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Autore: Antiva    07/12/2010    11 recensioni
Hermione non riesce proprio a credere di aver rifiutato Ron... proprio il ragazzo che aveva sempre pensato di desiderare al suo fianco... Spaventata dalla sua stessa reazione si rifugia nella stanza delle necessità dove trova un quaderno. Apparentemente è un normalissimo quaderno ma... qualche minuto dopo anche Draco entra nella medesima stanza... E trova un libro molto simile... Ciò che si scrive su uno si scrive anche nell'altro... E così comincia una strana corrispondenza...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap.9

Cambiamenti…

 

[Draco POV]

Appena mi chiusi le porte della biblioteca alle spalle mi appoggiai con la schiena al muro subito di fianco.

Quegli occhi mi avevano catturato. Mi erano sempre piaciuti quei suoi occhi, come mi era sempre piaciuta lei, ma non ero mai riuscito a vederli così da vicino: ne ero rimasto più che affascinato. Quegli occhi castani sembravano essere cosparsi di miele e ne rimasi catturato, avrei potuto giurare di essermici immerso, non so per quanto tempo li avevo fissati, mi ero staccato da loro solo quando l’ho vista annuire ed ero tornato alla realtà.

Forse sbagliavo ad avvicinarmi così a lei. Probabilmente, presto, i suoi amici la avrebbero perdonata. E io sarei rimasto solo uno stupido ricordo di quei loro “giorni di lite” su cui rideranno sopra. Ma io… Io non credevo che sarei mai riuscito a riderci sopra. Sentivo che sarebbero stati alcuni dei miei ricordi più importanti… E già mi mancavano.

Lei di me si sarebbe scordata, ma gli amici per lei sono e saranno sempre al primo posto. Negli anni passati a osservarla da lontano era impossibile non notarlo. Io però non credo che avrei mai saputo mai scordarla, sapevo che era impossibile: per anni lei mi ha odiato e io sono riuscito a restarne innamorato comunque, anche se ho cercato di dimenticarla praticamente da poco dopo che l'avevo incontrata. Come potevo riuscirci ora a togliermela dalla testa? Ora che le avevo parlato? Ora che avevo potuto sentire il suo profumo così vicino?

Speravo solo che Weasley e Potter non me l’avrebbero portata via…

Per anni lei è sempre stata il mio desiderio…

Ora lei è tutto ciò che ho…

 

Potter non mi avrebbe portato via anche lei… Non mi aveva già tolto abbastanza? La lista di ciò che era riuscito a portarmi via era lunga… Era sempre stato come quando stai per afferrare qualcosa ma quando cominci già a immaginartela tra le mani ti viene strappata…

 

Mi incamminai, non avevo una meta precisa e alla partita di Quidditch mancava ancora un’ora buona forse di più, avevo già programmato che avrei potuto passarla con lei, ma dopo che Weasley e Potter ci avevano visti non mi sembrava proprio il caso, quindi me la presi comoda e passeggiai un po’ per il giardino della scuola…

Se io mi sentivo così a pensare a Weasley e Potter chissà lei… Guardai il quaderno che avevo tra le mani… Sono sicuro che starà rimuginando sullo Sfregiato e su Lenticchia. Magari finiva per starci male. Mi sedetti sulle radici di un albero e cominciai a scrivere.

Granger, mi sei sembrata davvero preoccupata prima. Ora però non farti una di quelle tue stupide catene di pensieri che tanto sono inutili, va bene?

Lo so hai ragione… Ma quando ripenso a Ron… e a tutto il resto…

Granger... 

Mi corressi. Anche lei prima mi aveva chiamato per nome! Voglio farlo anchio… Sono stufo di chiamarla Granger.

E poi chiamare per cognome non credo sia il modo migliore per consolare le persone… E poi… ok, lo ammetto… Mi piaceva chiamarla per nome.

Hermione, non sono bravo con queste cose. Non so bene come si fa a consolare le persone, nessuno me l’ha insegnato a dire il vero… Ma devi stare tranquilla. Te l’ho detto, no? Ci siamo dentro in due.

Grazie…

Poi cercai solo di cambiare argomento. Sapevo che quando pensava ai suoi due amici soffriva. Ed è l’ultima cosa che voglio…

Sentivo un forte malditesta… Era da stamattina che stavo così male, mi sentivo anche abbastanza accaldato. Probabilmente stavo ancora male per il freddo preso al lago. Ma giuro che ne è valsa la pena…

Poi di colpo mi ricordai del Quidditch, che maledii per avere quello stupido orario serale che prima di parlarle, però, mi era sempre andato bene... Ma almeno mi avrebbe permesso di arrivare in tempo per cenare con lei

Durante l’allenamento di Quidditch all’inizio mi era sembrato andasse tutto più o meno bene. Poi il malditesta è diventato un’emicrania, e sentivo che stavo per svenire, vedevo doppio e avevo la nausea. Dopo un’ora dell’allenamento non resistetti più e caddi dalla scopa. Poi tutto era completamente buio.

 

Poi appena aprii gli occhi passai dal buoi al bianco. Ero…? Dove? In infermeria?… Sì, credo.

Be’ finchè il bianco non è quello del paradiso va tutto bene, immagino. Madama Chips mi arrivò davanti.

