Film > La Fabbrica di Cioccolato
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Autore: Iurin    09/10/2010    2 recensioni
Un probabile seguito de "La fabbrica di cioccolato!" .....propongo di fare una ola a Willy Wonka!!! xD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elly_93: Ahahahahaha XD XD XD XD Me fai morì XD XD Guarda che se non mi leggi più vengo li e ti spezzo le gambine eh? Capito, zozza??? Ahahahaha Baciiiiiiiiiiiiiiiii

 

Top Secret - trattasi della Wonkavite

Aprii la porta della mia camera, e quella, lentamente, si spalancò con un cigolio.
“Cominciamo bene…” dissi tra me e me.
Entrai e accesi la luce: la mia camera era notevolmente più piccola di quella di Wonka e anche la disposizione dei mobili cambiava leggermente: non c’era né la libreria né il frigo-bar, e il letto invece di stare a destra stava a sinistra…ah! Le coperte fortunatamente erano blu…mi tolsi il cappotto, lo poggiai sulla scrivania e guardai fuori dalla finestra: c’era così tanta neve e così tanto vento che quasi non riuscivo a vedere a un palmo dal mio naso…fortuna che mi avevano convinta a restare, perché quella là fuori sembrava una bufera!
Ad un certo punto, però, un rumore improvviso mi riporto sulla terra: il mio stomaco…
Non avevo cenato e stavo morendo di fame…e naturalmente il frigo-bar non c’era! Bella roba…lo stomaco brontolò di nuovo.
“Rassegnati, caro mio, perché fino a domani non avrai niente.”
Sarei potuta comunque andare da Wonka a chiedere qualcosa da mettere sotto i denti…ma mi pareva di averlo disturbato già abbastanza, e poi in quel momento se fossi entrata l’avrei trovato sotto la doccia. Quindi…
Mi misi così com’ero sotto le coperte e provai ad addormentarmi, senza riuscirci…quando mi trovavo in un posto che non era casa mia ci mettevo sempre un po’ ad abituarmici; in più a fare da sfondo c’era pure la fame, perciò fu comprensibile se mi addormentai un’ora dopo.
La mattina successiva mi svegliai grazie al sole che dalla finestra entrava puntato sulla mia faccia. Aprii gli occhi e solo qualche secondo dopo mi ricordai di essere alla fabbrica di cioccolato. Mi alzai e guardai l’orologio:
“Le 11?!” esclamai quasi urlando.
Mi precipitai in bagno, mi lavai il viso e mi diedi una sistemata ai capelli e ai vestiti, dato che sembravano stravolti da un non-so-che-cosa; poi presi il cappotto e uscii dalla camera, andando di filato verso quella di Wonka. Bussai ma non ottenni risposta; bussai di nuovo, ma niente, silenzio assoluto.
“Signor Wonka? La disturbo?” feci a voce alta “Signor Wonka?”
ancora niente…
“perfetto!” pensai “Mi ha abbandonata in questo labirinto, ma che bello!”
E ora? Avrei girovagato per ore prima di trovare un’uscita…poi però mi venne l’illuminazione.
Andai all’ascensore e lo chiamai. Quando arrivò ci entrai e tra i tanti pulsanti cercai quello di cui avevo bisogno; finalmente lo trovai e così premetti quello che indicava stana delle invenzioni. L’ascensore partì verso il basso, quindi non ci fu un movimento eccessivamente brusco e riuscii a non cadere. Ripensando a quello che avevo combinato là dentro con Wonka e alla sua consecutiva guancia gonfia non riuscii a trattenere una risata.
L’ascensore arrivò a destinazione quasi subito, e così uscii di lì ritrovandomi proprio davanti alla stanza che Wonka aveva definito come la più importante della fabbrica. Mi incamminai dopo aver deciso di andare nel giardino con la cascata di cioccolata attraverso la solita piattaforma metallica; avevo fatto giusto qualche passo quando vidi qualcosa a terra che attirò la mia attenzione; mi chinai per vedere di cosa si trattasse e mi resi conto che era una busta rettangolare bianca sigillata al meglio e con su scritto in rosso un grosso TOP SECRET – TRATTASI DELLA WONKAVITE –.
