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Autore: kannuki    21/07/2005    7 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Max sbuffa esasperato per l’ennesima volta, gettando la cartina stradale accanto a se…ma come pretende che riesca a trovare qu

Ford iperventila per non esplodere e prendere a pugni Max che continua a scuotere la testa.

“Non hai visto come ti guarda? Possibile che tu sia così rimbambito da non accorgerti che ti muore dietro?” insiste a bassa voce guardandosi alle spalle.

L’uomo non replica perché non ne è sicuro al cento per cento. Improvvisamente si rilassa sedendosi  di schianto sul divano, facendolo scricchiolare. E’ vecchio, deve cambiarlo. 

“Non lo so. Certe volte mi da quell’impressione, altre…prima mi ha dato un ceffone e poi mi ha abbracciato. Non la capisco.”

Max si siede davanti a lui e guarda il fondo della stanza sperando che non appaia proprio in quel  momento “non mi sembra il massimo della maturità, quella ragazza. Per quello m’impiccio degli affari tuoi.” Specifica  a bassa voce. “Si è presa una cotta per te, sei l’eroe dei suoi sogni. Il principe azzurro che la va sempre a salvare. Non mi stupirei che lo facesse apposta”

“Ma che dici..” Borbotta aggrottando la fronte. E se fosse vero?

Sospira cercando di rimettere a posto i vari fili ..e se avesse ragione lui? Se lo facesse apposta a scappare? E poi quella frase ‘ti devo dire una cosa…’

“A te piace, è più che evidente”

Ford non replica e si limita ad ascoltarlo continuando ad unire i puntini di quello strano disegno che si sta formando nella sua testa. “E’ troppo piccola…” borbotta a se stesso 

Fosse quello! Il problema sei tu”

L’uomo lo guarda senza capire “io? Cosa ho fatto?”

“Il turpiloquio spinto e a sproposito, il mondo in cui ti relazioni con la gente, il tuo stile di vita!” elenca indicando la stanza. “Vivi in un buco che avrebbe bisogno di una ripulita, imbiancata e di un total re style. Indossi gli stessi vestiti per tre giorni di seguito, ti ubriachi 5 volte la settimana e rimorchi le prostitute!”

“Non è vero...è capitato una sola volta” ribatte arrossendo un po’ “e ho un armadio pieno di roba in copia multipla perché non ho tempo e voglia di girare per negozi”

Tace vergognoso sentendosi immondizia, giocando con l’orologio e girandolo più volte attorno al polso.

Max lo scruta pensando di aver calcato la mano perché lo vede in seria difficoltà. Abbozza un bel sorriso conciliante prima di parlare. “Sorvolando il fatto che in questo momento non saresti da presentare ai suoi genitori, lavorandoci su potresti migliorare tante cose”

“I suoi mi conoscono…sono di famiglia ormai” mugugna con voce bassa e imbronciata.

“Il fatto che gli ritrovi la figlia non vuol dire che sarebbero lieti di vederla uscire con te”

“Smettila”

“No, affronta la realtà: vai bene per stanarla ma non certamente per portarla all’altare”

Ford lo guarda mezzo allibito “ti stai allargando, adesso”

Max scrolla la testa con un sorriso malandrino “noto un certo romanticismo nauseante quando vi parlate”

Se..” Ribatte indurendo il viso “hai finito la paternale? Guarda che lo so di non essere alla sua altezza! Quelli vogliono il meglio per Natalie e non lo troveranno certo in uno come me” afferma depresso, guardandolo da capo a piedi. “Perché stiamo facendo questo discorso assurdo?”

Perché Natalie si è innamorata di te, tu di lei e se vi accoppiate succedono i casini” gli ricordò velocemente con voce piatta.

 

Ford non parla più e pondera seriamente le parole di Gershow.

Fra quello che intendo fare io - cioè niente - e quello che mi sta prospettando sto tipo ce ne corre. E’ già tanto essere riuscita ad avvicinarla, Natalie. Non l’ho fatto apposta, è capitato.

E’ capitato per puro caso.

Quell’affarino timido che aveva tallonato nel supermarket e in giro per le varie città, non rientrava nei suoi piani. Gli era piombata fra le braccia, diciamo così.

Adesso non avrebbe più voluto lasciarla andare, a dirla tutta. Con quella dolcezza che esplode a momenti e quel sorriso che ti scalda il cuore.

