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Autore: Elos    03/10/2010    56 recensioni
- Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento. -
Abbiamo undici anni ed è la prima volta che ti vedo. Severus Piton, accanto a te, è solo una macchia nera troppo vicina alle tue mani.
E' il 1971.
Clic. [...]
(Prima Classificata e vincitrice del Premio Coppia al "Dream THE CROW black" Lily/James Contest indetto da MissProngs ed Alchimista.
Mi piacciono le tue mani.)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
- Questa storia fa parte della serie 'Hogwarts, vent'anni prima.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fotoricordo


Mi piacciono le tue mani.





Clic.

Abbiamo undici anni e sul treno per Hogwarts il tuo naso si solleva verso il tetto della carrozza mentre cerchi di incenerire prima me e poi Sirius con lo sguardo. Dignitosa e signorile dall'alto dei tuoi centoquarantasette centimetri di disgusto offeso e inattaccabile superiorità, ti faccio il verso e tu hai gli occhi verdi, verdi, verdi.
- Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento. -
Abbiamo undici anni ed è la prima volta che ti vedo. Severus Piton, accanto a te, è solo una macchia nera troppo vicina alle tue mani.
E' il 1971.

Clic.

Abbiamo dodici anni e sei arrabbiata - di nuovo. Da arrabbiata fai paura. Fai paura anche a Sirius, che non lo ammetterebbe neanche sotto tortura, però tiene la mano vicina alla bacchetta e se ne sta ritto sul bordo della sedia; Remus ci guarda al di sopra di un libro aperto e Peter è rannicchiato proprio dietro di lui. Abbiamo toccato Piton - anche questo, di nuovo - ed io ho l'impressione che sarà sempre così: anni e anni a guardarti furiosa e a pensare che dopotutto forse è per questo che lo stuzzico tanto, Mocciosus, forse è per questo che lo cerco sempre, perché ogni volta che io cerco lui, tu cerchi me.
Non so ancora bene cosa siano le ragazze, e certe volte ho dei pensieri che non riesco a sistemare in nessun modo, ma quel che so invece per certo è che mi piace essere cercato - da te. Cercami, guardami.

Clic.

Abbiamo quindici anni. C'è un'aria da estate di cristallo e di sole sopra le nostre teste, in un giorno dove la pioggia pare lontanissima, la scuola un'ombra che non arriva a specchiarsi sul lago, e i G.U.F.O. mi sembrano già qualcosa di passato.
Acchiappo un Boccino in fuga e mi sento bellissimo e onnipotente. Ho il mondo tra le mani e tu sei a neanche dieci metri da me, con i piedi nel lago e la schiena curva: da una distanza così immagino di poter vedere tutte le gocce d'acqua sui tuoi vestiti, sui tuoi capelli. E' da un po' che so cosa sono le ragazze, adesso, ma ancora mi sorprende pensare che non riesco a scindere queste due parole, ragazze e te. Te, te, te. Centomila migliaia di volte te. E' quasi fastidioso.
Sirius si sta annoiando da morire, stravaccato con indolenza sul prato con le gambe allargate tra me e Remus. Mi dice di smetterla di giocare con il Boccino, e dopotutto non mi costa nulla dargli retta: lo lascio andare e lo riafferro da quasi mezz'ora, e tu non mi hai guardato neanche una volta. Le tue spalle voltate sono uno schiaffo in faccia, una secchiata d'acqua gelida rovesciata sullo stomaco. Le tue mani immerse nel lago rimestano tra i miei desideri.
Quando, cinque minuti più tardi, trovo qualcosa - qualcuno - che mi farà finalmente guardare, sento il respiro farmisi elettrico in gola, liquido. E' una sensazione sgradevole.
- Questo ti tirerà su, Felpato. - Mormoro a Sirius. - Guarda chi c'è. -

Di tutto quel che è seguito, oggi me ne vergogno immensamente.

Clic.

Abbiamo sedici anni. C'è un braccio di Severus Piton sulle mie spalle, il suo sangue sulla mia maglia. Se l'ha ferito, se l'ha morso, è tutto perduto.
C'è un braccio di Severus Piton sulle mie spalle, il suo sangue sulla mia maglia, il viso - il muso - di Remus proprio di fronte a me. Sta ringhiando, e per la prima volta nella mia vita ho paura di lui.
Muoio, morirò.

Clic.

Abbiamo sedici anni e qualche ora in più del momento in cui sono salito dalla Stamberga Strillante con il sangue di Piton - con Piton - addosso. E, dopotutto, sembra che io non sia morto.

Clic.

