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Autore: Cicci 12    12/11/2010    2 recensioni
- Capitan Jack Sparrow.- si fece notare una voce, appartenente alla stessa persona la cui mano sosteneva la lama.
I due compagni, fermatisi dietro al pirata, spostarono a loro volta lo sguardo verso quella voce così chiara e squillante; una giovane ragazza, dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi, chiarissimi, con un portamento fiero ed elegante, sogghignava in direzione del loro capitano, la mano che reggeva la spada era ferma e sicura. [...]- E cosa vuole, dunque, una così dolce fanciulla come voi da un pirata come me?- chiese cordialmente lui, massaggiandosi il collo nel punto in cui, pochi istanti prima, era appoggiata la lama.
- Davvero non mi riconosci? Sei una delusione, capitan Sparrow.- esclamò la giovane, scuotendo la testa. [...] Va bene, vorrà dire che mi toccherà rinfrescarti la memoria. Mi presento; sono il capitano Yara Barked, per servirvi.-( dal capitolo 1)
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Rivisitata, modificata e soprattutto finita; ecco la mia ff sui pirati dei caraibi, già pubblicata parecchi anni fa e che ora ho deciso di riproporvi. Spero tanto di poter soddisfare ancora una volta i miei lettori. Buona lettura! [CAPITOLI RIVISITATI IN DATA 30/09/2015]
Cicci 12
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 3 Un nuovo attacco

La Perla Bianca

La perla bianca

Cap. 3 Un nuovo attacco

 

Il sole era ormai sorto sulle calme acque dell’oceano; un caldo raggio filtrò attraverso l’unica finestra che si trovava nella cabina di Yara, posandosi sul suo volto e facendole sbattere le palpebre, a causa della luce intensa.

Dove mi trovo? Ah, giusto, la Perla Nera, realizzò, dopo alcuni secondi il giovane capitano, stiracchiandosi per sgranchirsi le membra, prima di decidersi ad alzarsi.

Dopo essersi rinfrescata velocemente, si accinse a raggiungere il resto della ciurma sul ponte della nave, domandandosi quale sarebbe stato l’umore generale, quella mattina.

- Oh, guardate un po’ chi c’è. Ci stavamo giusto chiedendo se ci avresti onorato della tua presenza, quest’oggi.- l’accolse sarcastico Sparrow, contemplando la sua famosa bussola che non puntava a nord.

Non sapeva bene il perché, ma se l’era aspettata quel tipo di accoglienza; in fondo, lei, era pur sempre una nemica.

- Buon giorno anche a te, Jack. Ho fatto un lungo viaggio per trovarti, permettimi almeno di riprendere le forze.- rispose la ragazza, tuttavia sorridendogli cordiale.

- La giovane Barked ha ragione, Jack. Non forziamola troppo.- intervenne Barbossa, raggiungendoli zoppicante.

- Sento un certo tono di sarcasmo in ciò che hai detto. Sbaglio forse?- ribattè la mora, sollevando un sopracciglio divertita; era sicura che su quella nave non ci si sarebbe mai annoiati.

- E cosa ti ha portato a codesta conclusione, capitano Barked?- le rispose a tono il capitano, fronteggiandola.

- La tua poca gentilezza, Barbossa. Yara è nostra ospite, non nostra nemica.- intervenne William, raggiungendoli.

- Buongiorno.- la salutò poi, rivolgendole un sorriso.

- Buongiorno a te, William. Ti ringrazio per il sostegno, ma non è necessario. Sapevo fin dall’inizio che non avrei avuto vita facile su questa nave.- sospirò la giovane, ignorando lo sguardo sarcastico dei due capitani

- Il capitano tende sempre ad avere sospetti su tutti, quindi non farci troppo caso.- cercò di risollevarle il morale Turner, facendole l’occhiolino.

Barbossa fece il finto sordo, continuando a dare ordini ai suoi marinai, come se quella conversazione non fosse mai avvenuta.

