La Perla Bianca
Cap. 3 Un nuovo attacco
Il sole era ormai sorto sulle calme acque dell’oceano; un
caldo raggio filtrò attraverso l’unica finestra che si trovava nella cabina di
Yara, posandosi sul suo volto e facendole sbattere le palpebre, a causa della
luce intensa.
Dove
mi trovo? Ah, giusto,
Dopo essersi rinfrescata velocemente, si accinse a
raggiungere il resto della ciurma sul ponte della nave, domandandosi quale
sarebbe stato l’umore generale, quella mattina.
- Oh, guardate un po’ chi c’è. Ci stavamo giusto chiedendo
se ci avresti onorato della tua presenza, quest’oggi.- l’accolse sarcastico
Sparrow, contemplando la sua famosa bussola che non puntava a nord.
Non sapeva bene il perché, ma se l’era aspettata quel tipo
di accoglienza; in fondo, lei, era pur sempre una nemica.
- Buon giorno anche a te, Jack. Ho fatto un lungo viaggio
per trovarti, permettimi almeno di riprendere le forze.- rispose la ragazza,
tuttavia sorridendogli cordiale.
- La giovane Barked ha ragione, Jack. Non forziamola
troppo.- intervenne Barbossa, raggiungendoli zoppicante.
- Sento un certo tono di sarcasmo in ciò che hai detto. Sbaglio
forse?- ribattè la mora, sollevando un sopracciglio divertita; era sicura che
su quella nave non ci si sarebbe mai annoiati.
- E cosa ti ha portato a codesta conclusione, capitano
Barked?- le rispose a tono il capitano, fronteggiandola.
- La tua poca gentilezza, Barbossa. Yara è nostra ospite,
non nostra nemica.- intervenne William, raggiungendoli.
- Buongiorno.- la salutò poi, rivolgendole un sorriso.
- Buongiorno a te, William. Ti ringrazio per il sostegno,
ma non è necessario. Sapevo fin dall’inizio che non avrei avuto vita facile su
questa nave.- sospirò la giovane, ignorando lo sguardo sarcastico dei due
capitani
- Il capitano tende sempre ad avere sospetti su tutti,
quindi non farci troppo caso.- cercò di risollevarle il morale Turner,
facendole l’occhiolino.
Barbossa fece il finto sordo, continuando a dare ordini ai
suoi marinai, come se quella conversazione non fosse mai avvenuta.
- Oh, buongiorno Elizabeth.- salutò poi la Barked, notando
la presenza della bionda.
- Buongiorno a te. Dormito bene?- le domandò la ragazza,
ricevendo una risposta affermativa; i discorsi fatti quella notte, tra le
tenebre dell’oceano, le rendevano, in un certo senso, complici.
La giornata passò tranquilla e senza ulteriori scontri
verbali; più di una volta, il capitano della Perla Bianca, aveva tentato di
dare una mano nelle manovre della nave, incontrando sempre e comunque il
rifiuto di William ed Elizabeth, che continuavano a considerarla una loro
ospite.
Erano da poco passate le quattro del pomeriggio, e il mare,
apparentemente calmo, iniziava a mostrare segni d’irrequietezza, con il vento
che cominciava a soffiare prepotente da sud.
- Temo che tra pochi minuti saremo raggiunti da una
tempesta, capitano.- proruppe mastro Gibbs, rivolgendosi a Jack ed osservando i
grandi nuvoloni neri che procedevano veloci nella loro direzione; il moro, che
stava per impartire gli ordini, fu, tuttavia, preceduto dalla possente voce di Barbossa.
- Prepariamoci ad affrontarla allora. Marinai, ai vostri
posti!- esclamò il vecchio capitano, raggiungendo il timone, mentre Sparrow imprecava
sotto voce per essere stato degradato, ancora una volta.
Come previsto dal primo ufficiale, presto
- Ammainate le vele, o rischieremo di ritrovarci scafo
all’aria!- ordinò Barbossa, alzando la voce per sovrastare il frastuono della
pioggia e del vento, sempre governando la nave con maestria e cercando di
attutire l’impatto con le onde gigantesche.
Yara si unì al resto della ciurma, aiutandoli ad abbassare
le vele e a fissare le cime.
- Mi sembrava di averti detto che sei un’ospite!- gridò
Will, cercando di farsi udire al di sopra del forte rumore dei tuoni.
- Non mi sembra questo il momento di fare il gentiluomo!
Siamo nel bel mezzo di una tempesta e penso di essere abbastanza pratica di
navi da potervi dare una mano! Quindi taci e continua a tirare!- ribattè la
mora, senza mollare la presa sulle funi.
