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Autore: Lirin Lawliet    20/02/2010    20 recensioni
AGGIORNAMENTI LENTI
Aggiornato il capitolo 18.
[E se Rin e Sesshomaru diventassero fratellastri? E se il disprezzo reciproco si trasformasse in qualcos'altro?... In qualcosa di proibito?]
Caro diario, mia madre è innamorata di un demone che, a propria volta, ha un figlio demone e un figlio mezzodemone (che con ogni probabilità ci odieranno almeno quanto io odierò loro!). Perciò, caro diario, preparati: questa storia non è normale... E non lo sarà mai!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[] šмëłłs Ŀikε Ŧëëй špiяiŧ! []

 

"E' ufficiale: Dio mi odia!"

 



Non riesco a staccare gli occhi dallo specchio. E non perchè sia particolarmente bella, o perchè lo specchio sia stranamente incrostato di macchie di dubbia provenienza... No. Non riesco a staccare gli occhi dal mio riflesso per il semplice fatto che, se lo facessi, Izayoi esploderebbe in un altro gridolino carico di ilarità. E -sia ben chiaro- se lo farà io la ucciderò... E poi andrò all'Inferno. Tutto sommato, potrebbe essere un posto più piacevole di Tokyo, dal momento che non credo che il Signor Satana costringa gli impuri ad indossare divise scolastiche... Almeno credo. In realtà, potrei semplicemente sfilarmi questo "straccetto-attira-maniaci" e dargli fuoco insieme a tutti i libri di testo che mia madre si è già preoccupata di comprare.

"Allora???" trilla lei, saltellando sul posto come una scolaretta di cinque anni "Non è adorabile?" chiede, con fare retorico, riferendosi alla mia orribile (e al quanto oscena) divisa scolastica.

Rin, cerca di controllarti. Conta fino a tre... 1, 2, 3...
No, non basta Rin!! Conta fino a trentatrè!!!

Ero arrivata al numero ventisette, quando Izayoi mi ripetè la stessa domanda, con fare di chi non ammette repliche. Sospiro, sconsolata e ormai più che decisa ad evitare conflitti con lei. Voleva che la divisa mi piacesse? Se lo poteva scordare. Voleva che la indossassi? Si poteva fare, se voleva che sua figlia venisse stuprata dal primo depravato di passaggio. Voleva che la facessi contenta? Ecco: è questo il mio punto debole. Non posso fare nulla contro i suoi occhioni carichi di aspettative di natura amoroso-familiare...
Accidenti! Ma non poteva innamorarsi di un criceto?

"E'... adorabile!" come la cerebrovasculopatia "Davvero, mi piace molto" quasi come un calcio nelle gengive "Grazie Izayoi"
"Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta! E poi il rosso ti dona, sai?" dice lei affettuosamente, sistemandomi il grosso, e del tutto inutile, fiocco rosso che ho sul petto (e che, inevitabilmente, lo fa sembrare ancora più abbondante di quanto possa essere giudicato moralmente accettabile). Dico davvero, dovrebbero esistere delle leggi che vietino alle maggiorate di circolare in luoghi pubblici. Se mi sporgessi da una nave, probabilmente mi dichiarerebbero come "carico pericoloso" oppure, se indossassi un cappotto, qualcuno potrebbe gridare AIUTO! HA DELLE BOMBE A MANO! e scambiarmi per una terrorista...

Ok, lo so. Sto di nuovo esagerando, ma io sono fatta così: penso troppo e parlo a sproposito. O meglio, predico male e razzolo bene.
Lo vedete? Neanche i proverbi funzionano con me!

Mi costringo ad un sorriso forzato, che in realtà assomiglia terribilmente ad una smorfia; e me lo dico da sola, dato che ancora non sono riuscita a staccare gli occhi dallo specchio e so perfettamente che faccia ho: quella di Jack lo Squartatore vestito da Sailor Mars. Il che -è inutile dirlo- mi preoccupa.

"Bene, allora prendo la macchina e ti accompagno a scuola. Non vorrai fare tardi il primo giorno?"

