Sono viva! =D scusate per l’attesa ma ho avuto il
computer a riparare e solo oggi me l’hanno riportato! Il mio piccolo T.T non ti abbandono più!
Aveva 8 virus °-°”
cavolo, e io che lo prendevo a parole perché mi si bloccava! Allora ultime novità? Sono
stata promossa ma ormai è passato più di un mese e non
fregherà più a nessuno xD comunque
ringrazio tutte quelle che non mi abbandoneranno, siamo già al capitolo
8 O.O devo mettermi di impegno a scrivere >.<
Vi lascio leggere in pace.
Prima però devo ringraziare in particolar modo Vitani o.o ha commentato tutte le
storie che ho pubblicato praticamente, non sei normale xD
grazie per aver perso tempo con me.
Ci vediamo nell’angolino di risposta alle recensioni
precedenti!
***
[ 8. Confusione
]
Ero al Concilium fisicamente ma avevo la mente chilometri
di distanza. Il ronzio delle chiacchiere delle altre esistenze che discutevano
era lontano e impreciso, rimescolavo svogliata la cena che avevo nel piatto
incapace di capire cosa fosse.
‹‹ Non
ne hai voglia di parlare? Ti capisco, tranquilla, non siamo così in
confidenza da poter parlare
di questo…ma sappi che se ti va di sfogarti liberamente puoi venire da
me, io potrei ascoltarti…e…beh…anche consigliarti, c-certo
non sei obbligata…m-ma a me non disturba…perciò…››
Era così interessato? Nessuno era mai realmente
preoccupato per me, era sempre tutto un torna conto
personale…
Mi aveva infastidito quella premura, non avrebbe dovuto impensierirsi almeno non per una come me.
Desideravo realmente farla finita prima possibile ma poi
le urla della madre mi hanno distratta. Stava diventando un’abitudine il
non riuscire a concludere…
‹‹ …gie? Ehi
Angie ma che fa? Dormi? ››
‹‹ Eh? ››
Duncan mi passò la mano davanti agli occhi divertito.
‹‹ Ti ho chiesto che ti prende per ora.
››
Eravamo tutti nel salone che cenavamo. I lucernari
illuminavano la tavola rettangolare piena di cibo, io ero seduta al centro e
Duncan continuava a fissarmi suscitando la curiosità delle altre morti.
Lo sguardo innocente di Melanie si concentrò con
vivo interesse su di me. Era la morte per vecchiaia, aveva 5 anni, assorbiva le
conoscenze e l’ energia delle sue prede
prendendo così esperienze e vitalità, era sempre una ficcanaso
capricciosa ma cosa si può volere da una bambina?
‹‹ No, non ho niente. Ero solo in
sovrappensiero…››
Melanie abbassò lo sguardo
notevolmente insoddisfatta continuando a mangiare.
‹‹ Se lo dici tu…››, Duncan
fu l’unico che durante il pasto continuò a lanciarmi occhiate
pensierose.
Non poteva capire cosa mi passasse per la testa,
soprattutto perché non lo sapevo nemmeno io.
Mi erano sempre
piaciute le rose rosse, erano fiori profumati e molto apprezzati. Le rose erano
le regine tra i fiori, ma inaspettatamente con la sua venuta sono riuscita a prediligere
i fiori di ciliegio…semplici come lui…
‹‹ Signori! Eccomi qui per voi!
››, dicevo che era tutto fin troppo tranquillo. Adam era ritornato
dalla sua mietitura, ora eravamo tutti al completo.
Quando eravamo al Concilium potevamo restare tutti insieme per un certo tempo, di fatti la giornata si
congelava per un preciso numero di ore al di fuori dal palazzo e potevamo
riposare.
‹‹ Divertito Adam? ››,
domandò la piccola Melanie incuriosita dalle sue storie stravaganti ed
enfatizzate.
‹‹
Da matti piccola! ››, si avvicinò a lei e si sedette al suo
posto prendendola in braccio.
Lei
iniziò a battere le mani incuriosita e io sbuffai imbronciata, intravidi
lo sguardo di Adam scattare verso di me, forse si era accorto della mia
protesta silenziosa.
‹‹
Tu ti sei divertita oggi? ››
‹‹
No…››, mormorò gonfiando le guance ‹‹ quei
vecchi sono così noiosi…nessuno di interessante. Anche io voglio
far esplodere le cose come te. ››, disse afferrandogli la giacca
bianca.
‹‹
Un giorno lavoriamo assieme? Per piacereeee
››, cantilenò la marmocchia.
Lui
sorrise divertito e affondò una mano tra i riccioli scuri della bimba.
