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Autore: schwarzlight    04/12/2010    4 recensioni
*Settima classificata al Contest "Once upon a Bloody December" di storyteller lover*
- Non è l’anima che perdiamo… ma l’umanità: la capacità di comprendere e convivere con chi è diverso da noi.
Silke afferrò la manica di Ludwig, e lo guardò seria con quei suoi occhi uno celeste e l’altro color dell’ambra, come poche volte aveva fatto.
- Allora io voglio essere come te.

Un incontro e una vendetta. La disperazione e la salvezza. Dal capodanno tedesco del 1369 al carnevale di Venezia del 1770, la storia di un lupo e di una bambina.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Bambina e il Lupo'
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la bambina e il lupo - capitolo 4 Capitolo 5





Aprì gli occhi e si guardò attorno: non riconosceva il luogo in cui si trovava.
Era un ambiente caldo, illuminato… per un attimo si chiese se non fosse già morta o cosa.
Poi nella stanza entrò un vecchio, un frate, che portava del pane e una caraffa di latte.


– Benvenuta nel 1370, piccola!


– …dove sono?


– Questa è l’abbazia di Linderhof, al confine tra il regno danese e la Prussia. Come ti senti?


Era stanca e aveva fame, ma almeno era al caldo e al sicuro. La notte precedente le sembrava solo un brutto sogno; ma non era a casa sua, e questa era una prova più che sufficiente per provarle che il tutto era reale.
Come se non bastasse, un enorme lupo, più grande di qualunque animale avesse visto prima, entrò nella stanza a seguito del frate, fermandosi accanto al suo letto.


– Sei stata fortunata, se non ti avesse trovata lui ora non saresti tra noi!


La bambina osservò gli occhi grigio perla dell’animale, e provò ad avvicinare la mano, un po’ incerta. Il lupo non si ritrasse, né tentò alcun movimento: si lasciò semplicemente accarezzare la testa, appoggiandola al letto.
La bambina non poté più trattenersi, e dapprima una, poi due, tre lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi. Abbracciò il lupo e pianse, pianse e pianse.
Sì, era stata fortunata.


***


– Silke, non allontanarti troppo, ultimamente sono stati visti dei banditi qui attorno!


– Ma va’, padre Fergus! Cosa vuoi che vengano a cercare in quest’abbazia abbandonata? E poi c’è lui con me!


La quindicenne Silke si allontanò correndo allegramente verso il bosco, seguita da un lupo nero. Dicembre era ormai alle porte, e le giornate erano sempre più fredde, ma lei adorava il bosco. La faceva sentire libera correre tra gli alberi, perdersi in quella foresta antica immaginando di essere lei stessa un animale: un cervo, una volpe, o magari anche un falco… o un lupo.
Ma spingersi troppo in là poteva essere pericoloso. Si potevano incontrare delle belve.


O dei banditi.


La ragazzina non si accorse del pericolo se non dopo che il lupo aveva già aggredito uno dei tre uomini, azzannandolo e uccidendolo sul colpo. Il secondo però non si fece sorprendere e riuscì a sbalzarlo contro un albero. Intanto il terzo malvivente aveva afferrato Silke per le spalle, con un ghigno terribile sul volto e pensieri ancor più terribili in mente.


Fu a quel punto che successe l’impensabile.


Con un ringhio spaventoso, il lupo si avventò contro la gola dell’uomo che l’aveva affrontato, ma quando si rialzò, il suo aspetto era tutto tranne che quello di un animale: a bloccare e uccidere l’ultimo dei tre banditi, infatti, fu un giovane di più o meno ventisette anni, dalla corporatura snella ma muscolosa. I lineamenti del volto erano belli ed eleganti, ma richiamavano forza e sicurezza. Silke lo osservò stranita e leggermente spaventata: era una scena che aveva già visto, anni addietro.


Una belva che non era una belva.


Lui si girò a osservarla. Aveva i capelli neri, lunghi. Gli occhi grigi attiravano l’attenzione perfino più del sangue che gli colava dal mento.
Occhi grigi.