Wow, una busta segreta! Chissà che cosa conteneva e chissà cosa fosse quella wonkavite…me la rigirai tra le mani curiosa, ma resistetti alla tentazione di aprirla pensando che se era una cosa segreta un motivo che doveva pur essere! Poi però mi venne in mente che se quella busta fosse stata davvero così importante allora Wonka si sarebbe disperato se si fosse accorto di averla persa, ergo decisi di consegnargliela. Me la misi nella tasca del cappotto, e , speranzosa che magari con quell’impresa sarei potuta entrare nelle grazie di Wonka, mi diressi al giardino. Quando ci arrivai corsi di filato verso la casetta della famiglia Buckett e bussai alla porta. Mi venne ad aprire…indovinate chi? Wonka…
“Buongiorno!” mi disse “Dormito bene?”
“Abbastanza, grazie. E lei?”
“Bene…la guancia è a posto, no?”
Vidi che sia gonfiore che rossore erano spariti.
“Tornata come nuova.” Commentai.
“Stavamo facendo colazione. Viene?” Mi chiese Wonka mettendomi una mano sulla spalla e spingendomi all’interno della casa.
Subito mi salutarono in coro tutti i familiari che stavano mangiando allegramente intorno al tavolo. Mi sedetti anch’io accanto a loro, più precisamente tra il signor Buckett e il signor George, mentre di fronte a me c’erano Wonka e tutti gli altri.
Poco dopo arrivò Charlie che mi porse una tazza fumante di cioccolata calda.
“Chissà perché, ma me lo aspettavo.” Dissi
“Che cosa?” mi chiese la signora Buckett.
“Che avremmo mangiato cioccolata!”
Quasi tutti risero; dico “quasi” perché Wonka rimase serio e solo quando tirnò il silenzio mi chiese:
“Perché, la cioccolata non va bene?”
“No no!” mi affrettai a dire “Va benissimo! Va più che bene! Mi piace tantissimo la cioccolata! La adoro!”
E diedi subito un sorso enorme ustionando la mia povera lingua.
“E’ uno dei miei cibi preferiti!” continuai cercando di parlare con la lingua dolorante che mi ritrovavo.
Wonka mi guardò per un secondo senza dire nulla, ma poi fece sorridendo:
“E’ davvero buffa quando si agita, lo sa?” E scoppiò a ridere.
Io mi sentii arrossire fino al bianco degli occhi…pareva che avessi la febbre…e notando la mia reazione Wonka si fece un’altra risata. I sprofondai nella sedia più che potei cercando di non dare nell’occhio…cosa alquanto impossibile data la posizione in cui mi trovavom cioè in mezzo al tavolo e ben visibile da tutti…
Che vergogna…
Beh, dopo aver fatto questa bella figura Wonka non infierì ulteriormente e finii così di mangiare in santa pace; devo dire che apprezzai particolarmente la cioccolata calda, e immaginai che magari fosse stata presa direttamente dalla cascata, fatto molto probabile, dato che come aveva detto il cioccolatiere era davvero leggera e spumosa.
Quando finimmo tutti quanti di fare colazione ci alzammo da tavola quasi contemporaneamente, e Wonka, i coniugi Buckett e Charlie mi accompagnarono alla porta, mentre i quattro vecchietti se ne tornarono a letto.
“E’ molto simpatica, sa?” mi disse Charlie con la sua vocina gentile.
“Oh, grazie.” Risposi “Sono contenta che almeno questa convivenza forzata sia stata piacevole. Anche voi siete stati così gentili…”
“Allora speriamo di rivederci presto!” disse la signora Buckett
“Oh, quello sicuramente.” Dissi io.
