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Autore: kannuki    22/07/2005    6 recensioni
Ford Shelton, un private eye di pochissimo rispetto. Non è proprio quello che si dice un brav’uomo: maleducato e scontroso, gioca d’azzardo e finisce spesso le serate fra risse e gare di bevute.
Max Gershow, giornalista, golden boy e scapolo tossico a tratti mortale. Narcisistico, vanitoso e dannatamente sicuro di se, latitante per i troppi debiti e deciso a sfuggire alla ex moglie e alla fidanzata assillante.
Infine c'è Jordan, ancora innamorata di Ford che a sua volta non l'ha mai dimenticata, Natalie che continua a scappare di casa, Andrea che 'simpatizza' per Max e una vicenda che ruota attorno ad un mucchio di soldi scomparsi e un cadavere scomodo.
Genere: Avventura, Dark, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non mi piace, non mi piace per niente

Liberal non crede alla fortuna che ha avuto: la morte di quella baldracca di MacDougal non poteva capitare in un momento migliore!

Stan Liberal ha 56 anni e non è certo un giovanotto che può svolgere lavori pesanti…e perché dovrei, quando ho un locale che rende così bene? Si domanda osservando dalle videocamere i giocatori che si svuotano le tasche riempiendo le proprie.

Quel piccolo acconto che aveva dato era capitato proprio a fagiolo, quando credeva di non aver più speranza, ecco che il caro vecchio Ford se ne usciva con quel malloppo.

Un’occasione più unica che rara.

Stan si aggiusta il cravattino che gli ha consigliato di comprare quella gran bella donna di Prue, il croupier del tavolo del Black Jack e tira indietro un ciuffetto di capelli grigi che si è ribellato alla brillantina che porta sempre per apparire perfettamente in ordine.

Deve farsi una bella bevuta alla faccia di Jordan che è schiattata senza aver mai saputo dove sono finiti i suoi soldi e alla salute di quell’onest’uomo di Ford che avrà un cuore grande come il mondo, ma che in fin dei conti è un gran coglione e si fida troppo degli amici!

 

****

 

Natalie si è rivestita alla bell’e meglio, infilando le scarpe da ginnastica senza allacciarle, cercando freneticamente le chiavi della macchina senza ricordare che l’ha lasciate sulla consolle all’entrata.

Come hai potuto?! Come?! Si urla singhiozzando come una disperata e spalancando la porta di casa, lo zaino in spalla che sta per caderle e le guance congestionate dal pianto violento.

“Natalie, aspetta!”

 

Mi volto verso Ford mezzo rivestito e con la faccia stravolta e il cuore mi batte in gola perché ho paura e lo odio per quello che ha fatto.

Io lo amo e a lui serve solo qualcuna con cui sfogarsi! Sento le guance irrigidite dalla tensione e il petto sta per scoppiare. Non riesco a smettere di respirare in quel modo affannoso e adesso che l’ho rivisto mi fa ancora più male.

 

“Non te ne andare aspetta”

“Aspetta un cazzo!” urlo arretrando verso la stanza “non ti avvicinare, resta dove sei!”

Si ferma di colpo e fare un passo indietro alzando le mani e…dio, non lo voglio vedere, non adesso!

“Natalie…non ero in me, scusami...non so che mi è preso”

 

Lo odio, come può dirmi una cosa del genere quando ha quasi provato a violentarmi?!

“Sta zitto, fai più bella figura!” sibilo spostandomi verso la porta “stronzo! Come hai potuto farlo?!”

Sto urlando e il mal di testa si acuisce se lo faccio, cerco di calmarmi perché non riesco quasi a respirare.

“Non lo so come ho fatto! L’ho fatto e non so cosa fare per farmi perdonare da te!” sbotta muovendo un passo.

“Non venirmi vicino! Non me ne frega niente delle tue scuse!”

Oddio non riesco a respirare!