-Cos’ho?-

-Non sai nemmeno perché sei qui, signorino? Sei caduto dalla scopa, poi sei svenuto.-

-Oh, sì… già…-

-Avevi qualche osso spostato, e piccole fratture che ho potuto curare in poco tempo… Comunque sei stato fortunato, grazie al cielo non volavi troppo in alto.- Mi guardai in cerca delle ferite. Ma non potevo vederle dato che ero tutto una fasciatura, il mio viso era praticamente l’unica parte libera. La guardai interrogativo. Non aveva detto che mi aveva curato tutto in poco tempo?

-Ragazzo, quelle fasciature te le ho dovute mettere perché eri pieno di taglietti sanguinanti: quando sei caduto sull’erba alcuni tagli si sono sporcati ed altri infettati molto. Quindi dovrai aspettare che gli impiastri che ho spalmato disinfettino e puliscano le ferite poi ti darò qualcosa per farle rimarginare in fretta. Ma non ci vorrà tanto.-

-Oh…- Poi di colpo ricordai… Hermione! Dovevo incontrala! –Da quanto sono qui?-

-Un’ora.- Poi guardò un orologio a pendolo alle sue spalle –No, due.-

Io alla prima risposta mi stavo già alzando dal letto per andare da Hermione. So che probabilmente se ne era già andata ma volevo provare comunque a cercarla al lago.

-Fermo non te ne puoi andare! Hai l’influenza.-

-Non ho tempo per stare qui.- Mi chiusi la porta alle spalle e cominciai a correre. I miei vestiti erano sporchi di terra e fango e lasciavo impronte su tutto il pavimento. Quando sono uscito un’ondata di freddo mi ha assalito, nevicava, ma non ho smesso di correre pur di raggiungerla.

Quando la vidi era appoggiata al tronco di un albero, aveva le gambe strette al petto che reggevano il quaderno e il viso tra le mani. Potevo vederla singhiozzare. Probabilmente lei non mi aveva sentito: il vento copriva i suoni delle foglie sotto le mie scarpe. Non ce la facevo a vederla così. Io non volevo soffrisse. Avrei potuto giurare che sarei stato io quello che ci sarebbe rimasto male alla fine. Invece è lei che, ora, è raggomitolata davanti al lago, con il vento e la neve, a piangere.

Non posso vederla così. Soprattutto non per colpa mia, non voglio che soffra. Non posso sopportarlo.

Ho mosso qualche passo verso di lei fino a sedermici accanto e ad appoggiarmi al suo stesso tronco. Lei ha alzato il viso e mi ha visto, avevo pensato che avrebbe fatto una faccia felice ma invece si strinse il labbro cercando di non piangere più, ma le lacrime invece sono aumentate di colpo. Giuro, non ce l’ho fatta è l’ho stretta così forte che i lividi sulle braccia mi hanno fatto perfino male. Lei non rispose alla mia stretta.

-Ti giuro mi dispiace, ma, per favore, non devi piangere. – Quando glielo dissi alzo le braccia anche lei per riuscire a stringermi, ma sapevo che le sue lacrime non avevano smesso di cadere.

-Perché te ne sei andato?- Disse con una voce flebile…

-Ero in infermeria. All’allenamento sono svenuto, appena mi sono svegliato sono venuto qui.-

-Mi hai lasciata sola.-

-Lo so. - Strinsi di più.

-Mi hai fatto stare male.-

-Lo so. - Strinsi più forte.

-Non farlo mai più o sarò ancora sola.- Suonava un po' come un ordine. A voce più bassa ancora aggiunse, sprofondandomi nella spalla - Tu sei tutto ciò che mi resta.-

-Mai più. – Allentai la mia stretta e la liberai dall’abbraccio. Volevo poterla guardare. Gli occhi erano arrossati ma continuavo a guardarli affascinato. I miei occhi di ghiaccio erano attratti immensamente da quegli occhi così dolci. Com’è possibile? Mi chiedo io. Avrei tanto voluto sapere se anche i suoi lo erano per i miei. Avrei voluto poterle leggere la mente. Sapere tutto di lei, sapere se provava lo stesso.

Dopo aver pianto la sua pelle era bianca ma le guance e la punta del naso erano arrossati per il freddo… Poi feci tutto quasi senza rendermene conto e mi avvicinai alle sue labbra. Volevo sapere cosa provava, volevo mi fosse vicina, più vicina,volevo baciarla. A un centimetro di distanza però mi fermai. Se non lo voleva? Se avrei peggiorato tutto? Se mi avesse rifiutato?… Tutti i miei dubbi affiorarono in un solo colpo. Inspirai il suo profumo e mi feci coraggio ma quando stavo per continuare sentii già le sue labbra sulle mie. Mi aveva baciato? Mi aveva baciato lei? Rimasi con gli occhi sbarrati poi però mi rilassai… L’avevo sognato tante di quelle volte, quando mi svegliavo però era tutto finito: Stavolta non sarebbe andata così. Le cose erano cambiate.

 

 

 

 

 

 

Angoletto dell’autrice:

Ciao! Finalmente li ho fatti baciare *-*… *me contenta* J

Che ne pensate? Avrei dovuto aspettare? Ho reso bene la situazione? Vi piaciuto? ç___ç… Ditemiiiiii!!!!!xD

Cmq non è ancora finita… Ci sono ancora Harry e Ron a scassare +___+

Recensiteeee e ditemi il vostro parere!!!!:D

 

Ciao, grazie a tutti per aver letto!!!!!!!!!

E ringrazio anche chi ha messo tra preferiti, seguiti,etc… J

 

   
 
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