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Autore: Julia Weasley    08/12/2010    18 recensioni
Seguito di “Eroi non si nasce, si diventa”.
Regulus è morto in circostanze misteriose, lasciando dietro di sé soltanto domande senza risposta. Ma quando una fidanzata che non si dà pace, un vecchio Indicibile in pensione e un elfo domestico che sa molto più di quanto possa sembrare incroceranno per caso le loro strade e uniranno le forze, tutto sarà destinato a cambiare.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Non può piovere per sempre

Capitolo 13
Sospetti e rivelazioni
 
Il retro di casa Puddle dava su un minuscolo orto incolto, in cui le erbacce regnavano sovrane. Quella mattina la neve caduta si stava già sciogliendo, e gelide gocce d’acqua cadevano giù dalle fronde di un abete.
Regulus si soffermò più del necessario a osservare il cortile, fingendo di non sapere perché suo zio lo avesse voluto trarre in disparte.
« Regulus » esordì Alphard, infatti. « Capisco se non vuoi farti sentire da Rachel, ma ora è occupata, quindi puoi parlare liberamente. Che cosa ti è successo esattamente? A me puoi dirlo »
Il ragazzo sospirò. Sapeva che Alphard avrebbe fatto delle domande, era naturale. In fondo, dopo tutto quello che aveva fatto per lui, gli sembrava ingiusto continuare a mentirgli… ma non poteva raccontargli degli Horcrux.
« Mi dispiace, davvero, ma non ti dirò niente. Lo so che non ti meriteresti di essere tenuto all’oscuro di tutto, ma è meglio così. Ho scoperto qualcosa di molto importante e ti farei rischiare troppo se te lo dicessi » rispose, risoluto.
Alphard non poté nascondere le delusione che provava.
« Io potrei aiutarti ».
« Lascia stare, per favore. Stai già correndo troppi pericoli a causa mia ».
L’uomo scosse la testa come per minimizzare.
« Se ti riferisci a Rodolphus, sono stato attento. Conosco dei trucchi che lui nemmeno si immagina. Non sarei di certo venuto fin qui, se non fossi stati sicuro di averlo seminato ».
« D’accordo, però non sottovalutarlo. Tu non sai di cosa sono capaci, lui e Bellatrix. Non li hai mai visti in azione… »
Regulus tremò impercettibilmente. Poi guardò di nuovo lo zio e si sentì in dovere di aggiungere: « Avrei dovuto darti retta, quando cercavi di convincermi a non diventare un Mangiamorte. Ero così stupido che non mi rendevo conto di quello che significava. Mi dispiace ».
« Regulus, se continuerai a scusarti, comincerò a dubitare della tua identità » cercò di sdrammatizzare Alphard, e Regulus in quel momento pensò, senza un motivo, che in quelle situazioni lo zio somigliava terribilmente a Sirius.
Alphard gli posò una mano sulla spalla.
« Forse non è da un rinnegato che vorresti sentirtelo dire, ma sappi che sono fiero di avere un nipote come te ».
Regulus riuscì addirittura a sorridere, ma non disse altro, perché in quel momento furono raggiunti da Rachel e Kreacher.
« Ah, siete qui. Vi ho cercati dappertutto. Alphard, prendi, prima che mi torni la tentazione di tenerla » disse lei, porgendogli la Giratempo miracolosa.
Mentre Alphard la riponeva al sicuro, Kreacher si avvicinò a Regulus, e gli porse il mantello che il ragazzo di solito usava nei giorni più freddi dell’anno.
« Kreacher ha portato questo per il padroncino, così padron Regulus non prende freddo » disse.
« Grazie, Kreacher » rispose lui, ma un attimo dopo si meravigliò, quando l’elfo scoppiò in singhiozzi. « Cosa gli prende? »
« Credo che non si sia ancora abituato all’idea che tu sia vivo e vegeto. Sinceramente non pensavo che avesse il cuore così tenero » commentò Alphard. Kreacher gli lanciò un’occhiataccia.
« Ehm, su, Kreacher, calmati… » provò Regulus, imbarazzato, nel tentativo di consolarlo. « Abbiamo ancora bisogno di te. Sai cosa devi fare ».
L’elfo si asciugò gli occhi, felice come non mai al pensiero di obbedire ad un ordine del suo padrone. Poi tese la mano verso Alphard, bofonchiando qualcosa ed esibendo un’espressione schifata, e lo fece Smaterializzare con sé.
