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Autore: Joy    10/11/2005    15 recensioni
"Dimmi quale futuro hai visto! Io lo cambierò!"
"Tu non lo ricorderai."
"Voglio una possibilità!"
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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EPILOGO

EPILOGO

“HARRY”

 

 

QUINDICI ANNI DOPO

 

 

Un ricordo color seppia…

 

Una fotografia…

 

Giallo scolorito…

 

Lui doveva la vita alle persone ritratte in quell’immagine…

 

Harry si rigirò tra le mani la cornice lavorata.

 

… ciò che resta…

 

… solo quella…

 

Tante vite…in cambio di una soltanto.

 

“Non è equo…” sussurrò senza neanche prendere coscienza di ciò che stava dicendo.

 

Remus Lupin sedeva sul divano di fianco a lui, la consueta aria stanca rendeva i suoi occhi  ancora più benevoli.

 

La nostalgia… penosamente insediata sul suo volto…

 

Un altro dei suoi demoni…ma lui sopravvive ancora…

 

Quando è stata scattata?” chiese sommessamente il ragazzo senza alzare la testa.

 

L’uomo parve scuotersi dal torpore dei ricordi, si sporse verso di lui per sbirciare il quadretto ingiallito, poi appoggiò il braccio alla spalliera del divano, sospirò e sorrise.

 

“Nell’inverno del nostro settimo anno” disse “dopo che noi…beh…quell’anno combinammo un sacco di guai” si passò una mano tra i capelli precocemente imbiancati ed Harry riuscì a cogliere l’impercettibile guizzo dei suoi occhi.

Avevano  il misterioso potere d’illuminarsi di luce antica ogni qual volta si perdeva nei ricordi della sua adolescenza, esattamente come accadeva a Sirius…

 

Sirius…

 

Vittima dei suoi demoni…

 

Ritornò ad osservare i suoi genitori che sorridevano nella strada affollata…imbiancata dalla neve.

Il suo padrino era in piedi di fianco a James, il volto sereno, ma non spensierato come Harry lo aveva immaginato ai tempi della scuola… come lo aveva visto nel ricordo di Piton…Sembrava molto più simile a com’era  nell’ultimo periodo della sua vita, dopo Azkaban

 

Remus e Peter erano leggermente in disparte, sull’altro lato.

 

“Non me l’aveva mai mostrata…” sussurrò quieto, ogni emozione inconsciamente tenuta a bada.

 

Harry…che aveva compreso a sue spese quell’unica possibilità a lui concessa: vivere con cautela.

 

Ma Remus non ebbe difficoltà a capire di chi stava parlando.

 

“Per Sirius i ricordi erano fonte di solo dolore” rispose fissando il vuoto e al ragazzo sembrò che il Remus adulto stesse cercando nella mente le voci provenienti da quegli anni lontani “ e non ha mai avuto il tempo per dimenticare…” continuò “…nessuno di noi ha mai avuto il tempo di fare niente…Il destino ha preteso da James e Lily il tributo delle loro vite, ha privato Sirius della sua giovinezza…e ancor prima…della sua in arginabile vitalità…della sua forza. E a me…” proseguì sospirando “… a me ha tolto i miei amici…e mi ha gettato in un baratro di solitudine”

 

Ed Harry vide la stanchezza… e il rimpianto.

 

Siamo tutti così irrimediabilmente fragili…

 

Si alzò dal divano e nascose quei sentimenti che potevano risultare per lui, più letali che per gli altri.

 

I suoi genitori…

 

Sirius…

 

Quella fotografia ancora tra le mani…

 

In bilico sul baratro delle emozioni… e cedere voleva dire rinunciare…

 

Lui…a cui non era concessa alcuna debolezza…

 

eppure lo era…

 

…debole…

 

…così inguaribilmente debole che bastava mostrargli una foto dei suoi genitori per farlo sanguinare…

 

…e per costringerlo a desiderare vicino a sé la presenza impacciata e rassicurante di Ron e l’abbraccio consolante e caldo di Hermione…e per spingerlo con imbarazzante necessità verso la forza generosa di Ginny, che non chiedeva, ma rimaneva al suo fianco… nel caso in cui lui accettasse di dividere quel fardello che con ogni probabilità l’avrebbe schiacciato…

 

ma lui soltanto.

