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Autore: sammyjoe Storm    14/08/2010    3 recensioni
"L'amore è come il vento, viene e va con facilità, ma se è come il vento prima o poi ritornerà" Da questa frase prende il via questa storia.. Una storia dove i sentimenti, le provocazioni, la passione, le emozioni, i sorrisi e le battute saranno all'ordine del giorno.
Samantha scappa dalla sua vita e dalla sua città, Los Angeles, per iniziarne una completamente diversa a New York, in un nuovo Campus non proprio convenzionale, tanto che gli studenti dovranno inscenare, per un concorso, la rivisitazione in chiave moderna di Dirty Dancing e non solo... Qui Sam incontrerà Alexander, un bellissimo ed egocentrico ragazzo. Sam e Alex, hanno lo stesso identico carattere e si avvicineranno grazie ad una piccola scommessa, un giochino un po' perverso... ma questo è solo l'inizio.
..ma come sempre accade, quando si chiude il cuore, arriva di nuovo l'amore, quello forte, quello vero, quello che ti lascia senza fiato ad annaspare aria, quello che ti massacra il cuore da dentro..eh si.. quando l'amore arriva, o più semplicemente ritorna, non avvisa nessuno.. colpisce come un treno in corsa, come un tir lanciato a tutta velocità o come uno shuttle in decollo.. quando arriva arriva e non c'è niente da fare.. se non viverlo o almeno provare a viverlo, perchè scappare è inutile, ti insegue e non ti lascia mai. L'amore è qualcosa che attanaglia l'anima, prende il cuore, il corpo e la mente, niente resta escluso..se è amore. Paradiso e inferno, volo e immobilità, colore e nulla.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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New York

drin ..drin ..drin..drin..

Merda! Era già ora di alzarsi, a breve sarebbe arrivato il corriere con le mie cose, dovevo darmi una smossa.
Aprii la valigia cercando i vestiti che mi ero portata per il mio camuffamento: jeans larghi e la classica maglietta da football, larga e lunga fino le cosce. Mi vestii, non potevo sembrare più sfigata di così.

Il cellulare iniziò a suonare, risposi, era arrivato il corriere e decisi di andargli in contro. 
Mi infilai il cappellino in testa e un fantastico paio di occhiali da vista; rendendo, in questo modo, impossibile un mio eventuale riconoscimento; mi guardai allo specchio prima di uscire dalla porta: era incredibile, veramente incredibile! Se Nikki fosse stata qui se la sarebbe risa alla grande! Quasi stentavo a riconoscermi io stessa.
Nikki, come al solito, aveva ragione..e poi l’idea degli occhiali era stata veramente superba. Un po’ mi dispiaceva per i miei capelli, erano così belli rosso ciliegia, rosso fuoco, ma troppo vistosi per il mio nuovo inizio; la tinta, fatta la sera precedent, era riuscita alla perfezione, un banalissimo e comunissimo castano, giusto per mimetizzarmi meglio nella folla. Una semplice sconosciuta.

Appena i ragazzi del corriere se ne furono andati, iniziai a sistemare tutta la mia roba, speravo vivamente di riuscire a riordinare il tutto prima della mezzanotte.
Soddisfatta ma a pezzi, guardai il mio operato: un armadio pieno di vestiti modello super sfigata e uno pieno dei miei amati capi. 
Una cosa era certa: avrei usato quelli belli e ripiegati  per quando sarebbe arrivato Kyle, gli altri sarebbero stati i miei abiti ordinari.

Sabato e domenica passarono in fretta, qualche passeggiata nei dintorni, una sbirciatina fuori dal Campus, una ripassata ai miei corsi e una bella dormita, pronta per il lunedì mattina e l'inizio di qualcosa di nuovo.


Primo corso della giornata Economia.. Fantastico! Pensai sarcastica.
Davvero fantastico inizio, vorrei sapere chi era il cerebroleso che aveva messo economia alle prime due ore del lunedì.. ve bene che le lezioni più importanti richiedevano la mente fresca, ma così facendo era proprio una mazzata!

