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Autore: La Fleur    01/06/2010    5 recensioni
Allysia è una giovane strega a cui manca poco per diventare maggiorenne e liberarsi completamente dalle restrizioni che la famiglia e la scuola privata le impongono. Per frenare la sua esuberanza, eccessiva in una famiglia d'alto rango come la sua, i genitori la allontanano dalle "cattive compagnie" e dalla Scozia, e la mandano a vivere a casa del cugino Ephram(niente poco di meno che in America), che è destinato a succedere al padre come capofamiglia: peccato che la sua vita nel mondo come noi lo conosciamo risulterebbe tutt'altro che limpida agli occhi dei suoi parenti! Come capofamiglia è destinato infatti a sposare una persona di sangue magico, non con una semplice umana... Ma Ephram è innamorato di Charlotte, con cui intreccia una storia romantica, e che non sa nulla della sua "abilità" magica, né della famiglia da cui lui proviene e a cui è destinato a tornare un giorno. Boone è il fratello di Charlotte ed è un buon amico di Ephram nella vita normale, Andrew è l'ultimo dei coinquilini della grande casa che i personaggi della storia si dividono; ha un carattere allegro e piuttosto particolare, che gli frutta reazioni differenti da ognuno degli altri inquilini. Gli altri personaggi (e sono molti) verranno presentati man mano nella narrazione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Serie dei Maghi di scozia, ovvero, Allysia e dintorni!'
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cap 10 : Definendo i ruoli di casa

Premessa: questo capitolo è dedicato, dalla prima all'ultima parola, ad Addy. So che lo hai aspettato per molto più tempo di quanti gli altri possano pensare, e so che ti ho fatto penare per arrivare a leggerlo, per cui, rallegrati, piccola: è tutto tuo!
Voglio sottolineare che questo è il primo capitolo del tutto inedito, ma questo non è un buon motivo per copiarne i contenuti e per plagiare il mio lavoro: siete avvisati. Ora, io adoro i commenti: che siano complimenti, domande o crtitiche, li apprezzo. Non siete tanti, ma un po' di voi hanno messo questa storia tra i preferiti: fatemi sentire il vostro parere, io lo aspetto con ansia e mi dispiace trovare sguarnito lo spazio recensioni. Bene, questo è quanto. A voi!



Capitolo 10: Definendo i ruoli di casa

Ally si costrinse a sollevare lo sguardo dalle proprie fette biscottate con marmellata all’arancia. Che stranezza, quel mattino!
Le risultava bizzarro vedersi circondata da tanta gente subito prima di scuola. Di solito a quell’ora la casa era silenziosa, ed era diventata un’abitudine prepararsi un toast o mangiare una mela cotta la sera prima per guadagnare tempo.
Quel mattino, invece, il suo più frequente compagno di colazione, Boone, che si svegliava in genere più presto anche di lei, e sapute le sue abitudini, si preoccupava di prepararle almeno una parte del suo pasto mattutino, era già in compagnia di sua sorella Charlotte, nervosa per un esame di là a tre ore.
Andrew era a sua volta presente, ma probabilmente era tornato a casa solo per andare a dormire, visto che aveva passato la notte fuori. Ally corrugò un attimo le sopracciglia: quel ragazzo aveva abitudini curiose, diverse da quelle degli altri abitanti della grande casa, ed era una  sorpresa per la ragazza non sentirsi  a disagio in sua compagnia.
Tornò con gli occhi sulla minuta ragazza castana che si mostrava sempre sorridente. Quel mattino la sua immagine strideva con quella abituale: Charlotte fissava il vuoto e borbottava parole incomprensibili per lei. Ogni tanto Boone la correggeva su qualche dettaglio altrettanto astruso e la sorella, alternando crisi di nervi e occhiatacce, riprendeva da dove si era fermata. Ephram ancora non si vedeva. Ally scrollò le spalle e si decise a dire la sua, ma non fece in tempo a proferire verbo.
<< Secondo me dovresti rilassarti, tesoro. Studi questa materia da una vita!>>
Andrew lo disse mentre masticava un boccone, rendendo la frase non del tutto comprensibile. Non sembrava che stesse parlando a Lotte: continuava a fissare Ally. L’occhiataccia di Charlotte andò, per una volta, a vuoto e si risolse a comunicare con un gemito disperato. Sembrava che nessuno condividesse le sue ansie.
Ally contrasse le sopracciglia: << Io ti capisco. Dev’essere spaventoso.>>
Charlotte la fissò sorpresa, smettendo di bofonchiare.
<< Grazie >>
Ally annuì in risposta e tornò a fissare il suo piatto.
<< Non è spaventoso, è solo un esame, deve solo andare a discutere di quel che sa. Ally, non bisogna aver paura di mettersi alla prova.>>  Fece Boone in tono tranquillo, in quel tono quieto che usava sempre con lei e che aveva il potere di metterla più a suo agio.
Durante le loro colazioni solitarie, avevano imparato a scambiare qualche parola, e ora Ally poteva dire di non sentirsi più in soggezione in sua presenza. Per quel motivo si sentì libera di esprimersi con una smorfia, che sorprese tutti gli altri, abituati com’erano a vederla apatica.
<< E’ spaventoso essere al centro dell’attenzione.>> specificò,sforzandosi di farsi capire. Boone era sempre curioso di comprendere, e la Voce la spronava ad accontentarlo. Aveva una vera predilezione per quel ragazzo. Ormai farsi intendere da lui era un riflesso spontaneo. Lo guardò dritto negli occhi, cercando di non farsi distrarre dalla consueta immagine mentale che ritrovava sempre nel suo sguardo argenteo. Nuvole sulla laguna, più scura che mai.
Lotte fissò sbalordita la ragazza mora: la cugina di Ephram era una fonte infinita di sorprese. E non riusciva a credere  che fosse così timida e ritrosa, nonostante ne avesse le prove ogni secondo che Ally si faceva vedere. Trovava assurdo che una ragazza così attraente non amasse mettersi in mostra.
Strinse le labbra e poi cedette:<< Grazie, Ally. Hai centrato il punto.>>
Ally tornò a posare lo sguardo su lei e accennò un piccolo movimento con il capo, incerta.
Andrew sbadigliò, attirandosi gli sguardi di tutti.
<< Che c’è? Devo azzardare delle previsioni? >> tacque un attimo, ma non diede a nessuno il tempo di replicare. Fingendo di riflettere, mise una mano sotto il mento e proseguì << Primo, Charlotte passerà l’esame con un’ottima votazione; secondo, Boone continuerà a fare paternali, e, soprattutto, terzo, Ally perderà il bus del mattino per la scuola e io la convincerò a farsi accompagnare alla Kenmore dal sottoscritto.>>
Picchettava con un dito sulla fossetta che gli ornava il mento a ogni punto enumerato. Concluse la breve arringa con un sorriso smagliante.
Ally gettò un’occhiata all’orologio a muro decorato a fiori celesti e balzò in piedi.
<< Oh, no, no, no, è tardissimo! Come faccio?! Lin sarà già partita...>>
Nessuno riuscì a sentire la fine della frase, che si era ridotta a un sibilo mentre la ragazza correva fuori dalla stanza e su per le scale.
Andrew si stiracchiò pigramente, ancora con quel sorriso sulle labbra, indulgente.
<< Non mi ha nemmeno ascoltato...>> ridacchiò, voltando la testa per seguirla con lo sguardo fin dove gli era possibile.
Charlotte sorrise suo malgrado.
<< Non capita mai di essere tutti assieme al tavolo della colazione a quest’ora. Deve aver perso il senso del tempo.>>
La sua voce lasciò trapelare un filo di tenerezza. Per un attimo sembrò tornare la ragazza dolce e tranquilla di sempre.
Il biondo si alzò tranquillo da tavola. << Vado a perorare la mia causa con quella creatura adorabile che è fuggita di sopra...>> e si avviò fischiettando.
Lotte si voltò verso il fratello maggiore, appena in tempo per vederlo alzare gli occhi al cielo.
<< Non sei felice che Andrew stia ampliando il suo vocabolario?>> ammiccò.
Riuscì a far sorridere anche lui.
<< Mhh. Preferirei che non fosse a scapito di Ally,però.>>
<< Con un tipo del genere, il motivo non avrebbe potuto essere che una donna. >> replicò, e trovò estremamente prevedibile la risposta di Boone, dato che ormai ripeteva quella solfa da giorni.
<< Non è una donna. E’ una bambina. Ed Ephram non sarebbe contento se Andrew la portasse via in moto.>> sentenziò, sentendosi tanto un vecchio bigotto. Contenne un sospiro. Ma perché devo essere sempre io quello responsabile, in questa casa?
Il giovane si dedicò alla sorella, che aveva appena emesso un versaccio. Le diede un buffetto sulla testa, servendosi un altro po’ di caffè.
<< Ancora non riesco a credere che tu sia gelosa. Sul serio, non credo proprio che Ephram progetti un incesto.>> la fissò con aria scura, facendole capire quanto poco si trovasse a suo agio nell’esprimersi in modo tanto diretto.
Lotte si sporse verso di lui. << Mi nasconde qualcosa di grosso. Boo. Lo sento ogni volta che apre bocca! – aggrottò le sopracciglia – Non riesco a sopportarlo!>>
Boone inspirò, nervoso. Non gli piaceva quel genere di conversazione, e sua sorella lo sapeva bene.
<< Mente quando ti dice che ti ama?>>
<< No, ma...>> provò a spiegarsi Lotte.
<< Mente quando ti dice che la vostra storia è ciò che lo rende felice? E che vorrebbe starti sempre accanto?>>
<< No, ma...>>
<< E allora non c’è nulla che non vada, Lotte, okay? Sono queste le cose importanti.>>
Concluse in un borbottio, imbarazzato da morire.
<< Torno a studiare, io. Mi stai facendo sentire un adolescente. Un’adolescente femmina.>> rabbrividì.
Charlotte rise:<< No, no! – esclamò che il fratello stava realmente abbandonando la stanza – Non ne parliamo più, giuro! Torniamo al mio esame! Boone!>> e lo rincorse su per le scale. Gli sbattè contro la schiena quando lui si arrestò di colpo.
<< Ahio! Ma che... ?>>
Si sporse da dietro il fianco del fratello e ammutolì. Lanciò a Boone un’occhiata da sotto in su, curiosa di vedere quale reazione avesse suscitato l’immagine di Ally e Andrew abbracciati.
<< Che cosa stai facendo, Andrew?>> chiese Boone in un tono che sarebbe suonato squisitamente gentile se non fosse stato per la nota sibilante di una minaccia inespressa.
Il ragazzo biondo alzò lo sguardo sui due fratelli, tranquillo e completamente innocente, per una volta, e sorrise un po’ elettrizzato.
<< Ally mi stava facendo conoscere meglio il suo gatto. Si chiama Fa... Fam... >>
<< Famiglio>> gli suggerì morbidamente Ally, che teneva tra le braccia il micetto adulante ed era a sua volta circondata dalle braccia di Andrew, i cui propositi le erano sembrati integerrimi.
Boone sollevò le sopracciglia e ricompose il viso in un’espressione indifferente.
<< Ally, sei sempre più in ritardo...>> la avvertì, più garbatamente di quanto avesse voluto. Qualcosa in quella ragazza lo induceva sempre a essere gentile con lei.
Anche la ragazza dagli occhi verdi lo guardò. E il candore che trapelava dal suo sguardo era tale da smuoverlo.
Finalmente riuscì a salire quei pochi gradini che lo separavano dal piano superiore, spinto da chissà quale forza invisibile... o da sua sorella?
<< Andrew mi ha detto che può farmi arrivare a scuola in pochissimo tempo. Oggi ho un’ora extra di canto e gli sto insegnando come far giocare il mio gatto. Non voglio che si senta trascurato solo perché sono via. Famiglio deve giocare.>> sottolineò.
Boone annuì: << Tieniti forte sulla moto.>>
Ally si voltò sorpresa verso Andrew: << Moto?>>
Il giovane le rispose con un gran sorriso sulle labbra:<< Significa che dovrai abbracciarmi molto stretto, piccola>>
Ally spalancò le labbra come se volesse replicare, ma nessun suono trapelò dalla sua bocca.
Andrew le richiuse la bocca con un buffetto:<< Non avere paura, piccola, non ti farò cadere.>>
Si battè una mano sul petto in un gesto rassicurante e sorrise ancora. Il gesto aveva un effetto rincuorante, in genere. Perché con Ally non funzionava? Sembrava che si stesse facendo forza.
La porta della stanza di Ephram si spalancò e il ragazzo emerse, semiaddormentato, sulla soglia.
<< Ally, che ci fai ancora qui?>> sbadigliò.
L’interpellata diede una risposta secca e incomprensibile che suonò sorprendentemente simile a un rimprovero.
A Charlotte parve di sentire più volte il nome di Coon. Ma che c’entrava il gatto di Ephram con la puntualità scolastica di Ally? Doveva aver capito male.
Il ragazzo di svegliò di colpo nel sentire la cugina esprimersi nel dialetto scozzese del loro paese.
<< Ah! Scusami – si sporse verso Andrew – Guai a te se mia cugina si fa male.>>
Andrew annuì sorridente. Ma perché nessuno si fidava di lui, in quella casa? Aveva pur sempre 23 anni! La patente da sette! Non  se la prese.
<< Andiamo, Ally, o non ci sarà più tempo. – si rivolse con gentilezza al gattino – E tu aspettami. Quando tornerò, giocherò con te, Fa... Fami... Famiglio>> completò in coro con Ally, mentre lei posava con garbo il gatto sul pavimento.
Cercando di mostrarsi tranquilla, la ragazza annunciò:<< Andiamo, sono pronta.>>
<< Attento a mia cugina, Andrew!>> ribadì secco Ephram alle loro spalle.
Il ragazzo rispose con un cenno noncurante della mano e un inizio di risata, che si spense quando  captò lo sguardo di freddo rimprovero di Boone, nell’oltrepassarlo per ridiscendere le scale.
 