« Sei proprio convinta che sia una buona idea? » chiese Regulus alla ragazza, mentre indossava il mantello.
Rachel infatti aveva deciso di abbandonare casa Puddle al più presto. All’inizio aveva pensato di nascondere Regulus lì, almeno fino a che non avessero parlato con Silente, ma l’imprudenza di Alphard nel presentarsi in quella casa la aveva convinta ad andarsene il prima possibile. Gli incantesimi di protezione c’erano, ma lei non si sentiva tranquilla: il solo ricordo dello sguardo di Lestrange bastava a farle venire i brividi.
Regulus naturalmente era d’accordo con lei, anche se la sistemazione che Rachel aveva trovato non lo entusiasmava più di tanto.
« Certo, a casa mia sarai più al sicuro » confermò lei, mentre si assicurava di non aver lasciato tracce del loro passaggio. Quando tuttavia notò la sua espressione scettica, aggiunse: « Stai tranquillo ».
« Sembra facile. I tuoi mi uccideranno » bofonchiò Regulus, abbattuto.
« Hai affrontato un esercito di Inferi. Questa dovrebbe essere una passeggiata al confronto ».
« Questa è peggio invece ».
Rachel sorrise.
« Tuo zio è andato prima di noi proprio per calmare gli animi dei miei. Vedrai che andrà tutto bene. Racconterà loro soltanto quello che lui stesso sa, e cioè che abbiamo usato una Giratempo – naturalmente senza dire che abbiamo dovuto rubarla – per provare a salvarti la vita, mentre alcuni Mangiamorte ti cercavano per ucciderti. Questa bugia non ti rende per nulla giustizia, ma… »
« Tanto tuo padre mi odierebbe anche se uccidessi il Signore Oscuro in persona » bofonchiò Regulus, depresso.
« Smettila ».
Attesero almeno un quarto d’ora, poi Kreacher si Materializzò di nuovo accanto a loro.
« Com’è andata? » chiese Regulus, titubante. Non era proprio sicuro di voler conoscere la risposta.
« Il padre della signorina era un po’ agitato » rispose l’elfo, « ma la signora lo ha convinto a calmarsi ».
« Visto? » fece Rachel. « Andiamo ».
Anche se aveva cercato di nasconderlo fino a quel momento, anche lei era molto nervosa.
Kreacher prese per mano i due ragazzi e li Smaterializzò direttamente nel salotto dei Queen.
« Non sarebbe stato più educato bussare? » obiettò Regulus, notando con sollievo che per il momento nella stanza c’erano solo loro.
« Sarebbe stato anche più pericoloso. Possibile che ti preoccupi dell’etichetta anche in una situazione come questa? » rispose Rachel, mentre ascoltava dei passi affrettati che si avvicinavano e una voce che diceva:
« Sono calmo, Diane, sono calmissimo… Tu! »
Il tono con cui Perseus aveva pronunciato l’ultimo monosillabo era tutt’altro che calmo, in realtà, e Regulus avrebbe avuto una chiara idea di chi fosse il destinatario di quell’esclamazione anche senza vedere il signor Queen entrare in salotto e fissarlo con gli occhi iniettati di sangue.
Regulus non sapeva cosa dire, né ebbe il tempo di pensare alcunché. Perseus lo raggiunse in un attimo e lo afferrò per il bavero senza troppi complimenti, mentre alle sue spalle Diane e Alphard cercavano di farlo tornare alla ragione.
Quanto a Rachel, era indecisa se salvare Regulus o lo stesso Perseus, dal momento che Kreacher fissava l’uomo con indignazione e rabbia.
« Papà, smettila » disse, cercando di non far avvicinare troppo l’elfo.
Perseus non era paonazzo: il suo volto era di un colore violaceo tendente al nero.
« E così ti presenti a casa mia, dopo tutto quello che hai combinato? » sibilò, mentre Regulus cercava di non apparire troppo spaventato.
« Mi dispiace, davvero… » ammise.
« Vorrei ben dire ».
« Perseus, lascialo » intervenne Diane. Aveva gli occhi arrossati e sembrava piuttosto scossa.
Il marito obbedì, e Regulus si massaggiò il collo, imbarazzato.
« Io… io ti… » fece l’uomo, senza avere la più pallida idea di cosa dire.
