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Autore: schwarzlight    08/11/2010    1 recensioni
Ottocento anni fa, dopo la seconda guerra tra umani e draghi, il sovrano di questi ultimi sigillò per sempre l'entrata del loro mondo, del cielo. Da quel momento, nessuna di quelle nobili creature fu più vista sulla terra, portando via con sé la conoscienza della magia.
Si dice, però, che i discendenti della stirpe reale vivano ancora assieme a noi, confondendosi fra la gente, e che solo essi siano in grado di accedere al Thuaidh Caiseal, il Castello del Nord, dove risiede la magia più potente.

Roinn, giovane imperatore che cerca l'ultima, grande magia.
Amaryllis, appartenente al casato degli Amaltheren e incaricata di trovare una persona che non ha volto, né nome: l'ultimo discendente dei draghi.
Ma quando il tradimento si insinua a corte, Amaryllis è costretta a nascondersi, a combattere per la propria verità, coadiuvata dal disertore Saber, il cupo ma affascinante Jag e la bella Nivalis, e Lynx, uno strano ragazzo che sa fin troppe cose.
E l'erede dei draghi è più vicino di quanto sembri.
Una figura dalla raffinata bellezza, fiera, emerse dall'ombra. Il riverbero argenteo dei suoi occhi li incantò, inchiodandoli sul posto, incapaci perfino di muoversi.
- Benvenuti nel Thuaidh Caiseal. - disse con voce morbida e vibrante - Io sono l'ultimo drago di questo mondo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Heir'
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The Heir of the Dragons - Capitolo II Capitolo II



Era ormai sera inoltrata.
Amaryllis, stanca e demoralizzata, entrò nella prima locanda non troppo malconcia che trovò. Appena mise piede nel locale venne accolta dall'odore di tabacco e dagli sguardi invisibili degli avventori, che apparentemente non diedero attenzione al suo arrivo. Si diresse al bancone della taverna al pianterreno e ordinò del vino.
Fino a quel momento era stata una giornata decisamente infruttuosa. Forse era stata troppo precipitosa nell'aspettarsi di trovare subito una qualche traccia, o semplicemente aveva avuto la sfortuna di imbattersi nelle uniche persone che non sapevano nulla.
L'oste le porse il suo boccale, e lei lo strinse tra le mani quasi con rabbia. No, non erano quelli i motivi.
In verità si stava rendendo conto di essere ancora inesperta nel suo ruolo... troppo. Si era lanciata a capofitto in una missione di cui aveva sottovalutato la complessità e che non sapeva gestire, dalla quale credeva ingenuamente di poter ottenere subito dei risultati semplicemente interrogando i primi malviventi che le capitavano, credendo che dovessero per forza sapere qualcosa. Aveva sbagliato fin dall'inizio, la sua sicurezza le aveva dato un'impulsività che di solito non possedeva, portandola a perdere solo tempo con azioni irreparabili e inutili al suo scopo.
...Forse, però, non era stato proprio tutto inutile.






- Salve, cercate compagnia?
Una ragazza si era avvicinata ai tre uomini. Era giovane, e dall'apparenza ingenua smentita dallo sguardo malizioso; indossava abiti maschili, che però non sminuivano la sua bellezza, così come il cappuccio del mantello si lasciava sfuggire alcune ciocche dei capelli dorati.
- Sto morendo dalla noia, e mi chiedevo se per caso vi andasse di bere qualcosa con me...
Si mosse verso il più vicino dei tre, che, a giudicare dall'espressione, apprezzava decisamente l'idea.
- Perchè no? Vedrai, ti farò divertire io... - esordì lui afferrandole il mento, incurante delle proteste dei compagni... evidentemente avevano qualche affare urgente da sbrigare.
- Non ho dubbi a proposito...
Fu un attimo. In un istante estrasse un pugnale da sotto il mantello con cui trapassò il cuore dell'uomo, uccidendolo sul colpo.

"Sono ladri."

- Dannata sgualdrina!
Appena il corpo del compare si accasciò a terra, il secondo malvivente si avventò contro Amaryllis, anche lui armato di pugnale. Ma lei era più veloce e agile, e in un solo fluido movimento evitò il suo attacco abbassandosi verso destra, e con un mezzo giro su sé stessa finì alle spalle dell'avversario, conficcandogli la lama alla nuca.