 

Nessun altro doveva morire a causa della sua debolezza…

 

Più nessuno…dopo Sirius.

 

E di nuovo i suoi pensieri apparvero nitidi a Remus:

 

“No, non sei debole, Harry” chiarì “Non lo sei affatto, come già ti dissi una volta…durante il tuo terzo anno” continuò “anzi, sei più forte persino di tuo padre…”

 

Harry era così.

 

Dove suo padre si sarebbe infuriato, lui si limitava a mostrare disappunto e tristezza, dove suo padre e Sirius avrebbero agito, lui si soffermava a pensare e dove James si sarebbe lasciato andare, lui rimaneva quieto, cauto e controllato.

 

L’innocenza che loro avevano salvato…

 

La forza che avevano tanto desiderato…

 

La giustizia a cui nessuno di loro aveva mai creduto…

 

La redenzione per tutti gli errori commessi…

 

E l’amore…che caparbio sopravvive…

 

Harry…

 

 

“…lui non ha mai dovuto sopportare quello che sta capitando a te” concluse.

 

Harry sorrise tristemente riguardando la vecchia foto e seppe, suo malgrado che tutti i suoi buoni propositi sul controllo non sarebbero serviti davanti al vuoto che provava ogni volta che pensava a loro.

 

“ L’unicità della mia cicatrice…rende uniche anche le conseguenze che dovrò affrontare” sussurrò.

 

“Non è unica.”

 

Cosa?”

 

“La cicatrice…parlavo della cicatrice…la tua non è stata l’unica.

 

“Non credo di capire…”

 

Il sussurrò incredulo e soffocato della sua voce.

 

Remus distolse lo sguardo…

 

Ti somiglia, James…

 

Ma io…a chi sto parlando…?

 

“Anche tuo padre…” riprese faticosamente tentando d’ignorare la voce dei suoi ricordi che lui stesso, pochi minuti prima, aveva invocato “…anche tuo padre ha portato il peso di quello stesso segno.”

 

Gli occhi verdi di Lily…

 

Spalancati…

 

Disorientati…

 

Remus si portò la mano alla fronte.

 

Merlino…ti prego…non ora…

 

“…solo…era molto più lieve…” il respiro palesemente doloroso “…e per poco tempo…”

 

Chiuse gli occhi appoggiandosi allo schienale del divano e parve riprendersi.

 

“…lui ti è più vicino di quanto immagini.”

 

Loro… ti… sono… vicini…

 

Harry sentì le proprie mani tremare.

 

Adesso…di certo…non poteva più sperare nel controllo…

 

…non si curò di trattenere la cornice…e questa scivolò a terra…

 

Frammenti di vetro sparsi sul pavimento…

 

Sorrisi rigati da spigoli taglienti…

 

eppure incuranti, continuavano a guardarlo…

 

…i suoi genitori…

 

e a sorridere.

 

Si chinò a scostare i vetri da quei volti…e non si preoccupò di fare attenzione a non ferirsi.

 

Minuscole gocce di sangue già li macchiavano, ma metterle a fuoco era difficile, così… con gli occhi oscurati dalle lacrime.

 

Gli innumerevoli frammenti del suo passato…

 

Sangue e lacrime ovunque…

 

La fitta che provò all’addome lo costrinse a chiudere gli occhi.

 

Gli occhi di sua madre…

 

La sua memoria…ancora viva in lui…

 

e la voce di Sirius ebbe il sopravvento.

 

Adesso puoi vedere scorrere il sangue…

 

Parole che lui non aveva mai sentito pronunciare adesso sembravano perforargli la mente.

 

“NO!” urlò e sentì distintamente qualcuno chiamarlo…

 

“La giustizia non esiste!”

 

e il sibilo turbinante e spaventoso dei pensieri non suoi.

 

“DI CHI E’ QUESTA VOCE?!” implorò una risposta, urlando, gli occhi ancora chiusi.

 

“HARRY!” gridò Remus scuotendolo “Nessuno a parlato… NESSUNO.

 

Aprì gli occhi è fissò sgomento l’uomo di fronte a sé.

