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Autore: kannuki    05/07/2005    5 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non glielo doveva fare

Non glielo doveva fare! Che le saltava in mente di dirgli quelno’ in quel modo? Si domandava andando su e giù per la stanza come una bestia in gabbia. Merda merda merda! Pensò un’altra volta sbattendo la fronte contro il muro: non puoi farlo, non la devi neanche guardare, non la devi pensare e non la devi immaginare nuda! Si ripeteva a pappagallo più e più volte.

 

Ormai si era fatta sera e lui era stato tutto il tempo a farsi il lavaggio del cervello.

E aveva capito una cosa sola: Natalie l’attraeva parecchio, ma non poteva certo…non poteva…vero che non poteva?! Si chiese d’un tratto fermandosi e sospirando forte.

 

E’ piccola

E’ più che maggiorenne

Non posso.

Gli sguardi valgono più di mille parole!

 

“Un cazzo!” sbuffò sentendo bussare alla porta caracollando verso di essa. La spalancò trovando Natalie aggrappata allo stipite e con la caviglia alzata, in bilico come un fenicottero “ho fame, perché non vai da Mac a comprare del grasso cibo?” gli domandò saettando lo sguardo su di lui, sull’occhio iniettato di sangue e l’aria sconvolta “Hai una faccia..” Sussurrò allungando una mano e vedendolo saltare all’indietro come una molla.

Lo osservò afferrare la giacca e il portafogli e passarle accanto in silenzio, il nervosismo quasi tangibile.

“Un Bic Mac, grazie” gli disse alzando appena la voce e chiedendosi se l’avesse sentita. Restò a guardarlo allontanarsi e si affacciò alla finestra giusto in tempo per incontrare il suo sguardo nero come la pece e visibilmente incazzato sollevato verso la sua stanza.

Centro io? Si domandò sentendosi terribilmente dispiaciuta all’idea.

 

La cena ipercalorica non le era piaceva poi molto. Inoltre, l’aveva consumata da sola, diversamente da come aveva sperato: Ford gliel’aveva messa in mano e se n’era andato senza neanche farle compagnia…che rottura di palle! Pensò spegnendo la televisione piccola che si trovava nella camera e scendendo dal letto. Si affacciò alla finestra e stette un po’ a guardare le stelle. Poche e coperte da nuvole, pensò gettando uno sguardo in strada.

Però…girava un sacco di gente in quel motel.

Stette per un po’ a guardare il via vai e le coppie clandestine e non, chiedendosi se Ford non l’avesse portata in un albergo equivoco intenzionalmente.

Scrutò interessata ad una coppia che si baciava appassionatamente fuori da una macchina e sospirò sentendo una punta d’invidia acuminata. Si nascose dietro la tenda orrida con dei ricami osceni sopra. Mamma mia, la vedesse la vecchia Emily, darebbe subito di matto, sghignazzò riferendosi alla madre.

Ci danno dentro sti due, pensò sbirciando sempre di più la coppietta che non si decideva a smetterla. Quando vide l’uomo alzare la gonna della partner, Natalie restò congelata, osservando minuziosamente ogni minimo gesto dei due amanti che non si facevano scrupolo a palpeggiarsi in pubblico. Non c’era nessuno in quel momento ma se fossero arrivati e li avessero sorpresi? Che gli veniva in mente di dare spettacolo in quel modo? Lei sarebbe sprofondata dalla vergogna anche solo a baciare un ragazzo in strada… figurarsi…

No, aspetta un attimo...che sto dicendo? Natalie si bloccò soprappensiero. Quelle erano parole di sua madre, non centravano niente con lei! Lei l’avrebbe baciato davanti a tutti, l’avrebbe stretto fino a farsi venire un crampo alle braccia…però...beh, non l’avrebbe palpeggiato in quel modo all’aperto.

In una stanza si! Ridacchiò tornando a fissare i due. Interessante faccenda, si danno da fare! Si mise comoda e osservò con un sorrisetto malandrino lo svolgersi dell’ impresa che diventava sempre più rovente.

Per un bieco momento si sentì una stupida guardona, poi alzò le spalle e la curiosità prese il sopravvento, inchiodandola alla scena.

Catturò con lo sguardo ogni minimo trasalimento del volto della donna e i movimenti del bacino dell’uomo…era provocante e seducente…

Natalie si scoprì ad ansimare per un attimo, fitte di piacere che le correvano ovunque e si aggrappò alla tenda, rendendosi conto che per tutto il tempo aveva immaginato di essere al posto di quella donna e che l’uomo fosse…

Ma quando mai! Spero che cada una folgore dal cielo e fulmini uno dei due! Pensò malignamente imbronciandosi e staccandosi dalla finestra.