– …Lupo?


***


– Ma tu… cosa sei esattamente?


Ludwig fissò spaesato Silke.
Era proprio da lei fare domande impreviste all’improvviso, e quella che gli aveva appena posto non aveva una risposta esattamente semplice.


– La gente ci chiama vampiri, o demoni. Dicono che siamo immortali, ma effettivamente abbiamo semplicemente un ciclo vitale esteso all’infinito, se paragonato a quello di un semplice umano.


– E come fai a trasformarti in un lupo? E il fuoco? Sei anche un mago?


Lui rise alla curiosità della ragazzina. Era un argomento semplice ma complesso quello della magia, e forse anche spaventoso in un certo senso. Ma lei non sembrò terrorizzata, o schifata, quando seppe che per poter utilizzare il potere serviva bere del sangue umano.
Liquidò l’argomento con un innocente “Ah, sì?”, e proseguì con le sue domande.


***


– La gente, però, ha paura di voi, vi odia…


– È naturale, d’altronde ai loro occhi siamo alla stregua di diavoli.


– Allora… per loro io non sono poi così diversa da voi. Mia madre usava le erbe per curare i malati… un giorno sono venuti i soldati dalla città e l’hanno portata via. Penso che l’abbiano condannata al rogo, ma nessuno mi ha mai detto cos’è successo davvero. È da quel giorno che hanno cominciato a chiamarmi “figlia della strega”.


Ludwig attirò a sé una Silke tremante e in lacrime.
In fondo erano uguali. Entrambi erano soli e avevano sofferto. Entrambi avevano bisogno l’uno dell’altra.


***


– Silke, faresti meglio a smetterla di saltarmi addosso.


– E perché? – chiese ridendo la diciottenne mora.


– Non sei più una bambina, sai? Potrei anche perdere il controllo…


Il Lupo le sorrise beffardo. Ma lei rispose con un altro sorriso, dai toni sarcastici, e strinse ancor di più le braccia attorno al collo di lui, appoggiandosi alla sua schiena.


– Pff… non lo faresti mai.


***


– Lo sai, quand’ero piccola, ogni volta che mi accadeva qualcosa di brutto o che mi sentivo triste avevo l’abitudine di stringere la piccola croce di legno che mi aveva regalato la mamma e pregare… Ma non sono sicura che mi abbia mai ascoltato nessuno. Forse solo una volta…


– Io non credo in queste sciocchezze. La religione è solo un’invenzione dell’uomo al fine di controllare meglio gli altri uomini. È la bugia più grande e antica del mondo, di cui si è persa la verità fin dal principio.


– Ma il fatto che voi non abbiate un’anima, non presuppone forse che qualcuno te l’abbia data? Quindi Dio esiste. Solo… magari vuole che troviamo noi stessi la forza di superare le avversità, senza fare affidamento ogni volta su di lui…


– O forse non crede che meritiamo di essere salvati, tutto qua.


***


– Non è l’anima che perdiamo… ma l’umanità: la capacità di comprendere e convivere con chi è diverso da noi.


Silke afferrò la manica di Ludwig, e lo guardò seria con quei suoi occhi uno celeste e l’altro color ambra, come poche volte aveva fatto.


– Allora io voglio essere come te.







Ecco il capitolo flash-back *^*
Sono dei semplici e brevi spezzoni della vita di Silke e Ludwig...:3
Certo, non è molto approfondito, ma per risolvere a tale questione, già da tempo ho intenzione di fare uno spin off proprio su loro due *_*
...in realtà ho intenzione di fare VARI spin-off, di cui uno su loro due XD
E arriveranno presto!*_*/

Poi, una piccola nota: in realtà, quella che definisco abbazia di Linderhof è un castello, e anche il luogo non corrisponde a quello reale. Ma dato che mi piaceva il nome mi son presa la libertà di utilizzarlo in un ambito diverso. ^^

E ora vi lascio <3
Grazie per aver letto e grazie delle recensioni!!!^^

Alla prossima, con l'ultimo capitolo!°_°
   
 
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