- Oh, buongiorno Elizabeth.- salutò poi la Barked, notando la presenza della bionda.

- Buongiorno a te. Dormito bene?- le domandò la ragazza, ricevendo una risposta affermativa; i discorsi fatti quella notte, tra le tenebre dell’oceano, le rendevano, in un certo senso, complici.

La giornata passò tranquilla e senza ulteriori scontri verbali; più di una volta, il capitano della Perla Bianca, aveva tentato di dare una mano nelle manovre della nave, incontrando sempre e comunque il rifiuto di William ed Elizabeth, che continuavano a considerarla una loro ospite.

Erano da poco passate le quattro del pomeriggio, e il mare, apparentemente calmo, iniziava a mostrare segni d’irrequietezza, con il vento che cominciava a soffiare prepotente da sud.

- Temo che tra pochi minuti saremo raggiunti da una tempesta, capitano.- proruppe mastro Gibbs, rivolgendosi a Jack ed osservando i grandi nuvoloni neri che procedevano veloci nella loro direzione; il moro, che stava per impartire gli ordini, fu, tuttavia, preceduto dalla possente voce di Barbossa.

- Prepariamoci ad affrontarla allora. Marinai, ai vostri posti!- esclamò il vecchio capitano, raggiungendo il timone, mentre Sparrow imprecava sotto voce per essere stato degradato, ancora una volta.

Come previsto dal primo ufficiale, presto la Perla Nera fu raggiunta da una violenta tempesta, che rischiò, più di una volta, di far perdere qualche membro dell’equipaggio in mare.

- Ammainate le vele, o rischieremo di ritrovarci scafo all’aria!- ordinò Barbossa, alzando la voce per sovrastare il frastuono della pioggia e del vento, sempre governando la nave con maestria e cercando di attutire l’impatto con le onde gigantesche.

Yara si unì al resto della ciurma, aiutandoli ad abbassare le vele e a fissare le cime.

- Mi sembrava di averti detto che sei un’ospite!- gridò Will, cercando di farsi udire al di sopra del forte rumore dei tuoni.

- Non mi sembra questo il momento di fare il gentiluomo! Siamo nel bel mezzo di una tempesta e penso di essere abbastanza pratica di navi da potervi dare una mano! Quindi taci e continua a tirare!- ribattè la mora, senza mollare la presa sulle funi.

Portati a termine i rispettivi compiti, tutta la ciurma si aggrappò, come meglio poteva, ad alcuni sostegni della nave, per evitare, così, di essere sbalzata fuori bordo.

La tempesta non duro più di venti minuti, quando il vento cominciò ad affievolirsi e la pioggia a diminuire; in poco tempo, il cielo tornò sereno e l’unica traccia dell’uragano appena affrontato erano i vestiti e i capelli zuppi degli uomini.

- Direi che ce la siamo cavata egregiamente.- commentò Yara, strizzandosi i capelli.

- Non ci si può lamentare.- annuì Elizabeth soddisfatta, imitando il gesto della giovane.

- Capitano! Nave a ore 12!- li avvertì Pintel, sollevando un dito tozzo verso l’orizzonte.

- Ma non c’è mai un attimo di pace, qui?- protestò infastidito Jack, raggiungendo il parapetto.

La Barked lo seguì, sporgendosi oltre il bordo della nave, per osservare meglio l’imbarcazione che stava veleggiando rapida verso di loro.

- Maledizione. È la Compagnia delle Indie.- osservò la mora, avendo riconosciuto i nemici.

- Che cosa? Ne sei sicura?- domandò Barbossa, strizzando gli occhi per verificare a sua volta.

- Più che sicura. Quello stemma è inconfondibile.- rispose la piratessa, indicando il simbolo stampato sulle vele bianche.

- Cosa credi che vogliano?- domandò Will, perdendo lo sguardo verso l’imbarcazione britannica.

