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Autore: MeggyElric___    27/09/2010    4 recensioni
Prima fanciction su fullmetal Alchemist ^.^
La mia storia inizia alla fine dell'ultimo episodio di FMA Brotherhood, il numero 64 (capitolo 108 del manga). Quindi, se qualcuno non volesse... ecco... rovinarsi il finale, non dovrebbe leggere questa fanfiction.
DALLA STORIA:
" - Tornerò indietro.
Quelle parole uscirono con difficoltà dalla sua bocca, che si chiuse in una smorfia. Il cuore di Winry ebbe un tuffo. Era già arrivato quel momento, quel momento che temeva tanto. Era arrivato troppo presto.
Non voleva lasciarlo andare, non in quel momento. Era sempre stata innamorata di lui e non riusciva a capacitarsi di non vederlo più. Non voleva che quell’abbraccio fosse il loro ultimo addio.
Forse, però, c’era ancora una speranza. “Tornerò indietro”, aveva detto. Aveva paura a credergli. Aveva paura di rimanere delusa, troppo delusa.
Aveva paura, ma voleva credergli. L’avrebbe aspettato anche tutta la vita, se fosse stato necessario.
Avrebbe atteso il suo ritorno, appoggiata al balcone della finestra.
- Sì.
Disse Winry, quasi senza accorgersene. Edward mosse le labbra, senza dire nulla.
- Fai attenzione. "
comunque sia, spero vi piaccia. E' una storia molto lunga, quindi preparatevi ^.^
se non si fosse capito, è sulla coppia Edward/Winry!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Konnichiwa ^.^

Ecco un nuovo capitolo, il 13, appena appena sfornato! Vi avviso che forse non riuscirò a postare velocemente come prima ora, perché prima i capitoli ce li avevo già pronti, ora devo scriverli, comunque cercherò di fare del mio meglio J

Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo! J

13.  LIBERTA’

Cosa c’è di più caldo e accogliente dei morbidi colori dell’autunno? Le foglie, non più verdi e rigogliose, cominciano a seccarsi e lentamente si tingono con le sfumature del tramonto.

Basta un sospiro del vento per farle staccare dal loro ramo familiare, e trasportarle leggere lontano, mentre si perdono in una danza leggiadra.

L’estate volgeva al termine e Resembool si stava trasformando: i verdi campi brulicanti d’erba sottile si ricoprivano man mano di un umido manto di foglie rossastre. Anche i monti, alti e fieri all’orizzonte, parevano imporporarsi con la nascita dei raggi del sole, che scandivano l’inizio di un nuovo giorno.

I tranquilli ruscelletti che scorrevano tra le colline, non erano più in secca, e si riempivano velocemente d’acqua fresca, che non faceva altro che riflettere i raggi del sole, donando un’atmosfera ancora più calda e luminosa a quel piccolo ambiente.

Sembrava quasi che il paesaggio stesse arrossendo dall’imbarazzo.

Alphonse si stiracchiò sul materasso, spiegazzando il  lenzuolo giallo. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente quegli ultimi spasimi di aria tiepida che stavano accompagnando la fine della bella stagione.

Riaprì le palpebre, dirigendo le iridi d’oro colato verso il vetro della finestra. Colse con lo sguardo l’alto volo di un falco, che si stagliava nel cielo azzurro, sfumato a tratti con bianche nuvolette paffute, da cui il sole faceva capolino. Ne seguì il volo, facendo attenzione a ogni singolo movimento delle ali del volatile, perso nella sua danza così libera, fuori da ogni costrizione.

Sorrise, ricordandosi di quante altre volte in quegli anni avesse visto un falco volare, e avesse desiderato con tutto il cuore riappropriarsi della sua libertà un giorno. Si rese conto che quel giorno ormai era giunto molto tempo prima.

Com’era strano sentire di nuovo ogni cosa sul suo vero corpo. Ogni sensazione sembrava così nuova.