La moto troneggiava nel giardino, vicina al garage che Ally nemmeno sospettava che esistesse. Lanciò alla piccola costruzione un’occhiata perplessa, mentre la Voce tamburellava in un punto preciso della testa. Ultimamente era molto più educata e cortese, come se si fosse finalmente calmata. Forse, dal momento in cui ognuno aveva ammesso le proprie colpe, riusciva a sentirsi più rasserenata.
Ally no. Sapeva che la responsabilità era tutta sua.
Tutta no. La consolò la Voce.
Cosa volevi dirmi, Voce?   - Tagliò corto Ally. La Voce comprese al volo il messaggio.
Ti fidi davvero di questo Normale?  - La Voce si riferiva alla moto. Ormai erano insieme da tanto tempo anche consciamente, e Ally la capiva bene quasi quanto capiva Famiglio. Per cui si sorprese del modo in cui la Voce si riferiva ad Andrew. Un Normale. Per lei era diventato Andrew, uno dei coinquilini. Andrew dalle battute imbarazzanti ma da sorriso allegro anche quando nessuno gli rispondeva, Andrew che usciva tardi la sera e tornava al mattino presto…
Non credo che sia cattivo  - socchiuse gli occhi, un po’ malinconica -  E’ un Normale.
Ebbe il sospetto che la Voce fosse leggermente contrariata e storse il naso, con una smorfia vagamente maliziosa. Se ci fosse stato Boone al posto di Andrew sarebbe stata di sicuro più entusiasta!
Piano con l’ironia, ragazza!   - si sentì soffiare in un orecchio.
Ally sorrise appena e si avvicinò ad Andrew, un po’ disorientata. Come aveva fatto a non accorgersi nemmeno del garage? Era visibilissimo!
<< Spiegami cosa devo fare, Andrew. Non.. non sono mai salita su uno di questi.. marchingegni..>>
Il ragazzo biondo le tese un oggetto tondo di un colore rosso vivo, metallizzato. Aveva il solito sorriso aperto e Ally si convinse a prendere l’oggetto. Non era una palla, era semicircolare e cavo.. E dove cavo era morbido.. E caldo.. E aveva delle cinghie. Ally le studiò e fece una smorfia ignorante. Che giornata piena di novità! Distratta com’era, si accorse solo dopo qualche secondo che Andrew si era allontanato. Si affrettò a seguirlo, affondando appena nella neve candida che anche quella notte era caduta fitta. La moto aveva le ruote! Lasciava un solco nella neve, ed Andrew sembrava avere qualche difficoltà. Alzò lo sguardo su di lei per un attimo.
<< Infila il casco, Ally, mentre io la porto fuori. Hanno già spalato via la neve dalla strada, me ne sono accorto tornando. Che fortuna, così posso portarti in moto..!>> e si allontanò ancora, chiaramente felice, ma per un motivo tutto suo, perché Ally continuava ad essere perplessa.
Sarebbe questo il casco? E come sarebbe a dire, “infila”?!
Ho un vago sospetto, e non credo che ti piacerà.
Cosa?
 Ally avrebbe voluto indagare, ma la Voce si perse in un tramestio, come se stesse bofonchiando. Andava e veniva a suo piacimento, e Ally si strinse nelle spalle. Raggiunse di nuovo il ragazzo biondo mentre teneva diritta la moto e restava in bilico per un attimo su un piede, usando l’altro per tirare fuori una piccola estremità metallica che riusciva a tenere la moto in equilibrio.
<< Puoi chiudere il cancello dietro di te, Ally?>>
La ragazza si voltò meccanicamente e chiuse il cancello, un po’ impacciata dall’avere una sola mano libera. Sentì Andrew ridacchiare appena.
Si voltò nuovamente verso di lui, evitando con cura un cumulo di nevischio viscido. Non lo guardò mentre soppesava un pensiero che le aveva attraversato la mente nel guardare la grande casa bianca, che sembrava una montagna di neve essa stessa.. Ma dentro era calda.. E piena di Boone, Charlotte, Ephram.. E Famiglio..
<< Farai attenzione, vero, Andrew?>> mormorò, la voce stentata. Senti un’altra Voce ridestarsi nella sua testa, con un’esclamazione soffocata. Aveva anche la Voce.  Non poteva.. Non poteva..
Andrew vide sul suo viso la preoccupazione mista a qualche altra emozione che all’improvviso gliela fece sembrare più adulta, non perché fosse bellissima o sembrasse più grande dei suoi non ancora diciotto anni, ma perché era più.. matura. Più vecchia di lui. Per un attimo gli sembrò perfino più cresciuta di Boone. Come a  volte gli era parso Ephram con Charlotte. Allo stesso modo. Rimase senza fiato e si sentì pieno di un’ansia indefinita e soffocante.
<< Giuro, Ally, che non ti farò cadere.  – Andrew contrasse la mascella e annuì con convinzione.   -  Fidati di me. Arriverai a scuola sana e salva.>>
Ally avvertì lo sguardo del ragazzo farsi più intenso. Inseguì un altro pensiero, che si era intrufolato tra lei e la realtà, allontanandola ancora, ma di meno, perché c’erano gli occhi di Andrew a trattenerla. La sopravvivenza di Voce e Famiglio. Doveva sopravvivere. Doveva garantire che loro sopravvivessero. Era fondamentale.
Tese ad Andrew il casco con espressione concentrata.
<< Come si mette?>>
Il momento di serietà si infranse contro il sorriso divertito di Andrew, ed ebbe il suono della sua risata.
<< Ma come, non hai mai indossato un casco? Ma come vi muovete in Scozia, volando sulle scope?!>>
Ally lo fissò allibita.
<< Ma- ma certo che no!  - esclamò diventando color porpora  - Ma come ti viene in mente?>> le sfuggì un’esclamazione spaventata quando lui fece per posarle il casco sul capo.
<< Ehi, che fai! Non ti scostare! Vuoi arrivare tutta d’un pezzo a scuola? Allora questo va sulla tua bella testolina tonda e niente storie!>> ma aveva un tono paziente e il sorriso correva immutato sulle sue labbra.
Ally avvertì un dolore lancinante attorno alle tempie e sentì le lacrime pungerle gli occhi.
Per Famiglio! Per te, Voce! Per.. Per..
Sopravvivere.. concluse la Voce, con un tono talmente commosso da darle forza.
Ally irrigidì le spalle e ricacciò indietro le lacrime. Represse anche l’impulso di strapparsi via il casco dalla testa e decise di affondare il dolore nel torpore. Andrew si sarebbe preoccupato della sua sopravvivenza, e lei doveva essere forte. L’unico modo per ritrarsi da quel dolore era chiuderlo nell’intontimento, e dimenticarlo.
<< Adesso devi salire, Ally. Guarda il cavalletto!  - fece un cenno col mento alla buffa escrescenza metallica. Ally cercò di capire, ma niente.   - Devi montare, Ally.>> tentò di nuovo Andrew, che teneva la moto in equilibrio.
Montare! Come a cavallo?   Chiese alla Voce, cercando di scavalcare il velo del dolore. Aveva la fronte un po’ sudata per la tensione, ma evitò di ripulirsela, perché sapeva che non avrebbe resistito all’impulso di togliersi quel dolore dalle tempie, che andava verso la nuca..
Prova!  Fece la Voce in tono urgente, per distrarla dal dolore. Ci riuscì.
Fece un passo in avanti e posò un piede sul cavalletto come se fosse stato la staffa di una sella. Andrew tenne la moto mentre lei saliva con le gambe a cavalcioni sul sellino e si sbilanciava in avanti su quel bizzarro destriero. Annuì al suo indirizzo e salì lui stesso, spingendola indietro con un colpo secco del fondoschiena. Ally si sbilanciò per un attimo e si trattenne dal cadere.
<< Tieni i piedi su e cerca di stare dritta. Anche io ho bisogno del casco!>> e ne infilò uno blu, con una dimestichezza e una facilità che le provocarono un moto d’invidia sincera.
<< Bene, Ally  - Andrew continuava con le sue istruzioni  - Adesso, abbracciami in vita.>>
Il ragazzo tirò via il cavalletto con un colpo di tallone e mise in moto. Ally sobbalzò a quel rumore e si aggrappò senza volere alla giacca di Andrew.
<< Non così, Ally!  - Andrew alzò la voce, ed Ally scoprì che era più facile gestire il dolore con quel rumore assordante a distrarla, mentre cercava di capire cose dicesse lui. Si sentì un po’ rincuorata e si sporse di nuovo verso di lui, per capire cosa stesse dicendo. Andrew approfittò della sua posizione per tirare prima una mano e poi l’altra intorno al suo punto vita. Fece attenzione a congiungere le dita della ragazza e sentì il suo sussulto.  - Ecco, vedi?>>
Ally aveva gli occhi sgranati e avvertiva un certo calore a tutto il viso, oltre a un ronzio che la confondeva più del dolore e più del rumore. La schiena di Andrew, così calda..
La moto scattò in avanti e Ally lo strinse di più istintivamente.
<< Bravissima, Ally!>> gridò il ragazzo. Ally se lo immaginò sorridere e una lacrima scivolò liquida e tonda lungo la sua guancia pallida, per cadere dal mento ed essere spazzata via dal vento. Come se non fosse mai esistita . Ed Ally si sentì sicura, protetta in quella nuvola di aria gelata contro la schiena calda di Andrew. Come in un bozzolo che le faceva scivolare via la tristezza. Il vento le frustava quelle porzioni di viso che il casco lasciava scoperte, ma a lei sembrava di volare. Senza paura. Che sensazione curiosa.
E’.. davvero.. Bello..
Era da tanto che non abbracciavi, vero, Ally..?
La dolcezza e la compassione, la tristezza della Voce la tesero per un istante. Andrew dovette accorgersene, perché rallentò appena. Ally strinse gli occhi.
Lo sai. Va’ via, non farmi.. pensare..
E la Voce comprese, e si ritirò in un angolo riparato del suo inconscio.
La ragazza si rilassò di nuovo, e girò la testa a destra e sinistra. Vedeva passare veloci macchie colorate nel candore della neve, e in basso l’asfalto era nero, denso. Ogni tanto, a un semaforo, Andrew si fermava e teneva la moto in equilibrio sotto di sé come se fosse leggerissima, mentre Ally si pietrificava per la paura di cadere e lo stringeva più forte. Nonostante la paura, persa nel rumore, nel torpore e nel dolore, non si sentiva più così se stessa, aggrappata a quel calore zeppo di vita che era la schiena di Andrew. Una corsa in moto riusciva a fare quello che Ephram aveva cercato di insegnarle con tante sedute di meditazione? Calma, serenità e uscire da se stessi? Ma c’era quella sensazione adrenalinica, che con la meditazione si spegneva in fretta e la lasciava spossata e senza ricordi. Confusa.
 Adesso no. Lei. Era. Lì. Viva!
Ed Andrew sembrava capirlo. Correva.
E, troppo velocemente, giunsero al cancello esterno della Kenmore.
<< Bene, signorina!  - nonostante la formalità dell’affermazione, il tono allegro di Andrew era un toccasana -  Si scende!>>
Il ragazzo spense la moto e il rumore cessò di colpo. Ally lo strinse di più mentre lui appoggiava con qualche difficoltà il mezzo ai cavalletti. Rischiò di cadere e l’amico scoppiò a ridere, dandole l’impressione che quella bizzarra sensazione di essere “a posto” non si fosse del tutto esaurita.
<< Aspetta, ti aiuto io.>>
Con un gesto tranquillo, slegò le mani che lo serravano e si voltò per farla scendere.
Ally tornò con i piedi per terra e cercò di mantenere l’equilibrio. Andrew sogghignò e le sfilò il casco, che posò sotto il cavalletto della moto. Tornò a rivolgerle la propria attenzione.
Ally si strofinava la guancia con un dito sottile:<< Grazie.. Per l’aiuto..>> tossicchiò imbarazzata. Sentiva uno strano vuoto ai palmi delle mani e, innervosita, intrecciò le dita. Non riusciva a guardarlo e tenne gli occhi fissi sulla motocicletta.
Andrew la fissò un attimo indeciso, poi sorrise e le tirò su il mento per guardarla in viso:<< Piaciuto il giro in moto?>> le chiese tranquillo.
Ally ricordò l’ebbrezza del rumore, il vento freddo e la sua schiena calda.. e annuì prima di rendersene conto, divincolandosi senza volerlo dalla sua mano. Schiuse le labbra:<< Sì.. Tantissimo. Grazie ancora.. Andrew..>>
Toccò a lui annuire. Contento.
<< Ti porterò a fare tutti i giri che vorrai, visto che ti è piaciuto! Ma adesso.. in classe, su, non farmi imitare il bacchettone!>>
Ally allargò il sorriso e annuì ripetutamente. << Va bene!  - fece un passo indietro e si voltò, affrettandosi prima che i cancelli si chiudessero e lei perdesse davvero un giorno di lezione  - Grazie! >> urlò voltandosi un attimo, prima di sparire nell’edificio.
Andrew rimase a guardarla mentre correva via.
Quella ragazza veste troppo di scuro..
Non riuscì a trattenere uno sbadiglio e scosse il capo. Dopo una nottata in bianco come quella, non gli ci voleva proprio una mattina di giochi con un cucciolo di gatto. Sospirò.
<< E dopo aver assicurato la soave fanciulla al suo castello... il padrone della foresta incantata torna alla sua umile capanna, in sella al suo fido destriero!>> ridacchiò all’indirizzo di una signora che lo guardava meravigliata parlare da solo. Salì sulla moto e ingranò la marcia. Allegro, per quanto stanco, tirò via i cavalletti e sgommò via veloce.

