Ministero
La mattina seguente Hermione aprì gli occhi per inerzia, immersa in
una specie di limbo. Non riusciva a pensare a niente che non fosse il
calore del letto e di Ron tra le sue braccia. Solo cinque minuti dopo,
con un sussulto che svegliò anche il ragazzo, ricordò quanto dovevano
fare quel giorno.
- Ah! - disse un poco delusa alzandosi. Ron rimase ancora a letto
mentre lei si stirava e si rivestiva. - Su, muoviti Ron, che fai ancora
lì sdraiato? - Il rosso sorrise, arrossendo anche in zona orecchie. - E
cosa può fare un giovane innamorato mentre la sua ragazza si veste? Mi
godo il panorama, no? -
Hermione arrossì furiosamente, per il commento e si mise in fretta i
pantaloni e la maglia. - Muoviti pelandrone. Lo sai che dobbiamo fare,
no? - Il rosso la guardò un po' incerto. - Sinceramente? No non lo
so... soprattutto non so perché tu ti stia agitando così, dobbiamo
andarci stanotte al ministero, non stamattina. - La ragazza si bloccò.
- Oh, sì. Giusto, rimettiti pure a dormire. - disse dolcemente
baciandolo sulla fronte - Scusa se ti ho svegliato. -
- Dove vai? - le chiese lui già pronto a scivolare nuovamente nel
mondo dei sogni. - Già che sono sveglia vedrò di impiegare il tempo in
modo costruttivo. - rispose lei abbassando dolcemente la voce. - Non ti
preoccupare. -
Scese in cucina e si fece la colazione. "Harry e Ginny sono ancora su. Chissà se
anche loro... ma cosa vado a pensare! Hermione Jane Granger, svegliati"
Dopo che ebbe mangiato sei delle ottime frittelle di cui Kreacher le
aveva dato la ricetta, riprese il libro che le aveva dato Silente.
Cosa diamine voleva fare Silente? Il deluminatore era senz'altro
utile, ma c'erano molti modi per creare il buio totale. Il boccino era
un altro tassello oscuro, ma almeno c'entrava con Harry, sebbene "Mi
apro alla chiusura" fosse una frase piuttosto criptica. Ma il libro?
Che connessione c'era tra "Le fiabe di Beda il Bardo" e la loro
missione? Perché le aveva lasciato quel libro? Perché, perché, perché?
"Forse ha ragione Ron" si
disse "Penso troppo" Si buttò
sulla poltrona scompostamente, in modo da fissare la finestra e non il
caminetto vuoto. Fissò torva il libro. "Cos'è che aveva detto Scrimgeour?"
Lentamente il sonno la sorprese di nuovo.
Si ritrovò nuovamente alla Tana con Harry, Ron ed il ministro, ma
invece di vederli dai suoi propri occhi li osservava come se una quinta
persona fosse presente in quella stanza. - ...Hai mai discusso di
codici o di modi per passarsi messaggi segreti con Silente? - disse il
vecchio auror in quell'istante. Certo che no. Lei non aveva mai
discusso di codici con Silente. Ne lei né Ron avevano discusso granché
con il preside, si erano sempre fermati al rapporto professore-studente.
Come in un film di terz'ordine il sogno sfumò in una dissolvenza,
aprendosi su un'altra scena. Erano loro quattro stavolta, una sera in
sala comune dopo il salvataggio di Sirius. Ron era appena stato dimesso
ed Harry stava rievocando le avventure passate mettendole per iscritto
per informare il suo nuovo padrino. Improvvisamente si mise a ridere. -
Che hai? - gli chiese il rosso
- Niente. E' solo che ho passato dieci minuti buoni il primo anno
per cercare di indovinare la parola d'ordine per l'ufficio di Silente.
E sapete qual'era? - domandò con fare da cospiratore, appena rovinato
da quel sorrisetto idiota che faceva presagire una risposta ancora più
idiota. - Harry, non credo che sia giusto... -
Ron sbuffò a questo intervento. - Dai Hermione non fare la
guastafeste! - Harry fece uno strano gesto con la mano, probabilmente
per troncare sul nascere una delle loro solite litigate. - Fa niente,
tanto la cambia ogni anno. Era... "Sorbetto al Limone" -
La riccia si tirò su a sedere come se avesse fatto un incubo. Si mise
la testa fra le mani facendo cadere il libro dal grembo. Era anche
completamente sudata, realizzò, come se avesse realmente avuto un
incubo. Si alzò dirigendosi verso il bagno per farsi una doccia.
