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Autore: sweetPotterina    02/10/2010    12 recensioni
Hermione Granger decide di intraprendere il suo nuovo anno ad Hogwarts per poter completare la sua carriera scolastica. Con sè, porta però un piccolo segreto: il suo matrimonio con Ronald Weasley.
Troppo confusa riguardo i suoi sentimenti, si troverà di fronte a delle scelte da prendere che segneranno per sempre la sua vita: tra sbagli, gesti impulsivi ed imprevisti, scoprirà che a volte se lo si vuole veramente i sogni possono diventare realtà e come intraprendere la via apparentemente più facile non sia sempre la scelta giusta.
Dal secondo capitolo:
-Granger, che ci facciamo qui?
-Ho bisogno di un piccolo favore.
Era sconcertato. Cosa mai poteva volere la Mezzosangue da lui? E, soprattutto, cosa mai poteva darle?
-Di cosa si tratta?
Hermione lo guardò per un lungo istante prima di rispondere –Io voglio che tu faccia l’amore con me.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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CAPITOLO II
REAZIONE INASPETTATA


Le decisioni impetuose e audaci in un primo momento riempiono di entusiasmo,
ma poi sono difficili a seguirsi e disastrose nei risultati.
(Tito Livio)


La mattina successiva, Hermione si svegliò molto presto, quando i primi raggi del sole le diedero il buon giorno accarezzandole il viso.
Si sentiva felice e serena, come non era da tempo, semplicemente grazie a un sogno bellissimo che l’aveva accompagnata durante la notte.
Cercando di accoccolarsi tra le coperte, provò a rigirarsi verso il centro del letto, accorgendosi solo in quel momento di qualcosa che le cingeva la vita, bloccandola.
Confusa, schiuse gli occhi, rimanendo pietrificata l’attimo dopo.
Un braccio muscoloso dalla pelle diafana la stava abbracciando sotto il seno, stringendo il suo corpo nudo.
Sgranò automaticamente gli occhi, sentendo il cuore accelerare, mentre si rendeva conto chi fosse il proprietario di quel braccio. Nonché del torace caldo placidamente abbandonato alle sue spalle.
I suoi pensieri si persero nel silenzio.
Respirando piano, si concentrò su quel lieve battito del cuore che sembrava perforare la sua schiena e la sua anima.
Sorrise impercettibilmente sentendo una sensazione di calore e appagamento avvolgerla.
Cercando di muoversi il meno possibile, per evitare di svegliarlo, si voltò lentamente per incontrare il volto del ragazzo che amava, beatamente addormentato.
Sembrava un angelo.
Sul suo volto, adesso rilassato e sereno, non vi era nessuna ombra, nessun cipiglio arrogante e presuntuoso.
Solo un aura austera che lo rendeva quasi inumano per tanta bellezza.
Fu in quel momento, mentre scrutava ogni suo lineamento, ogni gioco di luce dei suoi fili dorati, che ricordò la notte passata.
Nessun sogno.
Con violenza, represse l’istinto di accarezzarlo un’ultima volta, ricordandosi invece le conseguenze di quell’alba che era sorta sui loro volti.
Doveva andare via, doveva tornare alla realtà, prima che qualcuno potesse accorgersi della sua assenza.
Prima che qualcuno scoprisse i misfatti di quella notte e, soprattutto, prima che Malfoy potesse svegliarsi e dire o fare qualcosa che avrebbe rovinato quello che ormai era un felice e meraviglioso ricordo.
L’ultima cosa che voleva ricordare di quella notte era il suo dolce viso addormentato, che mai avrebbe pensato di poter vedere.
Prendendo con le dita il suo braccio, delicatamente se ne liberò, scivolando piano dal letto e raccogliendo in fretta le sue cose.
Si vestì velocemente, più per proteggersi dal freddo interiore che l’aveva investita una volta fuori dalle lenzuola, lontano dal suo corpo, che per ricoprire la sua nudità.
Con la maniglia in mano, si voltò un’ultima volta verso di lui, verso quella stanza che era stata unica testimone di ciò che avevano condiviso, prima di uscire via correndo verso il suo dormitorio.

***

Era evidente che stesse cercando una via quanto più vicina alla morte, altrimenti perché mai qualcuno stava osando spaccargli i timpani di prima mattina?
Aprì gli occhi controvoglia, furibondo con chi in quel momento lo stava disturbando da un sano e rilassante sonno, riconoscendo senza alcun stupore la figura, seppure al momento sfocata, del suo migliore amico.
-Amico, ma ti vuoi svegliare?- lo sentì dire nervoso, mentre continuava a sbattere qualcosa contro la colonnina del suo letto a baldacchino.
-Blaise! Che diavolo stai facendo?- abbaiò furente, cercando di sotterrarsi sotto un cuscino.
Draco lo sentì tirare un sospiro di sollievo prima di rimettere giù l’aggeggio infernale, che altri non era un grosso libraccio ammuffito.
-Finalmente, pensavo fossi morto!
Draco scrollò le spalle e, conscio che non sarebbe riuscito più ad addormentarsi, si mise a sedere sul letto.
-E credevi di resuscitarmi inquinando le mie orecchie?
-Sono quindici minuti che provo a svegliarti, ma sembra che tu non abbia dormito tutta la notte- cercò di giustificarsi il compagno.
-Infatti, id…
Draco si ammutolì nell’istante in cui la sua mente ripescò i momenti vissuti nell’ultime ore.
Si voltò di scatto verso l’altra parte del letto, che trovò semplicemente vuota, nonostante dalle pieghe delle lenzuola era evidente che qualcuno fosse stato lì a lungo.
La cosa strana era che, non solo non aveva percepito i suoi movimenti quando si era svegliata, nonostante di solito le sue notti fossero molto magre e per questo fosse sempre sensibile a qualsiasi rumore, ma che addirittura fosse crollato, addormentandosi con lei al suo fianco.
Era ancora sconcertato e confuso per quello che era avvenuto la notte precedente, per aver fatto sesso con Hermione Granger. Non riusciva ancora a crederci.
Aver dormito insieme a lei, però, era troppo.
Non riusciva a spiegarsi come si sia potuto lasciare andare, come avesse potuto abbassare la guardia proprio con lei, la sua nemica.
E da quando si va a letto con il proprio nemico?
Si sentì improvvisamente frustrato, impotente di fronte agli eventi che erano accaduti sotto il suo naso e a cui adesso non poteva porre rimedio.
Per lo meno aveva avuto il buon senso di sparire prima che si svegliasse, anche se l’idea di averla ancora nuda e innocente sotto le lenzuola lo stuzzicò improvvisamente.
Merda!