Decisi di entrare in anticipo di 15 minuti, giusto per evitare di fare la figura della ritardataria e per aver il tempo di trovare un banco tranquillo.
Come non detto... Ma qui a New York sono tutti puntuali come i colletti bianchi? Cazzo. 
Si girarono tutti a fissarmi, puntai un banco vicino alla finestra e mi sedetti, dopodiché aprii il libro di economia e feci finta di leggere. 
Il brusio della gente in quell’aula aumentò, sentii delle risate, non faci in tempo ad alzare gli occhi che sentii una voce femminile, stridula e fastidiosa, molto vicino.

“Ciao immagino che tu sia quella nuova”
Alzai gli occhi e mi trovai davanti la classica oca ossigenata, vestita da cheerleader, che mi fissava con aria di superiorità.
Che dire? New York 2, Sammy 0. Come inizio non era male!  Sarcasmo e ironia, a quanto pareva, erano i miei compagni d'avventura, ma ho promesso a me stessa, ai miei, a Kyle e a Nikki che non avrei risposto a nessuna provocazione, quindi le risposi educatamente.

“Hem..si..esatto..ciao..sono quella nuova.. ”
Mi rimisi a leggere, per modo di dire, il libro di economia. 
Rimase un altro po' a fissarmi, poi si girò e tornò da dove era venuta; raggiunse un gruppo di ragazze e di ragazzi che dopo poco scoppiarono a ridere. Li ignorai. 
Arrivò il docente di economia, un uomo piccoletto che sembrava la brutta copia di Danny de Vito, un po’ più magro e leggermente più alto. Sorrisi nel vederlo.

La prima ora passò abbastanza tranquillamente, solo qualche altro commento seguito da risate ma niente di particolare; iniziai a sentirmi meno nervosa.
Mi alzai con la scusa di andare in bagno, avevo assolutamente bisogno di caffeina, così mi recai al distributore automatico, posto alla fine del corridoio.
Il caffè era un gran toccasana, riusciva a calmarmi e a darmi energia, un controsenso,ma io ero un controsenso unico.
Rientrai in classe e mi sedetti al mio posto. Non feci in tempo a sedermi che sentii dei grugniti, di alcuni ragazzi, e risatine, sempre più odiose e insistenti, da parte del gruppo di oche, anche se a dirla tutta sembravano starnazzi e non risate. 
Non capivo cosa li facesse tanto ridere, finché non provai a sistemarmi meglio sulla sedia.. Non riuscivo a muovermi, ero come incollata, che caz... Nooo! Non era possibile, quei trogloditi senza cervello e quelle papere petulanti, avevano spalmato il sedile della sedia di colla! Cazzo! Cazzo! Cazzo! 
Se mi fossi alzata le conseguenze potevano essere due: uno, la sedia si sarebbe alzata con me, oppure, due, i miei pantaloni si sarebbero strappati lasciandomi le mutande e il fondoschiena in bella vista. E adesso? Arrabbiarsi non sarebbe servito a niente, tantomeno insultarli.
Mi morsi il labbro, cercando di contenere rabbia e frustrazione, esagerando con la forza, perchè sentii l'odore acre e ferroso del sangue. Inspirai profondamente ed espirai con lentezza. Dovevo elaborare un piano per togliermi da quella situazione imbarazzante.
Decisi di far finta di nulla e di non dar nessuna soddisfazione agli stronzi, continuai quindi a seguire la lezione, incrociando le dita e pregando tutti i santi in paradiso, di far si che nessuno quella mattina mi chiamasse alla cattedra o da qualsiasi altra parte. 
Gli stronzi, ogni due per tre, mi guardavano e ridevano; stavo diventando rossa in viso per l’imbarazzo ma soprattutto per la rabbia, che iniziava a scorrere senza ritegno sotto pelle.
Terminò la lezione, per fortuna non dovetti cambiare aula, alzai la testa e mi guadai intorno; mamma oca mi fissava con un ghigno da bastarda petulante.
Calma, keep control, continuavo a ripetermi, quello che quegli idioti facevano, non mi doveva minimamente sfiorare. 
Una parola a dirsi ma completamente difficile a farsi. La ignorai e guardai fuori dalla finestra, arrivò il docente di diritto e iniziò subito a parlare, tanto meglio, il tempo sarebbe passato più in fretta.