Mentre risaliva le scale ripensava allo strano sogno di prima.
Continuava a rimbalzarle una parola in testa. Limone. Sorbetto al
Limone. Scosse la testa per liberarsene. Eppure non riusciva a mandarla
via, era come un chiodo fisso.
Arrivata in camera vide che la doccia era già occupata. Si sedette
sul letto sfatto aspettando che Ron uscisse. Senza porre un freno
particolare ai suoi pensieri, si ritrovò a pensare a quella notte ed a
cosa avevano fatto su quel letto. Completamente rossa si alzò;
dopotutto potevano anche fare la doccia insieme.
Entrò in bagno con i capelli che si arricciarono istantaneamente per
l'umidità. Lui era già sotto la doccia, con le tendine tirate; non
l'aveva sentita entrare. Hermione, ancora rossa, si spogliò
completamente ed entrò abbracciandolo da dietro. - Finalmente ti sei
alzato dormiglione! - gli disse mentre lui cercava di riprendere
l'equilibrio dopo il sobbalzo che aveva fatto.
- Prima o poi dovrò pur fare colazione, no? - rispose Ron
osservandola. Hermione arrossì, com'è ovvio. - Non guardarmi così... -
disse abbassando lo sguardo. Incitato da questa improvvisa timidezza,
il rosso non si fermò. - Così come? -
- Come se fossi qualcosa da mangiare... - Lui le sorrise giocoso. -
Perché non sei tu la mia colazione? - Cominciò a baciarla
passionalmente. Non si fermava mai se non per riprendere fiato. E lei
era ben contenta di assecondarlo, arrivando perfino a provocarlo un po'.
- Come mai così tardi la doccia stamattina? - domandò lui tra un
bacio e l'altro. - Mi sono riaddormentata in salotto e ho avuto un
incubo. Ero tutta sudata quando mi sono alzata, quindi ho deciso di
fare una doccia. -
Ci misero dieci minuti buoni per dire queste frasi, dato che
potevano parlare solo nelle rare pause tra un bacio e l'altro.
Infine Hermione si staccò dal rosso, pur continuando ad abbracciarlo. -
Adesso basta però. Siamo stati anche troppo entusiasti ieri sera e
Harry e Ginny si alzeranno certamente tra poco. Direi che non è il caso
di usare tutta l'acqua calda per noi... -
Ron sbuffò, ma finì di lavarsi ed uscì, non senza qualche pausa. Tra
i baci entrambi riuscirono a lavarsi ed a vestirsi anche abbastanza
velocemente, poi Ron si mise sul letto e chiese alla ragazza di
raccontargli l'incubo. - Beh, è diviso in due. La prima parte è una
sorta di ricordo di quando Scrimgeour è venuto alla festa di Harry
ricordi? - Il rosso annuì - La seconda parte è una nostra chiacchierata
al terzo anno, quando Harry ci ha detto che a... Silente piaceva il
limone -
Aveva avuto un attimo di tristezza pensando al preside, ma ora le
era passato. E' d'obbligo dire che l'abbraccio caldo e sincero della
persona che si ama aiuta a superare molte cose. Ron, tuttavia, si
sentiva piuttosto inutile. - Mione io non so che dirti. A che pensavi
prima di addormentarti? -
Lei alzò le spalle. - Non so. Mi chiedevo perché Silente abbia
voluto ingarbugliare tutto così. Perché ci ha lasciato queste cose... -
Fu il turno di lui ad alzare le spalle. - Non ne ho la minima idea,
Mione. In ogni caso se c'è una persona che può scoprirlo sei tu. - Lei
gli sorrise dolcemente - Grazie della fiducia, ma non so se... -
Il rosso sbuffò. - E dai. La nostra non è mica una missione
impossibile... - Lei fece tanto d'occhi. - Dillo di nuovo -
- Cosa, che ce la puoi fare? -
- No, dopo. - Ron era sempre più confuso
- Che non è una missione impossibile? - Hermione emise un urletto,
evidentemente aveva trovato la soluzione del mistero. - Ron sei un
genio! - disse correndo di sotto per recuperare il libro di Silente. Il
rosso restò impalato a chiedersi cosa mai avesse detto di così geniale.