Blaise, sempre più preoccupato, cercò di spezzare il silenzio creatosi, facendo luce su una chiara evidenza.
–Sei stravolto.
-Più che altro ancora sconvolto- rispose di rimando il biondo, scendendo dal letto.
-E dire che non sembrava questo granché a prima vista…- costatò Blaise, passandosi una mano sul mento pensieroso.
-Per niente- precisò, mentre, portando indietro i capelli, raccoglieva la sua bacchetta.
Blaise, incurante della nudità dell’amico a cui era abituato, notò a quel punto il caos nella camera: tutto era ribaltato, i cuscini erano strappati, vi erano bicchieri rotti, non sembrava neanche la stanza del suo migliore amico.
-…E neanche così violenta. Avete raso al suolo la stanza!- esclamò, infine, ammirato.
Draco, sempre più confuso, si guardò intorno, rimanendo sbalordito dalla confusione che vi regnava.
Mai, nemmeno nelle notti di baldoria con i suoi compagni di casa, la sua perfetta ed elegantissima stanza era stata ridotta a quel modo.
Come diavolo ho fatto?
La prima immagine che la sua mente ripescò, fu quella di Hermione nuda con i suoi seni rosei, ricoperta da qualche piuma qua e là, di un qualche cuscino.
Sentì lo stomaco contrarsi.
Con un incanto, più per scacciare il ricordo, rimise tutto in perfetto ordine.
Blaise lo raggiunse raggiante, dandogli una pacca sulla spalla.
-Bhè, complimenti amico, sono contento che ci siamo sbagliati.
Draco rimase immobile, lo sguardo che vagava assente per la stanza.
-Già, enormemente aggiungerei.
-Quindi sarà la tua nuova prediletta?
Draco scosse la testa, scacciando via altri ricordi fin troppo erotici per essere ancora solo le otto di mattina.
-Vado a farmi una doccia- deviò la domanda, chiudendosi in bagno per fuggire da quella stanza fin troppo soffocante.
Blaise, colpito, provò a fermarlo. –Cosa? Ho fame, in questo modo finiremo per non trovare nulla.
-Vai pure avanti, ci vediamo lì- lo cacciò via, aprendo l’acqua della doccia per troncare sul nascere altre proteste.
Lo sentì sbuffare e scalciare contro qualcosa, prima di uscire via dalla sua stanza chiudendosi la porta alle spalle. Solo in quel momento si concesse un sospiro profondo e si immerse nelle purificanti e tiepide acque della sua doccia.
La sua prediletta.
Era già strano che la salvatrice del mondo magico fosse venuta da lui, da un ex mangiamorte, a chiedergli un favore che altri non è quello di fare l’amore.
Figurarsi se Hermione Granger accettasse di diventare l’amante fissa di Draco Malfoy.
Sarebbe anormale, sbagliato, surreale.
Lei non avrebbe mai accettato, nonostante fosse all’oscuro del motivo che l’aveva spinta da lui la scorsa notte.
Era maledettamente curioso di scoprire cosa c’era sotto.
Draco si lasciò travolgere dal getto forte dell’acqua calda e dai suoi pensieri.
Accettare? Che lei lo voglia o meno, sono io che non ho più intenzione di avere niente a che fare con lei e il suo magnifico corpo.
Quella costosa ammissione sfuggì dal suo controllo, troppo evidente per poterla nascondere a se stesso.
Perché Hermione Granger aveva davvero un bel corpo: la pelle bianca, delicata e morbida, le sue gambe lunghe e seducenti, il suo ventre piatto, i suoi seni pieni e deliziosi, le sue natiche sode, la sua bocca…
Frena.
Mentre l’acqua scorreva velocemente lungo il suo corpo, questo aveva iniziato a reagire fuori controllo.
Non gli era mai capitato che al solo pensiero di una donna nuda si eccitasse tanto: in fondo, ne aveva viste parecchie.
Sarà anche bella, ma a letto fa schifo.
Bugiardo.

Era incredibile come fosse davvero brava in tutto, la piccola so-tutto-io.
Quella notte Draco lo aveva capito appieno.
Rabbioso, con il suo corpo e la sua mente che sembravano sfuggire al suo controllo, uscì dalla doccia, rientrando in camera con l’asciugamano intorno alla vita.
Si preparò in fretta e, spedito, uscì dall’inferno che sembrava essere divenuta la sua stanza.
Hermione Granger poteva improvvisamente diventare bellissima e allo stesso tempo bravissima a letto, ma Draco Malfoy l’aveva già avuta.
Era stata sua per un’intera notte.
Non aveva, dunque, più a che spartire con lei, se non una lauta ricompensa.
Percorse velocemente i sotterranei, mentre nervosamente cercava di sistemarsi il nodo alla cravatta, finché si ritrovò a rallentare il passo, nel varco in sala grande, in vista di una familiare testolina dai ricci castani, che pian piano gli veniva incontro.
Ghignò, prima di rendersi conto che lei non stava venendo da lui, ma stava semplicemente incrociando del tutto casualmente il suo cammino.
Il senso di potere e compiacimento cedette il posto alla stupidità.
In quel preciso istante fu grato alla sua natura impassibile, fredda e distaccata persino nei momenti più sorprendenti, che gli permisero di nascondere a lei e al resto degli studenti di Hogwarts il turbamento che lo aveva ancora una volta sconvolto quella mattina.
In compagnia della femmina Weasley, Hermione Granger gli passò accanto, sfiorando appena le sue spalle e lasciandosi dietro il dolce profumo della sua pelle che per tutta la notte lo aveva cullato.
Nemmeno si accorse del saluto impercettibile che gli rivolse.
-Malfoy.
Per lo meno erano tornati ai soliti toni.
-Granger- sussurrò alle sue spalle, troppo tardi probabilmente per farsi sentire.
Dopodiché non perse altro tempo e, con passo svelto, furioso con se stesso, raggiunse il suo migliore amico al tavolo.
-Era ora, tra poco non sarebbe rimasto più niente.
Draco borbottò qualcosa sul non avere comunque fame.
L’appetito era svanito nel momento in qui la Granger lo aveva superato dandogli le spalle.
Non solo lei, diversamente da tutte le altre, non gli era saltata addosso o l’aveva guardato colma di aspettative dopo la notte passata insieme, ma addirittura l’aveva proprio ignorato.
Il suo saluto non aveva rivelato nessuna emozione, così come la sua espressione.
Era come se non fosse mai accaduto nulla.
Peggio, era come se Draco Malfoy fosse stato usato.
-Allora, ci hai pensato?- chiese Blaise, riscuotendolo dai suoi pensieri.
-A cosa?
-Se te la vuoi tenere?
Draco lo aveva a malapena ascoltato, troppo preso nei suoi pensieri. Non riusciva proprio a capire a cosa si riferisse.
-Blaise, potresti essere più chiaro?
Il compagno sbuffò scocciato. -Sto parlando della ragazza, Draco. Sai, mi sono un po’ stancato delle sciacquette di Corvonero e mi sembra un bel modo di cambiare spassandomela con la tua nuova conquista.
Draco inizialmente non capì, increspando confuso la fronte. Poi, il viso malizioso dell’amico e lo sguardo disgustato di Daphne, che stava di fronte a loro e aveva dunque seguito la loro conversazione, lo scosse dai suoi pensieri, tanto da farlo arrabbiare.
Era loro abitudine passarsi le ragazze dopo averle avute, un gioco divertente e alle volte perverso quel tanto che bastava a renderlo eccitante.
Erano però rare quelle che potevano vantare di aver condiviso con loro più di una notte.
Inspiegabilmente, il solo pensiero che qualcun altro potesse condividere quell’intimità con la Mezzosangue lo irritò, tanto da sentire il necessario bisogno di tracciare il suo territorio, come un animale selvatico nel cuore della foresta che stabilisce i propri confini.
Non avrebbe mai immaginato, però, che Hermione Granger ne avrebbe fatto parte al suo interno.
-Blaise, mi dispiace, ma credo di non aver finito ancora con lei. Come hai visto tu stesso, è molto impetuosa- giustificò le sue rimostranze all’amico, alzandosi subito dopo dal tavolo.
-Ma dove vai adesso?- si sentì richiamare.
-Devo sbrigare una questione, ci vediamo direttamente a lezione.
Senza alcuna meta, uscì a passo spedito dalla sala grande, con l’intenzione di schiarirsi le idee e cercare di neutralizzare dalla sua mente la strega che sembrava volesse farlo impazzire. Non riusciva ancora a comprendere il motivo che l’aveva spinto a prendere quella decisione con Blaise.
Che mi importa se qualcun altro si scopa la Granger?
Incomprensibilmente, solo all’idea sentiva il fuoco divampare nel suo petto.