“Natalie…calmati…” mormora abbassando la voce “ti stanno venendo le convulsioni”

“Vaffanculo!” sbotto appoggiandomi con una mano al muro e cercando di tirare dei respiri profondi...mi sto sentendo male!

 

Ford si avvicina preoccupato. Sta piangendo così tanto da farsi venire un colpo. Mi sento una vera merda!

“Natalie…siediti e respira a fondo” le suggerisco cercando di calmarla e di guidarla verso la poltrona più vicina. Lei mi scaccia con una mano e un urlo roco che mi gela il sangue “non mi toccare, vattene via!”

 

Quando sono un po’ più calma, mi sento quasi cadere a terra; mi tremano le gambe e ho bisogno di sedermi, ma non intendo rimanere la dentro un minuto di più. Arranco verso la porta prendendo  lo zainetto e cercando di aprire la porta, lo sguardo di quel bastardo inchiodato sulla nuca.

“Natalie resta, me ne vado io”

Te ne vai? Te lo dico io dove devi andare!

Lo fisso con odio e tutto il disprezzo che provo in quel momento e apro la porta quasi inciampando nel gradino. Sta calma…respira, non è successo niente…

“Non puoi guidare in queste condizioni!” esclama dietro di me afferrandomi per un braccio.

Non mi toccare!

“Non toccami mai più!” urlo strappandomi dalla sua presa e dandogli lo zainetto addosso “fai schifo, mi fai schifo, togliti di torno!”

Lui mi guarda e forse lo capisce quanto è stato grave il suo gesto. Annuisce e s’infila le mani in tasca, lo sguardo rivolto altrove.

“Io mi fidavo di te…credevo…che  mi volessi bene…che cretina!”sbotto uscendo di corsa, cercando di non ammazzarmi sui gradini un’altra volta.

 

Entro in macchina sbattendo la portiera e chiudendomi dentro, pigiando più volte sul pulsantino per essere sicura di averla chiusa davvero.

“Bastardo stronzo, porco bastardo!” Urlo dando un cazzotto violento al volante e prendendomi la testa fra le mani.

Sta calma, calmati…calma, mi ripeto per non cedere alla disperazione. Non poteva averlo fatto, non lui!!

Faccio marcia indietro immettendosi nella strada deserta. Continuo ad asciugarmi le lacrime con le mani perché non mi va di mettermi a rovistare nella borsa ma al semaforo sono costretta a farlo per evitare di ridurmi come una mocciosa col naso gocciolante.

Quando riparte non faccio in tempo a mettere la freccia per voltare a destra che una macchina mi tampona facendomi sbattere contro il volante. Ahio! E non ho neanche la cintura!

Mi massaggio il collo indolenzito per il lieve colpo di frusta e sobbalzo quando sento bussare al finestrino.

“Sta bene, signorina? Mi dispiace, è colpa mia.”

Certo che è colpa tua, idiota!

Mi volto verso il tamponatore e trattengo un mugolio di sorpresa...ma quanto è grosso questo? Lui mi spara due occhi verdi in faccia e mi ricorda che sono in uno stato pietoso. Abbasso lo sguardo soffiandomi il naso in fretta.

Ma si è fatta male?”

“No, no” borbotto scandendo dalla macchia per controllare il danno: un fanalino rotto, niente di che.

“Non è grave” mormoro alzando gli occhi sull’uomo.

Ad un certo punto ho una brutta sensazione. Che cos’è quel mezzo sorrisetto che ha in faccia?

 

‘Sta attenta gli sconosciuti’

 

“Pagherò l’assicurazione, non c’è bisogno…” ammutolisco di fronte all’arma che mi viene puntata contro e non muovo un muscolo per la sorpresa.

 

Durque sorride e le indica la propria auto “insisto per pagare i danni”

Che cosa vuole?” sibilo con voce isterica e l’animo a pezzi “che cosa vuole da me?”