 
Ally arrivò in classe subito dopo il suono della campanella. Fortunatamente la lezione non era ancora iniziata, ma il professore la guardò male. Quasi cadde per la mortificazione!
<< Ehi, ragazza!>> la salutò Lin dal banco dietro il suo, con voce soffocata.
<< Ciao>> la ricambiò in un soffio Ally, sventolandosi con una mano. Chinò la testa sul banco e chiuse gli occhi per un secondo.
Il calore di un gesto gentile poteva sciogliere, con la sua quieta dolcezza, il freddo di qualsiasi inverno. 


Boone attese che sua sorella si recasse all’università prima di chiudersi a sua volta in camera, cortesia che Ephram non aveva avuto la sensibilità di usarle: si comportava raramente in modo così strano, sempre secondo lo stesso cliché, si era svegliato più tardi del solito, non aveva fatto colazione e li aveva guardati tutti come degli estranei, tenendosi a debita distanza e non guardando nessuno negli occhi. L’unico, solo momento di partecipazione quando Andrew era tornato allegro come sempre e si era chinato a dare un bacio “di buona fortuna per l’esame” a Lotte. Un attimo che si era spento quando si era voltato e lui aveva visto lo sguardo di sua sorella annebbiarsi. Anziché guardare la sua ragazza e darle un in bocca al lupo che le facesse capire quanto teneva a lei, Ephram aveva seguito Andrew con lo sguardo fino a che non aveva iniziato a giocare col gatto della cugina. E a quel punto Lotte aveva guardato Boone negli occhi, facendolo sentire impotente, mentre Ephram si rintanava di nuovo in camera propria. Il rumore della chiave che girava nella toppa era stato sgraziato come il sentire il cuore di sua sorella che si crepava un poco.
Vent’anni dalla prima volta che gliel’avevano fatta vedere in quella nursery e gli avevano detto che quella era la sua sorellina e lui non aveva ancora capito come fare, cosa dire per farla sentire protetta e felice, con quell’ansia dentro di starle accanto e di difenderla da tutto, dagli errori, dai problemi, dal dolore e dalle delusioni e persino dalle responsabilità. E il suo ragazzo che di lei se ne infischiava, e probabilmente era ancora in camera sua a studiare, tranquillo e sereno! Guardò truce la porta che separava Ephram dalla sua giusta rabbia. Era suo amico, era uno dei ragazzi migliori che conoscesse e forse era preoccupato per quella cugina così dolce… e delicata… Interruppe quel pensiero prima che prendesse forma: Ally era andata a scuola ed Ephram avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione a sua sorella se non voleva ritrovarsi con qualche livido di troppo!
Spalancò di slancio la porta… e si fermò di botto, rabbuiandosi ulteriormente.
<< Dove diamine stai andando?!>> lo apostrofò.
Ephram aveva già addosso un cappotto di colore scuro e stava attraversando silenziosamente il pianerottolo con un trasportino stretto in una mano. Boone lo vide sobbalzare all’improvviso e sollevare la testa nella sua direzione con gli occhi fuori dalle orbite e il fiato corto.
<< Boone!  - si lamentò, per un  attimo normale  - Mi hai spaventato a morte!>>
Il ragazzo più grande strinse minacciosamente gli occhi grigi e gli si avvicinò.
<< Rispondimi.>>
Ma Ephram era tornato ad evitare il suo sguardo e gli aveva voltato le spalle, tornando a camminare attraverso il pianerottolo. Imprecando tra sé, Boone lo seguì giù per le scale.
<< Ephram!  - esclamò a voce piuttosto alta  - dimmi dove stai andando! Charlotte aveva un esame oggi e tu…>>
<< Coon ha bisogno di un veterinario, lo sto portando a farlo visitare!  - gridò di rimando il ragazzo, affrettando il passo e incassando di più la testa tra le spalle  - E lo so che tua sorella aveva un esame, io l’ho dato alla sessione scorsa, mentre voi eravate a casa per Natale! Non aspettatemi a pranzo, torno stasera. Tardi!>>
Oltrepassò Andrew steso supino sul tappeto del salone senza neanche guardarlo. Il gatto di Ally gettò un miagolio lungo e lieve. Dal trasportino venne il suono più lungo che era la voce di Coon. Andrew si voltò appoggiandosi su un gomito e seguì la scena aggrottando le sopracciglia. Chiese spiegazioni a Boone con lo sguardo, ma questi accennò ad Ephram, che aveva già infilato la porta.
Boone sbuffò e smise quell’inseguimento inutile e ricambiò lo sguardo di Andrew.
<< La solita fuga di fine mese?>> chiese infine il ragazzo biondo, tornando a stendersi sulla pancia e a muovere un sonaglio a beneficio di Famiglio.
<< Sì. Sembrava peggio del solito oggi. Hai visto come si è comportato con mia sorella?>>
Andrew sollevò un attimo lo sguardo e contenne un sorriso:<< Charlotte è grande abbastanza da rimetterlo al suo posto. Invece… Sai che questo gatto è proprio simpatico? Guarda quant’è carino!>> e sorrise apertamente.
Boone si accovacciò sul tappeto, la schiena contro la base di una delle poltrone:<< E quello cosa sarebbe?>>
Andrew mosse il sonaglio con un dito e Famiglio si lanciò ad afferrarlo tra le unghiette.
<< Gliel’ho comprato tornando a casa -  confessò allegro Andrew  - Sto crollando dal sonno, ma sembra che lui apprezzi comunque. E’ un gattino vivace.>>
Il sonaglio consisteva di una gabbietta di bambù con dentro un campanellino. Qualche volta risuonava e allora Famiglio miagolava di quel suono lungo e dolce, rotolandosi sul tappeto e facendo sorridere entrambi i ragazzi.
<< Hai visto quanto gli è affezionata Ally? Sono legatissimi… E’ palese che Ally gli vuole bene…>> continuò Andrew.
Boone si ritrovò ad annuire:<< Le hai mai visto niente della sua vita prima di qui? Non porta ricordi, non guarda foto, non discute con Ephram di aneddoti del passato… Credo che di quell’epoca le sia rimasto solo questo gatto. E che la sua famiglia sia molto severa. Non dev’essere facile per lei restare qui.>>
Andrew sollevò il viso, sorpreso.
<< Ma se la sua famiglia è severa come dici tu, allora per lei dovrebbe essere un sollievo stare qui con noi! E’ più libera, dovrebbe trovarsi bene, no?>>
Boone sentì un po’ di amaro in bocca e se ne stupì:<< E’ solo una ragazzina, Andrew…  - sospirò  - E’ triste, in una realtà del tutto nuova e con dei perfetti estranei attorno. Penso che sia molto spaventata, tutto qui. E’ stata una follia da parte dei suoi spedirla qui. Un adolescente ha bisogno di certezze! Soprattutto…!  - s’interruppe e si stupì della rabbia che lo attraversava. Sospirò e concluse con voce calma  - La presenza di Famiglio serve a rassicurarla.>>
Andrew restrinse leggermente il cerchio delle braccia dove Famiglio spingeva il sonaglio.
<< E’ una ragazza molto dolce.>>
<< Sì…>> Boone non trovò nient’altro da dire. Niente che non lo smentisse spudoratamente su ciò che provava per lei. Ally era dolce, sì. Ed indifesa. E sembrava sempre sul punto di ritrarsi. Sembrava… che tirasse avanti grazie alla sua forza di volontà, combattendo con infiniti ostacoli… E gli provocava una tenerezza talmente profonda da commuoverlo solo a pensarci.
<< Pensi che abbia qualche speranza?>> mormorò Andrew a voce bassa.
Famiglio si immobilizzò improvvisamente e li fissò con gli occhi spaiati attenti.
Boone allungò una mano per sfregargli la testolina con gentilezza. Gli grattò il collo con un dito e il micio piegò il viso socchiudendo gli occhi.
<< Io spero… proprio di sì…>>
Andrew spinse il sonaglio con l’indice, rimandandolo tra le zampette di Famiglio, che riprese a giocare.
Boone  si fissò la mano vuota e abbassò gli occhi, riposandola in grembo.

 

 
Ephram  si costrinse a rilassarsi. La tensione tra le sue scapole era insopportabile, e lui ricacciò indietro le lacrime che gli erano affiorate agli occhi. Si accostò al muro sbrecciato e aprì il trasportino, da cui scese un miracolo di dignità offesa, il suo Coon, risentito per quel mezzo di trasporto così inadatto a lui.
<< Sì, lo so che non ti piace  - bisbigliò Ephram supplichevole -  Ma è la copertura perfetta, e noi ne abbiamo bisogno…>>
Il gatto tirò indietro le orecchie, seccato. La copertura perfetta per una cosa che odi fare.
Un odio condiviso.
Ephram sentì di nuovo gli occhi gonfi e questa volta una lacrima debordò, scivolando lungo la sua guancia ispida. Non si era nemmeno rasato. Trattenne un singhiozzo.
Giuro. Odio questa vita.
Coon gli si accostò ed Ephram lo strinse tra le braccia. Sto cercando di trovare la forza, davvero! Ci sto provando, Coon. Ma ogni volta va peggio. IO sto peggio. Non voglio farlo!
Trattenne un singhiozzo, che gli irrigidì la schiena. Si sforzò di rimettere Coon per terra e di ripulirsi il viso dalle lacrime. Non riusciva a non sentirsi un bambino terrorizzato, eppure si rialzò e assottigliò lo sguardo. Sforzandosi di provare rabbia, anziché dolore. Allora ce l’avrebbe fatta.
Non voleva farlo, ma era suo dovere.
E ti consente di restare qui con lei.
Ephram annuì all’indirizzo del suo Catalizzatore. Stava cercando di rassicuralo. E di dargli forza. E la sua unica forza, la loro unica forza, era Charlotte , con la sua dolcezza, i suoi occhi caldi, gentili, come polvere d’argento. Le sue curve tonde, morbide come i suoi capelli di seta…
Ephram inspirò profondamente, lasciando scivolare quel balsamo nel suo cuore.
Si accostò alla porta d’ingresso e suonò il campanello.
La donna pettinata sapientemente che aprì la porta gli provocò un’immediata ondata di disgusto per se stesso.
<< Posso esserle utile?>> chiese con voce frettolosa. Ephram sorrise sprezzante. E la fissò negli occhi.
<< Fammi entrare.>> ordinò con voce lugubre, facendosi largo nella sua mente.
La donna si scostò dall’ingresso, Ephram la prese per mano e varcò la soglia, e solo a quel punto distolse lo sguardo dagli occhi vuoti, che lo seguivano in cerca di una direzione.
<< Dove sono gli altri?>>
<< Al.. piano.. inferiore.. per compiere.. il sortilegio…>> mormorò la donna, succube.
Ephram emise un’esclamazione di ribrezzo e si costrinse a non avere paura, a non dimostrarla.
<< Portami da loro.>>
Coon, col pelo ritto sulla schiena, li seguiva.
Ephram strinse maggiormente il polso della donna:<< Di’ loro che… che sono quello che stavate aspettando. Convincili. Voi cercavate me, stavate aspettando solo me. Avete bisogno di me. Di’ loro di guardarmi negli occhi.>>
Le lasciò il polso e scese le scale un gradino dietro di lei.
<< Adeline… Ehi, chi è quello?>>
Ephram sentì la donna ripetere le indicazioni che le aveva dato.
Sospettosi, tutti nella stanza lo guardarono.
Ephram li immobilizzò. Menti fragili. Fragili come i loro corpi, come i loro cuori. Come le loro anime. E lui doveva spezzarle. Con rabbia e violenza. Con dolore. Il suo dolore e il loro dolore.
Strinse le labbra e si guardò intorno. Che modo barbaro di usare il Pentacolo!
No! Guarda!
Ephram colse lo sguardo di Coon e si avvicinò al tavolo pentagonale quasi correndo.  Una montagnola di cuccioli di gatto morti giaceva sul tavolo, e al centro, un gattino minuscolo, trafitto dagli spilloni che avevano probabilmente ucciso gli altri. Non riusciva a miagolare.
Ephram di sentì stringere il cuore dalla pena. Veloce, estrasse una boccetta dalla tasca interna del cappotto. Il Sangue di Guaritore, denso e scuro, aveva un odore delicato. Si versò qualche goccia sulle mani e prese il gatto, massaggiandolo fino a che il sangue rugginoso non lo coprì del tutto. Vari spilloni uscirono dalla sua carne.
<< Per tutti i Maghi, quanta crudeltà. Povero piccolo.>>. Lo cullò appena e poi lo consegnò a Coon, che lo trascinò con la bocca fino al trasportino. Sarebbe certamente Guarito. Sangue di Guaritore. Il rimedio a tutti i mali.
Ephram sospirò profondamente, poi alzò lo sguardo su quelle anime dilaniate.
<< Voi. Normali.  – mormorò con voce intensa, guardandoli -  Voi che avete trasgredito alle Leggi Imposte, voi che ricercate la Magia con mezzi oscuri, voi che non potete ritrovare la Magia che i vostri avi vi hanno negato. Voi che la cercate attraverso crudeltà e dolore, voi che rinnegate la Natura  - Ephram tese la mano sinistra  - Dimenticate! L’oblio vi accolga. Ora e sempre. Per i secoli dei secoli la Magia vi sia estranea, per sempre rifuggitela. Normali siete. Normali rimarrete, voi, i vostri figli, i figli dei vostri figli e i loro fini, per i secoli dei secoli. Normali le vostre stirpi. Normali le vostre case.  – sigillò l’incanto con un gesto congiunto di pollice e indice, come se tenesse una chiave tra le dita, e ruotò il polso, chiudendo una serratura invisibile, di cui si udì chiaramente lo scatto. Si umettò le labbra e riprese con voce stanca  -Adesso tornerete ai vostri letti e dormirete un lungo sonno. Dimenticherete ogni cosa, tranne quello che vi dirò: ieri sera avete fatto tardi ed eravate molto stanchi. Non ve ne preoccuperete. Poi sentirete l’impulso di andare in un luogo di pentimento e amore, una Chiesa. Lì implorerete il perdono dei vostri peccati. Non vi chiederete mai più, perché del resto non lo avete mai saputo, cosa sia la Magia.>>
Ephram sospirò e ritrasse la mano. Li vide allontanarsi ancora in trance.
Sai, Ephram? Certe volte credo che tu mi porti con te solo per ripulire questo casino.
Il ragazzo si guardò intorno e scosse la testa desolato. Sfilò da un’altra tasca, diversa dalla precedente, un sacco nero ripiegato di quelli per l’immondizia e lo spiegò. Cominciò a riporvi i gattini e gli uccelli morti in quella macabra ricorrenza e mormorò una preghiera per le loro anime, poi gettò dentro libri satanici, candele nere e quant’altro.
La stanza aveva le finestre foderate di nero, ma il chiarore della neve riusciva in qualche modo a filtrare. Fu verso quel candore che Ephram si diresse.
Sarà una lunga giornata, me lo sento.
Sempre meglio di prima…

