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Autore: Mirwen    09/04/2010    6 recensioni
“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”
La guerra infuria i giovani Malandrini appena finita Hogwarts si trovano in quell'inferno. L'Ordine della Fenice, le speranze, gli amori, la fine dell'adolescenza.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice'
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capitolo2

Phoenixs flames

 

 

 

“E fu guardando quel fagottino dai capelli scuri avvolto in una coperta che mi resi conto di aver perso tutto…”

Enif Aurora Icecrow.

 

Capitolo 3: Quotidianità

 

Luglio passò lento sfociando in un afoso agosto e poi, inesorabile nel suo manto piovoso, arrivò settembre. 

Era un pallido pomeriggio di metà settembre e Diagon Alley appariva quieta e silenziosa. Il Ghirigoro era vuoto a quell’ora, ma se un cliente fosse entrato avrebbe dovuto cercare il proprietario nel retrobottega per trovarlo, di fatti era lì che Abel Flourish stava, fissando torvo quello che per due mesi a quella parte era stato un ottimo commesso: disponibile, gentile e colto, niente di meglio per una libreria.

“Predi le tue cose e vattene…” disse l’uomo serio.

“Ma perché io non capisco, non credo di aver fatto nulla per essere licenziato…”

“No, figuriamoci, non ho mai avuto un commesso così in gamba, ma qui non puoi restare, Remus, Blotts non ti vuole vedere domani mattina…” il ragazzo osservò il suo oramai ex-principale, com’era possibile avesse scoperto che era un lupo mannaro, era stato attento, era andato a lavorare ogni giorno, non era nemmeno rimasto a casa il giorno dopo le due lune piene che erano passate, nonostante Enif avesse minacciato di affatturarlo se si fosse presentato sul lavoro.

“Ma perché…” tentò ancora, sentiva il cuore accelerare i battiti.

“Remus parliamoci chiaro, non sono scemo e non sono nato ieri… e ho letto abbastanza libri in vita mia per riconoscere cose emh… persone come te…” sembrava spaventato ed arrabbiato, avrebbe volentieri cacciato il ragazzo a calci, Remus lo aveva ben intuito dalla foga del discorso, ma ne sembrava anche terrorizzato.

“Mi licenzia perché sono un lupo mannaro?” chiese serio, fissando l’uomo negli occhi.

“Sì, io e Blotts non possiamo permetterci che un licantropo lavori qui… e ora vattene ragazzo…” Remus lo fissò ancora qualche istante, poi sospirò voltandosi a raccogliere le sue cose. Flourish lo osservò, quel ragazzo gli faceva un po’ pena… sapeva fosse diventato orfano da poco e di certo nella sua situazione non avrebbe trovato un lavoro in tutta Diagon Alley… ed era un vero peccato… con la media scolastica che aveva racimolato ad Hogwarts avrebbe potuto fare qualunque cosa, ma Marlon Blotts, il suo socio era stato irremovibile, non potevano permettersi che qualcuno scoprisse che il loro commesso era un lupo mannaro, gli affari sarebbero colati a picco senza contare i rischi.

“Ehi ragazzo…” lo chiamò quando lo vide andarsene, Remus si voltò, il volto impassibile, per quanto negli occhi dorati si leggesse un grosso dispiacere.

“Si?”

“Tieni… è la paga di settembre con tutti gli straordinari che hai fatto e i giorni che avresti ancora lavorato… non sono tipo da tenersi in debito…” disse porgendo un sacchetto a Remus.

“Oh…grazie… troppo gentile…” Remus prese il denaro evitando di fissare negli occhi Flourish.

“Come ha fatto a capire…”

“Mi era apparso strano che un ragazzo in gamba come te, per quanto appassionato di libri si accontentasse di lavorare qui… e poi come ti ho detto ho letto molte volte dei sintomi…” Remus annuì, uscendo in silenzio.

Vagabondò per Diagon Alley prima di abbandonarla alle sue spalle e di concedersi un bicchiere di cioccolata calda al Paiolo Magico.