Finì anche l’ultima lezione della giornata.
Adesso si poneva il vero problema: che cosa avrei fatto? Non mi veniva in mente nulla, oltre a quello che avevo pensato fino a quel momento, quando ad un tratto fui illuminata da un lampo di genio. Presi il cellulare e mandai un messaggio a Nikki. 
E se non mi avesse risposto? Che diavolo di ore erano a casa? 
No, non potevo preoccuparmi, Nikki dormiva con il cellulare appoggiato al cuscino, non se ne staccava mai, nemmeno quando andava in bagno, e infatti la risposta non tardò ad arrivare.
' ma che stronzi! Aspetta che me li trovo davanti.. Mi spiace tesoro, ma l’unica cosa che puoi fare è andartene tenendoti la sedia con le mani, se non vuoi che si verifichino sorprese' Lo sapevo.. merda!

Mi feci coraggio e m'incamminai con la sedia, appiccicata al sedere, verso il bagno più vicino, quando mamma oca aprì la sua cazzo di bocca.
“Hey sfigata, dove te ne vai con la sedia? Non lo sai che le sedie DEVONO essere lasciate nell'aula?”
Partirono risate di scherno e ghigni malefici da tutti i presenti. Mi sarei sotterrata sotto terra se avessi potuto ma continuai a camminare fregandomene di tutto. Peccato che nel corridoio fu peggio: era pieno di studenti che mi indicavano e ridevano a crepapelle.

New York 3, Sammy 0. Era sempre più deprimente la stilatura di questa lista. Ed ero solo al primo giorno!

Ottimo! Un perfetto lunedì da coglioni!

Mi fiondai nel bagno in attesa che si svuotassero i corridoi, dato che ormai era l’ora di pranzo, poi mi sarei alzata e avrei raggiunto la mia camera; ringrazierò sempre la mia sfacciata curiosità, per fortuna domenica mi ero fatta un giro nei dintorni e con la memoria fotografica che avevo, sarei potuta arrivare in camera senza passare ne' davanti alla caffetteria ne' davanti dalla mensa.

Bilancio della prima settimana scolastica:
New York 10, Sammy 0. 
Tragico. Patetico. Penoso. Tristissimo.

Odiavo quelle oche, odiavo i ragazzi della squadra di football e odiavo il fatto che, per quieto vivere, avevo deciso di non reagire, lasciandomi così chiamare con tutti i più schifosi nomignoli che mi appioppavano.

Arrivò sabato pomeriggio e decisi che, sia per la mia salute mentale che per i miei nervi, mi sarei iscritta nella palestra di Tommy, l’amico di Kyle, ma allo stesso tempo dovevo risolvere un altro problemino: mi serviva un mezzo di trasporto per spostarmi in libertà dal Campus alla palestra e magari a da qualche altra parte, giusto per non impazzire.

Corsi in camera, presi una borsa a tracolla, ci infilai un paio di pantaloni, una canotta, presi il mio casco della Suomy, che avevo raccomandato a mia madre di spedirmi insieme al mio giubbetto della Dainese e chiamai un taxi.

Arrivai in centro, entrai nel primo concessionario che trovai e senza pensarci molto, comprai la mia seconda moto.
Questa volta optai per un fantastico Kawasaki verde brillante, un millone per la precisione. 
Il tipo del negozio rimase un po’ basito e attapirato, ma non mi importò molto, pagai subito e uscii con la mia nuova bambina. Chiesi un po’ di informazioni ma alla fine trovai la palestra, non era nemmeno lontanissima dal Campus.