Regulus tuttavia abbassò lo sguardo. Si era aspettato quella reazione, ed era anche convinto di meritarsela, in realtà.
« Papà, non cominciare. Lui ha sbagliato, ma si è pentito e ha cercato di rimediare. Non merita di essere trattato così » intervenne Rachel con tanto impeto che Perseus tacque.
« E ricordati che mi ha salvato la vita quando i Mangiamorte hanno attaccato il San Mungo » intervenne Diane.
Perseus di colpo sembrò meno astioso nei confronti di Regulus, anche se era evidente che piuttosto che ammetterlo si sarebbe fatto uccidere.
Diane lo superò per raggiungere Regulus, il quale non sapeva bene come comportarsi. Non pensava che Rachel le avesse detto che il misterioso Mangiamorte che la aveva salvata fosse proprio lui.
« Grazie » disse la donna, commossa.
« Non mi deve ringraz- »
Regulus si bloccò di colpo, perché Diane aveva fatto una cosa che lo paralizzò: lo aveva abbracciato.
Lui arrossì: non si era mai sentito così imbarazzato in vita sua. Quando, rigido come uno stoccafisso, cercò con lo sguardo l’aiuto di Rachel, scoprì con rammarico che la ragazza ridacchiava tra sé.
« Mamma, basta così » intervenne lei alla fine, quando iniziò a provare pena per lui. « Regulus non è abituato ».
« Perdonami » fece la donna, staccandosi. « Mi sono fatta prendere dall’entusiasmo. Ti vedo sciupato: vado a farti preparare qualcosa. Tu intanto accomodati ».
Era così premurosa che Regulus si sentiva ancora più in colpa: la sua morte apparente aveva sconvolto la vita di Rachel, ma doveva aver avuto grandi ripercussioni anche sulla sua famiglia.
« La prossima volta » concluse Perseus, rivolgendosi ad un imbarazzato Alphard, « voglio sapere quello che tu e mia figlia progettate prima che succeda, e non a fatti compiuti. Non mi piacciono le sorprese ».
« Lo so, non si ripeterà più » disse Alphard, scambiando un’occhiata eloquente con Rachel: se Perseus avesse saputo i rischi che avevano corso non si sarebbe controllato così tanto.
Rachel tornò a guardare Regulus, ma lui stava fissando La Gazzetta del Profeta con una strana espressione.
« Il Ministro della Magia è morto? » esclamò, dopo aver letto il titolo.
« Già, è stato ammazzato ieri notte » confermò Perseus, senza rinunciare al suo tono irritato. « E pensare che aveva la scorta: è morta anche quella… »
Rachel balzò in piedi, improvvisamente agitata.
« Devo andare al quartier generale » sussurrò a Regulus, a bassa voce per non farsi sentire da Alphard. « È strano. Quasi nessuno sapeva dove lo avevano nascosto. Solo alcuni Auror e noi dell’Ordine ».
Regulus sembrava altrettanto preoccupato.
« Allora stai attenta ».
« Tranquillo. Già che ci sono, spero di incontrare anche Silente… e a proposito » disse Rachel, guardandolo con una certa esitazione. « Se c’è Sirius… mi sento in dovere di dirgli che sei vivo ».
Regulus non la guardò ma le fece capire che fosse libera di decidere.
« Non parlarne con nessun altro, però… Se solo voi sapevate dov’era Boot, tra di voi potrebbe nascondersi una spia ».
 
 
« Rachel! Per la barba di Merlino, che fine avevi fatto? Stavo iniziando a preoccuparmi! »
L’esclamazione di Emmeline fu la prima cosa che Rachel sentì quando mise piede in casa di Dedalus, subito seguita da altre voci concitate che discutevano tra di loro.
« Scusami, sono stata… impegnata » rispose, cercando di sembrare abbastanza naturale. « Silente non c’è? »
« No, lui e Dorcas sono ad una riunione del Wizengamot. Stanno decidendo cosa fare adesso. Bisogna nominare un nuovo Ministro il prima possibile, altrimenti nella comunità magica scoppierà il caos ».
« Quindi immagino che tra Crouch e la Bagnold sia ormai scontro aperto » commentò Rachel.
« Già… Silente naturalmente sostiene la Bagnold, ma sono talmente equilibrati che, comunque vada, quasi la metà della comunità magica non sarà soddisfatta ».