“Giornataccia ragazzo?” chiese Tom, il barista, che oramai conosceva abbastanza bene Remus da capire se c’era qualcosa che lo turbava, infatti i Malandrini e le ragazze si ritrovavano a pranzare quasi ogni giorno assieme al Paiolo Magico.

“Mi hanno licenziato…” disse appena, mentre l’oste gli serviva la bevanda.

“Mi dispiace… vedrai che troverai qualcos’altro…” disse comprensivo l’uomo, era una situazione abbastanza frequente con la guerra: sospetti e paure facevano perdere posti di lavoro a moltissima gente.

Osservò il nero cioccolato nella tazza, sospirando appena, tutti stavano facendo qualcosa mentre lui stava lì a fissare quella tazza piena, dove, come iceberg, navigavano pezzi di panna. Sirius e James erano al corso accelerato per Auror, con il nuovo anno avrebbero ricevuto la licenza, Moody diceva che era un omicidio lasciarli lavorare con sei mesi di corso sulle spalle ma al Ministero servivano uomini alla svelta; Lily lavorava al centro di Magia Sperimentale e doveva ammettere che la invidiava un po’; Enif era impegnatissima con il corso da Guaritore al San Mungo e perfino Peter, per aiutare sua madre, aveva trovato lavoro come commesso tra i babbani. Ecco in quel momento si sentì davvero un fallito.

“Ehi, Remus che ci fai qui?” il ragazzo alzò gli occhi Dorcas stava davanti a lui, sorridente.

“Ehi… ciao Dorcas…”

“Che muso lungo, disturbo se mi siedo?”

“Figurati…” disse appena la ragazza si sedette sorridendo ed ordinando un the bollente.

“Allora che ci fai da queste parti?” chiese lei curiosa.

“Mi hanno appena licenziato… tu?” la ragazza si incupì.

“Oddio… scusa… mi dispiace che ti abbiano licenziato… insomma…”

“Non importa Dorcas, credo sarà una cosa su cui dovrò farci l’abitudine…”  disse lui tristemente.

“Non dire sciocchezze, eri uno dei migliori a scuola!”

“Dimentichi un particolare problemino di una volta al mese…” la ragazza lo guardò un attimo per poi scoppiare a ridere.

“Oh…scusa… Remus è che come l’hai detto… ahahaah… sembravi una di quelle ragazze con la sindrome premestruale…” Remus la guardò spalancando gli occhi, poi non poté far altro che mettersi a ridere a sua volta. Ringraziò il caso che gli aveva fatto incontrare Dorcas, aveva bisogno di una risata.

“Ricomponiamoci…” disse lei, serissima. Lui le sorrise riconoscente.

“Non hai risposto alla mia domanda comunque…”

“Faccio una passeggiata, dato che non ho un lavoro…” disse facendogli l’occhiolino. Remus annuì, Dorcas era quindi di pattuglia.

“Vuoi che ti accompagni?”

“No grazie Remus dovrei trovarmi con Marlene tra un quarto d’ora”

“Come mai così in anticipo?”

“Devo essere onesta? Volevo passare a salutarti al Ghirigoro… ma ti ho visto qui e quindi…” la ragazza mosse leggermente la mano come a dire un “di conseguenza”.

Remus sorrise appena.

“Sono convinta che troverai subito un altro lavoro…” cercò di incoraggiarlo lei.

“Forse dovrei andarlo a cercare a Knockturn Alley… forse non baderebbero alla gente che assumono…”

“Non dirlo nemmeno per scherzo! Con tutta quella gentaglia!” disse accalorata.

“Ma io faccio parte della gentaglia…” sottolineò appena lui.

“Non so perché ma credo che a te piaccia sentirti consolato, vero?” chiese maliziosa lei “Ti fa sentire utile e giusto… quello in cui sbagli è che non dovresti volerlo sentire… tu sei giusto Remus, non c’è nulla di sbagliato in te…” il ragazzo la fissò ammirato, Dorcas sembrava un po’ maschiaccio e superficiale eppure in pochi mesi di conoscenza l’aveva capito davvero bene.