La ragazza, intanto, stava scendendo le scale a rotta di collo, quasi
travolgendo Harry e Ginny che uscivano sorridenti dalla loro camera.
Nella sua mente risuonava la solita cantilena "Hocapitohocapitohocapito..." di
quando risolvevano un mistero.
Ron uscì dalla sua stanza ancora con l'accappatoio avvolto intorno
ai fianchi e guardò la sorella ed il suo migliore amico. - Ma che le
prende? - domandò Harry. Il rosso alzò le spalle. - Sinceramente non ho
capito tanto bene... Stavamo parlando tranquillamente di un incubo che
ha fatto quando tutt'a un tratto si alza e corre via dalla stanza. -
Ginny lo guardò accusatrice - Sicuro di non aver detto o fatto niente
di idiota per farla arrabbiare? -
- Non sono arrabbiata! - urlò una voce dal piano di sotto.
Effettivamente Hermione sembrava tutto meno che arrabbiata. Harry e
Ginny scesero per raggiungere la ragazza, mentre Ron tornava in camera
per finire di vestirsi. La trovarono in cucina con il libro che le
aveva dato Silente, due limoni e Kreacher che continuava a spremere un
altro agrume.
- Che state facendo? - Hermione alzò lo sguardo, quasi spaventando
Harry. Non le aveva visto quello sguardo da quando era riuscita a
convincerlo della sua idea dell'ES. - Harry, Ginny! Venite qui ad
aiutarmi con i limoni. Kreacher, ti spiace andare a prendermi un
pennello? -
L'elfo la guardò stranito, come se si chiedesse che cosa si può fare
con un pennello e dei limoni (domanda legittima tra l'altro), comunque
rispose - Certo, signorina. Io va a vedere se c'è il pennello. - Il
moro guardò Kreacher uscire dalla sala col suo passo strascicato. - Ci
puoi spiegare almeno cosa stiamo facendo? - disse prendendo un coltello
per affettare un nuovo agrume.
- Stiamo decifrando il messaggio che ci ha lasciato Silente. - i due
la guardarono stralunati - Sentite, aspettiamo Ron, vi va? Almeno non
devo ripetermi... - Una voce la interruppe dalle scale. - Non fa
niente, Hermione, sono qua. - disse spuntando in cucina mentre era
impegnato nella complicata operazione di infilarsi la maglietta. Ginny
sospirò - E' al contrario, Ronald... -
Una volta che il rosso riuscì ad azzeccare il verso della maglia,
Hermione cominciò a spiegare. - Stamattina presto stavo rileggendo le
Fiabe di Beda e mi chiedevo perché Silente ce le avesse lasciate. Poi
ho fatto un sogno strano tra Silente a cui piace il limone e Scrimgeour
che chiede se abbiamo mai parlato di codici segreti con il preside. -
Harry e Ginny erano a bocca aperta, Ron un po' meno ma ancora non
riusciva a vedere dove la ragazza volesse andare a parare.
- Così ne ho parlato con Ron e lui è venuto fuori con una trovata
spettacolare: Mission Impossible! - Harry era totalmente sbalordito,
mentre i due Weasley, come al solito digiuni del mondo babbano, avevano
l'aria corrucciata. - Come facevi a conoscere quel film? - disse il
moro all'indirizzo dell'amico.
Ron era sempre più interdetto - Che flim? E cos'è un flim? -
Hermione rise piano, continuando nella sua opera. - Si dice film, Ron.
Comunque è una specie di serie di foto babbane, proiettate ad alta
velocità in modo che sembrino un unica immagine. - Vista l'espressione
confusa dei Weasley, Hermione scosse una mano, inondando tutti di succo
di limone.
- Lasciamo perdere. Vi porteremo tutti al cinema un giorno. Comunque
in quella storia si parlava di inchiostro simpatico; è un tipo
particolare di inchiostro che sbiadisce quando asciuga... - il rosso
sbuffò - Non mi sembra tanto simpatico. -
La riccia rise - Hai centrato il punto Ron. Ad ogni modo
l'inchiostro può essere rivelato con l'acido citrico... - - Vale a
dire, il succo di limone. - intervenne Harry prima che i due fratelli
si
sentissero troppo esclusi. -
Proprio in quel momento tornò Kreacher col pennello, uno di quelli
fini da pittura. La famiglia Black doveva vantare qualche artista tra i
suoi ranghi. - Ron, vieni qui.
