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Autore: Sara Weasley     06/09/2010    8 recensioni
Un fumo dall’odore dolciastro si diffonde nel vicolo e l’ennesimo boato esplode nell’aria: da qualche parte oltre il terrore, le maledizioni, i rumori assordanti, qualcuno urla e io sento il gelato di Florian risalirmi lentamente lungo la gola. Potrebbe essere chiunque dei miei amici: potrebbe essere Remus, oppure Peter, Frank o Alice… ma io, più di tutto e tutti, spero che non sia Lily. Non può essere Lily.
Imprecando tra i denti, schiaccio ancora un po’ la schiena contro il vecchio muro dietro cui sono nascosto e mi azzardo a fare capolino per cercare di capire cosa Merlino sta succedendo nel putiferio là fuori. La bacchetta nella mia mano freme e asciugo freneticamente un rivoletto di sangue che dalla fronte mi scivola sulle palpebre. Nessun Mangiamorte in vista, potrei…
Sirius lancia un sibilo di avvertimento e riprende a strisciare sotto i cumuli di macerie in cui è quasi intrappolato. "Lo avevo detto" dice tra i denti, con il suo classico tono sarcastico "che i compleanni portano sfiga. Ma tu no, dovevamo per forza fare una festa! E adesso guarda… "
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da chi lo ha tre volte sfidato. '
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Capitolo 3.

 

Ovviamente, mi pento di non averlo ucciso quando potevo cinque secondi dopo, mentre sento altri passi accanto a me: qualcuno ha detto che l’arma migliore è l’indifferenza? Bene, quel tizio non conosceva James Potter. Oltrepasso il corridoio del primo piano e viro per una scorciatoia che dovrebbe portarmi direttamente al terzo –se le scale non hanno deciso di cambiare- e continuo a sentire la sua presenza accanto a me; ad un certo punto comincia perfino a canticchiare qualcosa tra i denti, che all’inizio sembra un motivetto da matrimonio, ma poi capisco che non è altro che l’inno di Hogwarts intonato a mo di marcia nuziale:

<< Hogwarts, Hogwarts del nostro cuore, te ne preghiamo insegnaci bene, giovani vecchi o del Pleistocene, la nostra… >>

Irritata, sbruffo sonoramente, desiderando una Giratempo solo per ritornare indietro di cinque minuti.

<< …testa sola tu riempi con tante cose interessanti, Perché ora è vuota e piena di ven… >>

<< Potter!>> ringhio tra i denti, esasperata.

<< Che c’è, Evans? >> domanda lui, angelicamente.

<< Smettila di seguirmi. >>

<< Non ti sto seguendo, Evans. Anche io devo andare in Sala Comune. >>
<< E non potresti andarci a un metro di distanza da me e possibilmente senza canticchiare? >>

 << Ahh, Evans, no. E poi è l’inno della nostra amata scuola, come puoi disprezzarlo? >>

Mi volto giusto il tempo per lanciargli un’occhiataccia, pensando che l’unico che disprezzo in realtà è Potter; lui mi fa un sorrisone e si scompiglia i capelli: decido di aumentare il passo mentre tra me e me spero che Pix si fiondi su Potter e lo ricopra di pus di Bobotubero.

Per mia grande fortuna rimaniamo in silenzio per qualche minuto, alla fine Potter – che deve assolutamente parlare, altrimenti non è lui- mi domanda: << come facevi a sapere che Remus aveva scommesso su di noi? >>

Faccio spallucce, senza guardarlo in faccia. << Perché tutti gli altri avevano scommesso che ti avrei gridato contro, o che ti avrei minacciato di morte, o ucciso, a seconda dei casi. >>

<< Anche io avrei scommesso contro di me, se non fossi James Potter; ma dal momento che lo sono non mi meraviglia affatto che tu alla fine abbia ceduto >> conclude l’idiota, ghignando come se il suo discorso contorto fosse la cosa più sensata dell’universo.

<< Non hai considerato che io sono Lily Evans e non una del tuo Fan Club >> replico.