“No, Dorcas, sono tutti gli altri che sbagliano c’è qualcosa di grosso e sbagliato in me…” la ragazza sbuffò.

“Ci sarà sempre se sei tu a vederlo…” si mordicchiò nervosamente un labbro.

“Dorcas!” Marlene si fece loro in contro, una busta in mano. Si fermò osservando Remus.

“Oh, ciao Remus!” salutò allegra.

“Ciao Marlene.”

“Che sono questi musi lunghi?” chiese curiosa.

“Mi hanno appena licenziato…”

“Oh… accidenti… mi dispiace Remus…” disse “Dorcas se arriviamo in ritardo Alastor ci fa saltare la testa…”

“Già… mi sa che dobbiamo andare, non buttarti giù ok Remus?”

Il ragazzo annuì appena.

“Mhmm, vuoi cercare subito un altro lavoro?” chiese Marlene.

“Sì, l’idea sarebbe quella…”

“Mio cognato è un babbano ha un piccolo negozio di antiquariato… so che gli serve un aiutante adesso che mia cognata ha avuto un bambino…” Marlene frugò nella borsa che portava al fianco scribacchiando un indirizzo su una salvietta.  “Digli che ti ho mandato io… buona serata, Rem…”

Rimasto solo il ragazzo fissò l’indirizzo che gli aveva dato Marlene, si disse che tentare non costava nulla in fondo… buttò giù d’un fiato la cioccolata ormai fredda e decise di tornarsene a casa, stare lì non avrebbe cambiato nulla.

 

▀■▪■▀

 

L’Accademia degli Auror sorgeva da secoli nella Foresta di Ae, lì nascosto tra gli alberi sorgeva una piccola costruzione che ai babbani poteva benissimo sembrare una piccola casa di cacciatori, ma al suo interno nascondeva i locali per l’addestramento Auror, collegati tramite metro polvere direttamente agli uffici degli Auror al Ministero. L’Accademia usava poi il centro della foresta come campo di addestramento, era in quel cuore di pini, nascosto agli occhi dei babbani da mille incantesimi, che le matricole si stavano allenando.

James e Sirius correvano, la pioggia batteva incessante sulle fronde dei pini, il sottobosco era fitto e bloccava le gambe. I due si fermarono le spalle appoggiate ad un pino.

“Con questo tempo non si vede un accidente…” sussurrò lamentoso Sirius, osservando l’umidità formare una coltre di nebbia alla base degli alberi.

“A chi lo dici…” rispose James asciugandosi gli occhiali.

“Mettici un Impervius su quegli occhiali Jamie…”

“Si tanto per farci individuare… sai che la squadra B ha un rilevatore di magia…” Sirius sbuffò, poi spalancò gli occhi sorpreso.

“Potremo farci individuare apposta…” disse con un mezzo sorriso.

 

Alice si muoveva circospetta nella foresta, Frank di fianco a lei, assieme al resto della squadra, erano sei in totale.

“Stiamo vincendo…” sorrise Dawlish, un giovane aspirante Auror.

“Io non canterei vittoria troppo posto… abbiamo sconfitto Hang e Lippincott solamente perché la squadra C aveva già decimato la loro squadra…” disse Frank serio.

“Paciock di cosa ti preoccupi?” chiese Liz Cowan sicura di aver la vittoria in mano.

“Già la squadra A è fuori dalla competizione, e della C restano solo  Potter e Black…” disse allegro Robert Lapiz “noi abbiamo perso solo Matt…”

“È proprio il fatto che siano riamasti solo James e Sirius a preoccuparmi…” mormorò Alice.

“Brand, non siamo più  a scuola questa è la vita…” disse Dawlish sicuro di se.

Alice guardò Frank… da James e Sirius ci si poteva aspettare di tutto.

“Fermi!” disse eccitata Liz “il rilevatore ha segnalato una magia da quella parte… sembra che Potter abbia usato un Impervius sugli occhiali, che scemo…”

La squadra avanzò convinta, sicura della sua superiorità numerica. Frank prese Alice per un braccio.