Oh, Kami. Questo no!
La sola idea che Izayoi possa accompagnarmi a scuola mi fa orrore per otto motivi diversi. Innanzitutto, mia madre ha praticamente vinto la patente di guida con i punti della benzina; o meglio, dato che non sa guidare, è più probabile che l'abbia trovata in una busta di patatine. Inoltre, Tokyo è la città più incasinata del mondo, e la sola idea di attraversarla in auto mi fa presupporre che si possa parcheggiare direttamente al cimitero, dal momento che non scherzo affatto quando dico che ci metteremmo "una vita" ad arrivare a scuola. Ancora, farsi accompagnare a scuola da una madre pazza al volante è proprio ciò che mi ci vuole per farmi bollare subito come sfigata dai miei nuovi e sconosciuti (ma già odiati) compagni di classe.
No! No! No! E ancora, No!

Questo non accadrà, vero Dio? Tu mi aiuterai!

"No, Izayoi! Tu hai altre cose da fare, non è vero?"
"No, non ho proprio nulla da fare!"
"Massì, non ricordi?! Dovevi... Ehm... Fare la ceretta ai procioni"
Lo so, potevo inventarmi una scusa più plausibile.

"Non vuoi che ti accompagni vero?" mi chiede, inarcando un sopracciglio, e io stavolta non riesco a fingere che non sia così "E d'accordo... Non sei più una bambina"
"Non ci credo. Te ne sei accorta?" le chiedo ironicamente, scompigliandole i capelli per farle capire che sto solo scherzando.
Lei, stranamente, coglie la battuta. E questo è già di per sè un miracolo. Quindi l'unica conclusione plausibile è che Dio esiste. Grazie Dio! Sono certa che diventeremmo ottimi amici io e te; soprattutto se farai lasciare Izayoi e Inu no Taisho entro stasera, prima della grande cena. Perciò, cara divinità, vedi di darti da fare o cambierò religione con la stessa velocità con cui cambierò anche il mio gestore telefonico. Ah! Ah!

Non sono normale, ma questo si dava per scontato.

In ogni caso, saluto mia madre con lo stesso affetto che potrebbe dimostrare un cacciavite e mi fiondo in strada alla velocità della luce, ben conscia del fatto che sto indossando una gonna. E non una gonna qualsiasi, ma una gonna a pieghe cortissima. E per di più, rossa. Come se non fossi stata già abbastanza appariscente! E poi non capisco perchè le uniformi scolastiche debbano sempre avere questi orribili scarponi in stile "prima comunione"... E' come se avessi le scarpe ortopediche. Pesano un quintale!
E' deciso: domani le sostituirò con gli anfibi, che hanno la doppia funzione di essere impermeabili e di poter essere usati come armi contro i maniaci. A proposito: ce n'è uno che mi sta seguendo...
In realtà, è
solo un ragazzo; e all'incirca dovrebbe avere la mia età (e questa mia brillante osservazione è nata dal fatto che indossa anche lui una divisa scolastica). Se è carino? Sì, lo è. Ha i capelli neri, raccolti in un piccolo codino; e ha gli occhi blu, piuttosto insoliti per un giapponese. Sarà vittima di qualche mutazione transgenica? Oddio! Si è accorto che lo stavo guardando! Oddio. Oddio. Oddio, mi sta salutando!
Dio, ma allora non servi proprio a niente? Perchè lasci che un maniaco mi insegua non appena metto piede fuori di casa? Cattivo!

"Ehi!" mi chiama "Sei dello Shikon?" mi chiede da lontano, con una mano a mo' di megafono. Mi fermo. Sto per dirgli che sono apolitica, ma poi mi sovviene il nome del mio nuovo liceo: Shikon...
"Sì. Per caso, mi sai dire come fare per raggiungerlo? Sono nuova." gli spiego, stranamente senza apparire troppo acida. Il fatto è che davvero non ho idea di dove si trovi l'istituto. Lui mi sorride.
"Certo, lo frequento anch'io. Ti sei trasferita da poco?" mi chiede "Ah, che sbadato! Io sono Miroku Rukawa, molto lieto." nonostante tutto, il ragazzo, oltre che carino, è anche simpatico.
"Rin Edogawa." gli dico, porgendogli la mano. Lui la guarda imbarazzato e mi ricordo solo in questo momento che i giapponesi non sono così affettuosi. La ritraggo e mi inchino impercettibilmente.
"Vieni, ti faccio strada. Sai già che sezione ti è stata assegnata?" mi domanda, affiancandomi. Prendiamo una traversa sulla destra, che fino ad un attimo prima non avevo notato.

