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Autore: kannuki    17/07/2005    5 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono troppo sconvolto per replicare o per chiudere la bocca, così la fisso per dieci minuti imbambolato

Sono troppo sconvolto per replicare o per chiudere la bocca, così la fisso per dieci minuti piuttosto stralunato. “Ma che stai dicendo…” balbetto senza capire il nesso.

Cioè il nesso lo capisco, non sono stupido, ma non voglio ‘capirlo’ veramente. La seguo mentre si arrampica sul letto e si siede a gambe incrociate sospirando e assumendo un tono grave. Mi spiega che è andata al commissariato di zona e ha chiesto di vedere la salma per poi studiare il rapporto stilato dai poliziotti che l’hanno trovato perché ‘stavano seguendo movimenti bancari dei conti di Claude da parecchio tempo’.

Una balla gratuita che ha funzionato e mentre aspettava che il computer sfornasse le sue richieste, è arrivata la denuncia di una donna trovata morta. Simonne.

Annuisco lentamente “si, sono stata io a farla”

“Eccolo, lo stronzo anonimo!” sospira togliendosi la sigaretta di bocca e indicandolo con quella “siete la razza peggiore che ci possa capitare, vi odio profondamente.”

 

Piccolo appunto: Charlie non sopporta nessuno e trovo strano che sia diventata mia amica. Forse perché sono uno scostante rompipalle a mia volta.

Continua a raccontarmi che ha fatto ricerche su Jordan e Simonne e che è venuto fuori che lavoravano nei tanti locali di Durque.

“Il problema adesso è che loro sanno che noi sappiamo…o almeno che io so” continua con voce dura e fredda.

Eh? La guardo senza capire e quando non capisco tendo ad incazzarmi come uno stupido. “Spiegati meglio, non ci sto capendo niente!”

“Quello deve avere una talpa nella polizia, un poliziotto mi ha fatto un sacco di domande…un tipo viscido e corrotto fino al midollo”

E allora?” domando senza capire un’altra volta… ci metto un po’ ad elaborare, scusate tanto! Mica sono l’investigatore figo dei film!

“Sveglia Ford!” la donna urla dandogli una manata in testa “quelli la stanno cercando per ammazzarla! Dobbiamo trovarla prima che le facciano dal male”

 

***

Jordan guida persa nel nulla. È scappata come ha visto i poliziotti e non si è preoccupata di passare a casa per vestirsi: indossa ancora il camice dell’ospedale e adesso sente un freddo terribile.

Ha pochi soldi con se e la macchina è quasi a secco. Deve fermarsi a fare rifornimento in un distributore notturno self service, sperando che nessuno la noti.

Quando ne incontra uno, si accosta alla pompa di benzina, scende e infila i pochi soldi dentro la macchinetta aspettando e guardandosi attorno impaurita. Non sa dove andare e non sa cosa fare. Sa solo che deve allontanarsi il più presto possibile dalla lì e da Claude...no, no Claude è morto.

Claude è morto, ma Daniel è ancora vivo! E se sanno che è stata lei ad ammazzarlo….

 

“Ferma!”

 

Jordan s’immobilizza quando sente una mano che le tappa la bocca e immagina, più che vedere, il coltello puntato alla gola “pochi scherzi e tira fuori i soldi!”

“Non ho niente..”bisbiglia impaurita “solo la macchina”

“E’ una bella macchina”afferma l’aggressore che è spuntato fuori dal nulla e la sta terrorizzando “Non farmi del male, prenditela.” Balbetta piano tenendo le mani alzate.

“Poi starne certa!” sibila togliendo il coltello e facendola respirare nuovamente.

 

Un dolore lancinante alla schiena la costringe ad irrigidirsi e a trattenere il fiato.

L’aggressore estrae il coltello dalla ferita e la spinge in avanti, a terra, dove Jordan crolla a peso morto.

Ancora prima di aver toccato il terreno, non respira più.

 

***

Che ci fai qui? La quarantena non è ancora scaduta!”

Andrea fissa arrabbiata Durque sulla soglia del proprio appartamento e non riesce a smettere di rimuginare le cattiverie che le ha detto.