- ordinò. Il rosso non osò disobbedire, anche perché in quel momento
era l'unica ad avere un'idea veramente chiara della faccenda. - Devi
spennellare DELICATAMENTE i fogli con il limone, io trascriverò quello
che apparirà. -
Ginny era ancora dubbiosa, così come Harry - Ehm, Herm? Sei sicura
che succederà qualcosa? - chiese lui mentre Ron cominciava la sua
opera. La ragazza gli rivolse uno sguardo tale che non osò ribattere.
Pochi secondi dopo Ron emise un verso stupito. - Ehi, ragazzi, guardate
qua! -
Mentre Harry e Ginny spalancavano le bocche in un muto "Oooh!" di
sorpresa, la riccia si limitò ad un sorriso soddisfatto - Non sembrano
lettere però! - osservò la rossa incuriosita - Già, sembrano più che
altro rune... - rispose Hermione studiandole - Ma sono di un tipo che
non ho mai visto prima -
Continuarono così per molto tempo, tanto che i minuti si fusero in ore.
Kreacher aveva iniziato a preparare il pranzo e l'ottimo odore che
spandeva dalle sue pentole tirate a lucido dopo anni di incuria, aveva
definitivamente cacciato quello aspro del limone. Tuttavia Hermione e
Ron erano ancora lì, lui all'opera col pennello, lei china per metà sul
foglio, per metà sul libro.
- Ehi, è la prima volta che copi tu da me! - rise il rosso. Anche
lei sorrise - Vorrà dire che segneremo la data sul calendario. Il 27
Agosto sarà un anniversario da ricordare d'ora in poi - Ron si rabbuiò
tutto d'un tratto. Hermione smise di trascrivere le sue preziose rune e
lo guardò in faccia. - Che hai? Ho... detto qualcosa di male? -
Lui scosse la testa - Niente, Mione. Torniamo a lavorare tanto
abbiamo quasi finito. - Hermione guardò prima lui, poi il libro. In
effetti mancavano pochissime pagine. Annuì piano - Ok, ma dopo mi dici
cosa ti è preso, d'accordo? -
- Oppure? - lei prese il cipiglio deciso di quando li costringeva a
fare i compiti - Oppure me lo dici subito e poi finiamo. Scegli pure
come vuoi, mi raccomando... - Ron sorrise, grato. - Finiamo, su. -
Quando, qualche minuto dopo, Hermione ebbe trascritto l'ultimo
segno, la ragazza tolse le ciotole dalla tavola, la pulì ed infine
trascinò Ron in soggiorno. - Dove sono Harry e Ginny? - chiese lui
sospettoso. La ragazza sbuffò. - Sono andati in giardino a giocare a
Quidditch. -
Il rosso fu sul punto di dire qualcos'altro ma si trattenne.
Continuò lei - Si può sapere che hai? - domandò senza pietà.
- Una volta eri più diplomatica, Mione - gli fece notare lui. Lei
rise - Sarà la tua vicinanza, Ron. Ora rispondi alla mia domanda. - Non
si prende in giro facilmente Hermione Granger
- Stavo pensando alla scuola. - rivelò lui - Che noi non ci saremo e
tutto
il resto. In più con solo il G.U.F.O. non possiamo fare quasi niente,
di certo non l'Auror. E poi chissà se usciremo vivi da questa
situazione... A questo punto non sono più sicuro di niente, Mione -
disse appoggiando la faccia alle mani aperte e le braccia sulle
ginocchia.
Hermione sorrise, anche se una lacrima lottava per uscire -
Neanch'io. - ammise. Ron la guardò stupefatto - Anch'io
non ho più certezze. Vorrei tanto aiutarti, ma non posso fare niente. A
parte esserci. Ron io per te ci sarò sempre lo sai? -
Lui l'abbracciò di slancio e non la lasciò andare; non che lei ci
stesse esattamente provando però. - E cosa farei mai senza la mia
secchiona so-tutto-io? - disse baciandola lievemente sulle labbra. Il
loro scambio di effusioni venne interrotto dalla voce di Ginny che
diceva - Ehi piccioncini! Se avete finito, Kreacher dice che è pronto
il pranzo... -
Mangiarono allegramente, cercando di non pensare a ciò che dovevano
fare quella sera. Hermione si era attaccata al suo foglio pieno
di scrittura druidica arcaica. - Mione, smettila di stare attaccata a
quel foglio! - la rimproverò Ginny scherzosamente.