Anche la semplice carezza del lenzuolo, o il calore dei raggi del sole che filtravano dalla finestra, il profumo del latte caldo e della torta di mele che Pinako doveva aver infilato nel forno da poco.

Si leccò le labbra, in attesa di poter assaporare quel gusto così dolce. Ecco un’altra pietanza che aveva segnato nel suo quadernino.

Socchiuse gli occhi, beandosi del silenzio tranquillo ma innaturale che dominava la sua stanza in quel momento. Volse lo sguardo verso il letto del suo fratellone.

Vuoto, perfettamente rifatto.

Eh già, il fratellone stava facendo enormi passi avanti con la sua storia con Winry. Molte notti Al si era svegliato per prendere un bicchiere d’acqua, e aveva notato l’assenza di Edward. A quanto pare, le notti in cui l’ex alchimista andava a trovare la meccanica nella sua stanza si stavano moltiplicando.

Ormai era passato un mese e mezzo dal loro primo bacio, e quei due si stavano avvicinando – se possibile – sempre di più. Era rimasto davvero molto sorpreso del coraggio del fratello. Nonostante sul campo di battaglia fosse un vero leone, nelle faccende di cuore il grande alchimista d’acciaio era sempre stato un codardo.

Era così evidente che era innamorato, più di quanto non lo fosse mai stato. Durante i tempi delle guerre era sempre stato molto semplice nascondere simili sentimenti, che non avevano nessun posto in quel mondo di sangue e sofferenze.

Ma ora, sarà per l’atmosfera così calda e familiare che regnava in quel piccolo paese, o il semplice fatto di ritrovarsi così vicini e uniti dopo tanto tempo... Edward era riuscito a esternare quello che realmente provava, e le cose tra lui e Winry sembravano andare davvero bene.

Alphonse era davvero felice per loro.

Si alzò dal letto, sistemando il lenzuolo subito dopo, distendendolo per bene, e posizionando il morbido cuscino sopra di esso. Raggiunse l’armadio e si infilò un paio di pantaloni beige con le cuciture dorate e una semplice camicia bianca, perfettamente abbottonata, com’era nel suo stile elegante e sobrio. Si scosse un po’ i corti capelli dorati, spettinandoli sulla testa con le mani, giusto per dar loro un po’ di volume.

Uscì dalla stanza inspirando nuovamente quel delizioso aroma che proveniva dal piano inferiore. Stava per scendere le scale, quando si accorse che una luce s’intravedeva nella penombra del corridoio.

Seguì quello spettro luminoso, fino a giungere alla porta della camera di Winry, semichiusa. Nessun rumore fuoriusciva da quella stanza, a parte il delicato respiro di due persone perse nel sonno.

Silenziosamente, spinse con le dita delle mani la porta di legno scuro, che si aprì un po’, cigolando quasi impercettibilmente. Guardò dentro, per accertarsi che davvero ci fosse qualcuno.

La stanza era luminosissima, chiara, i contorni perfettamente nitidi, delineati da un gioco di luci e di ombre donato dagli intensi raggi del sole che entravano prepotenti dalla finestra aperta. Il sole, in quel lato della casa, riscaldava e illuminava ogni angolo buio. Il cielo era azzurro e limpido, e le vaporose e candide nuvolette sembravano distanziarsi sempre di più dalla stella.

L’armadio, per metà aperto, lasciava intravedere alcuni vestiti di Winry, compresi la sua minigonna nera (che tanto piaceva a Edward) e i suoi adorati pantaloni da lavoro. Sulla scrivania, c’erano automail di ogni genere e dimensione, circondati da vari attrezzi quali viti, chiavi inglesi, martelli e altri aggeggi meccanici.

