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Autore: Rucci    06/10/2010    6 recensioni
Ed ora veglio
sono Tuo e Mio
la notte mi annunziasti come vita
mi hai fatto uomo.

Ci sono centootto stelle che in verità sono demoni.
Centootto diversi demoni. "Inno alla notte" è per uno di loro.
{spectre-centric, original character}
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

X.


Quale cosa tu porti sotto il manto
che con forza invisibile
mi penetra nell'anima?
Delizioso balsamo
stilla dalla tua mano,
dal mazzo di papaveri.
Le gravi ali dell'anima tu innalzi.



Il giudice posò piede nel lago di sangue e si disse che in nessuna maniera poteva esistere una creatura più veloce di lui, che dei tre Generali era il più rapido, a meno che quei morti viventi non corressero come se avessero tutti i demoni dell’Inferno alle calcagna.
Ed effettivamente nessun altro paragone sarebbe stato altrettanto calzante.
Il piede inguainato della surplice tracciò un breve semicerchio, sollevando uno scroscio scuro, e batté ripetutamente contro il braccio di uno dei due cadaveri, duro come il marmo. Erano morti, definitivamente, e non c’era dubbio per mano di chi. Del suo uomo, però, nessuna traccia.
Uscì dal pantano dritto come un re, lasciandosi alle spalle la carneficina, tra i denti un’imprecazione che fece trasalire il ragazzo alle sue spalle: si era tenuto lontano, lo sguardo assente di fronte ai morti. Fu come risvegliarsi.
Aiacos si voltò, con la calma compassata di chi ha già preso una decisione.
“Etvart, mi hai detto. Non è vero?”
“Sì, signore.”
“Siamo arrivati tardi. Andiamocene.”
Era pallida, quella creatura, forse per la luce della luna, ma il suo sguardo era duro. Annuì subito, alle sue parole, appena troppo in fretta.
Aiacos passò oltre, facendosi seguire senza nemmeno bisogno di ordinarlo.
“Dove andiamo, signore?”
“Oltre. Non posso permettermi di lanciarmi all’inseguimento: ci sono altri, come te, che si sono appena risvegliati. Non posso lasciarli a se stessi.” Uno sguardo in tralice indietro, verso la morte silenziosa e gelida nella valle. “Vampire troverà la strada da solo.”
Sempre che fosse in grado di trovarla, pensò, poco prima di espandere il cosmo come una fiamma nera.
Il Risveglio per la maggior parte di loro era atroce, ma c’erano ben poche cose in grado di distogliere gli uomini di Hades dal loro compito. Se Vampire si era allontanato, di certo non l’aveva fatto sua sponte.
D’altro canto, non c’erano molte alternative: affari più urgenti richiedevano la sua presenza, e non avrebbe rischiato se non per il suo braccio destro, il suo luogotenente o il suo maggiore. Chi si smarriva lungo la via avrebbe trovato la strada. O avrebbe atteso ancora, finché non ci sarebbe stato modo di rintracciarlo.
Un’altra occhiata in tralice, senza farsi vedere, ad Etvart, la cui surplice attendeva nelle cavità degli Inferi. Per ora, l’unica chiazza scura che lo rivestiva era il sangue sulle mani pallide, e forse tremanti. Gli strinse la spalla, senza una parola, e lo trasse con sé. Le priorità erano le priorità.
“Andiamo.”








Fare questo capitolo dal punto di vista di Aiacos è stato bello, per tirare un po' di fili, e poi è stato anche doveroso, da un certo punto di vista: riemergo di recente dalla lettura del volumi del Lost Canvas a lui dedicati, e del Next Dimension, nel quale la Garuda ha un ruolo decisamente sopra le righe. Il capitolo l'ho scritto prima di procurarmi entrambi, quindi nasce indipendentemente; ma, vuoi il caso, sono contenta di pubblicarlo dopo, che sia chiaro a quale linea di pensiero aderisco. Come noterete, qui i sottoposti non bruciano: vengono trattati col giusto riguardo, senza troppe smancerie, ma con una certa coscienza di causa, avvalorata da ragioni ben precise. Senza contare che, parlando di un giudice millenario quale Eaco, deputato ad amministrare la giustizia ultraterrena, direi che la questione sanità mentale dovrebbe essere fuori discussione. Per il sadismo aggratis, andate a chiedere a Minos, al massimo. Lui, per hobby, è ben felice di esercitare: guarda caso, però, sul nemico e non suoi propri uomini, in linea di massima. Mossa alquanto controproducente.
Scusate il panegerico, vi lascio con amore, l'interrogativo di dove caspita sarà finito il biondo inzaccherato di sangue, e la mia gioia per una comparsata che spero riconoscerete: Etvart è un personaggio (touché) del Lost Canvas, per cui coviamo in segreto la speranza di dare un posticino decente e pieno d'amore! <3 (magari non qua, che non è la fanfic giusta, ma si vedrà!) Baci e abbracci!

Purtroppo a questo turno non ho il tempo di ringraziarvi tutti uno ad uno, ma ci tenevo comunque a lasciarvi un capitolo e ringraziarvi per le bellissime recensioni! Shinji, Beat, Kiki, Calliope, Ayako, e Rinrin: mi commuovete sempre e trovo bellissimo il modo in cui interpretate anche le più piccole sfumature di quello che scrivo, e l'amore che vi dedicate. Prometto che al prossimo capitolo risponderò come si deve. Per ora contentatevi dell'apparizione dell'idolo delle folle, so che lo aspettavate tutti ed eccolo qua! Gli autografi li firma dopo, è un generale impegnato. Ma per fortuna che c'è lui! Ah! Alla prossima! ;O; <3

 

  
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