“Non mi fido di James, potrebbe essere una trappola…”

“È quello che spero, gli starebbe bene a questi palloni gonfiati…” disse appena Alice parlando dei loro compagni di gruppo. Frank annuì, muovendosi dietro la squadra circospetto.

Arrivarono in una radura.

“Che strano il rilevatore dice che la magia è stata effettuata qui…” la nebbia continuava a salire finché il gruppo si trovò avvolto in quella spessa coltre.

Un lampo rosso arrivò da una parte, schiantando Liz, un altro arrivò subito dopo dall’altra e Lapiz seguì la sorte della ragazza.

Frank riuscì a schivare uno schiantesimo semplicemente perché si era già aspettato un agguato.  Dawlish cadde a terra come un sacco di patate, schiantato da un incantesimo silenzioso. Alice indietreggiò fino a trovarsi spalla contro spalla con Frank.

“Si sono nascosti sugli alberi…” disse appena.

“Già… avevo detto io che non bisognava sottovalutare quei due…” mormorò Frank guardandosi nervosamente attorno. L’ennesimo lampo rosso squarciò la nebbia bloccato dal sortilegio scudo che Alice aveva innalzato su entrambi. Frank lanciò uno schiantesimo nella direzione in cui era arrivato quello di James o di Sirius.

“Mancato per un soffio…” sentirono la voce di Sirius.

Un altro schiantesimo colpì lo scudo e Frank e Alice indietreggiarono di poco, nello stesso istante in cui un altro schiantesimo piombava sullo scudo e Frank si sbracciava a lanciarne uno in quella direzione sempre diversa. Un altro lampo di luce rossa apparve dal nulla, ma questa volta non si trattava di uno schiantesimo. L’incantesimo di disarmo colpì la mano di Alice e la bacchetta volò di qualche metro scomparendo nella nebbia. Frank spostò Alice lanciandosi a terra e schivando di poco la fattura, quando si voltò trovò James in piedi sopra di lui, mentre Sirius puntava la bacchetta su Alice che disarmata lo guardava.

“Bene, basta così…” Moody apparve nella radura, facendo riprendere i sensi a Dawlish, Liz e Robert, alle sue spalle c’erano gli altri aspiranti Auror.

James mise via la bacchetta porgendo la mano a Frank. Sirius raccolse la bacchetta di Alice.

“Andiamo in un posto più caldo…” disse l’Auror serio, le matricole lo seguirono fino all’interno dell’accademia in una piccola aula, erano fradici e avrebbero voluto qualcosa di caldo, ma sapevano bene che prima avrebbero dovuto passarsi la predica mensile di Moody.

“Siete migliorati da un mese fa… ciò che mi preoccupa è che siete già a metà dell’opera e molti di voi ancora non hanno capito alcune cose basilari…” guardò i giovani, il più vecchio era Dawlish e non aveva più di 25 anni…

“Quando sarete in missione non sarà un gioco, se non vincete non vivete… quindi vigilanza costante… vero Dawlish?!”

Le guance del giovane si tinsero di rosso.

“Per quanto riguarda il resto della squadra B ad eccezione fatta di Brand e Paciock vale lo stesso discorso… non bisogna mai pensare che il numero faccia la differenza che il nemico si spaventi a causa del nostro numero… se non può affrontarci a viso aperto lo farà in altro modo, ed è quello che hanno fatto Potter e Black, essendo rimasti soli e in numero minore hanno fatto solo ciò che chiunque intenzionato a vivere dovrebbe fare… annullare il vantaggio del nemico…”

“Brand e Paciock, hanno dimostrato un’altra cosa che a qualcuno è sfuggita… parlo di lei signor Gilpatrick… mai e dico mai sottovalutare il nemico… credeva che la signorina Brandley fosse una preda facile ma non ha fatto altro che far decimare il suo gruppo per far fuori una sola persona…

“Hang, Lippincott avete venduto cara la pelle ma per farlo avete abbandonato i vostri compagni…

“Dixon quella doveva essere una manovra diversiva o un suicidio?