Salutai la famiglia Buckett con delle strette di mano, dopodiché mi recai assieme a Wonka verso la porta dalla quale la sera prima ero entrata in quel bellissimo giardino; subito Wonka aprì la porta minuscola e ci ritrovammo in quel grandissimo ingresso sul cui pavimento era steso il lungo tappeto rosso. Ci fermammo tutti e due al limitare del giardino e ci salutammo.
“Grazie ancora per l’ospitalità, signor Wonka.” Feci io.
“dovere.” Rispose indifferente. “e poi il tempo è notevolmente migliorato: stamattina c’era un sole fortissimo, quindi non penso che ci saranno più problemi come quello di ieri sera.”
“Sì, per fortuna.”
Ci fu un attimo di silenzio.
“Oh, beh, “dissi “Allora io vado. Ci metteremo in contatto in qualche modo per continuare il lavoto, va bene? Le farò sapere.”
“Va benissimo…arrivederci allora.” E sorridendo di toccò un lembo del cilindro che aveva sul capo in segno di saluto.
Che sorriso diverso dal solito che aveva in quel momento…e anche gli occhi brillavano differentemente…mah!
A quel punto, comunque, lo salutai anch’io, e camminando sul tappeto rosso mi diressi verso la porta d’uscita, solo che, all’improvviso, quando avevo quasi attraversato tutta la stanza, sentii Wonka che mi chiamava da dietro:
“Ehi! Le è caduta una cosa dalla tasca!”
Mi voltai e lo vidi raccogliere quello che mi era caduto: era la busta top secret che avevo trovato! Evidentemente me l’ero totalmente dimenticata e mentre camminavo mi era caduta! E per fortuna che mi era scivolata dalla tasca, perché se no me la sarei portata in giro dappertutto, e allora sì che sarebbe andata perduta sul serio!
Mi diressi subito a passo svelto verso Wonka, che intanto si rigirava sorpreso quella busta tra le mani, chiedendosi evidentemente come ne fossi entrata in possesso.
“Eccomi signor Wonka!” dissi “Quella è una busta che ho trovato a terra vicino alla stanza delle invenzioni, e quindi, pensando che fosse sua, volevo dargliela, ma mi dev’essere sfuggito di mente…oh beh, adesso ce l’ha, quindi è tutto a posto, giusto?”
Lui alzò gli occhi da ciò che teneva in mano e mi guardò con uno sguardo a dir poco glaciale…
“Bella scusa.” Disse
“Belle scusa?” chiesi allibita.
“Oh, non faccia finta di non capire. Per chi lavora? Fickelgruber? Prodenose? Slaguard?”
“Ma che cosa…”
“Certo,” mi interruppe “sicuramente stanotte si sarà fatta un memorabile giro per la fabbrica a mi insaputa,vero?”
“Eh? Io stanotte dormivo!”
“Non continui a mentire non serve a niente e a nessuno!”
“Non sto mentendo!” esclamai “E’ lei che trae conclusione che non hanno…”
Ma mi interruppe di nuovo:
“Devo ammettere però che è stata davvero intelligente…fingere di non voler rimanere a dormire qui per poi passare come quella che è stata costretta a restare è stato un vero colpo di genio.”
“Mi ascolti…”
“E poi…”
“Mi ascolti!” esclamai.
Wonka si zittì offeso.
“Si può sapere cosa sta cercando di dire?” dissi “Perché il suo discorso non né capo né coda!”
“Oh, insomma, non capisce che l’ho scoperta? Lei è una spia! Lavora per quegli avvoltoi che cercano di imitare i miei dolci! E naturalmente quale miglior occasione di vagare liberamente per la fabbrica se non con la scusa di voler fare quei cartelloni pubblicitari!”
Ok…Wonka era impazzito…
E io, di tutta risposta, non resistetti e gli scoppiai a ridere in faccia. Wonka mi guardò come se fossi un’aliena.
