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Autore: La Fleur    11/02/2010    5 recensioni
Allysia è una giovane strega a cui manca poco per diventare maggiorenne e liberarsi completamente dalle restrizioni che la famiglia e la scuola privata le impongono. Per frenare la sua esuberanza, eccessiva in una famiglia d'alto rango come la sua, i genitori la allontanano dalle "cattive compagnie" e dalla Scozia, e la mandano a vivere a casa del cugino Ephram(niente poco di meno che in America), che è destinato a succedere al padre come capofamiglia: peccato che la sua vita nel mondo come noi lo conosciamo risulterebbe tutt'altro che limpida agli occhi dei suoi parenti! Come capofamiglia è destinato infatti a sposare una persona di sangue magico, non con una semplice umana... Ma Ephram è innamorato di Charlotte, con cui intreccia una storia romantica, e che non sa nulla della sua "abilità" magica, né della famiglia da cui lui proviene e a cui è destinato a tornare un giorno. Boone è il fratello di Charlotte ed è un buon amico di Ephram nella vita normale, Andrew è l'ultimo dei coinquilini della grande casa che i personaggi della storia si dividono; ha un carattere allegro e piuttosto particolare, che gli frutta reazioni differenti da ognuno degli altri inquilini. Gli altri personaggi (e sono molti) verranno presentati man mano nella narrazione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Serie dei Maghi di scozia, ovvero, Allysia e dintorni!'
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Fuori uno

Fuori uno!



<< Avevo ragione o no?>> sorrise Ephram.
Stava fissando fuori dalla finestra che dava sul giardino innevato. Ally, in tenuta invernale, aveva appena ridacchiato mentre i gattini giocavano, Coone perfettamente ambientato alla neve alta, Famiglio sprofondandoci dentro. Era stato quello che aveva fatto sorridere la giovane Strega. Ora aveva preso in braccio di slancio il minuscolo animale per non farlo bagnare ulteriormente.
Ephram si voltò verso il Fantasma, che stava annuendo accanto a lui.
Erano passati quattro giorni, e con essi il Natale. Era il 27 Dicembre e Ally era migliorata tantissimo dal suo arrivo. Adesso era meno assente di prima e riusciva addirittura a interessarsi all'ambiente esterno, che prima la terrorizzava.
<< Ma non è ancora uscita di casa...>> obiettò Lord Churchill con la sua voce leggermente cavernosa.
<< Datemi tempo, milord. Le mura del giardino sono alte, e per adesso le va bene così. Ma entro l'inizio della scuola farò di lei una persona equilibrata. Me lo sono giurato.>> rispose deciso. Gli venne in mente una citazione da Romeo e Giulietta: Sulle ali dell'amore ho superato queste mura.... L'aveva pronunciata Charlotte la prima volta che era entrata in casa, quando ancora non si conoscevano e lui non aveva idea di nulla della vita dei Normali. L'aveva apostrofata chiedendole come avesse fatto a entrare in casa sua, e lei gli aveva tranquillamente spiegato che quella casa era divisa in quattro parti, due delle quali erano sua e di suo fratello Boone, che sarebbe arrivato nel pomeriggio. Gli aveva mostrato il contratto, spiegandogli i punti che lui non aveva avuto il coraggio di farsi chiarire all'agenzia, e gli aveva fatto un bel sorriso. Coone le si era strusciato addosso appena aveva messo piede in casa, dichiarandole un improvviso quanto imperituro amore. E anche lui l'aveva amata subito. Sorrise a quel ricordo, poi strinse le mani a pugno. Avrebbe fatto fuori il Fantasma quanto prima. Di sicuro, prima che la sua Lotte tornasse a casa e scoprisse chi era lui.