Se mi sentissero, se sapessero cosa penso davvero di ognuno di loro, non mi giudicherebbero più come ‘la dolce Natalie’!

Sua madre che sfornava torte su torte e si dava alla beneficenza per non badare al marito che preferiva il lavoro alla propria donna - e ti credo, è isterica - Xavier che le allontanava tutti i ragazzi di torno e quasi la comandava come fosse la propria ragazza…e tutte le amiche...lasciamole perdere quelle! Sono il prodotto di una mediocre borghesia menzognera basata sulla politica dell’apparire a tutti i costi. Si disse scostandosi dalla finestra e tornando sul letto.

Andiamo a dare fastidio a Ford, decise zompettando fuori della stanza dopo averlo convito a non chiuderla dentro.

Bussò piano un paio di volte ma lui non le rispose. Starà dormendo, pensò, fermandosi quando sentì la porta aprirsi piano.

Che ci fai in giro?” le domandò bruscamente lasciando la porta socchiusa e dandole una discreta vista della sua persona seminuda.

Gli occhi di Natalie s’incollarono a livello del torace e risalirono con molta difficoltà agli occhi

“Mi annoiavo e pensavo di..” S’interruppe quando la lasciò sola e se ne tornò dentro, interrompendo il suo stentato monologo.

Ma che…

Quando tornò, era vestito, cosa che le creò un leggero disappunto “pensavo di venirmi ad annoiare da te” concluse con voce atona. Antipatico!

“Dormi”

“Non ho sonno”

“Guarda la televisione”

“Non fanno niente”

Che novità, non fanno mai un cazzo in tv!”esclamò con forza fissandola da capo a piedi. “Vabbè, entra” borbottò rassegnato e per nulla intenzionato a discutere. Era devastato dalla scoperta del suo interesse per Natalie! 

“Grazie. Che stavi facendo?”

“Pensavo e spiavo due che stavano scopando sotto la mia finestra”

“Mh…ah sì, li ho visti anche io. A cosa pensavi?” gli domandò in fibrillazione…gusti in comune! Gusti in comune!

Ford alzò le sopracciglia velocemente “svergognata guardona. Non credevo che passassi il tuo tempo a fare la voyeur

“Beh, tu hai fatto la stessa cosa” ribattè sentendosi arrossire.

Ma io sono un disgraziato voyeur!” affermò malizioso alzando le spalle “erano più interessanti delle televendite della tv ma alla fine mi hanno annoiato anche loro”

“Io li ho trovati interessanti…istruttivi soprattutto” che cacchio sto dicendo?! Si domandò facendo una smorfia comica.

“Mah! In piedi in un parcheggio…che squallore.” Sentenziò senza guardarla e senza ricordarsi con chi stava parlando.

“Se erano istruttivi quelli, stai messa male, bella. Guarda gli accoppiamenti del National Geographic, al posto…”

“Ford!!!” sbottò rossa da morire “finiscila”

“Perché?” borbottò guardandola senza capire “spiare si e parlarne no? Sei strana”

“Non sono strana, sono in imbarazzo. Non parlo di sesso con le mie amiche, figurarsi…con te!”

Ford la guardò un po’ allibito “e che cavolo fate tutto il giorno?”

“Parliamo d’altro” affermò guardandosi in giro “e ti ricordo che sono perennemente in fuga, progetto piani su piani e non ho tempo di pensarci…e se ti sei vestito per me, non ce n’era alcun bisogno” bofonchiò vedendo la tele accesa e il telecomando abbandonato sul letto.

“Certo”mormorò senza prestarle ascolto: era troppo distratto per occuparsi della sua ospite, così tornò a fare quello che stava facendo davvero.

“Rebus?” gli domandò strisciando sul letto fino a lui e abbassando la testa sul disegno.

Ford la guardò per qualche istante e non si mosse mentre col braccio sfiorava il suo e gli spostava la mano per leggere meglio “non c’ho mai capito niente”

“Neanche io” borbottò col cuore che martellava nel petto. Non riusciva a pensare altro che a saltargli addosso! 

E allora perché li fai?” ridacchiò alzando lo sguardo e incollandosi ai suoi occhi che la fissavano n pò troppo intensamente. Natalie sentì crescere l’agitazione e si spostò di qualche centimetro. Fine del pensiero porcello. La realtà è bene diversa, pensò rinchiudendosi su se stessa. Se ci avesse provato, molto probabilmente si sarebbe data alla fuga…era quella, la triste verità!