“io quella busta non l’ho rubata, se è questo che sta insinuando!” esclamai finita la risata. “L’ho trovata a terra, lo vuole capire?”
“Io non lascio le mie cose sparpagliate a terra! Per chi mi ha preso?”
“Oh, diamine, non dico che è stato lei a lasciarla lì! Può anche essere stato uno di quegli Umpa…Umpa…”
“Lumpa?”
“proprio loro! Perché la colpa dovrebbe cadere subito su di me?”
“Oh…ma…non lo so…forse perché la busta era nella sua tasca?”
“Io l’ho trovata a terra, come glielo devo dire? Volevo ridargliela ma mi sono scordata!”
Ci fu una pausa, abbastanza lunga, durante la quale io e Wonka ci guardammo negli occhi scagliandoci fulmini a vicenda.
“Senta.” Disse infine Wonka “Questa discussione sta lentamente passando il limite e voglio finirla il prima possibile, quindi le adesso uscirà da quella porta,” e indicò quella alle mie spalle “e non di farà mai più vedere, perchè non tollero alcun tipo di spia qui dentro.”
“Oh guardi,” gli feci io “su questo sono assolutamente d’accordo con lei, perché non intendo venire a lavorare sentendomi dare della ladra!”
“Bene!”
“Più che bene! Mi va benissimo!”
E detto questo mi girai di scatto dirigendomi verso l’uscita, e senza voltarmi indietro neanche un secondo aprii la porta e, attraversato il viale ricoperto di neve, salii in macchina.

Che rabbia! Come si permetteva quello...quello stupido di insinuare una cosa del genere! Io una ladra? Ma figuriamoci! E che dire poi...mi stava persino diventando simpatica quello là...Willy Wonka dei miei stivali! Può essere ricco, famoso e importante quanto gli pare, ma non s'azzardasse mai più ad insultarmi con un'accusa così pesante! Oh beh...questo d'altronde era poco ma sicuro, perchè io non avevo la benchè minima intenzione di mettere di nuovo piede in quella fabbrica. Me n'ero andata e state tranquilli: non avevo intenzione di tornarci di nuovo!
Quando salii in macchina, in quel fatidico giorno, me ne tornai direttamente a casa, con la voglia di non sentire nessuno e di non pensare a niente. Epuure, però, i pensieri mi si affollavano nella mente alla velocità della luce, e per la maggior parte erano isulti di tutti i tipi indirizzati ad un certo Wonka...quando alla fine tornai a casa entrai sbattendo la porta ancora incavolata nera e lanciai il cappotto e la borsa su un divano decidendo di andarmi a fare un bel bagno caldo con tante bolle. Riempii perciò la vasca e sciolsi nell'acqua praticamente mezzo flacone di sapone, che in men che non si dica fece una marea di schiuma. A quel punto allora mi spogliai e mi immersi completamente nell'acqua bollente. Restai così a mollo per un'oretta buona, e solo quando il mio corpo inziò ad urlarmi un basta non ce la faccio più finii di lavarmi e uscii con un accappatoio e con i capelli avvolti in un asciugamano.
Dopodiché, in parte per continuare a rilassarmi e in parte per cercare di provare a dimenticare la discussione di pochè ore prima con quel lurido cretino, decisi di spaparanzarmi sul divano a vedere un film. La scelta dell'attore protagonista che ci doveva essere in quel film era del tutto prevedibile: Johnny Depp; era un attore straordinario, bravissimo a calarsi in qualsiasi personaggio, da quello comico, al drammatico, al pauroso...andai allo scaffale in cui tenevo i suoi dvd e a occhi chiusi ne scelsi uno; venne fuori Neverland, la storia in cui Johnny interpretava James Barrie, ovvero l'autore di Peter Pan...era però una storia drammatica, e infatti ogni volta che lo vedevo qualche lacrima usciva sempre...insomma era un bel film fatto apposta per rallegrare l'atmosfera! Ma la sorte aveva deciso Neverland e allora Neverland avrei visto.
