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Autore: RoseScorpius    15/10/2010    34 recensioni
Hermione Granger, nonostante i suoi quarant’anni, era ancora una bella donna. E per quanto schifo potesse farmi l’idea di mia madre che si rotolava su un letto con un uomo che non fosse mio padre (bhe, anche con lui… insomma, credo che a tutti i figli farebbe piacere credere alla storia della cicogna), avrei dovuto immaginare che dopo il divorzio non avrebbe preso un voto di castità. A volte capitava addirittura che mi parlasse dei tizi con cui usciva, e generalmente sopportavo l’idea di lei e un altro piuttosto bene, a patto che non portasse nessuno dei suoi ammiratori a casa. Dio, magari li portava comunque, ma come si dice, occhio non vede, cuore non duole. E figlia non s’incazza.
Di una cosa, comunque, ero sempre stata sicura: mia madre non si sarebbe mai risposata.
… E quando mai io avevo avuto ragione su qualcosa?

STORIA IN REVISIONE
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita è un biscotto ma se piove si scioglie' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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7.
Miss Lingerie

 

C’è gente che nella vita campa fidandosi esclusivamente del proprio sesto senso. Bhe, io non ci credo. L’unica persona del genere che conosca è lo zio Harry, ma lui ha un culo grande come una casa, non è sesto senso, il suo. Fidatevi, gente: non fidatevi del vostro sesto senso. Vi farà credere che vostra moglie non vi sta tradendo, mentre invece avete un palco di corna sulla capoccia da far invidia a una renna. Vi farà credere di avere un palco di corna sulla capoccia da far invidia a una renna, mentre invece la sera vostra moglie va davvero a giocare a poker con le amiche. Vi farà credere che Scorpius Malfoy abbia fatto infuriare vostra madre per farvi un favore, mentre invece lo ha fatto solo per gli sporchi comodi suoi.

 
 

***
 

 

