Note dell’autore: Eccovi il terzo capitolo della storia, confesso che non
mi è venuto fuori come avrei voluto, inoltre è un po’ corto, spero che comunque
continuate a seguire le mie storie.
Capitolo 3
Epilogo
La mattina dopo il Dottore e Rose si aggiravano dietro le
quinte cercando qualche resto della commedia, mentre Martha e Shakespeare
approfondivano la loro “conoscenza”.
La mente del Dottore brulicava di pensieri, il semplice
pensiero di poter perdere Rose lo faceva diventare pazzo, lo terrorizzava. Non
poteva ignorare che era davvero diventata una sua costante, una presenza troppo
importante per rinunciarci, e una parte di se, quella meno razionale voleva
disperatamente baciarla, parlarle farle capire quanto in realtà lui l’amasse.
Ma ogni volta che si presentava l’occasione si tirava indietro, pensando che in
futuro avrebbero dovuto soffrire entrambi, per una loro separazione. Proprio
come l’altra sera, su quel letto, oh quanto avrebbe voluto baciarla, ma alla
fine si era tirato indietro pensando alle conseguenze di quel semplice gesto,
ma almeno l’aveva stretta a se riuscendo a farla addormentare.
“Dottore, ci sei?” la sentì che lo chiamava. Si voltò
verso di lei e vide che in mano teneva qualcosa, un teschio.
“Tutto bene?” chiese preoccupata.
“Certo. Trovato niente?” chiese invece, cambiando subito
discorso.
“Nessuna traccia di Pene
d’amore ritrovato. In compenso ho trovato questo.” Disse avvicinandosi e
mostrandogli il teschio che aveva in mano.
“Ti ricorda nulla?” chiese sorridendo. Il Dottore capì
subito a cosa si riferiva.
“Non può essere… ma sembra…sembra un Sycorax.” Disse
divertito all’idea, Rose sembrava condividere il divertimento.
“Sarà il caso di portarlo con noi?” chiese la ragazza.
“Credo che sia meglio, si.” Disse il Dottore.
“Trovato niente tu?” gli chiese cambiando discorso.
“Nulla…beh a parte questo?” disse indossando un collare.
Rose scoppiò a ridere.
“Davvero molto carino. Farai strage di cuori con questo.”
Scherzò la ragazza, lui si finse offeso.
“Ohi, vedi che in questo periodo va molto di moda.” rispose.
Rose notò un capello adatto al collare che stava indossando il Dottore.
“Aspetta.” Disse prendendolo, si avvicinò nuovamente a
lui.
“Credo che con questo capello diverrai davvero
irresistibile.” Disse divertita, glielo sistemò in testa.
“Davvero?” chiese con provocazione.
“Certo.” Gli
rispose, i due si guardarono intensamente negli occhi, erano pericolosamente
vicini, le mani di Rose indugiavano ancora sul petto del Dottore. Entrambi non
riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso.
“Allora mi dona il capello?” chiese in un sussurrò con
ironia, cercando quasi di allentare la forte tensione creata fra loro.
“Credi di si.” Gli rispose senza nascondere il suo
imbarazzo.
Voleva baciarla, lo voleva disperatamente. Ma la sua
parte razionale lo fermò ancora una volta, si schiarì la gola e abbassò lo
sguardo.
“Andiamo, sarà il caso di tornare da quei due.” Le disse
prendendole la mano e tornando sul palco, dove c’erano Martha e William.
“Bella attrezzeria lì dietro.” Disse il Dottore entrando
in scena dividendo i due.
“Non abbiamo interrotto niente, vero?” chiese Rose con
ironia facendo l’occhiolino a Martha.
“Non siamo tanto convinti di questo.” Disse invece il
Dottore, indicando il teschio che Rose teneva in mano.
“Ci ricorda un Sycorax.” Aggiunse Rose.
“Sycorax, bella parola, vi ruberò anche questa, se
permettete.” Intervenne Shakespeare, mentre Rose si mise seduta accanto a
Martha.
“Dovrei prendermi il 10%. La tua testa?” chiese il
Dottore
“Tieni, ti ho portato questo collare.” Si staccò il
collare per metterlo a Shakespeare.
“Indossalo qualche giorno, finché non migliora.” Gli
consigliò, le due ragazze si guardarono e si sorrisero complici.
“Anzi, puoi tenerlo per sempre se ti va.” Aggiunse.
“E’ la commedia?” chiese Martha.
“E’ andata. Non abbiamo trovato nessuna copia.” Rispose
Rose per lui.
“Il mio capolavoro perduto.” Disse Shakespeare guardando
al centro del teatro.
“Potresti sempre riscriverlo.” Gli suggerì Martha.
“Si, ma meglio di no Will. C’è ancora potere in quelle
parole, meglio che sia perduto.” Disse il Dottore.