“Wynn, Thompson, O’Byrne… dovete conoscere le armi del nemico prima di tentare un attacco… e inoltre non è da codardi ritirarsi… è portare a casa la pelle, e conoscere un po’ di più il nemico è avere un’altra opportunità di batterlo, gli eroi saranno ricordati solo da morti è vero… ma quando sono troppi vengono dimenticati anche loro…

“Non dico così solo per umiliarvi… tra poco più di tre mesi vi troverete là fuori, possibili prede dei Mangiamorte, non ho intenzione di seppellirne altre di reclute… nel complesso è andata bene… ora potete andare…”

“Nel complesso è andata uno schifo…” borbottò Matt Dixon mentre Moody non sentiva. “Non riusciremo mai a sopravvivere ad un attacco vero…”

 

▀■▪■▀

 

Enif chiuse l’armadietto abbottonandosi la giacca, era in ritardo… Lily l’aspettava all’ingresso glielo aveva detto Nathan.

“A domani…” salutò le colleghe uscendo dallo spogliatoio femminile. Al San Mungo si trovava bene, la mattina c’erano le lezioni, al pomeriggio aiutavano i Guaritori. Quel giorno era stata sul punto di vomitare alla vista di una ustione da pozione che aveva generato sul braccio di una vecchia strega un bubbone verde e blu grande come una pluffa pieno di muco puzzolente. Tremò appena al ricordo.

“Scusa il ritardo Lily…” sorrise raggiungendola.

“Figurati…” sorrise la rossa. “Cosa mi racconti dei reparti del San Mungo?” chiese Lily allegra.

Assieme uscirono per le strade di Londra fino a raggiungere Diagon Alley, Lily stava raccontando allegra della sua giornata.

“Sai oggi ho dato una mano a il signor Belby… è l’esperto di Pozioni del Centro…” disse Lily sovrappensiero.

“Non dovrebbe essere tutto topo-secret?” ridacchiò Enif

“Beh…sì… sai sta cercando di creare una pozione contro la licantropia…”

“Dici davvero?” chiese Enif sorpresa

“Si ma per adesso non ha avuto nessun risultato… e il lupo mannaro su cui l’ha provata è quasi morto… sono stata ben attenta di non dirgli di Remus…”

“Hai fatto bene… pozioni simili hanno bisogno di tempo per avere esito…” rimase in silenzio per alcuni istanti.

“A proposito, che dici di passare da Remus?”  chiese la bruna, Lily annuì convinta, allegre si diressero verso la libreria ma si bloccarono di colpo davanti all’ingresso: sulla vetrina spiccava un grosso cartello “cercasi commesso”. Le due si scambiarono uno sguardo preoccupato.

“Oh no…” mormorò Enif, mentre Lily entrava a passo di carica nel negozio. Enif guardò ancora per un istante il cartello, per poi seguire l’amica.

Lily fronteggiava il signor Blotts, uno dei proprietari, le mani appoggiate sui fianchi, ad Enif ricordava molto la posa che Lily utilizzava al quinto anno quando esordiva nelle sue sfuriate contro James.

“Non mi sembra che il mio amico abbia mai fatto qualcosa di male…” stava dicendo furiosa.

“Il fatto di essere un mostro mi sembra sia una ragione più che sufficiente per perdere il posto…” Lily lo guardò furente.

“Come si permette di giudicarlo in questo modo! Se fosse stato un essere umano qualsiasi non l’avrebbe mai licenziato!” disse ad alta voce. Enif fu certa di vedere un paio di persone fissarla.

“Lily…” mormorò la bruna… non sarebbe stato il miglior modo di aiutare Remus quello di rendere pubblica la sua licantropia. Lily la guardò rendendosi conto di stare pressoché gridando.

“Andiamo Eny!” disse poi uscendo in fretta dal negozio. Enif lanciò uno sguardo gelido a Blotts che la fissava con sufficienza.

“Potrà pensarla come vuole signor Blotts… ma ha cacciato la miglior persona che potesse trovare…” disse prima di raggiungere Lily.