***

Merlino! Ma capitano tutte a me, oggi?
Hermione era appena tornata nel suo dormitorio per prendere il libro di Trasfigurazione che aveva dimenticato in camera sua.
Quella mattina, tutto sembrava andarle storto: sbadatamente aveva indossato il maglioncino al contrario, causando diverse risa tra i suoi compagni, una volta che era passata dalla sala comune.
In sala grande, a colazione, aveva rovesciato un bicchiere di succo di zucca addosso a Ginny, che per ricambiarla le aveva comunicato, senza la dovuta preparazione mentale, la bella notizia che nel pomeriggio i loro fidanzati, Ron e Harry, li aspettavano ai Tre Manici di Scopa per incontrarle.
Aveva persino scoperto di aver scambiato il libro di Rune Antiche con quello di Trasfigurazione a meno di cinque minuti dall’inizio della lezione, portandola a correre in corridoio e a farla sbattere, poco dopo, contro Michael Corner, finendo per scivolare su una matita che gli era caduta nello scontro.
Tutto questo, solo perché non riusciva a togliersi dalla testa lui.
Come se prima non lo pensasse abbastanza!
Per nulla pentita della notte passata, aveva sperato di placare in parte la sua ossessione per lui, ora che era riuscita a viverlo anche se poche ore, tuttavia molto intense.
Aveva sperato, soprattutto, di poter ricominciare a vivere più serenamente.
Non aveva previsto che, invece, tutto sarebbe stato peggio.
Non riusciva a smettere di pensare a lui, la sua mente rievocava costantemente la sua immagine alle volte poco casta che senza preavviso la faceva arrossire.
Con Ginny aveva più volte equivocato le sue parole, credendo che le chiedesse della sua notte precedente; il suo succo le aveva rimandato il riflesso degli occhi di lui e il suo piatto per colazione a un certo punto aveva preso le sembianze di una qualche posizione assurda, che sempre lui, le aveva fatto sperimentare.
Concentrasi, parlare o pensare a qualcosa che non riguardasse Draco Malfoy e la notte appena passata era diventato impossibile.
In realtà, quando aveva trovato il coraggio di chiedergli quel favore, lo aveva fatto in previsione di una semplice notte d’amore, di quelle che si vedono nei film che tanto amava.
Invece, ciò che era successo, era andato Oltre Ogni Previsione.
Le parole non erano sufficienti per descrivere le sensazioni e le emozioni che aveva provato.
A suo parere, probabilmente non esistevano neanche.
Poteva apparire presuntuoso da parte sua, ma aveva la sensazione che quello che avevano condiviso non era stato, per entrambi, solo del sesso, e non solo per come e quante volte lo avevano fatto, scoprendo e imparando tanti e diversi modi di poter amare una persona, ma perché in lui aveva riconosciuto qualcosa di diverso.
Nonostante tra loro non c’era stato nulla di romantico, era stato dolcissimo nella sua attenzione e nella sua delicatezza, trattandola con gentilezza, come se fosse stata una bambola di porcellana.
In quegli attimi, il suo astio e il suo disprezzo erano scomparsi, lasciando libero spazio alla sua vera natura.
Per la prima volta non si era sentita schernita o presa in giro, ma si era sentita sua pari, come degna di stare al suo fianco.
Non una volta lui le aveva sottolineato la sua incompetenza, la sua inesperienza, mostrandosi paziente nonostante nei suoi occhi aveva visto il bisogno di avere di più.
Proprio i suoi occhi le avevano rivelato molto più dei suoi gesti e delle sue parole.
Erano stati limpidi e sinceri: aveva scorto il desiderio, la brama, il godimento, la lussuria, ma anche la dolcezza e un velo di malinconia per qualcosa che non sapeva motivarsi.
Aveva abbassato la guardia, la sua maschera di freddezza e si era occupato di lei, cercando di farla sentire al suo agio, di darle piacere, a lei prima che a lui stesso: per la prima volta lui aveva prestato attenzione a lei come donna, facendola sentire una donna.
Le aveva mostrato ciò che sentiva davvero, solo a lei e con lei.
Hermione uscì dal ritratto della Signora Grassa e si avviò per le scale, asciugandosi una lacrima traditrice.
Per quanto favoloso e magico potesse essere stato tra loro, ora doveva accontentarsi di ciò che aveva avuto la fortuna di avere, continuando la sua strada e dimenticandosi di lui per sempre.
Aveva appena poggiato il piede sull’ultimo scalino quando sentì qualcuno prenderla per un braccio.
-Che succede?
-Dobbiamo parlare- gli risposero le spalle di Malfoy, trascinandola in una buia aula vuota.
Trattenendola ancora per il gomito, Draco accese con un semplice incanto delle candele, illuminando fiocamente lo spazio intorno a loro.
I tratti del suo viso erano duri, rimandando uno stato d’animo che sfiorava il furioso.
-Non abbiamo nulla da dirci, Malfoy- disse Hermione, cercando di scrollarsi dalla sua presa, invano.
Lo vide voltarsi verso di lei, fissarla dall’alto della sua altezza, aumentando la pressione sul suo braccio affinché non le sfuggisse.
-Non sono d’accordo- lo sentì proferire improvvisamente calmo. Fin troppo in confronto alla foga con cui l’aveva trascinata lì.
Hermione, per nulla intimorita, lo rimproverò agguerrita.
-Malfoy, sono in ritardo per la lezione e lo sei anche tu.
Quando l’aveva visto in sala grande, per un istante, aveva sentito le gambe cedere ripensando a lui completamente nudo che la stringeva tra le sue braccia.
Era troppo presto per affrontarlo, anche se, a dir la verità, avrebbe preferito evitarlo per il resto dei suoi giorni.
-Non mi interessa.
I suoi occhi sembravano rimproverarla tacitamente, la sua espressione che volesse farle del male.
-Non vorrai far notare che ci siamo assentati casualmente entrambi nello stesso momento, no?- provò a dissuaderlo, continuando a dimenarsi.
Lo sentì improvvisamente rilassarsi e sfoggiare il migliore dei suoi ghigni.
-Voglio eccome.
Non aveva nulla di seducente quello sguardo familiare, più che altro pareva voler presagire il peggio.
Hermione aggrottò lo fronte sorpresa, approfittando di quel momento per sfuggire dalla sua presa.
-Come?
Iniziava ad avere un brutto presentimento, perché non c’era nulla di sensato in quello che aveva appena sentito.
Se c’era una cosa risaputa nel mondo magico, è che i Purosangue tengono alla loro reputazione forse più del denaro e non poteva credere che, Draco Malfoy, volesse accostarsi di proposito ad una Mezzosangue. A lei.
Lo vide avvicinarsi, lentamente, e sfiorare con le dita la sua fronte.
-Hai capito benissimo. Io voglio che tu sia associata a me, che tutti sappiano che tu sei stata mia e finché lo deciderò io, continuerai ad esserlo.