« La mia famiglia ha sempre appoggiato lei, ma penso che a questo punto non sia così importante chi vinca. Quel che conta è che non salga al potere qualcuno controllato da Voldemort ».
Rachel interruppe il discorso e guardò il gruppo di persone che discutevano animatamente intorno al tavolo.
« Dai, è ridicolo pensare una cosa del genere » stava dicendo Gideon, cercando di calmare gli animi.
« Non è ridicolo » ribatté Malocchio, severo. « Solo noi dell’Ordine sapevamo dove si era nascosto Boot, oltre ai due Auror uccisi insieme a lui. Questo significa che qualcuno di noi ha parlato troppo ».
« Non penserai che tra di noi ci sia una spia dei Mangiamorte! » scattò Frank, indignato.
« Non lo so. Ma di certo qualcuno di noi ha lasciato trapelare qualche informazione. Non lo avrà fatto volontariamente, ma lo ha fatto » decretò Moody, e di colpo l’atmosfera cambiò.
Adesso tutti si guardavano con circospezione, alcuni addirittura con sospetto.
« Bè, ecco… » intervenne Hagrid, arrossendo sotto la folta barba nera e agitando le enormi mani. « Io a volte parlo un po’ troppo però… vi giuro che stavolta non ho detto niente! Altrimenti me lo ricordavo, davvero… »
« Tranquillo, Hagrid » lo rassicurò Lily. « Sappiamo che sei una persona fidata ».
« Non hai bevuto, ultimamente, vero? » intervenne tuttavia Remus.
« No! Ne sono sicuro! »
Nessun altro parlò.
Rachel si sentì invadere dall’agitazione. Anche Regulus aveva subito pensato a quella possibilità, ma lei non riusciva a capire chi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere. Le sembravano tutti schierati con convinzione contro Voldemort.
Ci furono alcuni interminabili minuti di silenzio teso e nervoso, ma poi James parlò:
« Ma che assurdità! Forse quei due Auror avevano detto a qualcun altro dove si trovava Boot. Non ci credo che il colpevole sia uno di noi ».
« Tu ti fidi troppo, Potter » rispose Moody.
« Non possiamo escludere a priori l’ipotesi che sia stato qualcuno dell’Ordine, ma dobbiamo pensare che potrebbe essere stato davvero qualche Auror » intervenne Edgar Bones, cercando di farli ragionare.
« Convincerò Barty a fare delle indagini interne al Dipartimento » disse Frank. « Quanto a noi, credo che la cosa migliore sia parlarne con Silente. Siamo tutti agitati e rischieremmo di diventare paranoici ».
« Sono d’accordo » dissero molti. « Ben detto ».
« Albus non si libererà prima di questa sera, quindi ci rivedremo tutti qui dopo cena per discutere della situazione » disse Malocchio, scrutando con attenzione i presenti attraverso il suo occhio magico. « Nel frattempo andate, ma cercate di tornare per tempo, tutti quanti ».
Il gruppo si sciolse senza fretta. Molti ancora mormoravano tra di loro, preoccupati e afflitti.
Rachel sospirò. Ci mancava solo quella. Ora sarebbe stato più complicato parlare a Silente di Regulus. Di sicuro quella sera non sarebbe riuscita ad ottenere un colloquio con il Preside, quindi pensò che nel frattempo avrebbe potuto palare con Sirius, il quale però stava conversando animatamente con James, Remus e Lily.
Rachel si era appena appostata in un angolo in attesa che lui finisse di parlare, quando Emmeline la afferrò per il polso, guardando verso qualcuno alla loro destra.
« Qualche problema, Minus? Perché non esprimi ad alta voce i tuoi sospetti, invece di parlar male alle spalle? » sbottò la ragazza, con un tono irritato che raramente aveva assunto.
Minus sobbalzò, imbarazzato, allontanandosi da Sturgis Podmore, al quale aveva appena finito di sussurrare qualcosa.
« N-non ho detto niente… » balbettò, arrossendo.
« Ti ho sentito. Abbi il coraggio di dirlo in faccia » ribatté Emmeline.
Quello si guardò intorno, terrorizzato: molti si erano voltati verso di loro.
« Non è nulla, solo una cosa di poca importanza, vero? » fece, cercando con lo sguardo l’assenso di Sturgis, il quale però guardava Emmeline con inquietudine.
« Pensi che sia una stupida? Avanti, dillo » insisté lei, ignorando l’occhiata perplessa di Rachel.