Parcheggiai davanti alla vetrata ed entrai. 
Mi guardai intorno:  un intero edificio vecchio stile adibito a palestra. 
Era grande e pieno di luce, c'erano molti attrezzi, sacchi che pendevano dal soffitto su un lato, macchine e pesi dall’altro; in mezzo alla sala c’era un ring, corde blu e rosse e tappeto bianco. Mi piacque subito quel posto.

Stavo fissando ancora il ring quando una voce esclamò “Hey ragazzina.. cosa vuoi? Guarda che questa non è una beauty farm! ” 
Mi girai e socchiusi leggermente gli occhi, “Tommy” dissi appena.

“Chi sei ragazzina?” Ma a lui che fregava?

“Primo non sono affari tuoi, secondo voglio parlare con Tommy e terzo non offendere la mia intelligenza” Secca e diretta.

“Minuta ma con un ego e un caratterino smisurati.."

“Senti chi parla.. l’uomo elefante con un modo di fare da scaricatore di porto, dov’è Tommy?”

“Piccola insolente, adesso te le insegno io le buone maniere ” Mi aveva forse minacciato? Era un modo per volermi sfidare? Non mi sarei tirata indietro. Amavo le sfide.

“Come preferisci elefante..” Facemmo un passo l’uno verso l’altro, fissandoci negli occhi.
Un'altra voce tuonò “Adesso basta, si può sapere cosa sta succedendo Moe?” Avevo appena scoperto il nome dell'uomo elefante.

“Niente di che, questa ragazzina, insolente e maleducata, ha bisogno una piccola lezione di buone maniere.. Dammi cinque minuti che le insegno il galateo..” rispose serafico Moe con un ghigno sulle labbra, pieno di sè, tanto che mi sembrava volesse scimiottarmi solo con quello. Se pensava d'impressionarmi, si sbagliava di grosso.

“Hey ragazzina, cosa sei venuta a fare in questa palestra?”
Mi girai di centottanta gradi, in modo da aver davanti il tizio che aveva appena parlato, lo guardai un attimo. 

“Tommy? Tommy Spencer?” dissi sfoderando uno dei miei sorrisi a trentaseimila denti.

“Uhm.. Si, ci conosciamo?”

“Tommy, sono Samantha”

“Mi spiace ma non mi dice nulla, cosa posso fare per te?”

“Tommy, non ci vediamo da meno di un anno e già ti sei scordato? Ha ragione Kyle, quando dice che sei un brontosauro senza cervello “ scoppiai a ridere.

“Kyle..brontosauro.. Samantha.. MA CERTO.. SAMMY! ” si lancio con un balzo verso di me, mi prese in braccio e mi fece rotare per aria.

“Tommy mettimi giù per favore!” urlai. 
Una volta che le mie gambe toccarono terra, fece un leggero passo indietro, alzò un sopracciglio e mi fissò ,dall’alto verso il basso e viceversa, sembrava perplesso.

“Ma che hai fatto? Cosa ci fai in giro conciata come una sfigata? E i tuoi fantastici capelli rosso fuoco? Dio, Sammy non ti avrei mai riconosciuta! Cos’è successo? Stai bene? E Kyle? ” risi a sentire le sue parole, se non mi aveva riconosciuta lui, il mio piano aveva funzionato.

“Tommy, tranquillo, va tutto bene, mi sono trasferita da poco qui a New York per studiare e ho deciso di mimetizzarmi tra la folla, evitando di farmi riconoscere e di comportarmi come a Los Angeles; mi ha dato Kyle il tuo indirizzo, sta benissimo, adesso è in giro a promuovere il nuovo album e a fare concerti con la band" 

Annuì con la testa e sorrise “Ho capito. Conoscendoti un po’ immagino che dovrai sfogare un po’ di rabbia repressa e quindi vorresti allenarti qui..."

"Esatto Tommy, ce l’hai un buco per me?”