“Prima” Ephram aveva provato a dilazionare quel lavoro svolgendone un po’ ogni giorno, ma il disgusto, la depressione e il dolore che lo coglievano ogni volta lo avevano quasi distrutto, impedendogli un bel giorno anche di alzarsi dal letto. Aveva attirato l’attenzione dei Normali che dividevano con lui la casa e aveva messo a rischio la sua copertura. Si era quasi fatto ritirare il mandato, aveva rischiato di essere fonte di disonore per la sua Famiglia e Coon lo odiava con la stessa dedizione con cui lo aveva atteso al varco della Via della Terra. Lo odiava così come lui stesso si odiava. Allora aveva smesso per qualche tempo, pochi giorni, per rimettersi in sesto. E aveva fatto un compromesso con Coon, con il mondo dei Normali e con il mandato impostogli dalla Famiglia. Aveva scoperto che bastava tenersi in contatto con i negozi di Magia dei dintorni per sapere in quali giorni si celebravano maggiori quantità di Riti Oscuri, e si muoveva solo in quelli, riuscendo a gestire con una certa tranquillità la sua vita. Ma quei giorni erano sempre terribili: lui e Coon faticavano a svegliarsi, perfino!
Ephram diede fuoco al sacco nero e lo guardò incenerirsi e spargere puzzo ovunque. Presto anche il fumo si dissolse, e lui si diresse sospirando alla meta successiva.
Sono felice che ci sia quel cucciolo, odio quella stupida gabbia.
Io sono felice di avere avuto con me il Sangue di Guaritore con cui lo abbiamo salvato.

Continuarono a scambiarsi motivi di felicità fino alla fermata dell’autobus. Era il loro modo di non soccombere alla tristezza che gli si conficcava nel cuore in quei giorni.
Ricorda comunque che il Sangue di Guaritore è prezioso, e dovresti usarlo per te nel caso ti ferissi, non per curare altre creature. Conservati lucido.
Ephram annuì e salì sul bus, Confuse i passeggeri per consentire a Coon di salire e si accomodò.
Oggi Lotte aveva l’esame. Chissà che avrà pensato di me.. Sono stato così villano..
Coon gli si strusciò contro, consolatorio, ed Ephram gli accarezzò la schiena flessuosa.
Un Mago triste, il suo Animale Magico, i finestrini appannati di un autobus, che si muove nella città innevata. Il Fronte dell’Intolleranza li avvolgeva, crudele.

 

 
Ally fissò Lin disgustata. La ragazza orientale mordicchiava l’astuccio di una penna mentre andavano insieme a mensa. Ally corrugò le sopracciglia. Voleva chiederle qualcosa, ma le mancava il coraggio.
<< Sembri un mantice, Scozia! Si può sapere cos’hai?  - insorse alla fine Lin, all’ennesimo respiro dell’amica -  C’entra con il tuo ritardo di stamani a prima ora, vero?>>
Ally annuì appena.
<< E c’entra un ragazzo. Chi è lui? Uno che conosco?>> le chiese Lin, tornando sorridente. Non soltanto accettava la timidezza ed il candore di Ally, ma sembrava addirittura apprezzarli. Era una bella persona, molto paziente e comprensiva.
Ally avvampò.
<< Si chiama Andrew -  gemette, decidendo che tirare fuori il rospo era la cosa migliore  - E’.. Mi ha accompagnato lui stamattina, perché ho perso l’autobus.>> concluse ancora più rossa e con la voce fioca, perché per l’imbarazzo le si era seccata la bocca.
Lin la precedette lungo il bancone dei cibi. Indicò un piatto di patatine e un hamburger e fece segno alla cassa per due, poi divise per sé e per Ally, che le diede i soldi, ancora color cremisi. Aveva preso l’abitudine di ordinare per entrambe, visto che Ally sembrava avere un impulso particolare per le cose più disgustose tra quelle che servivano a mensa. Ally prese il suo vassoio tra le mani, mentre Lin la precedeva ancora, alla ricerca di un tavolo appartato. Lontano da quello di Don che occupavano solitamente.
<< Come lo hai conosciuto?-   riprese Lin sedendosi  - Mi hai detto che non esci molto  - si allarmò  - Non hai accettato un passaggio da uno sconosciuto, vero, Ally?>>
<< No, no! Tranquilla! -  si affrettò a precisare Ally, ma poi le mancò subito il fiato  - Andrew è.. lui abita con me e mio cugino Ephram.. E’ uno studente.. Come Ephram! E’.. simpatico, credo…>> esitò.
Lin la fissava incuriosita e con un’aria più tranquilla.
<< E ti piace?>> chiese con naturalezza.
Le rispose una faccia così sprovveduta e scandalizzata da farla scoppiare a ridere. << E’.. è simpatico, t- te l’ho detto.. Non lo conosco molto. E- E’ solo che n- noi s- s- siamo venu- ti in m- moto sta- stamattina! -   balbettò e chinò la testa -  Era.. era molto tempo che.. nessuno.. che non.. io.. -  alzò su Lin uno sguardo sconcertato e sofferente, con la stessa, desolante intensità che avrebbe usato un bimbo che si scotti per la prima volta  - Era da tanto tempo che non abbracciavo nessuno. La sua schiena era.. calda..>>
Lin smise di sorridere e la fissò: << E’ una bella sensazione, sì.>>
Ally annuì, contenta che Lin avesse capito. E non la giudicasse. Come sempre.
Ma sospirò:<< Ally, mi credi se ti dico che sembri fuori dal mondo?>>
La ragazza s’imbronciò:<< Ti sembra una cosa molto stupida, lo so. Ma… quasi mi faceva male, Lin, e invece era una sensazione talmente bella… Non riesco a dare un senso a tutte quelle sensazioni.>>
Lin assunse un piglio da analista:<< Comprensibile. Sei un po’ spiantata. Dovresti andare da uno psichiatra, Ally. La mia strizzacervelli si è già stufata di sentirmi parlare di te!>>
<< Scusa!>> esclamò Ally mortificata, ma la compagna rise.
<< Ma no, a me diverte! E poi sei davvero un tipo particolare. Vale la pena di conoscerti.>> mormorò in tono sincero.
<< Grazie.  -   sospirò Ally rilassandosi -  A me viene facile parlare con te. Più o meno..>>
Lin schiuse le labbra: << Ally.. la dottoressa che vedo.. è convinta che tu.. abbia subito delle.. violenze. Ci sono dei gruppi di sostegno e.. >>
Ma Ally scuoteva il capo:<< Dubito che ce ne siano per il mio problema, Lin.>>
<< Ma..>>
Ally la fissò, gli occhi pieni di lacrime. Lin s’interruppe.
<< Non insistere. Ho tre psicologi in casa. Non è il caso.. Io.. io.. so che deve passare del tempo. Tutto qui.>>
Tempo per lasciare che paura e sofferenza ti travolgano del tutto?
Piantala, Voce. Con gli strizzacervelli bisognerebbe essere sinceri. A che servirebbe mettere nei guai Ephram?
Parlane con lui, allora!
Parlargli di
Te, Voce?
La Voce tacque. Lin riperse a parlare.<< E va bene. Allora, per il momento, metti in pratica la mia terapia spicciola.  - tese un dito verso di lei e assunse un’aria da maestrina che tranquillizzò Ally. Lin era così simpatica!  - I contatti umani sono fondamentali. Abbraccia la gente a cui vuoi bene, toccala! Sembra che tu vada d’accordo solo con quel tuo gatto… Che tra l’altro io non ho mai visto.>> puntualizzò.
Ally contrasse le labbra in un sorriso accennato:<< Ti assicuro che non è un animale immaginario! Ho mostrato ad Andrew come giocare con lui, stamattina!>>
Lin rispose al sorriso:<< Dai, dimmi di questo Andrew! Cosa pensi di lui?>> chiese, arginando appena la malizia.
Ma Ally la deluse. Scuoteva il capo.
<< E’ simpatico, ti ho detto. Sorride molto.. Sta sempre fuori casa.. Boone lo rimprovera per tutto. Cioè. Lo sgrida, ma.. io credo che gli voglia bene. Ha un atteggiamento protettivo verso di lui. Verso tutti. Lo sai, Boone..>>
<< Tu, non Boone!  - la interruppe Lin  - Boone è Boone e tu sei tu. Dimmi cosa pensi di Andrew.>>
Ally si concentrò, poi scrollò le spalle:<< Non saprei dirti bene. E’.. un tipo caloroso. Ha quell’atteggiamento..  - esitò -  Quello che mi hai spiegato. Quello di quando gli piace qualcuno.>>
Lin sbarrò gli occhi:<< Ally! Piaci ad uno del college! Woow!>>
<< Calmati!  - Ally provò a smorzare il suo entusiasmo -  Fino a ieri fantasticavi su Boone! E poi potresti anche sbagliarti su quei tuoi assurdi segnali..>>
Lin mosse la mano in un gesto di sufficienza:<< Figurarsi, io che mi sbaglio su una cosa del genere! E fantasticavo su Boone perché finora a parte tuo cugino mi hai parlato solo di lui. E’ sempre gentile con te?>> s’informò.
Ally annuì e sorrise:<< Molto gentile. E rassicurante. Ho bisogno di essere rassicurata.>>
<< Ah, sì. Chiaro. Ho l’impressione che lui sia quello che bada a tutti in casa. Sembra iperprotettivo.>>
<< Sì.. E Charlotte, sua sorella è la mamma di tutti. Tutti i ragazzi le vogliono bene. Andrew.. è lui.. lui trova sempre un modo per divertirsi. A volte sta fuori tutta la notte e dorme tutto il giorno. >>
<< E tuo cugino?>> chiese Lin. Aveva preso a mangiare le patatine con le mani, una ad una.
Ally tacque. Suo cugino. Ephram. Studiava, cucinava per lei, ogni tanto la aiutava a meditare.. Le chiedeva com’era andata scuola. Si occupava di lei. Ed era l’unico psicologo a cui lei avrebbe potuto dire la verità, nel Nuovo Mondo.
<< Ephram ha dei compiti.. -  si sforzò di decifrare vecchi ricordi nebbiosi -  Bada a.. certi.. doveri di Famiglia..>>
Il Mandato di Milite sul Fronte dell’Intolleranza!
Ally chiuse gli occhi di scatto e risucchiò l’aria in un respiro doloroso.
Lin se ne accorse. Le spinse più avanti il piatto.
<< Fine della conversazione. Adesso mangia.>>
Dici che stamattina..?
E chi lo sa?
La Voce parve dubbiosa. Tuo Cugino era sempre molto triste, in Scozia. Qui invece è sempre stato gentile e allegro. Ma oggi era come se lui fosse tornato in Terra di Scozia. Il Cugino di un tempo. Hai sempre avuto occhio, Allysia. Fidati di te.
Preoccupata e triste, Ally riaprì gli occhi. Prese una patatina dal proprio piatto e la mangiò come aveva visto fare a Lin.