 

“…ci sarebbe una parola anche per lui: Amico.

 

“Papà?”

 

“…per quanto tempo ho atteso di pronunciare per te questa parola: Figlio.

 

“Papà…” sussurrò e finalmente la sua mente ritorno quieta e silenziosa.

 

“Harry…” proruppe Remus , abbracciandolo sconvolto “…sono più vicini di quanto pensi”.

 

Lo aiutò ad alzarsi e a sedersi di nuovo sul divano rimanendo in silenzio.

 

Non occorre parlare…

 

Inconsciamente sapeva che per qualche strana ragione, il professor Lupin aveva capito ciò che era successo, sembrava lui stesso leggermente sconvolto.

 

I visi curiosi e preoccupati dei Weasley si affacciavano rimanendo discretamente al di là della soglia.

 

L’uomo si portò le mani al viso ed Harry , ripensando a quel giorno con la lucidità del tempo trascorso, giurò di avergli sentito balbettare una frase alquanto singolare:

 

“A distanza di tutto questo tempo….ancora ne paghiamo le conseguenze, Lily.”

 

Poi, inaspettatamente sollevò la testa e spalancando gli occhi osservò inorridito Ginny Weasley che raccoglieva i frammenti di vetro e la foto dal pavimento.

 

Quei capelli… il rosso irriverente…

 

“NON TOCCARLI!” gli gridò Remus con voce che stupì se stesso per primo.

 

Ma la ragazza aveva già sollevato la foto e incurante, l’aveva voltata; il sopracciglio alzato mentre fissava il retro ingiallito. Poi si avvicinò ad Harry:

 

“Forse dovresti leggere questo” disse porgendogli il ritratto.

 

Il ragazzo lo fissò ancora un po’ intontito, poi si decise a posare lo sguardo sul punto indicato.

 

Nel retro della foto, scritte di un inchiostro sbiadito, spiccavano tanto improvvise quanto sconvolgenti, quelle parole che diedero il definitivo colpo di grazia al suo ‘auto-controllo’:

 

 

Harry, è preferibile amarti da lontano…

…piuttosto che rinunciare a darti la vita.

 

Mamma e Papà

 

 

Gli occhi di Lily inondati di lacrime…

 

Guardò prima Ginny e poi Remus…

 

“Loro…”balbettò “…loro sapevano?” chiese.

 

L’uomo sospirò forte e il suo respiro parve sul punto di sgretolarsi.

 

“Oh sì, Harry…” rispose “ …loro hanno sempre saputo.

 

Silenzio.

 

“Adesso capisco…”

 

 

 

7 MESI PRIMA

 

 

“Fa piuttosto freddino qui…” constatò Harry varcando la soglia di una delle stanze ai piani alti di Grimmauld place.

 

Sirius distolse l’occhio dal cannocchiale e si scostò dalla finestra aperta per accogliere il ragazzo appena entrato.

 

“Harry…”disse. Sembrava allegro e questo era decisamente insolito “…vorrei mostrarti una cosa” e con la mano gli fece cenno di avvicinarsi.

 

Avanzò di qualche passo fissando il mondo fuori dalla finestra.

 

La Londra invernale con le sue braccia cariche di neve si estendeva fino al limitare della vista… fino a dove la coltre plumbea del cielo non pretendeva di ricoprirla interamente con le sue nebbie e i suoi ovattati raggi rossastri presi in prestito al sole d’acquerello.

 

L’ultima melodia che accompagna il declino del giorno…

 

Era bello…

 

Il suo candore sognante… imbrattato dalla freschezza dei colori che amava.

 

“E’ bello, vero…?” sussurrò Sirius indovinando i pensieri del ragazzo dietro lo sguardo assorto.

 

Gli passò un braccio sulle spalle e affondò lo sguardo nello spazio incalcolabile di quell’universo.

 

“Eppure…” riprese senza aspettare che Harry rispondesse “…in questa bellezza non c’è niente di perfetto.”

 

Non c’è perfezione nella bellezza…

 

Harry lo fissò un po’ spaesato.

 

“Non credo di capire….”

 

“Quasi niente nasce dalla perfezione” riprese, ma sembrava che parlasse al vento, all’aria, alle nubi e al gelo.