“Non li faccio, li guardo” rispose gettandolo da una parte distrattamente.

Natalie guardò la penna rotolare fin al bordo del materasso e cadere a terra. Quando Ford si chinò a raccoglierla, lo fissò per qualche istante chiedendosi come sarebbe stato se l’avesse baciata...e abbracciata…sicuramente bellissimo, si disse quando riemerse e tornò a fissarla come prima.

 “Ti fanno pensare…”cominciò ma la sua attenzione fu distratta da qualcosa di rosso appoggiato in un angolo “Che ci fa un cartello stradale qua dentro?!” domandò allucinata e col sorriso negli occhi “anche quello ti fa pensare?!” sghignazzò indicando il segnale di senso vietato.

 

Quello più di tutti” affermò sorridendo a sua volta per il divertimento genuino della ragazza.

“Ne voglio uno anche io da appendere in camera!”

“La prossima volta, te ne porto uno” le promise pensando che se avesse ribeccato Gershow, lo avrebbe costretto a staccarne uno per sbatterglielo poi in testa.

 

Natalie lo guardò sorpresa…la prossima volta? Quindi sapeva che sarebbe riscappata prima a poi?

Ford contemplò la sua bella ospite con un groppo in gola. La notte le faceva da sfondo e la luce che entrava dalla finestra illuminava i capelli tracciando una sagoma chiara attorno al suo corpo. Gli era piombata di punto in bianco in camera, ammettendo di aver spiato una coppietta che scopava, cosa che non avrebbe assolutamente dovuto dirgli e poi era arrossita come aveva nominato la parola sesso. Non ce la posso fare. O se ne va lei o me ne vado io!

Che c’è?” gli domandò a disagio “anche io ti faccio pensare?” azzardò a bassa voce, un pò traballante.

“No” mormorò soprappensiero, la voce un po’ roca “tu non mi fai pensare…mi fai impazzire”

 

Natalie lo fissò a bocca aperta perché di doppi sensi in quella frase ce n’erano abbastanza da farle costruire un castello in aria, comprensivo di Centro Commerciale e mega parcheggio multi piano. Scese un silenzio opprimente mentre si fissavano a vicenda e quando Ford si mosse, le fece prendere un colpo.

Immagini scandalose e maialine le vorticarono in testa; immaginò la scena come se la stesse vivendo: lui che la bacia, la stendeva sul letto e cominciava a fare l’amore con lei…

 

Ford allungò la mano e afferrò il telecomando, accendendo la tivù e ponendo un muro di voci e immagini fra loro che la impietrirono.

“Con c’è mai niente il giovedì sera”commentò distratto dai programmi.

Doveva distrarsi o quei jeans che indossava non avrebbero retto la sua follia perversa. Nella sua mente l’aveva già violentata 4 volte da quando le aveva fasciato la caviglia...e in 4 ore, 4 volte sono tante.

Poi si sentì una merda per aver pensato a lei in quel modo e si rinchiuse in un mutismo estremo.

Natalie scese dal letto e zampettò fino alla porta augurandogli la buonanotte a mezza bocca, adducendo la scusa del sonno improvviso. Lui mugolò unnotte’ con talmente tanto disinteresse che le fece cadere le braccia a terra.

Peggio di così non poteva andare, si disse una volta sola nella propria stanza. E io che avevo sperato…al diavolo, certe cose succedono solo nei film o alle altre…non a me!

 

Ford aspettò che la porta si fosse chiusa e Natalie allontanata per prendere a capocciate il cuscino con la nuca.

Però! Bella resistenza! Dovresti essere fiero di te per non esserle saltato addosso, si disse facendo una smorfia ed emettendo un suono molto simile al mugolio di una bestia in fin di vita.

Un coglione, un vero coglione!

 

****

 

Natalie osservò con crescente dispiacere il vialetto di casa sua che si avvicinava inesorabile.

Ford non aveva emesso un fiato durante tutto quel tempo e lei gli aveva dato man forte tenendo lo sguardo fisso fuori del finestrino.

Quando parlò, la sua corazza di nervosismo s’infranse come un vetro. “Vado fuori città. Cerca di non scappare un’altra volta, non posso venirti a recuperare”

Aveva parlato in fretta come se avesse avuto paura di bloccarsi a metà.