Lo so che sono irrecuperabile…però...si abbatte ancora di più ora che la sua inadeguatezza è stata così brutalmente analizzata.

Io mi sento sempre fuori posto. Non so stare in un altro modo! Pensa con rabbia mista a dispiacere. Si guarda attorno e pensa che la sua sciatteria si manifesta chiaramente nell’appartamento, anche se Charlie ha dato una bella ripulita. 

Almeno quei giornali li poteva togliere, adesso che c’era Natalie!

Li afferra in blocco e li scarica dietro il divano, spostando il problema invece di rimuoverlo.

Non ho tempo di occuparmi di questa casa...e se ce l’ho sono stanco e preferisco dormire, si scusa dentro di se senza accorgersi che Gershow se n’è andato.

Si sdraia su divano restando a guardare il soffitto. Non sarei in grado di darle niente di quello che vuole.

 

***

Natalie guarda dalla finestra incuriosita. Ha sentito il rumore di una macchina allontanarsi e quando si è accorta che anche Max ha lasciato la casa, le è saltato il cuore in gola. Lei e Ford sono soli! Soli!

Una vampata di rossore sale alle guance e ha la bocca secca, tanto da non riuscire ad ingoiare. Siede sul bordo del letto con il batticuore, tentando di tirare un profondo respiro. Da soli… rimembrò i racconti spinti di Bev quando rimaneva sola col ragazzo e l’emozione prese il sopravvento. 

Si stavano baciando e quel disgraziato era arrivato ad interromperli!

Afferra la maglietta che si è tolta poco prima e comincia sventolarsi cercando di ‘raffreddarsi’ ma la manovra non funziona del tutto se non smette di pensare a quei due bacetti leggeri che si erano scambiati.

Le gambe non le appartengono più: si alza, infilandosi la maglia ed esce dalla stanza con trepidazione. Un formicolio piacevole le invade il corpo mentre cammina nel corridoio, la mente occupata da mille pensieri e il cuore che batte e batte e batte…

 

****

Rimasto solo, Ford è sprofondato nel sonno mentre ripensava a lui e a Natalie. Le emozioni del giorno lo hanno stremato, così sogna. Sogni strani, confusi, indescrivibili che lo fanno svegliare di colpo, in un lago di sudore con l’eccitazione che urla per essere soddisfatta.

Luce… fastidio, pensa girandosi verso lo schienale imbottito e nascondendo la testa sotto il braccio.

Si muove un po’ cercando la posizione giusta, finchè non decide che svenire nella propria stanza è molto più comodo. Barcolla intontito verso la porta e sorpassa Natalie senza neanche vederla.

 

“Ford..”

 

Sbatte gli occhi più volte, il viso aggrottato e gli ci vuole un po’ per mettere a fuoco la ragazza.

 

La protagonista dei miei sogni sconsiderati mi guarda sorridendo. Cerco di riprendermi, ma sto stirando dal sonno. Vi hanno mai tirato giù dal letto nel mezzo della fase REM? Fastidioso, eh?

“Natalie….che fai, non dormi?” borbotto entrando nella mia stanza e crollando di faccia sul materasso.

La sento ridacchiare e poi qualcosa di morbido mi tocca il braccio “se resti così, muori soffocato” ridacchia mentre mi giro pigramente sulla schiena.

Molto meglio adesso…

Sospiro abbozzando un sorriso e ascolto la nuova risata che stilla dalle sue labbra...così dolce…

“Sembra quasi che tu non dorma da settimane”

“Quasi” ascoltando il suono della sua voce. Sento delle dita fresche che mi sfiorano il viso e mi fanno voltare verso di lei, gli occhi aperti. La trovo inginocchiata vicino al mio stomaco con un filo in mano “ti si era attaccato sulla fronte” ridacchia giocandoci e arrotolandolo fra i polpastrelli.

“Ti diverti ad approfittarti di me…di un povero vecchio stanco e assonnato” borbotto voltandomi su un fianco, verso di lei. Ho voglia di accarezzare quelle ginocchia che spuntano dalla maglietta.

Ha le gambe nude.

 

“Se vuoi ti lascio dormire..” Sussurra piegandosi un po’, la sua voce più vicina.

