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Autore: kannuki    04/07/2005    5 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Natalie, c’è uno che ti cerca…”

“Natalie, c’è uno che ti cerca…”

La ragazza si voltò e sbiancò vedendo il sorriso sarcastico e soddisfatto di Ford per essere riuscito a trovarla un’altra volta.

Ommamma!” esclamò mollando a terra il vassoio e sorpassando in tutta fretta un avventore che si era infilato da poco nella tavola calda.

Ford la stette un attimo a guardare perché non era aspettato un simile scatto muscolare da parte della ragazza e gli ci volle qualche secondo per riprendersi. “Torna qua subito! Esclamò andandole dietro e uscendo dal locale, voltandosi in tutte le direzioni. Fece appena in tempo a vedere un laccio del grembiule della ragazza svanire dietro il muro alla sua sinistra.

Quando svoltò l’angolo non trovò nessuno.

Restò fermo e si guardò attorno, cercando di eliminare tutti i rumori della strada per coglierne qualcuno strano...un respiro o un mugolio….

 

Natalie si teneva aggrappata alle scale antincendio sopra la sua testa e teneva le labbra sigillate sebbene ci fosse un maledetto insetto che le girava intorno…e lei aveva il terrore degli insetti!

Vattene! Pensò scacciandolo con una mano e tenendosi fortemente aggrappata con l’altra.

 

Poteva vedere Ford sotto di lei, immobile, che non si decideva ad andarsene. Agitò di nuovo una mano verso l’insetto e la scala scricchiolò!

 

Bingo!

Shelton alzò velocemente la testa verso di lei con un ghigno assassino sulle labbra “Natalieee! Sono tornato!!”

Oddio quella voce da maniaco!Ma come ha fatto a trovarmi un’altra volta, pensò vedendolo saltare velocemente verso la scaletta che aveva retratto e sentendola stendersi con un cigolio metallico sotto i suoi piedi. Si affrettò a salire più in alto mentre lui le andava dietro affannosamente.

“Natalie, stavolta te le do davvero!”

“Vattene via!” gli urlò salendo più in alto e sentendosi afferrare per una caviglia “che palle Ford, sempre tra i piedi!”

“Mi pagano per correrti dietro, dovresti esserne contenta!” le gridò cercando di farle mollare la presa.

Natalie strinse i denti e scalciò colpendogli la mano “non sono contenta...e non guardarmi sotto la gonna: so che lo stai facendo!”

Gonna? Shelton alzò lo sguardo velocemente “carine le mutandine azzurre!” commentò scoppiando in una risata, la pazienza quasi esaurita. Ora ce la strangolo con quelle mutandine!

“Smettila, maniaco! Quella voce mi fai venire i brividi!!” Singhiozzò salendo gli ultimi due pioli e infilandosi nella finestra aperta di una casa.

 

Il vecchietto semiaddormentato davanti alla finestra si voltò appena a guardarla “Katrina?”

Natalie lo fissò per qualche istante, chiudendo velocemente la finestra sulle dita di Ford che imprecò pesantemente.

“Scusi il disturbo, me ne vado subito!” esclamò schernendosi con le mani e sentendo che il saliscendi veniva nuovamente alzato “Natalie, stavolta sono dolori!” affermò l’uomo lottando per entrare. La ragazza era più sottile di lui, era passata facilmente. L’ingombro della pistola gli rendeva difficoltosa la manovra, così se la tolse e ficcò la fondina fra i denti. Non aveva la minima intenzione di usarla normalmente, figurarsi su di lei! Ma poteva sempre servire…gliela potrei dare in testa fino a farle entrare un po’ di buon senso in quella zucca vuota!

Mentre scivolava all’interno con la grazia di un ippopotamo rabbioso, il vecchietto lo guardò con l’occhio a mezz’asta e biascicò qualcosa.

“Me ne vado subito, il tempo di prendere quella ragazzina e portarla a casa...ahio!”