‹‹
Perché no? ››
Lei
sorrise compiaciuta e aspettò che iniziasse uno dei suoi soliti
racconti. Era diventato il cantastorie di Melanie ma ormai tutti avevano
sdegnato le solite storielle di Adam:
Lui. Due
furgoni. Grande botto. Fine.
Questi
erano i soliti elementi, era lui che allungava il brodo con frivoli dettagli.
‹‹
Io ho finito di mangiare, vado in camera mia. ››
‹‹
Non resti ad ascoltare? ››, domandò Duncan che era di fronte
a me che aspettava anche lui l’inizio del racconto. Lo dicevo sempre che
quel ragazzo era fin troppo paziente con tutti.
‹‹
Non mi va. ››
‹‹
Lasciala stare Duncan, Angie deve progettare come ammazzare quel ragazzo. Sai,
non ne è capace…››
Cosa
ha…detto?!
Il sangue
mi si freddò nelle vene, Duncan lo guardò male mentre Melanie si
girò stupita verso di me e poi nuovamente su quel
idiota che sorrideva contento.
‹‹
Non è ancora stato eliminato? ››
‹‹
No piccolina, non tutti si impegnano nel proprio lavoro. ››
‹‹
Taci Adam! ››, Duncan lo rimproverò vedendo il tremore della
mia mano, stavo per esplodere.
‹‹
Sto solo dicendo la verità. E’ o non è morto?
››
‹‹
Io ti ammazzo. ››, sibilai.
Non era
tecnicamente possibile, le morti possono solo eliminare gli essere
viventi ma sono in grado di infliggere gravi danni ai loro simili rendendole
incapaci di mietere, in altre parole inutili, e una morte che non può
uccidere non serve. Solo
‹‹
Oh che paura. Non riesci a far fuori un mortale e pretendi di ferire me? Se
vuoi, quando ho tempo, ti do qualche lezione privata che potrà esserti
utile. ››
‹‹
Giochi con il fuoco Adam. ››, lo minacciai. Se provava solo a
ribadire gli avrei staccato la testa.
‹‹
Secondo me sei tutto fumo e niente arrosto…››
…io
l’avevo avvisato.
Mi
lanciai contro di lui a palmo aperto, Melanie più veloce nei movimenti
sfuggì dalle braccia di Adam, notando il mio slancio, scappando al
sicuro. Adam non fu abbastanza lesto, gli conficcai le dita nella giugulare
tranciandola.
Il sangue
sgorgò sui nostri vestiti, gli sorrisi
maliziosa mentre vedevo la sua incapacità nel respirare. Stava affogando
nel suo stesso sangue e la cosa era soddisfacente. Quando tirai via la mano
dalla gola lui sputò a terra il sangue che si era infiltrato nei polmoni
e a poco a poco il taglio si cicatrizzò.
‹‹
Cazzo, il vestito buono. ››, tossì perdendo la sua eleganza.
Non
c’era da stupirsi se il suo primo pensiero era rivolto agli abiti che
indossava.
Nella
stanza calò il silenzio, le altre morti fissavano la scena annoiate,
solo Rachel sembrava disgustata mentre Melanie era contrariata.
‹‹
Stavi per sporcare anche me. ››, si lamentò.
‹‹
Ti sei spostata in anticipo, non rompere. ››
‹‹
Angie, se sei così brava da riuscire a colpire Adam perché non
hai ancora fatto fuori il tuo umano? ››, domandò seria,
aveva perso il suo lato infantile e grazioso.
Era una
donna matura all’interno di un corpicino giovane.
‹‹
E’ quello che mi domando anch’io. ››, rimbeccò
Adam massaggiandosi la gola.
Non lo so.
‹‹…non
ce ne sono state occasioni. ››
‹‹
Che bugiarda. ›› borbottò Adam.
‹‹
Chiudi quella ciabatta o vuoi che te la stacchi di netto quella tua testa
vuota? ››
Non
sorrise come suo solito si limitò solo ad aguzzare la vista per capire
quanto del vero c’era nelle mie parole.
‹‹
Paura della verità mia cara?
‹‹
No. ››
‹‹
Adam perché non svolgi il tuo dovere? Dovevi essere tu a controllarla.
››
‹‹
Io non ho bisogno di alcun baby-sitter. ››
‹‹
Mi sembra il contrario…sei più infantile di me. ››
‹‹
Tu hai solo 5 anni! ››, come si permetteva di parlarmi così?
‹‹
Forse come età ci sei, ma possiedo conoscenze che tu non avrai mai
nemmeno se il tuo corpo resistesse per cent’anni. ››
‹‹
Tu…piccolo mostr…››, mi
avvicinai a lei ma la mano sulla spalla di Rachel mi fermò.
Aveva lo
sguardo duro, contrariato.