 

Sembrava un vagabondo che si stupisce di trovare la vita nelle persone vicine a lui, ma che si chiede come mai l’albero e la foglia non possono averla.

 

“Guarda qui dentro…” gli disse sollecitandolo ad osservare quello stesso paesaggio attraverso la lente del cannocchiale “…guarda i dettagli che compongono questa visione, osservali uno per uno…con attenzione.

 

Ed Harry guardò. Direzionò la lente verso la città, scese tra le costruzioni e per le vie, dove la neve non era candida e soffice, ma scura, poltigliosa e calpestata.

Vide le rovine decadenti dei quartieri abbandonati, lo sozzura e l’immondizia abbandonata putrefarsi ai margini di vie che parevano abbandonate da decenni.

 

Sono questi i dettagli…

 

Spostò lo sguardo su un altro gruppo di case; erano graziose con le loro finestre illuminate d’affetto.

Sorrise inconsciamente e scorse tre bambini che giocavano spensierati: un pupazzo di neve troneggiava su di loro come un angelo custode. Uno di loro inciampò e cadde nella neve…e ad Harry parve di sentire le risate degli altri, dal suo berretto sfuggirono ciocche di capelli rosso acceso.

 

Sembrava Ron.

 

Continuò a sorridere, mentre involontariamente considerava che avrebbero potuto essere loro: lui, Ron e Hermione…se solo…

 

Nessuna cicatrice…

 

Non c’era alcuna cicatrice… su nessuna delle loro fronti.

 

Un movimento lo costrinse a spostare di poco il quadro visivo e vide un grosso cane nero al di là dello steccato, con le zampe anteriori appoggiate al recinto.

Harry osservò il muso dell’animale: stava abbaiando, poi lo vide sollevare il muso verso l’alto e intuì che presto avrebbe ululato.

 

Cercava l’attenzione dei bambini. Voleva giocare con loro. Sembrava Sirius…

 

Si scostò bruscamente dal cannocchiale e tenne lo sguardo basso, turbato e in parte arrabbiato con se stesso per aver lasciato vagare la mente in pensieri così…assurdi.

 

Sirius al suo fianco continuava a fissarlo come se potesse indovinare i suoi pensieri.

 

“E adesso dimmi…” gli chiese “…il trovi belli?”

 

“No “ ammise il ragazzo “non sono belli… non tutti.

 

“Bene…” sorrise e si passò una mano tra i capelli “…quei dettagli sono i singoli ricordi, Harry”

 

Harry… per metà stupito e per metà scettico…

 

“Ce ne sono molti….”riprese sedendosi su un panchetto poco distante “…alcuni possono esser belli, ma la maggior parte di essi sono tristi e imbarazzanti” la sua voce si fece cupa “o almeno… lo sono i miei.”

 

“Sirius…” provò a dire, ma il suo padrino lo interruppe con un cenno della mano.

 

Quando guardo nel dettaglio ciò che ho fatto nella mia vita, vedo solo squallore e tristezza…”

 

Ma tu eri innocente!” prese a dire Harry appassionato “Ad Azkaban…”

 

Azkaban mi ha tolto molto…” lo interruppe Sirius “…ma gran parte dei miei ‘disagi’…- ed Harry  capì che era un eufemismo per non dire ‘dolori’ - …sono stato io stesso a procurarli, tuttavia quando penso al passato senza soffermarmi sui particolari, posso vedere il quadro quasi completo della mia vita, e ciò che sento… sono soltanto le molteplici sensazioni che mi hanno condotto qui.

 

Esiste il rovescio della medaglia…

 

e dove c’è stato il dolore, con un semplice gesto, puoi trovare la gioia.

 

“Ti sembrerò vecchio, Harry, e patetico, ma di tuo padre ricordo il calore del suo abbraccio e delle sue parole quando mi chiamava fratello’, e di tua madre vedo ancora l’innocenza e l’istante in cui mi accorsi che l’aveva perduta.”

 

“Hai molti ricordi dei miei genitori?” chiese il ragazzo, e gli occhi di Lily divennero improvvisamente tristi.

