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Autore: Shona    05/07/2010    14 recensioni
Sarah, Alan e Leo non hanno niente in comune, ma la vita li ha resi partecipe di uno strano triangolo di amore e amicizia.
Dalla Storia:
Non ho mai avuto un sogno particolare da voler realizzare, non ho mai avuto progetti che andassero oltre l’anno, non ho mai avuto delle vere amicizie di quelle che durano tutta la vita.
Semplicemente mi limitavo a vivere alla giornata.
Una ragazza normale, forse anche troppo.
Non avrei mai potuto pensare che la mia noiosa vita potesse essere stravolta da due bellissimi cicloni.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Fuori Strada

Capitolo 1 - Hi, I’m Sarah.

 
Mi ero trasferita al numero 87 di Camden St a fine agosto.
Ero sempre stata affascinata da quella zona, con tutti i suoi mercati e il viavai di turisti. Era bello passeggiare e fermarsi a rimirare tutti i colori ed i profumi che impregnavano le strade.
I corsi all’University College di Londra sarebbero iniziati qualche giorno dopo ed io ero ancora indecisa sul cosa fare della mia vita.
Fu una vera fortuna trovare quell’appartamento a Camden Town. Non era grande, ma nemmeno piccolo; era normale, proprio quello che mi serviva.
Quando risposi all’annuncio, non mi sarei mai aspettata di trovarmi come coinquilina una scrittrice alle prime armi; per fortuna Heléna mi prese subito in simpatia.
Al contrario di me Hell era una persona totalmente fuori dagli schemi. Viveva di notte, dormiva di giorno, spesso parlava al suo pesce Elwood chiedendogli consigli su cosa fosse meglio scrivere. Vivere con lei era come vivere da soli. Non ci vedevamo praticamente mai, tranne poche, ma intense, volte.
Iniziai a seguire i corsi di Design Interno perché erano gli unici che in qualche modo avessero attirato la mia attenzione.
Fu lì che conobbi Leo.
Mi si sedette accanto e mi sorrise presentandosi.
<< Sono Leonard Powell. È un vero piacere conoscerti. >> Gli strinsi la mano ricambiando il suo sorriso allegro che riuscì a contagiarmi.
<< Sarah Hunt. >> Persino il mio nome è comune e anonimo.
Da allora è stato amore a prima vista. Ovviamente non nel senso comune del termine. Il bel ragazzo moro che mi si era seduto di fianco era irrimediabilmente gay. Non ci volle molto a capirlo, mi bastò parlare con lui per più di cinque minuti.
Non so come, ma riuscì a conquistarmi. In poco tempo divenni dipendente dalla sua presenza; ogni volta che lo vedevo, mi sentivo bene e passare il tempo con lui era davvero piacevole, se non fosse stato per il suo coinquilino…
 
<< Tesoro oggi devi assolutamente venire da me! Stasera Ben mi ha invitato ad uscire e non ho la più pallida idea di cosa mettermi. >> Leo mi prese le mani fra le sue sprizzando allegria da tutti i pori. Non penso di aver mai visto qualcuno più felice di lui.
<< Certo Poe. >> Con lui non riuscivo mai a smettere di sorridere.
Finite le lezioni andammo a fare un po’ di spesa per il pranzo; l’obbiettivo del giorno erano spaghetti al pomodoro.
Il bus era stipato di gente e ci divertivamo ad inventarci storie sui vari passeggeri.
<< Ecco, prendi lui. Scommetto che la moglie lo tradisce col macellaio! >> Mi bisbigliò all’orecchio facendomi solletico.
<< Ma smettila! Si capisce benissimo che lo tradisce con il farmacista! >> Scoppiammo a ridere come due sciocchi facendo girare più di una persona.
Per fortuna la fermata era solo a pochi minuti dalla facoltà.
Come me, anche Leo abitava in Camden Town in un appartamento che divideva col suo fantomatico coinquilino.
Camminammo tranquilli per la via continuando a pensare al pover’uomo che avevamo lasciato addormentato sul bus.