Lei sorrise - Già, quando tu la smetterai di stare attaccata a
Harry!
- Ron rise forte con lei. Il moro, invece, puntò un coltello smussato
contro l'amico sorridendo. - Ehi tu, smettila di traviare la mia
sorellina! - lo minacciò scherzoso.
Il rosso alzò le sopracciglia afferrando il suo coltello. - Vuoi la
guerra? - lo sfidò brandendo la lama poco affilata come se fosse stata
una lotta all'arma bianca in stile medievale. Quello che nessuno dei
due si sarebbe aspettato era Kreacher che entrava in cucina reggendo
faticosamente sulle braccine due lunghe spade che avevano tutta l'aria
di essere un cimelio di famiglia.
- Padrone usa queste invece di coltelli. Molto meglio, molto più
divertente. Io ricorda quando padron Sirius e padron Regulus giocava
tutto il tempo. - disse l'elfo. Harry e Ron lo guardarono per un attimo
stupiti poi si rivolsero un identico ghigno. - In guardia fellone! -
disse il rosso prendendo la spada. - Accetto la sfida, messere -
rispose l'altro aggiustando l'impugnatura sulla mano.
Nonostante le loro parole, entrambi non riuscivano a tenere bene su
la spada, figurarsi ad usarla con destrezza. Scambiarono appena un paio
di affondi, sotto lo sguardo divertito di Ginny e quello torvo di
Hermione. Harry abbassò la spada con fatica, cercando di controllare il
tremore alle mani. - La spada di Grifondoro non è mica così pesante,
però! - disse lamentoso
- Mione non è che puoi farci quell'incantesimo alleggerente...? -
chiese Ron. Lei non rispose, al che lui mise in mostra la sua migliore
faccia da cucciolo. Hermione si girò dall'altra parte, ma sorrideva. -
Non fatevi male! - si raccomandò dopo qualche secondo puntando la
bacchetta alla cieca contro le spade.
Tra fendenti e montanti, Harry e Ron si divertirono per ore. Si
erano trasferiti in giardino per evitare che il clangore delle spade
disturbasse le ragazze. Ginny si era messa a leggere un libro trovato
nella piccola biblioteca dei Black, mentre Hermione era china tra il
vocabolario di Rune e la trascrizione del messaggio di Silente nascosto
nel libro di Beda. - Non viene? - chiese la rossa alzando per un attimo
lo sguardo dal libro.
- Mmmh! - grugnì lei cancellando alcune delle parole che aveva
scritto precedentemente. - Deve essere per forza un'altra prova di
Silente. Ho provato con ogni tipo di traduzione indicato dal libro, ma
non funziona niente. - sbuffò la riccia. Si appoggiò allo schienale
della poltrona, rilassando per un po' la schiena e poi alzando lo
sguardo sull'orologio. - Andiamo a riprendere quei due. Dobbiamo
dormire il resto del pomeriggio. -
Li trovarono alle prese con un accanito duello. Appena furono
arrivate le ragazze Ron si interruppe subito, ricevendo una sonora
bastonata sulla da Harry. - Ehi, perché l'hai fatto? - chiese lui
tastandosi il suo bernoccolo nuovo fiammante.
- Ti sei distratto e ne ho approfittato! - gli rispose il moro
ridendo. Il rosso non sembrava d'accordo - Ha ha. Che ridere, davvero!
-
Fu Ginny ad interrompere questo scambio di testosterone. - Ehi ragazzi, forza. Andiamo a dormire che stasera ne avremo bisogno di energie. Subito. - disse con un cipiglio molto "Molly Weasley". Nessuno dei due ragazzi osò disobbedire.
