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Autore: lames76    21/06/2010    1 recensioni
Un ragazzo come tanti altri del XX secolo viene investito da un compito importante, entrare in un'ordine di cavalieri che devono vegliare sul passato. Riuscirà ad adattarsi? Come si comporterà nella sua prima missione?
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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Due giorni dopo arrivarono in prossimita' di Atene.
Il ragazzo prese in disparte le quattro amazzoni e gli parlo', "Non potete entrare in citta' cosi' come siete. Teseo non e' uno sprovveduto e stara' certamente all’erta"
"Ed allora come faremo?", chiese Olimpia.
"Beh, ho un piano ma per realizzarlo ho bisogno di un mulo e di quattro abiti da contadina...", poi spiego' tutto alle sue compagne.
La sua idea era semplice. Lui sarebbe entrato trascinandosi dietro il mulo carico delle armi delle amazzoni, se lo avessero fermato avrebbe detto di essere un mercante. Le quattro ragazze sarebbero entrate accodandosi ad un gruppo di contadini di quelli che continuamente andavano e venivano dalla citta'.
Cosi' fecero e tutto ando' al meglio. Quando entro', Menion riusci' a stento a trattenere la gioia di vedere la capitale della Grecia all’apice del suo splendore. Fece scorrere il suo sguardo dappertutto cercando di analizzare e memorizzare tutti i minimi particolari ma non ci riusci' perche' erano troppi.
Si rincontrarono in una malfamata taverna dei bassifondi e le amazzoni tornarono, con un sospiro di sollievo, a indossare le loro vesti. Decisero che avrebbero agito l’indomani notte.
Per quel giorno Menion giro' per la citta' e parlo' con parecchia gente. Quello che scopri' lo allarmo'. Lui era sicuro che Aura avrebbe fatto di tutto per uccidere Teseo, forse quello era il suo vero scopo, prima anche di quello di liberare Antiope. Ma, da quello che aveva sentito dire dalla gente, Teseo era un buon re. Aveva emanato leggi giuste (anche a costo di andare contro i nobili) e stava cercando di organizzare, contro il parere dei suoi consiglieri, un torneo di giochi a cui avrebbero partecipato gli atleti di tutte le nazioni conosciute e che si sarebbe tenuto nella citta' di Olimpia.
"Ma certo!", penso' improvvisamente, "Secondo una leggenda e' stato proprio Teseo ad inventare le Olimpiadi!", inizio' a rimuginare, "Se Aura uccidesse Teseo questa linea temporale perderebbe le Olimpiadi. Una delle espressioni piu' belle della competizione umana... non posso permetterlo!"
Rimase a riflettere seduto nella stanza centrale della taverna. Olimpia aveva appena finito di raccontare una storia ed aveva guadagnato parecchi denari, poi lo raggiunse.
"A cosa pensi?", gli chiese sedendosi al suo tavolino.
"Alla mia missione...", la sua voce era un sussurro.
"Deve essere strano dover andare cosi' lontano per salvare una persona che non conosci neppure", Olimpia gli sorrideva e prese le sue mani spronandolo a continuare a parlare.
"Si ma devo farlo per il bene..."
"Ed anche perche' cosi' potrai tornare a casa sicuro di aver fatto il tuo dovere!"
"Si tornare a casa...", mormoro' Menion confuso ripensando al Segugio che lo attendeva.
"Anche io faro' cosi'. Una volta liberata Antiope tornero' a casa con le mie compagne. Anche perche' se non si torna a casa che senso ha combattere?"
"Gia', che senso ha combattere?", penso' tristemente il ragazzo.

   La sera le quattro amazzoni si riunirono intorno ad un tavolo per studiare il piano che l’indomani le avrebbe fatto liberare Antiope. Menion si uni' a loro.
"Olimpia tu resterai qui alla locanda...", ordino' Aura e poi prosegui' prima che la ragazza potesse protestare, "...ci servirai di piu' li' ad attenderci con i cavalli piuttosto che nella reggia", la ragazza annui', seppur con riluttanza, "Useremo una corda con un rampino per entrare direttamente nelle stanze superiori, passando dalla parte anteriore, che essendo la piu' illuminata e' anche la meno sorvegliata. Frida rimarra' fuori a controllare la corda ed ad eliminare eventuali scocciatori", anche la bionda vichinga annui', "Pentea salira' con me ma restera' a proteggere la mia ritirata rimanendo nei pressi del rampino", la donna greca sembro' sul punto di obiettare qualcosa ma poi annui'.
"Ed io?", chiese il ragazzo.
"Tu resterai qui", sibilo' la donna di colore.
"Mi spiace, io devo proteggerti e quindi verro' con te", Menion era calmo.
"No", fu la secca risposta di Aura.
"Si", le fece eco lui.
Per un attimo si fronteggiarono e l’amazzone appoggio' una mano sull’elsa della sua spada... poi sospiro' e cedette, "Ma ti terrai fuori dai piedi!"



Grazie a tutte/i per essere ancora qui. Ci avviciniamo a grandi passi allo sprinti finale... ma prima questo capitolo che fa riflettere Menion... il prossimo vedrà il confronto con l'Avversario! :-)
   
 
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