Due giorni dopo, Ephram aggrottò le sopracciglia per l’ennesima volta, rendendosi conto che il Fantasma innervosiva non solo il piccolo, debole Famiglio, ma anche Coone… e anche lui, per la maniera in cui sorvegliava continuamente Ally. Aveva l'impressione che evitasse di lasciarla sola non per aiutarla, bensì per impedirle di riprendersi.
Il che era assurdo, visto che le anime che si votavano a una Casa in cambio dell'eternità esistevano solo per proteggere i membri della Famiglia.
Ma lui non riusciva a fidarsi lo stesso.
Anche Famiglio e Coon stavano diventando insofferenti. Il suo Catalizzatore lo guardava come per suggerirgli qualcosa di fondamentale, che lui non riusciva ancora a cogliere.
<< Milord, ve ne prego, riposate adesso. Ally mi sembra sufficientemente tranquilla.>> lo aveva detto in tono inequivocabilmente gentile, per cui il lampo di rabbia che  passò nelle pupille opache del Fantasma era doppiamente ingiustificato.
<< Ma io...>> cominciò a protestare Lord Churchill, ma Ephram alzò un braccio.
<< Vi comando di entrare nel Cofanetto fino a mio nuovo ordine. Non intendo... farvi sgobbare tanto.>>
Il Fantasma annuì e scomparve. Ephram attese che il Cofanetto incantato si richiudesse e sospirò: i Fantasmi sono assoggettati agli ordini dei loro Padroni. In quanto futuro Capofamiglia, aveva pieno diritto di esercitare la sua autorità in quel modo. Peccato che avesse scoperto di odiare quella prospettiva.
Si recò a passo svelto verso Ally, che stava leggendo in un angolo un libro di meccanica: gli aveva detto che leggere manuali su cose pratiche la aiutava a concentrarsi su cose pratiche.
Ally non voleva ricordare nulla. Ma lui aveva bisogno di informazioni.
<< Ehi, Allysia?>>
Attese che lei sollevasse lo sguardo, poi la fissò attentamente.
<< Ho messo via il Fantasma per un po'.>>
<< Oh!>> la ragazza annuì, un po’ confusa.
<< C'è qualche domanda che vorresti farmi adesso che lui non c'è? Ho l'impressione che tu non ti senta perfettamente libera, con lui intorno. Però adesso rifletti un po', e chiedimi pure ciò che vuoi.>>
Per un attimo, mentre il silenzio si prolungava di minuto in minuto, temette di averla fatta tornare nel suo buco di sofferente incoscienza. Infine, un piccolo bagliore si accese negli occhi verde menta, e Ally posò il libro.
<< Perchè quelli come noi odiano i Guaritori?>>
Non se lo aspettava. La prima domanda indipendente di Ally era quello? Una domanda sul suo aguzzino?
Forse, nel delirio, ha dimenticato cosa le è successo...
Si apprestò a rispondere, cercando di essere chiaro senza ferirla.

<< Bene, Ally. Pensa al mondo. Il mondo è molto vasto e molto grande, e contiene un numero infinito di cose imperfette. L’imperfezione rappresenta la vita... La perfezione la morte. C’è una sola creatura al mondo completamente perfetta... Il Guaritore. Egli vive della sofferenza degli altri. Non può fare a meno che gli altri soffrano: se lui non agisse, di certo il suo potere lo ucciderebbe, e per questo egli coglie ogni occasione per esercitare la sua Abilità. La Famiglia di solito lo rinnega, perché il Guaritore è come una bomba pronta a esplodere: da un momento all’altro, può distruggere ogni cosa intralci il suo cammino. Per questo per le Famiglie è un’atrocità. Ti è chiaro adesso?>>
No, non era chiaro. Non era chiaro niente di quello che Ephram le stava dicendo. Non è possibile.
<< Ma il profumo...?>> cominciò con voce neutra, subito interrotta.
<< E’ il segno del loro piacere, non del tuo. La loro vita si rinnova e si moltiplica, e il profumo rappresenta il loro godimento.>>
Perché emani un profumo così buono mentre mi guarisci?
Perché mi piace farlo...