 

“Moltissimi…e di Remus e Peter e persino della mia famiglia e delle mie cugine”

 

Si alzò in piedi e tornò alla finestra.

 

Ma stranamente…se adesso guardo indietro, tutto mi sembra bello, come quel paesaggio… imperfetto, ma ammaliante se lo guardi ad occhio nudo…”

 

“…e vergognoso e triste, se ne osservi ogni singolo dettaglio” concluse Harry.

 

E Sirius annuì.

 

“La vita è fatta di sensazioni, Harry, e non è spezzettandole ed analizzandole che troverai la felicità.

 

S’immerse di nuovo nel bianco paesaggio che associava al suo passato e sembrò sereno.

 

“In ciò che ci viene concesso esiste una bellezza che puoi conoscere solo se osservi il quadro nella sua interezza…e ad occhio nudo.”

 

Nessuna patina o vetro o lente tra l’occhio e la realtà…

 

Partecipe del domani…

 

e cosciente che ‘ieri’ sia solo un ricordo.

 

Perché mi dici questo Sirius?”

 

“Perché voglio che tu sappia che non ho rimpianti…” rispose passandogli una mano tra i capelli arruffati e immaginando di veder James fare lo stesso movimento “…e che non ne avevano neanche i tuoi genitori.”

 

Nessun rimpianto…

 

“Ma non mi  avrebbero perdonato se non avessi fatto tutto il possibile per scuoterti dai sensi di colpa, nei quali tendi ad annegare” sospirò e la voce divenne roca “esattamente come ho fatto io…per molti anni…”

 

Harry sentì qualcosa rompersi dentro di sé, una barriera resistente che andava in pezzi e scoprì di non poter tacere.

 

“Sei come un padre per me…”sussurrò.

 

Non vide l’espressione mutare sul volto dell’uomo davanti a sé, ma sentì l’abbraccio ed era il primo che riceveva da Sirius.

 

“Dai Potter ho sempre ricevuto il calore di una famiglia…” bisbigliò “…sin da ragazzo. Non mi sorprendo di trovare in te lo stesso affetto…sei figlio di tuo padre.

 

La voce della signora Weasley  li raggiunse dai piani inferiori ed Harry si staccò dal padrino per prepararsi a scendere, ma non appena ebbe voltato le spalle Sirius lo bloccò:

 

“Un giorno ricompenserò tuo padre, Harry” disse “ non avevo famiglia, e lui…mi ha donato la sua.

 

 

 

“…per quanto tempo ho atteso di pronunciare per te questa parola: Figlio.

 

 

 

 

DECISAMENTE, QUESTA E’ LA FINE.

 

Dunque siamo arrivati alla conclusione (quella definitiva).

Non è stata facile questa storia e men che meno lo è stato l’epilogo; la presenza di Harry non era stata minimamente contemplata quando ho buttato giù le basi della storia, ma giunta alla fine mi sono resa conto che non sarebbe stato giusto nei confronti di Lily e James tacere sul loro figlio, in fondo si sacrificano coscientemente per permettergli di vivere ed è proprio lui che raccoglierà “i frammenti delle loro vite” ed è lui “la redenzione” in cui tutti loro sperano…Non potevo non parlarne…

 

Quando si finisce di scrivere una storia si prova sempre un misto di vergogna e soddisfazione…ed è quello che provo io adesso:

Vergogna, perché ciò che si è scritto non sembra mai neanche vagamente accettabile;

Soddisfazione, perché si è portato a termine un lavoro in cui abbiamo creduto per diverso tempo.

 

Ma se in questo turbinio di sensazioni esiste una costante, questa, senza dubbio, risponde al nome di tutti coloro che hanno letto…per cui GRAZIE, GRAZIE DAVVERO.

 

A chi ha seguito capitolo per capitolo…

A chi ha letto tutto d’un fiato…

A chi mi ha scritto…

A chi mi ha incoraggiato…

A chi ha saputo aspettare…

A chi ha provato qualcosa…qualsiasi cosa…

 

Se a qualcuno interessasse, ho modificato leggermente l’inizio del primo capitolo, la differenza è davvero minima, ho modificato soltanto alcune frasi in modo che fossero maggiormente d’effetto.