Abbiamo diciassette anni, e sto per morire - di nuovo e, veramente, questa volta è quella buona. Sto per morire in una maniera stupidissima: deceduto per autocombustione. Mi sto sciogliendo, liquefacendo, perché sono in giro per Hogsmeade e cammino a meno di cinque centimetri da te, che hai una maglia verde, ma non verde quanto i tuoi occhi, e una gonna color ruggine. L'ho stampata nella testa, quella gonna, come se qualcuno me l'avesse incisa tra un nervo e l'altro: la terrò stampata nella testa fino alla morte ed anche oltre, perché è con quella gonna addosso che davanti a Mielandia mi prendi la mano - pelle contro pelle contro pelle, strati su strati di cellule che si incontrano e tutto ad un tratto eccola di nuovo lì, l'onnipotenza, solo che stavolta il mondo tra le mani lo tieni tu. Mi sta bene. Continua a tenerlo, è al sicuro, lì, il mondo è al sicuro con te.

Clic.
Abbiamo diciassette anni, sempre, e questo è l'anno più lungo della nostra vita. Mano nella mano con te da sette mesi e più, ti bacio, mi baci, tutta la vita dovrebbe essere così, sotto al cielo lavato di pioggia della Hogwarts di giugno. Parliamo di sogni e di domani come fosse già oggi, e c'è Sirius che aspetta di avere una casa tutta sua - una casa dove nessuno lo chiamerà schifoso traditore, niente Walburga, Wal-Purga, a straziarlo ogni santissimo giorno - e che Remus lo venga a trovare quest'estate, ne discutono fittamente da settimane. Peter vuole entrare al Ministero, ha paura del concorso, Remus vuole vivere e basta, ha paura del mondo. Hogwarts è stata il nostro universo, il nostro tutto, e quel che c'è fuori da queste mura non sarà mai altrettanto sicuro: però ci sei tu, qui, e io penso che ogni giorno visto in questi occhi verdissimi non può che essere bello, incredibile, è incredibile ogni giorno con te.
Seduti sulla torre di Astronomia guardiamo la nostra ultima alba ad Hogwarts. Ti porterò un regalo, sul treno di oggi, te ne porterò cento quando tornerai a casa.

Ancora non credo di poter essere mai più felice di così.

Clic.

Abbiamo diciannove anni e continuiamo a baciarci. Le mani restano nelle mani, le mie e le tue. Cerchiamo un lavoro, cerchiamo una casa. Il mondo è scurissimo, fuori da Hogwarts, c'è qualcosa che striscia sottoterra e si insinua nella pelle e nelle ossa, è il male.
Oggi abbiamo incontrato Silente. Forse una casa e un lavoro non sono tutte le preoccupazioni che possiamo avere, perché c'è altro, qui, che è più vero e più cupo e più forte di questo, altro da combattere. Penso che Sirius ne sarà entusiasta; tengo le tue mani, io, e so che non ci tireremo indietro, ma vorrei poterlo fare, davvero. Vorrei che ce ne potessimo andare, vorrei essere altrove con te. Abbiamo ancora il mondo stretto in pugno, ma oggi sento che s'è fatto più pesante. Ci taglia le dita.

Abbiamo diciannove anni. E' il giorno in cui ti chiedo di sposarmi.

Clic.

Abbiamo vent'anni e sei radiosa e bellissima di vent'anni e tra vent'anni lo sarai ancora di più, io lo so, ma oggi sono vent'anni che sei viva e che sei la cosa più meravigliosa che chiunque abbia mai potuto vedere o vedrà, meravigliosa mentre sorridi alla macchina fotografica e c'è qualcuno che scatta di nuovo, clic, e una foto con Peter, una con Remus, la foto di gruppo con tuo padre e tua madre che ti tengono a braccetto e sorridono anche loro, Sirius latra una risata felice mentre ti abbraccia e Rubeus cerca di convincerti a lasciarti sollevare per farti mettere in cima a un ramo, proprio al di sopra di un cespuglio di rose: per una foto poetica, dice lui. Mi sembra tanto un tentato omicidio. Accorro a salvarti e poi ti bacio, ti bacerò da qui fino all'eternità e ritorno, vent'anni e ancora venti e venti e venti, fino a quando non ne perderemo il conto. Tenendoti per mano continuerò a baciarti anche quando saremo vecchissimi e cadenti e quando i nostri baci traballeranno per le dentiere che porteremo, continuerò a baciarti quando tutti i tuoi capelli rossi saranno grigi, bianchi, e io sarò un vecchio stempiato e balbuziente con la demenza senile a farmi uscire di casa in mutande. Continuerò a baciarti e a volerti quando sarai piena di rughe, quando la notte tossirai. Continuerò a baciarti anche se da vecchia ti dimenticherai di me, e baciandoti ti insegnerò di nuovo chi sono, daccapo, perché quello che è oggi per noi lo sarà per sempre.
Lily Evans, Lily Evans Potter.