Qualcuna, nel castello, avrebbe fatto i salti di gioia per quella sua dichiarazione ma, Hermione, a quelle parole sentì solo un brivido freddo attraversarle la nuca.
Quelle parole avevano più l’aria di una pericolosa minaccia.
Abbassò lo sguardo sulle sue scarpe istintivamente, così vicine a quelle nere di lui. Pensò di essere finita in un mondo parallelo, perché il suo cervello non riusciva a elaborare una sola motivazione plausibile per quello che aveva appena sentito.
Lui la odiava e, anche se così più non fosse, non aveva mai mostrato nessun interesse nei suoi confronti, se non per insultarla e umiliarla. Improvvisamente l’impressione che l’dea fosse proprio questa la illuminò, con poca sorpresa in fin dei conti.
Assieme a questa consapevolezza, la paura si impadronì di lei.
Strinse i pugni lungo i fianchi e, rialzando lo sguardo per affrontarlo, a denti stretti lo accusò.
-Tu vuoi screditarmi? È questo ciò che stai cercando di dirmi? Andando in giro per la scuola a raccontare della notte scorsa per rovinare la mia reputazione…
Non aveva pensato a questa eventualità, Hermione, certa che mai lui si sarebbe vantato di questa conquista. Non poteva permetterlo, nonostante ignorasse il problema ben più grave che era la reazione di Ron, una volta che questa faccenda sarebbe arrivata alle sue orecchie.
Le dita di Draco scesero sulla sua guancia, ripescando un suo ciuffo per attorcigliarlo tra le sue dita affusolate. Le sue labbra si erano ammorbidite, schiudendosi per canzonarla con ilarità.
-Ti sembro per caso una vecchia pettegola?
Il cuore di Hermione batteva, forte come quello di un cavallo in corsa, per quella brutale vicinanza. Con il fiato corto, che aveva cercato di trattenere come per paura che si mischiasse con il suo, provò a chiedere.
-Allora perché?
Draco quindi si avvicinò ancora, annientando ogni minimo distacco, chinandosi su di lei e sfiorandole le orecchie con le sue calde labbra.
-È semplice. Ho intenzione di averti ancora.
Hermione indietreggiò, trattenendo il respiro a quella confessione.
Perché le stava dicendo queste cose? Non gli era bastata la scorsa notte?
Hermione aveva ancora le gambe intorpidite, eppure anche questa volta tremarono.
Stargli lontano era già abbastanza difficile, farlo con la consapevolezza che lui potesse ricambiare il suo interesse sarebbe stata un’ardua battaglia.
Eppure c’era qualcosa che stonava in quel ragionamento.
Draco Malfoy non aveva mai provato coinvolgimento per lei, glielo ricordò la sua parte razionale, quei pochi neuroni su cui poteva ancora contare. Quindi, perché d’un tratto era divenuta così interessante?
Alzò un sopracciglio, determinata a scoprire quali fossero le sue intenzioni.
-Non mi risulta che ogni ragazza che tu hai voluto portarti a letto sia stata oggetto di tutte queste attenzioni, anzi so che è esattamente il contrario.
Se non fosse che ognuna di loro il mattino dopo non facesse che vantarsi della meravigliosa notte passata in sua compagnia, nessuno saprebbe un bel niente dei suoi rapporti sessuali. Represse con tutte le sue forze quel lieve prurito che sapeva di gelosia.
Non poteva permettersi di provare questi sentimenti per lui, non ne aveva alcun diritto.
Ancora una volta Draco l’aveva raggiunta, sul viso un’espressione indecifrabile.
In quel momento però le parve di notare una piccola smorfia di disgusto mentre accompagnava le sue parole.
-Ma nessuna di loro è la ragazza più popolare della scuola.
Di certo non era invidioso della sua nuova posizione, ma era evidente che non ne fosse particolarmente entusiasta.
-Che c’entra questo, adesso?
Vide il mago massaggiarsi la nuca, come se fosse stanco di dare troppe ovvie spiegazioni.
La sovrastò in altezza, ancora una volta, infrangendo i suoi respiri sulla sua pelle che istintivamente reagivano con lunghe scosse senza fine.
-C’entra che se io voglio una cosa, la voglio solo ed esclusivamente per me. Di certo non lascio che qualcuno gli si avvicini per avere l’opportunità di portarmela via - le chiarì allora, alzando con le dita il suo mento, per obbligarla a guardarlo negli occhi.
Come se incrociare il suo sguardo potesse far luce sui misteri che non poteva e non voleva svelare.
Hermione distolse lo sguardo, concentrandosi sulla fiamma di una singola candela poco distante. Era difficile mentire, anche e soprattutto con lui.
Troppo vicina al suo viso, aveva paura di perdersi nelle sfumature che la scarsa illuminazione produceva sul suo volto marmoreo.
Troppo vicina ai suoi occhi, aveva paura di perdersi in quell’oceano in tempesta, capace di smuovere ogni singola parte del suo cuore.
Troppo vicina alle sue labbra, aveva paura di non resistere alla tentazione di assaporarle, così come aveva fatto tutta la notte.
Una notte che era finita troppo presto.
Sorrise amara tra sé e cercò di chiarire quello che sembrava chiederle tra le righe, come se dirlo ad alta voce lo avrebbe reso meno assurdo.
-Stai cercando di dirmi che adesso vuoi che tutti sappiano che siamo stati insieme solo perché capiscano che sono diventata intoccabile, perché tua?
La sua voce rassegnata illuminò Malfoy, come se presagisse la sua resa.
-Strabiliante, sei davvero la ragazza più intelligente della scuola!
Irritata dalla sua poca serietà lo spinse via, improvvisamente arrabbiata con lui, che stava cercando di approfittarsi di quella nuova e strana situazione, e arrabbiata con se stessa, per essersi permessa di essere debole, seppur per un’indimenticabile e fantastico momento.
-È una follia. Stammi bene a sentire, Malfoy: io non sono un oggetto che puoi reclamare come tua esclusiva proprietà. Io non ti appartengo.
Per quanto desiderasse che non fosse così, spuntò ogni singola parola con rancore e frustrazione, allontanandosi da lui per alleviare il senso di soffocamento che la invadeva quando le era troppo vicino.
Lo vide ghignare ancora una volta, mettendosi le mani in tasca con aria strafottente, come se tutto ciò che gli aveva detto non lo toccasse nemmeno.
-È qui che ti sbagli, mia cara Mezzosangue.
Rideva e la osservava con brama.
Hermione, in quel momento, sentì un brivido rizzarle lungo la colonna vertebrale. In quel momento, ebbe paura di lui.
-Io non sono una puttana, Malfoy- sottolineò con stizza. Il fiato corto come se stesse correndo da ore.
La sola idea che lui potesse considerarla tale la feriva, la faceva stare male dentro, nonostante avesse sempre saputo non nutrisse un alta considerazione di lei.
Draco, per nulla colpito, fece spallucce, rispondendo noncurante.
-Puttana, Mezzosangue… Suvvia, Granger, credi davvero che mi importi? Io voglio soltanto il tuo corpo.