 

Charlotte finì di far risplendere la cucina e appoggiò le mani sui fianchi floridi. Si sarebbe potuta specchiare su ogni singola superficie di quell’ambiente moderno e pluriaccessoriato, ma, non  essendo vanitosa e sapendo quale fosse il motivo della sua insoddisfazione, si sentì frustrata.
<< Questa casa è decisamente troppo silenziosa, oggi.>> borbottò, slacciandosi il grembiule a fiori che era messo lì in cucina esclusivamente per lei e sfrecciando su per le scale a velocità sostenuta – rischiando di scivolare sul terzo gradino lustro e imprecando a fior di labbra, a dirla tutta.
La porta della camera di Andrew, suo compagno abituale di scorribande del dopo esame, era socchiusa, ma da essa proveniva un leggero russare, per cui capì che era inutile sprecare cartucce in quella direzione.
Entrò senza bussare in quella del fratello.
<< E andiamo! Ma che succede oggi? Questa casa è un mortorio!>> si lamentò, trovandolo corrucciato su un libro.
Boone sussultò e quasi si sbilanciò dalla sedia.
<< Charlotte, ma che ti è preso!>> gemette il ragazzo, a cui erano sfuggiti diversi fogli di appunti.
La ragazza tirò fuori un broncio da Oscar e spalancò i grandi occhi grigi.
<< Togliti quell’aria da Bambi, chiaro?>> abbaiò, scoccandole un’occhiataccia, mentre lei saltellava con aria ingenua fino alla scrivania.
<< Vieni con me a festeggiare? Dimmi di sì, ti prego!>> giunse le mani e si accovacciò accanto alla scrivania, sbattendo le ciglia e senza curarsi del fogli che la circondavano.
Suo fratello cercò di mascherare un sorriso con una smorfia. Con l’indice impresse una spinta sulla fronte della sorella, facendola cadere all’indietro.
<< Boone!>> si lamentò la sorella.
Il ragazzo si stiracchiò e sfilò gli occhiali che era obbligato ad usare per leggere.
<< Sai che Ephram stamattina è uscito di corsa?>>
Ci aveva pensato e ripensato anziché studiare. Vide la sorella intristirsi di botto e comprese al volo di averci azzeccato, con tutta quell’euforia ostentata. Charlotte rimase accovacciata a terra e si fissò le mani, strette in grembo.
<< E’ uscito con Coon, vero?>>
<< M-mh. Correndo alla velocità del suono. Sembrava avesse il diavolo alle calcagna. Senti, Lotte. Gli voglio bene, è mio amico, è il tuo ragazzo, ma…>>
La ragazza deglutì un groppo particolarmente grosso:<< Ho così paura, Boo. Ho paura da morire che lui… si stanchi…>>
Boone si sentì stringere il cuore. Quante persone gli avevano parlato di Paula in quei giorni? Non voleva che Charlotte stesse come lui. Perché lei era in grado di amare senza riserve e senza paracadute e allora avrebbe sofferto. Tantissimo. E lui non poteva restare con le mani in mano mentre la sua sorellina restava accovacciata con il cuore spezzato. Tese le labbra.
<< Per questo tieni così a distanza Ally?>> sospirò, delicatamente, per ingentilire la verità.
Charlotte lo guardò dalla sua postazione sul parquet e fece una smorfia.
<< Si nota, signor psicologo?>> chiese ironica.
<< Si nota un sacco.>> Boone si chinò verso la sorella con un sorriso e le diede un buffetto sui capelli castani inanellati.
<< Lo so che sbaglio, Boone. Oddio, Boo, è proprio una ragazza dolce. L’hai vista stamattina? Ma certo che l’hai vista! E’ così carina e dolce ed esitante ed è bella da morire che chiunque se ne accorgerebbe. Impossibile non notare Ally.>>
Charlotte si tirò su evitando per un pelo lo spigolo della scrivania e trascinò con sé il fratello fino al letto.
<< Perché non le dai una possibilità?>> chiese tranquillo Boone, accarezzandole la testa. Charlotte gli si appoggiò contro il fianco, lasciandosi circondare le spalle. Rifletté brevemente , poi alzò di scatto il mento e annuì con forza.
<< Hai ragione! Non m’importa se quello stupido tesoro di Ephram è così misterioso, mi sto comportando malissimo con la povera Ally. E non voglio smettere di essere me stessa solo per qualche stupida paura… irrazionale… e per questo impulso di auto protezione che… non mi appartiene… e…>> s’interruppe e rilassò l’espressione del viso in un sorriso dolce.
<< Ecco una brava ragazza!>> la lusingò Boone con un altro buffetto, questa volta sulla guancia.
Lei rise e gli scoccò un bacio sulla guancia, impulsivamente. Si abbracciarono stretti.
<< Sei il fratello maggiore migliore del mondo! Spero che ti trovi una bravissima ragazza e t’innamori come ho fatto io… della persona giusta – lo guardò di sottecchi – Perché Ephram è la persona giusta, quello perfetto per me. E nonostante tutto sono felice, Boone.>>
Il fratello maggiore chinò il capo per posarle il mento sulla testa:<< Lo so – disse in tono d’ovvietà – Altrimenti, non ti pare che l’avrei già rispedito in Scozia a suon di calci?>>
Charlotte soffocò una risata contro il suo torace.
Rimasero allacciati per qualche momento, poi Lotte si districò:<< Non vuoi proprio venire al pub con me, vero?>>
Boone scrollò il viso sorridendo:<< Aaah, mi hai scoperto!>>
Charlotte sbuffò, per nulla risentita.
Si alzò e proprio in quel momento sentirono la porta d’ingresso aprirsi con un allegro scampanellio.
Lotte uscì di scatto dalla stanza, fiondandosi a rotta di collo, a quanto poteva intuire dai piedi che ticchettavano contro le scale, lasciandolo da solo sul bordo del letto.
Boone si alzò e tornò ai suoi libri, augurandosi di poter combinare qualcosa.
<< Donne.>> borbottò tra sé, riprendendo la matita. 


Charlotte rivolse ad Ally un gran sorriso.
<< Proprio la persona che speravo d’incontrare!>> esclamò sincera. Sapeva che avrebbe sofferto quando Ephram avrebbe rimesso piede in casa, e scacciò velocemente quel pensiero.
Erano ancora all’ingresso ed Ally aveva allargato le braccia di riflesso quando aveva visto Famiglio saltare. Lo prese al volo e lo avvicinò al viso, confusa e decisamente arrossita. Il minuscolo gatto ronfava adorante scontrando le tempia contro la guancia cremisi. Le fusa erano talmente intense da risuonare in tutto l’atrio. Gli occhi verde cupo di Ally, spalancati, guardavano tutto tranne che lei.
<< Vo-volev.. volev… - Ally incespicava penosamente nelle parole – tu- tu vuoi parlare c-con me?>> biascicò angosciata. Per un qualche motivo, la cosa sembrava destabilizzarla. Charlotte rimase di stucco e si sentì immediatamente in colpa per come doveva essersi comportata con lei. Ally doveva essere stata matematicamente certa che non le avrebbe rivolto volontariamente neanche uno sguardo, per intimidirsi a quel modo. Si guardava attorno come se volesse essere altrove, o come se fosse convinta che ci fosse qualcuno accanto a lei. Charlotte ne fu sconfortata, ma decise di non lasciarsi smontare senza combattere. Annuì decisa e contò sulle dita: << Andrew russa così forte che non lo sveglierebbe nemmeno l’ Apocalisse, Boone sta studiando e pare non voglia fare altro, tuo cugino e Coon sono usciti stamattina e non sono ancora rientrati, né lo faranno prima di stasera, credo e, insomma, nessuno vuole festeggiare la mia A- all’esame, il più bel voto di tutti i tempi! Potremmo uscire solo noi ragazze e fare una capatina… alla cioccolateria dell’angolo, visto che tu non hai ancora 21 anni. Su, Ally, è da due anni che aspetto che in questa casa ci sia un’altra ragazza per fare… be’, cose da ragazze! Non puoi dirmi di no!>> e la guardò con occhi da cucciolo.
Ally era spiazzata, basita, sbigottita, sbalordita e ad un passo da uno svenimento plateale nell’atrio di casa, cosa che ancora non le era capitata davanti a nessuno dei coinquilini della casa, a parte suo cugino. Sapeva che Charlotte era una chiacchierona instancabile ed era capace di inventarsi battute e scenette capaci di far ridere chiunque, ma non aveva mai fatto quello con lei. Ally era convinta di non essere affatto simpatica a quella creatura generosa di forme e di sorrisi.
Ha voglia di conoscerti meglio, le suggerì Famiglio, accetta, su.
Ally si riservò un attimo di riflessione, pensando alle informazioni che Charlotte le aveva comunicato d’un fiato. Ephram era uscito e non era ancora tornato, e aveva il suo Animale Guida con sé. Una certa preoccupazione velò il suo sguardo. Forse non poteva fidarsi di Ephram, così come non aveva potuto fidarsi di suo padre. L’istinto di sopravvivenza prevalse sugli altri e strinse i denti.
<< Non voglio lasciare Famiglio in casa. Manco da tutto il giorno e se esco voglio portarlo con me.>>
Famiglio è un maschio, mi pare. Charlotte ha detto che doveva essere una cosa tra ragazze. Obiettò la Voce in tono sprezzante, incurvando in su le labbra di Ally ed ingentilendo involontariamente la sua risposta.
Perché, tu saresti una femmina?, la schernì Famiglio, piccato.
Stop alle discussioni nella mia testa, per il momento. Sto cercando di salvare la vostra vita e la mia,  spiegò cercando di tenere d’occhio le reazioni di Lotte, per cui assecondatemi in silenzio. Se avesse rifiutato la presenza di Famiglio avrebbe declinato quell’invito e si sarebbe chiusa a chiave in camera propria.
Charlotte sembrò intuirlo, perché mormorò, come se fosse la cosa più Normale del mondo:<< Rischia di buscarsi un raffreddore, con questo freddo. Ha il pelo corto… - si grattò il mento pensosa, poi assottigliò lo sguardo e si illuminò – ho trovato! Aspettami qui, torno subito!>>
Ally la osservò, di nuovo sorpresa, salire la scale a passo svelto. Sospirò, e strinse di più Famiglio. Era così preoccupata per Ephram che non riuscita a gestire contemporaneamente con la dovuta agitazione il cambiamento di atteggiamento di Charlotte nei suoi riguardi.
Nel frattempo, era già tornata e le stava tendendo un oggetto… Ally spostò il peso del gatto su un braccio solo e prese tra due dita l’oggetto lungo, rivestito di stoffa blu metallizzata e impermeabile.
<< E’ una calza! – le spiegò Charlotte! Dentro è di lana. Serviva per le decorazioni natalizie esterne della casa dei miei, dove ho trascorso le vacanze. IL tuo gatto è così piccolo! Potrebbe entrarci, no?>>
E la osservò così speranzosa che Ally, che aveva allargato gli occhi a quella spiegazione, sentì che le sue difese crollavano come un castello di carte. Non poteva gestire tanta ansia tutta assieme. E si fidò di Charlotte così istintivamente, a quel gesto, che con tutta la sua razionalità non avrebbe saputo come spiegarselo. Ma Ally seppe che da quel momento in poi si sarebbe fidata di quella ragazza Normale che di lei non sapeva nulla, e di cui non sapeva nulla. In silenzio, aprì bordi della calza, assurda e di pessimo gusto a dirla tutta, e la avvicinò per farvi scivolare Famiglio. L’imbottitura di lana risultò più lunga di qualche centimetro, abbastanza da avvolgersi alle grandi orecchie del gattino.
<< E’ perfetta!>> esultò Charlotte.
Ally le rispose con un sorriso talmente grato, fiducioso e felice, che la ragazza capì di aver fatto la cosa giusta. Spedì mentalmente un ringraziamento al fratello, mentre Ally mormorava
<< Allora… non lo tolgo… il giubbotto…>> con una voce incrinata che la diceva lunga sulla sua commozione. Charlotte aprì la cabina dei capotti con uno scatto così fulmineo da farla sobbalzare e ne estrasse un lungo cappotto di lana grigio cenere. Lo infilò svelta e si sporse oltre Ally per aprire la porta dietro di lei. Ally fece un passo indietro e quasi incespicò sullo stipite bagnato di neve. Si riprese velocemente e uscì completamente, col gattino tra le braccia protettive.
E’ gentile, Ally… Famiglio riprese a fare le fusa, al caldo nel suo rifugio di lana rossa e acrilico blu metallizzato. La Voce, per una volta, non lo contraddisse e anche Ally annuì. La sorella di Boone non era simpatica quanto Andrew né rassicurante quanto il fratello, ma aveva in sé una tale carica di energia e calore da farle pensare che volesse piacerle, una volta per tutte.
Forse sei tu che stai facendo progressi e ti fai piacere la gente. Obiettò la Voce, un po’ dubbiosa.
Tu sei nella mia testa, le rispose Ally. Vedi niente di nuovo?
Io vedo solo quello che vedi tu…

