New York
drin ..drin ..drin..drin..
Merda! Era
già ora di alzarsi, a breve sarebbe arrivato il
corriere con le mie cose, dovevo darmi una smossa.
Aprii la valigia cercando i vestiti che mi ero portata per il mio
camuffamento: jeans larghi e la classica maglietta da football, larga e
lunga fino le cosce. Mi vestii, non potevo sembrare più
sfigata di così.
Il cellulare iniziò a suonare, risposi, era arrivato il
corriere e decisi di andargli in contro.
Mi infilai il cappellino in
testa e un fantastico paio di occhiali da vista; rendendo, in questo
modo, impossibile un mio eventuale riconoscimento; mi guardai allo
specchio prima di uscire dalla porta: era incredibile, veramente
incredibile! Se Nikki fosse stata qui se la sarebbe risa alla grande!
Quasi stentavo a riconoscermi io stessa.
Nikki, come al solito, aveva ragione..e poi l’idea degli
occhiali era stata veramente superba. Un po’ mi
dispiaceva per i miei capelli, erano così belli rosso
ciliegia, rosso fuoco, ma troppo vistosi per il mio nuovo inizio; la
tinta, fatta la sera precedent, era riuscita alla perfezione, un
banalissimo e comunissimo castano, giusto per mimetizzarmi meglio nella
folla. Una semplice sconosciuta.
Appena i ragazzi del corriere se ne furono andati, iniziai a sistemare
tutta la mia roba, speravo vivamente di riuscire a riordinare il tutto
prima della mezzanotte.
Soddisfatta ma a pezzi, guardai il mio operato: un armadio pieno di
vestiti modello super sfigata e uno pieno dei miei amati capi.
Una cosa
era certa: avrei usato quelli belli e ripiegati
per quando sarebbe arrivato Kyle, gli altri sarebbero stati i miei
abiti ordinari.
Sabato e domenica passarono in fretta, qualche passeggiata nei dintorni, una sbirciatina fuori dal Campus, una ripassata ai miei corsi e una bella dormita, pronta per il lunedì mattina e l'inizio di qualcosa di nuovo.
Primo corso della giornata Economia.. Fantastico!
Pensai sarcastica.
Davvero fantastico inizio, vorrei sapere chi era il cerebroleso che
aveva messo economia alle prime due ore del lunedì.. ve bene
che le lezioni più importanti richiedevano la mente fresca,
ma
così facendo era proprio una mazzata!
Decisi di entrare in anticipo di 15 minuti, giusto per evitare di fare
la figura della ritardataria e per aver il tempo di trovare un banco
tranquillo.
Come non detto... Ma qui a New York sono tutti puntuali come i colletti
bianchi? Cazzo.
Si girarono tutti a fissarmi, puntai un banco vicino
alla finestra e mi sedetti, dopodiché aprii il libro di
economia e feci finta di leggere.
Il brusio della gente in
quell’aula aumentò, sentii delle risate, non faci
in tempo ad alzare gli occhi che sentii una voce femminile, stridula e
fastidiosa, molto vicino.
“Ciao immagino che tu sia quella
nuova”
Alzai gli occhi e mi trovai davanti la classica oca ossigenata, vestita
da cheerleader, che mi fissava con aria di superiorità.
Che
dire? New York 2, Sammy 0. Come inizio non era male! Sarcasmo
e ironia,
a quanto pareva, erano i miei compagni d'avventura, ma ho promesso a me
stessa, ai miei, a Kyle e a Nikki che non avrei risposto a nessuna
provocazione, quindi le risposi educatamente.
“Hem..si..esatto..ciao..sono quella nuova..
”
Mi rimisi a leggere, per modo di dire, il libro di economia.
Rimase un altro po' a fissarmi, poi si girò e
tornò da dove era venuta; raggiunse un gruppo di ragazze e
di ragazzi che dopo poco scoppiarono a ridere. Li ignorai.
Arrivò il docente di economia, un uomo piccoletto che
sembrava la brutta copia di Danny
de Vito, un po’
più magro e leggermente più alto. Sorrisi
nel vederlo.
La prima ora passò abbastanza tranquillamente, solo qualche
altro commento seguito da risate ma niente di particolare; iniziai a
sentirmi meno nervosa.
Mi alzai con la scusa di andare in bagno, avevo assolutamente bisogno
di caffeina, così mi recai al distributore automatico, posto
alla fine del corridoio.
Il caffè era un gran toccasana, riusciva a calmarmi e a
darmi energia, un controsenso,ma io ero un controsenso
unico.