<< Un profumo così dolce che sembra che tutte le brutture del mondo non esistano...- mormorò Ally con voce spenta, lo sguardo fisso nel vuoto -Così dolce da riempire l’anima, da farti credere che sei davvero libero, libero di chiedere, libero di superare le tue paure, libero così tanto da volare...>>
Ephram interruppe quella litania con uno sforzo secco.
Doveva farlo prima che Ally tornasse a precipitare da sola in quel profondo nulla da cui sarebbe stato più difficile farla rinvenire.
Le pose la mano sulla spalla e chiuse gli occhi.
Ally chinò il capo con un movimento improvviso.
Ephram sapeva che in quel momento le sue pupille nere erano diventate grigie.
Era così fragile che non si era neanche accorta della sua intrusione.
Spazzò via i suoi pensieri e lasciò un tranquillo silenzio.
Senza toglierle il braccio dalla spalla, raccolse di nuovo il libro e glielo sistemò tra le mani immobili, come se stesse ancora leggendo.
Si alzò dal divano e finalmente smise di intromettersi tra i suoi pensieri così dolorosi, mentre lei trovava la riga che stava leggendo prima che lui le parlasse, come se non l’avesse mai interrotta.
Cercò il tono più gradevole che gli riuscì e le chiese:
<< Ally, vuoi venire a far compere con me, domani? >>La ragazza alzò il capo di scatto, chiedendosi come avesse fatto Ephram ad avvicinarsi così tanto senza che lei lo avvertisse. Pensò di essersi concentrata troppo nella lettura, e chiuse il volume che aveva tra le mani. Fissò gli occhi perfettamente limpidi del Cugino e rifletté sulla domanda, mentre un brivido freddo le correva tra le scapole:<< Uscire? Lo ritieni opportuno?>>
Lei non lo sapeva, ma era stato quel metodo, la Confusione, che più di ogni altro le aveva impedito di impazzire, di allontanarsi per sempre da se stessa. Il primo giorno di meditazione le erano venute le convulsioni.
Il secondo aveva cominciato a urlare così forte che aveva quasi frantumato le finestre e lui aveva dovuto Confondere tutto il vicinato.
Non voleva mai più assistere a scene del genere. Se non l’avesse Confusa sarebbe morta e lui non se lo sarebbe mai perdonato.
Annuì disegnandosi un sorriso rassicurante sulle labbra, mentre Famiglio saltava sul divano e lo guardava perplesso. Coone gli si affiancò e si chinò verso di lui, come a spiegargli la situazione. Quella scena fece contrarre le labbra di Ally e lo face scattare verso la stanza in cui aveva lasciato il Cofanetto Incantato. Era bene che il Fantasma si preparasse a fare i bagagli.

Supera il muro, Allysia McNamara. Supera il muro e sarai libera come speri.
<< Ma io non voglio essere libera. Io voglio stare qui, al caldo. Al sicuro.>>
Sciocchezze. Tu vuoi essere libera come l'aria. Libera come una farfalla, se potessi. Libera come l'essenza dolce che si sprigiona da lui quando ti guarda...
<< Non esiste nessun profumo! Smettila, lasciami dormire! Non li voglio questi sogni strani. Questa è la Realtà, niente di più e niente di meno. Non c'è bisogno di saper volare qui. Qui non c'è bisogno di fantasticare.>>
Sì, questa è la Realtà, piccola indifesa Ally... E niente è quello che sembra...
Ally si alzò di scatto, ritrovandosi in mezzo al letto, sudata per via del riscaldamento che Ephram non teneva spento neanche la notte, in camera sua. Scostò le coperte, sapendo gli che gli occhi gialli di Famiglio la fissavano pazienti dal fondo del letto, ai suoi piedi. Famiglio è sempre stato più paziente e tranquillo di lei, nonostante la sua infinita voglia di giocare e darsi da fare.
<< Non guardarmi così. Lo so che hai sentito tutto. Non è facile fare la ragazza Normale, sai? Non è neanche una settimana che stiamo qui, e già gli incubi sono tornati. Credevo di essermene liberata e invece sto già guarendo, se il mio mondo onirico torna così in fretta. A che mi serve fare questi sogni adesso? Io non posso fare più nulla. Sono impotente. E lo sai anche tu, perchè sei debole quanto me!>>
Furono sussurri urlati, perchè Famiglio capisse la veemenza, ma i suoni non arrivassero alle orecchie di suo Cugino e tantomeno al Fantasma.
<< Non ricordo quasi nulla, e quello che ricordo mi fa stare male. E soffri anche tu. Coone non ti spiega più cose di quante non me ne spieghi Ephram, eppure tu ti fidi di lui.>>
Con un piccolo sospiro allargò le braccia e lasciò che il gattino vi si intrufolasse. Ma era lui a tenere al sicuro lei, e non viceversa.
<< Tra poche ore ci porterà in giro per la città. Credo che sarà a dir poco spaventoso. Vorrei tanto riuscire a riposare…..>>