 

▀■▪■▀

 

Peter sospirò lanciando a terra lo scatolone vuoto.

“Ehi Minus! Hai finito con quei scatoloni?” la voce del padrone del Minimarket lo riscosse dai suoi pensieri.

“Si, signor Cartwright…”

“Bene, allora porta il tuo sedere flaccido di qua che stanno arrivando dei clienti…”.

Sospirando il ragazzo tornò nella bottega, Cartwright come previsto non si era spostato dalla cassa per quanto una vecchina stesse quasi per arrampicarsi su uno scaffale per raggiungere un barattolo di mais. Peter la raggiunse rapidamente, passandole il barattolo.

“Grazie giovanotto” lo ringraziò con un sorriso.

“Si figuri…” sorrise appena. Restò con quel sorrisetto scemo in volto, fissato in un punto indeterminato dello scaffale anche dopo che la vecchia se ne era andata.

“Mi scusi giovanotto…” Peter si disse che non ne poteva più di essere chiamato giovanotto “avrei bisogno di un migliore amico, sa dove posso trovarlo?” Peter si voltò riconoscendo la voce di Remus.

“Moony! Che ci fai qui?!”

“Passavo da queste parti… quando stacchi?”

Peter guardò verso la cassa, Cartwright li stava fissando

“Fra mezz’ora alle cinque… ma compra qualcosa sennò pensa che mi metto a chiacchierare con i clienti…”

“Va bene, ti aspetto…” disse a mezzavoce  “Grazie, penso proprio che prenderò questo tipo di fagioli in scatola!” disse a voce più alta con tutta l’intenzione di farsi sentire da Cartwright mentre prendeva i fagioli più cari dello scaffale.

Mezz’ora dopo Peter uscì trafelato dal negozio.

“Scusa mi ha già fatto saltare il pranzo e avrebbe voluto che restassi ancora un’ora… per Morgana!”

Remus sorrise gentile.

“Tu piuttosto, hai finito presto oggi…” disse Peter mentre cominciavano a camminare.

“Ho finito e basta, Pet… mi hanno licenziato…”

“Come? Perché?!”

“Blotts e Flourish hanno scoperto cosa sono…”

“Ma sono passati solo due mesi…”

“Ma hanno una libreria piena di libri…” Peter rimase un attimo in silenzio.

“Mi dispiace Rem…”

“Figurati… solo ho paura che non sarà facile trovarne un altro di lavoro… Marlene mi ha dato il nome di un negozio babbano dove andare ma non so…”

“Bhe i Babbani non possono scoprire  cosa sei, giusto? Quindi tentar non nuoce!” sorrise il ragazzo.

“Hai ragione Peter! Non devo arrendermi subito!” sorrise Remus.

“Vuoi che chiamiamo gli altri e andiamo a mangiare qualcosa da qualche parte?”

“No grazie Peter… penso che per qualche tempo non potrò permettermi il lusso di andare a mangiare fuori…”

“Oh suvvia offro io!” si offrì Peter.

“No grazie, davvero…”

“Senti Rem… ora dovrò tornare a casa… o mia madre e buona di venirmi a cercare in negozio…”

“Si, certo scusami…” Remus lo vide allontanarsi.

Peter si guardò alle spalle per essere sicuro che Remus non lo seguisse, sorrise appena smaterializzandosi.

 

▀■▪■▀

 

Enif e Lily si materializzarono all’ingresso di Faulkbourne Hall, accolte dalla solita dolcezza un po’ petulante di Dix.

“Le signorine sono tornate! Le signorine stanno bene?”

“Sì, grazie Dix…” rispose Enif automaticamente “c’è posta?”

“Una lettera del padroncino Taliesin, uno della Padrona e un invito ad un matrimonio, padroncina…” disse euforica l’elfa porgendo ad Enif le buste “…e la signora Potter ha mandato un dolce…”

“Tua suocera pensa che mangiamo troppo poco…” ridacchiò Enif, stuzzicando Lily.