L’uomo allarga le braccia con un sorrisetto “sono stato impulsivo, tesoro”

La donna non si lascia abbindolare. Non in quel modo. Non lei. “Torna fra una settimana o giù di li”

Sibila cercando di chiudere la porta e guardando ostinatamente il  piede che ha frapposto”toglilo”

Ma io volevo scusarmi per bene!”sibila spalancando la porta ed entrando di prepotenza.

Andrea fa sue passi indietro, barcollante e recupera subito l’equilibrio.

“Non attacca Daniel.”

”Vedremo. Devi farmi un favore” sibila occhieggiando l’appartamento lussurioso “devi rimorchiare quell’uomo e portarlo da me”

Perché?” domanda senza capire

“Una volta non facevi tutte queste domande” mormora sfiorando con due dita le foglie della pianta che ha acquistato da poco. “fammi questo favore e io dimenticherò il tuo piccolo tradimento”

Ma sta scherzando?! “Daniel, è lavoro” gli ricorda a mezza bocca, fredda come il ghiaccio

Lascia andare la pianta e si volta a guardarla con le mani in tasca e un’aria poco divertita “non quell’uomo” le ricorda a bassa voce “ci siamo capiti, Andrea?”

Ma come lo abbordo se non…”

Lui solleva le spalle e la guarda a lungo “sei attraente, non ti sarà difficile” sussurra allungando uan mano e scostandole i capelli dalla spalla.

Andrea si odia perchè è fin troppo ricettiva alle carezze di quell’uomo.

Si scosta con poca convinzione finchè non l’abbraccia e la appoggia contro il muro, aspirando il suo profumo dolce e un pò speziato “tu sei solo mia” sussurra deciso “vero?”

Andrea guarda ostinatamente verso il fondo della stanza, gli occhi incredibilmente chiari puntati sulla piantana all’angolo e si rifiuta di rispondere.

“Ho capito, sei ancora arrabbiata” le dice tranquillo lasciandola andare e sospirando divertito “e io che ti avevo portato anche un regalo!”

Il suo tono fanciullesco le fa spostare lo sguardo su di lui “non mi puoi comprare con i regali” gli ricorda ancora una volta ferita.

E perché no? Gli altri uomini pagano per averti” afferma fissandola dritta negli occhi, due punte acuminate verdi nei suoi.

“Non trattarmi da puttana” mormora a bassa voce allontanandosi rigida, più bassa senza i tacchi a spillo che porta abitualmente.

Si siede poco distante, sulla poltrona di pelle che d’estate le si appiccica addosso e non alza lo sguardo incupito neanche quando si avvicina.

“Le mie scuse non le vuoi e i miei regali non li vuoi..” Sussurra accucciandosi di fronte alla donna che tira le gambe sulla poltrona e appoggia la testa su una mano “che cosa vuoi da me, Andrea?”

 

Un po’ d’amore, un po’ d’affetto!

 

La sua mente lo urla ma le sue labbra tacciono, incollate fra loro. Inghiotte a fatica con gli occhi lucidi e fa finta di niente.

“Beh? Da quando in qua mi diventi sentimentale? È un nuovo gioco che non capisco?” le dice divertito, spostandole il mento e incupendosi la sua espressione triste “che ti succede? Non capire non rientra fra i miei sport preferiti”

“Nulla! Non ti preoccupare, ti faccio quel favore e poi ognuno per la sua strada” borbotta ferita cercando di scostarlo e rimediandosi una spinta decisa che la rimette a sedere.

Lo fissa per una frazione di secondo e non riesce a trattenere un singhiozzo che si libera della prigione carnosa delle sue labbra e la costringe a portarsi una mano alla bocca.

“Sei strana oggi, non ti capisco” mormora restando a fissarla “hai fatto qualcosa che non dovevi e ora non sai come dirmelo?”

Lei scuote la testa e tace ostinata.

“Andrea, sai che vengo sempre a saperlo” cantilena accarezzandole le ginocchia che spuntano da sotto la gonna ultrasexi che porta dentro casa. È sempre ultrasexi, quella donna, anche appena sveglia…

Daniel lo immagina perché Andrea non si mai fermata da lui tutta la notte. Lui si sveglia e lei non c’è più: è così da quasi un anno.

Perché non si è mai fermata, ancora se lo chiede. Lui non gliel’ha mai chiesto e lei non ha mai accennato l’argomento.