Portati a termine i rispettivi compiti, tutta la ciurma si
aggrappò, come meglio poteva, ad alcuni sostegni della nave, per evitare, così,
di essere sbalzata fuori bordo.
La tempesta non duro più di venti minuti, quando il vento
cominciò ad affievolirsi e la pioggia a diminuire; in poco tempo, il cielo
tornò sereno e l’unica traccia dell’uragano appena affrontato erano i vestiti e
i capelli zuppi degli uomini.
- Direi che ce la siamo cavata egregiamente.- commentò
Yara, strizzandosi i capelli.
- Non ci si può lamentare.- annuì Elizabeth soddisfatta,
imitando il gesto della giovane.
- Capitano! Nave a ore 12!- li avvertì Pintel, sollevando
un dito tozzo verso l’orizzonte.
- Ma non c’è mai un attimo di pace, qui?- protestò
infastidito Jack, raggiungendo il parapetto.
- Maledizione. È
- Che cosa? Ne sei sicura?- domandò Barbossa, strizzando
gli occhi per verificare a sua volta.
- Più che sicura. Quello stemma è inconfondibile.- rispose
la piratessa, indicando il simbolo stampato sulle vele bianche.
- Cosa credi che vogliano?- domandò Will, perdendo lo
sguardo verso l’imbarcazione britannica.
- Non lo so, ma nulla di buono, temo.- rispose Yara, senza
distogliere lo sguardo dal nemico.
- Uomini, preparatevi a combattere!- ululò in seguito,
rivolgendosi alla ciurma della Perla Nera.
- Ehi, qui il capitano sono io.- la rimproverò Barbossa,
puntandole un dito contro.
- Ops, scusa. Forza dell’abitudine.- mormorò la mora,
passandosi una mano tra i capelli, imbarazzata.
- Uomini, alle armi!- sbraitò a sua volta il vecchio
capitano, riprendendo le parole della piratessa.
Così tutti, Yara e Jack compresi, estrassero le proprie
spade dai foderi, pronti a ricevere e a combattere i loro nemici.
- Cosa ti fa pensare che vogliano attaccarci?- domandò il
giovane Turner al capitano della Perla Bianca affiancandola, la spada ben salda
in pugno.
- Sesto senso da pirata, William. Siamo troppo vicini a
loro per non essere notati, senza contare che le vele nere sono ben visibili
anche da lontano. Inoltre ti ricordo che ci troviamo sulla Perla Nera; quale comandante
della Compagnia delle Indie si farebbe sfuggire un boccone così succulento?-
gli fece notare la mora, finalmente pronta a scendere nuovamente in battaglia.
Dovettero attendere solo pochi minuti, il tempo necessario
perché la nave di re Giorgio I si avvicinasse alla loro, per udire i primi
colpi di cannone, diretti, come previsto dalla piratessa, nella loro direzione;
le sfere nere e pesanti raggiunsero
- Ehi, la mia nave!- protestò Jack, sporgendosi dalla
balaustra, per osservare i danni.
- Dannazione! Proprio come temevo. Barbossa, devi mandare
gli uomini ai cannoni, o saremo in netto svantaggio.- lo avvertì
- Ciurma, ai cannoni!- li incitò quindi il vecchio
capitano, seguendo il consiglio della mora; non voleva di certo vedere la sua
Perla sul fondo dell’oceano per colpa della Compagnia delle Indie.
Gli uomini si precipitarono ad occupare i loro posti, iniziando,
in pochi attimi, a far fuoco. Presto la battaglia si fece violenta, ma dopo
pochi minuti di cannonate, l’attacco cessò, almeno apparentemente.
- Cosa stanno facendo?- domandò sospettoso Barbossa, senza
distogliere lo sguardo dall’imbarcazione nemica, ormai a pochi metri dalla loro.
- Non lo so, ma ho come la sensazione che non ci piacerà.-
commentò Yara, rafforzando la presa sulla sua arma ed imitando il vecchio
pirata.
Come incitati dalle parole della piratessa, i marinai britannici,
grazie alla vicinanza delle due navi, salirono a bordo della Perla per un corpo
a copro.
- Buttateli in mare!- ululò Barbossa, tenendo testa al suo
avversario, prima di scaraventarlo fuori bordo.
Entrambe le parti combatterono senza un attimo di tregua,
rifiutandosi di fare vincere l’avversario; Yara, che si batteva contro un
ufficiale, riuscì finalmente a ferirlo e l’uomo si accasciò a terra, come
morto.
