato uno sbaglio, un maledetto sbaglio di nome Scorpius.