Lui mi spinge verso la macchina e non sorride più. “Abbiamo in comune un amico che mi deve un sacco di soldi. “

“Ed io cosa centro?!”singhiozzo impaurita cercando a tutti  i costi una via di fuga “mi lasci andare, io non la conosco e non so..”

Durque la fulmina con un’occhiata “tu sarai un’ottima merce di scambio. Vediamo se ci tiene al tuo, di faccino.” Sibila dandole una vaga idea di chi sia l’amico in comune. Quello l’ha rapita per colpa di quel maiale arrapato?!

“Allacciati la cintura, non vorrai farci fermare dalla polizia, no?” le suggerisce puntandole l’arma contro. “E se provi a scappare ti avviso che non uso le armi e che la mia mira è molto scarsa, potrei farti molto male”

Natalie fa come le è stato detto e non discute. È terrorizzata e stanca e ha un sonno tremendo. Neanche si accorge di addormentarsi in macchina del suo rapitore.

Per forza…è così comoda, pensa prima di scivolare nel sonno.

 

****

Non mi piace, non mi piace per niente. Per colpa di quell’essere ci sono andata di mezzo io!

Natalie continua a guardare Durque che la fissa senza emettere un fiato. “Che ha da guardare?” domanda con voce tremante e intenti bellicosi “Non mi piace essere fissata, la smetta”

Natalie è sorpresa di se stessa. Da dove le escono quelle parole così rabbiose? Per di più contro un uomo che l’ha presa in ostaggio e minacciata con un’arma.

 

Lui la fissa senza battere ciglio “come ti chiami?”

Che le importa?” sibila adagiandosi meglio contro il muro, le mani legate come le caviglie. Muove i polsi indeboliti per alcuni minuti, cercando di allentare le corde mentre lui la guarda.

“Non poteva stringerli un po’ di più? Guardi, riesco quasi a sciogliermi!” afferma sarcastica sentendo la circolazione che le urla pietà e le mani gonfie.

“In che rapporti sei con Shelton?”

Natalie si rifiuta di rispondere facendolo sospirare “non costringermi a farti del male prima del tempo!” borbotta con voce esausta alzandosi e continuando a contemplarla “ti ho vista al funerale…chi sei, la sua nuova fiamma?”

“Piuttosto mi faccio trapanare un dente senza anestesia!” sbotta d’un tratto con le lacrime agli occhi.

Durque solleva la testa verso l’altro pensieroso e si gratta un angolo del mento facendo una smorfia

 

“Volendo si può fare anche quello”

 

Natalie s’irrigidisce alla battuta spiritosa e chiude la bocca. Le fa un pò paura: è così grosso da coprirle la luce. “Mi lasci andare”

“Sii come no?” ridacchia sospirando estenuato. “E sia. Tanto lo rivedrai presto, sono andati a prenderlo”

Alza la testa sorpresa in tempo per vederlo ghignare soddisfatto “ah, ora ti preoccupi!”

La ragazza storce la bocca e alza il mento nuovamente “spero avrà suggerito ai suoi uomini di picchiarlo un po’!”

“Chiedete e vi darà dato!” ride divertito componendo un numero e sedendosi nuovamente davanti a lei, una gamba allungata e l’altra piegata sulla sedia “la signorina chiede un trattamento di favore. Torchiatelo, mi raccomando!”

Quando attacca a Natalie viene quasi da ridere per l’assurdità della situazione.

“Litigi di coppia?” Le domanda divertito rimediando il silenzio più completo. “Stavi piangendo…alle tre di notte non si scappa da casa del proprio uomo senza una buona spiegazione”

“Non è il mio uomo e non sono affari suoi”sbotta arrabbiata “quello è solo un porco che allunga le mani senza permesso”

Durque la guarda sghignazzando. Ma pensa tu! E’ comica, la situazione. “Sicura di non averlo stuzzicato un po’ troppo? Anche un santo perde le staffe se viene..