"Classe 3, sezione C"
"Davvero? Che fortuna! Siamo compagni." esulta, stranamente raggiante "Se ti occorressero appunti o ripetizioni, non farti scrupoli... Io sono a tua completa disposizione!"
"Questo si era capito..." ammutolisco. Non posso credere di averlo detto ad alta voce... Però, cacchio... L'ho fatto! Con mio grande sollievo, Miroku scoppia a ridere di gusto. Rido anch'io.

Scusami Dio se ho dubitato di te!

Caro diario, ancora non potevo saperlo, ma molto presto avrei cambiato religione e sarei passata al Divanesimo...



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L'istituto superiore Shikon era decisamente diverso da come lo avevo immaginato. A giudicare dalla struttura imponente e maestosa, e dalla pulizia e l'ordine con cui era tenuto il giardino, mi è parso subito ovvio che si trattasse di un istituto privato, oltre che prestigioso. Peccato che non avessi tempo per ammirarlo, dato che nel momento in cui io e Miroku oltrepassammo il cancello, la campanella smise di suonare e ci ritrovammo a correre a testa bassa come arieti di sfondamento. Certo che solo io potevo arrivare in ritardo il primo giorno di scuola!

In quel momento immaginai di telefonare a Dio: Tu Tuu Tuuu... Risponde la segreteria telefonica paradisiaca, se volete richiedere un miracolo, schiacciate il tasto 1. Siamo spiacenti di informarla che i miracoli sono temporaneamente sospesi. Le auguriamo che Dio gliela mandi buona! Pace! TU TU TU TU TU

Saliamo tre rampe di scale e ormai per i corridoi non c'è più nessuno, quando Miroku si ferma "Da qui in poi devi proseguire lungo tutto il corridoio e girare in fondo a sinistra!"
"E tu? Non vieni con me?" gli chiedo, stupita, senza smettere di correre sul posto. Avevo capito che fossimo in classe insieme. Lui mi sorride, sornione.
"Ehm... No... E' la terza volta in questa settimana che arrivo tardi alla lezione di matematica! Vado in infermeria... E se qualcuno te lo chiede, sono gravemente malato!" mi informa, strizzandomi l'occhio. Sorrido e lo saluto con un cenno della mano. Seguo le sue indicazioni, senza smettere di correre... Ecco l'angolo! Da lì in poi devo svoltare a sinistra... Cisonocisonocisonocisonoooo e...

SBAM!!!!

In un attimo, mi ritrovo a terra. Per qualche istante non vedo altro che il soffitto intonacato di bianco e la luce di uno dei fari al neon. Kami, ma da cosa sono stata investita? Da un treno? Da un meteorite? No, a giudicare dal dolore, devo aver sbattuto contro qualcosa di più solido. Mi levo a sedere, facendo forza sui gomiti.

"Ma che cavolo fai?! Guarda dove metti i piedi!" mi grida contro qualcuno. Alzo lo sguardo, e soltanto in quel momento capisco che mi sono scontrata con un ragazzo.
"Guarda che sei tu che mi sei venuto addosso!" ribatto, agitando un pugno. Lui si alza in piedi e si sistema meglio il berretto. Accipicchia, quanto è alto! Meglio non farlo arrabbiare...
"Se non avessi corso a quel modo, ti avrei evitata!" mi dice, offrendomi una mano.
Mi rialzo da sola. Non ho bisogno dell'aiuto di un teppista dai capelli argentati!
"Piuttosto, dove correvi così di fretta?" mi chiede.
Sto per rispondergli che non sono affari che lo riguardano, quando improvvisamente mi pongo anch'io la stessa domanda. E la risposta non mi piace per niente...
"Oddio!" grido, ricordandomi del motivo per cui stavo correndo.
"Che ti prende?"
"Sono in ritardo! In ritardissimo!" spiego, scompigliandomi i capelli. Anche lui sembra avere improvvisamente fretta, quindi si volta e si dirige a passo svelto nella mia stessa direzione. Lo seguo.
"Che fai? Mi segui adesso? Se sono scuse che vuoi, sappi che non le avrai!" mi dice il ragazzo con il berretto.
"Ma quali scuse! Sto cercando la mia classe, non ti sto seguendo" ma perchè mi metto a discutere con lui? Mi sa che quella caduta ha fatto più danni del previsto...