Ford si portò una mano alla testa, nel punto in cui l’aveva colpito il vecchio.

“Lascia stare la mia Katrina” lo minacciò con mano tremante e il bastone sul punto di colpire di nuovo

“Calma nonno e non farmi incazzare, sennò le do anche a te!” urlò schivando un colpo e fiondandosi fuori della stanza.

La porta sbattuta dell’appartamento lo fece girare verso l’uscio esterno che spalancò in tempo per vedere la ragazza scivolare giù dalle scale.

E mo ti frego io! Pensò scivolando lungo il corrimano cercando di ricordarsi che alla fine di quei cosi, c’era sempre una palla d’ottone per farti sbattere le palle contro!

 

Natalie lo sentì dietro di lei e si distrasse: inciampò dando una schienata contro il muro e finendo a terra, per fortuna due gradini prima del pianerottolo.  

“Adesso sono dolori!” Ford l’afferrò giusto in tempo ma la sentì cadere a terra come un sacco di patate.

“Caviglia…cazzo, la caviglia!” piagnucolò tenendosi la gamba con gli occhi che stillavano lacrime.

“E’ tutta colpa tua!!”

“Potevi evitare di scappare. Mi sa che è slogata” affermò tastandola e posando a terra la fondina con la pistola in bella mostra.

Ma che bella novità! Cavolo Ford, sei sveglio!” affermò alla ragazza stendendo la gamba mentre la toccava “ahio, piano”

“Devi smetterla di scappare di casa, non posso rincorrere sempre!” la rimproverò guardandola arrabbiato.

Natalie lo fissò risentita e con l’orgoglio sotto le scarpe: afferrò la pistola con tutta la fondina e gliela puntò contro, abbassando immediatamente il braccio. Ma quanto pesa?

Ford la guardò incredulo e gli venne da ridere per il suo tentativo assurdo e infantile di fargli paura. Neanche riusciva a reggerla in mano!

“Va bene, ti sei divertita abbastanza” esclamò allungando la mano per farsela ridare.

Natalie gliela porse a modo suo: tirandogliela in testa e facendogli un male cane!

Ma sei scema?!” le urlò contro massaggiandosi il punto colpito, l’esatta posizione in cui l’aveva bastonato il vecchietto.

Una goccia d’odio e di risentimento stillò dal fondo dei suoi occhi, ma un attimo dopo la vide rabbuiarsi “con la caviglia slogata non posso più scappare...contento?” gli domandò con la voce bassa e quasi stridula, le labbra atteggiate in un broncio da bambina.

Mica tanto, mi danno un sacco di soldi i tuoi” le rispose con un sorriso deficiente, rimediandosi una parolaccia che non credeva sarebbe mai uscita da quelle labbrucce delicate.

“Ohi bimba, modera il linguaggio!” l’avvertì con la pazienza in rapido declino.

 

“Sennò?” lo sfidò protendendosi contro di lui e ringhiandogli in faccia “sempre un grande stronzo rompimaroni rimani! Ma perché ti hanno messo sulla mia strada, diosanto!!” esclamò frustrata mentre Ford la guardava in rabbioso silenzio.

Sei troppo viziata, sai? Fossi stato il tuo vecchio ti avrei lasciato al tuo destino. Se ti piace vivere in strada, poi non lamentarti dei pidocchi”

Ohh, ma sta zitto, fesso!”

Un attimo dopo si sentì sollevare e prendere in braccio. Meravigliata, si aggrappò istintivamente a lui per non cadere. “Beh? E questo che significa?!”

“Secondo te?”

“Se mi riporti a casa, fra un mese riscappo” lo avvertì con un certo divertimento nella voce “prima o poi i miei finiranno i soldi e non potranno più assumerti, così io sarò libera di vivere la mia vita, senza più nessuno a dirmi cosa devo fare e come devo comportarmi!”