Le due coppie si ritirarono nelle camere e tirarono giù le
tapparelle per dare l'illusione della notte. - E' strano andare a
dormire alle cinque del pomeriggio. - disse Harry una volta che si
furono infilati sotto le lenzuola; da tempo loro non usavano più il
sacco a pelo con il caldo che c'era. - Sembra quasi di essere in
inverno! - precisò con una risata
Ginny si strinse accanto a lui - Se hai freddo dimmelo... - rispose
lei a metà tra il sarcastico ed il malizioso. Harry la abbracciò e la
baciò dolcemente. - Ti amo, Gin. Mi raccomando non fare niente di
avventato stasera. -
La ragazza sorrise, girandosi per guardarlo. - Ma senti chi parla
dell'avventatezza! Non sei tu quello che si è fatto avanti per
cavalcare un ippogrifo al suo terzo anno? - Harry corrucciò la fronte,
mentre la rossa gli rideva in faccia - Eh, già. Io so tutto mio caro! -
- Devo imparare a mimetizzarmi meglio allora! - rispose Harry. -
Meno male che mio padre mi ha lasciato il mantello. - Ginny si stese su
di lui, bloccandolo con il suo peso. - Non credo proprio che ti
convenga usarlo per nasconderti da ME! - lo minacciò. Peccato che il
sorriso sulle sue labbra rovinasse l'effetto.
Malgrado le loro intenzioni andarono aventi a lungo, chiacchierando
tranquillamente per mandare via la paura, finché non si addormentarono
verso le cinque e mezza.
Harry aprì gli occhi non appena la sveglia cominciò il suo terribile
tintinnio. Dopo averla fermata con un gesto stizzito, si alzò a sedere
ed inforcò gli occhiali. La stanza era ancora buia, ma dalla scarsa
luce giallognola che veniva attraverso le persiane, sembrava fosse già
notte da un po'.
- Gin. Ehi, Gin, svegliati! - disse posando un bacio sulle labbra
della ragazza. La rossa, non se ne diede per inteso e si girò
dall'altra parte. Harry rise, cominciando piano a scuoterla - Ginny
svegliati. Dobbiamo fare la nostra gitarella al minitero, ricordi? -
- La chiama gitarella lui... umpf! - La rossa, a quanto pare ben
sveglia, cercava di restare il più a lungo possibile sotto le coperte.
Harry rise piano, cominciando ad avviarsi per il bagno. - Muoviti
dormigliona. Tanto se non ci riesco io con le buone, manderò Hermione e
sai quanto è irritabile quando si arriva in ritardo... -
Pochi minuti dopo, ancora assonnati, scesero per mangiare qualcosa.
Trovarono Ron ed Hermione già seduti a tavola, impegnati in un bacio
molto passionale mentre Kreacher cercava di ignorarli, pur non
riuscendo a nascondere un sorriso lievemente inquietante dati i suoi
lineamenti. - Buongiorno, padron Potter, signore. O forse Kreacher
dovrebbe dire "Buonasera", e anche a voi signorina. -
- Ciao Kreacher - risposero i due in coro, cominciando a mangiare.
Sembrava una cena ed in effetti non doveva essere strano data l'ora, ma
l'essersi appena svegliati aveva scombinato tutti i loro orari interni.
Mangiarono in silenzio, scambiandosi solo frasi di circostanza come -
Mi passeresti il sale? - o - C'è ancora arrosto? -
Si alzarono da tavola e si cambiarono velocemente, adottando abiti
completamente neri, ricavati dalle divise di Hogwarts. Ad onor del vero
li avevano preparati a partire da copie delle divise, Hermione non
avrebbe mai permesso che si usassero quelle vere.
Si appostarono davanti al caminetto ed Harry si sentì in dovere di
fare uno dei suoi discorsi, per cui era completamente negato tra
l'altro. - Allora. Abbiamo deciso di usare la metropolvere, tanto
questa casa non dovrebbe più essere controllata, secondo le nostre
ricerche, ma non sappiamo cosa ci aspetterà all'arrivo. Massima
allerta. Hermione ha nascosto le bici nei dintorni del ministero in
caso ci serva una rapida via di fuga e tutti sappiamo dove sono. - si
interruppe in un sospiro che, se non fossero stati in pericolo di
morte, avrebbe avuto del teatrale - Vedete di non farvi ammazzare, per
favore... -
- Direi che è l'ultimo dei nostri desideri - rispose Ginny
alleggerendo il momento. Hermione prese un grosso pugno di Polvere
Volante e lo getto nel camino, le cui fiamme diventarono subito verdi -
Ministero della Magia, Londra.