In ogni caso, io e quel ragazzo spalanchiamo contemporaneamente la medesima porta, quella su cui è scritto CLASSE 3 - SEZ C e, come volevasi dimostrare, ci incastriamo per entrare per primi.
Un'intera classe si volta verso di noi e ci fissa con tanto d'occhi. L'insegnante che, stando a quanto mi ha spiegato Miroku, è quella di matematica, ci guarda a metà fra la rabbia e lo stupore. E' una bella donna, non c'è che dire. Però non mi piace, anche se non riesco a capire perchè.

"Taisho..." sibila la professoressa "Vedo che ogni tanto ti degni di presentarti alle mie lezioni!" dice, rivolta al ragazzo che mi sta ostruendo il passaggio. Il suo cognome mi suona familiare...
"Ogni tanto dare i numeri fa bene!" ribatte Taisho, prendendo posto in ultima fila. La professoressa sospira, sconsolata. Ora che posso guardarla meglio, capisco perchè non piace: è un demone.
"Ti farebbe bene anche indossare la divisa scolastica, di tanto in tanto. Vuoi essere bocciato anche quest'anno?" chiede la professoressa, arricciando il naso. Mi correggo: è un demone bastardo.
"E tu?" mi chiede la donna, voltandosi verso di me con aria di sufficienza. Mi squadra da capo a piedi e, come immaginavo, i suoi occhi rossi come il fuoco si incollano al mio seno abbondante.
...E' invidiosa. Glielo leggo in faccia.

"Sono Edogawa" spiego "La nuova studentessa"

La donna non si scompone; prende il registro e sfoglia un paio di pagine prima di leggere il mio cognome scritto a penna nera. Si volta nuovamente verso di me "Prego, un passo avanti e presentati"
Oh, ma che dolcezza! Questa non è una donna: è un barattolo di miele ...Infestato dalle vespe!
Faccio come dice, ignorando il suo tono stizzito. Mi posiziono davanti ai miei futuri compagni ed eseguo un inchino (più che altro immaginario) e inizio la mia presentazione improvvisata.

"Sono Rin Edogawa, ho diciotto anni, e ho vissuto in America per un anno. Mi sono diplomata a New York, ma spero di riuscire a superare gli esami anche nel mio Paese" oh, Santo Chuck Norris, come parlo bene! E chi se lo aspettava! "Dunque, spero di poter instaurare un buon rapporto con ognuno di voi" in realtà non ci penso nemmeno, ma a volte basta poco per fare buona impressione.
"Bene" mi interrompe la professoressa "Io sono Kagura Hideki, la tua insegnante di matematica... E, dato che tu e Taisho siete arrivati in ritardo..."

Ecco. Lo sapevo. Mi sono fatta sbattere fuori dall'aula già dal primo giorno di scuola! Ma che genio che sono! Anzi, no... Non è colpa mia. E' colpa di questo qui!

Mi volto verso il ragazzo che è al mio fianco. Si è steso per terra, comodamente, e ha i piedi appoggiati alla parete. Devo ammettere che, guardandolo meglio, questo Taisho è davvero un bel ragazzo; anche se non mi sembra del tutto umano. Ha i capelli argentati, lunghi e crespi, e gli occhi dorati come topazi. Ha un viso piuttosto simpatico; asimmetrico, ma bello. Ha i lineamenti marcati e la sua pelle abbronzata contrasta con il candore dei suoi capelli. Come aveva tenuto a precisare la professoressa Kagura, Taisho non indossava la divisa scolastica, ma un semplice paio di jeans sbiaditi e una felpa rossa con il cappuccio. Il rosso gli donava, decisamente.

"Si può sapere che hai da fissare?" mi chiede il ragazzo "Guarda che anche se non ci fossimo scontrati, ti avrebbe sbattuta fuori comunque"
"L'ho capito" ammetto "Immagino che sia la peggiore tra i nostri insegnanti"
"E' nella top-ten, ma non è proprio la peggiore..." mi corregge Taisho, mettendosi seduto a gambe incrociate. Decido di imitarlo. Mi sono stancata di stare in piedi... E queste scarpe pesano.
"Vuoi dire che esiste qualcosa di più gelido di quella lì?" chiedo, indicando la porta. Il mio compagno di classe annuisce.
"Lo incontrerai alla prossima ora" mi spiega "Uff! Se scopre che sono stato cacciato dalla classe anche stamattina, poi chi lo sente mio padre!" dice fra sè e sè.
"Vuoi dire che questo professore è capace di avvertire i genitori? Lo sa che non siamo più all'asilo?"
"Lascia perdere. E' una situazione un po' diversa. Ma tanto, presto lo verrai a sapere... Comunque, io sono Inuyasha!" si presenta, porgendomi stranamente la mano.