Una volta arrivati, Leo aprì la porta facendomi passare per prima. La casa non era dissimile dalla mia; un piccolo ingresso che si apriva in un salottino comunicante con la cucina ed una rampa di scale che portava al secondo piano.
Mi fece strada fino al cucinotto dove iniziammo a sistemare la spesa. Fra una risata e l’altra però ci accorgemmo delle urla provenienti dal piano di sopra.
<< Sei un lurido porco bastardo traditore! >> Gridò la voce di una ragazza evidentemente incazzata.
<< Eddai non fare così, non l’ho fatto apposta! >> Provò a difendersi il “lurido porco bastardo traditore”.
<< Oh, ci risiamo. >> Leo sospirò finendo di sistemare la pentola sul fuoco.
Lo guardai interrogativa, ma lui si limitò ad un’alzata di spalle invitandomi a seguirlo al piano di sopra.
Come casa mia anche quella aveva tre stanze, due dovevano essere le camere mentre la terza, il bagno.
Una delle porte si aprì rivelando una biondina tutte curve calpestare i piedi a terra inferocita.
<< Con me hai chiuso! >> Sbatté la porta dietro di sé marciando verso di noi.
<< Ciao Nicole. >> Salutò allegro Leo.
<< Vaffanculo! >>
<< Addio Nicole! >> Disse ancora più allegro.
Ebbi paura che la porta di casa stesse per staccarsi dai cardini quando la tipa se la chiuse alle spalle.
<< Sempre adorabile quella ragazza! >> Ridendo di qualcosa che solo lui poteva sapere, andò a bussare alla stanza da cui era uscita la pazza isterica.
<< Ehi bel biondino, che hai combinato stavolta? >> Si appoggiò al muro aspettando una risposta che non tardò ad arrivare; e con quella iniziarono anche i miei problemi.
La porta si aprì lentamente e una chioma bionda fece capolino.
Lentamente il ragazzo uscì rivelandosi per quello che sarebbe stato il mio sogno e il mio incubo dei prossimi mesi.
Fasciato in un paio di pantaloni di una tuta nera e una canottiera bianca, Alan fece il suo ingresso nella mia vita.
<< Ma che vuoi che ne sappia! Ha dato di matto stamani perché l’ho chiamata Martha! >>
Si passò una mano fra i capelli lisci e scompigliati, come se si fosse svegliato da poco.
<< Ci credo che fosse furiosa. Ma Martha non era la tipa del mese scorso? >> Visti insieme potevano passare per due modelli: tutti e due altissimi e con un fisico praticamente perfetto. L’unica cosa che li distingueva era il colore dei capelli, Leo con i suoi neri e lunghi fino al collo mentre Alan li aveva corti e fin troppo biondi.
Me ne stetti in silenzio ad ascoltare i loro deliri sulle conquiste che il biondo portava a casa praticamente ogni settimana.
<< Non è colpa mia se non riesco a trovarne una che mi prenda come si deve! Sembra che siano tutte uguali queste donne. >> Alzai un sopracciglio a quest’affermazione, sentendomi punta nel mio orgoglio femminile.
Leo mi lanciò un’occhiata divertita mentre m’indicava al suo amico che si girò verso la sottoscritta.
<< Oh. >> Disse solo una volta che mi ebbe messa a fuoco.
Peccato che ad andare a fuoco fui io.
I capelli corti gli accarezzavano la fronte, gli occhi mi guardavano colpevoli, grigi come il cielo di Londra, le guance leggermente rosse per la gaffe appena fatta e la bocca piegata in un adorabile broncio che venne presto sostituito da un sorriso strafottente.
<< Potevi dirmelo che avevamo ospiti, mi sarei fatto trovare in ben altro modo. >> Ammiccò verso di me, facendomi perdere un battito.
Non mi servì molto per inquadrarlo: Il classico bello e impossibile.
<< Ehi McCarson vacci piano! Lei è Sarah. Te ne avevo già parlato, no? >> Leo mi raggiunse circondandomi le spalle con un braccio, tirandomi a sé.