« Bè » fece Peter allora, con la voce più stridula del solito, i pugni tremanti e un’espressione ansiosa dipinta sul volto. « Non sono l’unico ad aver pensato che non fosse prudente permettere a lei di entrare nell’Ordine! »
Rachel percepì all’improvviso gli sguardi di tutti addosso e si sentì invadere da una rabbia incontrollata. In quel momento avrebbe voluto ridurre Minus in poltiglia.
« Ah, è così? » sbottò, furiosa. « Pensi che io sia una spia? E allora provalo ».
« Peter… » sospirò Lupin, passandosi una mano sugli occhi.
Minus divenne ancora più paonazzo.
« Bè… lo sanno tutti che a scuola frequentavi un sacco di Mangiamorte » esclamò.
Se Gideon non fosse intervenuto per fermarle la mano, Rachel avrebbe già estratto la bacchetta e Schiantato Minus senza ulteriori indugi. Il sangue le pulsava nelle tempie e le mani le tremavano per la rabbia e l’ingiustizia.
Non era affatto vero quel che Minus aveva detto. L’unico Mangiamorte con cui aveva legato era Regulus, che poi si era pentito. Quanto a Piton, non erano mai stati amici nel vero senso della parola. Andavano abbastanza d’accordo e lui a volte la aiutava con i compiti; si frequentavano come normali compagni di Casa, ma succedeva ai tempi in cui lui era amico di Lily e quindi Rachel non pensava che sarebbe diventato un Mangiamorte.
Per questo quell’accusa le faceva rodere le viscere. Come poteva quel ragazzino insulso accusarla di collaborare con Voldemort, quello che sarebbe stato il responsabile della morte di Regulus?
« Basta, smettetela! » intervenne Alice, rivolta sia a Minus sia a Rachel, che sembrava intenzionata a strozzarlo a mani nude. « Non capite che è proprio questo che Voldemort ha in mente? Vuole metterci l’uno contro l’altro. Da soli siamo molto più deboli. Non possiamo permettergli di averla vinta ».
« Sì, infatti, signori, diamoci tutti una calmata » intervenne Fabian, con un tono vivace. « Immaginate che mentre noi litighiamo c’è Voldemort che gongola e ridacchia sotto il naso che non ha ».
« Esatto » confermò Hagrid. « Quello che posso dire è che Rachel è sempre stata brava… a me non mi ha mai trattato male, anche se sono un… Mezzogigante, ecco ».
Rachel gli lanciò un’occhiata riconoscente.
« Insomma, Minus, hai perso un’occasione per tacere » concluse Emmeline, ancora arrabbiata.
Quello arrossì e bofonchiò qualche scusa affrettata, ma Rachel non gli diede retta. Aveva cose molto più importanti di lui a cui pensare.
« Grazie » disse a Emmeline, mentre si allontanavano.
« Ma figurati » ribatté lei. « Minus non sa nemmeno come si usa il cervello. Non dargli ascolto. La maggior parte di noi si fida di te ».
« Se lo dici tu… ».
Rachel guardò Sturgis, il quale si era accostato a loro con aria imbarazzata. Emmeline fece lo stesso.
« Ehm… volevo dirvi che mi dispiace… io non sono d’accordo con quello che ha detto Peter » bofonchiò lui, fissandosi la punta delle scarpe.
Rachel si rese conto in quel momento che Sturgis non parlava molto spesso, e che di solito se ne stava sempre sulle sue, quindi rimase sorpresa di quell’iniziativa.
« Ma figurati, non ce l’abbiamo mica con te » rispose distrattamente Emmeline, dando un’occhiata all’orario. « Devo andare all’esercitazione. Ci vediamo stasera » aggiunse, rivolgendosi a Rachel.
Quando Emmeline fu uscita, Rachel rimase un attimo ferma a riflettere. Anche se le accuse di Minus continuavano ancora a risuonarle nella mente, si impose di ignorarle.
« Posso parlarti? » chiese a Sirius, con un tono suo malgrado poco cordiale e decisamente scorbutico.
Lui la guardò e tacque, come per indurla a proseguire.
« In privato » aggiunse lei.
« D’accordo ».
Sirius la seguì. Mentre Rachel lo conduceva fuori dal salotto, lui disse:
« Senti, Peter ha esagerato, ma non sa quello che dice. È solo spaventato ».