Rimango basita per qualche istante. Inuyasha... Questo nome, così come il suo cognome, non mi è nuovo... Qualcuno l'ha già nominato. Ma chi? Aaaah! Maledizione! Ecco cosa succede a non ascoltare gli altri quando parlano. Mi do della deficiente in tutte le lingue che conosco; quando improvvisamente mi ricordo di essere una persona educata, e mi concentro sulla mano tesa di Inuyasha.

"Rin" mi presento a mia volta, ricambiando la stretta "Allora? Che si può fare di bello in questo posto?" non finisco neanche di terminare la frase che una ragazza esce dall'aula.
"Ehilà! Kagome!" la saluta Inuyasha con un cenno dalla mano. Mi volto a guardarla: è una ragazza piuttosto graziosa, ma nel complesso perfettamente nella norma. Mi sta scrutando intensamente e non ne capisco il motivo, finchè non sposta i suoi occhi castani in quelli color miele di Inuyasha. Solo allora, Kagome ricambia il saluto del compagno e mi si avvicina "Ciao. Io sono Higurashi, piacere"
Le sorrido. E' soltanto venuta a controllare Inuyasha... Forse è il suo ragazzo. Mi presento a mia volta, anche se il mio nome lo sa già. Ci fermiamo a chiacchierare per qualche minuto, finchè non suona la campanella e la professoressa Kagura esce dall'aula, senza mancare di riservarci un'occhiataccia.
"La prossima volta eviterò di sbattervi fuori dall'aula dato che vi offro soltanto un'occasione per fare i vostri comodi!" dice, scoccandomi uno sguardo di fuoco per il modo in cui sono seduta sul pavimento. Sostengo il suo sguardo senza problemi... Non mi interessa nulla di quello che dice o pensa questa donna demone, tanto presto o tardi me ne andrò da questa scuola e tornerò in America.
"Edogawa, più tardi dovrai passare dal preside Naraku per farti dare gli orari delle lezioni e firmare alcuni permessi" mi dice ancora, gelida, prima di allontanarsi a passo svelto nel suo tailleur bordeaux.
"Brutta stronza" sussurro a denti stretti. Kagome non mi ha sentita, ma Inuyasha evidentemente sì, dato che lo vedo ridacchiare. Però! Che udito!
Un attimo dopo, Miroku fa capolino dall'angolo in fondo al corridoio. Si guarda intorno con aria circospetta.
"Via libera, Miroku! La strega se ne è andata!" gli urla Inuyasha, sventolando una mano. Solo allora il mio nuovo amico si dirige verso di noi con aria soddisfatta.
"A quanto vedo, ho fatto bene ad essermi beccato un'influenza di sessanta minuti!" dice, ridacchiando e alludendo al fatto che anch'io ero in corridoio.
"Seeee... Tutte scuse per passare un po' di tempo con la bella Kikyo!" lo schernisce Inuyasha. Immagino che Kikyo sia l'infermiera della scuola e che, a quanto ho capito, sia molto carina.
"Non ti smentisci mai, Miroku. Prima o poi, Sango ti taglierà qualcosa" lo rimprovera Kagome.
"Ma no! E poi come fa? Lo sa che io ho la testa soltanto per lei!" ribatte lui, alzando un indice.
"Credo che Kagome non si stesse riferendo alla testa superiore!" preciso io, riferendomi ad un altro tipo di parte del corpo. Tutti ridono, Miroku compreso, fin quando una ragazza dai lunghi capelli castani non si precipita in corridoio e gli molla un ceffone in pieno viso. I due iniziano a litigare, anche se in modo scherzoso. Immagino che in Giappone si usi fare così: sinceramente, non ricordo perchè, ma i giapponesi, quando si amano... Litigano. Che cosa stupida, no?
Mi godo la scena: dopotutto, i miei nuovi compagni di classe non sembrano essere così pessimi come avevo immaginato. Forse, dovrò ricredermi...

Improvvisamente Inuyasha annusa l'aria, e io non posso fare a meno di paragonarlo ad un cane da tartufo.