Esattamente sotto alla finestra, si trovava il letto della sua amica d’infanzia. Winry dormiva pacatamente, stretta nel lenzuolo di cotone verde chiaro. I capelli biondi erano sciolti e ricadevano spettinati sul cuscino e sulle piccole spalle. Un sorriso beato e carico di gioia era marcato sulle sue labbra, rosse quasi come un petalo di rosa.

Accanto a lei, per metà seduto sul letto, c’era Edward, anch’esso con gli occhi chiusi, addormentato. Indossava una canottiera grigia e un paio di morbidi pantaloni neri del pigiama, arricciati – forse non volutamente – sulla metallica gamba sinistra, che ciondolava verso il pavimento. A coprire le sue spalle, e per metà quelle di Winry, la sua amata palandrana rossa, utilizzata a mo’ di coperta.

La testa era dolcemente appoggiata su quella della ragazza, e i capelli dorati si mischiavano con quelli di lei, producendo un luccichio prezioso sotto la luce del sole.

Anche sul viso dell’ex alchimista splendeva un sorriso, forse un dei pochi che Al avesse mai visto negli ultimi anni. Sicuramente, uno dei più belli.

Sorrise anche lui, richiudendo la porta alle sue spalle. Camminò per il corridoio deserto, ripensando alla semplice e innocua felicità che aleggiava in quella camera.

All’espressione di quei due ragazzi, all’atmosfera che quella luce e quell’amore nascosto per troppo tempo erano riusciti a creare, donando a un semplice gesto – quale il dormire abbracciati – un’importanza rara e preziosa, così meravigliosa quanto difficile da realizzare.

Per un attimo, il sorriso sparì dalle sue labbra, accorgendosi che queste cose, quand’era un’armatura, le aveva sempre e solo sognate.

Si chiese per quale ragione il destino avesse scelto proprio lui, quel maledetto giorno, per pagare il pedaggio più elevato.

Perché a lui era stato esportato l’intero corpo?

Perché, invece, a suo fratello era venuta a mancare solo la gamba sinistra (successivamente il braccio destro, scambiato con il sigillo dell’anima di Al)?

Fermò la sua camminata, nel gradino centrale delle vecchie scale di legno. Fece scorrere una mano sul muro duro e rugoso, tastando con le sue mani ogni grinza dell’intonaco e suggellando nella mente ogni sensazione tattile.

Capì per quale motivo il destino non avesse scelto il suo fratellone. Era ovvio, anzi, più che ovvio. Lui da solo non sarebbe mai stato capace di andare avanti, si sarebbe lasciato andare lì, aspettano un aiuto che non sarebbe mai arrivato, così come un bambino di dieci anni avrebbe naturalmente fatto.

Ma Edward no. Il suo fratellone aveva lottato per lui, per entrambi, si era separato dal suo braccio destro pur di legare l’anima del suo caro fratellino a quell’armatura.

E insieme si erano diretti verso il futuro.

Se fosse stato Edward a pagare il prezzo più alto, Alphonse non ce l’avrebbe mai fatta, e lo sapeva.

-          Grazie, fratellone.

Sussurrò, volgendo lo sguardo verso la stanza nella quale Edward e Winry erano pacificamente addormentati. Si voltò nuovamente, riprendendo il suo cammino. Pinako era seduta sul tavolo, con una tazza di tè in mano e la pipa in bocca.

Osservava dalla finestra i rami degli alberi mossi ripetutamente da un leggero venticello, mentre con la mano libera muoveva un cucchiaino nella tazza, probabilmente per far sciogliere dello zucchero.

Alphonse si sedette di fronte a lei e le sorrise.

-          Buongiorno zia!

-          Alphonse! Ben svegliato caro! Vuoi del tè?

-          Sì, grazie!

La vecchia si alzò e versò un po’ del liquido bollente in una tazza bianca dalle decorazioni color rosa antico. Alphonse portò la tazza alla bocca e bevve un piccolo sorso.

-          Dov’è quello scansafatiche di tuo fratello?