“Mi fa piacere se resti” mugolo abbozzando un sorrisetto che muore subito. Ha solo quella maglietta. Non ha il reggiseno. Non dorme col reggiseno, nessuna donna lo fa.

“Va bene” mormora con una nota alterata. Apro un occhio e la trovo sdraiata davanti a me che sorride timida. 

Allungo una mano per accarezzarla e non sono di sicuro di esserci andato delicato, perché la vedo fare una faccia buffa. “Hai la delicatezza di uno schiaccia sassi!” ridacchia posando la sua mano sulla mia.

Bellissima…

“Dormi sempre in questa posizione strana?” mi domanda indicando il letto.

“E’ uguale” rispondo pensando che ci dormo di traverso non cade certo il mondo. E accontentiamola, va. Striscio fino a posare la testa sul cuscino e sospiro felice…cuscino…che goduria!

Lei ride di nuovo e si adagia accanto a me.

“La smetti di prendermi in giro?”

“No, sei buffo, mi fai morire dal ridere!” esclama con una mano davanti alla bocca e gli occhi che luccicano.

Stupenda…

Allungo un braccio e me la tiro contro, cercando di soffocarla. “La finisci, eh?”

Natalie all’inizio ride, poi smette quando ha esaurito le forze. O forse smette perché sta pensando la stessa cosa che sto pensando io.

Quel corpicino caldo e sottile non mi ci voleva adesso, non ora. La sento trattenere il respiro mentre si sistema meglio contro di me. Si aggrappa alla mia maglietta e sta li, ferma e buona, lasciandomi senza parole. Neanche mi accorgo di cominciare ad accarezzarla, mentre lei posa la testa sul mio braccio e resta immobile, accarezzandomi di tanto in tanto con due dita. 

Sento il suo respiro un po’ affannoso che mi entra nel collo della maglietta e riscalda la pelle.

La mia mano scivola fino alla vita, tirandola e costringendola ad aderire a me, intreccia le gambe con le mie e mi si aggrappa ancora di più addosso.

Può sentire il batticuore che sta salendo d’intensità se resta così.

“Non hai caldo?” mi domanda a bassa voce, le trema un po’…

“Un po’ si” ammetto senza muovermi.

Natalie non respira quasi; finchè non la sento muovermi non mi sposto di un centimetro.

Lei afferra la maglietta e se la toglie facendomi pensare di tutto. Sotto ne ha un’altra, molto carina e con due bretelline che sgridano ’strappami, strappami’ a squarciagola.

Mi guarda per un attimo e poi gira la testa dall’altra parte. “Hai deciso di morire di caldo?”

Ci metto un po’ a realizzare che forse vuole che io faccia la stessa cosa. Ho il cervello in modalitàoff’ a quell’ora e con lei che mi sta davanti in biancheria intima e basta.

Non ce l’ha il reggiseno, proprio no!

Volta la testa verso di me e mi guarda avvicinandosi lentamente “posso restare qui?”

“Certo…” borbotto mentre lei torna a sdraiarsi accanto a me un po’ distante. 

 

Non ricordo una sola parola del discorso di Gershow o delle cose che avevo deciso da solo. Vedo solo lei, di una bellezza abbagliante, con quel visino che mi fa pensare di tutto…è praticamente nuda!

Lei si avvicina a me restando con gli occhi legati ai miei e comincia ad accarezzarmi sulla guancia, facendomi il solletico; le sorrido ma lei non mi ricambia e continua a guardarmi in quel modo…

La mia mano sale, fino ad infilarsi sotto i suoi capelli. La sento sobbalzare e quando la volto sotto di me, continuando a fissarla e lei mi lascia fare con un’espressione languida sul viso.

 

Natalie trattenne il respiro finchè non giacque sulla schiena, con Ford su di lei, una gamba infilata fra le sue che mosse, divaricandole per permettergli di stare più comodo.

Stava arrossendo, sentiva il viso caldo e le sue mani bollenti su di lei e non riusciva a smettere di fissarlo in quel modo.

Mi prenderà per stupida se continuo, pensò, cercando di chiudere almeno gli occhi. No, non ci riusciva, doveva continuare a guardarlo per imprimersi bene tutti i particolari del suo viso in mente.

La sua mano che scivolava lungo la coscia fino al fianco, la faceva tendere; sorpassò la maglietta e si perse sul suo stomaco, massaggiandolo ed eccitandola ancora di più.