« Polizia magica! Consegnatevi senza combattere e non si farà male nessuno! »
« O forse no. » gracchiai.
All’improvviso tutti ammutolirono, e si voltarono a guardarmi, atterriti. Bhe, Fred più che altro sembrava deluso perché non avrebbe potuto tatuarsi il Marchio Nero con l’henné.
Merda! Sono riuscita a mettere nei casini tutti i miei cugini… mi odieranno…
Sapevo che avrei dovuto farmi venire qualche idea per tirarli fuori dalla situazione del cavolo in cui li avevo ficcati, ma mi sentivo la testa completamente vuota. “Capita, quando bevi Whisky come un beduino beve l’acqua dell’unica oasi del deserto.
James si alzò a fatica dal divano, barcollando un po’, e mi aiutò a tirarmi in piedi. Gli lanciai un’occhiata perplessa, ma lui mi fece cenno di stare zitta. « Ok, ragazzi, io e Rose ci consegnamo. » sussurrò « Voi nascondetevi, se abbiamo culo ci porteranno direttamente al Ministero, senza pequisire la casa. »
« Cosa? » sbottai « James, non puoi… »
« Sanno già che sono coinvolto. » tagliò corto « E poi sono il minchione di famiglia, ormai sono tutti abituati alle mie cazzate. » e prima che potessi trovare una risposta intelligente alle sue parole mi trascinò al piano di sotto. Mi girava la testa, e rischiai d’inciampare due volte, ma James mi sorresse. Non riuscii a capire come facesse, dal momento che lui aveva bevuto anche più di me, ma supposi che quando ti scoli almeno cinque birre al giorno, qualche bicchiere di Whisky sia una bazzecola per il tuo fegato. Per il mio era tutta un’altra storia, invece.
Avrei voluto ringraziare James, per tutto quello che aveva fatto, e per tutte le responsabilità che si stava assumendo. Ma alla fine, come al solito, non trovai le parole e mi limitai a seguirlo fino al corridoio dell’ingresso, dove ci aspettavano cinque maghi in divisa da Auror. E, tanto perché le sfighe non vengono mai da sole (dovevo ricordarmi di dire ad Al di smetterla di profetizzare tutte quelle sventure… le sue predizioni si avveravano troppo spesso), l’Auror più vicino a me era nientemeno che Draco Fintobiondo Malfoy.
« Cazzo! » esclamai, ed inciampai su un portaombrelli a forma di zampa di Troll.
Draco ghignò, trionfante, torreggiando sul mio corpo che era disteso a pelle di leone in mezzo al corridoio. « Rose. Tua madre sarà contenta di sapere che sei viva. »
Ero un po’ troppo ubriaca per cogliere tutto il freddo sarcasmo che c’era nella sua voce, ma sospettai comunque che mi stesse prendendo per il culo. In ogni caso farsi beccare ubriaca, dopo tre giorni di assenza da casa, da Draco Malfoy, non poteva essere una buona cosa. Oltre al fatto che era una situazione decisamente umiliante, e lui non stava facendo nulla per risparmiarmi l’imbarazzo.
Il ghigno di Draco si allargò quando il suo sguardo si spostò su James. « E guarda guarda chi abbiamo qua: Potty 2 la vendetta. Tuo padre farà i salti di gioia quando scoprirà che ti sei fatto arrestare da un Malfoy. »
James ruttò sonoramente e chiese. « Lei si tinge, signore? »
Dopo quella domanda, Draco non fu più così amichevole. Ordinò a due Auror di portare James al Quartier Generale e mi sollevò da sotto le ascelle, trascinandomi fuori dalla casa. Aprii la bocca per protestare, ma Draco si smaterializzò appena mettemmo piede fuori dalla porta, e così, trovandomi nel giardino di casa mia ancora con la bocca aperta, risolsi di vomitare sulle sue scarpe di coccodrillo.
Fu così che scoprii chi aveva insegnato a Scorpius le bestemmie. Dopo aver abbondantemente insultato chi in teoria avrebbe anche potuto folgorarlo all’istante (mossa non molto saggia, la sua), Draco scelse di rivolgere i suoi insulti a chi in quel momento non era neanche in grado di camminare in linea retta. Non che quando ero sobria non m’insultasse, comunque.
Gli ci vollero cinque minuti buoni di negazione della finezza aristocratica dei Malfoy per realizzare che i suoi improperi, per quanto plateali, non avrebbero fatto evaporare il vomito dalle sue scarpe. A quel punto si affrettò a tirar fuori la bacchetta dalla tasca del mantello e fece evanescere il Whisky che il mio stomaco aveva rielaborato.