<< Ah, quella per cui torneresti etero se solo non fosse una sorella per te. >> Scoppiò a ridere della mia espressione confusa, mentre Leo lo seguiva a ruota.
Mi trascinò in cucina, dove l’acqua messa a bollire era evaporata quasi del tutto.
Rimise l’acqua sul fuoco e fece le presentazioni formali.
<< Sarah lui è Alan McCarson, il mio bellissimo coinquilino. Ally lei è la mia cucciola Sarah Hunt. >> Leo mi abbracciò da dietro, intrappolandomi fra le sue braccia.
<< Sicuri di non essere veramente fratelli? Vi assomigliate troppo. Siete inquietanti! >> Con occhio critico, Alan ci girò intorno osservandoci come animali allo zoo.
<< Purtroppo per me mio fratello ha solo tredici anni. >> Il mio pestifero scimmiotto Justin era l’esatta copia di Leo da “piccolo” in una foto che mi aveva fatto vedere.
Alan si esibì in una gloriosa alzata di spalle sparendo su per le scale.
<< Poe sappi che ti odierò tutta la vita per questo. >> Sospirai sconsolata.
<< Alan non riesce a fare a meno di far innamorare tutte. >> Ridacchiò appoggiando il mento sulla mia testa.
<< Non esagerare. L’ho visto dieci minuti. >> Incrociai le braccia al petto arricciando le labbra.
<< Cucciola sei arrossita come una tredicenne davanti ad un uomo nudo! Il colpo di fulmine è stato… fulminante! >> Rise dei miei versi disperati.
Finalmente riuscimmo a cuocere la pasta e a imbrattare la cucina di sugo, per fortuna ne avanzò abbastanza per sporcarci la pasta e darle un po’ di sapore.
Alan scese giusto in tempo per rubarci qualche forchettata di spaghetti per poi sparire verso l’università.
Non potei fare a meno di rimanere incantata a guardarlo per tutto il tempo, risultando sicuramente una scema.
<< Dai andiamo in camera così mi aiuti a scegliere. >> Propose Leo dopo aver finito di ripulire il campo di battaglia.
Seduta sul suo letto assistevo alla sfilata di moda personale che coinvolgeva il mio amico in pose accattivanti e abbinamenti assurdi.
<< Leo questa puoi anche buttarla! Ma dove l’hai comprata quest’oscenità? >> Osservai scettica la maglietta rosa shocking che tenevo fra le dita, buttandola poi nel mucchio degli abiti scartati.
<< Che ne dici di questi? >> Girò su se stesso mostrandosi in tutta la sua bellezza.
Un paio di jeans neri gli fasciavano le gambe lunghe, una maglietta arancio con disegni argentati riprendeva il colore delle stringhe delle sue converse.
<< Se non fossi gay, ti salterei addosso. >> Gli dissi sorridendo.
<< Tesoro se non fossi gay non avremmo più i vestiti addosso da un pezzo! >> Si buttò sul letto con me e ridemmo fino alle lacrime.
Passammo il resto del pomeriggio a far nulla: guardammo un film in tv, ascoltammo musica cercando di cantare canzoni straniere storpiando quante più parole possibili, mi feci fare addirittura le unghie con una delicata french.
Arrivate le sette mi congedai lasciando Leo in trepidante attesa del suo cavaliere.
Decisi di fare una passeggiata; il tempo prometteva bene e la luce del sole d’inizio maggio mi fece compagnia.
Con le cuffie dell’I Pod nelle orecchie e la musica a tutto volume ripensai ad Alan.
Era indubbiamente bello. Inutile dire che nel pomeriggio di puro cazzeggio Leo non si era sprecato con i dettagli.
<< E’ un figo pazzesco. Stranamente etero, forse anche troppo. Da quando viviamo insieme gli ho visto portare a casa almeno due ragazze al mese, non riesce proprio ad avere una relazione più lunga di qualche giorno. >>
Non riuscivo a credere che il primo ragazzo, dopo Jason, per cui fossi riuscita a provare qualcosa potesse essere uno di quel genere.