Non è possibile…per così poco, pensò chiudendo gli occhi e arcuandosi all’improvviso.

 

“Natalie...che dobbiamo fare?”

“Questo” sussurrò eccitata muovendosi lentamente.

E poi? Dimmelo tu, io non ci capisco più niente..” Mormorò costringendola ad aprire gli occhi al suono della sua voce così giù di morale.

“Neanche io” ammise abbracciandolo con affetto “la prossima volta che scapperò mi verrai a cercare?” gli domandò con la voce sempre più evanescente mentre le faceva scivolare una spallina.

 

Ford si fermò colpito da una mazzata nelle parti basse. ‘mi verrai a cercare’

 

Aveva ragione Gershow allora…lo faceva apposta. Si allontanò lasciandola sola, annientato dalla scoperta e anche un pò felice.

“Ford..” Sussurrò restando a guardarlo interrogativa. Lo osservò mentre usciva dalla stanza e si tirò a sedere chiedendosi che diavolo gli passasse per la testa.

Rimise a posto la spallina meccanicamente e arrossì scoprendo l’elastico degli slip lievemente calato sui fianchi.

 

Ford si era ripetuto il discorsetto a mente, mentre gironzolava fuori della stanza, dandosi del pazzo e anche un po’ del pedofilo. Quando rientrò, certo come non mai di fare la cosa giusta, allontanandola da se, e la trovò in quella posizione così ingenuamente seducente, il discorso fu cancellato da un celere colpo di spugna.

Si appoggiò alla porta chiudendola a chiave ma senza rendersene conto e la fissò divorando con gli occhi ogni parte del suo corpo.

“Non sono molto sicuro che sia una cosa giusta da fare” le disse a mezza bocca restando dov’era.

“Non facciamo del male a nessuno” gli rispose fissandolo con un sorriso dolce.

E a noi stessi? Si domandò staccandosi con ritrosia dalla porta. “Sei pazza a volermi”

Se non ero pazza non sarei scappata di casa tutte queste volte per farmi rincorrere da te” sorrise con la voce lievemente isterica e in preda al panico “se non mi abbracci entro cinque minuti mi parte un embolo” lo avvertì stringendo il lenzuolo fra le dita.

 

“Parte a me…” mormorò sedendosi ai piedi del letto, dandole le spalle. “Non posso, non posso proprio” ripetè più rivolto a se stesso che a lei che lo stava osservando sbigottita.

 

“Va via, Natalie” mormoro sentendomi di nuovo in colpa per averci anche solo pensato “torna a casa tua o a Bleiza. Fatti un fidanzato della tua età e metti su famiglia”

 

Lei mi guarda a bocca aperta: non si aspettava un finale del genere. Io non mi aspettavo che le parole di quel coglione fossero così vicine alla realtà.

“Io non voglio tornare a casa o mettere su famiglia. Non sono una fissata col matrimonio!” ribatte secca gattonando fino a me e voltandomi con forza dalla sua parte.

Dio santo, non se ne esce più adesso. Aveva ancora una via di fuga ...non ti avvicinare!

 

“Dovresti. Magari smetti di frignare come una ragazzina che fa i capricci per non fare i compiti e impari un po’ di buon senso ed io non sarei più costretto a correrti dietro!”

Cazzo, le ho fatto male. Quella me la potevo risparmiare ma sto cercando i tutti i modi di farla ragionare.

“Mi hai detto che ti mancavo…”

“Dico tante cazzate, non posso ricordarle tutte!” sbotto allontanandola con un gesto brusco. Sta per mettersi a piangere e la colpa è solo mia. Ma ha ragione Gershow…su una buona parte.

“Stronzo!”

E no, porco giuda!

In questo momento mi sta odiando come non ha mai fatto prima. Dopo qualche secondo vedo le lacrime scivolare lungo le guance e mi sento ancora di più un mostro.

“Bugiardo…sei uno maledetto bugiardo!” urla afferrando il cuscino e picchiandomi con quello.

“Smettila” le dico parando i colpi e strappandoglielo di mano. Non la ferma per un secondo e si getta su di me prendendomi a pugni che non fanno tanto male perché ha le mani piccole e di botte ne ho prese un bel po’ nella vita.

“Isterica del cavolo. Tutte uguali voi figlie di papà. Se non avete quello che volete non siete mai contente”

Questo non sono io! Non sono io che parlo, mi escono da sole!