‹‹
Cosa c’è? ››
‹‹
Andiamo in camera tua. Ti devo parlare. ››
‹‹
Non ho niente da dirti. ››
‹‹
Beh io sì, perciò andiamo. ››, mi spinse per un
braccio quasi con rabbia, mi infastidiva.
Arrivate
in camera mia mi scostai mettendo conserte le braccia.
‹‹
Va a sederti. ››, ordinò indicandomi il letto.
Ma
nemmeno per idea.
‹‹
Se devi parlarmi puoi farlo anche se sto messa qua.
››
‹‹
Per l’ultima volta: siediti. ››, il suo tono era scontroso ma
flebile, ma si sentiva la rabbia ribollire nei suoi occhi.
L’accontentai
malgrado il mio volere.
‹‹
Che diamine ti sta accadendo? Vuoi metterti tutti contro? ››
‹‹
Hai visto come si divertono a provocare! ››
‹‹
Angie non vorrai creare un disagio a tutti? Lo sai che Melanie e Adam sono dei
soggetti influenti sulla Madre, se per caso dovessi risultare un problema per
l’equilibrio qui al palazzo…si potrebbero prendere provvedimenti. ››
Trattenni
il fiato, tutti noi sapevamo che i provvedimenti imposti dalla Madre non erano
affatto piacevoli, lei puniva seriamente ogni tipo di contravvenzione.
‹‹…››
‹‹
Perché per ora sei così di cattivo umore? ››
Come
potevo spiegarglielo? Con che coraggio gli avrei potuto dire che un umano mi
faceva pena?
‹‹
Non sarà che hai qualche problema con il tuo parassita? ››
Scossi la
testa energicamente, l’ospite indesiderato che avevo dentro di me non mi
aveva creato grossi problemi, Rachel aveva visto molte morti andarsene
così, il corpo era collassato d’un tratto.
La vidi
sospirare di sollievo e mi carezzò la testa.
‹‹
Se hai qualche problema devi dirmelo lo sai, vero?››
Mi
guardava con un sorriso buono, di quelli che dimostrano affetto, non avevo mai
avuto una madre, ma scommetto che se fossi stata cresciuta da una mamma avrebbe
sorriso allo stesso modo. Rachel non sarebbe dovuta diventare una morte, la
vedevo bene come mortale, quelle incaricate ad accudire i
piccoli di umano.
‹‹
Sei gentile, scusa se ti causo preoccupazioni, non lo vorrei. ››
‹‹
Tranquilla, in famiglia si ci aiuta a vicenda.
››
Famiglia…che
parola sconosciuta e così poco azzardata per noi.
‹‹
Già…››, mormorai.
‹‹
Ti lascio stare allora…non dar troppo conto ad Adam o Melanie. Sono solo
provocatori. ››
Le
sorrisi debolmente e lei uscì silenziosamente dalla camera.
Sospirai
massaggiandomi le tempie, quei due mi avevano provocato solo un gran mal di
testa.
Mi alzai
a malincuore per prendere Marie Anne gettata scompostamente sulla cassettiera
di quercia intarsiata, mentre stavo per prendere il corpicino della mia bambola
intravidi la mia figura allo specchio, il vestito era ricoperto di sangue e le
braccia nude erano ricoperte di righe e schizzi. Adam me l’avrebbe
pagata!
Sbuffando
mi avviai verso il bagno con la veste da notte che penzolava al braccio, una
doccia calda mi ci voleva.
Mi lavai
le mani sporche e rosse del sangue di quell’essere. L’acqua
scendeva sul corpo purificandolo e sciogliendo le tensioni, lavavo via i
pensieri inopportuni ma il viso imbarazzato di Alessandro di quel pomeriggio
invadendo così la mia mente.
‹‹ Non
ne hai voglia di parlare? Ti capisco, tranquilla, non siamo così in
confidenza da poter parlare di questo…ma sappi che se ti va di sfogarti
liberamente puoi venire da me, io potrei
ascoltarti…e…beh…anche consigliarti, c-certo non sei
obbligata…m-ma a me non
disturba…perciò…››
Quelle
parole…cadevano come grandine nei miei ricordi, tempestandoli di sorrisi
imbarazzati e gentilezza.
Chiusi
l’acqua sentendo il corpo scuotersi, forse la temperatura era troppo
alta, mi sentivo debole. Indossai la veste lunga e mi asciugai i capelli umidi,
sentivo dolermi le ossa, non desideravo altro che andare a stendermi.
Anche
quando raggiunsi l’ambito letto il ricordo del ragazzo bussava alle porte
del ricordo, l’ultima cosa che vidi prima di addormentarmi fu il suo viso
basso e arrossato…
“sappi che se ti va di sfogarti liberamente
puoi venire da me, io potrei ascoltarti…e…beh…anche
consigliarti”
Quella
mattina a scuola il ragazzo era tornato. Fisicamente stava bene, si vedeva dal
colorito e dalla sua attività respiratoria, ormai il malanno era
sparito.