« Quello che dice il tuo amico sinceramente mi scivola addosso » mentì lei, facendolo entrare in cucina e chiudendosi la porta alle spalle.
Sirius sembrava quasi allarmato da tutta quella segretezza.
« Che succede? »
Rachel si morse il labbro, torturandosi le dita a vicenda. Non aveva la più pallida idea di come dirglielo.
« Forse è meglio se ti siedi » provò a temporeggiare, cercando di mettersi nei suoi panni e immaginare il modo meno traumatico per dirglielo. Ma si rese conto che non esisteva.
« Mi stai facendo venire l’ansia. È qualcosa di grave? »
« No, anzi… Però è una cosa che non ti aspetteresti. Prometti che non lo dirai a nessuno, almeno per il momento ».
Sirius si passò una mano tra i capelli, sconcertato.
« D’accordo, però dimmelo ».
Rachel non era sicura di aver scelto il modo migliore per comunicargli la notizia, ma preferiva essere rapida, senza adoperare troppi giri di parole.
« Regulus non è morto » buttò lì.
Seguì un silenzio di tomba.
Probabilmente lo aveva detto così in fretta che Sirius non era riuscito ad assimilare subito l’informazione. La fissava con un’espressione in apparenza impassibile, ma non muoveva un muscolo e sembrava aver smesso di respirare. Improvvisamente sbiancò.
« È uno scherzo, vero? » mormorò con la voce roca.
« Pensi che io possa scherzare su una cosa del genere? » ribatté Rachel, cercando di capire come lui stesse prendendo la rivelazione. « Non posso spiegarti com’è stato possibile adesso: sarebbe troppo lungo da raccontare, e non mi staresti nemmeno a sentire. Ma è così. Regulus è vivo ».
Sirius rimase ancora in silenzio, fissando con sguardo vacuo rivolto verso il basso, come se il pavimento potesse suggerirgli cosa fare.
« Io… non… come…? »
Stava pronunciando parole sconnesse, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto. Rachel non poteva biasimarlo: se i loro ruoli fossero stati invertiti, probabilmente sarebbe impazzita. Ora non sapeva cosa dire per calmarlo.
Sirius si teneva la testa tra le mani, come se gli facesse male. Improvvisamente si alzò in piedi, barcollando.
« Perché lo so soltanto adesso? È passato più di un mese! »
« Nemmeno io lo sapevo prima, ma c’è una spiegazione anche a questo… Sirius, vuoi un po’ d’acqua e zucchero? Sei pallidissimo ».
« Sto bene » sbottò lui, voltandole le spalle. Non riusciva a controllare il tremore che lo percorreva dalla testa ai piedi.
Rachel non insisté, immaginando cosa dovesse provare in quel momento. Aveva trascorso le ultime settimane nel tentativo disperato di non pensare alla morte del fratello, per poi scoprire che non era successo. Non si sarebbe stupita se Sirius avesse avuto una sorta di rifiuto mentale e se avesse preferito continuare a credere che Regulus fosse morto piuttosto che affrontare quel nuovo shock. Sarebbe stato come se il terreno che si era faticosamente costruito sotto i piedi franasse di nuovo  e senza preavviso.
Rachel afferrò un pezzo di pergamena e vi scrisse qualcosa dietro; poi glielo porse.
« Questo è il mio indirizzo. Se vuoi incontrarlo… » esordì, esitante, ma lui la interruppe.
« No… non ora. Voglio stare solo… »
Sirius aveva lo sguardo fisso. Non riusciva a capacitarsi di quanto era successo.
Rachel non insisté nemmeno quella volta, ma si assicurò che lui prendesse il pezzo di pergamena.
« Quando te la sentirai, fammelo sapere ».
« Sì » rispose lui distrattamente. Era probabile che non la avesse nemmeno ascoltata. « Di’ agli altri che sono tornato a casa perché non mi sento bene » aggiunse, con la fronte corrugata e gli occhi che fissavano un punto indefinito fuori dalla finestra.
Rachel lo seguì con lo sguardo mentre lui usciva dalla casa senza salutare nessuno, e si rese conto che convincere i due fratelli a superare l’imbarazzo e il muro di verità mai confessate sarebbe stato più difficile del previsto.
 
Quella sera stessa, Albus Silente si presentò al quartier generale dell’Ordine della Fenice. Il fatto che anche la professoressa McGranitt avesse abbandonato Hogwarts per quella sera bastava a rendere l’idea della gravità della situazione.