Ally allora gettò un’occhiata di sbieco, proprio mentre Charlotte si voltava a sorriderle. Era più bassa di lei di una manciata di centimetri, e i luccicanti capelli castani si arricciavano in morbide onde, sobbalzando sulle sue spalle ad ogni passo e movimento del capo. Ally sentì una piccola morsa rilasciarsi nel suo petto: Lotte non aveva l’aristocratica bellezza di sua madre, né l’avvenenza affilata e simmetrica di Lin, ma i suoi occhi grandi, sognanti, chiari, orlati da lunghe ciglia curve e dalle sopracciglia folte erano dolcissimi. Aveva zigomi alti e due deliziose fossette le orlavano la bocca carnosa, fatta apposta per sorridere. Aveva un viso particolare, piacevole da guardare. Non era bella, ma il suo viso risplendeva di un’allegria e di una serenità che calamitavano lo sguardo. Non era bella, ma Ally la trovò tale, e quella sensazione le si impresse nel cuore, come un marchio.
<< Com’è andata la scuola, oggi?>> le chiese la ragazza, accentuando il sorriso. Ally doveva aver già posato il suo zainetto nell’armadio dei cappotti, quando l’aveva vista. E solitamente era Ephram a rivolgerle quella domanda.
<< Be.. bene, grazie. – Ally abbassò lo sguardo e si umettò le labbra – Ho una compagna… un’amica, a scuola, Lin, con cui seguo un paio di corsi… Mi aiuta quando sono indietro con il programma.>>
Charlotte corrugò le sopracciglia. Si erano appena inoltrate per strada, e attraversarono sulle strisce. << Hai delle difficoltà?>>
Chissà se Ephram lo sa…
Ally sospirò e annuì, stringendo di più la calza gigante al petto. << In letteratura Inglese, soprattutto. E chimica. Lin non capisce nulla delle formule, purtroppo, per cui credo che non passerò i  test…>>
Charlotte non credeva alle sue orecchie:<< Ma perché Ephram ti avrebbe iscritto ad un corso per cui non sei portata, scusa? Non gli hai detto che hai dei problemi?>>
Ally scosse la testa:<< Sono sempre stata brava a scuola. E non mi va di dire ad Ephram che non so fare qualcosa. E’ sempre gentile con me.>>
Charlotte non trovava senso a quell’atteggiamento. Dov’era finita la ragazzina fragile che sfarfallava gli occhi e otteneva subito l’attenzione del cugino?
Chinò la testa di lato ed evitò la spallata di un passante molto più alto di lei.
<< Secondo me dovresti parlargliene invece. Ephram ha molto a cuore tutto quello che ti riguarda.>>
Toccò a lei chinare il capo. Si sentiva improvvisamente molto meschina: Ally era una ragazza molto dolce, e lei ne era stata invidiosa tutto il tempo. In fondo era una ragazza lontana dalla famiglia e che aveva solo Ephram lì. Avrebbe dovuto essere lei quella matura. Scosse appena la testa e proseguì.
<< Anzi, devi proprio accennarlo in casa. Sai che Andrew studia proprio chimica, al college? Quel pazzo dice di volersi specializzare in chimica atomica, penso che ti darebbe una mano volentieri!>>
La prese per un gomito e la pilotò verso la cioccolateria alla quale erano dirette. Colse con la coda dell’occhio lo sguardo sbalordito di Ally.
<< Cosa c’è?>>
Ally aveva distolto lo sguardo in fretta. Aveva un ricordo sbiadito dei tempi della scuola di Scozia, ma ricordava che le uniche sue mancanze erano nella condotta, ciò che secondo i Maghi Insegnanti le sarebbe servito ad essere una buona strega. Il loro motto sembrava essere “Sii mediocre e vivi tranquillo”. Ed era esattamente tutto ciò che lei non avrebbe accettato di essere.
<< Ehi, Ally! Ti sei ammutolita?>> la punzecchiò. La teneva ancora per il gomito, ma sembrava essere lontana anni luce.
Ally strinse le labbra e scosse il capo.
<< Andrew studia? – chiese distrattamente, poi si rese conto di quel che aveva detto, e spalancò gli occhi – Cioè! – esclamò – Ecco, lui sta fuori tutto il tempo…>>
Charlotte era scoppiata a ridere di cuore. << Oh, mamma! –esclamò continuando a ridere- devi ripeterlo davanti a Boone! Lui direbbe esattamente la stessa cosa!>>
Varcarono fluidamente la soglia della cioccolateria, e Charlotte la lasciò andare, continuando a ridacchiare di gusto. Si diresse a passo spedito verso la sala in fondo, rivestita da pareti di vetro da cui si poteva guardare fuori.
<< Ehi, che bello!>> non riuscì a trattenersi dal dire Ally, quando arrivarono a destinazione. Si guardò intorno mentre Charlotte prendeva posto vicino ad una parete un po’ appannata. Si affiancò a lei, posando con cura la calza con Famiglio accanto a sé. Occupavano una panca scura, e il tavolo davanti a loro era di vero legno. Ally ne sentiva la potenza sotto le dita. Dovette farsi forza per non appoggiarci contro una guancia. Le ricordava vagamente la Casa delle Due Insegne, e il cuore le si strinse in una morsa per la nostalgia. No! Non doveva pensarci!
Rivolse la sua attenzione al cameriere che si era fermato accanto a loro. Lui le sorrise: << Ciao, io sono Harry!>>
Ally arrossì e si voltò di scatto verso la sua compagna, mentre il cameriere continuava:<< E questi sono i menu…>>
Charlotte li respinse: << Aspetta, no, so già cosa ordinare! Dunque, per me una cioccolata al latte con sciroppo di fragole… - deglutì la saliva e inspirò – Per la mia cara Ally  - strizzò l’occhio alla ragazza – Fondente lunga, alla menta! Vedrai, ti piacerà!- le diede una gomitata significativa e rivolse al ragazzo un sorriso irresistibile- e poi, Harry, caro, potresti portarci un… - si sporse verso di lui – piattino di panna… per lui?>>
Ally si ritrovò a sorridere appena, sollevando la calza da cui spuntava la testolina di Famiglio, che aveva gli occhioni spaiati spalancati. Harry aveva perso il suo sorriso, mentre Charlotte sembrava sempre più allegra. Non era affatto facile dirle di no, considerò Ally. Era una ragazza che sapeva quali leve muovere, in un modo che a lei non era mai riuscito. Sospirò appena. Non le restava che darle manforte.
<< Per favore…>> mormorò con voce gentile.
Charlotte ammiccò.
Ehi, mi piace! Fece Famiglio soddisfatto.
Sì, è diretta! Davvero niente male. La Voce era piena d’approvazione, per quanta approvazione potesse risuonare in un sibilo.
Ally annuì tra sé e si concesse un sorrisetto. Almeno su qualcosa erano d’accordo, quei due.
Le ragazze risero divertite quando il cameriere si allontanò.
<< Famiglio ringrazia. >> mormorò infine Ally. Le sue fusa arrivavano fino a lei.
Charlotte si chinò sul gattino.
<< Prego, piccolo.>> rispose con grande serietà.
Ally, questa ragazza mi piace sul serio! Ribadì il gatto.
Solo perché sei un ruffiano. Lo rimbeccò la Voce.
Ally sogghignò.
Charlotte approfittò dell’espressione rilassata di Ally per riprendere il discorso lasciato interrotto in strada.
<< A parte questa Lin, non hai qualche altro amico?>>
Ally tornò seria, ma rispose sinceramente. Chissà perché, sentiva di poterlo fare.
<< Ci sono dei ragazzi con cui pranziamo spesso insieme. Ma con loro non mi sento molto a mio agio. Mi trattano in un modo un po’… - strinse le labbra – Lin dice che è perché a loro piaccio. – arrossì appena – Non riferire ad Ephram queste cose… lui… A lui non le ho dette.>>
Guardò agitata Charlotte, che si era accigliata.
<< Ma perché? – la più grande scosse il capo – Non vedo cosa ci sarebbe di male. Sei una bella ragazza, Ephram non si sorprenderebbe…>>
Ally si agitò sulla panca:<< Si preoccupa così tanto per me! Se lo sapesse, non si sentirebbe tranquillo nemmeno mentre sono a scuola!>>
Ora Charlotte era pensierosa.<< Mi sono accorta quanto è protettivo. E’ un bravo cugino.>> concesse, per una volta senza sentirsi gelosa. In Ally c’era una tale ritrosia da sorprenderla. Calcò sul grado di parentela, ad ogni buon segno.
Ally annuì.<< Lo è davvero. Anzi, lo è sempre stato. Allora non stavamo molto insieme…>>
<< Be’, immagino che una differenza d’età di senta di più, quando si è adolescenti.>>
Ally ci pensò su:<< Be’, certo. Ma ero io che non volevo perdere tempo con lui. Era sempre così serio! E suo padre era certo che avessi una pessima influenza sugli altri. Quando io ero libera dagli studi, ordinava ad Ephram di fare cosse assurde per tenerci separati. Sembrava quasi che potessi infettarlo…- la voce le si era arrochita di rabbia. Non era un sentimento suo, proveniva da Famiglio e dalla Voce, e le era difficile gestirlo. Si interruppe, per pescare dei ricordi meno ruvidi – A volte, perché non si sentisse solo, cantavo nel giardino, sotto la sua finestra. – riprese con voce più fioca – Era uno dei pochi modi in cui comunicavamo. Non era facile stargli vicino, perché era troppo serio. Ed io avevo un carattere impossibile. Però, a volte, se lo facevo arrabbiare, cercavo di scusarmi a quel modo. Non volevo che lui rimanesse male, volevo che reagisse. A suo modo. Non l’ho mai visto dare di matto una volta. Non si ribellava mai.-  Ally scosse il capo. Non la addolorava parlare a Charlotte dei suoi ricordi – Non era sano.>>
Si interruppe, vedendo che Harry, il cameriere, tornava verso di loro, con il vassoio pieno.
<< Vi prego, non fatelo vedere agli altri clienti – sussurrò preoccupato – o qualcuno mi farà licenziare!>>
<< Certo, certo… – Lotte rispose noncurante, un po’ per prenderlo in giro un po’ perché il racconto di Ally era veramente impressionante – gli daremo una mancia.>> borbottò ad Ally, mentre il ragazzo si allontanava inquieto – non a torto.
Ally annusò il forte odore di cioccolato e menta, circondò la tazza calda con le dita e studiò con attenzione il denso liquido scuro.
Poco convinta, contrasse il labbro inferiore e guardò Famiglio, per poi aiutarlo ad uscire dalla calza. Charlotte si mosse per nascondere meglio il gatto tra loro.
<< Boone mi ha detto che lui ed Andrew hanno badato al tuo amico per tutta la mattina >>
Guardò intenerita il gattino lappare con delicatezza la panna candida.
Ally si illuminò e la guardò sorpresa e contenta:<< Davvero?>>
Sì. Per un po’ hanno palato di te.
<< Sì – confermò a sua volta Charlotte, confondendola un po’ – e mi è parso di capire che si sono divertiti più di lui.>> ridacchiò. In genere ce ne voleva per distogliere Boo dai suoi libri!
Toh, ad un certo punto è sembrato anche a me. – osservò Famiglio, continuando a leccare la panna con la punta della linguetta rosa.
<< Il mio Famiglio è così simpatico..!>> Ally sorrise tra sé.
<< Ha bisogno d’essere coccolato, vero?>>
<< Molto. – Ally si fece seria, e una piccola ruga le si formò tra le sopracciglia sottili – In Scozia passavamo fuori giornate intere, a correre, vicino al lago… Lì c’è moltissimo verde, prati a perdita d’occhio. Grandi distese di trifogli…>> s’interruppe e scosse la testa.
<< Ti manca molto…>> Charlotte bevve un sorso di cioccolata.
Ally rilassò le sopracciglia corrugate. Ecco come si beveva quella roba!
Inspirò e circondò di nuovo la tazza con le dita pallide e sottili. Con quella ragazza era davvero troppo facile ricordare il passato. Avrebbe potuto lasciarsi sfuggire qualche informazione fondamentale.
<< Adesso sono qui. – rispose decisa, e dolorosamente schietta – Per me non esiste nient’altro.>>
Cercò di imitare al meglio il gesto di Charlotte nel tirare su la tazza, poggiò le labbra sul bordo, lasciandosi bagnare dal liquido caldo.
Sgranò gli occhi.
<< Mmmmh!>> le sfuggì. Allontanò la tazza dalle labbra. << Ma è… è… oh, per le stelle, Charlotte, è una delizia! Non ho mai assaggiato niente di più buono in vita mia!>>
La ragazza più grande scoppiò in una risata vittoriosa << Evviva! – esultò – Lo sapevo..! Tu non lo sai, ancora – le disse in tono cospiratorio, una smorfia astuta oltremodo comica sul viso – ma io ho il potere di indovinare quali siano i dolci preferiti delle persone!>> le strizzò l’occhio, riuscendo a farla ridere.
<< Oh, dici davvero?>> 
Avvicinò di nuovo le labbra a quel paradiso denso e corposo e bevve un altro sorso.
<< Certo! Per esempio, anche solo dal menù di questa cioccolateria… Boone beve la cioccolata fondente con la cannella, Andrew adora il cioccolato al caramello, tuo cugino ama la cioccolata speziata con un pizzico d caffè. – Lotte sorrise, un sorriso caldissimo e gentile – Bevi, Ally. La cioccolata stimola il rilascio di endorfine dal cervello, lo sapevi? – quando Ally scosse la testa perplessa, Lotte spiegò – E’ come… una specie di filtro della felicità.>>
Ally la guardò incuriosita, mentre beveva un altro sorso e si sentiva un discreto calore nel petto. Quando ha fatto il nome di Ephram ha cambiato tono…
Forse anche Charlotte ha i suoi segreti
– congetturò la Voce – Ma si sente propensa a parlare quanto te…
Ally annuì mentalmente.
<< C’è qualcosa che non va con mio cugino?>> chiese, giacché non lo aveva visto in casa.
Corrugò le sopracciglia nel vedere Lotte esitare e poi assentire gravemente. Ma la ragazza più grande continuò a tacere, mettendola in ansia.
E’ successo qualcosa stamattina, Ally! Me n’ero quasi dimenticato! Giocavo con Andrew, quando abbiamo sentito delle voci e…
Stringi, felide
– lo gelò la Voce. Famiglio la ignorò.
Boone seguiva Ephram, ma lui e Coon sono usciti in fretta. Coon mi ha detto che di pensare solo a divertirmi, ma era in una scatola di plastica e sembrava seccato e anche Ephram lo sembrava e poi quando sono usciti Boone ed Andrew hanno detto…
STRINGI, razza di gatto!