Che vuoi da me? Ti ritrovo sempre fra i piedi, lo fai apposta a scappare per farti correre dietro perché non hai uno straccio di ragazzo che si prende la briga di venirti a cercare”

“Non è vero! Smettila!” urla divincolando i polsi che le ho bloccato. Fa male dopo un po’.

Che sei tornata a fare? Non raccontarmi la balla che eri preoccupata per me che non ci credo!”

Ma è vero…” singhiozza disperata.

E adesso che sei venuta a fare?!”

“Adesso…”

“Adesso” puntualizzo stringendole un po’ i polsi e facendole male.

Questo non sono io!!

Natalie singhiozza e non risponde poi abbassa la testa e sussurra che non riusciva a dormire e che aveva voglia di stare un po’ con me.

Anche io…

“Come no! Vuoi farlo con me? E Poi? Credi che la cosa andrà avanti? Che staremo insieme?!”

Non risponde e singhiozza piano lacerandomi dentro.

“Abbiamo due modi diversi di vederla” ridacchio per qualche secondo facendole alzare la testa.

Mi odia.

Glielo leggo negli occhi che mi sta odiando per il male che le sto facendo. Io vorrei stare con te, Natalie, ma non si può...credimi!

 

E’ un attimo e il vigliacco che non sono io, la rovescia sul letto facendola gemere. La guarda intensamente ma lei si rifiuta di incontrare il suo sguardo ma non si divincola, non fa niente. Lo lascia fare senza dire una parola.

Quello che non sono io le alza la maglietta sullo stomaco facendola tendere e le passa pesantemente una mano sulla pelle, eccitandosi ancora di più perché è più liscia di quello che pensava…ed è più morbida…

Finiscila, cazzo! Smettila, la stai spaventando!

“Ford…” Sussurra senza trattenere le lacrime. Lo lascia libero di fare quello che vuole perché le piace Ford, le piace tanto anche se sta facendo lo stronzo in quel modo e le ha detto quelle cose che l’hanno ferita.

Le piace il modo in cui la guarda e le piace il mondo in cui la sta toccando e baciando…lei lo vuole e non le importa più nulla…

Si lascia andare ad un gemito d’eccitazione che lo investe con violenza, lasciandolo frastornato.

Si sdraia su di lei, infilando una mano dietro il collo e tirandola verso di se, guardandola mentre lascia ricadere la testa all’indietro, le labbra semiaperte e il respiro affannoso.

Le sue mani risalgono le braccia e lo accarezzano, cercando di reagire a quella passività che l’ha aggredita.

La tachicardia che l’aveva colta, la poteva sentire sotto le labbra mentre la baciava e leccava facendola rabbrividire e mugolare. I baci continuarono fin sulla gola, finchè non raggiunse le labbra. Natalie lo guardò combattendo per restare lucida ma quando sporse le labbra e le aprì leggermente Ford continuò a guardarla e ad accarezzarla, finché ad un certo punto smise di sfiorarle il viso e le labbra con la punta delle dita e vi chiuse la bocca sopra, dandole un bacio pieno e morbido, sfiorandole appena l’interno delle labbra con la lingua; dopo qualche secondo incontrò quella di Natalie che lo ricambiò timidamente. Sentiva il respiro farsi più profondo e ansimante, pari al suo. Il cuore batteva così tanto che sembrava avesse corso per chilometri, e ora si sentiva sprofondare in acque nere e torbide ed era difficile resisterle!

Le succhiò la lingua facendola trasalire e quando si premette su di lei, la sentì tendersi.

Quando pensava che più di così non avrebbe potuto eccitarsi, Natalie fece la stessa cosa con lui e gli catturò la lingua, giocandoci allo stesso modo e facendolo quasi morire.

La strinse fra le braccia strappandole un gemito; era come strizzare un passerotto nella mano, ma non smise di farlo: la baciò violentemente tirandole la testa all’indietro e sentendola mugolare più forte, trascinandolo in un gorgo senza uscita.

Natalie smise di stringerlo, le braccia deboli ed esauste dal troppo piacere e aprì la bocca, lasciandolo entrare dentro di lei e scivolandogli sotto il corpo in preda alla frenesia e all’emozione.