Credevo che Draco non si sarebbe perso per nulla al mondo il divertimento di annuinciare di persona ad Harry Potter di aver arrestato suo figlio, ma evidentemente doveva ritenere che la sfuriata di mia madre che mi aspettava a casa sarebbe stata uno spettacolo migliore. Ed in effetti non potei dargli tutti i torti, anche se dopo i primi dieci « Rose Weasley, come diavolo ti sei permessa di fare una cosa del genere? » persi il filo del discorso.
Era appena ora di cena, ma mi sentivo così stanca che di lì a poco ero sicura che avrei cominciato a vedere cuscini rosa a pois che volavano in giro per la stanza. Dio, forse vedere cuscini rosa a pois che svolazzano felicemente per il salotto è un sintomo di ubriachezza, più che di stanchezza, ma in quel momento la questione non mi sembrava particolarmente importante. D’altronde, quando tua madre sta minacciando di farti entrare in un monastero di clausura e poi squartarti e cucinarti per sfamare gli Elfi Domestici poveri e abbruttiti, hai altre priorità.
Per esempio fuggire in qualche paese del terzo mondo e vivere sotto falso nome. Ragion per cui, naturalmente, me ne stavo impalata in mezzo al salotto, appoggiata con una mano al divano per non cadere a terra. Il che poi non era neanche un’idea così pessima, considerato che non avevo il culo sfacciato di mio zio Harry, quando si trattava di sfuggire alla morte (che mi avrebbe certamente colpita, se fossi scappata di casa per la seconda volta – su questo punto mamma era stata molto esplicita).
Così mi limitai ad ascoltare le isteriche minacce di morte che mi venivano rivolte, come probabilmente stavano facendo anche gli Australiani dall’altra parte del Pianeta, osservando con interesse il volto di mamma che mi girava attorno a velocità strabiliante. Supposi che in verità fosse la mia testa a girare, dal momento che i piedi di mamma erano stabilmente piantati sul tappeto, di fronte a me.
Se vomitassi sul tappeto potrei solo peggiorare la situazione, vero?
Tanto valeva farlo di nuovo addosso a Draco, che in quel momento se ne stava in piedi accanto a mia madre, e aveva l’aria di starsi godendo molto la scena. Ovviamente alla simpatica riunione familiare non poteva mancare Scorpius, che se ne stava un po’ in disparte e mi osservava con un’espressione torva.
Ma cosa vuole da me?
« Mi stai ascoltando? » sbraitò mamma.
Mi affrettai a staccare gli occhi da quelli di Scorpius e tornai a guardare lei, ma me ne pentii subito: assomigliava terribilmente alla sadica squartatrice assetata di vendetta di qualche pessimo film horror babbano.
« Rose Weasley! » ripetè mamma, a voce – strano ma vero – ancora più alta di prima.
Dal momento che l’ultima volta che avevo aperto la bocca avevo vomitato, non mi arrischiai a risponderle. Mamma però non parve capire il nobile fine della mia azione e, al contrariò, s’infastidì molto.
« Oh, ma vedremo se avrai ancora voglia di comportarti così, dopo la punizione che ti aspetta! » esclamò, con aria perfida. “Decisamente, sono finita in un film horror…” « Prima di tutto passerai tutta l’estate chiusa in casa, non potrai vedere né contattare nessuno e… »
« È stata colpa mia, Hermione. »
La voce di Scorpius risuonò forte e chiara nel salotto, mettendo a tacere le urla di mia madre.
………
Un film horror, ho detto? Mi correggo, qua stiamo sconfinando nella fantascienza.
Tutti e tre ci voltammo verso Scorpius, che stava fronteggiando la mia furiosa genitrice con aria sicura. “Stupido è stupido. Quando mamma è così incazzata c’è solo da scappare a nascondersi sotto il letto, non l’ha ancora capito? E poi si può sapere cosa cavolo sta dicendo?
Mamma e Draco si scambiarono un’occhiata perplessa, poi tornarono a voltarsi verso Scorpius, confusi. « Come, scusa? » chiese mamma.