"Hai fiutato qualcosa, cucciolone?" gli chiedo.

Dal modo in cui tutti si voltano verso di lui, sbiancano, e si precipitano in classe... Deduco che la risposta è: Sì! Ha fiutato qualcosa!

"Muoviti! Sta per arrivare!" mi dice Inuyasha, tirandomi per un braccio.
"Eh? Ma chi?"
"Forza! Sbrigati!" mi sgrida, strattonandomi. Ancora indecisa, lo seguo in classe... Ma... Non so dove sedermi, dato che tutte le sedie sono già state occupate. Mi guardo in giro, senza sapere esattamente cosa fare e come muovermi. Kagome continua a fare cenno di sedermi da qualche parte, anche a terra. Si sbraccia e si dimena come un'ossessa... Ma cosa pretende? Che mi appollai sul soffitto a testa in giù e mi avvolga in un bozzolo d'ali di pipistrello? Oddio, certe volte sono davvero macabra. Mi compiaccio di me stessa! Ah! Ah! Ah!

La porta si apre.

Kagome sbianca.

Cala il silenzio.

Io sono ancora in piedi, di spalle.

Caro diario, quello fu soltanto l'inizio della mia fine. Avevo appena incontrato Lui: il mio diavolo personale...



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Mi volto lentamente, ma a giudicare dall'espressione terrorizzata dei miei nuovi compagni, immagino che la cosa migliore da fare sarebbe voltarsi e buttarsi dalla finestra senza pensarci un secondo di più. Sinceramente, alle mie spalle potrebbe esserci anche Tutankamon, per quel che mi interessa. In ogni caso, mi volto, e la prima cosa che vedo è...

Dio!
Ma allora esisti! Cavolo, non sapevo fossi così... Così... DIVINO!!!

Le ginocchia mi vacillano per un istante. I miei occhi sono incapaci di staccarsi da quelli della persona che ha appena fatto il suo fatale ingresso nella terza C del liceo Shikon. Pianeta Terra...Credo.

L'uomo mi stava guardando. Mi stava guardando malissimo... Però mi stava guardando, eh! Lo giuro! E questo era già un punto a favore dell'esistenza di Dio, perchè quello non poteva essere nient'altro. Lo giuro su Santo Brad Pitt: non ho mai visto nessuno come lui. Alto, longilineo, postura sicura ed elegante. Lineamenti gentili e delicati, a tratti quasi femminei. Lunghissimi capelli argentei come la luna, lisci come fili di seta orientale. Pelle pulita e levigata come una statua di porcellana. Occhi affilati e felini, dorati. Era un demone, non c'erano dubbi, ma mai, MAI un demone avrebbe potuto essere più simile ad un dio.
E Dio mi parlò...

"Siediti" sibila, glaciale. Così dicendo, Dio si mosse sinuosamente verso la cattedra, con passo felino da predatore. Prende posto e si accomoda, accavallando le gambe. Non bada più a me.
Io non mi muovo. D'altronde, dove avrei dovuto sedermi? Mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione. Lentamente, Dio leva nuovamente i suoi occhi d'ambra verso di me. E mi inchioda.
"Ho detto: siediti" scandisce con la sua voce melodica, ma agghiacciante. Mi ha preso per una demente, credo.
"Non ci sono posti liberi" riesco a dire, allargando le braccia ad indicare l'intero ambiente. Lui non guarda la classe. Ciò significa che lo sa benissimo che non ci sono posti per me.
"Non è un mio problema" dice, tornando a concentrarsi sul registro degli studenti. Non sapendo che fare, mi siedo a terra. Lo so che non è una cosa molto normale... Ma voi cos'avreste fatto?

La classe era talmente silenziosa da sembrar vuota. Nessuno respirava. Kagome era pietrificata. Persino Miroku aveva perso il suo immancabile sorriso. L'unico che appariva rilassato era Inuyasha.

Io, intanto, continuavo ad aspettare che Dio si accorgesse di me. Dopotutto, ero una nuova studentessa, no? Come minimo avrebbe dovuto chiedermi qualcosa, anche soltanto in merito al programma scolastico che avevo svolto in America. O, se non altro, avrebbe potuto presentarsi a sua volta. Non si usa fare così nel mondo dei comuni mortali? Oh, ma che dico: lui è un angelo, mica un mortale!