Hermione, in quel momento, ebbe la sensazione che tutto si fosse fermato. Il tempo, ogni suono, ogni respiro. Davanti a lei vedeva soltanto i suoi occhi freddi scrutarla attentamente, nonostante all’apparenza sembravano non mostrare il minimo interessamento.
Poi la verità la colpì in faccia come uno schiaffò violento.
Per lui era solo un oggetto. Nulla.
Il mondo allora esplose, i suoni tornarono, il suo cuore riprese a battere, così come l’aria riempì il suo petto, portandola verso di lui, mentre respingeva le prepotenti lacrime.
Lo schiaffò arrivò dritto sul volto pallido di Malfoy, con uno schiocco sordo che sembrò tagliare l’aria, lanciato senza la minima esitazione.
Le parole, ancora più taglienti, arrivarono subito dopo.
-Non osare mai più parlarmi in questo modo. Sei solo un porco viscido e schifoso. Non so che idea tu ti sia fatto, ma non sai un bel niente di me.
Quel gesto le costò una fatica immane, consumando ogni sua energia. Per questo adesso si ritrovava a pochi passi da lui, con il respiro affannato.
Il mago, però, non fece una mossa. Rimase immobile, lo sguardo indecifrabile.
Per un attimo, Hermione provò l’istinto di impugnare la sua bacchetta, ma la voce melliflua di lui la fermò.
Vide Draco massaggiarsi la guancia rossa, che parve dare finalmente colorito al suo viso, mentre iniziava a girarle intorno come un cacciatore si aggira tra i cespugli puntando la preda.
-Povera Mezzosangue. Così fiera e determinata, continui ad essere una sorpresa.
Prima che potesse voltarsi per affrontarlo ancora, ora che le era di spalle, Hermione si sentì afferrare per i fianchi. Malfoy la spinse contro il suo petto, spostando i suoi ricci su una sua spalla, per immergere il viso sul suo collo bianco, ora scoperto.
Hermione si ritrovò improvvisamente in fiamme, quando le sue labbra si infransero sulla riva della sua pelle, succhiandole appena l’incavo sulla sua scapola.
E lì, ogni parte del suo cervello si spense, accendendo ogni suo nervo, sensibile alle sue carezze.
Provò a voltarsi, ma le mani di lui, adesso sul suo ventre non glielo permisero.
I vestiti prudevano sotto le sue mani e la sola cosa che riuscì a fare per fermarlo fu balbettare una poca convincente richiesta.
-Smettila.
-Ho appena iniziato.
La sua voce era roca e annaspava quelle parole sul suo orecchio sensualmente.
Le gambe di Hermione sarebbero potute cedere da un momento all’altro, eppure era irresistibile la voglia di cadere sì, tra le sue braccia.
-Perché? Perché mi stai facendo questo?
Hermione si crogiolava nell’impotenza. Hermione si eccitava nella sua impotenza.
Stare lì, il suo corpo così vicino al suo e allo stesso tempo così lontano dalle sue mani, le sue labbra sulla sua pelle nuda, ma distanti dalla sua bocca che bramava anche solo di sfiorare.
Non aveva mia provato nulla del genere.
-Perché ti voglio.
Come a voler dimostrate la sua confessione, Draco la spinse ancora contro di sé, facendo aderire i loro corpi. La fece voltare con violenza, non dandole nemmeno il tempo di respirare prima di rapire le sue labbra in una morsa tanto passionale quanto brutale.
La sua lingua la cercò, le sue labbra la marchiarono, la sua bocca la divorò.
Eppure Hermione non avrebbe potuto sentirsi meglio.
Si aggrappò alle sue spalle e ricambiò senza esitazione il suo bacio, issandosi in punta di piedi per stringerlo, per averlo sempre più vicino. Sentiva il bisogno di toccarlo, il bisogno di ricambiarlo; sentiva il bisogno di lui con ogni cellula del suo corpo.
Sentì l’eccitazione di lui premere sulla sua coscia eccitandola, nel riconoscere la sua stessa reazione in lui.
Avvampò sotto il suo corpo che la sovrasta e sorrise felice, mentre le farfalle svolazzarono libere nel suo stomaco e ogni razionalità si sciolse come neve al sole.
Perché lui la voleva.
Ma non voleva Hermione Granger. No. Voleva soltanto il suo corpo.
E allora, di fronte quella cruda verità, Hermione sgranò gli occhi, si riscosse e lo respinse.
Non avrebbe rifatto lo stesso errore.
-Ma io no- sussurrò decisa, cercando di apparire sicura.
Le sue labbra però bruciarono come fuoco, ora più che mai per quell’ovvia menzogna.
Malfoy non si fece incantare, nemmeno per un secondo, perché poteva non sapere tante cose, ma non era stupido. Sapeva quando una donna era attratta da lui.
-Bugiarda. Ricordi? Sei stata tu a venire da me la scorsa notte, perché Granger?- le chiese placido, nonostante ogni senso si era risvegliato, all’erta nel scorgere ogni suo segreto.
Hermione rimase in silenzio.
Non rispose, cercando di allontanarsi con il busto da lui, senza alcun risultato.
Sentiva il suo sguardo su di sé, ma non riusciva a sostenerlo. La paura di non riuscire a mentirgli era troppa.
Sentiva ancora la testa girare per quel bacio che le aveva scosso il cuore; ricordare la notte passata le fece male, più di quanto volesse ammettere.
Se solo mi amassi.
Probabilmente, in quell’impossibile caso, non sarebbe riuscita a respingerlo, sin dal primo istante. Forse, di fronte questa consapevolezza, era un bene che lui non ricambiasse i suoi sentimenti.
-Non rispondi?- lo sentì ghignare, spezzando il silenzio, tirandola poi a sé nuovamente.
Sentì la sua mano un'altra volta sul suo viso, ora sui suoi capelli. Sentì il suo profumo, proprio come lui sentiva quello di Hermione.
–Va bene, c’è tempo. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.
Sarebbe una bella cosa, pensò la strega, ma sapeva che non era la verità.
Il tempo era proprio quello che le mancava.
-No- mormorò. Lo sguardo ancora basso, sulle loro scarpe che adesso si sfiorano appena.
-No?
Malfoy era sorpreso, ma sorrise ancora, alle sue spalle, mentre raccoglieva una sua mano e la costringeva ad accarezzargli una guancia.
Si stava prendendo gioco di lei.
Continuava a farlo, nell’oscurità di quella stanza che li avvolgeva.
Con una smorfia Hermione incrociò finalmente i suoi occhi e, triste, lo mise al corrente della verità, una verità che lui non avrebbe comunque potuto capire.
-No, Malfoy. Non abbiamo tempo. E non abbiamo nulla da dirci.
Il viso di Malfoy si contrasse, colpito dalla serietà della ragazza. Stavolta non c’era traccia di incertezza, era sicura. E quella sicurezza lo spiazzò, tanto da lasciarla andare.
Cosa stai cercando di dirmi?
-Questo lascialo decidere a me. O crederai sul serio che io mi lasci usare senza far nulla?
Non gli piaceva camminare in territori sconosciuti. L’ignoto lo disturbava.
Hermione rimase stupita, non si aspettava che lui potesse arrivare ad una conclusione del genere.
-Io non ti ho usato.