Sembrava troppo sconcertata per arrabbiarsi, come quella volta che papà aveva fatto cadere il passeggino con Hugo in un lago, e per sdrammatizzare aveva raccontato una barzelletta sulla piovra del Lago Nero.
« Sono stato io a farla scappare di casa. » spiegò lui, tranquillamente. “Oddio, questo qua ha bevuto più di me!” « Non la sopportavo più, perciò quando eravamo a Londra ho approfittato dell’occasione per convincerla a scappare. »
Crede di essere spiritoso? I Malfoy e il senso dell’umorismo non sono fatti per convivere, a quanto pare…
La mascella di mamma cadde sul tappeto. « Stai scherzando, vero? »
« Nient’affatto. » rispose Scorpius « Le ho detto che tu e Draco non ne potevate più di lei e di tutti i problemi che stava creando, e che volevate mandarla a fare servizi sociali babbani in Scandinavia per il resto dell’estate. E poi le ho suggerito di scappare di casa. Lei all’inizio non voleva, ma alla fine l’ho convinta. »
……………….
La stanza precipitò in un silenzio talmente poco allegro che un funerale, in confronto, avrebbe avuto un’atmosfera festaiola. Io guardavo Scorpius. Mamma guardava Scorpius. Draco guardava Scorpius. Scorpius faceva di tutto per non guardare noi. E poi…..
SCIAF!
Lo schiaffo di mamma risuonò nel silenzio. E per una volta non fui io la destinataria di quella piccola (ma alquanto dolorosa – lo sapevo per esperienza) violenza domestica.
Scorpius posò una mano sulla sua guancia arrossata e lanciò uno sguardo risentito a mamma, ma non protestò.
Tutto sommato gli era andata bene: se fosse stato figlio di mia madre, probabilmente si sarebbe ritrovato crocifisso a testa in giù fuori dalla finestra. Draco spostava gli occhi da mamma a Scorpius e viceversa, come se stesse seguendo una serrata partita di ping-pong, e aveva l’aria di uno che ha appena scoperto che sua moglie è lesbica. Io, dal canto mio, avevo appena scoperto che Scorpius Malfoy era un idiota. “Ma dico, che senso ha prendersi la colpa e pure gli schiaffi?
Mamma tremava. Non l’avevo mai vista così arrabbiata in vita mia, anche perché di solito quando si arrabbiava pensavo bene di andare a chiudermi in camera mia. « Vai in camera tua. » disse alla fine, rivolta a Scorpius.
Aveva un tono di voce così spaventoso, nella sua calma innaturale, che Scorpius non esitò nemmeno per un secondo e si dileguò su per le scale senza dire una sola parola, lasciandoci da soli, nel silenzio. Se fossi stata il personaggio di un cartone animato giapponese, probabilmente in quel momento avrei avuto un enorme punto di domanda rosso sopra la testa.
Scorpius Malfoy si è davvero preso la colpa della più grande cazzata che abbia mai fatto in vita mia?” La cosa non aveva alcun senso. “Bhe, ma di che mi preoccupo? L’importante è che abbia scampato la punizione di mamma…
« E vai a letto anche tu! » “O forse no.” Sobbalzai, spaventata dalla voce di mamma che aveva improvvisamente raggiunto e superato la soglia dei duecento decibel, e poi si era persa negli ultrasuoni. « E non pensare di essertela cavata così a buon prezzo, domani faremo i conti! Ho creduto che fossi morta, Cristo! »
Vedendo la sua faccia, pensai bene di eseguire il suo ordine senza protestare. Mi staccai dal divano, barcollando, e cominciai a salire le scale prudentemente, tenendomi al corrimano, mentre dietro di me sentivo il balbettio isterico di mamma e la voce pacata di Draco, che tentava inutilmente di calmarla.
Mamma che sclerava, Draco che la consolava e Scorpius che mi difendeva… il mondo doveva aver cominciato a girare al contrario…
Avrei voluto chiedere a Scorpius cosa si fosse fumato per fare una pirlata del genere, ma quando lo raggiunsi, nel corridoio del primo piano, e feci per aprire bocca, lui s’infilò velocemente in camera sua e mi sbatté la porta in faccia, senza neanche augurarmi la buona notte.
E siamo a quota tre psicopatici nella stessa casa” pensai, senza entusiasmo “fra poco quattro: dubito che la mia sanità mentale resisterà ancora per molto…

