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Autore: Un_Pesquito_Please    22/03/2010    1 recensioni
La Corea di Huntington. Di questa malattia è morta la mamma di Arianna. C'è solo un problema: questa malattia è genetica.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa non è una FanFiction come le altre. Questa volta volevo arrivare a scrivere qualcosa di piu concreto. Non sara la solita storia di amore, di probblemi adolescienziali. Cerchero di mettere in questa FanFiction tutto quello che, i miei modesti 18Anni, mi hanno portato a vedere.

Solo un avvertimento: CI SARANNO DEI CONTENUTI MOLTO FORTI.


Buona lettura.






Guardo fuori dalla finestra. Lo sguardo vitreo indugia sul paesaggio primaverile, e una brezza leggere mi scompiglia i morbidi capelli neri che , ormai, mi arrivano alla vita.
Mi sento stupida e insignificante; infondo è passata solo una settimana dalla morte di mia madre, da quando la corea di huntington se l'è portata via.

Mi alzo dal letto, accendo una sigaretta e accendo lo stereo: Antonello Venditti, Dalla pelle al cuore. La musica riecheggia per tutta la casa, che ora sembra cosi vuota, triste, quasi spettrale. L'ultimo mese è stato il piu infernale e il piu intesnto della mia vita. Infondo non è da tutte le ventiquatrenni ospitare in casa propia la madre in fin di vita, in quelle condizione pressoche disumane, e prendersene cura come avevo fatto io.

Mio padre ancora non ha telefonato ma infondo cosa potevo aspettarmi da quel figlio di puttana? Da quando tre anni fa è scappato con quella brasiliana di ben 10 anni piu giovane di lui, non posso fare altro che odiarlo. Avrei preferito ci fosse stato lui al posto di mamma. Lui avrebbe meritato la morte. Ma ormai non si puo piu fare nulla.

Ora il mio pensiero è fisso su una cosa. Un pensiero che mi tormenta da quando mamma ha tirato l'ultimo respiro e l'ultimo grido di dolore: La corea di huntington, questa malattia orribile che ti consuma fino alla morte , è GENETICA. Questo vuol dire che ho il 50%delle possibilita di esserne affetta. Mi hanno consigliato di fare il test, perchè si, c'è un modo per sapere se anche io dovrò affrontare lo stesso destino di mia madre.
Ma voglio davvero saperlo? Infondo che senso ha predirre la mia morte? E passare il resto della vita circondata da psicologi, da gente che pretende di prepararmi a una lenta agonia? Non sarebbe forse peggio?
Ma dall'altra parte. Penso che se mamma avesse saputo prima cosa l'aspettava sarebbe stato diverso. Almeno non sarebbe impazzita.

Tante domande, poche risposte; e la recente morte di mia madre di certo non mi aiuta.

Mi accorgo che la canzone finisce e io spengo lo stereo. Mi rialzo, faccio l'ultimo tiro dalla sigaretta e questa volta scendo nella cucina vuota. Sono solo le sei del mattino. Mi sento stordita e debole. Ho perso il conto ormai di quante sono le notti che non dormo, o perlomeno che , quelle poche volte che riesco a prender sonno, non faccio un incubo.

Mi preparo un caffe forte e lo butto giu di colpo. Troppo poco, decido di farmene un altro. Questa volta pero voglio berlo con calma. Mi siedo sul divano chiudo gli occhi e senza accorgermene cado in un sonno tormentato. Un incubo:

MIa madre, una settimana prima. Nella mia camera da letto. Sento un urlo e corro su da lei.

Sta urlando, urla frasi senza senso, urla il suo desiderio di morire. Vuole che tutto questo finisca. Ormai nemmeno la morfina riesce a placare i dolori. Io sono nauseata. Mi fa male, male vederla cosi.

Mi avvicino, le appoggio una mano sulla fronte e cerco di calmarla, vedo che vorrebbe stringere la mia mano ma ha tutti gli arti paralizzati, cosi sono io a stringere la sua.

Smette di urlare, chiude gli occhi e gli riapre di scatto, sono opachi, hanno perso lucentezza. Comincia a dire cose senza senso, sta delirando.

Di colpo mi dice di spostarmi, eseguo gli ordini e lei comincia a vomitare sangue, con foga. Tra un conato e l'altro è un urlo di dolore e io non so che fare. Le sorreggo la testa calva finche vomita, e il tapetto si macchia di rosso.

Finisce di vomitare, prendo un asciugamano la pulisco, la risistemo sul letto e ricomincia a delirare. Io esco da quella camera che ormai è diventato l'inferno.

E la sento, sento le sue grida anche in cucina, grida di dolore, grida che sanno di morte. Non sapevo infatti che di li a qualche ora, l'avrei trovata morta, in un bagno di sangue.

Mi sveglio di colpo, sudata con le lacrime agli occhi e rovescio la tazza di caffe. Un altro incubo. Un altra volta ho rivissuto quel giorno. ho rivissuto il giorno della morte di mia madre.

  
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