Chiese titubante Pinako. Al alzò lo sguardo e arrossì lievemente. Pinako distolse lo sguardo e congiunse le mani con un leggero schiocco.

-          Ah! Dorme ancora! Perché non l’hai svegliato?

-          Beh, mi dispiaceva disturbarlo, zia...

-          E perché ti dis... ah. Capisco. È ancora andato a dormire con mia nipote, vero?

Disse, aspirando dalla pipa, per poi lasciar uscire dalle piccole labbra raggrinzite una bianca nuvola di fumo.

-          Già...

-          Quei due sono proprio incorreggibili.

-          In che senso?

-          Nel senso che per anni non si sono detti niente e ora stanno correndo troppo.

-          Beh, in verità un po’ li capisco. Io sono stato per anni una grossa armatura che apparentemente poteva sembrare vuota. Ma in realtà era colma della mia anima, un’anima che ancora non ha scoperto niente, per la quale ogni sensazione è nuova. Anche io se fossi al suo posto, reagirei così. Penso che se lo meritino, dopo tutto quello che è successo.

L’anziana donna posò la pipa sul tavolo e pose la sua tazza, vuota, nel lavandino. Voltò lo sguardo verso i pezzi di automail che stavano un po’ sparsi in giro per la casa, poi finalmente rispose.

-          Sì. Hai ragione, se lo meritano proprio.

-          Io sono felice per loro.

-          Già, anche io. Winry ha sempre avuto un debole per Edward, anche se non ne ho mai capito il motivo. Però ora mi sento realizzata, perché so che lei è veramente felice.

Alphonse non rispose, si limitò a sorridere e a posare anch’esso la tazza nel lavandino, proprio accanto a quella di Pinako. Uscì sulla veranda, respirando a pieni polmoni la fresca fragranza di erba bagnata che proveniva dai campi. Si sedette sui gradini, accarezzando la testa di Den, che talvolta gli leccava giocoso la mano.

E Alphonse non poté che fare a meno di sorridere ancora di più, al contatto con la calda lingua del cane, mentre seguiva attentamente l’alto volo di un falco, il simbolo della sua libertà ritrovata.

 

Et voilà! Finito anche il capitolo 13! In questo capitolo il vero protagonista è proprio Al, come avrete notato. Per questo capitolo, ho puntato molto sulla descrizione degli ambienti e delle scene, giusto per dare un tocco in più alla riflessione del nostro “piccolo” Elric.

Spero in una vostra recensione positiva, perché questo capitolo mi è piaciuto molto scriverlo. Ma è tutto in mano a voi!

Onyria  sì, in effetti ho pensato anche io che fosse un po’ eccessivo far nascere tutto subito, per cui ho fermato la cosa. Bisogna però pensare anche che tutto dipende dall’autocontrollo di Ed. Hai mai provato negli scivoli d’acqua a trattenere l’acqua all’inizio e poi, dopo un po’ mollarla e andare già? La spinta è molto più poteste, perché si è fermata dietro molta più acqua. Ho pensato che potesse succedere qualcosa del genere, ma comunque una cosa trattenuta (spero di aver reso l’idea, non sono un gran che a spiegare ^.^”). I tuoi “appuntini” comunque sono sempre utilissimi, non smettere!

GiugitzuxD hahahaha hai ragione! Ed con gli ormoni impazziti! (per ulteriori spiegazioni della pazzia degli ormoni leggere la risposta precedente u.u xD)

Ffflower89 grazie del tuo commento, sono felice che la mia storia ti paiccia. Anche io penso che ci siano troppe yaoi riferite a FMA (soprattutto a Ed e Roy) ma penso che non sia addicano per niente ai personaggi. Ma questo è solo un mio parere! J

Alhia grazie dei complimenti per la storia! Spero che anche questo capitolo ti piaccia ugualmente! =)

 

Al prossimo capitolo, baci.

Ele_divina

   
 
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