“Andrea, per l’ultima volta..

“Che te ne importa?!” urla di rimando con le lacrime che le vengono giù troppo facilmente “Ho detto che ti farò quel favore, non farmi l’interrogatorio!” 

Durque la guarda senza capire quello scoppio di nervi, ma tira lo stesso fuori un fazzoletto di tasca e glielo porge. “Va bene, tieniti il tuo piccolo segreto” borbotta alzandosi dalla posizione scomoda e posando sul tavolino di legno pregiato una scatolina di velluto piuttosto piccola.

“Questo volevo regalartelo in ogni caso” aggiunge prima di imboccare la porta e sparire dietro di essa, non senza averle lanciato un altro sguardo strano.

Andrea getta il fazzoletto da un lato, scocciata per essersi lasciata andare in quel modo.

Guarda la scatolina e la sfiora con un polpastrello, solleticandosi col velluto nero che l’avvolge.

La prende con un singhiozzo strozzato e la appoggia sul bracciolo della poltrona restando a guardarla per un po’, asciugandosi le furtive lacrime che continuano ad uscire. Si soffia il naso e aspira il profumo di quel bastardo che ama perché è l’unico che sia mai riuscito a toccarle il cuore.

 

La apre di scatto, allontanando subito le dita come se potesse morderla e resta allibita a fissare il contenuto, con un labbro stretto fra i denti: gli orecchini che aveva intravisto in una vetrina per puro caso e che gli aveva indicato con unabbastanza belli per me?’ mentre lui era al telefono e li aveva appena guardati facendole una smorfia e un gesto vago...

Andrea si era ripromessa di passarci e alla fine li aveva dimenticati.

Se n’è ricordato…

Sorride timidamente mentre li fa scorrere fra le dita. I diamanti rosati sono freddi e quando li indossa sente i lobi pesanti…pesano come la tristezza che cova dentro di se.

Il discreto suono del campanello la fa correre verso la porta. Quando apre, Durque la guarda per qualche istante e annuisce “immaginavo giusto. Ti stanno benissimo”

“Sei tornato indietro?” bisbiglia lasciandolo entrare e toccandosi ripetutamente i lobi ingioiellati.

“Non mi sono mai mosso.” Confessa appoggiandosi al muro e guardandola, col suo fazzoletto ancora stretto in mano. “Vieni qua”

Andrea si avvicina di un passo, guardinga. Daniel le prende le mani e la tira contro di se, costringendola ad abbracciarlo. 

“Perchè ce l’hai con me?”

“Non devi trattarmi come una puttana” ripete nuovamente con la voce incrinata.

“Non l’ho mai fatto. Ero nervoso per avere scoperto di quell’uomo. Non mi piace, Andrea”

“Ho capito..

“Non mi piace saperti tutta la notte fuori a divertirti con altri”

“Non mi diverto”

“No?”

“No…”

E con me?”

Andrea stringe di denti e s’irrigidisce.

“Con me è lavoro?” insiste piano. “Mi tratti con un cliente e sparisci subito dopo”

“Pensavo ti stesse bene così”

“All’inizio, forse”

Andrea s’irrigidisce ancora di più il cuore che s’infiamma nel petto. “Perché….ora…?”

Lui ridacchia e sorride e la abbraccia meglio, facendola ondeggiare fra le braccia da ex pugile che tendono la maglietta nera che indossa sotto il giacca di pelle corta, anch’essa nera.

“Lo sanno tutti che sei il mio punto debole” sussurra scostandole i capelli e accarezzandole la guancia.

Il suo sguardo sbigottito e incredulo lo fa sorridere.  

“Non dire stupidaggini” borbotta abbassando la testa che viene prontamente sollevata dalla mano di Durque che la fissa negli occhi per lunghissimi istanti “sono sempre stato onesto con te, dammene atto”

“E’ vero” sussurra imbarazzata “ ma che centra….

“Non ti ho mai fatto del male e non ti ho mai chiesto niente.

“Si” annuisce confusa “ma che centra..

“Centrerà col mio discorso se me lo lasci finire” borbotta abbracciandola meglio e tirandola sulla punta dei piedi “sei bassa senza tacchi…non mi ero mai accorto di quanto fossi carina.” Mormora accarezzandola e facendole abbassare lo sguardo.