 

***

 

La mattina dopo mi svegliai con un discreto mal di testa. La lancetta dell’orologio segnava le dieci e venti, e sul comodino era posato un biglietto.
Io e Draco siamo a lavoro, non provare ad uscire dalla porta di casa altrimenti scatteranno gli incantesimi di allarme e degli Auror verranno ad arrestarti. Puoi mettere a posto la cantina.
Sospettavo fortemente che quel puoi equivalesse a un “devi”. Sbadigliai ed inciampai giù dal letto, mancando per poco lo spigolo del comodino con la fronte.
Nonostante la sbronza, i ricordi della sera prima erano abbastanza nitidi nella mia mente, a meno che, naturalmente, Scorpius che prendeva la colpa della mia fuga non fosse tutta una visione dovuta all’alcool. Il che, dovevo ammetterlo, era molto più probabile del fatto che fosse successo davvero.
Senza pensarci due volte (a dire il vero neanche una, ma bhe…) uscii da camera mia e marciai giù dalle scale: non avrei accettato un’altra porta chiusa in faccia come spiegazione per la pazzia del mio fratellastro. Dovevo assolutamente sapere perché si era preso la colpa delle mie azioni. Volevo saperlo. Insomma, doveva esserci dietro qualcosa di grosso...
Dopo dieci minuti di vane ricerche in giro per la casa, però, dovetti ammettere che non avrei ricevuto nessuna porta sul naso, né alcun tipo di spiegazione, se Scorpius avesse continuato ad essere invisibile.
Non può essere uscito… Sto tre giorni via da casa e all’improvviso diventa una persona socievole? Nah, si sarà rintanato in qualche angolo con un libro.
Tornai al paino di sopra ed entrai in camera sua, nonostante avessi già avuto modo di appurare una mezza dozzina di volte che lì dentro non c’era nessuno. Spalancai la finestra e mi sedetti sul davanzale, in cerca d’ispirazione: dove diavolo poteva essersi cacciato?
E l’ispirazione, incredibilmente, venne. O meglio, il mio sguardo si posò su un adolescente alto e snello, disteso all’ombra del mio sacco da boxe con un libro in mano.
« Malfoy! » urlai, sbracciandomi per attirare la sua attenzione. L’unico risultato che ottenni fu che per poco caddi dalla finestra. « SCORPIUS HYPERION MALFOY! » ripetei, a voce così alta che probabilmente Draco, al Ministero della Magia, si chiese chi mai stesse urlando il nome di suo figlio.
Finalmente il principino si degnò di alzare il naso dal suo libro, e si voltò nella mia direzione. « Weasley! » esclamò « Esci subito da camera mia! »
Raccolsi un libro dal suo comodino e mi misi a sfogliarlo con aria provocatrice. « Vieni a farmi uscire. » dissi.
« Perché non vieni tu qua? » propose lui, con un ghigno sadico.
Storsi la bocca. « Non posso uscire dalla porta di casa. »
Scorpius nascose la faccia dietro al libro, ma sentii comunque le sue risate. « Lo so. » sghignazzò.
« Bene. » conclusi « Vorrà dire che frugherò un po’ in giro per la tua stanza. » lanciai uno sguardo alla sua scrivania, su cui era posato un quaderno rilegato in cuoio. « Quello sulla scrivania è il tuo diario? » chiesi, con aria noncurante.
Scorpius impallidì. « N-no, è un quaderno di scuola. » disse, precipitosamente. « Adesso vengo, tu non ti azzardare a toccarlo! »
Ghignai. « Certo, certo. »
Ovviamente neanche mezzo secondo dopo stavo sfogliando il diario. Le prime pagine erano state scritte un paio di anni prima, calcolai che fosse il nostro terzo anno. Mi feci quasi cadere il quadernino dalle mani quando trovai il mio nome, nella terza pagina. Incuriosita, mi misi a leggere.
Rose Weasley è la cugina di Albus. È una ragazza davvero strana. Come la maggior parte dei Weasley, è a Grifondoro, e frequenta lo stesso anno mio e di Al. Credo che ce l’abbia con me. Cioè, dopo tre anni ormai è una certezza, ma non so bene cosa le ho fatto, a parte lanciarle un incantesimo della diarrea di nascosto quando lei mi ha spaccato un uovo sulla fronte... e tutto quello che è venuto dopo. E pensare che all’inizio volevo anche diventare suo amico! Al non faceva altro che parlare bene di lei… bhe, ma si sa che Al è strano.