"Sono assassini."

L'ultimo componente del gruppo, dopo un attimo di smarrimento, estrasse la spada, e la puntò contro Amaryllis.
- Chi ti manda? - nella sua voce, nei suoi movimenti, perfino nel suo sguardo, si notava una punta d'isteria. Quell'uomo era patetico. Ma sembrava essere il più importante fra i tre, ed era proprio per questo che l'aveva lasciato per ultimo.
- Nessuno.
- Allora... è... per vendetta?
Stava cercando di prendere tempo. Ogni tanto si guardava attorno valutando la via di fuga migliore, ma al primo tentativo di indietreggiare, la ragazza lo attaccò senza esitazione, bloccando la spada con l'aiuto di un secondo pugnale e sferrandogli un calcio al ginocchio, facendogli perdere l'equilibrio. Poi ne approfittò per disarmare il ladro, che subito dopo venne atterrato da un altro calcio alla base del collo. Infine lo immobilizzò inchiodandogli una mano al terreno con uno dei due pugnali, e puntellando l'altro braccio e il petto con le ginocchia.
- Pensa a rispondere alle mie domande, a meno che tu non voglia ritrovarti con qualche osso spezzato.
Ma di quello che le interessava non sapeva nulla. Al contrario di quel che sembrava, spesso e volentieri più alto era il rango, e meno cose esterne ai propri affari si conoscevano.
Amaryllis non riuscì continuare il suo interrogatorio, poiché delle voci indicarono l'avvicinarsi di altre persone. Con un movimento fulmineo pugnalò la gola del prigioniero e gli sottrasse la spada che portava inciso il simbolo del rango all'interno della gilda.

"Va bene così. In fondo nessuno si rammaricherà della loro morte."

Si infilò in un vicolo e si arrampicò su delle casse, dileguandosi poi per i tetti.







Quando aveva preso la spada del morto, l'aveva fatto più per depistare eventuali sospetti su un qualche avversario del gruppo, o un ladro. Ora però, riflettendoci, poteva usarlo come lasciapassare per ottenere informazioni: la minaccia di ritrovarsi come nemici gli uomini della Gilda di Seor poteva avere effetti decisamente migliori, oltre al fatto che avrebbe potuto usufruire di qualche informatore senza dover fare il nome degli Amaltheren, cosa che voleva evitare.
Certo, doveva solo trovarne uno... il che non era esattamente un'impresa facile.

- E' il caso che tu la nasconda meglio...

Amaryllis sobbalzò al suono della voce profonda che le si era appena rivolta e si girò a osservare il giovane seduto accanto a lei, un venticinquenne dai capelli castani lunghi fino alle spalle e gli occhi di un verde cupo, inquieti e turbolenti. Era bello, e possedeva una sorta di fascino selvaggio che mai avrebbe trovato fra i vanitosi rampolli dell'alta società. La ragazza non poté trattenersi dall'arrossire leggermente al sentirsi osservata così intensamente, quindi abbassò subito lo sguardo, dandosi mentalmente della stupida per il suo comportamento da ragazzina alla prima cotta.

- Non... non capisco cosa intendete dire...

Lui alzò un sopracciglio, perplesso forse dal tono di voce o dalla troppa educazione dimostrata da lei.

- Quella spada... - disse accennando un gesto verso l'arma sottratta al malvivente - è troppo in bella vista. Nascondila meglio se non vuoi grane.

- Vi ringrazio della premura, ma ora devo proprio andare! - esclamò frettolosa Amaryllis scattando in piedi.
Dopodiché lasciò sul bancone i soldi necessari a pagare la consumazione: parlare con lui la metteva in agitazione, tanto più che aveva notato la spada... non sia mai che fosse anche lui affiliato di qualche organizzazione. Quindi decise di andarsene, di allontanarsi da quell'affascinante sconosciuto, seppur in un angolino del suo cuore provasse il desiderio di rimanere al suo fianco ancora un po', trovando piacevole persino il forte odore di tabacco di cui erano impregnati i suoi abiti.
"Stupida!" si disse a quel pensiero, girandosi verso l'uscita; ma prima che potesse anche solo allontanarsi dal posto che aveva occupato per tutto quel tempo, qualcuno la attirò a sè, trattenendola per la vita.