Rientrai in classe e mi sedetti al mio posto. Non feci in tempo a
sedermi che sentii dei grugniti, di alcuni ragazzi, e risatine, sempre
più odiose e insistenti, da parte del gruppo di oche, anche
se a dirla tutta sembravano starnazzi e non risate.
Non capivo cosa li
facesse tanto ridere, finché non provai a sistemarmi meglio
sulla sedia.. Non riuscivo a muovermi, ero come incollata, che
caz... Nooo! Non era possibile, quei trogloditi senza cervello e
quelle papere petulanti, avevano spalmato il sedile della sedia di
colla! Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Se mi fossi alzata le conseguenze potevano
essere due: uno, la sedia si sarebbe alzata con me, oppure, due, i miei
pantaloni si sarebbero strappati lasciandomi le mutande e il
fondoschiena in bella vista. E adesso? Arrabbiarsi non sarebbe servito
a niente, tantomeno insultarli.
Mi morsi il labbro, cercando di contenere rabbia e
frustrazione,
esagerando con la forza, perchè sentii l'odore acre e
ferroso del sangue. Inspirai profondamente ed espirai con lentezza.
Dovevo elaborare un piano per togliermi da quella situazione
imbarazzante.
Decisi di far finta di nulla e di non dar nessuna soddisfazione agli
stronzi, continuai quindi a seguire la lezione,
incrociando le dita e pregando tutti i santi in paradiso, di far si
che nessuno quella mattina mi chiamasse alla cattedra o da qualsiasi
altra parte.
Gli stronzi, ogni due per tre, mi guardavano e ridevano;
stavo diventando rossa in viso per l’imbarazzo ma soprattutto
per la rabbia, che iniziava a scorrere senza ritegno sotto pelle.
Terminò la lezione, per fortuna non dovetti cambiare aula,
alzai la testa e mi guadai intorno; mamma oca mi fissava con un ghigno
da bastarda petulante.
Calma, keep control,
continuavo a ripetermi, quello che quegli idioti facevano, non mi
doveva minimamente sfiorare.
Una parola a dirsi ma completamente
difficile a farsi. La ignorai e guardai fuori dalla finestra,
arrivò il docente di diritto e iniziò subito a
parlare, tanto meglio, il tempo sarebbe passato più in
fretta.
Finì
anche l’ultima lezione della giornata.
Adesso si poneva il
vero problema: che cosa avrei fatto? Non mi veniva in mente nulla,
oltre a quello che avevo pensato fino a quel momento, quando ad un
tratto fui illuminata da un lampo di genio. Presi il
cellulare e mandai un messaggio a Nikki.
E se non mi avesse risposto?
Che diavolo di ore erano a casa?
No, non potevo preoccuparmi, Nikki dormiva con il cellulare appoggiato
al cuscino, non se ne staccava mai, nemmeno quando andava in bagno, e
infatti la risposta non tardò ad arrivare.
' ma che
stronzi! Aspetta che me li trovo davanti.. Mi spiace tesoro, ma
l’unica cosa che puoi fare è andartene tenendoti
la sedia con le mani, se non vuoi che si verifichino sorprese'
Lo
sapevo.. merda!
Mi feci coraggio
e m'incamminai con la sedia, appiccicata al sedere,
verso il bagno più vicino, quando mamma oca aprì
la sua cazzo di bocca.
“Hey sfigata, dove te ne vai con la sedia? Non lo sai che le
sedie DEVONO essere lasciate nell'aula?”
Partirono risate di scherno e ghigni malefici da tutti i presenti. Mi
sarei sotterrata sotto terra se avessi potuto ma continuai a camminare
fregandomene di tutto. Peccato che nel corridoio fu peggio: era pieno
di studenti che mi indicavano e ridevano a crepapelle.
New York 3, Sammy 0. Era sempre più deprimente la stilatura di questa lista. Ed ero solo al primo giorno!
Ottimo! Un perfetto lunedì da coglioni!
Mi fiondai nel bagno in attesa che si svuotassero i corridoi, dato che ormai era l’ora di pranzo, poi mi sarei alzata e avrei raggiunto la mia camera; ringrazierò sempre la mia sfacciata curiosità, per fortuna domenica mi ero fatta un giro nei dintorni e con la memoria fotografica che avevo, sarei potuta arrivare in camera senza passare ne' davanti alla caffetteria ne' davanti dalla mensa.
Bilancio della prima settimana scolastica:
New York 10, Sammy 0.
Tragico. Patetico. Penoso. Tristissimo.
Odiavo quelle oche, odiavo i ragazzi della squadra di football e odiavo il fatto che, per quieto vivere, avevo deciso di non reagire, lasciandomi così chiamare con tutti i più schifosi nomignoli che mi appioppavano.