Quindi menti quando dici che sono ‘stupenda e irraggiungibile’

“No, lo dico seriamente. Stupenda è una cosa, carina un’altra”

Andrea tace perché non ha ben capito la differenza.

“Non dici nulla?”

“Ti lascio finire” sussurra sentendosi troppo bene in quel momento.

Daniel tace improvvisamente nervoso “questo me l’ero preparato a casa prima di venire…”

“Ti eri preparato il discorso?” domanda senza poter fare a meno di sorridere.

“Si..” Annuisce sorridendo e tornando subito serio “ho girato mezza città per trovare quegli orecchini perché non ricordavo il nome della gioielleria”

Andrea lo guarda stupitissima ma non apre bocca, lasciandosi accarezzare e posandogli la guancia sulla mano quando la sfiora con un dito.

Cosa provi per me?”

La donna spalanca gli occhi per una frazione di secondo e balbetta qualcosa che lo costringe a piegarsi verso di lei “non ti sento”

“Io…mi sono affezionata a te..” Mormora per non sbilanciarsi troppo.

“Affetto. Solo quello? Affetto?” insiste innervosendosi e allentando la presa “affetto! Anche io nutro affetto per il mio cane!”

“No, non ha capito..” Balbetta in fretta sentendo che l’incanto si è spezzato “tu sei molto importante per me”

“Quanto importante?” insiste tornando a stringerla e cercando i tutti i modi di strapparle una confessione “anche tu sei importante. Tutto sta nel quantificare quant’è ‘molto’

“Troppo”

“Troppo..” Sussurra guardandola e scuotendo la testa “ho capito: è una gara a chi si rovina la faccia per primo” Sente che la presa su di lui si accentua e sorride “se te lo chiedessi, smetteresti di fare questo lavoro?”

Andrea lo fissa senza parlare e ancora prima che apra bocca, la bacia. Un bacio frettoloso, per togliersi dall’imbarazzo.

“E poi…che faccio?” balbetta confusa lasciandosi accarezzare e camminando all’indietro “dove mi porti?”

“Mi sono stancato di stare in piedi, con te si va sempre per le lunghe” afferma mettendosi a sedere sul divano con lei in braccio. La donna scivola fino a posare il sedere sul tessuto, le gambe distese sulle sue.

Durque la guarda e Andrea lo fissa a sua volta “allora?”

“Allora…non lo so…” sussurra troppo distratta dalle carezze che risalgono le gambe.

“Scusa è più forte di me, non riesco a non toccarti” mormora quando la vede ritrarle “ non riesco a fare un sacco di cose ultimamente”

“Ah..”sussurra tornado a riposarle sulle sue “mi stai dicendo quello che penso?”

“Dipende da cosa pensi” ammette tornando a sfiorarla, dolcemente, senza alcuna intenzione dissoluta.

“Penso tu sia impazzito tutto insieme..” Ridacchia felice e con un tremore nella voce che lo fa sorridere

“Probabile, stare senza di te…mi spiazza, ecco”

Andrea lo guarda e non sorride più “ci tieni a me?”

“Da morire”

Anche io”

“Bene, ora che ce lo siamo detto, posso baciarti? Ho resistito fino ad ora e sono quattro giorni che non ti vedo”

La donna si lascia baciare ancora un po’ stordita da quella storia, ma lo sente che qualcosa è cambiato. Lo percepisce dal mondo in cui la abbraccia e la sdraia sotto di se e le sussurra cose carine alle orecchie, facendola gemere fra le labbra.

Non ha mai dovuto fingere con Daniel, ma stavolta il piacere è triplicato e scorre libero in tutto il suo corpo mentre la accarezza e continua a baciarla lentamente.  

“Quel favore…”sussurra con la poca forza che le è rimasta.

“Non importa” lo sente bisbigliare contro il suo collo “pensiamo a noi adesso”

 

***

O porca miseria!”

Max resta col telecomando in mano, l’occhio pesto di chi ha dormito poco e scomodamente e la tazza di caffè in mano, ancora in boxer completamente dimentico della presenza femminile nella stanza di Ford che è stato esiliato come un ospite ingombrante. 