‹‹
Cortese. Ben tornato tra di noi, hai portato il certificato medico?
››
‹‹
Certo. ››, comunicò al professore porgendoglielo per poi
tornarsene a sedere davanti a me.
‹‹
Spero tu ti sia prodigato a tenerti aggiornato con il programma…››
‹‹
Sì, qualcuno mi ha portato i compiti. ››
La classe
si guardò attorno mentre il professore, indifferente, iniziò a
spiegare la lezione alla lavagna.
Il
ragazzo si girò verso di me allungandomi un quaderno rosso porpora.
Era
quello che avevo lasciato a casa sua, le lezioni erano state scritte a penna
sulla prima pagina. L’avevo scritte il pomeriggio al Concilium, tutta una
montatura per poter andare a casa sua per completare il mio di compito.
‹‹
Perché te ne sei andata senza dire nulla? ››,
bisbigliò guardandomi male.
Voleva
sapere la verità?
‹‹
Perché si era fatto tardi…e non era un buon momento per
interrompervi. ››
Mormorai
ricordando della crisi che aveva avuto la madre.
‹‹
Cortese girati! Non disturbare la signorina Morante
che cerca di seguire la lezione! ››
‹‹
Mi scusi. ››, borbottò.
Ed io sospirai
nel vederlo darmi nuovamente le spalle, si acquattò sul banco e
iniziò a scribacchiare qualcosa, forse ciò che il professore
stava scrivendo alla lavagna.
Si
stiracchiò e vidi sul mio banco cadere un pezzetto di carta ben ripiegato.
Lo aprii incuriosita e trovai una frase scritta in modo
ordinata e pulita.
“ Avresti potuto anche
salutare. Tu non me la racconti giusta.”
Sospettava? Aveva le mani dietro la schiena, il palmo
aperto. Aspettava la mia risposta. Presi una penna e iniziai a scrivere…
glielo passai silenziosamente.
“ E di grazia, quale sarebbe la verità?
Illuminami.”
Sarcasmo pesante. Sembrava gli stessi dando
dell’idiota.
Poco dopo ricevetti indietro il biglietto.
“ Non lo so. Perché non me la dici tu la verità? ”
Mi credeva così stupida?
“Ma così è troppo facile,no? ”
Si grattò la testa mentre cercava di dare un senso
alle mie parole, era buffo. Forse mi stavo esponendo troppo ma era troppo
divertente…
“Mi toccherà indagare su di lei signorina Morante… ”
La cosa non mi faceva più ridere.
“Non credo riuscirai nella tua impresa.”
“Perché? Non sottovaluti le mie doti da detective.”
Non poteva scoprire nulla su di me, roteai gli occhi e
scrissi velocemente una risposta consegnandoglielo.
“Staremo a vedere.”
Lo vidi voltarsi dalla mia parte sorridendo.
‹‹ L’ho preso come un fatto personale
ormai. ››
E si voltò nuovamente verso la lavagna.
***
Eccomi qui a rispondere alle vostre gentili recensioni nel
capitolo Sorpresa:
Ladywolf: Grazie per la pazienza che
riversi nei miei confronti *inchino* troppo gentile. Sono contenta che ti sia
piaciuta la scena della motosega xD sono stata
promossa per fortuna. Spero ti riprenda dal tuo blocco da scrittrice, dai non
durerà per sempre…forse XP scherzo scherzo.
A presto cara.
dolceGg94: Dai che ti sei ripresa a
recensire! Per questa volta ti perdono perché sono brava ù.ù Rachel non è un
personaggio molto amato, mi fa piacere che ti piaccia *__* spero che in questo
capitolo continua a piacerti ^^
MaRtA HaLe:
Te lo ripeto per l’ultima volta…Ale non è tuo! è.é Maledetta pingu! Io ora so tutta la tua fan! Non puoi più
ricattarmi! Muahahah! =P
Pingu ti adoro…
space_oddity: Ma ciao *___* non
c’è bisogno che ti inchini v.v è solo un capitolo come un
altro. Ho letto l’ultimo aggiornamento della tua storia e sai che
l’adoro *__* beh ora l’ho ripetuto nuovamente. Spero ti sia
piaciuto anche questo ottavo capitolo, a presto cara ^^
Vitani: ripeto, tu sei pazza xD sono contenta che ti piaccia la storia di Angie, non mi
aspettavo una lettrice così. ^^ spero che non ti abbia deluso,
proverò ad aggiornare presto (cosa poco probabile T.T)
Grazie ancora :)
Un bacio a tutte *_* ci sentiamo presto…