Clic.

Abbiamo vent'anni ancora, ho vent'anni, il giorno in cui scopro che tutta la gioia che ho provato finora, tutta la gioia di questo mondo e del prossimo e di tutti i mondi che sono venuti prima, era poca in confronto a questo.
Ho vent'anni e tengo tra le mani mio figlio. Harry James Potter ha le ginocchia di mio nonno, le mani di tua madre. Ha gli occhi pieni di nebbia azzurra - ma tra una settimana saranno verdi, anche se io ancora non lo so. Ha una gran massa di capelli neri sulla fronte, arruffatissimi e sottili come solo i capelli dei neonati possono essere, e tu ci scherzi sopra:
- Tutto suo padre. -
Piange come un disperato. Puzza di latte, di pannolone. E' bellissimo. Mio, mio, mio, mio, nostro. Tu lo mangi di baci, lo abbracci con gli occhi, con le mani, tutto. Questo mondo così bello è lievissimo, oggi, levigato.
E' il 31 Luglio 1980. Sono appena diventato padre.

Clic.

Abbiamo ventun'anni.
Godric's Hollow non è come ce l'eravamo aspettati: avevamo temuto un posto cupo, silenzioso d'inverno, e invece è una cittadina piena di verde, piena di luce, che sotto la neve pare farsi d'argento filato. Ci sono case piccole e una pasticceria deliziosa e Bathilda Bath in fondo alla strada, sempre pronta a chiacchierare con te. Tiene Harry in braccio - lei ne è entusiasta - e cerca di convincerlo a mangiare i suoi biscotti. Fa dei biscotti terribili, ci mette troppo limone. Harry è furbo, storce il naso e non apre neanche la bocca.
Mi manca da morire il tuo pancione. Potremmo riempirlo di nuovo, forse? Provvedere a sfornare altri bambini? Dozzine e dozzine di bambini, e il prossimo sarà una femmina che ti assomiglierà e io ne sarò gelosissimo, geloso da morire, perché sarà bella come sei bella tu e tutti la desidereranno, io lo so. Le raccomanderò di stare attenta ai bambini sul treno per Hogwarts, perché sono pericolosi, hanno buona memoria, sono ostinati e tenaci. Mantengono la posizione finché non vengono accontentati.
Te lo dico una sera, mentre conversiamo tenendoci vicinissimi l'uno all'altra prima di addormentarci. Tu mi ascolti e ridi.
- Povera bambina! Con un padre così, vivrà come una reclusa! - Esclami. E poi, dopo averci riflettuto sopra per un po', assorta: - Ora che ci penso, sul treno c'era anche Sirius. Avrei potuto uscire con lui, per San Valentino... -
Cerco di zittirti facendoti il solletico, ma tu mi soffochi con un cuscino: per chiuderti la bocca, così, mi sporgo e ti bacio.

Al mattino ci svegliamo e in stanza si gela anche sotto le coperte. E' ottobre, è inverno. Nevicherà presto. Ti strofino le braccia, ti stringo le mani, e tu bisbigli pianissimo:
- Ho un po' di paura. -
Ho paura anche io.
- Andrà tutto bene, Lily. Dobbiamo solo avere fiducia. Aspettare. -
Ti mordi le labbra ed è meraviglioso il modo in cui s'arrossano, così, s'ammorbidiscono. Sembrano più lucide, più piene. Vorrei tenerle tra le mie per sempre.
- Tra poco è Halloween. - Dico. - Dovremo comprare qualche dolce per Harry. -
Questo pensiero ti fa sorridere. Labbra rosse, labbra sorridenti. Harry si sveglierà, a breve, e l'adorabile marmocchio comincerà sin da subito a chiamarci e a protestare perché non ce lo filiamo abbastanza. Abbiamo un quarto d'ora e forse meno, non è sufficiente nemmeno per iniziare quel che ho in mente... ma neanche tutto il tempo del mondo basterebbe. Ti bacio, ti bacio. Ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti amo, ti bacio. Ti amo.
Tutto il tempo del mondo. Tutto il tempo del mondo, tu ed io, tenendoci per mano.

Clic.