Chiuse gli occhi, rimasti color menta dal momento in cui le avevano strappato l'anima dal corpo, e sperò di non sognare ancora quella voce senza immagini. Inutilmente.
Si ritrovò nel posto buio che aveva abbandonato svegliandosi di scatto poco prima. I suoi sogni non pullulavano più di immagini come un tempo, ma vivevano in quel solo suono sibilante e sgradevole, in quella voce. Troppo fioca anche per dire se appartenesse a un uomo o a una donna.
Tra poco oltrepasserai il muro. Ma non temere. Ephram ti difenderà...
<< Basta....>> sospirò, supplicò nel sonno.
Non capiva che si trovava dentro il vuoto desolante della sua testa, e senza quella voce avrebbe già smesso di partecipare alle sofferenze terrene. Per sempre.

<< E così questa sarebbe...>> sospirò Ally, cercando di capire perchè suo cugino sorridesse tanto.
<< Buffalo. La città dal clima perfetto.>>
Anche la sua voce era allegra. Doveva essere proprio su di giri.
Probabilmente per via di quella telefonata che aveva ricevuto prima di uscire. Che strano.
Ally si tenne Famiglio più stretto, sentendo il suo tremore. Con un sospiro, abbassò la cerniera del suo giubbotto super trendy e lo infilò in un'ampia tasca interna, poi richiuse la zip.
<< La città dal clima perfetto?>> ripeté, perplessa.
Era circondata dalla neve, e se non avesse infilato ai piedi gli scarponi avrebbe già un raffreddore coi fiocchi… di neve, in effetti.

<< Be', ha tutti i climi del mondo. D'estate qui fa abbastanza caldo da fare il bagno nel lago, in primavera fioriscono tutti gli alberi che vedi e in autunno...>>
<< Sì, ho capito.>> borbottò brusca, mentre lui scoppiava a ridere e la circondava con un braccio. Ally alzò gli occhi verso gli alberi e vide gli occhi verdi del maestoso Coone, che saltava da un ramo all'altro come un piccolo leone dal manto argenteo.
Errore.
Una piccola fitta penosa le annebbiò la vista.
Un dolore lancinante la annebbiò, a causa di quella piccola concessione alla fantasia. Un tempo bastava solo un pensiero per attivare potenti magie. Ora le serviva un pensiero a scatenare quel dolore assordante, lancinante nel cervello e nel corpo. Famiglio se ne accorse, e premette per tirare fuori la testa dal giubbino, rischiando di soffocarla. Abbassò un po' la zip per ritrovare il respiro, grata anche di quella piccola gaffe che la distraeva dal dolore.
Sospirò, un po' adombrata.
Famiglio poteva rimproverarla fino alla fine dei tempi, e la voce nei suoi sogni vuoti poteva altrettanto insistere fino a non farla più dormire, ma la sua mente ormai era così, fragile senza rimedio, e lei non poteva sopportare nemmeno il più piccolo cedimento. Nè alla fantasia, né al ricordo... Figurarsi all'Illusione.
Ephram la trascinò in un centro commerciale, poi in vari negozi tutti graziosi.
Sì, Buffalo era proprio carina. Proprio pittoresca, un equilibrio perfetto e tranquillo.
Sentì che, se fosse stata ciò che era, l’Allysia che governava i suoi poteri,  avrebbe potuto trovarsi bene.
Adesso doveva solo riuscire a non immischiarcisi mai.
Doveva badare a Famiglio come lui faceva con lei, per ripagare il debito. Non poteva  ancora morire del tutto.

<< Visto? E' riuscita benissimo a stare fuori casa per un'intera mattina! L'ho portata in tutti i posti più popolati e non è mai stata male! Si è ripresa a sufficienza.>>
Ephram e il suo tono soddisfatto.
Che ne sapeva lui?
Si è dovuta controllare tanto che le era venuto quel fastidioso mal di capo e si ritrovava di pessimo umore. Accolse un'occhiata di Famiglio abbastanza scettica.
Perchè, quand'è che tu sei di buon umore?
Niente ironia!
Ma è vero, tu sei triste!
Certo che sono triste!
Perchè? Ephram vuole cacciare il Fantasma!
Cooooooosa?