Malfoy alzò un sopracciglio, scrutandola nel profondo, analizzando il tremolio delle sue gambe, i pugni serrati, la sua espressione sempre cangiante.
A volte era la sicurezza fatta persona, altre sembrava poter sprofondare nella malinconia.
E lui ne rimaneva confuso.
Non poteva crederle, ma non poteva nemmeno accettare di essere stato raggirato.
-Forse. Ma non farò finta che la ragazza che mi odia con tutto il suo cuore la notte scorsa mi abbia chiesto di fare l’amore con lei. So che c’è qualcosa sotto e, per Salazar, io lo scoprirò.
-Tutto questo è ridicolo. Non so di cosa tu stia parlando.
Adesso entrambi ruggivano. Lei per frustrazione, lui per rabbia.
Giravano intorno, osservandosi da lontano. Malfoy fu il primo a fermarsi, fingendo di trattenere delle risa.
-Granger, non ti ha detto nessuno che non sai dire le bugie?
La sua aria da sbruffone, il suo ghigno che già decanta vittoria, la irritarono.
Hermione Granger non poteva essere sconfitta.
E allora urlò, stanca di dover mentire, stanca di sentirsi sempre braccata.
Era colpa sua quell’assurda situazione e, saperlo, la faceva sentire una stupida.
-Basta, Malfoy. Basta.
Hermione gli si avvicinò, un dito sul suo petto come se potesse sul serio minacciarlo.
-È sul serio questo che vuoi? Che diventi la tua amante, in cambio del favore che ti ho chiesto?
Malfoy, soddisfatto, la strattonò verso di sé, afferrando quel piccolo dito e portandoselo sulle labbra. Lo leccò, gliene baciò la punta.
Poi, avvicinando i loro visi, per essere chiaro, confermò le sue conclusioni. –Sì.
Hermione represse la scossa lungo la schiena, esplodendo e spingendolo via, reagendo infine d’impulso come una macchina impazzita. Il suo orgoglio ruggiva.
-No! Mi dispiace, non posso accettare. Non posso farlo.
Possibile che non riuscisse a capire? Ogni no, era una pugnalata al cuore, a quell’organo che aveva preso a sanguinare di fronte la consapevolezza di avere una possibilità con lui.
Una possibilità che però implicava la distruzione di ogni suo principio, della sua dignità.
Sebbene quell’unica speranza apparisse sempre più irresistibile, come una consolazione amara per quell’amore sbagliato, non poteva accettare.
Non così.
Lo amava e desiderava viverlo, ma non come la sua amante. Non come un giocattolo di cui presto si sarebbe stancato.
Perché era sbagliato, perché lo doveva a Ron e alle persone che amava, perché non poteva farlo a se stessa.
-Ma tu devi farlo, non hai scelta. Questi sono i patti e non puoi tirarti più indietro.
L’espressione di Malfoy adesso era cambiata, perché la sensazione di una vittoria facile era svanita in ogni rifiuto pronunciato sulle labbra che tanto desiderava.
Aveva osato tanto fin ora, la Mezzosangue, più di quanto avesse mai concesso a qualunque altro essere umano, ma non poteva accettare di venire rifiutato, non da lei.
-Ma non è equo- provò a rispondere Hermione, esausta di dover giustificare la sua negazione.
-Equo? Granger, la vita non è mai giusta.
Quella risposta amara la colpì. Aveva un retrogusto triste, aspro anche sulle corde più limpide del Purosangue.
Vide i suoi occhi per un attimo velarsi di una strana sensazione che le provocò un moto al cuore. Sentì il bisogno di rassicurarlo.
-Sì che lo è.
Malfoy notò l’espressione sul volto di Hermione. Un espressione che indicava compassione, pietà. Furioso, per non essere riuscito a trattenere per sé quel sentimento nato senza il minimo preavviso, inveì arrabbiato.
Le carte in tavola erano cambiate, e non aveva intenzione di lascarle in mano a lei.
-Nel tuo mondo forse, ma non dalle mie parti. E qui adesso si fa a modo mio.
-Ci deve essere un’alternativa, qualcos’altro che possa darti in cambio.
-Non c’è.
Hermione si sentiva in trappola, non solo perché lui continuava ad avanzare verso di lei, costringendola al muro, ma anche perché non sapeva come scampare dalla situazione in cui si era cacciata. Si era aspettata molto dalla sua richiesta, ma non che arrivasse fino a questo punto.
-Non puoi costringermi.
Sapeva che la durezza che aveva cercato di incidere su quelle parole era scemata in una supplica di fronte il suo viso perfetto.
-Oh, si che posso.
Ormai con le spalle al muro, cercò di farsi piccola.
Ma non avrebbe ceduto senza lottare, perché poteva anche amarlo, ma non gli avrebbe mai permesso di macchiare il suo sentimento con un atto tanto barbaro. Si sentiva ribollire dentro al solo pensiero.
-Saresti disposto a scendere così in basso pur di avere una donna nel tuo letto?
L’accusa implicita in quelle parole, punse Malfoy sul vivo. Eppure non si fece trarre in inganno, chinandosi su di lei e, bloccando ogni sua via d’accesso, poggiando le mani sul muro accanto i suoi ricci.
Si inebriò del suo profumo naturale, sfiorò con il naso una sua guancia, poi le sue labbra.
La sentiva tremare, ma non gli importava, perché lei ormai gli apparteneva.
E sapeva che ne era consapevole anche lei.
Per questo non si stupì quando lei provò a parlare, seppur non cercando minimamente di allontanarlo. Ma era stanco di tutte quelle chiacchiere, le avrebbe dimostrato quanto aveva ragione con i fatti.
Così, prima che gli potesse dire altro, si approfittò di quell’attimo per baciarla ancora.
Fu un bacio casto, leggero, che non aveva niente a che spartire con quello dato in precedenza.
Eppure fu ugualmente bello.
Quando la sentì sporgersi per ricambiare il suo bacio, però, si ritrasse, ghignando soddisfatto.
-Non essere sciocca, Mezzosangue. Specie quando è evidente che non debba fare nulla di tutto questo per averti.
Hermione aveva chiuso gli occhi, per lasciarsi rapire da quella calda atmosfera.
Quando però le sue parole raggiunsero le sue orecchie sgranò gli occhi, sorpresa e ferita.
Lui aveva giocato con lei e aveva vinto.
Il ghigno di vittoria che vide aleggiare sul suo volto fu peggio di un pugno allo stomaco, perché confermò i suoi sospetti. Non respingendolo, sporgendosi a ricambiare il suo bacio, aveva rivelato la sua debolezza, gli aveva confessato tacitamente quanto potere avesse su di lei.
Era certa che da quel momento non avrebbe esitato ad usarlo.
Lo spinse via, ringhiando nella sua direzione. Lui la lasciò fare, allontanandosi con un sorriso divertito sulle labbra. A quel punto capì che non avrebbe potuto dire nulla per riscattare la sua posizione, così fuggì via, lontano dal suo angelo nero a cui, a dispetto di tutto, non riusciva a resistere.
Mentre correva, Hermione sapeva di avere ancora il suo sguardo sulle spalle. Gli parve persino di sentirlo proferire in lontananza una velata minaccia.
-Non potrai sfuggirmi per sempre, Mezzosangue.