- disse la ragazza con voce chiara e precisa. Nessuno si muoveva Ron
inspirò forte - Sai Harry? - disse ridacchiando nervosamente - Mi
ricordavi molto Moody prima. "Vigilanza Costante!" -
Si tuffò letteralmente nel camino, seguito subito dagli altri. -
Kreacher spegni le fiamme quando siamo passati! - lo avvisò Harry prima
di compiere anche lui la sua capriola finendo nel camino.
Il ministero era immerso nel buio. Ron, Hermione e Ginny erano già
pronti con la bacchetta alzata e fremente in caso di pericolo. Quando
anche Harry si fu ripreso dal viaggio attraverso i camini, fece un
cenno e tutti si mossero in direzione degli ascensori. Era stata
un'idea
di Hermione, quella di usare i segnali non verbali delle forze speciali
e bisogna dire che funzionavano benissimo. Certo, con tutto
l'allenamento che avevano fatto, se non avessero funzionato sarebbe
stato ben deludente.
Si infilarono tutti e quattro nella cabina dell'ascensore e
premettero il pulsante per l'ultimo piano, parecchi livelli più sotto.
Avevano deciso di cominciare dalle cantine, ma avrebbero dato solo
un'occhiata veloce dato che sembrava improbabile tenere una cosa
importante come la spada di Grifondoro in quell'ambiente umido e
puzzolente.
Ciononostante accesero le bacchette e diedero un'occhiata,
incappando solo in qualche botte di vino elfico o di idromele
barricato.
Controllarono così anche molti altri livelli, fino ad arrivare agli
uffici dei segretari ministeriali, dove lavorava la Umbridge, la loro
"adorata" insegnante. Si introdussero anche nel suo ufficio,
ovviamente, e non vi trovarono niente di diverso da quello che aveva ad
Hogwarts.
Le stesse leziose immagini di gattini che ronfavano nelle loro
cornici, il tutto contornato dalla vomitevole carta da parati rosa
shocking che aveva fatto mettere alle pareti. Addossato ad una di
queste
c'era anche uno schedario, anch'esso rosa. Ron fece segno di
controllare, mentre lui e Ginny montavano la guardia. Harry ed Hermione
si divisero lo schedario, partendo uno da destra l'altro da sinistra.
Dopo lunghi minuti Harry diede un colpetto ad Hermione per indicarle
una scheda. Diceva "Silente Albus
Percival Wulfric Brian: Testamento" La
lessero con attenzione per vedere se il preside avesse lasciato loro
qualcosa di più che il ministero non avesse voluto dire e che potesse
aiutarli a sopravvivere meglio a quell'avventura. Sventuratamente a
quanto pareva Scrimgeour aveva riportato tutto il testamento; c'era
solo una nota, aggiunta a mano dalla Umbridge stessa, accanto alla
dicitura "Spada di Grifondoro.
Attualmente in esame presso la sezione Auror, secondo suggerimento
anonimo"
Ad Harry venne da ridere, pensando che il suggerimento l'aveva dato
proprio lui
il giorno del suo compleanno, quando aveva proposto che qualcuno
indagasse sul "..infilzare Voldemort con una spada". Reprimere le
risate divenne poi quasi impossibile quando Hermione gli mostrò il suo
proprio fascicolo accanto a quelli di Ron, Ginny, Neville, Luna, dei
gemelli Weasley e della stessa Hermione.
Sempre a gesti, uscirono da quella stanza con le lacrime agli occhi.
Smettendo la loro operazione di spionaggio, si diressero immediatamente
ai livelli più alti, dove si trovavano gli uffici degli Auror. Lì
l'ambiente era molto più sobrio di quello lasciato nell'ufficio della
Umbridge; c'erano parecchie scrivanie ai lati di un lungo corridoio,
qualche ufficio privato, probabilmente dei capireparto, e niente foto
di gattini.
Alle pareti erano appese decine di bacheche di quelle in sughero su
cui erano attaccate le foto di altrettanti criminali vecchi e nuovi.
C'era persino un gigantesco schizzo del serpentino volto di Voldemort
che li guardava irato; chissà chi era stato tanto fortunato da essere
sfuggito alla sua collera...
Dopo aver perso qualche istante per osservare l'ambiente, si
sparpagliarono cercando ognuno in direzioni diverse. Harry si diresse
subito verso una scrivania, cominciando a rovistare. Alzò le carte e
diede loro una scorsa, per vedere se contenevano altre indicazioni.