“Bla bla bla! Sei monotona e ripetitiva!” la prese in giro rimediandosi un’altra parolaccia. “Il momento in cui finiranno i soldi, ti verrò a cercare gratis” le ridacchiò in faccia portandola verso la macchina e posandola a terra, mentre lei si sorreggeva su un piede solo.

Natalie lo guardò esausta e rassegnata “non mi libererò mai di te”

“Mai!”

 

***

 

Natalie l’osservava col muso e l’aria omicida mentre faceva avanti e indietro nella sua stanza d’albergo “tanto non posso scappare, potresti anche andartene fuori dai piedi” sibilò all’indirizzo dell’uomo che l’aveva mollata nella prima stanza libera e ed era scomparso per una mezz’oretta, il tempo di farsi una doccia, cambiarsi e cercare il necessario per la sua povera caviglia.

 

Ovviamente l’aveva rinchiusa dentro portandosi via la chiave.

 

Una cosa che Natalie odiava era stare chiusa nelle stanze senza via di fuga. Anche a casa era così: la porta della sua camera da letto rimaneva sempre aperta, salvo rare occasioni in cui si limitava ad accostarla quel tanto che bastava per escludere la vista dal corridoio principe.

 

Un altro fattore che Natalie non sopportava, erano i 28 gradi fuori e l’impossibilità di farsi una doccia fredda. Aveva corso e sudato e si sentiva sporca e a disagio a stare vicino a quel tipo che profumava come un pupetto.

Magari ti va negli occhi, quel bagnoschiuma, ringhiava dentro di se lanciandogli occhiatacce che si sommavano sul suo bel viso e la rendevano simile ad un’arpia digiuna da anni di carne umana.

 

“Mi piace stare qui. C’è un bel venticello che entra dalla finestra” affermò sbattendo una bustina di ghiaccio istantaneo sul muro e facendola balzare.

Un secondo dopo rabbrividì per il freddo lungo la gamba che le stava anestetizzando il piede e la caviglia.

Che goduria!” sospirò sentendo meno male e amando, per una frazione di secondo, il suo carceriere divertito e palesemente distratto dalle gambe scoperte.

Natalie se ne accorse e imbarazzata tirò giù la gonna “ma di un po’, non sei troppo vecchio per guardare le ragazze?”

“Vaffanculo” le rispose spostando il ghiaccio e afferrando una pomata che lesse distrattamente. “Ma si..” Sussurrò spremendola sopra la pelle liscia della caviglia.

“Come ‘ma si’? E se fosse una crema per le emorroidi?!” lo stuzzicò acidamente, cercando di rendersi il più sgradevole possibile.

Che signorina!” ridacchiò leggendo il bugiardino “toh, ho sbagliato. Muterai come una Salmonella e ti verranno le squame verdi sulla caviglia”

“Cretino” sibilò addossandosi al cuscino schiacciato contro la parete e stette a guardarlo un po’ divertita “fortuna che mi ero rasata le gambe” affermò facendolo fermare con una smorfia depressa.

“Ho una buona opinione di te, sotto sotto. Me le stai facendo cadere a terra”

“Bene!” ridacchiò muovendo appena l’altra gamba e guardando con attenzione cosa stesse facendo.

“Tutti hanno una buona opinione di me, tutti! Ma io non sono così!” sbottò facendogli alzare gli occhi.

E il motivo per cui scappa di casa? Si domandò fermandosi e aspettando che continuasse.

 

Una cosa che aveva imparato Ford nel corso degli anni, era starsene in silenzio mentre la gente, soprattutto le donne, ciarlava. In mezzo alle cazzate e alle pippe mentali di ognuna di loro, veniva sempre fuori qualcosa di fondamentale.

E Natalie non faceva eccezione.

Gli dava l’idea che fosse sempre sul punto di esplodere. Sarebbe bastata una parola o un gesto…si, ma quale? Si domandò scrutandola intensamente.   