« Il nuovo Ministro sarà nominato entro questo mese, anche se ufficialmente il suo mandato inizierà a gennaio, ma non è questo che ci interessa al momento » disse il vecchio Preside, rivolto alle persone riunite nel salotto. « Malocchio mi ha parlato dei sospetti che cominciate ad avere, quindi è meglio mettere subito le cose in chiaro ».
Rachel non poté fare a meno di pensare di non aver mai notato quel lato pratico di Silente e si rese conto del perché tutti gli altri fossero convinti che Voldemort lo temesse più di ogni altro.
« Io non credo che tra noi ci sia un traditore » affermò Silente, ignorando lo sbuffo scettico di Moody. « Sappiamo che i Mangiamorte ci danno la caccia. Alcuni di loro potrebbero averci spiati mentre trasportavamo Algernon Boot in un posto che credevamo sicuro. Con questo non sto criticando l’operato di Alastor. So che è sempre attentissimo, ma purtroppo le precauzioni non sono mai abbastanza ».
« Pochi giorni fa, Rookwood è stato visto parlare con Lestrange » intervenne Dorcas, ricordando quello che Rachel le aveva riferito. « Non potrebbe essere stato lui? »
« Non vedo il motivo per cui un Indicibile dovesse sapere i dettagli di un piano di cui erano a conoscenza solo pochi Auror all’interno del Ministero » rispose Silente. « La mia opinione è che dovremo essere ancora più attenti. È un momento delicato. Voldemort approfitterà dell’assenza di un Ministro per spadroneggiare. Ora più che mai dobbiamo restare uniti. E ricordo a tutti voi che chiunque di voi un giorno avesse bisogno di aiuto, non dovrà vergognarsi a chiederlo ».
L’ultima frase lasciò Rachel un po’ di stucco. Sembrava quasi che Silente avesse voluto lanciare un avvertimento. Possibile che avesse rifiutato l’idea della spia solo per non farli agitare?
La riunione era finita, ma nessuno sembrava intenzionato ad andarsene. Discutevano tutti tra di loro. A quanto pareva, i tentativi di rassicurazione di Silente non avevano convinto proprio tutti.
Il Preside, dopo aver salutato molti e aver chiesto come stessero, si avviò verso l’uscita.
Rachel lo seguì quasi di corsa.
« Professore! »
Lui si voltò, sorpreso.
« Sì? »
« Mi dispiace, so che è tardi, ma le devo parlare con urgenza. Anzi, in realtà è un’altra persona che dovrebbe parlarle… le dispiace passare a casa mia? Le assicuro che è importante ».
Silente sembrava sorpreso ma non chiese ulteriori spiegazioni.
« Certo » rispose.
Rachel ne fu sollevata. Era certa che, con l’aiuto di Silente, presto la faccenda dell’Horcrux si sarebbe sistemata. Non immaginava che quello sarebbe stato solo l’inizio.
 
 
*Angolo autrice*
Dopo aver pubblicato tante altre storie, eccomi di ritorno con quella che considero la principale! <3
Nell'Ordine della Fenice cominciano i primi inevitabili sospetti, purtroppo. Del resto Sirius nel terzo libro dice che Peter passava informazioni a Voldemort già un anno prima dell'ottobre 1981. Peter non è stupido, secondo me era molto subdolo e sono anche convinta che abbia contruibuito a indurre Sirius a sospettare di Remus e viceversa, magari facendo insinuazioni molto vaghe. Anche qui ha cercato di sviare i sospetti da sé, anche se questa volta gli è andata male! XD
Per vedere l'incontro tra Regulus e Sirius dovrete aspettare il prossimo capitolo. Lo sto finendo di scrivere proprio in questi giorni. Lo so, sono in ritardo mostruoso, e temo che gli aggiornamenti seguenti potrebbero essere ritardati di un po' ç_ç
Purtroppo in questo periodo non ho neanche il tempo di andare a fare lo shopping di Natale per mezzo pomeriggio.
Comunque, credo che per il prossimo capitolo non ci siano problemi: dovrebbe essere il 18 dicembre, salvo complicazioni del tipo invasione aliena sulla Terra, allora potrebbe slittare. Per quello dopo ancora vi farò sapere! ^^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!!
Giulia
  
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