- Non lo so, ma nulla di buono, temo.- rispose Yara, senza distogliere lo sguardo dal nemico.

- Uomini, preparatevi a combattere!- ululò in seguito, rivolgendosi alla ciurma della Perla Nera.

- Ehi, qui il capitano sono io.- la rimproverò Barbossa, puntandole un dito contro.

- Ops, scusa. Forza dell’abitudine.- mormorò la mora, passandosi una mano tra i capelli, imbarazzata.

- Uomini, alle armi!- sbraitò a sua volta il vecchio capitano, riprendendo le parole della piratessa.

Così tutti, Yara e Jack compresi, estrassero le proprie spade dai foderi, pronti a ricevere e a combattere i loro nemici.

- Cosa ti fa pensare che vogliano attaccarci?- domandò il giovane Turner al capitano della Perla Bianca affiancandola, la spada ben salda in pugno.

- Sesto senso da pirata, William. Siamo troppo vicini a loro per non essere notati, senza contare che le vele nere sono ben visibili anche da lontano. Inoltre ti ricordo che ci troviamo sulla Perla Nera; quale comandante della Compagnia delle Indie si farebbe sfuggire un boccone così succulento?- gli fece notare la mora, finalmente pronta a scendere nuovamente in battaglia.

Dovettero attendere solo pochi minuti, il tempo necessario perché la nave di re Giorgio I si avvicinasse alla loro, per udire i primi colpi di cannone, diretti, come previsto dalla piratessa, nella loro direzione; le sfere nere e pesanti raggiunsero la Perla, rischiando così di danneggiarne lo scafo.

- Ehi, la mia nave!- protestò Jack, sporgendosi dalla balaustra, per osservare i danni.

- Dannazione! Proprio come temevo. Barbossa, devi mandare gli uomini ai cannoni, o saremo in netto svantaggio.- lo avvertì la Barked, salendo sul bordo di legno della nave, la spada ben stretta nella mano destra, attenta a non essere colpita.

- Ciurma, ai cannoni!- li incitò quindi il vecchio capitano, seguendo il consiglio della mora; non voleva di certo vedere la sua Perla sul fondo dell’oceano per colpa della Compagnia delle Indie.

Gli uomini si precipitarono ad occupare i loro posti, iniziando, in pochi attimi, a far fuoco. Presto la battaglia si fece violenta, ma dopo pochi minuti di cannonate, l’attacco cessò, almeno apparentemente.

- Cosa stanno facendo?- domandò sospettoso Barbossa, senza distogliere lo sguardo dall’imbarcazione nemica, ormai a pochi metri dalla loro.

- Non lo so, ma ho come la sensazione che non ci piacerà.- commentò Yara, rafforzando la presa sulla sua arma ed imitando il vecchio pirata.

Come incitati dalle parole della piratessa, i marinai britannici, grazie alla vicinanza delle due navi, salirono a bordo della Perla per un corpo a copro.

- Buttateli in mare!- ululò Barbossa, tenendo testa al suo avversario, prima di scaraventarlo fuori bordo.

Entrambe le parti combatterono senza un attimo di tregua, rifiutandosi di fare vincere l’avversario; Yara, che si batteva contro un ufficiale, riuscì finalmente a ferirlo e l’uomo si accasciò a terra, come morto.

- Hai fatto male i tuoi conti, amico.- esclamò la mora, fissando il corpo esanime dell’uomo.

- Finalmente ci incontriamo, capitano Yara Barked.-

La mora si voltò verso quella voce strascicata, mettendo a fuoco il marinaio che le stava di fronte: era molto più alto di lei e sembrava conoscerla piuttosto bene, poi, osservando la sua divisa, capì all’istante che si trattava del comandante della nave.

Aveva la spada in mano, ma non sembrava intenzionato ad usarla.