« Ti avevo detto di non leggerlo! » sbottò Scorpius, strappandomi il diario dalle mani.
Gli rivolsi uno sguardo truce. « Sei stato tu a lanciarmi l'incantesimo della diarrea?! » sbottai « Credevo che James mi avesse messo qualche merendina marinara nel piatto... Cacchio, ho passato la peggior settimana della mia vita per colpa tua! »
Scorpius si mise a fischiettare, con aria colpevole. « Si, ehm, non volevi dirmi qualcosa? »
« Ah, già. » ricordai.
"Ma non credere di essertela cavata così a buon prezzo solo perché adesso ho cose più importanti da dire."
Abbassai lo sguardo, un po' per l'imbarazzo, e un po' perché a furia di guardarlo negli occhi mi stava venendo il torcicollo. « Si, ehm... » cominciai, studiando i suoi piedi. Che numero poteva avere? Quarantasei? « Ieri... bhe, sai cos'è successo ieri, no? »
Scorpius alzò un sopracciglio. « Mio padre ti ha arrestata e ti ha riportata a casa ubriaca? »
Arrossii così tanto che probabilmente, se anche non avessi avuto i capelli color Weasley, sarebbero diventati rossi comunque. « Si, bhe, dopo di quello. » precisai.
Scorpius non abbandonò l'espressione scettica. « Tua madre ti ha minacciata di mandarti a vivere in Groenlandia? » propose.
Quella dovevo essermela persa, tra tutte le minacce che mi erano state rivolte la sera prima.
« Si, ok, dopo! » sbuffai, esasperata.
Il biondastro alzò le spalle. « Sei andata a dormire, suppongo. »
« Malfoy, non hai bisogno di provare al mondo che sei un idiota: lo sanno già tutti! » sbottai « Ora, ti dispiacerebbe far finta, per cinque minuti, di essere una persona intelligente? » Prevedendo l'imminente battuta sulla mia intelligenza, mi affrettai a parlare prima di lui. « E per tua informazione, mi stavo riferendo a quando ti sei preso la colpa al posto mio. »
Se il mio intento era stato zittirlo, ci riuscii a meraviglia. Scorpius si guardò in giro per la stanza, a disagio, facendo di tutto per non incontrare i miei occhi.
"Aha, l'ho messo con le spalle al muro! Adesso dovrà confessare!"
« Ero ubriaca, ma questo lo ricordo. » dissi, e mi avvicinai a lui, finché il mio naso fu a un paio di centimetri dal suo petto. A dire il vero avrei preferito che fosse all'altezza del suo viso, ma non si può avere tutto dalla vita.
Scorpius indietreggiò di un passo, andando a sbattere con la schiena contro il muro. A quel punto, accortosi di non avere più vie di fuga, mi rivolse un'occhiata irluttante e deglutì un paio di volte. Sorrisi, trionfante: mi sentivo decisamente potente in quel momento.
« Allora? » chiesi, impaziente. « Perché l’hai fatto? »
Scorpius parve riprendere un po' di coraggio e fece un passo verso di me. Questa volta fui io a indietreggiare, per non finire sotto ai suoi piedi.
« Bhe, non è ovvio? »
Alzai un sopracciglio. « No? »
Scorpius sbuffò. « Perché se ti avessero messa in punizione avrei dovuto sopportarti per tutta l’estate, mentre così potrai uscire e starai fuori dalle scatole. »
« Ah. »
Avrei potuto dire un miliardo di cose che non fossero "ah". Insomma, se proprio non mi veniva in mente niente di sufficientemente sarcastico e cattivo, avrei sempre potuto insultarlo. Ma ci ero rimasta male, diamine! Mi sarei aspettata di tutto, dalla dichiarazione d'amore da diabete, al discorso sull'importanza della solidarietà tra fratelli, ma non quello. Ok, a dire il vero, ero abbastanza sicura di piacergli. Ovviamente la cosa non aveva il minimo senso, ma altrimenti perché avrebbe dovuto prendersi la colpa di una mia cazzata? E poi una sua dichiarazione mi avrebbe lusingata, anche se poi avrei avuto la seccatura di trovare un modo non troppo crudele per rifiutarlo.
Scorpius alzò le sopracciglia. « C'è qualcos'altro che mi volevi dire, o posso tornare in giardino? »
« No. Non volevo dirti nient'altro. » risposi, sdegnata « Solo va' a farti fottere, Malfoy. »
E con quella frase ad effetto uscii dalla sua stanza, sbattendomi la porta alle spalle.