 

“Il cadavere di una donna sconosciuta è stato trovato stamattina dal proprietario della pompa di benzina. La donna indossava un camice ospedaliero e non aveva documenti con se. La macchina intestata ad un noto malavitoso deceduto in seguito ad un’aggressione nella propria abitazione è stata ritrovata poco distante, abbandonata e senza benzina. La polizia è certa ce la donna fosse l’assassina dell’uomo”

 

“Ford…Ford…”borbotta a mezza bocca cercando di posare la tazza sul tavolo e facendola quasi cadere a terra. Si precipita nella stanza degli ospiti scontrandosi nel frattempo con Charlie che sbadiglia ampiamente e si sveglia all’improvviso allo spettacolo gratuito di prima mattina.

“Beh, sempre meglio del cane che ti lecca la faccia” ridacchia osservando le immagini di Jordan e raggelando. “Sheltonn!!” grida con tutto il fiato che ha in gola.

 

Quegli urlacci lo tirano giù dal letto con un sussulto violento. Ce n’è abbastanza per farmi venire un infarto!“Che cazzo…oddio, vi odio! “ sibila il padrone di casa anch’esso in mutande strizzando gli occhi “Che c’è?! Dio, che palle!”

 

Charlie gli indica la tv, cambiando canale per trovare un telegiornale che non abbia già passato la notizia e resta ad assistere alla sua discesa negli inferi.

Ford si siede a stento sulla prima sedia che gli è stata ficcata sotto il sedere da Max e resta a guardare la tivù con gli occhi sgranati. 

 

***

Natalie si strozza con la colazione, tossendo e mandando giù in fretta un sorso di caffelatte alla notizia alla tv…quella è la ragazza di Ford! Ne è sicura, se lo sente dentro.

 

***

Durque si aggira per l’appartamento di Andrea con un’espressione stupita e smarrita al tempo stesso. È carino e non assomiglia neanche lontanamente al luogo di perdizione che aveva immaginato. Televisione, decide dopo aver ordinato la colazione al bar più vicino

 

La notizia lo aggredisce con forza. La puttana è schiattata e con lei la possibilità di vendicarsi di Ford. La sua mente lavora velocemente mentre nell’altra stanza Andrea è in preda ad un incubo che la fa gridare di paura. Si sveglia saltando a sedere e ansimando, stingendosi le braccia addosso.

Osserva il letto sfatto, l’orario e i vestiti in terra. C’è ancora, non se n’è andato.

“Daniel...”sussurra a  mezza bocca “Daniel!”

Il suo grido mezzo terrorizzato lo fa precipitare da lei. Quando lo vede, Andrea gli si getta in braccio piagnucolando

“Stanotte...mi sono agita? Ho urlato?”

“No. Io dormivo non ti ho sentito” le dice studiandola attentamente “sei pallidissima, vieni qui” la tira contro di se e la coccola finchè non si rasserena. Non riesce a smettere di pensare alla morte di quella donna. Non può più usarla per il suo spietato ricatto ma non importa: ci sarà sicuramente qualcuno a cui il bastardo tiene…

 

Mi dirigo all’obitorio con questi due che mi fanno da cani da guardia! Pensano forse che non ce la faccia da solo?!

Mi sa di no…

Quando esco, non ho la forza di stare in piedi e non riesco a fare a meno di sedermi sulla scalinata della polizia, la testa fra le mani e Charlie che continua ad abbracciarmi ma non riesce a trovare le parole per consolarmi.

“…non ho potuto neanche spiegarle quella faccenda dei soldi” mormoro d’un tratto asciugandomi gli occhi su un braccio “io volevo farlo ma lei è scappata…”

“Ford dai, lascia stare” mi sussurra dolcemente “sei un bastardo piagnone, non ti sopporto quando mostri il tuo lato femminile” mormora con gli occhi lucidi e il cuore stretto per la pena che sta provando per me.

Annuisco e tiro su col naso…che esempio di maschia virilità! Cerco un fazzoletto e ricordo solo alla dine di averlo lasciato a Jordan...a Jordan…

Abbasso la testa nuovamente distrutto dal dolore ma mi costringo a rialzarla quando sento uno stridio di freni e una clacsonata violenta.

Sto pazzo si farà arrestare.