Si alzò di scatto da quello che era diventato il suo angolo di divano e si avvicinò alla finestra che dava sul giardino tutto bianco.
Ephram vuole scacciare il Fantasma... Rimandarlo in Scozia? Non farlo tornare più qui?
Vuoi che parli con Coone?

Ally si voltò di scatto. Ogni curiosità era morta in lei. Esisteva solo il sospetto che le cose potessero di nuovo cambiare e annientarla. Rifletté freneticamente sulla possibilità che l'assenza di milord potesse arrecarle dolore. Le è stato vicino sempre, da quando ha lasciato la Scozia. Le è rimasto accanto seguendola con fedeltà e proteggendola. Ma Famiglio non lo sopportava più. E Ally si era sempre fidata di Famiglio.
Parla con Coone. Chiedigli cosa sa, amico mio.
Un sussulto doloroso.
L'unico che mi sia rimasto...
Il gattino tornò poco dopo, e con un vocalizzo eloquente la avvertì che non era riuscito a comunicare in alcun modo con Coone. Il Catalizzatore di Ephram l’aveva preso sotto la sua protezione, ma si comportava più come un tutore che come un amico, instaurando lo stesso rapporto che Ephram aveva creato con lei. Quello che sempre avrebbe avuto.
Ally decise di andare a meditare. La faceva sentire meglio, un po' Confusa.

Sera.
Ally osservava il buio fuori dalla stanza in cui era stata a meditare per ore, senza stancarsi del vuoto dentro la sua testa. Doveva ringraziare quel vuoto se finalmente riusciva a  fare affiorare qualche pensiero in più.
Un pensiero in più per volta.
Un piccolo sorriso triste le riempì i tratti.
Da quanto tempo non si guardava allo specchio? Più o meno da quando era arrivata in America, in effetti.
Prima stava a fissare le infinite mutazioni delle iridi e la maniera in cui poteva variare il suo aspetto in relazione al suo Potere. Ma dopo il Taglio… più nulla da cambiare, più nulla su cui fantasticare… più nulla.
Rimpiangi il tuo potere, giovane Allysia?
Ally si guardò intorno, terrorizzata di essersi addormentata senza rendersene conto. Ma non era buio intorno a lei.
E la voce fioca era nella sua testa!
Sì, devo proprio essere impazzita.
In quel momento Ephram la chiamò. Senza saperlo la stava salvando di nuovo.
Ally quasi corse verso la cucina ariosa. Ephram era bravo anche a cucinare. Probabilmente imparerà anche lei un giorno.