 

“Mi trattano tutti come una ragazzina deficiente che non sa cosa vuole dalla vita..”singhiozzò con lo sguardo perso nel vuoto. “Mia madre mi consiglia ancora i vestiti da comprare e come comportarmi e tutti nel quartiere mi giudicano la dolcissima Natalie Portman gloria e vanto della famiglia’…ma che ne sanno loro!” esclamò con forza. “Io non dolce, sono stronza e maleducata e ..

Si si..” La interruppe un po’ annoiato.

Anche tu mi giudichi una ragazzina!” gli urlò contro infuriata.

“Per forza: invece di dire a tua madre che fanno cagare i vestiti che ti compra, continui a scappare” borbottò sbuffando per quella sciocchezza “Natalie, finora t’è andata bene, fin troppo. I pericoli sono tanti e tu sei una bella ragazza che gira sola e senza un soldo in tasca: la preda perfetta per un sacco di teste di cazzo arrapate”

 

Natalie lo stette ad ascoltare veramente. In sostanza, erano le stesse cose che le dicevano i genitori, ma essendo Ford un estraneo, i suoi discorsi assumevano un’altra prospettiva.

 

“…non sai mai chi può capitarti d’incontrare! Il drogato che cerca di derubarti per farsi una dose, un pazzo che cerca di violentarti all’uscita dal lavoro…sono tutte cose che devi mettere in conto prima di darti alle grandi fughe!” le ripetè sentendosi un po’ pedante.

Si lo so...però…”

Però non esiste. Esiste sapersi difendere e usare il cervello…e sotto quei capelli ce n’è poco” ribattè con forza rendendosi conto che pendeva dalle sue labbra. Forte, pensò tacendo e ingoiando un po’ di saliva, qualcuno che mi ascolta…mai capitato.

“Ehi Ford..

“Mh?”

Ce l’hai la ragazza?

“No”

“Ho capito il perchè!” affermò assaporando le sue dita che si muovevano nuovamente sulla caviglia.

Ho parlato a vuoto, pensò sbuffando. Niente da fare, certe tipe non impareranno mai! Dovrà sbatterci la testa contro prima di..

“Io...ho capito” sussurrò facendolo fermare. “ Starò più attenta, ci proverò” Natalie lo fissò per un breve attimo e girò la testa da un'altra parte imbarazzata.

Alleluia. Mi sono guadagnato il paradiso con questo! “Bene…allora se hai capito, ripeti!”

 

La ragazza lo fissò e scoppiò in una risata.

“Guarda che non sto scherzando” borbottò lanciandole un’occhiata mentre afferrava la benda per fasciarle stretta la caviglia.

“Ok..” Sospirò sostandosi dalla posizione che aveva tenuto troppo a lungo. Le formicolava il sedere e tutta l’altra gamba a forza di stare in quel modo contorto per non farsi guardare sotto la gonna.

Afferrò un cuscino e lo ficcò fra le gambe incrociando quella sana sotto l’altra.

“Allora; non devo dare retta agli sconosciuti, devo stare attenta ai drogati e ai pazzi stupratori e ai datori di lavoro viscidi, non devo andare in giro da sola di notte… e poi…no, non c’era un poi era tutto qui” finì senza rendersi conto di come la stesse guardando Ford mentre compiva quella manovra.

Porca miseria, pensò per una frazione di secondo, ma questa come si muove ti arrapa da matti!

 

“Ford?”

La guardò distrattamente continuando a fissare il cuscino e tornò la fare quello che stava facendo senza emettere un fiato mentre spregevoli immagini di lui e Natalie gli correvano in testa…neanche tanto squallide! 

Perché non hai la ragazza? A parte il fatto che sei un rompipalle, a me sembri normale”

“Tu ce l’hai?” figurati, me lo sto chiedendo anche io da secoli.