Mi misi comoda indossando una tuta e ancora con i capelli nell'asciugamano mi spaparanzai sul divano, come promesso, dopo aver acceso la tv. Il film iniziò e già dalla prima scena mi inebriai dell'immagine di Johnny...Mi piaceva tutto di lui: gli occhi, la bocca, il lineamenti, le espressioni che rendevano ogni suo personaggio così vero, la forma del viso...un viso che in Neverland era completamente sbarbato e che non si vederva alcuna traccia di barba sottopelle...quanto mi piaceva! Avrei tanto voluto toccarlo, sentire la sua pelle liscia sotto le mie dita.
Il film era iniziato da appena un quarto d'ora che già non ci stavo più con la testa. Quando finì, invece, ero andata completamente...avevo consumato non so quanti fazzoletti e ancora mi colava il naso. Passato il momento 'pianto', guardai distrattamente la copertina del dvd e mi prese un colpo: avevo flashato Wonka! Realizzato alla fine che quello sulla copertina non era il cioccolatiere, guardai più attentamente James Barrie, e con sgomento notai che fu più che comprensibile che flashai Wonka, perchè ci somigliava tantissimo!
"Bene!" pensai "Ho persino litigato col sosia di Johnny!"
Mamma mia...era uguale identico! Come avevo fatto a non accorgermene?
In quel medesimo istante, però, squillò il telefono, facendomi prendere un altro colpo.
"Pronto?" dissi dopo aver alzato la cornetta.
Mi rispose, dall'altro capo del filo, una voce femminile che urlando mi fece sobbalzare all'improvviso facendomi cadere dal divano:
"Che cosa ci fai a casa?!"
Era Stacy...
Recuperai la cornetta e risposi:
"S-Stacy? Ciao..."
"Ripeto: cosa ci fai a casa? E' tutto il giorno che provo a chiamarti, ma il cellulare era staccato, e allora mi sono detta: guarda un pò se non trovo quella pazza a casa."
"Quella pazza? Scusa ma che ho fatto?"
"Come che hai fatto?! Qui è da stamattina presto che tutti si chiedono che diamine hai fatto da Wonka!"
"Oh...quindi sei in ufficio, eh?"
"Sì, dove dovresti essere anche tu!"
"Senti...mi dispiace di non essere venuta, ma è succesa una cosa e..."
"Alt! Stop! Non c'è tempo per parlare! Devi venire qui subito! Alex è agitato come non mai! E' tutto il giorno che si chiede dove sei finita! Mi sta scoppindo la testa!"
"Oh...c'è rimasto così male?"
"Proprio male penso di no...però ti conviene venire subito, prima che passi dalla fase 'agitato' alla fase 'incavolato'!"
"Ma sono le 3 del pomeriggio e non ho neanche pranzato!"
"Peggio per te! Vieni immediatamente!"
"Ok, ok...mi asciugo la testa e arrivo."
"Pure la testa? Sbrigati!"
"Sì, ma calmati, per la miseria, che già sono nervosa di mio!"
E attaccai il telefono per poi precipitarmi in bagno alla velocità della luce. Mi asiugai i capelli senza neahce spazzolarli e così, usando il phon alla massima potenza, il bel risultato fu che mi ritrovai in testa un cespuglio stile Mafalda! Un urlo di sgomento mi uscì dalla bocca quando mi guardai allo specchio.
"Oddio, no, ti prego! Che cosa orribile!" Dicevo cercando di renderli decenti pettinandoli energicamente con una spazzola che od ogni passata mi strappava quantità indefinibili di capelli. Alla fine, però, terminata la tortura, ero riuscita ad allisciarli abbastanza, anche se non completamente, perchè infatti mi erano venuto un pò boccolosi. Uscita finalmente dal bagno senza essermi neanche presa la briga di sistemare, uscii di casa scaraventadomi in macchina e dirigendomi in ufficio incurante di qualche semaforo rosso.