- Ehi, bionda! Vieni al mio tavolo, ti offro da bere... che ne dici?

L'uomo, sicuramente ubriaco a giudicare dal forte odore di alcol che emanava, l'aveva colta alla sprovvista. Era diverso rispetto a quando aveva adescato i tre criminali di quella mattina: allora sapeva a cosa andava incontro, cosa avrebbe dovuto dire e come reagire. Si aspettava di esser toccata, o che le avrebbero rivolto frasi dai toni imbarazzanti per lei... ma ora era assolutamente diverso e inaspettato. Si ritrovò incapace di ribattere a tono e di muoversi: era come paralizzata, non riusciva a pensare più a nulla.
Si sentì strattonare per un braccio, e la puzza di liquore fu sostituita dall'odore pungente del fumo.

- Non mi sembra affatto che lei sia d'accordo, quindi levati dai piedi.

Il ragazzo dagli occhi verdi l'aveva attirata verso di sè, sottraendola alle mani dell'ubriaco che, non contento della cosa, estrasse un coltello e si avventò contro il giovane. Lui si difese senza alcuna difficoltà, riuscendo a scagliare l'avversario su uno dei tavoli vicino, sollevando altre proteste, immediatamente zittite da un suo sguardo. Anche Amaryllis ebbe i brividi di fronte all'espressione del moro: erano occhi crudeli, che traspiravano lugubri promesse di morte a chiunque osasse sfidarlo. Incutevano timore, ma anche rispetto per la loro fierezza.
Poi se ne andò. Senza una parola pagò l'oste anche per i danni provocati e uscì nel freddo della sera.

- Ah! Aspetta! - Amaryllis lo seguì a ruota; voleva ringraziarlo. Nonostante non la conoscesse l'aveva aiutata, e voleva almeno provare a sdebitarsi con lui. Ma quando uscì anche lei, non c'era nessuno nella via buia parzialmente illuminata dalle luci provenienti dalle case. Nessuno.
Era stato un solo breve attimo quello in cui la ragazza l'aveva perso di vista, precisamente quando non aveva fatto in tempo ad afferrare la maniglia della porta della locanda prima che si richiudesse dietro di lui.
Eppure era scomparso. E non c'erano vie secondarie in cui avrebbe potuto infilarsi.

Era scomparso.

---

Mamma mia, l'ho odiato questo capitolo.
E mi riferisco alla prima parte...mi ero accorta di un particolare che era giusto un po' illogico, e mi son sbloccata poco tempo fa °_°
Poi sono stata impegnata con gli esami e un contest e....bè, chiedo scusa. Non capiterà più. E stavolta DAVVERO.
Ohohoh! Qui entra in scena un nuovo personaggio che ricomparirà più avanti <3
(e non vedo l'ora 8D)
Poi...mi premeva di mostrare come Amaryllis in realtà non sia poi così esperta e perfetta...d'altronde sarebbe anche innaturale per una ragazza che, sì è stat addestrata a questo "lavoro", ma che effettivamente è al suo primo vero incarico. E poi povera, mi diverto a metterla in situazioni che non sa gestire °_°

Ora se permettete faccio un po' di pubblicità alla nuova storia (già completa) con cui ho partecipato al contest Once upon a bloody december, indetto da storyteller lover: La Bambina e il Lupo
E' una storia di vampiri (quelli veri 8D), e se vi può interessare....bè, fateci un saltino °_°

Grazie per aver letto!^^

Elos: grazie per aver recensito!^^
il nome Amaryllis in realtà deriva da un fiore (l'amaryllis, appunto) il cui significato è eleganza e fierezza, insieme a timidezza. L'ho scelto perchè volevo il nome di un fiore e per il suo significato particolare, molto adatto alla protagonista!^^ (e anche per la sua particolarità...come dici tu sa molto di fantasy)
Spero tu abbia apprezzato anche questo capitolo!^^"
Ciao!
   
 
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