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Autore: SmartisPanda    14/06/2010    7 recensioni
"Quando aveva preteso l’Indipendenza sapeva a che cosa stava andando incontro, sapeva che Inghilterra non glielo avrebbe mai permesso, sapeva anche che per convincerlo sarebbe dovuto scendere ad una battaglia. Lui voleva l’indipendenza, desiderava la libertà e ora che l’aveva ottenuta ne era felice, ma c’era ancora un conto da pagare: riappacificarsi con Arthur." Prima fanfiction dedicata ad Us Uk da parte mia ^^' buona lettura u.u per ora metterò Raiting Arancione perchè non so come andrà a finire...potrebbe capitare che diventi Rosso ...avverto sin da subito u.u
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Titolo del capitolo: Telefonata (Pov Alfred)
Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Generi: Romantico, Drammatico, Sentimentale
Rating: Arancione
Avvertimenti: Non per stomaci delicati, Yaoi, Shonen-ai

La guerra d’indipendenza. Come dimenticarla? Nonostante fosse passato tutto quel tempo, non riusciva ancora a scordarla del tutto. L’indipendenza era riuscita, era diventato una Nazione in proprio ed era stato in grado di far crescere e prosperare per il meglio tutto quello che aveva desiderato. Tutto era andato secondo i suoi piani … o quasi.
Nonostante fosse passato così tanto tempo, ancora non aveva risentito Inghilterra. Come biasimarlo? Non si erano lasciati in modo molto "pacifico" effettivamente, per poco non si erano ammazzi … o meglio … Inghilterra per poco aveva tentato di ucciderlo. Come scordare quel giorno in mezzo al fango e alla pioggia, quando la propria truppa aveva vinto contro il fratello maggiore ormai rimasto solo? Non riusciva ancora a dimenticare quegli occhi carichi di odio, di rabbia … ma specialmente di disperazione. Aveva visto ancora un briciolo di affetto oltre quel rancore, ma era quello straziato di un cuore ormai andato in frantumi. Non avrebbe nemmeno scordato le lacrime che avevano seguito la sua sconfitta ... e la perdita del proprio fratellino.
Quando aveva preteso l’indipendenza sapeva a che cosa stava andando incontro, sapeva che Inghilterra non glielo avrebbe mai permesso, sapeva anche che per convincerlo sarebbe dovuto scendere ad una battaglia. Lui voleva l’indipendenza, desiderava la libertà e ora che l’aveva ottenuta ne era felice, ma c’era ancora un conto da pagare: riappacificarsi con Arthur.
Arthur … da quanto tempo non pensava e, figurarsi, pronunciava quel nome? Soltanto a pensarlo un senso di nostalgia e di sofferenza lo avvolgeva. Che doveva fare?
Camminava avanti ed indietro per il proprio salotto, guardando di tanto in tanto il telefono. No, non poteva farlo! Era una pazzia, ma doveva! Si fermò in mezzo alla stanza.
Guardò il telefono come se fosse una sottospecie di alieno o mostro paranormale che doveva sconfiggere. Beh? Che male c’era? Lui era un eroe, era un combattente, non poteva di certo farsi sconfiggere da quel mostriciattolo. Quel telefono era solo un altro nemico che non aspettava altro che farlo fuori … e lui non poteva permetterglielo.
Si avvicinò a grandi passi al telefono, prendendo la cornetta ed appoggiando il dito sul primo numero. Si fermò. Aveva ancora lo stesso numero? Gli avrebbe risposto? Lo avrebbe ascoltato? Per dirgli cosa poi? Cosa doveva dirgli? Sentirlo? Scusarsi? Parlargli del proprio stato e della propria Indipendenza riuscita?
Alfred non era mai stato un tipo insicuro, anzi, se aveva in mente qualcosa era davvero difficile toglierglielo dallla testa, era cocciuto. In quel momento, però, la sua sicurezza traballava. Come avrebbe sentito Arthur? Stava bene? Si era ripreso dal trauma del suo “tradimento”? Aveva smesso di soffrire? Lo aveva … dimenticato? Anche America per il primo periodo, dopo la vittoria e i festeggiamenti, aveva sentito dell’amaro in tutto quello che aveva ottenuto e si era sentito colpevole nei suoi confronti. Il senso di colpa spesso saltava fuori nel suo petto, facendoglielo bruciare, ma ormai quel dolore si era dissipato a causa del tempo e delle faccende da compiere per lo Stato.
Prese un profondo respiro e digitò il numero, quasi ad occhi chiusi. Aveva tirato su un’intera Nazione … era diventato una Nazione Indipendente, aveva raggiunto i suoi scopi, non poteva lasciarsi sconfiggere proprio in quel momento da una stupida e semplice telefonata!
Era strano come le dita ancora si ricordassero così bene quel numero e andassero da sole nel posto giusto.
Il telefono iniziò a squillare.

Una volta.

Due volte.

Tre volte.

Quattro.