***

Inconsapevole dell’enorme ritardo a cui era andata incontro, si fiondò a lezione spalancando la porta.
-Oh, Granger, Malfoy, ben arrivati. Pensavo aveste saltato la lezione- li rimproverò con garbo la professoressa McGranitt.
Hermione non si era accorta di essere stata seguita, perciò si stupì non poco di ritrovarselo a fianco. Decisa ad ignorarlo, stava per scusarsi, quando lo sentì parlare per primo.
-Ci scusi professoressa, ma io e la signorina Granger abbiamo avuto dei problemi con alcuni del primo anno e, come caposcuola, siamo stati trattenuti.
Hermione lo guardò sorpresa, scioccata nel costatare come riuscisse a rimanere calmo nonostante avesse appena inventato una bugia colossale.
Sul volto della professoressa McGranitt aleggiava lo stesso stupore, eppure decise in quel momento, dopo aver squadrato entrambi, di lasciar correre.
-Bene, ma adesso sedetevi così che possiamo riprendere la lezione. Fate comunque in modo che non ricapiti più.
-Certo professoressa, ci scusi ancora.
Hermione non poté che chinare il capo in segno di scuse e dirigersi verso il suo posto, accanto alla sua migliore amica che la guardava sospettosa e sorpresa.
Sapeva che Ginny non stava nella pelle per infilzarla di domande.
Tuttavia, prima ancora che la raggiungesse, Malfoy, si sedette su una fila di posti vuoti, richiamando subito dopo la giovane.
-Hermione, siediti qui con me.
Nell’aula calò improvvisamente il silenzio, mentre tutti, compresa la professoressa, alternavano lo sguardo prima su uno e poi sull’altro. Draco Malfoy non aveva mai aperto bocca alle lezioni, se non quando era espressamente richiesto, soprattutto a Trasfigurazione.
Eppure, Hermione, che era rimasta ferma e allibita, sapeva per certo che la stanza era sprofondata nel silenzio per altri ovvi motivi.
La prima che si riprese, fu la professoressa, che si ripromise di indagare presto sulla questione.
-Su, Granger, prendi posto accanto al signor Malfoy. Non possiamo di certo perdere tutta la giornata.
Hermione avrebbe voluto urlare.
-Sì, professoressa, mi scusi ancora- rispose con un sorriso tirato, prima di prendere posto accanto a Malfoy, che frattanto ghignava spudoratamente.
-Ti odio Malfoy.

***

Qualche ora più tardi, controvoglia, Draco fu costretto ad accompagnare Blaise a Hogsmeade, per compare dei nuovi guanti da quidditch per la prossima partita.
Sapeva che gli stava prestando poca attenzione, ma non riusciva a fare a meno di pensare a come era stata scombussolata la sua vita nelle ultime ventiquattro ore.
Quando era uscito dalla sala grande, con la sola intenzione di dimenticare, era incappato nella ragazzina del quarto anno, con la quale aveva dovuto disdire l’appuntamento la sera prima. Era evidente che quello non fosse un incontro casuale tanto che, Draco, non si era perso in chiacchiere per riparare l’evento perso. Voleva cancellare i ricordi della notte precedente, voleva depennare dalla sua mente ogni suo gemito, ogni suo profumo, ogni dannatissima immagine.
Tuttavia, qualcosa era andato storto. Non seppe spiegarsi il perché, né esattamente come avvenne, ma improvvisamente i capelli biondi della ragazza erano diventati degli indomabili ricci castani e i suoi occhi azzurri dei profondi occhi nocciola.
La stupida Tassorosso si era trasformata in un’indomabile Grifondoro.
Alla fine, aveva dovuto lasciar perdere, ignorando le lamentele della ragazzina, andandosene via più frustrato di prima.
Eppure lei sembrava non lasciarlo, ma inseguirlo ovunque andasse.
Fu certamente una coincidenza quando la scorse poco dopo, eppure ebbe la sensazione che qualcuno gli stesse giocando qualche brutto scherzo.
La vide intrattenersi con Micheal Corner, con il quale si era sbadatamente scontrata.
Una patetica scena che aveva avuto il potere di incendiargli il sangue nelle vene quando il Corvonero tentò di approfittare di quella vicinanza.
Non gli era mai stato granché simpatico negli anni passati, e ripromise a se stesso di rammentare la prossima volta tale astio quando lo avrebbe nuovamente incrociato, magari per dargli una bella lezione, seppur del tutto casuale.
Non riusciva a spiegarsi tanto coinvolgimento, raramente ricordava il mattino dopo il volto delle ragazze con cui aveva fatto del sesso. Anche se con tutte non aveva passato ciò che aveva condiviso invece con lei.
Era dura ammetterlo a se stesso, ma nelle ore passate insieme parecchie cose erano state diverse.
Delle cose che però non sapeva definire.
Ma se di questa sensazione non voleva saperne più del dovuto, non era così sugli altri quesiti che adombravano i fatti avvenuti la sera precedente, su cui voleva a tutti i costi far luce.
Oltretutto era ormai impossibile negare quel misterioso filo che sembrava irrimediabilmente legarlo a Hermione Granger. Se ne sentiva attratto e, persino quando qualche ora prima l’aveva vista arrabbiata, frustrata, irritata con lui, con quel vivido fuoco negli occhi, l’aveva trovata più bella che mai. Una fiera e coraggiosa leonessa, che non può che apparire maledettamente sensuale ai suoi occhi.
In quell’istante aveva capito che ignorarla non sarebbe servito a niente.
E non potendo dimenticarla, l’alternativa era averla al suo fianco.
Non avrebbe accettato vie di mezzo, non quando aveva la scusa perfetta per poterla pretendere a se.
Gli doveva qualcosa, in fondo.
Se il suo corpo la desiderava, avrebbe consumato la sua passione con lei fino ad averne la nausea.
E se la sua ragione pretendeva spiegazioni, l’avrebbe anche incatenata e torturata fino a quando le sue morbide labbra avrebbero saziato la sua sete di sapere.
Non era di certo lui che aveva creato quell’assurda situazione.
Era stata lei a farsi scoprire da lui come donna ed era sempre lei che lo aveva immischiato in quell’intrigato mistero di cui, per quanto non sapesse come, faceva inesorabilmente parte.
Qualunque cosa gli avesse fatto quella notte l’avrebbe superata, sarebbe guarito, e qualunque cosa lei gli stesse nascondendo l’avrebbe scoperta.
Solo allora, forse, l’avrebbe lasciata andare.