Salii le scale in fretta, e ancora col fiatone entrai nello studio. Tutti mi guardarono sorpresi, perchè evidentemente non si aspettavano che mi sarei fatta viva per quel giorno; Stacy, invece, appena mi vide mi indicò la porta dello studio di Alex dicendomi con il labiale muoviti! e cosi senza togliermi il cappotto o posare la borsa, andi di filato verso la porta dell'ufficio di Alex. Mi fermai di botto ad un millimetro dalla porta e feci un profondo respiro.
"Ok, ci siamo." pensai "E se è arrabbiato te lo meriti...però non balbettare o roba simile...è una persona normale, cavolo! E' un uomo normale proprio come lo è Wonka!" Mi uscì un verso strano quando pensai a lui. "Ok, forse Wonka non è proprio normale, però...oh, insomma! Smettia di pensare e bussa a quella porta!"
Alzai così un mano e la chiusi a pugno; stavo appunto per bussare quando sentii un rumore: qualcuno stava aprendo la porta dell'ufficio di Alex dall'interno; e quel qualcuno era proprio il suo proprietario.
"Ah!" esclamò Alex con tanto di balzo appena mi vide. "Damis! Che ci fa qua dietro? Era in agguato per caso?"
Che figura di...di...bah...
"No, è che...stavo per bussare, ma lei ha aperto e allora..."
"Capisco. Però non capisco comunque una cosa...ma lei a che ora è arrivata?"
"Ehm...in verità adeso."
"E come mai?" mi chiese in tono rimproveratorio...e aveva ragione: in fondo era sempre il mi capo.
"Avevo bisogno di staccare un pò la spina." Risposi "E...beh...a proposito dovrei parlarle di quello che è succeso da..." notai però all'improvviso che Alex indossava il cappotto, e allora cambiai totalmente argomento e chiesi:
"Ma stava uscendo?"
"Già." mi rispose "Andavo, come dice lei, a staccare la spina. Però," aggiunse "desidero sapere tutto quello che è accaduto ieri alla fabbrica di Wonka."
"Beh..."
"Solo che adesso" mi interruppe lui "devo veramente andarmene. Le va se ne parliamo a cena...insieme?"
Mi si seccò la lingua, la gola e il palato...insomma non riuscivò più a parlare! Mi stava...invitando ad uscire? Oddio...mi si annebbiò completamente il cervello...di tutta risposta non dissi neanche una parola, quando invece ne avrei volute dire a migliaia!
"Ehm..." disse Alex vedendo che non parlavo "naturalmente è tutto a scopo lavorativo..."
"S-sì, ovviamente." Riuscii a dire alla fine.
Naturalmente quella che aveva detto lui era la solita scusa, no? George aveva detto che gli piacevo!
"Conosco un ristorante proprio qua dietro." Disse "Si chiama 'the black pearl': ci sono andato qualche volta e mi piace. Per lei va bene?"
Per te, carissimo?
"Per me?! Per me va benissimo, nessun problema!"
"Davvero? Allora che ne dice se ci incontriamo direttamente lì davanti?"
"Dico che non vedo l'ora!" risposi di getto, ma poi aggiunsi:
"Beh...così le racconti come...come è andata ieri..."
Mentre stavo dicendo questa frase, perl, mi prese l'ngoscia...praticamente Wonka voleva disdire il contratto...che bella notizia che avrei dato ad Alex...
"Perfetto allora! A stasera!" Mi disse lui.
"A...a stasera."
Lui mi oltrepassò sorridendo, e io, con gli occhi, lo seguii mentre si allontanava e spariva dalla mia vista.
L'appuntamento di quella sera era la cosa che sognavo di più da non so quanto tempo, e per colpa di Wonka e della sua pazzia temevo che venisse rovinato del tutto...
Quanto odiavo quel viola-dipendente.

   
 
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