Natalie scosse la testa con lo sguardo perso nel vuoto “no…cioè ce l’avevo. Uno che piaceva ai miei”

E a te?” le domandò fermandosi un’altra volta. Ci stava mettendo un sacco di tempo a svolgere quel lavoro da due minuti stiracchiati. C’era qualcosa sotto: ad ogni domanda si fermava e ci pensava su...e di conseguenza e teneva le mani più a lungo addosso.

Non che a Natalie dispiacesse.

“Si...all’inizio si. Poi ho capito che non era il mio tipo”

E qual è il tuo tipo?” Che cazzo di domanda. Che cazzo di conversazione!

 

Natalie non gli rispose, limitandosi a girare la testa verso la finestra. “No lo so” mentì con la voce dura. Fissò la cicatrice che correva sul volto e poi lo guardò dritto negli occhi scorgendovi qualcosa che non avrebbe voluto. E’ a disagio per quello sfregio.

Ingrugnato in quel modo, sembrava ancora più cattivo e quando lo vide strusciarsi una mano sulla palpebra, innervosito dall’esame prolungato, scoppiò a ridere “secondo me non hai la donna perché sei un polemico della madonna”

Anche” ammise a mezza bocca, girando con cautela la fascetta bianca attorno alla caviglia gonfia, le labbra strette. Ancora non aveva finito?

“Smettila, non ci si fa neanche caso”

Ford avvampò e si fermò mordendosi la lingua per non mandarcela. Non ci si fa caso?!

“Secondo me, ti da un sacco di fascino”

“Ora che me l’hai detto, posso morire in pace” ribattè sarcastico muovendosi più velocemente e facendole male.

Natalie non disse niente anche se la voglia di prenderlo a ceffoni premeva. “Se ti da tanto fastidio, perchè non te la fai togliere?” gli chiese acidamente irrigidendo la gamba.

“Allergia agli anestetici!” ribattè duro “fatti i cazzi tuoi, Natalie”

“Stronzo scontroso” sussurrò a mezza bocca fulminandosi a vicenda con lo sguardo.

Tacque per non alimentare il fuoco della discordia e mise il broncio continuando a fissarlo.

Sei carino lo stesso, anche con quel taglietto a malapena visibile”

“Non dire stronzate e dimmi se ti faccio male” ribattè senza ascoltarla per non sentire il tono dolce che aveva assunto la sua voce e senza scorgere l’occhiata tenera che gli stava lanciando, troppo preso da se stesso e dall’orgoglio ferito...e dalla vergogna di portarsi in faccia della cicatrice che gli ricordava ogni giorno quanto fosse stato stronzo con Jordan.

 

“No, non mi fai male..

 

Quella negazione fu quasi sospirata, tanto da farlo fermare e alzare gli occhi. Natalie lo stava guardando con le labbra socchiuse e una strana espressione sul volto, accarezzandosi il collo e scostando i capelli che le ricadevano su una spalla.

Rimase qualche istante a fissarla, le dita avvolte attorno alla fascetta che aveva solo bisogno di un nodino per restare al proprio posto.

Natalie gli sorrise inclinando un altro po’ il collo, la mano infilata fra le ciocche a grattare la pelle…le piaceva che la guardasse in quel modo, nessuno la guardava mai così. Allungò una mano e gli scompigliò i capelli sulla fronte, scivolando leggera sul taglio e sulla guancia. “Si...molto carino lo stesso”

Ford si affrettò a finire il lavoro, improvvisamente nervoso: si doveva allontanare il più presto possibile da lei e dalla sua disperazione che lo risucchiava quando le stava troppo vicino, lontano da quella scintilla che le brillava in fondo agli occhi e lo irretiva. Ma che aveva di speciale da ridurlo in quel modo? Si domandò uscendo dalla stanza, volgarmente eccitato come se gli avesse detto qualcosa di scabroso, invece di quell’innocuo complimento. Non era innocuo, mi ha letteralmente ammazzato! Merda merda merda!

  
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