-Ehi, Draco, mi ascolti? Secondo te come sono questi?- chiese Blaise, sventolando dei guanti in pelle nere davanti il suo viso.
-Credo che possano andar bene, Blaise- rispose distratto.
Dallo sguardo di Blaise, capì di essere stato beccato.
-Mi dispiace Blaise, ma non riesco a respirare in questo negozio. Ti aspetto fuori.
Blaise, deluso, scrollò le spalle. –Si, certo.
-Mi dispiace- gli sussurrò Draco alle sue spalle, prima di fuggire via.
Si accese una sigaretta, per lasciarsi riempire da quella tossica sostanza che aveva il potere di rilassarlo. Tirò una sola volta prima di venire nuovamente distratto dall’oggetto del suo desiderio.
Hermione Granger stava passeggiando con la sua amica Weasley, in direzione dei Tre Manici di Scopa, con molta fretta constatò subito dopo.
Ghignando, Draco gettò a terra la sigaretta con l’unico intento di raggiungerla, quando notò la Weasley salutare eccitata con la mano qualcuno in lontananza.
Non dovette sforzarsi molto per capire a chi era rivolto quel saluto, ancora meno per comprendere che la loro meta erano proprio due ragazzi che portavano il nome dei due salvatori del mondo magico. Rimase a osservarli da lontano, in attesa di ciò che sarebbe avvenuto, ma poco dopo si pentì di quella scelta perché ciò che vide lo lasciò inorridito.
Un forte senso di nausea si diffuse intorno al suo petto nel vedere la Granger baciare con fin troppo entusiasmo Ronald Wealsey.
E dire, che aveva sempre saputo che quei due un giorno sarebbero divenuti una coppia.
La consapevolezza di essere stato preso in giro esplose, l’attimo dopo, come una miccia in un lago di benzina.
C’erano ancora molte cose poco chiare in quella storia, ma una cosa adesso era certa.
Hermione Granger era fidanzata.
Rimase immobile, continuando a spiare da lontano i quattro ragazzi, finché dopo qualche momento di patetiche effusioni, entrarono insieme nel locale, sparendo dalla sua vista.
Draco sputò per terra il groppo amaro e, schiacciando con foga la sigaretta ancora accesa sul suolo, si diresse verso il castello.
Che i giochi abbiano inizio, mia cara Mezzosangue.


Ciao a tutti! Vado un po’ di fretta quindi, sperando che il capitolo vi sia piaciuto e che sia riuscita a spiegare ed esprimere bene i diversi stati d’animo dei personaggi, vi saluto con un immenso grazie a voi che mi seguite, che avete aggiunto la mia storia tra i preferiti, le seguite e quelle da ricordare. Colgo anche l’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno letto e gradito la storia sul capitolo rosso collegata al capitolo precedente. A presto un bacio.
RINGRAZIAMENTI:
aquizziana: ciao carissima, eccomi qui!scusa il ritardo ma sono mancata per un po’ di gironi da casa e sono stata impossibilita ad aggiornare. Comunque vedrò di rimediare tra oggi e domani; intanto eccoti questo capitolo: sono contenta che questa Hermione ti piaccia, effettivamente è molto diversa da quelle delle mie altre storie, semplicemente perché qui lei è già innamorata e per amore, come per amicizia è molto determinata e forte. Ti ringrazio anche per il commento del capitolo rosso, sono molto contenta che ti sia piaciuto. Adesso ti lascio che corro dalle altre storie, ma attendo di sapere che ne pensi di questo che come vedi è un po’ particolare. Bacione.
barbarak: bhè dai per Draco non era poi questo gran sacrificio quindi possiamo anche chiamarlo un piccolo favore, no?:) comunque sono contenta che ti piaccia e spero che anche questo cap non sia stato da meno, che come vedi che le cose prendono una piega un po’ problematica. Ron qui è un personaggio un po’ marginale, quindi tra lei e Ron per ora almeno non ci sarà nessun confronto, anche perché Hermione come avrai capito dovrà occuparsi di altro. Un bacio a presto
ps: ti ringrazio per i complimenti del capitolo rosso, sono contenta che ti sia piaciuta, io a dir la verità non ne ero così convinta, quindi grazie, mi ha fatto piacere!
HailieJade: ciao tesoro!bhè sono contenta che la scelta ti sia piaciuta, ma credo ormai fosse scontata che fosse Draco e poi on potevo tardare molto il suo ingresso in scena visto anche che la storia ha pochi capitoli. Comunque per quanto riguarda il momento in cui Hermione si è innamorata di Draco ne parlerò nel prossimo capitolo quindi tranquilla che questa cosa verrà presto chiarita è un po’ anche complicato a spiegarlo così in due parole visto che non è un singolo momento preciso;Ad ogni modo spero ti sia piaciuto questo capitolo, dove le cose si smuovono un po’ in peggio..per Hermione, anche se dipende dai punti di vista..anzi spero non vorrai uccidermi. Baci baci e aggiorna presto mi raccomando che ti aspetto
Iyu89: ciao cara,grazie intanto per i compimenti sul capitolo rosso, sono contenta che ti sia piaciuto, spero che anche questo non sia stato da meno, anche se le cose si fanno più complicate! Comunque no il confronto con Ron non ci sarà, almeno per il momento, anche perché credo che Hermione abbia già abbastanza problemi; infondo c’è anche da dire che una piccola bugia di Hermione in più a questo punto non cambi, e poi Draco stesso non è mica Lavanda che fa certe scenate, no? Fammi sapere che ne pensi di questo un bacio grande
mm91: ciaoooo che piacere trovarti anche qui!grazie per i complimenti, e sono contenta che ti piaccia la storia, di questo cap che ne pensi? Comunque si lo so, la grammatica non è il mio forte, e specie quando sono di fretta commetto tanti errori, credo che ne troverai anche qui, quando avrò tempo mi riprometto di ricorreggere tutto, intanto mi scuso sinceramente. Un bacione
marziaaa:sono contenta che la sorpresa sia stata di tuo gradimento, Ron si qui fa un po’ pena, diversamente dalle altre mie storie è lui la vittima; ad ogni modo spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto..fammi sapere che ci conto eh un bacino a presto

   
 
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