“Che cosa dicono le tue lettere?” sviò l’argomento Lily, un po’ imbarazzata delle eccessive attenzioni della signora Potter.

“Taliesin dice che è stato smistato a Corvonero e che entrare nella torre è difficilissimo perché l’ingresso ti da un test di logica ogni volta… ma è contento…” riassunse rapidamente “mia madre, chiede come stiamo tutti… le solite domande… insomma… e questi sono gli inviti per il matrimonio di Alice e Frank, come presagito da James e Sirius…” ridacchiò passando a Lily l’invito.

“Domenica 4 marzo…” lesse la rossa.

Calò un attimo di silenzio, in quel momento il camino si accese e uscirono James e Sirius.

“Salve donzelle!” salutò Padfoot schioccando un bacio sulla guancia a Lily e raggiungendo Enif.

“Ciao, Sir…” lo salutò lei abbracciandolo “Taliesin ti manda i suoi saluti e chiede quando lo porterai a fare un giro in moto…dice che avrebbe voluto essere al Grifondoro come noi…” ridacchiò osservando la lettera.

“Oh… mi sa che lo sto rovinando a quel bambino…” disse appena il ragazzo.

James salutò Enif con un sorrisone baciando Lily.

“C’è qualcosa che non va però…” notò poi Potter, “avete delle facce…”

“Remus è stato licenziato…”

In quello stesso istante qualcuno si materializzò nella casa.

“Peter!”

“Mi hai fatto prendere un colpo!”

“Scusate…” disse appena il ragazzo, un po’ mortificato “Avete sentito di Remus?”

“Sì, giuro che avrei affatturato Blotts…” disse Lily ricordando la faccia per nulla dispiaciuta dell’uomo.

“Beh… sentite… io stavo pensando…”

 

▀■▪■▀

 

Remus si era smaterializzato al Golden Cap, a due ore a piedi da casa… aveva voglia di camminare, aveva voglia di pensare.

Il mare scrosciava impetuoso sotto di lui, le onde si scontravano con i massi ribollendo spumeggianti nella luce che andava man mano a scemando mentre il tramonto si avvicinava.

Camminò per i sentieri che conosceva a menadito, le fronde degli alberi si muovevano appena.

Quando imboccò la Hell Lane a North Chideock, era ormai scesa la notte. Nonostante quel nome terrificante, quella strada scavata tra gli alberi non lo spaventava, non lo aveva mai spaventato ci era cresciuto… eppure c’era stato un periodo in cui aveva giurato che non l’avrebbe mai percorsa… che se ne sarebbe sempre rimasto chiuso nella sua stanza, rinchiudendo il suo mostro.

I campi erano mezzi arati, aspettando ottobre e la semina del grano, onestamente Remus li preferiva così, brulli, infatti il grano maturo che ondeggiava al vento non faceva che ricordargli la notte in cui Greyback lo aveva morso in quegli stessi campi. Ricordava le spighe ondeggiare, la luna piena e il lupo… si costrinse a non pensare era già una brutta giornata di suo senza aggiungerci questo.

Aprì la porta di casa depresso, ma qualcosa attirò la sua attenzione, per quanto le luci della casa fossero spente, sentiva l’odore di arrosto. Si diede dello scemo, probabilmente la memoria gli stava giocando un brutto scherzo, quell’odore doveva essere solo una rievocazione della sua mente.

Si avviò in cucina sovrappensiero, ma quando fece un passo all’interno la luce si accese all’improvviso.

“Sorpresa!” gridò Sirius. Remus alzò le sopraciglia, allora quello che aveva sentito era davvero odore di arrosto come testimoniava il forno acceso su cui trafficava Dorcas assistita da Lily, Enif, ed Alice.

“Ci hanno detto che eri un po’ giù di corda e abbiamo pensato di venire qui a fare un po’ di baldoria!” spiegò con un sorriso Gideon Prewett.

Remus osservò i presenti, a parte Nathan e Reyn c’erano tutti i membri più giovani dell’Ordine.

Remus osservò Peter, il ragazzo sorrise.