Di Pix neanche l’ombra, eh? Quando serve mai che si trovi, quando invece sei fuori dal dormitorio oltre l’orario consentito, eccolo lì, a volteggiarti davanti e a scagliare palloncini d’acqua sulla testa di Mrs. Purr.

<< Oh, no, Evans. Il fatto che tu sei Lily Evans è il punto cruciale invece >> sorride, guardandomi. << Ma ancora non ho capito come hai fatto con Remus. >>

Questa volta lo guardo, dritto negli occhi:  lui sembra stupito, come se davvero una parte del nostro corpo di sfiorasse, però non abbassa lo sguardo. I Malandrini, che un po’ invidio:  inseparabili, uniti, amici; glielo leggo negli occhi, è come se un pezzo del cuore di Potter fosse riservato solo a loro, e a nessun’altro.

<< Sono sicura che lo sai, invece >> replico, smettendo di guardarlo e trottando ancora più veloce verso il settimo piano.

In un primo momento, non riesco a sentirlo. Sta fermo e quasi esulto, sperando che Potter possa essere sprofondato nel pavimento di marmo, oppure rapito dal suo fan club urlante, oppure semplicemente trasmutato in qualcosa senza né piedi né bocca: un sasso, un grande, silenzioso, inerme, sasso. Amo i sassi.

Poi però Potter si sblocca e in un attimo e accanto a me: maledetti riflessi del Quiddich.

<< Forse lo so, voglio sentirlo dire da te, però, Evans. >>

<< Se te lo dico, Potter, ho speranza di liberarmi di te? >>

<< No. >>

<< E se non te lo dico? >>

<< Continuerò a chiedertelo  per un po’. >>

<< Fino all’esaurimento, vero? >>

Potter ghigna malandrino. << Sì, qualcosa del genere. >>

ODIO James Potter; e sì, so di essere diventata ripetitiva, ma Merlino, lo detesto! Riesce a tormentarmi per una qualsiasi cretinata: che cosa gli importa se ho capito che Remus aveva scommesso che avrei dato un’opportunità a Potter o che non ci saremmo urlati contro? Perché diamine è così importante?

<< Bene >> sbotto. << Semplicemente, ero certa che avesse scommesso la cosa più improbabile, per non vincere, tutto qui. >>

<< E perché avrebbe dovuto farlo? >> domanda lui, senza smetter di sorridere un attimo.

Lo sa, lo sa bene il perché: è uno dei suoi migliori amici, cavolo. E allora, per le mutande di Merlino, diamine, ma James Potter c’è oppure ci fa?

<< Perché >> sibilo, sentendo il mio autocontrollo che va a farsi un giro << a Remus piace vincere, ma se per vincere lui i suoi amici devono perdere, non lo fa mai, preferisce gettare la spugna e mollare. >>

Potter allarga il suo sorriso, tra l’ammirato e il soddisfatto, poi annuisce. << Perché si sente in colpa. >>

<< Già >> replico. << E per un motivo decisamente idiota. Insomma, non è mica colpa sua se è un… >>

Merda!

Remus è un Lupo Mannaro. Lo so dal terzo anno, quando per colpa di uno scherzo di Black e Potter mi sono ritrovata in infermeria la sera dopo la sua trasformazione e ho sentito i bisbigli che si scambiava con Madama Chips e, dopo qualche ricerca, ho collegato la luna piena alle sue sparizioni.

Merlino, come ho fatto a farmi scappare qualcosa del genere con Potter?

Un silenzio pesante piomba tra noi, mentre entrambi ci fermiamo e ci guardiamo negli occhi: l’espressione di Potter è perplessa ma allo stesso tempo… seria, come non l’ho mai visto prima.

<< Che cosa hai detto, Evans? >>

Non voglio dire a Potter che so il segreto di Remus, specialmente perché nemmeno Remus sa che io so.

<< Io… nulla, dimenticalo. >>

Capisco che Potter ha capito che io ho capito che Remus è quello che è.

Che diamine, neanche so da dove mi escono questi giochetti di parole, in questo momento.