<< Bene, adesso è finita, direi.>>
Concluse Ephram soddisfatto.
Ally fissò critica le nuove tende.<< Non capisco da dove viene tutta quest'ansia di aggiungere oggetti a camera mia. Se volessi riempirla non dovrei fare altro che aprire gli scatoloni. Che come vedi, sono rimasti in un angolo, dove ho intenzione di lasciarli.>>
Si era svegliata male. Aveva sentito per tutta la notte quella voce che la tormentava e quando si era alzata, quasi con sollievo, Ephram l'aveva costretta a sobbarcarsi un lavoro che lei considerava inutile: lui aveva piantato nel muro il binario per le tende, e l'aveva costretta a scegliere tra una varietà infinita di tessuti. Ally non chiedeva altro che un generoso buio riposante e muto. Ma non voleva il sonno, per cui aveva dovuto escludere il blu. Quando aveva scelto il tessuto grigio Ephram l'aveva lanciato fuori dalla stanza, e Famiglio aveva dovuto schivarlo con un salto. Così aveva messo delle tende giallino chiaro, le più tenui che fosse riuscita a trovare nel mucchio. Ovviamente di bianco crema neanche a parlarne.
<< Tu devi riprendere la dimensione della tua vita, Ally, altrimenti non ne uscirai mai. E poi, tra poco andrai a scuola. Se venisse qualche nuovo compagno a studiare da te, non potresti mica presentargli una stanza così spoglia!>>
<< E' già tanto che abbia riempito armadio e cassetti, Ephram!>>
<< No, ti sbagli. E adesso, vieni con me di sotto. Dobbiamo parlare.>>
<< Prima le tende e ora parlare.- borbottò Ally - Se il buongiorno si vede dal mattino...>>
Ephram la sentì e sorrise cautamente. Il sarcasmo di Allysia era un balsamo che lo rassicurava sulle condizioni mentali di sua cugina. E il suo malumore mattutino era più gradevole da gestire delle sua catatonia iniziale.
Quando arrivarono nel salottino, Coon e Famiglio si erano già sistemati sul tappeto, e il Fantasma volteggiava preoccupato.
Milord, state per essere rispedito dritto nella umida Scozia! pensò soddisfatto Ephram.
Non aveva ancora avvisato Ally, e in fondo l'ultima decisione spettava a lei. Sperò che sua cugina non mandasse tutto a monte. Erano usciti più giorni insieme, e ora Allysia andava fino al parco vicino solo con Famiglio. Ephram mandava Coone a sorvegliarli, ma tutto procedeva bene. E lui era soddisfatto.
<< Ally, siediti, per favore.>>
La ragazza si accomodò sul suo angolo di divano. Famiglio le saltò subito tra le braccia.
Ephram fissò il Fantasma negli occhi trasparenti.
<< Bene, siamo tutti qui, per salutare un amico.- con la coda dell'occhio vide Ally alzare di scatto la testa-- Lord Churchill, avete potuto constatare i progressi di mia cugina e notare che ha reazioni più... umane. Io credo che il vostro compito qui sia terminato.>>
<< Come? Ma, Vostra Grazia, vostra cugina è ancora triste, depressa... e senza potere alcuno!>> lo contraddisse il Fantasma, e lanciò un'occhiata ad Ally, che era rimasta impassibile.
<< Non siete stato mandato qui per testare i suoi poteri, milord.- gli ricordò, riportando lo sguardo del Fantasma su di sè- Voi siete stato mand...>>
La voce di Ephram si perse in un bisbiglio di sottofondo mentre la vista le si annebbiava e si trovava... Altrove.
Ally si guardò intorno: era ancora nel salottino elegante, sul divano. Ma non con Ephram e il Fantasma, e neanche con Famiglio. Come se la sua mente l'avesse trasposta in un altro luogo, uguale a quello che la circondava, eppure distaccato da esso.
Iniziò a sudare freddo. E la sentì.
Mia cara Allysia...
Ecco, sono uscita fuori di testa. C’era da aspettarselo, tra il sonno e Ephram che mi tormenta con propositi da massaia…

No, non sei pazza. Non più del solito, almeno.

Pure irriverente! Sbuffò internamente. Tanto valeva andarci coi piedi di piombo. E comunque mi chiamo Ally, adesso.
Tsk. Non cambia che tu sia una McNamara, con sangue magico che scorre nelle vene.

Allysia digrignò i denti.
QUELLA non esiste più!
QUELLA SEI TU!

La voce si calmò subito.
Quella sei sempre tu, non importa quanto lotti. Non puoi cambiare ciò che sei.
Io non volevo cambiare niente. Se ti ricordi, non sono stata io a... cambiarmi.
Digrignò i denti.
Lo so.

Si era addolcita, come pietosa di lei.
Lo so che tu non desideravi altro che la felicità delle persone che ami. E in fondo, dimmi, non è ciò che desideri anche adesso?
Ally s'incupì. Non sapeva come rispondere.
No, non agitarti. Rispondimi solo con un 'sì' o un 'no', renderà tutto più facile.
...Va bene.
Vuoi che Famiglio sia felice?

Senza esitazioni, rispose  
Vuoi che Ephram sia felice? Ti ha trattato molto bene, da quando sei arrivata qui...
Era più difficile. Ma non troppo. Ephram cercava di farla ambientare, di farla stare meglio. Anche se la trascinava fuori casa, anche se le metteva tra le mani manuali di filosofia anziché di meccanica, anche se la buttava dal letto per invadere di tende camera sua... voleva fosse felice.
Sì.
Vuoi che tua Madre abbia notizie rassicuranti in Scozia, su di te? Ciò la renderebbe felice. E anche tuo Padre. Vuoi che siano felici?
Inspirò. Sì.
Allora c'è solo una cosa che puoi fare.
Cosa?
Abbandonati...