“Bene, allora lo farò sicuramente” affermò con la voce contratta e mordendo il labbro prima di dirgli ciò che pensava di lui. Si voltò lentamente, ford teneva gli occhi fissi sul parabbrezza, le mani che stringevano il volante. Spense la macchina e si voltò, alzando un dito e puntandoglielo addosso “Non osare dirlo anche stavolta”

Natalie sorrise lo stesso “tanto riscappo!” Sogghignò osservando la sua mano che frugava nel cruscotto. Scribacchiò un numero in fretta, porgendoglielo senza guardarla “se ti viene l’impulso di darti alla fuga, chiamami. Ti faccio passare la voglia di fare la stupida sventata senza fissa dimora” le disse a mezza bocca.

La ragazza lo prese e restò a guardare il bigliettino senza parlare. Si voltò a fissare il cartello stradale sul sedile posteriore e alzò velocemente le sopracciglia “ma davvero ti aiuta a pensare?”

“Si” rispose distratto, giocando con il portachiavi della macchina.

“Pensi molto?”

“Non abbastanza” mormorò appoggiandosi al volante “dai, ti aiuto a scendere”

“Non c’è …” Natalie s’interruppe mentre smontava velocemente, faceva il giro dell’auto e le apriva la portiera “…bisogno” sussurrò mettendo un piede a terra e aggrappandosi a lui per non cadere. La  strinse per qualche istante mentre riacquistava l’equilibrio necessario, sentendo sotto le dita la corporatura snella della ragazza che si contraeva, smontando dall’abitacolo e si rilassava, una volta in piedi. 

Se non ce la fai a camminare, ti do una mano” le disse mentre Natalie gli passava un braccio attorno alle spalle e sorrideva “semmai un piede! Ma non potevi essere un po’ più basso, non ci arrivo fin lassù” ridacchiò fermandoli entrambi.

La contemplò intensamente per qualche istante, facendole venire un groppo in gola. Natalie contrasse le dita, artigliandogli la giacca e mosse le labbra, titubante “Ford..

 

“Tesoro!”

 

Natalie si staccò alla velocità della luce sentendo la voce della madre e si aggrappò alla macchina per non cadere. “Ciao mamma” va a quel paese, madre del cavolo che capiti sempre nei momenti meno opportuni!

Ford la lasciò andare, scostandosi e abbassando gli occhi sulla madre della ragazza che ormai lo trattava come uno di famiglia “Salve, Emily”

La donna gli diede un buffetto affettuoso sul braccio e si dedicò subito alla figlia che continuava a fissarlo mettendolo a disagio.

“Spero di non rivederti tanto presto” le disse a mezza bocca tornando verso il sedile del guidatore. Mise in moto senza rispondere al suo silenzioso richiamo…vero o no? Me lo sarò immaginato?

Natalie lo osservò mentre si allontanava, abbassando la caviglia. Non c’era più bisogno di fingere che le facesse così male. Voltò le spalle alla madre e s’incamminò verso casa, rinchiudendosi nella sua stanza che era rimasta identica a quando l’aveva lasciata ma con meno disordine in giro. Infilò una mano fra i maglioncini nell’ultimo cassetto in basso della cassettiera e afferrò il diario che vi aveva occultato prima di scappare. La prossima volta l’avrebbe portato con se ma le piaceva di più usare il registratore tascabile per annotare i suoi pensieri.

Natalie teneva un diario segreto come un’adolescente: le sue amiche scrivevano al computer ma lei era una romanticona vecchio stile e preferiva ancora la penna e la carta profumata alle meraviglie della tecnologia.

Afferrò il bigliettino col numero di Ford e lo adagiò nel mezzo, chiudendo le pagine con uno schiocco secco.  

Poi prese il cd che aveva comprato e lo mise nel lettore, infilando gli auricolari e si sedette sul letto spostando con rabbia i peluche ammassati sopra; era arrivata l’ora di sbarazzarsi di quella roba, non era più una ragazzina.

Si sdraiò di botto e sospirò…forse lo era, si...lo era…e si era presa una brutta sbadata…

 

Please believe me, Natalie, Listen Natalie, This is your last chance.. God help me somehow

There's no time for survival left, The time is now...’

 

Si girò su un fianco, scalciando via le scarpe. Alzò la musica, strusciandosi il dorso della mano sulle guance…che strano, le veniva da piangere e non sapeva perchè.

 

Ford guidò per dieci chilometri trattenendo il fiato, la macchina lanciata a 110 su una strada extraurbana in cui il limite era di 90. Poi si afflosciò sul volante, grattandosi la fronte e chiedendosi se l’avrebbe mai più rivista…se scappa un’altra volta…

Tirò il freno a mano e la sua attenzione fu attratta da un braccialetto - che non era suo - abbandonato sul sedile del passeggero.

Lo prese e ci giocherellò per un attimo, mettendolo in tasca.

 

Ecco la scusa ufficiale per rivederla!

 

  
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