- Hai fatto male i tuoi conti, amico.- esclamò la mora,
fissando il corpo esanime dell’uomo.
- Finalmente ci incontriamo, capitano Yara Barked.-
La mora si voltò verso quella voce strascicata, mettendo a
fuoco il marinaio che le stava di fronte: era molto più alto di lei e sembrava
conoscerla piuttosto bene, poi, osservando la sua divisa, capì all’istante che
si trattava del comandante della nave.
Aveva la spada in mano, ma non sembrava intenzionato ad
usarla.
- Ci conosciamo?-
- Non di persona, in effetti. Ma, personalmente, non
vedevo l’ora d’incontrarla faccia a faccia.-
Yara tenne lo sguardo puntato su di lui, certa che
quell’uomo non avesse per nulla buone intenzioni.
Non
mi farò prendere alla sprovvista come una novellina,
si ritrovò a pensare la giovane, sollevando un sopracciglio.
- Posso sapere il vostro nome?- chiese dopo qualche
secondo, fingendo cordialità.
- Mi chiamo Charles Winters, servitore del re e comandante
di questa nave. Ma presto sarò ricordato da tutti come l’uomo che ha finalmente
tolto di mezzo il capitano della Perla Bianca.- rispose il marinaio, prima di
attaccare la giovane con uno scatto veloce che, tuttavia, Yara parò.
Winters non le lasciò un attimo di respiro, deciso a tener
fede alle parole appena pronunciate, e continuò ad attaccarla senza esclusione
di colpi; entrambi sapevano che solo uno di loro sarebbe uscito vivo da quella
battaglia.
L’uomo della Compagnia delle Indie si esibì in numerosi
affondi, nessuno dei quali andò a buon fine; la piratessa era un’abile
combattente, e non aveva alcuna intenzione di lasciargli una vittoria facile.
Tuttavia, dopo numerosi minuti di lotta, l’attenzione di
Yara cominciò a vacillare, per niente aiutata dal grido improvviso di Elizabeth,
in evidente difficoltà contro uno dei marinai nella nave nemica.
Quella distrazione le costò cara, dal momento che il
comandante, approfittandone, realizzò un nuovo ed ultimo affondo che andò a segno.
La lama era affondata per diversi centimetri nel fianco
destro della piratessa, la quale, portando lo sguardo sulla ferita, vide
uscirne parecchio sangue.
Gli occhi verdi della ragazza tornarono sul volto
soddisfatto del nemico, il quale, con un sorriso di vittoria, ritrasse la
spada, facendo urlare di dolore il giovane capitano, che cadde in ginocchio,
senza riuscire a rispondere al colpo.
- È stato un piacere conoscerla, capitano Barked.- esclamò
Winters, osservando dall’alto il corpo ansimante della mora a terra.
Quelle furono le ultime parole che Yara udì uscire dalla
bocca dell’uomo, prima che tutto, intorno a lei, diventasse buio.
Note dell’autrice:
Eccomi di nuovo tra
voi!!!!!!!!!!!!!!!!
Nelle ultime 2 ore ho avuto il
nervoso a mille, ho anche trattato male il mio povero ragazzo, così per
distrarmi un po’ ho deciso di aggiornare… e ammetto che ha funzionato. ^^ (ora
chiederò scusa anche al mio moroso, povero XD).
Inoltre, sono finalmente un po’ più
libera dallo studio (anche se non tantissimo), quindi sono più tranquilla. ^^
Infatti mercoledì ho dato il primo
esame di quest’anno, letteratura francese, così ora fino a gennaio, niente più
esami. ^^
Bè, che dire del capitolo… ecco
presentato uno dei nemici del nostro capitano Barked; in effetti non ci sono
andata leggera, addirittura un comandante della Compagnia delle Indie. XDXD
Ma che ci volete fare, io faccio le
cose in grande! XD
Visbs88:
hihihihi!! Sono contenta di riuscire a rendere bene le tipiche risposte
sarcastiche di Barbossa. ^^ come hai potuto vedere anche in questo capitolo non
sono mancate. XD già…. Ma vedrai che per quell’amico.. ci sarà ancora qualcosa
da scoprire. ;) comunque ovvio che si troveranno bene, sono due fanciulle in
mezzo ad un branco di scellerati, devono pure darsi man forte a vicenda. XD
vero, l’importante è ke ci sia Jack… xò boh, ormai ero talmente abituata a
vedere anche Will ed Elizabeth, che mi sembrerà strano.. poi questo nuovo
personaggio… mah, speriamo non ci deludano. ;) un baciooooo!!! ^^