 

Grazie a Marcycas – the Lady of Darkness: lo so cara! È davvero triste, ma spero che rendere omaggio al coraggio di questi personaggi, posso attenuare il senso ingiustizia che prevale nella loro soria. Un bacio.

Grazie a Juliet: è un finale triste, lo so! Ma spero che leggendo quest’epilogo tu possa vedere la bellezza anche nei ricordi tristi, proprio come fa Sirius! Un bacione.

Grazie a Mira’82\Trip: le cose semplici sono sempre le più toccanti! Sei stata così carina a seguirmi fino alla fine…Ti mando un bacione enorme!

Grazie a Miki_TR: cara Musa! Avrei voluto scrivere una storia felice per te! Ma il destino a sovrastato anche me e non sono stata in grado di impersonare il “Deus ex machina”! Ma quando leggo le tue recensioni non mi sembra quasi di aver fallito, sai mettere così tanto di te in quelle frasi! Sai analizzare così bene, e con tale sensibilità questi personaggi che vorrei prolungare la loro agonia con un'altra serie di capitoli malinconici, ma sono arrivata alla fine…e mi piace mettere il punto…e voltare pagine. Spero di averti regalato qualche ora di magia con questa storia…Un bacio.

Grazie ad Agartha: mi hai seguita sino alla fine e ancora mi chiedo come fai ad essere così sincera e obbiettiva! Come fai a provare tutte queste emozioni e come riesci sempre a trovare del buono in ciò che scrivo…T’invidio un po’ sai? Quando rileggo ciò che ho scritto, su 20 capitoli vorrei riscriverne 15! Ma i tuoi commenti mi hanno aiutata moltissimo e mi hanno incoraggiata ad andare avanti! Non ho parole per ringraziarti. Un bacio.

Grazie ad Anduril: lo sai che mi sono commossa leggendo il tuo ultimo commento?E per una volta mi sono sentita fiera di aver scritto questa storia…come posso ringraziarti?Mi sento ancora un po’ frastornata e un po’ orgogliosa…e un nodo di emozioni si trova ancora alla base della mia gola e non vuol saperne di sciogliersi…e adesso anche a me sembra tutto “dolorosamente magnifico”! Non ci sono parole e così ti abbraccio.

Grazie a Elanor: cara, credimi, non ce l’avrei mai fatta senza di te, senza le analisi perfette e commoventi che sai tirar fuori dai miei capitoli, senza la poesia che con le tue parole mi dedichi…senza il tuo sostegno continuo e immancabile e senza la tua mente che è stata capace di trovare qualcosa di buono in ogni mio capitolo! Davvero…devo a te quasi tutto, tutto ciò su cui mi hai fatto riflettere in questo periodo mi ha aiutato a scrivere, a trovare le parole giuste da far pronunciare a questi personaggi…a cercare il linguaggio adatto…insomma, ti devo moltissimo! Non credo che questa storia sarebbe esistita se non avessi avuto il tuo parere sin dall’inizio! Ricordi che prima ancora di postarla ti avevo chiesto un parere? Sei stata davvero insostituibile, tanto che non ho parole per ringraziarti! Un abbraccio fortissimo. Joy.

Grazie a Yukino: hai un grande potere, carissima, che consiste nella capacità di far filtrare le tue sensazioni dalla parole che scrivi, me ne sono resa conto leggendo i tuoi scritti e me ne sono resa conto anche leggendo le tue recensioni che proprio per questo motivo sono state preziosissime! Davvero…certe volte sono rimasta commossa dalla poesia che impregnava ogni tua parola, e sentirla riferita ad una mia storia mi faceva vedere il tutto attraverso una nuova visione, viva e bellissima. Sei stata fantastica e non ho parole per ringraziarti! Un abbraccio fortissimo,Joy.

 

 

Grazie a Serpedoro, a Samy, a fede-ea, a imooto, a Isilascar, a Dada Baggins, ad Ale-lupin, a Lalia, a Glowen e a Shark Attack: avete ritenuto importante farmi sapere la vostra opinione e non sapete quanto questo mi abbia resa felice! Spero che anche il finale possa esser stato di vostro gradimento! Un bacione.

 

 

Joy s’inchina e saluta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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