<< Tu lo sai? >>

<< Ho detto qualcosa, Potter? E quello che so non è affar tuo. >>

Per l’ennesima volta, ritorniamo a guardarci negli occhi, ed ho come la sensazione che il suo sguardo nocciola riesca a capire quello che penso; infastidita dalla compagnia di Potter ora più che mai, raggiungo il ritratto di un’allegra signora Grassa con gioia inaudita.

<< Felix Felicis >> sussurro velocemente, e lei mi lascia passare –per una volta- senza fare alcun commento. Potter mi segue un istante dopo, attraverso il buco del ritratto; mi arrampico verso la Sala Comune e, sentendo il crepitio del fuoco, faccio un sorriso automatico, dirigendomi con sollievo verso le scale del mio dormitorio in cui lui non può salire. La compagnia di Potter mi irrita, non c’è nulla da fare: in qualche modo riesce a farmi perdere la calma e a farmi smettere di ragionare coerentemente, come se si divertisse a vedere il mio lato istintivo schierato contro di lui.

<< Ehi Evans! >> mi chiama Potter, quando ormai sono sul sesto gradino.

<< Che vuoi? >>

<< Ci vieni con me ad Hogsmeade? >> domanda con l’innocenza di un bambino, sorridendo a trentadue denti.

Forse ho immaginato il Potter serio di qualche minuto prima, oppure lui soffre di sdoppiamento della personalità.

<< No. >>

<< Sicura? >>

<< Sì, Potter. >>

<< Eddai! >>

Immaturo, decisamente immaturo. E stupido, frivolo e ripetitivo. Per non dire egocentrico e presuntuoso, e montato. Detesto James Potter, sul serio.

<< Evans, non mi dici neanche buonanotte? >>

<< A dire il vero, Potter, spero che sia abbastanza brutta, dal momento che non fai che tormentarmi. >>

<< Una persona bella come me non ha mai incubi: fa sempre bei sogni.>> proclama. Evans? >>

<< Che vuoi! >>

<< Ci vieni ad Hogsmeade con me? >>

Ora basta, basta. Al diavolo l’indifferenza, ora lo schianto!

<< Potter, diamine, NO! Non vengo con te ad Hogsmeade, non ci verrò mai, MAI. Mettiti l’anima in pace, d’accordo?! Preferirei uscire con… >>

<< …la piovra gigante, sì .>>

<< Ohh, bene, vedo che dopo sette anni qualcosa l’hai capita>> urlo furiosa. << Quindi, per Merlino, perché sei così stupido da continuare a chiedermelo!? >>

<< Perché un giorno sbanderai, Evans >> replica ghignando. << Un giorno ti innamorerai di me, lo so. >>

<< Mai, Potter. Non sbanderò mai, non per te. E la persona di cui mi innamorerò di certo non sarai tu >> dico con un tono glaciale che per un attimo sorprende anche me, lanciandogli un’occhiata piena di puro odio.

Sbatto alle spalle la porta del dormitorio con quanta più forza ho, felice di non dover più vedere il suo sorriso ammiccante e i suoi occhi brillanti.

Lui… è colpa sua, di tutto.

Se io e Severus non siamo più amici, è colpa sua.

Odio Potter, per la sua sicurezza, per il suo egocentrismo, perché mi sta sempre addosso.

Odio il suo sorriso, i suoi occhi nocciola, i suoi capelli sempre scompigliati.

La sua mania di giocare con quello stupido boccino, la sua camminata tronfia per i corridoi.

Mai, mai, mai, io, Lily Evans, mi innamorerò di James Potter.

 

 

Note dell'autrice: ^_^ altro capitolo, su cui non ho nulla da dire. Un pò.......okay, parecchio idiota, ma vabbè. Ringrazio tanto  Niki_Black e Emily alexandre : Grazie grazie grazie grazie grazie!!!! E un grazie a chi solo l'ha letta (anche se per sbaglio!) ^_^ Ok, adesso vi lascio in pace =)

Sara.

   
 
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