“Io avevo pensato di fare una cosetta noi sei, ma Sirius e James hanno pensato in grande…” Remus sorrise vagamente commosso.

“Non dovevate…”

“Oh, sta zitto! Da quello che hanno detto Marlene e Dorcas sembravi esser stato triturato da un troll!” disse Pudmore dandogli una pacca sulle spalle “che sarà mai un lavoro! Ce ne sono a migliaia la fuori che vanno dal raccogliere Vermicoli…”

“Sturgis hai il tatto di un elefante!” lo rimproverò Frank.

“Penso che Pudmore volesse dire di non abbatterti…” sorrise Fabian comprensivo “e detto da uno che pur non avendo problemi personali ha perso quanti, quattro lavori in due anni…”

“Ehi… guarda che quando arrivi al lavoro stanco dopo le ronde dell’Ordine la gente pensa male e si fa subito l’idea che tu sia un Mangiamorte…” si giustificò Sturgis.

“Immagino che restare a poltrire sul lavoro, in effetti, aiuti a perdere il posto…” stuzzicò James.

“Potter!”

Remus guardò la scena nell’insieme, le ragazze ridere assieme attorno ai fornelli, i ragazzi stuzzicarsi tra loro, e per la prima volta in vita sua dimenticò Grayback e cos’era successo lì in quei campi, dimenticò di aver perso il lavoro e dimenticò la guerra, quella sera c’erano solo undici ragazzi che passavano una serata insieme.


Salve gente sono tornata!!! è un periodo un po' storto quindi ho pochissimo tempo a mia disposizione e me ne rammarico. Ho scritto tre quarti dell'ultimo capitolo che ho scritto (il sesto) sul cellulare sui promemoria.... voglio vacanzeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Volevo postarvi anche un disegno con questo capitolo ma la pubblicazione avrebbe dovuto attendere ancora un po' troppo quindi vi lascio il link dello schizzo ^^

Capitolo  3

E Adesso sotto con le recensioni!!!!!


 renesmee cullen 
Grazie per i complimenti sia alle storie che ai disegni, spero continuerai a seguirmi ^^
Alla prossima ^^
Elisa
 pazzarella_dispettosa 
Eccomi qui!
Mi sa che solo James è convinto che Elvendork sia unisex XD
Mhmmm penso che sposi li vedremo tra un  bel po' di capitoli ma non troppi... mi sa che questa storia andrà per le lunghe ^_^''''
A presto
 glumbumble 
Non posso rispondere a questa domanda o spoilero troppo comunque alcuni membri dell'Ordine sono in sciopero proprio per questo motivo quindi vedremo cosa le mie dita decideranno di scrivere sulla tastiera ^^
 hermy101 
Come sempre grazie di seguitrmi!!!!

 Alohomora 
Il giovine che sospira è proprio Sevvie, che non è poi così brutto e poi può benissimo pensare che l'Irlanda siano le voci messe in giro da Silente e che siano da un'altra parte... per ora ha altro per la testa il nostro tenebroso... spunterà fuori ancora comunque... figurati se Mocciosus non spunta fuori XD
E quindi contando Lily, Enif, Sirius e Remus, me, te e pazzarella dispettosa siamo in 7 a sostenere che Elvendork è unisex XD Povero James.... ma chi gliel'ha messo in testa 'sto nome (mamma Dorea di sicuro.... i Black e i nomi assurdi .... ogni riferimento ad una certa Nymphadora è un puro caso XD)
Alla prossima
Elisa
 Julia Weasley 
E siamo 8 a 0 per Elvendork maschile! XD Povero James.
Qui comincia un po' d'azione, simulata ma sempre azione XD
Alla prossima e grazie ancora
 Lily_Luna 
9 a 0... James rassegnati Elvendork è maschile!
Mi dispiace di aver aggiornato così tardi am davvero è un periodo un po' schifo ^_^''''
 Rebecca Lupin 
Certo che ti scuso basta che saltiate fuori ogni tanto e dite che mi seguite e sono contenta.... ^^
   
 
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