Mi sono sempre piaciuti tipi... beh tipi normali.
Il classico ragazzo bravo in tutto e in niente, appassionato di sport e che condividesse con me qualche passione come quella per i film.
Sospirai ripensando al mio ex. Era esattamente quello che ci si aspettava per una come me.
Siamo stati insieme per due anni e poi… e poi niente. Al ballo di fine anno, invece di andarci ad rinchiudere in qualche camera d’albergo come richiede la tradizione, mi ha riportata a casa dicendomi che tra di noi era finita e che se ne sarebbe andato in America a studiare in qualche college.
Ho passato tre giorni a piangere ininterrottamente; poi me ne sono fatta una ragione.
Gli ultimi tempi erano effettivamente noiosi, non facevamo più niente e nemmeno il sesso era granché.
Da una parte è stato meglio così. Sarebbe stato comunque inutile continuare con una storia a distanza se già quando stavamo insieme, non andava.
Fra un pensiero e l’altro non mi resi quasi conto di essere arrivata davanti al portone di casa.
Spensi l’I Pod e lo misi in tasca assieme alle cuffie. Come al solito ci misi due ore e mezzo per trovare le chiavi in borsa e quando – finalmente - le misi nella toppa la porta si aprì da sola.
<< Oh Sarah! >> Una nuvola di capelli biondi mi assalì abbracciandomi e stritolandomi.
<< He-Heléna? >> Stupita, ricambiai l’abbraccio, mentre la mia coinquilina si scioglieva in singhiozzi.
<< Che succede? >> Le accarezzai la schiena cercando di farla calmare un po’, ma risultò tutto inutile.
<< Elwood è… è… >> Pensai subito al peggio. In fondo cosa poteva mai succedere ad un pesce?
La trascinai in casa chiudendo la porta con un piede e maledicendomi subito dopo per aver lasciato le chiavi appese fuori.
<< Hell… >> Il soprannome che le avevo dato era quasi una presa in giro per la mia coinquilina. Bionda, con grandi occhi azzurri e un po’ - tanto - svampita. Avevo avuto occasione di leggere qualche suo racconto e, se non avessi avuto l’autrice davanti, avrei pensato che mi stessero prendendo in giro.
La cara Heléna si dilettava in racconti erotici capaci di suscitare strani pensieri anche all’essere più casto di questo mondo.
Mi guardò con gli occhi lucidi e pieni di lacrime indicandomi la cucina.
La lasciai un momento da sola, il tempo necessario per riprendere le chiavi e andare a vedere nel cucinotto.
La boccia di vetro troneggiava sul suo mobiletto e al centro il povero Elwood galleggiava a pancia in su.
Mi sentii gli occhi gonfiarsi di lacrime, perché in fondo anche io mi ero affezionata a quella piccola palletta di squame nere, con le sue lunghe pinne svolazzanti e gli occhi perennemente in fuori.
Tornai in sala portando una delle scatole di kleenex che tenevo - per ogni evenienza - sparse per la casa.
<< Mi dispiace tanto Heléna. >> Le porsi un fazzoletto e lei ci tuffò il viso scoppiando a piangere.
Non sapevo sinceramente cosa fare. Ogni volta che moriva un pesce rosso a Justin, ci limitavamo a buttarlo nel water e tirare lo sciacquone, o nel peggiore dei casi non ce ne era nemmeno bisogno visto che il gatto si divertiva a pescarli dalla boccia.
Mi sedetti accanto a lei poggiandole una mano sulla spalla.
<< Siamo stati cinque anni insieme e lui se ne è andato così all’improvviso! >> Le parole le uscivano distorte dai singhiozzi e mi dispiacque troppo per quella ragazza con cui dividevo la casa da mesi, ma di cui alla fine, non sapevo praticamente nulla.
