Capitolo 3
Epilogo
Martha, Rose e il Dottore si ritrovarono ai piedi della
Statua della Libertà a contemplare il profilo della città e a pensare ai fatti accaduti
quella notte passata. Ritrovarsi di nuovo faccia a faccia con i Daleks aveva
aperto vecchie ferite, la perdita del suo pianeta, la guerra del tempo, la
battaglia su satellite cinque, e la battaglia di Canary Warf, tutte le persone
che erano morte durante quelle battaglia, il sacrificio che Rose era stata
disposta a fare per fermare i Daleks su satellite cinque.
“Mi dispiace.” disse Rose al Dottore, distraendolo dai
suoi pensieri, si voltò a guardarla, sempre accanto a lui nonostante tutto,
nonostante anche quella volta aveva rischiato la vita. Era accanto a lui e gli
stava chiedendo scusa.
“Per cosa?” chiese non capendo.
“Che quel Dalek è scappato.” Gli disse.
“Non fa niente. Un giorno lo rincontreremo.” Disse
sorridendole, poi si avviarono nuovamente al Tardis.
“Pensi che quei due se la caveranno?” chiese Martha
camminando dietro di loro. Il Dottore si voltò a guardare nuovamente la città.
“In un altro posto mi sarei preoccupato. Ma New York è
speciale, magica.”rispose con sincerità.
“Datemi gli affaticati, i poveri, le masse disordinate e magari anche gli
chiavi maiali dei Daleks.” Disse con ironia facendo sorridere le due ragazze.
“Il maiale e la soubrette.” Scherzò ancora Martha.
“Il maiale e la soubrette, suona come il titolo di un
reality.” Scherzo Rose, ridendo insieme al Dottore, rimettendosi a camminare
verso il Tardis.
“Questo dimostra che ognuno ha la sua metà.” Disse Martha
seguendoli, il Dottore sorrise e guardò Rose,era lei la sua metà? Lui non ne
aveva dubbi. Le prese la mano facendolo sembrare casuale.
“Si, credo proprio di si.” Disse fingendosi distratto,
mentre i tre rientrarono nel Tardis.
Una volta che il Dottore portò il Tardis nel vortice del
tempo, le due ragazze scomparvero dalla sala della console. Si mise seduto sul
sedile e pensò a Rose e a loro due, voleva tanto poterle parlare liberamente di
come si sentiva, voleva riprendere da dove Martha l’altra sera li aveva
interrotti. Si alzò improvvisamente e andò verso la camera della ragazza deciso
a parlarle e chiarirsi con lei. Arrivato nella camera non la vide subito,
l’intera stanza era messa sotto sopra, il letto era coperto di tutti i vestiti
che aveva visto addosso a Rose, guardò verso l’armadio della ragazza e lo vide
più disordinato del solito. Poco dopo rientrò Rose con una cesta di biancheria.
“Ehi, ciao.” Lo salutò mentre metteva nella sua sacca i
vestiti, un dubbio assalì il Dottore.
“Che sta succedendo qui?” chiese mentre la guardava fare
avanti e indietro per tutta la stanza.
“Ha visto la mia felpa lilla?” gli chiese completamente
assorta in quello che stava facendo.
“Quale felpa?” chiese sempre più confuso.
“L’ho indossata quando siamo andati a New New New York la prima volta.”
Disse guardando anche sotto il letto, il Dottore ci pensò un attimo.
“Non la ricordo.” Le rispose.
“Com’è possibile che non la trovo più.” Disse continuando
a cercare.
“Mi vuoi dire che stai facendo?” chiese ancora il
Dottore.
“Sto preparando la borsa per portarla a mamma, non appena
tu avrai riportato Martha a casa.” Disse.
“E quando hai deciso di andare da lei?” le chiese.
“Non possiamo non andarla a trovarla, se scopre di nuovo
che siamo stati a Londra e non siamo andati da lei, possiamo rifugiarsi in
qualche altra galassia, perché stai pure certo che ci troverà.” Lo minacciò
mettendosi davanti a lui.
“E se andiamo in un'altra dimensione? Che ne dici? Lì non
potrà mai trovarci.” Le suggerì.
“Non possiamo farlo.” Lo richiamò dolcemente, lui sbuffò
leggermente. Rose gli sorrise e uscì dalla camera, lasciando il Dottore
preoccupato per Jackie.
Fine
Revisione Agosto 2011
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