Ma come si permette?! Tutti uguali gli uomini: per voi la colpa è sempre nostra!” urla arrabbiata “credete di poter fare come vi pare quando siete solo dei gran maiali!”

 

Oddio, mi sono messo una femminista in casa! Pensa restando a guardarla…chissà se anche Andrea pensa una cosa del genere. “Abbassa la voce” le ordina seccato dallo strepito “ma quanta ne hai?”

“Tanta! La vuole sentire tutta?!” strepita alzando il tono ancora di più. Sospira abbassando la testa di colpo e appoggiandosi pesantemente alla parete “scusi”

 

“Educata” ammette giocherellando con il telefono. “Come ti chiami?”

“Natalie”

“Bene, Natalie. Vediamo se tiene un po’ a te”

La ragazza fa una smorfia e scuote la testa “perde tempo…”

“Non perdo mai il mio tempo” ammette sorridendo, un sorriso sinistro che le fa passare un tremito lungo la schiena. “E’ tutto calcolato: se ti rivuole viva, sgancia il milione che mi deve e poi ognuno per la sua strada.

“Un milione? Scherza, ma non ha visto come vive, quello?” domanda ridacchiando “Non racimolerà mai un milione entro…. Quando? Uno giorno, due? Una settimana?” borbotta divertita “Mi sa che dovrà tenermi qui a lungo. Senza questi lacci sarebbe meglio” afferma tirando su un braccio.

Durque la fissa senza ombra di divertimento…e se ci fosse del vero in quelle parole? “Se non paga tu muori e così via fino ad ammazzargli tutti i conoscenti e la gente che ha incontrato al bar una sola volta”

Natalie rabbrividisce per un secondo “a quanto ammonta il debito originale? Esclusi gli interessi

“5.000. ”

“Gli interessi sono un po’ lievitati” afferma scuotendo la testa “ma cosa fa lei, lo strozzino?”

“Centrato”

Natalie si volta con un’espressione pacata che lo sorprende “cercavo giusto un nuovo lavoro, non è che avrebbe un buco libero? Ho un sacco d’esperienza”

“Ma quanti anni hai?” le domanda sinceramente incuriosito. Alla faccia della vittima tremante! 

“23, perché?”

“Ho un’amica che ha un’impresa in pieno sviluppo…sei carina, faresti un sacco di soldi”

 

Natalie lo guarda a lungo un po’ titubante “non ho capito. Non mi piace non capire. Parli chiaro e andremo d’accordo” esclama facendogli alzare un sopracciglio.

Durque la squadra divertito: che faccia tosta, ha l’acqua alla gola e si preoccupa di fare la spiritosa?

“Intrattenimento dietro compenso” ridacchia osservando la sua espressione che… non cambia! Ma come?

Natalie fa una smorfia disgustata “noo...per carità, non ho la pazienza necessaria.

 

Durque è intontito dalla ragazza che non mostra più un briciolo di paura e si mette anche a discutere di affari con lui. Pazzesco!

Si sporge verso di lei e ride apertamente “giurami che non sei la donna di quel tipo! Sei una vera bomba!”

“Per carità. Non m’interessa avere a che fare con quel bamboccio pieno di complessi!” sbotta con aria altezzosa “grazie del complimento”

“Meritato” borbotta alzandosi e togliendole la luce un’altra volta. “Hai fame? Non si dica che Daniel Durque fa morire di fame le sue ospiti”

“Non molto…la ringrazio” sibila ripetendosi quel nome più volte “gradirei… che so…essere liberata e magari fare una capatina alla toilette delle signore. Le dispiace?” domanda gentilmente “da quanto ho capito dovrò restare qui molto tempo”

 

L’uomo la guarda non riuscendo a capire se si tratta di una farsa o se davvero non ha paura. Si avvicina a lei slegandola e facendola sospirare di sollievo. Tanto per essere sicuro, la minaccia un po’ rimediandosi un’occhiata in tralice.