Ally decise di far tacere entrambi e guardò Charlotte un po’ esasperata: << Parla, Charlotte.>> sospirò.
La più grande si umettò le labbra:<< Ecco… Oggi Ephram si è svegliato tardi. Era molto nervoso ed è uscito dicendo che non sarebbe rientrato per pranzo. Si è portato dietro il suo Coon, dicendo che aveva bisogno di un controllo medico. Lo fa ogni mese, o almeno, così dice, ma.. io non riesco a credergli. Quando torna è sempre stanco e serio e non ha voglia di cenare, e continua così anche nei giorni successivi. Ephram lo fa con una cadenza mensile, all’incirca. Prima di oggi, è successo una settimana prima di Natale…>> la voce della ragazza si affievolì fino a spegnersi del tutto.
I Famigli non hanno bisogno di assistenza medica, soffrono se i loro Maghi soffrono e muoiono quando la vita dei loro Maghi si conclude. Non esistono malattie negli animali catalizzatori.
E se Ephram stesse male?

Ally pulì il musetto sporco di panna di Famiglio, riflettendo.
No,no, NO! Ma come fate a non capire?! – strepitò la Voce, soffiando – Vi siete Normalizzati entrambi?! Ephram è un Primigenio, un primogenito. Questo è il Fronte dell’Intolleranza, dove domina la più larga fonte di Magia Oscura esistente al mondo. Cosa fanno i Maghi qui? Ephram tiene alto il nome della sua famiglia, porta onore al suo Casato, e lo fa spegnendo i Maghi Oscuri di qui. Nient’altro.
Ally quasi si strozzò con la sua stessa saliva, le mani improvvisamente gelide, il calore nel petto svanito e rimpiazzato da una morsa. Le risuonavano in mente tutti i commenti fatti su Ephram nel corso degli anni, mentre lui era via. Strinse le mani a pugno.
Fa ai Normali ciò che suo padre ha fatto a me… - riflettè sconvolta. Guardò Charlotte con le pupille dilatate dal terrore.
NO! – A quel grido sordo nessuno nella sua testa ebbe il coraggio di ribattere.
Si alzò di scatto, raccolse frettolosamente Famiglio e la calza, le mani tremanti.
Charlotte, ancora seduta, la osservava sbalordita. Sussurrò: << Non è felice… di quel che fa…>>
Ally sentì una stilettata fredda nel petto e abbassò lo sguardo smeraldino sulla ragazza. Crollò di nuovo a sedere e chiuse gli occhi. Li riaprì specchiandosi in quelli grigi di Charlotte.
<< Lo pensi davvero?>>
La ragazza castana annuì mesta. Ally si morse il labbro inferiore e cercò di ricomporsi e di combattere l’impulso di scappare a gambe levate il più lontano possibile. Posò Famiglio di nuovo sulla panca e quello prese ad allisciarsi il pelo per rilassarsi: l’evitato attacco di panico lo aveva comunque scosso, e cercò di rilassare i muscoli della schiena e il pelo dritto.
Va bene, ragioniamo. – la Voce tremolava appena, colpita anche lei. Ally percepiva che si sentiva vagamente in colpa per essersi espressa con così scarsa delicatezza.
Charlotte ha detto che a lui non piace. – ribadì Famiglio.
Considerazione da non sottovalutare, visto quanto suo padre sia un sadico bastardo.
Ally bevve un altro sorso di cioccolata alla menta.
<< Lo Zio… gli ha sempre cucito addosso un ruolo. Quando tornava a casa, durante le vacanze dalla suola dei Superiori a cui era iscritto… era chiuso, serio. E profondamente infelice.>> mormorò, senza sapere perché lo stesse dicendo a voce alta. Forse perché Charlotte aveva bisogno di sapere. E perché lei aveva bisogno di dire.
<< In quei giorni… In questi giorni, lui torna la persona dei tuoi ricordi.>>
Ally annuì, profondamente colpita. Il nome dei McNamara tornò il pesante fardello che era stato quando lei era una strega libera e potente. Da un mese circa lei aveva dimenticato quella ragazza impertinente e ribelle. Una strega.
Non ho smesso di esserlo… pensò sconsolata.
Charlotte fissava l’altalenarsi delle emozioni sul bel viso pallido di Ally e sentiva che la ragazza non le aveva detto nessuna bugia, anche se non aveva afferrato l’accenno alla “ Scuola dei Superiori”. Forse intendeva la scuola superiore.  Ad ogni modo, Ally non sospettava che Ephram facesse delle cose diverse dal normale. Eppure sapeva cosa si celava dietro quell’assenza. Ed a sconvolgerla non era la prospettiva del fatto in sé, quanto che ad Ephram piacesse farlo. Sapere che suo cugino era incredibilmente triste l’aveva calmata. Ma perché?
Ally strinse le labbra e guardò nella tazza con occhi sconsolati.
<< McNamara è un nome molto moto potente, dove io ed Ephram siamo nati. E’ un onore portare un nome tanto benedetto dalle stelle. – sospirò – Ma è soprattutto un peso grave per le nostre schiene, un pungolo che ti ferisce il fianco se abbassi per sbaglio la guardia. Ephram è curvo sotto il suo carico di responsabilità, Charlotte, perché… - alzò il viso sulla sua interlocutrice, gli occhi pieni di compassione – perché lui è il Primogenito, il primo figlio maschio nato dal primo figlio maschio. Un giorno sarà lui a guidare tutti i casati di Scozia, come si conviene al Primigenio della Casa più potente. Ciò che lui fa qui… - chiuse gli occhi sgomenta, senza notare lo sconvolgimento che c’era in quelli di Charlotte – è solo la sua preparazione ai compiti che svolgerà quando tornerà… a casa…>>
La verità di quelle parole lasciò Lotte piena di dolore gelido.
<< No…>>
<< Povero Ephram…>>
<< Ma… lui non può! Il suo posto è qui!>> Con me! Avrebbe voluto aggiungere.
Ally schiuse le palpebre e si trovò davanti lo sguardo angosciato di Charlotte.
<< E’ un ragazzo così buono… E’ felice qui. La maggior parte delle volte…>>
<< Se torna a casa – soffiò Charlotte, sentendo la voce sul punto di spezzarsi – Lui sarà infelice per sempre.>>
Le due ragazze si guardarono, sconvolte dalla stessa pena. Si alzarono di scatto, mentre Famiglio le guardava dal basso. Ally superava di una testa Charlotte, ma i loro occhi erano legati da un’intensità calda e salda come una catena.
<< Torniamo a casa di corsa. – decise Charlotte con voce seria – Nascondi il gatto, io vado a pagare.>>
Ally annuì. Ephram non era mai stato felice, se non da quando era lì. Ally ricordava i suoi sorrisi rilassati, la dolcezza con cui l’aveva accolta, come la proteggeva, sempre. Come aveva potuto darlo per scontato?
Osservò Charlotte allontanarsi a grandi passi e s affrettò a far entrare il gattino nella calza.
Non è giusto! Ephram merita davvero di essere felice! Qui ci sono tutte le persone che gli vogliono bene…
Il suo pensiero, e così quello di Famiglio e persino quello della Voce, andò alla ragazza dolce che era alla cassa. Lo conosceva, gli voleva abbastanza bene da… volergli addolcire la vita. Ally sorrise appena e raggiunse Lotte.
<< E se gli prendessimo un po’ della sua cioccolata preferita? – sorrise – “Un filtrò della felicità”, mi ha detto una che se ne intende, dei gusti delle persone.>>
Lotte la fissò sorpresa. Annuì commossa:<< E non scordiamoci la mancia di Harry…>> le tornò alla mente.
Ordinò la cioccolata take-away e sventolò una mano verso Harry, che accorse trafelato, sicuro di essere stato licenziato e ritrovandosi invece ben 10 dollari di mancia stretti tra le mani e due sorrisi smaglianti da due belle ragazze. Visto che era un tipo apprensivo, sospirò sollevato quando le vide uscire. Strabuzzò gli occhi. Il gatto… gli aveva fatto l’occhiolino!
Ma certo che no. Si disse. Scosse il capo ed evitò di guardare ancora la strada, un brivido sulla spina dorsale.
Ally e Charlotte percorsero la strada a grandi passi e senza neppure cercare di evitare il nevischio che si andava depositando per la strada. Ally alzò il cappuccio e strinse di più Famiglio in un gesto automatico. Charlotte sarebbe stata fradicia prima di tornare a casa, ma sembrava non curarsene.
Gli vuole bene davvero… sussurrarono insieme il gatto e la Voce. Ally accelerò il passo.
Sì. Gli vuole bene davvero.

 

 
<< E’ tornato Ephram?>> chiese con voce affannata a suo fratello, scrollandosi i capelli bagnati dalla fronte.
Boone si aggrottò nel vederla tanto trasandata << Che cos’è successo? Va’ a farti una doccia calda!>> le ordinò, temendo che si prendesse un malanno.
<< Dimmi se è tornato!>> insistette, decisa.
Ally entrò dietro di lei  sotto la porta scampanellante e liberò il gattino dalla calza per poi togliere il giubbino e metterlo nell’appendiabiti.
Le lanciò un’occhiata perplessa, ma la ragazza lo guardò scrollando le spalle.
<< No, non è ancora rientrato>> rispose al posto suo, sbalordendolo.
<< Come lo sai?>> le chiese Boone con voce più alta del normale.
<< Coon non c’è – gli rispose concisa – Charlotte, fa’ come ti ha detto tuo fratello. Ti prenderai una polmonite e non mi sembra un bel modo di festeggiare un esame.>>
<< Sì, ma…>>
<< La . Febbre. Non . E’ . Un . Bel. Modo.>> scandì, togliendole il thermos con la cioccolata dalle mani. Le sorrise. << Vai!>>
Boone aveva l’impressione di trovarsi in un universo parallelo. Era Ally quella?
<< Ah, eccoti, micetto! Mi sono svegliato e tu non c’eri! – Andrew sbucò da dietro l’angolo e Famiglio miagolò a mo’ di risposta. Il ragazzo biondo si chinò per travolgerlo con una carezza, poi rialzò il viso – Ehi, ma quella è della cioccolateria più buona della città!>> s’illuminò vedendo il contenitore sponsorizzato e fece per toglierla di mano ad Ally, che però di ritrasse e lo guardò severamente. << E’ per Ephram!>> lo bloccò, nascondendosi il thermos dietro la schiena. Anche Andrew fu sorpreso dal piglio deciso della ragazza, tanto che non inalberò nemmeno il finto broncio tipico del suo repertorio.
Dacci dentro, Ally! – miagolò vivacemente Famiglio, rimettendosi a posto i ciuffetti di pelo che Andrew gli aveva arruffato. La fece sorridere.
<< Su, Lotte.>> esortò di nuovo, più dolcemente.
La ragazza annuì, le fece una carezza sulla guancia e poi l’abbracciò di slancio. Poi andò via, rabbrividendo appena. Ally fissò il suo gatto, gli strizzò l’occhio e allargò le braccia mentre quello saltava. Bilanciò il peso per tenere più distante la mano che stringeva il thermos.
<< Vi è bastato un pomeriggio per diventare amiche!>> esclamò gioviale Andrew, sorridendo.
<< Charlotte è speciale – gli rispose tranquilla Ally, mentre il gatto strofinava la testolina tonda contro il suo mento – Mette a suo agio la gente.>>  strofinò a sua volta la guancia contro il pelo pezzato di Famiglio.
I due ragazzi si guardarono.
<< Ma tu non stavi studiando?>> chiese perplesso Andrew.
<< Sì, e tu dormivi!>> replicò Boone incrociando le braccia sul petto.
<< Ho fatto una pausa… Anche tu?>> fece Andrew con un sorriso innocente.
Boone mugugnò qualche lamentela tra i denti, ma non poté trattenere un sorriso.
Questi due sono come te e la Voce. Secondo me, in fondo siete diventati amici anche voi due. Considerò Ally.
Non è vero! Esplosero contemporaneamente nella sua testa, strangolandole una risata in gola. Poi le venne in mente una cosa.
<< Ah! Andrew… Lotte mi ha detto che sei bravo in chimica. Mi daresti una mano? Visto che… - corrugò un sopracciglio – tu… non stai dormendo, vero?>>
Boone scoppiò a ridere.
Andrew ed Ally lo fissarono vagamente sorpresi, poi anche Andrew rise.
<< Questa me la sono cercata, immagino. >> sospirò, ma sorridendo.
Il moro gli diede una pacca sulla spalla:<< Eh sì, ora ti tocca studiare!>>
Andrew si stiracchiò:<< Sarà… piacevole.>>
Non resisteva all’impulso di punzecchiare Boone, che, prevedibilmente, smise subito di sorridere e guadò il gatto tra le braccia di Ally.
<< Tu… fa’ attenzione a questo qui, va bene?>> gli fece una carezza sotto il mento e Famiglio allungò il collo.
Tranquillo, Boone, se non lo fa lui ci penso io, altrochè! Promise la Voce.
<< Non ce ne sarà bisogno, Boone – sorrise Ally. Era vicino, e non resistette. Gli sfiorò il viso con la mano. – Ma grazie davvero.>>
Il ragazzo incrociò sorpreso il suo sguardo, mentre lei ritraeva la mano.
Nuvole sulla laguna.
Ally le vedeva sempre, quando lo guardava.
<< Andiamo, Andrew? Se puoi…>>
<< Certo! Intanto fammi vedere il programma, così mi preparo gli argomenti, cosa ne dici?>>
A Boone non rimase che seguirli con lo sguardo. Si sfiorò la guancia. Era la prima volta… che vedeva Ally… come una donna. Scosse il capo, cercando di scrollarsi di dosso quella sensazione.