<< Beh cinque anni sono tanti, ti è stato vicino per quanto ha potuto e sono sicura che è stato felice di stare con te. >> Mi sentii un po’ sciocca a consolarla.
<< E ora chi mi ascolterà quando avrò un blocco e non saprò cosa scrivere? O quando ho troppe idee in testa e non so quale sia quella giusta? >> Con gli occhi rossi carichi di lacrime e il naso che le colava mi ricordò tanto me da piccola quando morì Mr Pungle, il gatto che avevo a sei anni, e capii che per lei quel pesce era veramente molto importante.
<< Se vuoi, ti ascolterò io. Non passo le mie giornate a boccheggiare, ma se ti va… >> Lasciai la frase in sospeso, certa che avrebbe comunque capito.
Un piccolo sorriso tirato le piegò le labbra mentre annuiva.
Quella sera dicemmo una preghiera per il piccolo Elwood che, vorticando nello scarico, ci salutò.
Per la prima volta nella mia vita dormii nello stesso letto con qualcuno che non fosse mio fratello. Tenni Heléna abbracciata aspettando che i singhiozzi si calmassero e che si addormentasse.
Non potei fare a meno di pensare a come stesse andando la serata a Leo. La mia noiosa vita aveva preso una strana piega da quando quel moretto pazzoide vi era entrato a forza. Sorrisi ricordando tutti i pomeriggi passati insieme a studiare e a scherzare. Avevo trovato quell’amico speciale che tutti cercano e giurai a me stessa che avrei fatto di tutto per tenermelo stretto.
Purtroppo per me, non riuscii a non pensare ad Alan. Lo “conoscevo”, se così si poteva dire, da nemmeno ventiquattro ore e già infestava il mio povero cervellino.
L’ultimo pensiero fu per lui, prima che il mondo dei sogni mi accogliesse.
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Angolo della Pazza:
E dopo solo due (o forse sono tre? XD) giorni, ecco qua il primo capitolo di Fuori Strada *_*
Sono a dir poco emozionata! Soprattutto per tutto il sostegno che mi state dando! Grazie infinite a tutte voi! Grazie alla giuggiolina che mi aiuta a spargere virgole per il testo! Grazie alla Piccina Jessie Jess per sopportarmi quando la stresso su msn! Tesoro ti voglio bene!  Grazie a Ginny (non ricordo assolutamente che nick hai su EFP XD) per il bellissimo banner che ha creato (anche se per ora è solo un provvisorio =P) Insomma Grazie!
Che dire sul capitolo? E' il primo (ma va? XD) e in quanto tale serve solo a presentare un po' i personaggi.
Partiamo con la presentazione del Cast *_*
C'è Sarah Hunt, la normale Sarah. Persino la modella che le da il volto si chiama Sarah! Nemmeno a farlo a posta XD Purtoppo non riesco a trovare il suo nome completo, se qualcuno riesce a trovarlo gli farò una statua!
L'indiscusso padrone del miei pensieri, Leo! O come lo chiama Sarah, Poe. Che dire di lui? E' fantastico! Un mix letale di allegria e malizia.
Matt Gordon mi ha concesso (se come no XD) di usarlo per dare la bellissima forma a Leonard Powell!
Passiamo ora al nostro biondino: Alan McCarson!
Mitch Hewer (grazie signore Hewer *_*) da il volto al seconto ciclone ;)
Finiamo in bellezza con la dolce Heléna Foster! Il suo personaggio è leggermente (ma pocchissimo giuro!) autobiografico; ovviamente non ho nulla a che spartire con Kristen Bell che si presta benissimo per la mia Hell!
Special Guest: Elwood! Il mio dolce Pescio che nella storia che fatto una brutta fine XD
Spero che le immagini si vedano tutte ^_^
State tranquilli che le NdA non saranno più così lunghe XD
Dal prossimo capitolo mi impegno a rispondere alle recensioni, ma ora devo proprio scappare a studiare che ancora non so cosa raccontare alla prof il 7! XD
Un saluto a tutti voi che siete passati di qua e a presto!
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