Arrivò sabato pomeriggio e decisi che, sia per la mia salute mentale che per i miei nervi, mi sarei iscritta nella palestra di Tommy, l’amico di Kyle, ma allo stesso tempo dovevo risolvere un altro problemino: mi serviva un mezzo di trasporto per spostarmi in libertà dal Campus alla palestra e magari a da qualche altra parte, giusto per non impazzire.
Corsi in camera, presi una borsa a tracolla, ci infilai un paio di pantaloni, una canotta, presi il mio casco della Suomy, che avevo raccomandato a mia madre di spedirmi insieme al mio giubbetto della Dainese e chiamai un taxi.
Arrivai in
centro, entrai nel primo concessionario che trovai e senza
pensarci molto, comprai la mia seconda moto.
Questa volta optai per un fantastico Kawasaki verde
brillante, un millone per la precisione.
Il tipo del negozio rimase un
po’ basito e attapirato, ma non mi importò molto,
pagai subito e uscii con la mia nuova bambina. Chiesi un po’
di informazioni ma alla fine trovai la palestra, non era nemmeno
lontanissima dal Campus.
Parcheggiai davanti alla vetrata ed entrai.
Mi guardai intorno: un intero
edificio vecchio stile adibito a palestra.
Era grande e pieno di luce, c'erano molti attrezzi, sacchi che
pendevano dal
soffitto su un lato, macchine e pesi dall’altro; in mezzo
alla sala c’era un ring, corde blu e rosse e tappeto bianco.
Mi piacque subito quel posto.
Stavo fissando ancora il ring quando una voce esclamò
“Hey ragazzina.. cosa vuoi? Guarda che questa non
è una beauty farm! ”
Mi girai e socchiusi
leggermente gli occhi, “Tommy” dissi appena.
“Chi sei ragazzina?” Ma a lui che fregava?
“Primo non sono affari tuoi, secondo voglio parlare con Tommy e terzo non offendere la mia intelligenza” Secca e diretta.
“Minuta ma con un ego e un caratterino smisurati.."
“Senti chi parla.. l’uomo elefante con un modo di fare da scaricatore di porto, dov’è Tommy?”
“Piccola insolente, adesso te le insegno io le buone maniere ” Mi aveva forse minacciato? Era un modo per volermi sfidare? Non mi sarei tirata indietro. Amavo le sfide.
“Come preferisci elefante..” Facemmo un passo
l’uno verso l’altro, fissandoci negli occhi.
Un'altra voce tuonò “Adesso basta, si
può sapere cosa sta succedendo Moe?” Avevo appena
scoperto il nome dell'uomo elefante.
“Niente di che, questa ragazzina, insolente e maleducata, ha bisogno una piccola lezione di buone maniere.. Dammi cinque minuti che le insegno il galateo..” rispose serafico Moe con un ghigno sulle labbra, pieno di sè, tanto che mi sembrava volesse scimiottarmi solo con quello. Se pensava d'impressionarmi, si sbagliava di grosso.
“Hey
ragazzina, cosa sei venuta a fare in questa
palestra?”
Mi girai di centottanta gradi, in modo da aver davanti il
tizio che aveva appena
parlato, lo guardai un attimo.
“Tommy? Tommy Spencer?” dissi sfoderando uno dei miei sorrisi a trentaseimila denti.
“Uhm.. Si, ci conosciamo?”
“Tommy, sono Samantha”
“Mi spiace ma non mi dice nulla, cosa posso fare per te?”
“Tommy, non ci vediamo da meno di un anno e già ti sei scordato? Ha ragione Kyle, quando dice che sei un brontosauro senza cervello “ scoppiai a ridere.
“Kyle..brontosauro.. Samantha.. MA CERTO.. SAMMY! ” si lancio con un balzo verso di me, mi prese in braccio e mi fece rotare per aria.
“Tommy
mettimi giù per favore!” urlai.
Una volta che le mie gambe toccarono terra, fece un leggero
passo indietro, alzò un sopracciglio e mi fissò
,dall’alto verso il basso e viceversa, sembrava perplesso.
“Ma che hai fatto? Cosa ci fai in giro conciata come una sfigata? E i tuoi fantastici capelli rosso fuoco? Dio, Sammy non ti avrei mai riconosciuta! Cos’è successo? Stai bene? E Kyle? ” risi a sentire le sue parole, se non mi aveva riconosciuta lui, il mio piano aveva funzionato.