“E me lo chiedi anche signorina? Per te e Kyle qualunque cosa, non mi sono mai divertito come in vostra presenza, siete stati fantastici con me a Los Angeles. Signorinella, sbaglio o siamo amici?” disse con tono felice, per poi continuare “E poi Sammy, ho bisogno di una come te qui dentro, sono circondato da maschi pieni di muscoli che si muovono sul ring come degli orsi in letargo! Ed hanno bisogno di una svegliata.. un po’ come a LA! Vero che mi darai una mano?”

“Certo Tommy, stanne certo. Ci sarà da divertirsi, allora! Grazie mille” e lo abbracciai.

“Hey Tommy, non ho capito bene, chi è questa ragazzina e cosa vuole fare qui..” proferì l’elefante 

Tommy guardò prima me e poi lui e rispose “Moe, lei è Samantha, una carissima amica mia e di Kyle, verrà qui ad allenarsi e mi darà una mano a svegliare un po’ i ragazzi. Sembra un'innocente ragazzina ma quando la vedrai sul ring, resterai sbalordito. Detto questo, mi raccomando, vedete di andare d’accordo. Ah Sammy, Moe è il mio vice qui dentro, per favore, non farmelo sclerare... Quando vuoi iniziare?”

“Ok Tommy, messaggio ricevuto, sotterro l’ascia di guerra con Moe e, se posso, inizierei anche subito”

“Bene, gli spogliatoi sono là in fondo" disse indicando una porta "E là" indicando un'altra porta. "Poi per il resto, fai come se fossi a casa tua” mi fece l’occhiolino e s’incamminò. 
Guardai l’elefante, gli tesi la mano in segno di pace e di saluto, ricambiò tranquillamente e poi andai a cambiarmi.

Colpii più forte che potevo il sacco, pugni calci, ginocchiate e gomitate, avevo troppo nervoso da scaricare.
Finalmente avevo trovato il mio angolo relax in quella New York che mi stava schiacciando come un insetto.
D'altronde tutti si sentono un po' formiche a New York.

Dopo un paio d’ore di allenamento, esausta ma estremamente libera e soddisfatta, la mia testa non aveva più pensieri,
mi sentivo in pace con il mondo.

Presi la moto e tornai al Campus, facendo bene attenzione a non incrociare oche e trogloditi in libera uscita.

Pensai al giorno seguente, avrei potuto dormire tutto il santo giorno.

Mi addormentai sul letto senza nemmeno accorgermene.



Angolino Autrice: Come in ogni Campus che si rispetti, c'è sempre il gruppetto di stronzi che addita i nuovi arrivati, giudicandoli con superficialità solo per l'aspetto, un paticolare dell'abbigliamento, per i capelli, gli ochhiali o semplicemente perchè diversi. Spesso quelli un po' bruttini sono quelli che subiscono maggiormente le angherie.. Come si suol dire.. ogni scuola è paese XD Queste persone, purtroppo, non si soffermano a guardare o ad osservare il nuovo, se non è degno del proprio rango, della propria bellezza o semplicemnte se non va a genio per millemila motivi. Per fortuna il mondo è bello perchè è vario..altro luogo comune, che potrei anche sfatare, in questo caso...ma onde vagare per meandri inesplorati e che non c'entrano nulla, do un taglio.. eh si, lo so sono strana. Dunque, ho perso il filo.. Ah si..
La prima settimana di lezioni e nuovi compagni..povera Sammy.. è circondate da oche e trogloditi, anche se io, personalmente, definirei il Campus della URNY come una grande fattoria o un grande zoo, se proprio volete, va bene anche parco naturale.. :D ..non vorrei essere nei suoi panni, anche se quando andavo a scuola, alcuni elementi erano certi come l'aria che respiriamo.
Per fortuna ha trovato la sua valvola di sfogo, altrimenti sarebbe stata una pentola a pressione, a furia di accumulare poi sarebbe esplosa... e noi ( io e spero anche voi) non vogliamo che la cara Samantha scoppi, vero? XD
Ringrazio chi segue questa storia, sia per il tempo dedicatomi che per le recensioni.
Alla prossima!


   
 
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