 

***

 

Quel pomeriggio, dopo aver letto un paio di pagine del diario di Draco, nelle quali mio padre veniva abbondantemente insultato, mia madre veniva crudelmente insultata, mio zio veniva immeritatamente insultato, Silente veniva forse un po' più meritatamente insultato, la McGranitt veniva giustamente insultata, Pansy Parkinson veniva alquanto volgarmente insultata e in generale tutto il mondo veniva insultato, decisi di dedicarmi ad altri passatempi. Finii un vasetto di Nutella, ascoltai il Primo Ministro insultare l'opposizione su un canale di cui non conoscevo l'esistenza, durante la pubblicità tra un video porno e l'altro di Mtv, poi presi a pungi il sacco da boxe, senza aver prima fatto il riscaldamento, con l'unico risultato che rimediai uno strappo al tricipite, ed infine decisi di chiamare Hugo.
Salii in camera mia sbattendo i piedi sulle scale, recuperai il cellulare da sotto il letto, composi il numero di mio fratello, e lasciai squillare. Hugo rispose dopo due secondi.
« Rose! » sussurrò.
« Hugo. » replicai, un po' perplessa. « Hai il mal di gola? »
« No, scusa. » rispose, senza alzare la voce di un decibel. « Sono al Ministero. Tu stai bene? Volevo chiamarti, ma avevo paura di metterti nei guai... » s'interruppe « cioè, più di quanto non lo fossi già. » aggiunse « Pensavo che Malfoy tenesse ancora il tuo cellulare in ostaggio. »
« Tecnicamente sì. » ammisi « Ma non si è accorto che gli ho rubato la bacchetta dal comodino e l'ho usata per spezzare l'incantesimo di protezione che aveva imposto sul cellulare. »
Hugo ridacchiò, poi lo sentii sussultare ed improvvisamente tacque.
Fissai il display del mio cellulare, perplessa. « Hugo? Hugo, che succede? Mi senti? »
In risposta ottenni un paio di parolacce che avrebbero fatto commuovere Pix. « Ma è mai possibile che papà e mamma conoscano mezzo Ministero?! Miseriaccia, avrei dovuto usare la Polisucco... »
« Che succede? » chiesi.
« Ti spiego dopo. Tu stai bene? Sei in punizione? Mi dispiace che... »
« Sto bene, non ti preoccupare. » lo interruppi « Per ora non posso uscire di casa, ma non c'è nessuna punizione terribile all'orizzonte. Sai qualcosa di James? »
Hugo emise un lungo sospiro sconfortato. « Ha passato la notte in cella, e questa mattina zio Harry e zia Ginny sono andati a recuperarlo al Ministero. E quel porco di Malfoy ha pure chiesto una cauzione per rimetterlo in libertà... avresti dovuto vederlo come gongolava. » me lo potevo ben immaginare, lo stronzone. « Ero là con papà, e ti giuro che zio Harry stava per lanciargli un Avadakedavra. A lui o a James, non so. Poi, bhe, puoi immaginare la scenata di zia Ginny. Jamie dovrà restare confinato in casa finché non gli troveranno un lavoro per il resto dell'estate. »
"Merda! È solo colpa mia se James è finito in questo casino... sono davvero una pessima cugina..."
« Io e i cugini stiamo facendo a turno per andare a tenergli compagnia, comunque. » mi assicurò Hugo « E Lucy sta preparando la Polisucco, così andremo a lavorare tutti, a turno. »
Sentii uno strano pizzicore agli occhi, quando mio fratello pronunciò quelle parole. Avevo sempre saputo di poter contare sui miei cugini, ma tutto quello che stavano facendo era semplicemente stupendo. E sapevo bene che non lo meritavo, e che non avrei mai potuto ringraziarli a dovere per il loro aiuto.
Hugo probabilmente intuì quello che stavo pensando, perché si affrettò a cambiare argomento. « Comunque, volevi sapere perché sono al Ministero, no? Bhe, l'operazione LSD va avanti sempre e comunque. Sto seguendo il Compratore di Mutande, per scoprire chi è Miss Lingerie. »
"Io amo mio fratello."
Sorrisi come un'idiota, sentendo pronunciare i nomi in codice che avevamo scelto per la nostra operazione segreta. « Hugo, te l'ho mai detto che sei il miglior fratello che mi potesse capitare? »
« Mmm, sì. Ogni tanto devi avermelo accennato. » ridacchiò « Ma solo dopo il divorzio. » rettificò poi.
Finché vivevamo assieme, non eravamo mai stati capaci di passare un giorno senza tentare di ucciderci a vicenda. Ma dopo la separazione il nostro rapporto era cambiato radicalmente.
« Allora » chiesi, impaziente « il Compratore di Mutande ha fatto qualcosa di strano fin'ora? »
« Niente di particolare, a parte... »
La voce di Hugo, fu coperta dal suono del maledetto pianoforte del maledetto biondino figlio del maledetto fidanzato della mia maledetta madre. "Maledizione!"