Forse non era in casa, forse era uscito, forse …

-Pronto?- una voce familiare dall’altra parte lo chiamò . Il cuore di Alfred si sciolse e un po’ di coraggio si accese nel suo petto. Poteva farcela. Era strano poter sentire di nuovo la sua voce, quella che un tempo lo chiamava continuamente “America!” o “Al” in modo affettuoso. Doveva riuscirci solo per sentire di nuovo quella tonalità.

-Arthur.- lo chiamò. Sentì dall’altra parte trattenere leggermente il respiro, per poi tacere. Alfred deglutì mentre il cuore nel suo petto sembrava esplodere. –sono io … sono A … -
La linea dall’altra parte cadde, lasciandolo solo con un “tu tu tu” ad ascoltarlo. Inghilterra aveva sicuramente riagganciato il telefono … ma Alfred era tipo che si arrendeva al primo tentativo? No di certo. Con più forza di prima digitò nuovamente il numero e attese.
Come la cornetta si alzò e disse le prime “Aspetta, Art … “ il telefono fu chiuso una seconda volta. Con più impeto e con più testardaggine che mai, Alfred compose il numero una terza volta. Quando la cornetta si alzò iniziò quasi ad urlare.

-Continuerò a chiamarti fino a che non mi ascolterai!- disse velocemente, serrando gli occhi, sperando che Inghilterra cedesse e che lo stesse ad ascoltare. Stranamente rimase in linea, ma … dall’altra parte c’era solo silenzio.
–Arthur?- chiamò, provando a capire se era lui, ma non ottenne risposta. Era chiaro che si trattasse di Inghilterra ed era … -Sei ancora arrabbiato, vero?- domanda sciocca in effetti … infatti non ottenne risposta.
–Ok, se non vuoi parlare parlo io, va bene?- E che cosa doveva dirgli? Lui voleva sentire di nuovo la sua voce, voleva sentire come stava, voleva … voleva … vederlo. –Volevo sapere come stavi, ma a quanto pare dovrò parlare da solo.- rise, cercando di rompere il ghiaccio. – Ehm, sai … qui sta andando tutto bene. Ehm … qui abbiamo istituito una Repubblica tempo fa … e … sì va alla grande. Pensavo fosse difficile, mentre invece sta andando tutto secondo i miei piani e … beh sono anche riuscito ad unire qualche paese … sai … vorrei tanto creare qualcosa di unito. Lo so che è assurdo, ma … per adesso sta andando tutto così bene che mi sembra possibile e … beh … è veramente fantastico, non immaginavo di esserne in grado, ma … sta andando tutto liscio insomma.- Stava parlando veramente male. Non sapeva cosa dire, di cosa parlare, come dire le cose. Stava andando in panico totale. Sapeva bene che parlare della sua indipendenza non era una buona idea per rimettere a posto i rapporti rotti, ma non aveva altre idee. Era già tanto che non gli tremasse la voce, ma balbettare o lasciare momenti di silenzio rompeva ugualmente la barriera di sicurezza che aveva costruito sentendo solo per un attimo la voce del fratello.
–Ho conosciuto poi altre persone, sono tutte molto simpatiche e…- ma dall’altra parte c’era ancora silenzio. Il suo animo si ruppe in mille pezzi. –Arthur?- Alfred pregava con tutto se stesso che il ragazzo dall’altro lato rispondesse, se non avesse risposto non avrebbe più saputo che cosa fare.

-Non chiamarmi così.- disse una voce fredda dall’altra parte, eppure la sentì leggermente vibrante.

-Ah … ok … scusami Inghilterra … ehm … beh … -

-C’è altro?-

-Io … non lo so. - ed era la verità: tutto quello che voleva dirgli l’aveva dimenticato all’istante.

-Allora non abbiamo nient’altro da dirci.- la linea cadde di nuovo, lasciando America immobile davanti al comodino, con la cornetta ancora all’orecchio.
Doveva immaginarsela una reazione simile, allora perché stava così male? Aveva sperato per un secondo che Inghilterra volesse per lo meno salutarlo o parlare cordialmente, senza l’impegno di rientrare nell’intimità … ma era evidente che il più grande lo odiasse. Più che l’odio, c’era una cosa che aveva preoccupato America più di ogni altra: la voce di Inghilterra quando aveva detto “pronto?” la prima volta … sembrava spenta. Aveva sentito molte volte Arthur rispondere al telefono e di solito era molto più allegro e più cordiale. Stavolta aveva una sfumatura diversa … era … sì, “spenta” era il termine più corretto.
Era preoccupato. Aveva pensato soltanto a se stesso e non aveva pensato al fratello dopo che si erano affrontati in battaglia, dopo che avevano chiuso i contati … dopo che erano diventati due Nazioni diverse. Doveva rivederlo. Doveva sapere come stava, doveva maledizione!
Le sue gambe si mossero da sole, corsero al piano di sopra per preparare uno zaino. Ormai era chiaro, doveva vederlo anche a costo di essere sbattuto fuori a calci.
  
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