“Però ho delle nuove idee. Magari è ora di scrivere
storia di padri e figli, in memoria del mio ragazzo… il mio prezioso Amlet.”
Spiegò William. Le due ragazze si guardarono con il Dottore.
“Amlet?” chiese Martha
“E’ lui.” Preciso lo scrittore.
“Amlet?” chiese ancora la ragazza, Shakespeare si voltò
verso di lei.
“Che cosa c’è che non va?” chiese.
“Comunque è ora di andare.” Intervenne il Dottore
riprendendo la sfera delle streghe, mentre Rose riprendeva il teschio.
“Ho una bella soffitta nel Tardis, dove queste tre
potranno gridare per l’eternità. E poi devo riportare Martha a Freedonia.”
Spiegò prendendo la mano di Rose che lo aveva raggiunto.
“Vuoi dire viaggiare nel tempo e nello spazio!” intervenne
Shakespeare sorprendendo i tre.
“Che cosa?” chiese il Dottore un po’ preoccupato.
“Tu sei di un altro mondo come i Carioniti. E Martha e
Rose vengono dal futuro. Non è difficile da capire.” Specificò, mentre le due
ragazze non sapendo come comportarsi lo guardarono.
“E’ incredibile. Tu sei incredibile.” Gli rispose il
Dottore totalmente meravigliato.
“Siamo molto simili noi due Dottore.” Disse
sorridendogli, poi si voltò verso Rose.
“Entrambi amiamo le belle donne.” Disse indugiando su
Rose, che abbassò lo sguardo imbarazzata. Poi il poeta si rivolse a Martha.
“Martha, permettimi di dirti addio con un nuovo verso.”
Le disse prendendole la mano.
“Un sonetto per la mia Dark lady.” Disse accarezzandole
la mano.
“Ti paragonerò
dunque ad un giorno d’estate.” Iniziò a recitare, Rose e il Dottore
sorrisero divertiti.
“Sei più vago e
mite…” continuò William, ma venne interrotto da due attori che entrarono di
corsa nel teatro.
“Will” chiamò il primo entrando.
“Will, non ci crederai mai, è qui.” Disse l’altro entrando
e indicando la porta da cui era entrato.
“Alla fine è venuta.” Continuò.
“Siamo sulla bocca di tutta la città, ha sentito di ieri
sera, vuol che recitiamo tutto di nuovo.” Aggiunse l’altro che non riusciva a
nascondere l’entusiasmo.
“Chi?” chiese ingenuamente Rose.
“Sua Maestà è qui!” le rispose come se fosse ovvio, Rose
diede una gomitata al Dottore trattenendo una risata. Mentre lo squillo di
trombe annunciò l’entrata della donna.
“La regina Elisabetta I.” disse il Dottore entusiasta, ma
la donna non sembrava affatto contenta.
“Il Dottore?” chiese guardando meglio.
“Cosa?” chiese sorpreso che lo conosceva.
“La conosci?” chiese sottovoce Rose.
“Il mio nemico giurato.” Aggiunse con cattiveria.
“Cosa?” chiese ancora il Dottore stordito.
“Tagliateli la testa.” Ordinò.
“Cosa?” continuò a ripetere il Dottore, Rose alzò lo
sguardo al cielo, gli prese la mano.
“Lascia perdere il cosa. Corri.” Gli disse trascinandolo
via.
“Ci vediamo Will… e grazie.” Disse Martha seguendo i due.
“Fermate quel fastidioso Dottore.” Aggiunse la regina.
I tre corsero tra le strade di Londra, seguiti
dall’esercito della regina.
“E’ possibile che hai fatto infuriare anche questa
regina!” disse Rose divertita, ricordando l’incontro con la regina Vittoria.
“A quanto pare si.” Le rispose ridendo divertito.
“Ma che cosa hai fatto per farla arrabbiare?” chiese
invece Martha.
“Non ne ho idea, non l’ho mai incontrata finora.” Rispose
di nuovo mentre prendeva le chiave del Tardis.
“Ma non vedo l’ora di scoprirlo.” Disse facendo entrare
le due e guardando dietro di loro.
“E molto presto lo saprò.” Disse, quando si accorse che i
soldati stavano per lanciargli addosso le frecce si decise ad entrare.
Corse verso i comandi di corsa, mentre Rose e Martha
riprendevano fiato. Quando il Tardis fu nel vortice il Dottore si lasciò cadere
sul sedile i tre si guardarono e scoppiarono a ridere.
Fine
Note dell’autore: Mi
dispiace tante se non vi è piaciuto, davvero neanche io vado pazza per questo
capitolo, comunque continuate a seguire la mia terza stagione, cercate di avere
un altro po’ di pazienza per Rose e il Dottore.
Correzione: Eccovi il terzo e ultimo capitolo, scusate se ci sono
ancora errori, ma ho fatto il possibile.
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