« Hugo, puoi aspettare un secondo? » chiesi e, senza aspettare una risposta, staccai il telefono dalla bocca ed urlai. « Malfoy, smettila! Sono al telefono! »
La voce seccata di Scorpius provenne dal soggiorno accompagnata dalle note che non smise di suonare. « Non è colpa mia se quei cosi babbani non funzionano. »
« Smettila, ho detto! Tu e Beethoven avete rotto! » strillai.
« È Mozart. » urlò lui di rimando.
« Chissenefrega! » sbottai « Devo venire giù a picchiarti o la smetti di tua spontanea volontà? »
Le mie minacce ovviamente caddero nel vuoto, e lo stronzetto non mise nemmeno la sordina. Sbuffai, e schiacciai il tasto del vivavoce. « Hugo? » chiesi. Poi, urlando, aggiunsi. « Dopo facciamo i conti, biondo! »
« Ci sono. » rispose Hugo « Mi senti? »
« Affermativo, agente. Mi riferisca le sue ultime scoperte. »
Hugo ridacchiò. « Dunque, dopo pranzo il Compratore di Mutande si è smaterializzato fuori dai cessi, come al solito. Si è fermato a chiacchierare con il Cicatrizzato, ma il Cicatrizzato non era particolarmente incline alla conversazione: immagino che la storia del figlio non gli sia ancora andata giù. Dopo un paio di minuti il Cicatrizzato è scappato in ufficio, e il Compratore di Mutande è andato a fare gli occhi dolci a Lavanda Brown per farsi offrire un caffè. »
« Oh, merda! » esclamai. "Merlino, sapevo che il Compratore di Mutande è un idiota, ma non pensavo fino a questo punto... Cioè, come fai a rivolgere ancora la parola a una che ti chiamava RonRon e ti regalava catene dorate da rapper per Natale?" « Mi stai dicendo che Lavanda Brown è Miss Lingerie? »
« Ne dubito. » rispose Hugo. Tirai un sospiro di sollievo. « Il Compratore fa così ogni volta che dimentica il portafogli a casa e vuole un caffè. »
« Ok. Tolta la Brown abbiamo altre indiziate? » indagai, sentendomi molto Sherlock Holmes. Mi mancavano solo la pipa e l’impermeabile. Oh, e anche il cappello, quello aveva troppo stile.
« Per ora nessu… » Hugo s’interruppe bruscamente « Urgh, il Compratore si è fermato in un corridoio a parlare con una tizia. È di spalle, non riesco a capire chi sia. Bruna, capelli mossi, bel fisico, tailleur nero e tacchi alti. Mi sembra una da biancheria di pizzo… potrebbe essere la nostra Miss Lingerie. »
Chi è? Chi è? Se scopro dove abita la faccio fuori…
Mi sistemai meglio sul letto e per l’agitazione mi feci quasi cadere il cellulare di mano.
« Riesci a sentire cosa dicono? »
« No, » sussurrò Hugo « sono troppo lontani, merda! Ma sembrano in atteggiamenti piuttosto amichevoli. »
« Amichevoli quanto? » volli sapere, sospettosa.
« Troppo. » tagliò corto lui, infastidito. « Adesso lei sta ridendo. Ride come un’oca. Merlino, papà, non puoi stare con lei! »
Mi trovai perfettamente d’accordo con mio fratello, a prescindere da chi fosse lei.
« Cosa succede adesso? » chiesi, ansiosa.
« Niente, sta ridendo anche papà. Ehi, aspetta… oh, merda, no! No, no, no! Cazzo! »
« Cosa? Cosa succede? »
« Porco Merlino! » sibilò Hugo.
Cominciai ad agitarmi. « Porco Merlino cosa? »
« Le ha sistemato una ciocca di capelli dietro l’orecchio… » ringhiò, con una voce da serial killer che non mi piacque per niente. « E lei lo ha baciato a stampo. Stronza. »
« Puttana. » concordai.
« Troia. »
« Battona. »
« Zoccola. »
« Uhm… altri sinonimi per puttana? » chiesi.
« Si è girata… » sussurrò Hugo « Viene verso di noi… Oh, Circe maiala! »
« Circe maiala cosa? » sbottai, esasperata « Hugo, ti auguro di non andare mai a fare il commento di una partita di Quidditch. Come telecronista fai schifo. »
La voce di Hugo mi giunse all’orecchio flebile e depressa. « Rose, posso venire a vivere da voi? Credo che in questo momento potrei quasi voler bene a Malfoy… »
Certo, continua a non dirmi cosa succede, sai, perché tanto io me ne frego di chi è l’amante di mio padre, cosa vuoi che me ne importi…
« Hugo, cosa diamine sta succedendo? »
« Ti ricordi la storia del matrimonio di zio Harry e zia Ginny? » chiese Hugo.
E come dimenticarla? Zia Ginny ce l’aveva raccontata un milione di volte.
« Si, ovvio. »
« Ecco, hai presente la tizia che si era alzata urlando “io mi oppongo”? »
« Romilda Vane? » chiesi.
« Romilda Vane. » confermò Hugo.
Impallidii. « Romilda Vane cosa? »
« Romilda Vane. » ripetè Hugo, con voce da funerale.
Oh, merda.” 

 

   
 
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