Lo giustifico.

O meglio, mi trovo costretta a farlo, dal momento che non mi chiede assolutamente nulla. Si alza con un unico movimento fluido e pronuncia tre semplici parole: "Test a sorpresa"

Mi aspetto di sentire un coro di lamentele, eppure non avverto nulla del genere. Nessuno si oppose quando Dio consegnò una pila di fogli a Kagome e le ordinò di distribuirli alla classe.

Ovviamente, io sarei stata risparmiata. D'altronde, ero appena arrivata, e non conoscevo neanche l'orario scolastico... Figuriamoci se sapevo qualcosa del loro programma. Anzi, non sapevo neanche che materia insegnasse Dio! Inspiegabilmente, Kagome mi porge un foglio: ciò significa che Dio sapeva che sarei stata presente quel giorno. Lo accetto e lo guardo...

Sbianco: Kitabatake Chikafusa... Fantastico... E CHI CAVOLO E'???

Guardo Dio con aria confusa. Lui si limita a fucilarmi con lo sguardo per aver osato tanto "Ovviamente" dice in tono piatto "Non ti risparmierò soltanto perchè sei nuova!"
Non posso crederci: mi sono appena convertita al Cristianesimo e Dio già mi odia!

Il compito sarà andato di sicuro malissimo e avrò sbagliato tutto. Ma a quanto sembra, non sono stata la sola: Inuyasha, Koga e Miroku l'hanno consegnato in bianco. A quanto sembra, l'unica a non aver avuto problemi è stata Sango. Beh, poco male: in fondo ci ho provato. Le ore scivolano velocemente, sempre uguali. Al termine delle lezioni, mi dirigo nell'ufficio del Preside, il Signor Naraku. Quell'uomo non mi ha fatto una grande impressione. Non faceva altro che guardarmi come se fossi qualcosa di particolarmente simile ad un manju cosparso di nutella. Appena ho potuto, me la sono filata a gambe levate. Rientro a casa con due ore di ritardo, poichè ho sbagliato strada per ben cinque volte! Che ci posso fare se le stradine di Tokyo sembrano tutte uguali?!? In ogni caso...

Eccoti: mio carissimo e orrendo divano zebrato! Sei mio! TUTTO MIO!

Mi ci stendo sopra e mi sbarazzo della divisa scolastica. La lascio cadere sul pavimento e resto in biancheria intima: lo so, ho una biancheria intima vergognosa, nonostante abbia diciotto anni. Ma in fondo che c'è di male ad indossare un completo a fragole? Niente, se sei da sola a casa e se soprattutto non prevedi di avere incontri ravvicinati del terzo tipo con qualsiasi essere vivente che respiri. E infatti la casa è vuota: Izayoi probabilmente è stata rapida da qualche alieno. Quindi, in poche parole: non c'è.

Boh... Chissà dov'è andata?! Beh, in fondo non che mi importi poi molto. In America vivevo da sola, e posso affermare con certezza che camminare in mutande a casa propria è la cosa che più si avvicina alla beatitudine celeste. Pensavo questo... Almeno finchè non sentii la chiave girare nella serratura della porta. Avevo parlato troppo presto: Izayoi era tornata.

"Sono a casa!" dice a voce alta "C'è stato un cambio di programma!" un cambio di programma per cosa? Ah, certo: Dio l'ha fatta lasciare con Inu no Taisho...

Mi blocco. Cos'ho detto? Inu... No... Taisho...

"Cazzo!" grido. Taisho! Taisho è lo stesso cognome di Inuyasha!... No... Non è possibile.... NON PUO' ESSERE QUELL' INUYASHA!!!
"Rin-chan, vieni!" grida mia madre "Guarda chi abbiamo a cena!"

Non riesco neanche a trovare la forza di muovermi. Mi volto soltanto, lentamente. E il mondo mi crolla addosso con la violenza di una palla di cannone (e se vogliamo essere precisi, era anche una palla piuttosto pesante!). Un uomo dai capelli argentati raccolti in una coda affianca mia madre sull'uscio. Le tiene un braccio intorno alle spalle e le sorride. Ma non me ne frega niente di lui. Non lo guardo quasi.
Vi chiedete perchè? Beh... E' molto semplice: non è solo.

"Sono curioso di conoscere la mia nuova sorellina!" dice Inuyasha, guardandosi intorno e incontrando me, immobile, in fondo al corridoio.