Lo stava mordendo e allo stesso tempo era sul punto di svenire sentendo la sua lingua che si allacciava alla sua e si muoveva in un certo modo che le ricordava…

No, era lui...o forse lei?

Ford si muoveva su di lei come se lo stessero facendo davvero e Natalie aveva aperto le gambe per sentirlo meglio. Le premeva sul monte di venere e sulla pancia e la faceva sciogliere pericolosamente. Se l’avesse spogliata…se l’avesse toccata…perché non la toccava? Si domandò ad un certo punto sentendo le sue mani che le accarezzavano il viso e i capelli tralasciando il resto di lei.

Fece scivolare le mani lentamente, dalle sue spalle fino alla schiena e giù, incontrando l’orlo dei boxer che si sollevano dalla schiena flessa. Lentamente v’infilò le mani dentro, con un certo batticuore.

Lo sentì trattenere il fiato mentre lo faceva, interrompendo il bacio che le stava sbrindellando la poca coscienza che era rimasta e insistette nella sua azione sconsiderata non sapendo che danno andava a procurare alla psiche del suo povero uomo.

 

E poi lo fa. Quel bastardo fa una cosa che non dovrebbe fare senza il suo permesso e non in quel modo violento.

Le strappa via le mutandine facendola trasalire e divincolare per la paura e la sorpresa, dei sottili ‘no, no’ che uscivano dalle sue labbra gonfie e arrossate. La afferra per la vita tirandola contro di se, facendole sentire quant’è eccitato, le gambe aperte contro di lui che sta per scoppiare tanta è la voglia di prenderla.

Non la ascolta mentre continua ad implorarlo di non farlo, con quella vocetta sottile e spaurita che non riesce a penetrare il frastuono del sangue che ha in testa. Le solleva una gamba, baciandola e mordicchiandola, facendole venire i brividi mentre scende sempre di più. Natalie si ritrae per la sorpresa e l’imbarazzo, l’eccitazione che non la fa quasi respirare, la paura di non conoscere la sua prossima mossa…ma lei non voleva che fosse così, non in quel modo brusco, non c’è un minimo di romanticismo in quello che stanno facendo!

In quel momento si sveglia capendo cosa c’è di sbagliato: lei lo ama e lui no. Ha solo bisogno di sfogarsi con qualcuno! Quello non è amore!

“No, no! Lasciami lasciami!” urla disperata cercando di scappare. Trema come un’ossessa e sta piangendo per l’angosciosa scoperta che le ha fatto crollare il mondo addosso.

Stordito dall’eros e confuso a sua volta dalla situazione, la guarda non capendo cosa le stia succedendo. Non ricorda come sono finiti in quella posizione e non riesce a credere che sia Natalie, quella stesa sotto di lui.

Quando vede le lacrime che le rigano il volto e sente i singhiozzi che la scuotono violentemente riceve la classica secchiata d’acqua gelata addosso.  

dio, come piange

 

La lascio andare di colpo, seguendola con lo sguardo mentre sgattaiola via da me, tirandosi giù la maglietta in più possibile, raggomitolandosi su se stessa e piangendo disperata, cadendo quasi dal letto.

Che cazzo hai fatto, idiota?!

Cerco di parlare ma mi esce solo un mormorio roco “Natalie..

“Sta zitto, bastardo! Non devi neanche nominarmi!!” urla singhiozzando e tremando così tanto che non riesce a stare in piedi e arretra a scatti, cercando sempre di coprirsi.

“Credevo che ci tenessi a me!” grida fra le lacrime “io credevo…che…anche tu…e  invece ti servivo solo per dimenticare quella!!”

Quella? Quella chi? Certo che ci tengo a te! Sono una testa di cazzo ma ti amo!

Provo a dirlo ma non mi esce un filo di voce. Scappa dalla stanza aprendo quella porta con una violenza inaudita facendola sbattere contro il muro e tornare indietro immediatamente.

Rielaboro la faccenda il più velocemente possibile ma è solo quando vedo i suoi slip a terra mezzi lacerati, ritorno del tutto in me..

O porca put…che cazzo hai fatto, Ford! Che cazzo hai fatto?!

La porta non ha ancora concluso la sua violenta corsa sui cardini. Quando si chiude, con un tonfo cupo e sordo, sento le sbarre della galera che si serrano dietro la mia schiena. 

 

 

    

 

 

  
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