E si ritrovò nel buio, da sola.
Porca paletta! E ora che succede! Stupida voce, e io che per una volta mi sono fidata di te!Voce, mi senti? Vooce! Accidenti a te!
Nella stanza, nessuno si era accorto dello scambio.
Ephram si rivolse ad Allysia, e le chiese:<< Tu sei daccordo con me, cuginetta?>>
E la voce le uscì un po’ doppia, ma non sgradevole:<< Naturalmente... Cugino.- prese fiato- Ho delle cose da fare... Penso che andrò in camera, Ephram. Famiglio? Tu con me.>>
Il delicato vocalizzo la seguì fin dentro la camera di Ally.
Allysia si guardò allo specchio che Ephram aveva installato in un raptus creativo non gradito ad Ally. Gli occhi verdi avevano assunto una tonalità pratense per un secondo.
<< Sto per farla tornare, Famiglio mio. Spiegale tu le cose come stanno.>>
Miew. Okay.
Allysia sorrise e chiuse gli occhi.
E Ally tornò.
Ansimante, si appoggiò alla mensola dove troneggiava lo specchio, fissando la tonalità menta delle iridi.
<< Dannata vociaccia! - ruggì. Si guardò intorno- Ma non eravamo in salotto?>>

Angolino dell'Autrice: comincio ad insegnare ad Nvu chi è che comanda! Anche se per adesso facciamo a turno...

Lucyette: Ally procede coi piedi di piombo, per ora. A volte cerca di capirci qualcosa, e quindi pone delle domande a chi ha intorno: in questo non è cambiata. Salem è una persona molto importante per lei, e attenta, ho detto é, non era. Ancora non riesce a collegare bene i vari avvenimenti, così fa un po' di confusione... ed Ephram non ha avuto certo una buona versione della storia! Continuerò ad aggiornare, anche se non così spesso come vorrei, ma la storia procede, vedrai!!

zia Addy: non mi scocci, anzi, è un piacere avere una lettrice tanto esigente ed attenta! sei un tesoro! Come ho detto, la storia procede, sono io che sono lenta a correggerla al pc! 

BlueSmoke: partendo dal presupposto che io amo i commenti pieni di particolari e di idee, per cui adoro i tuoi...! Ephram è un ragazzo di 21 anni, con tutti i suoi stereotipi  e i suoi miti pronti ad essere sfatati... però porta sulle spalle una responsabilità non indifferente. Questa è una storia di Maghi Purosangue! Questi maghi di sangue puro hanno senso della famiglia e dell'onore molto molto elevato... in più, aggiungici che Ephram ha il cuore dolce, e avrai un ragazzo che difenderà Allysia con le unghie e con i denti! Si capisce che gli voglio bene?^^ Il fantasma ce lo siamo sbolognati, hiphiphurrà! Anche lui aveva un'immagine della realtà piuttosto distorta, ma almeno Ephram si può recuperare! Quanto a Salem... è un personaggio un po' ambiguo (santo cielo, questa è la storia delle ambiguità!), è un mago, e, come tutti i maghi della mia storia, può accrescere il suo potere solo usandolo appieno. Però ti darò un dettaglio, che Ephram - che stava a sgobbare tutto il giorno, ma non metteva mai il naso fuori casa - non sa, e cioè che il profumo, cioè il piacere di guarire, è una cosa che nutre sia chi dona sia chi riceve! Il mondo è pieno di pregiudizi che sono quasi tutti senza fondamento: anche i maghi oscuri come Salem meritano una possibilità, no?

Georgette: benvenuta tra noi! Grazie per i complimenti e anche per avermi detto dell'inversione dei capitoli, che, giuro, erano messi nell'ordine giusto quando li ho postati! Spero di aver risolto (come non lo so). Presto posterò il nuovo capitolo che, dico già da ora, vi farà vedere un nuovo aspetto della vita della mia Ally! Che comincerà anche a relazionarsi col mondo, e alleluya, non sarà più una creatura dell'oltretomba! Stappate lo spumante, tra poco questa storia andrà avanti! Grazie per le considerazioni su tutti i personaggi, che brava, che dai fiducia sia a Salem che ad Ephram! Non vedo l'ora di farli incontrare! ooops! Basta, non spoilero più nulla!

Baci a tutte voi!

La Fleur.

 

  
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