Niente. Cercò nei cassetti, nel piccolo schedario, frugò perfino nel
cestino della spazzatura, rischiando di tirarsi addosso una sostanza
gelatinosa simile ai vermicoli marci che una volta Piton gli aveva
fatto pulire, come punizione.
Frugò in questo modo altre due scrivanie, fino a quando quasi non si
scontrò con Ginny che procedeva nella direzione opposta; anche lei non
aveva trovato nulla. Qualche secondo dopo anche Hermione e Ron
terminarono la loro ispezione senza risultati e si diedero agli uffici.
Purtroppo, anche se li setacciarono con la stessa cura riservata alle
scrivanie, della spada nemmeno l'ombra.
Stavano per uscire dagli uffici Auror alla volta dell'ufficio dello
stesso Scrimgeour, quando un botto sordo proveniente dal piano
superiore li fece bloccare. Allo stesso tempo qualcuno diede l'allarme
con la voce magica amplificata. - Nemici nel Ministero! Nemici nel
Ministero! -
Tutti e quattro si acquattarono in un angolo, ma non venne nessuno
dalla loro parte. Sentirono un gran frastuono al piano di sopra, mentre
la fastidiosa voce che avevano ormai capito essere registrata
magicamente, continuava ad urlare il suo messaggio. - Andiamo su a
vedere. - disse Harry.
Dopo tutto il silenzio sembrò loro strano udire quella voce e ci
rimisero un po' per ritrovare la loro. - Ma Harry, non sappiamo nemmeno
se l'allarme è scattato per noi e non abbiamo ancora trovato niente! -
disse Hermione preoccupata
Ron scosse la testa. - Se fosse scattato per noi si sarebbe attivato
prima oppure sarebbero venuti tutti qui. C'è qualcun altro sicuramente.
-
- Comunque non dobbiamo farci vedere! - urlò Hermione in risposta -
Certo, ma qua non abbiamo concluso niente, forse è meglio che diamo
un'occhiata, non credi? - Ron era rosso di rabbia.
Improvvisamente Harry si accasciò tenendosi la testa fra le mani -
HARRY! - urlò Ginny spaventata correndo da lui. Stava avendo un'altra
delle sue visioni e questo la spaventava, ma certo non poteva lasciarlo
solo. Gli prese la mano stringendola forte. Il moro rispose al
contatto, ma non disse nulla né si mosse. Ginny era ormai inginocchiata
al suo fianco e gli teneva la mano, mentre con l'altra gli carezzava la
testa.
- Non mollare, Harry, ci sono io accanto a te. Non sei solo. Guarda,
ma non perderti. Non puoi perderti, ci sono io. Devi tornare da me, hai
capito? - Il moro non capiva una parola di quello che gli veniva detto,
ma la voce della rossa lo aiutava ad essere presente. Per qualche
minuto sembrò come svenuto, mentre diventava sempre più pallido per lo
sforzo, poi riemerse dalla sua catalessi.
Li guardò uno ad uno, si vedeva che erano preoccupati e ancora non
sapevano... - LUI è qui. -
Ehilà!
Finalmente sono riuscito a finire questo capitolo. Come al solito i
ringraziamenti vanno alle tre signorine che commentano i miei sforzi,
per quanto strano possa sembrare, ed in maniera positiva.
X Hayley_Gin91:
Oh, sì. Ginny è una grande impicciona, non lo sapevi? Però secondo me
dopo aver aspettato anni e anni che i due si togliessero i paraocchi,
un po' di curiosità è lecita XD
X kia 07: Harry,
almeno nelle mie intenzioni, non sapeva niente, ma di certo ne ha
approfittato grandemente con Ron. Mi spiace non aver messo il pezzo in
cui tutti e tre rimanevano basiti di fronte alla primissima sconfitta
di Ron, ma non sapevo proprio come scriverlo XD
X niettolina: Se
ti può consolare, questo capitolo era talmente lungo che non sarebbe
nemmeno finito. Ho deciso di spezzarlo qui per aumentare la suspance
(oltre che per problemi di lunghezza)
Immagino abbiate
capito chi è LUI. Intanto vi dico che non è Sauron, anche se la battuta
è banalmente presa dal Signore degli Anelli.
Spero continuerete a seguire e/o commentare. Alla prossima! XD