 

 

Erano già a tavola, piuttosto in ritardo anche, quando Ephram rincasò. Stavano finendo di cenare.
Charlotte balzò in piedi di riflesso, per salutarlo, ma lui non la guardò neppure in viso. Si era infradiciato, e così Coon. Tutti puntarono lo sguardo su di loro.
<< Ephram…>> mormorò Lotte.
<< Mh? Non ho fame, Charlotte, scusami. Vado a letto, sono davvero molto stanco.>>
Ally si sentì stringere il cuore quando Ephram voltò le spalle alla ragazza.
<< Ah, Ally – riprese il ragazzo – ho portato un gattino. E’ sudicio, ma dovrebbe stare bene. Potrebbe essere lui a tenere compagnia a Famiglio, per un po’>>
Anche lei si alzò e lo raggiunse. Suo cugino le tese il trasportino e lei tirò fuori il cucciolo sporco si qualcosa di raggrumato e rugginoso.
<< Oh! Oh, be’, sarà affamato!>> intervenne Charlotte, ma di nuovo Ephram evitò di guardarla e si diresse stancamente alle scale.
Sangue. Riconobbe la Voce.
Ally strabuzzò gli occhi, poi si tranquillizzò. Il gatto non era ferito.
Sangue di Guaritore…
Ally trattenne la commozione e strinse a sé il gatto, che era più piccolo di Famiglio.
Avevamo ragione, Ephram non è cattivo. Non tollera la morte… lui soffre.
Al massimo pecca di qualche carenza ideologica
– concesse la Voce, ricordandole che il sangue di Guaritore a qualcuno in fondo viene preso.
Ally contrasse le sopracciglia, ma in quel momento lo sguardo di Lotte catturò il suo. Le cedette il cucciolo.
<< Puoi pulirlo tu? Io… non posso pensarci adesso. Anzi, te lo affido. Io… dagli il latte quando si sveglia. Vado a parlare con lui.>>
Lotte annuì<< Sono cose di famiglia, giusto?>>
E toccò ad Ally annuire.
Purtroppo, nella foga di sfuggire al proprio dolore, aveva fatto più passi indietro che avanti, col risultato di sentirsi ancora più triste e sola.
Ma Ephram era suo Cugino.
E lei era una McNamara.
E lui aveva cercato di proteggerla.
Per cui, mentre saliva le scale e apriva la porta della camera di Ephram senza bussare, comprese che anche lei aveva un compito da assolvere.
Era una stanza vuota, perché Ephram era a fare la doccia. Però lei sapeva dove cercare.
Dispose le ametiste e gli incensi alla lavanda, e accese cinque candele bianche ai vertici del pentacolo immaginario, come aveva fatto più volte Ephram con lei.
Sentì la porta aprirsi.
<< Ally – la voce era roca di… lacrime? – Che.. che ci fai qui? Ti ho detto che sono stanco… Ma che hai fatto?>> esclamò quando vide le candele e tutto il resto.
Ally si voltò infine verso un Ephram perfettamente vestito.
<< Una volta una persona molto gentile mi ha spiegato una cosa che fanno i Normali per calmarsi e riacquistare la serenità. Si chiama “meditazione”, hai presente? – sorrise. Avanzò fino a prendere per mano suo cugino e lo trascinò al centro delle candele – Credo che in due riesca meglio. Ma prima… c’è una cosa anche più semplice, che con me oggi ha funzionato molto bene>>
Guardò gli occhi scuri e spaesati di Ephram con comprensione e affetto. Era ora che ricambiasse quanto le era stato generosamente elargito. Vide gli occhi di Ephram spalancarsi e colmarsi di lacrime e a quel punto gli gettò le braccia al collo, stringendo forte.
Ephram rimase paralizzato per un secondo, poi ricambiò la stretta con un singhiozzo, affondando il viso tra i suoi capelli. Ally sentiva le sue lacrime e i tremiti che lo scuotevano, e continuò a stringerlo, facendosi carico di quel dolore che, magicamente, parve alleggerire il suo.
Dopo parecchi minuti, Ephram allentò la stretta ed Ally gli permise di allontanarsi. Aveva le guance rigate di lacrime, era pallido e con le occhiaie. Sedette sul letto ed Ally fu accanto a lui.
<< Non sei obbligato a portare questo fardello da solo, Cugino…>> mormorò.
<< Hai capito tutto, quindi. – rispose amaramente il ragazzo – Avrei preferito… evitartelo.>>
<< Sono pur sempre una McNamara. E i McNamara conoscono i propri doveri. Non è giusto che continui a trascurare i miei, ora che sono così evidenti>>
<< Ma cosa puoi fare tu?>> sbottò Ephram guardandola. Scosse la testa velocemente.
<< Non è tutto qui – Ally strinse le labbra – tu… sei un McNamara. E fai ciò che devi. Ma soprattutto, prima di ogni altra cosa… tu sei una brava persona, ed un bravo cugino, ed io… io ti voglio bene, Ephram. Nonostante tu… - Ally si indicò i capelli e fece una smorfia – faccia quel che fai.>>
Ephram strabuzzò gli occhi:<< No! – urlò – ma che cosa dici! Io… io non torturerei mai nessuno! Io… Io… - si alzò dal letto, sconvolto che lei credesse una cosa simile – Ally, qui ci sono dei Normali che praticano la Magia Oscura! Quella che neanche i maghi possono usare e controllare! E io la cancello dalle loro menti… Ma fanno cose terribili e ogni volta mi sembra di… diventare come loro.. ogni volta che… li comando di non … perseverare… io mi sporco. Come potrei mai convincerti a fare una cosa del genere? E tu – proseguì a bassa voce – Vuoi aiutarmi. Nonostante tutto, tu vuoi… Credevi che io li torturassi, e ora sei comunque accanto a me… Ally… Tu… Allysia…  Mi stai vicino, nonostante credessi così male di me?>>
Ally era sorpresa e quasi non notò la commozione del cugino:<< Davvero non li… spegni? Come hanno fatto con me?>>
<< Ma certo che no!>>
Ally deglutì il groppo che aveva in gola, ma non poté impedire alle lacrime di correrle sulle guance << Oh, lo sapevo! Sapevo che tu sei buono!>>
Ephram tornò a sedersi sul letto accanto alla cugina, le circondò le spalle con un braccio e la scrollò dolcemente<< Non ti lascerò fare queste cose al posto mio per nulla al mondo.>>
<< Voglio restarti accanto, Ephram – strinse i denti con aria ostinata – E sotto ci sono altre persone che ti vogliono bene. Concedici di alleviare un po’ il tuo dolore. Se lo portiamo insieme, sarà un fardello meno gravoso, per te. – lo zittì con un gesto – Meditaci sopra. E poi scendiamo giù.>>
Ad Ephram non restò che annuire. Era così tanto tempo che non meditava! Ed Ally lo sorvegliò per tutto il tempo, sollevata.

 

 
Trovarono Coon e Famiglio vicini, rannicchiati l’uno contro l’altro, e vicino a loro il gatto trovatello che leccava latte da una ciotola. Charlotte, che li vegliava da vicino, alzò lo sguardo su di loro.
Ally le strizzò l’occhio.
<< Credo che qualcuno qui si sia calmato, e abbia bisogno di un po’ di felicità in tazza!>> scherzò.
Charlotte ridacchiò e scappò a prendere il thermos e una tazza di ceramica.
<< Ormai sarà fredda…>>
<< Cos’è?>> chiese Ephram.
Lotte stappò il thermos e verso il contenuto nella tazza:<< La tua preferita…>> sussurrò, fissandolo di sottecchi.
Ephram, stanco, triste Ephram, le regalò un sorriso, così luminoso, così grato da riscaldarle il petto. E un po’ le ricordò quello che Ally le aveva rivolto poche ore prima.
Sedettero a bere in salone, dove Andrew e Boone stavano già battibeccando per il monopolio del telecomando.
In cinque non riuscivano ad entrare nel divano, per cui Ally sedette su un bracciolo e circondò le spalle del cugino per reggersi.
Una volta che si comincia non si può più smettere. Un abbraccio è una droga potente. Considerò allegra.
Quella sera andò a letto stanchissima, ma per la prima volta dopo un mese sentiva al centro del petto un certo calore.
Famiglio chiuse gli occhi appena lo poggiò sulle coperte e la Voce era da qualche parte. Ally era sicura che anche lei si stesse godendo un meritato riposo.
S’infilò a sua volta al caldo delle coperte, senza neppure guardarsi allo specchio, e abbassò le palpebre, senza accorgersi di quanto i suoi occhi fossero diventati più brillanti e più chiari, e dei pochi centimetri in più che i suoi capelli avevano guadagnato in un solo giorno, dopo che per un mese non erano cresciuti di un millimetro. Il taglio perfetto della sua tortura aveva perso la mortale compostezza. Ally sprofondò, inconsapevole e felice, in un sonno ristoratore.

 

E ora, con mia grande soddisfazione (e GRAZIE alla supervisione di BlueSmoke)...
Charlotte !!!!!!


Lucyette: felice che tu abbia apprezzato! Sono felice che i miei tatini ti piacciano. Sto cercando di renderli dei personaggi realistici, nonostante il fantasy presente nella storia!

Georgette: guarda, mi stai stuzzicando abbastanza da voler creare una meta-fic in cui questi due si diano alla pazza gioia! Ed Andrew a stare SOTTO?! ahahahahahahah! Ma tu lo sai invece che tra i due, io Andrew lo vedrei sopra? (buooooono, Boone!) sarà perchè mi sembra un po' più... non so, più caldo e anche più pronto a buttarsi? Uno a cui piace "pasticciare" (prenditi questa, Andy!)!
Sono contenta che tu abbia fatto caso al discorso un po' caotico della Voce: quello che chiedi si scoprirà a tempo debito, aggiungerò qualche pillolina di tanto in tanto! MI fa piacere anche la comprensione umana nei confronti di Ephram... anche se io lo bacchetto un po', per esempio. Anche perchè, hai visto Lotte quant'è stata carina in questo capitolo? Boone è un duro dal cuore d'oro, hai ragione. Penso che senta molto il peso della responsabilità sulle sue spalle, e questo lo rende molto simile a Jack, anche se il tuo dolce personaggio vive una situazione molto più tragica di quella del mio! Spero che per entrambi le cose si risolvano, ad ogni modo.
spero di non aver fatto aspettare troppo! Ho avuto un sacco di problemi col pc, ma ora (incrociamo le dita) dpvrebbe essere tutto a posto! Magari fosse la scuola il mio problema! L'UNIVERSITà E' PEGGIO! (potrebbe diventare il nuovo motto ufficiale...)


Zia_addy : spero apprezzerai, carissima! I biondi hanno il loro perchè, a me ignoto... ma in questa storia di sento di essere magnanima! complimenti per i tuoi esami!

BlueSmoke: già, questi uomini! neanche a me piace molto, e inoltre credo che tu abbia ragione, Ally non è stupida! Lotte è una ragazza deliziosa, come vedi è riuscita a farsi forza e ad accettare Ally! Boone è strano, ma poverino, temo che gli venga spontaneo! Ci sarà una spiegazione a tutto quel che succede, vedrai! Questo capitolo è ancora più lungo del precedente, come vedi. Più o meno d'ora in avanti i capitoli saranno tutti così. Grazie per il commento!



  
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