“Guardi, la mia situazione è solo migliorata” afferma indicando la stanza “le dispiace se mi metto comoda? Ah e già che ci siamo...le dispiace se le do del tu? Tanto prima o poi mi ammazza, quindi…”

Durque la fissa allibito e annuisce suo malgrado osservando la mano che gli viene porta. La stringe saldamente restando a guardarla mentre si stira e vaga per la stanza.

“Si, un po’ di fame ce l’avrei…c’è una cucina da queste parti?”

 

***

 

“Ti rendi conto? Io la stavo torchiando e quella non mostrava il minimo accenno di paura! Mi ha anche chiesto un lavoro!”

Andrea sorride divertita al racconto di Daniel e alza un sopracciglio “o fingeva molto bene o ha un’ottima capacità di ripresa. Ammette sedendogli sulle gambe e abbracciandolo “non mi fa piacere sapere che hai rapito quella ragazzina per fargli dispetto” lo rimprovera col muso “le hai messo paura?”

“Per chi mi hai preso? Conosci la mia filosofia”

Andrea alza gli occhi al cielo e gli fa il verso “me la fai conoscere l’angioletto biondo? Tanto per vedere di quale malattia incurabile è afflitta la poverina”

 

***

 

Ford sputa una boccata di sangue all’ennesimo pugno che gli è arrivato allo stomaco. È andato ad aprire la porta pensando che fosse Natalie e non l’ha neanche visto arrivare, il colpo che l’ha steso a terra. Stessa cosa è successa a Gershow, che era tornata indietro per prendere alcune cose dimenticate. 

Sbatacchiati, picchiati e sanguinanti vengono caricati di forza su un furgone e portati in tutta fretta verso la dimora di Durque che sta mostrando la ragazza ad Andrea…che non è più tanto contenta. 

Daniel ne parla fin troppo bene e ne è rimasto molto colpito tanto da scatenare la gelosia di Andrea.

 

Natalie ha smesso la sua facciata menefreghista ed è collassata su se stessa in preda allo sconforto e alla paura. Anche se ce l’ha con Ford, non vede l’ora che arrivi a tirarla fuori da quella situazione scomoda. Inoltre parlate con il suo carceriere l’ha fatta pensare.

Era stato quel bacio che si erano scambiati a farla crollare; l’aveva lasciato fare, fin troppo disponibile. Lui era stato brusco all’inizio ma lei non si era opposta più di tanto… per forza aveva pensato di poter…

Ma non doveva farlo! Non in quel modo! Si urla ancora mezza indignata. Se non fosse stato così…potevano essere ancora insieme e magari potevano anche…

Scrolla la testa arrossendo intensamente. Quel bacio era così intenso, appassionato…sorride stupidamente passandosi una mano sul viso per scostare i capelli, pettinandoli con le dita per farli stare a posto. Se tutto il resto fosse stato in quel modo…e non come…quando…

 

La verità, mia cara, è che lui non prova lo stesso per te.

Non è vero…io lo so che lui ci tiene a me. Però...non lo so…

 

Dico tante cazzate, non posso ricordarle tutte!

 

Natalie scuote la testa cercando di scacciare il pensiero che si è insinuato dentro e la sta scavando come un insetto rosicchiante.

 

Magari smetti di frignare come una ragazzina!

 

Io non sono una ragazzina, perché mi giudicano tutti così?!

Ci tiene molto a te, uno che dice queste cose!

Sta zitta, non è vero. Lui mi vuole bene me l’ha detto!

 

Pensavo di averti perso. Non sentirti per tutto quel tempo, non vederti più…

 

Me l’ha detto e non mentiva, in quel momento non stava mentendo!

Sveglia, Talia! Quel tipo non fa altro che raccontare balle dalla mattina alla sera e tu non fai eccezione!

“Chiamami se hai bisogno di qualcosa”

 

Lui mi vuole bene…solo che…che non…

Natalie si interrompe singhiozzando. Se me ne voleva…lui non avrebbe…

 

  
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