“Tommy, tranquillo, va tutto bene, mi sono trasferita da poco qui a New York per studiare e ho deciso di mimetizzarmi tra la folla, evitando di farmi riconoscere e di comportarmi come a Los Angeles; mi ha dato Kyle il tuo indirizzo, sta benissimo, adesso è in giro a promuovere il nuovo album e a fare concerti con la band"
Annuì con la testa e sorrise “Ho capito. Conoscendoti un po’ immagino che dovrai sfogare un po’ di rabbia repressa e quindi vorresti allenarti qui..."
"Esatto Tommy, ce l’hai un buco per me?”
“E me lo chiedi anche signorina? Per te e Kyle qualunque cosa, non mi sono mai divertito come in vostra presenza, siete stati fantastici con me a Los Angeles. Signorinella, sbaglio o siamo amici?” disse con tono felice, per poi continuare “E poi Sammy, ho bisogno di una come te qui dentro, sono circondato da maschi pieni di muscoli che si muovono sul ring come degli orsi in letargo! Ed hanno bisogno di una svegliata.. un po’ come a LA! Vero che mi darai una mano?”
“Certo Tommy, stanne certo. Ci sarà da divertirsi, allora! Grazie mille” e lo abbracciai.
“Hey Tommy, non ho capito bene, chi è questa
ragazzina e cosa vuole fare qui..” proferì
l’elefante
Tommy guardò prima me e poi lui e rispose
“Moe, lei è Samantha, una carissima amica mia e di
Kyle, verrà qui ad allenarsi e mi darà una mano a
svegliare un po’ i ragazzi. Sembra un'innocente ragazzina ma
quando la vedrai sul ring, resterai sbalordito. Detto questo,
mi raccomando, vedete di andare d’accordo. Ah Sammy, Moe
è il mio vice qui dentro, per favore, non farmelo
sclerare... Quando vuoi iniziare?”
“Ok Tommy, messaggio ricevuto, sotterro l’ascia di guerra con Moe e, se posso, inizierei anche subito”
“Bene, gli spogliatoi sono là in fondo" disse
indicando una
porta "E là" indicando un'altra porta. "Poi per il resto,
fai come se fossi a casa tua” mi fece l’occhiolino
e s’incamminò.
Guardai l’elefante, gli
tesi la mano in segno di pace e di saluto, ricambiò
tranquillamente e poi andai a cambiarmi.
Finalmente avevo trovato il mio angolo relax in quella New York che mi stava schiacciando come un insetto.
D'altronde tutti si sentono un po' formiche a New York.
Dopo un paio d’ore di allenamento, esausta ma estremamente libera e soddisfatta, la mia testa non aveva più pensieri,
mi sentivo in pace con il mondo.
Presi la moto e tornai al Campus, facendo bene attenzione a non incrociare oche e trogloditi in libera uscita.
Pensai
al giorno seguente, avrei potuto dormire tutto il santo giorno.
Mi addormentai sul letto
senza nemmeno accorgermene.
Angolino
Autrice: Come in ogni Campus che si rispetti,
c'è sempre il gruppetto di stronzi che addita i nuovi
arrivati, giudicandoli con superficialità solo per
l'aspetto, un paticolare dell'abbigliamento, per i capelli, gli
ochhiali o semplicemente perchè diversi. Spesso quelli un
po' bruttini sono quelli che subiscono maggiormente le angherie.. Come
si suol dire.. ogni scuola è paese XD Queste persone,
purtroppo, non si soffermano a guardare o ad osservare il nuovo, se non
è degno del proprio rango, della propria bellezza o
semplicemnte se non va a genio per millemila motivi. Per fortuna il
mondo è bello perchè è vario..altro
luogo comune, che potrei anche sfatare, in questo caso...ma onde vagare
per meandri inesplorati e che non c'entrano nulla, do un taglio.. eh
si, lo so sono strana. Dunque, ho perso il filo.. Ah si..
La
prima settimana di lezioni e nuovi compagni..povera Sammy..
è circondate da oche e trogloditi, anche se io,
personalmente, definirei il Campus della URNY come una grande fattoria
o un grande zoo, se proprio volete, va bene anche parco naturale.. :D
..non vorrei essere nei suoi panni, anche se quando andavo a scuola,
alcuni elementi erano certi come l'aria che respiriamo.
Per
fortuna ha trovato la sua valvola di sfogo, altrimenti sarebbe stata
una pentola a pressione, a furia di accumulare poi sarebbe esplosa... e
noi ( io e spero anche voi) non vogliamo che la cara Samantha scoppi,
vero? XD
Ringrazio
chi segue questa storia, sia per il tempo dedicatomi che per le
recensioni.
Alla
prossima!