- Ci conosciamo?-

- Non di persona, in effetti. Ma, personalmente, non vedevo l’ora d’incontrarla faccia a faccia.-

Yara tenne lo sguardo puntato su di lui, certa che quell’uomo non avesse per nulla buone intenzioni.

Non mi farò prendere alla sprovvista come una novellina, si ritrovò a pensare la giovane, sollevando un sopracciglio.

- Posso sapere il vostro nome?- chiese dopo qualche secondo, fingendo cordialità.

- Mi chiamo Charles Winters, servitore del re e comandante di questa nave. Ma presto sarò ricordato da tutti come l’uomo che ha finalmente tolto di mezzo il capitano della Perla Bianca.- rispose il marinaio, prima di attaccare la giovane con uno scatto veloce che, tuttavia, Yara parò.

Winters non le lasciò un attimo di respiro, deciso a tener fede alle parole appena pronunciate, e continuò ad attaccarla senza esclusione di colpi; entrambi sapevano che solo uno di loro sarebbe uscito vivo da quella battaglia.

L’uomo della Compagnia delle Indie si esibì in numerosi affondi, nessuno dei quali andò a buon fine; la piratessa era un’abile combattente, e non aveva alcuna intenzione di lasciargli una vittoria facile.

Tuttavia, dopo numerosi minuti di lotta, l’attenzione di Yara cominciò a vacillare, per niente aiutata dal grido improvviso di Elizabeth, in evidente difficoltà contro uno dei marinai nella nave nemica.

Quella distrazione le costò cara, dal momento che il comandante, approfittandone, realizzò un nuovo ed ultimo affondo che andò a segno.

La lama era affondata per diversi centimetri nel fianco destro della piratessa, la quale, portando lo sguardo sulla ferita, vide uscirne parecchio sangue.

Gli occhi verdi della ragazza tornarono sul volto soddisfatto del nemico, il quale, con un sorriso di vittoria, ritrasse la spada, facendo urlare di dolore il giovane capitano, che cadde in ginocchio, senza riuscire a rispondere al colpo.

- È stato un piacere conoscerla, capitano Barked.- esclamò Winters, osservando dall’alto il corpo ansimante della mora a terra.

Quelle furono le ultime parole che Yara udì uscire dalla bocca dell’uomo, prima che tutto, intorno a lei, diventasse buio.

 

 

Note dell’autrice:

Eccomi di nuovo tra voi!!!!!!!!!!!!!!!!

Nelle ultime 2 ore ho avuto il nervoso a mille, ho anche trattato male il mio povero ragazzo, così per distrarmi un po’ ho deciso di aggiornare… e ammetto che ha funzionato. ^^ (ora chiederò scusa anche al mio moroso, povero XD).

Inoltre, sono finalmente un po’ più libera dallo studio (anche se non tantissimo), quindi sono più tranquilla. ^^

Infatti mercoledì ho dato il primo esame di quest’anno, letteratura francese, così ora fino a gennaio, niente più esami. ^^

Bè, che dire del capitolo… ecco presentato uno dei nemici del nostro capitano Barked; in effetti non ci sono andata leggera, addirittura un comandante della Compagnia delle Indie. XDXD

Ma che ci volete fare, io faccio le cose in grande! XD

Visbs88: hihihihi!! Sono contenta di riuscire a rendere bene le tipiche risposte sarcastiche di Barbossa. ^^ come hai potuto vedere anche in questo capitolo non sono mancate. XD già…. Ma vedrai che per quell’amico.. ci sarà ancora qualcosa da scoprire. ;) comunque ovvio che si troveranno bene, sono due fanciulle in mezzo ad un branco di scellerati, devono pure darsi man forte a vicenda. XD vero, l’importante è ke ci sia Jack… xò boh, ormai ero talmente abituata a vedere anche Will ed Elizabeth, che mi sembrerà strano.. poi questo nuovo personaggio… mah, speriamo non ci deludano. ;) un baciooooo!!! ^^

 

  
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