Mi piacciono le tue mani quando si intrecciano alle mie.
Mi piacciono i tuoi occhi e tutto quel che c'è intorno, dentro. Mi piacciono al mattino, perché sono la prima cosa che vedo e sono grigi nel buio della stanza chiusa, mi piacciono quando ridi. Mi piacciono ogni volta che li guardo su di te - mi piacciono quando li guardo su Harry.
Mi piacciono i tuoi occhi quando sei sopra di me, sono ombrosi, calmi. Mi piacciono i tuoi occhi quando sei furiosa, quando sei eccitata, sciolta, liquida e fusa, miele. Mi piacciono i tuoi occhi - mi piace il tuo viso. Guardo le stelle ed oltre ogni volta che lo vedo.
Mi piace la tua bocca quando si piega sulla mia, mi piace la tua bocca dischiusa nel sorriso. Mi piace la tua bocca quando Sirius dice qualcosa che t'offende, e allora la tua lingua è una saetta tagliente, ne ferisce più della spada, la tua voce si alza ed è tuono, sei tempesta.
Mi piacciono le tue mani per ogni giorno in cui le ho tenute strette. Mi piacciono le tue mani per ogni volta in cui si sono sporte per afferrarmi, salvarmi. Mi piacciono le tue mani quando sollevi un calderone, una pentola, mi piacciono le tue mani per la forza che metti in tutte le cose.
Mi piacciono i tuoi capelli, mi piace vederli sciolti sulle spalle. Mi piace quando li leghi, quando pieghi la testa da una parte e la treccia scivola sulla spalla e poi più giù. Mi piace vedere Harry giocare con il ciuffo che la chiude, mi piaceva quando ti rimaneva l'odore del suo latte tra le ciocche: se lo annusavo sulla tua testa, alla sera, c'eri tu e c'era lui.
Mi piace il tuo sorriso: mi piace e ne sono avido, geloso. Lo desidererei solo per me, ma se non ci fosse per tutti forse non mi piacerebbe altrettanto.
Mi piace il tuo seno nel punto in cui tende il maglione, la piega dei tuoi fianchi sotto le vesti, quando sei nuda. Mi piace la pelle bianca delle tue gambe lunghissime, le smagliature che ti sono rimaste sul ventre liscio dopo quei nove mesi in cui hai portato Harry nel tuo meraviglioso corpo.
Ho amato vederti incinta. Amerei vederti vecchia, amerei guardare le rughe su di te perché non riempirebbero di crepe i tuoi occhi, ma di luce. Amerei guardare le pieghe e le macchie delle tue mani e pensare che ogni piega, che ogni macchia, sia un giro di corteccia a segnare i giorni che abbiamo trascorso insieme.
Amo di te tutto, ogni cosa, e quel che negli altri non amo in te è perfetto.
Ringrazio per ogni giorno che ho avuto con te, ringrazio per aver desiderato d'averti ogni giorno. Ringrazio per tutto il tempo che mi resta per essere vivo con te, e se il pensiero che questo tempo si misura in secondi e non in secoli è lacerante, ebbene, un triliardo di anni in qualunque altro luogo, con chiunque altro, non sarebbe valso neanche un decimo di un tuo attimo.
Con te, per te. Questo secondo è con te, ciascun secondo è con te, tutta la vita nasce e finisce con te, e anche se sto guardando la mia morte sulla punta di una bacchetta, i miei incubi concretizzati nell'ombra sulla porta di casa, in realtà ho i tuoi occhi davanti ai miei - che sono poi quelli di Harry. L'abbiamo fatto noi, Harry. E' bellissimo. Vivrà. Vivrà, vivrà, vivrà. Vivrete. Dio arriverà, Silente arriverà. Vivrete.

Quando la luce verde dell'incantesimo si accende, e illumina a giorno la stanza, io a malapena me ne accorgo. Porto con me la scatola delle nostre fotografie, e tutto il resto non lo vedo.


- - -




Mai più, davanti alla casa rotta, mai più, non riusciva a pensare anche se avrebbe dovuto farlo ma c'era Lily che, mai più, non respirava, non respirava, non avrebbe mai più respirato e lui non l'avrebbe più vista sorridere ridere piegare la testa guardare un libro parlare non l'avrebbe più vista arrabbiata, mai più, e l'ultima volta in cui le era stato vicino lei era stata furiosa e offesa, l'aveva odiato.
Mai più, mai più. Aveva offerto l'ascia al suo boia. Mai più. Doveva essere fredda e gelata, lì sotto. Lily odiava sentire freddo. Lui avrebbe dovuto - avrebbe dovuto scavare. Toglierla di lì. Prenderla scaldarla anche se non era più viva resuscitarla farla respirare, Dio, davanti alla casa rotta gli sembrava di aver seminato tutti i suoi pensieri come un uovo sgusciato, schiacciandoli tra le materie della casa di Lily e James Potter, che adesso non c'erano più.
James Potter gli aveva lasciato campo libero. Lily era sua. Solo sua. Aveva il suo cadavere, solo sua. Era l'unico rimasto vivo - è forte chi sopravvive, Serpeverde - era sua.