Restiamo a guardarci per qualche istante: io, cercando di capire se era davvero lui, o se ero sotto l'effetto di qualche psicoacido. E non escludo che lui stesse pensando la stessa cosa! I miei occhi minacciano pericolosamente di uscire dalle orbite e scavarsi una fossa nel parquet: era proprio Inuyasha, il mio compagno di classe! Il mio cervello si sforza di elaborare un pensiero di senso compiuto e, a fatica, riesco a rendermi conto che Inuyasha è il mio futuro fratellastro mezzodemone. Grido senza rendermene conto, realizzando la gravità della situazione.

Cakkiocakkiocakkiocakkio! Come ho fatto a non pensarci subito? Ma sono proprio una cretina!!!
Cretina! -mi dico- Cretina! Cretina! Cretinaaaaa!!!

Non finisco neanche di pensarlo, che alle spalle di Inuyasha scorgo qualcosa di molto molto più inquietante: un paio di occhi felini e lunghi capelli argentati...

Ho tre infarti e mezzo, contemporanei: è il mio professore di giapponese antico! E' Dio!! E' il mio ...Professore-Dio!!!

...O...Cazzo...!

Dannazione... No... Questo deve essere un incubo... Cosa può andare più storto di così? Non ditemi che Dio è Sesshomaru. No, perchè se fosse così (giusto per intenderci) Sesshomaru sarebbe il fratellastro di Inuyasha, nonchè figlio del fidanzato di mia madre!!!
Inizio a non ricordare più come si respira! Aspetta, com'era che si faceva? Inspira, Espira. Inspira, Espira. Cakkio, ma così sembra che stia per partorire... E in effetti, l'ansia che sento deve essere proprio quella (non che io abbia mai partorito, comunque).

Sesshomaru mi guarda. E' palesemente irritato.
Non capisco perchè. Posso capire lo stupore o l'indifferenza... Ma addirittura il disgusto! ... Perchè?

Un'orrenda risposta si fa spazio nei miei pensieri nel momento esatto in cui Izayoi, Inu no Taisho, Inuyasha e Sesshomaru inclinano contemporaneamente il capo dallo stesso lato, come se stessero cercando di capire che razza di animale io sia. E il bello è che non lo so neanch'io che razza di animale sono. Non so neanche se sono viva o morta! So solo una cosa: sono in mutande!

E non sono mutande normali: sono mutande con le fragole!

"Che indecenza" soffia Sesshomaru-Dio-Professore-di-Giapponese-Antico a denti stretti, distogliendo lo sguardo da me con aria seccata.

Caro diario, voglio morire. E' ufficiale: Dio mi odia!

 

Angolo di Lirinucciaaaaaaaa :)

Allora, innanzitutto grazie per le splendide recensioni che mi avete lasciato. Non me l'aspettavo, dal momento che questa storia è nata praticamente per scherzo ed è del tutto diversa da qualsiasi altra cosa in cui mi sia mai cimentata. Non ho mai scritto nulla in prima persona, e non ho mai trattato argomenti leggeri e divertenti... Quindi, grazie a voi posso quasi pensare che l'esperimento sia riuscito perfettamente!

Passo a ringraziare chi ha aggiunto la storia fra i preferiti: Iceman, Leloale, Nancy 95 e SmoothCriminal.

Ringrazio ancora, chi l'ha inserita fra le storie seguite: Bigmama, Didyme, Meraviglie1992, Mikamey, Ramona 37, Sisi89 e Smile989.

Poichè alcuni di voi non si sono espressi, colgo l'occasione per dirvi che mi farebbe piacere sapere cosa di questa storia vi è piaciuto, dal momento che io stessa sono titubante!^^

Ringrazio personalmente: Yesterday, Marrion, Iceman, BennyRobin, Celina, Nancy95, Kanna I White, Mew_Paddy e SmoothCriminal... Vi ringrazio moltissimo, siete state dolcissime e sappiate che solo con i vostri commenti porterò avanti questo esperimento. Un commento non costa nulla, e mi farà molto piacere ricevere anche delle critiche, non preoccupatevi. Spero di non deludere le aspettative di nessuno e che questa storiella possa continuare ad appassionarvi. Grazie di cuore :)

PS: qualsiasi commento lasciato sarà ricambiato. A prestissimo!!!!

   
 
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