La macchina si ferma di fronte al commissariato e una ragazza bionda scende in tutta fretta, lanciando un’occhiata alla scalinata lunga e restando a metà di un passo.

Natalie…Natalie?!!

“Ford..” Sussurra arretrando e stringendo le chiavi della macchina nel palmo della mano.

“Natalie..” mormoro incredulo asciugandomi in fretta gli occhi.  

“Carina, Natalie!!”

Max annuisce rimediandosi un colpo sul fianco dal sottoscritto che lo fa piegare di trenta gradi da un lato e uncoglione’ sibilato da Charlie che lo guarda con disprezzo dall’altro.

Mi costringo ad alzarmi e scendo i pochi gradini rimasti mentre lei mi viene incontro con la testa bassa.

Ancora più bella di prima..

“Mi dispiace, mi dispiace tanto. L’ho sentito al telegiornale stamattina e mi sono scapicollata pensando…che magari…”

Potevo fare qualcosa per te.

“…non stavi bene”

La guardo ammutolendo perché non so da dove cominciare. Ora che è qui con me, mi sento leggermente meglio. Non sembra che lei se ne sia accorta perché ho un mezzo sguardo vitreo mentre ripenso alle sue parole. “Sei tornata per me?” domando tenendomi sul vago…si, l’ha detto prima, non così, ma te l’ha detto.

Sono troppo rimbambito per accorgermi che mi sta abbracciando. Non riesco a godermelo appieno e mi costringo a svegliarmi prima di fare una brutta figura con lei.

 

Natalie allenta la presa e lo lascia andare, accorgendosi della mancanza di reazione da parte sua “Certo!” esclama indignata “non potevo certo lasciarti da solo, frignante come un moccioso sulla scalinata della polizia con…chi sono quei due?” domanda a bassa voce facendo un sorrisino timido a Charlie e lanciando un’occhiata incuriosita a Max che la sta studiando da quando è apparsa.

“Due stronzi “ afferma guardando alle sue spalle il poliziotto che le sta facendo la multa per divieto di sosta. “Natalie, devi spostare la macchina”

La ragazza si volta in fretta saltando verso l’agente che scrive “no, no, la tolgo, la tolgo!” urla rientrando nell’auto e parcheggiandola decentemente dall’altro lato della strada.

 

Mi siedo ancora un po’ rigido, ma sentendomi un pochino meglio. Che cazzo hanno da guardare sti due?! Mi volto verso di loro con le facce lunghe e le espressioni ghignanti.

“Quella chi è?” domanda Charlie ridacchiando “visto che slancio? La giovinezza!”

“E’ Natalie, la sua nuova fiamma”

“Non è la mia fiamma” mormoro senza seguendola da lontano mentre attende impazientemente di attraversare la strada per precipitarsi da me…

E’ venuta per me...non lo avrei mai immaginato, ma perché? Chi glielo fa fare di perdere tempo con un poveraccio pieno di problemi, lei che cerca sempre di evitarli scappando continuamente di casa?

“Gli va dietro. E’ la ventiduenne del cd!”

“Ah, e bravo il marpione! Ha fegato a prendersi una cotta per uno così!”

“Più giovane è, meglio è! Svezzare le giovani pulzelle è prerogativa del maschio adulto”

Charlie lo fissa di traverso, smorzando il riso “smettila se non vuoi fare la fine del gatto sull’autostrada. Non esagerare, Gershow

Max ammutolisce e la fissa sorpreso abbozzando uno ‘scherzavo’ che non la rabbonisce di un grammo.

Sti due non fanno altro che discutere e mi hanno scocciato abbastanza. “Non fatevi sentire o vi schiaccio la testa sotto le ruote del trattore di Liberal

“Ah, quel tipo ha ri-telefonato” lo avvisa Max dandogli una pacca mentre Natalie si avvicina zompettando con lo zainetto in spalla “Ti ha invitato ad andarlo a trovare al suo Casinò, un giorno di questi.

Grugnisco un assenso mentre Natalie rallenta il passo e si toglie lo zainetto dall’aria pesante facendolo scivolare ai propri piedi. Mi guarda con un mezzo sorrisino a cui non riesco a rispondere.

 

Oggi pomeriggio c’è il funerale

 

  
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