Da qualche parte nella sua testa sentiva qualcuno urlare atrocemente, urlare di un urlo che non poteva venir fuori da una cosa che fosse ancora umana. Una volta avevano scuoiato un uomo davanti ai suoi occhi, vivo, e lui aveva gridato così. Si era contorto e aveva gridato, gridato, gridato, finché non gli era scoppiato il cuore.
Da qualche parte nella sua testa sentiva qualcuno urlare e aveva male alla gola da morire, gli bruciava come fosse strappata, accartocciata, ma non era lui ad urlare. No, no, mai più, non era lui. Un suono così poteva uscire solo da qualcuno che stesse venendo scuoiato, scartato, pelle tolta e tendini, nervi, ossa e organi messi a nudo, esposti, levati insieme agli ultimi grumi d'umanità. Viene via facilmente, l'umanità. Si strappa con la carne.
Nessuno lo stava scorticando, Severus. Aveva offerto l'ascia al boia di Lily Evans.

Era la casa rotta a urlare. Mai più, mai più, mai più.

Bada a ciò che desideri, disse il Corvo, perché potresti venire accontentato.
Clic.







Note dell'autore: Questa storia ha partecipato al concorso "Dream THE CROW black" Lily/James Contest indetto da Miss Prongs e Alchimista, classificandosi prima e vincitrice del Premio Coppia (*_*).
Scopo del concorso era scegliere una citazione da Il Corvo e un oggetto tra quelli proposti e sviluppare su di essi una storia che avesse Lily e James come protagonisti.
La citazione dalla quale ho preso ispirazione è Mi piacciono le tue mani, e l'oggetto scelto è fotografia. Con quel Mi piacciono le tue mani non potevo che buttarmi su una lunghissima dichiarazione d'amore, e la prima persona mi è sembrata la scelta migliore.
C'è una spiegazione da dare sulla scomposta scena di Severus Piton: non era prevista in una prima stesura della storia, e si è praticamente aggiunta da sola. Il grido mai più, mai più (nell'originale nevermore, come sempre intraducibile pienamente) e il disse il Corvo (quoth the Raven) sono stati presi da The Raven (Il Corvo), l'inquietantissima poesia di Edgar Allan Poe (una buona traduzione italiana si può trovare qui) citata in The Crow (Il Corvo), il film del 1994, da Eric (e, prima ancora, in The Crow, il fumetto di James O'Barr dal quale è stato tratto il film). C'è poi da ricordare che Draven, il cognome di Eric, in inglese ha una notevole assonanza con the raven, il titolo della poesia.
I toni della prima parte di Fotoricordo mi sembravano troppo lievi e troppo poetici per una cosa che si ispirasse a The Crow (sul quale si possono dire un sacco di belle cose, è romantico e drammatico e affascinante, ma di sicuro non è leggero - e il fumetto lo è ancora di meno!): e Severus Piton si è affacciato proprio in quel momento, così... L'idea di citare marginalmente un'altra delle frasi che era possibile sfruttare nel concorso (Devi stare attento a ciò che desideri: potresti ottenerlo) è nata in questo modo.

Un'ultima cosa: ho deciso di affidarmi nello scrivere su Harry Potter alle rese dei nomi di luoghi, persone, mostri, piante e quant'altro alle scelte della traduzione italiana, con riferimento particolare a quelle date da Harry Potter e il prigioniero di Azkaban in poi (a meno che non siano talmente sbarellanti da spingermi a fare diversamente xD). Da cui, Severus Piton al posto di Severus Snape.



Non avevo mai scritto nulla di serio su Harry Potter. C'è bisogno di dire che sto facendo i salti di gioia? xD Ringrazio di cuore entrambe le giudici per la gentilezza, per la cortesia, e per i meravigliosi giudizi che hanno steso: completi, ricchi di segnalazioni, di correzioni, di pareri su stile e punteggiatura.
Se ho deciso di pubblicare la storia senza modifiche (salvo per un 31 Agosto trasformato in un 31 Luglio... grazie, Miss Prongs!) è per una questione di correttezza: è così che è stata inviata, è così che sarà pubblicata. xD
I miei complimenti a tutte le altre partecipanti: i giudizi li potete trovare qui.
Altre storie già pubblicate sono:
Slices of love di lilyblack
Felicità Dorata di malandrina4ever
Vento del nord di AliH
Il Soggetto Della Paura di vogue
  
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