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Autore: leocaccino    14/12/2010    4 recensioni
Thomas è uno scrittore molto famoso in tutto il mondo
Alex è un liceale impacciato e timido
Questa è la loro storia....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Flowers serie'
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                                                           - Capitolo 3: Scuse -




 
- E lo hai lasciato così? – Lucas era sorpreso. Alex gli aveva appena raccontato tutta la giornata precedente e il finale lo aveva lasciato di stucco.
- Sì – sospirò – E’ insopportabile! – s’imbronciò. Lucas pensò che fosse veramente carino quando si arrabbiava – Prima fa il cascamorto con mia zia, poi prende un impegno con me cui arriva in ritardo e infine mi tratta come una sua ammiratrice! Che cosa crede, che io sia un bambino che lo ammira?!? – quest’ultima frase l’aveva detta tutta d’un fiato – Mi fa venire i nervi! – era diventato rosso in viso – Si è anche permesso di chiamarmi piccolino!!! – era veramente furioso e Lucas tratteneva a stento le risate – Che cazzo ridi te! – l’urlo questa volta era rivolto all’amico, uno sfogo quasi con un tono divertito. L’altro per risposta scoppiò a ridere, piegandosi in due. Solo quando le lacrime smisero di sgorgargli dai lati degli occhi e la risata scemò, riuscì a parlare.
- Scusa, è che quando ti arrabbi sei troppo carino – Alex, che era rosso come un pomodoro, sbiancò. Un apprezzamento così spinto dal suo migliore amico non lo aveva mai ricevuto. Inoltre non sembrava che scherzasse. Lo guardò a occhi sgranati, quasi con un’espressione da pesce lesso. Ormai boccheggiava. Lucas scoppiò nuovamente a ridere – Comunque secondo me ti piace – questa si che era una battuta, però il cuore di Alex perse un battito solo a sentire quelle parole.
- Luck tu non stai per niente bene – affermazione alquanto umoristica da parte del biondino che non era solito scherzare troppo, soprattutto dopo quello che era successo qualche anno prima, da quando viveva con la zia.
- Perché scusa? – il ragazzo moro provò a imitare “ l’adorabile” broncio del suo amico, senza ottenere però buoni risultati.
- Non fare mai più queste affermazioni – lo fulminò con lo sguardo.
- Guarda che non ci sarebbe nulla di male a stare con un ragazzo – sogghignò – Sarebbe un’esperienza come tante –
- Lui è un uomo – sospirò massaggiandosi il setto nasale – Ed è insopportabile! – quante volte aveva ripetuto questa frase nella sua mente.
- Però parli solo di lui – gli fece notare l’altro – Questa è una caratteristica degli innamorati cronici – sogghignò nuovamente.
- Basta! – Alex era esasperato. Perché anche Lucas gli voleva far notare che si stava comportando da ragazzina innamorata? – Chiudiamo qui il discorso – incrociò le braccia e s’imbronciò come solo lui sapeva fare.
 
Il pomeriggio, sotto ordine di sua zia e della sua coscienza macchiata, tornò a casa di Thomas prima del solito orario. Quando suonò al citofono, fu, come il giorno prima, una donna a rispondergli.
- Sei Alex? – questa volta la voce era rauca. Sembrava più vissuta di quella di Caterina.
- Sì – il portone scattò subito a quella risposta. Il ragazzo entrò e incominciò a salire le scale lentamente.
“ Quella voce apparteneva a Olga” suppose mentalmente. Quando fu davanti alla porta dell’appartamento dello scrittore, esitò. Non sapeva bene se Thomas lo volesse ancora vedere. Soprattutto dopo il suo comportamento. Che cosa gli era preso il giorno prima? Forse si stava annoiando? Forse si sentiva preso in giro? Non lo sapeva nemmeno più lui. Fu la promessa fatta a sua madre, che rimbombava nelle sue orecchie, che lo fece smuovere. Suonò il campanello e la porta si aprì dopo pochissimo. Olga lo stava aspettando.
- Ciao – gli sorrise la donna.
- Salve – anche lui le sorrise. Con quella donnina si trovava bene. Lui si sentiva veramente accolto quando gli sorrideva. Anzi, secondo il ragazzo, erano persone molto simili, loro due.
- Non darmi del lei – chiuse la porta blindata con un sonoro tonfo e lo fece accomodare in biblioteca – Il signorino Thomas mi ha detto di farti aspettare qui, se fossi venuto – lui le sorrise. Alex adorava categoricamente quella stanza e ci si accomodò con molto piacere. Posò subito la tracolla e la giacca sopra una delle sedie e si avvicinò alle librerie. Si limitò solo a leggere i titoli. Questa volta non toccò nulla, aveva troppa paura di essere scoperto dal proprietario. Olga tornò nella sala-biblioteca a passo svelto – Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? –
- No – sorrise – Sono a posto così grazie – quando, però lei fece per andarsene, lui la fermò – Quando arriva Thomas? –
- E’ nel suo studio – sospirò, battendo le mani sui fianchi – Quell’uomo lavora giorno e notte – Alex era sorpreso – Fra un’oretta dovrebbe aver finito – costatò lei guardando l’orologio al polso.
- Va bene – ora si che si sentiva preso in giro.
“Che nervoso che mi fa venire!” si sedette e cominciò a guardare da lontano i libri. Da lì sembravano un’unica macchia marrone. Solo uno spazio nell’ultima libreria spezzava la tonalità monocromatica. Una decina di volumetti giallastri: i libri scritti da Thomas. Si alzò e li andò a vedere per l’ennesima volta. Quel colore strano e i titoli scritti a caratteri neri lo attraevano in un modo pazzesco. Estrasse dalla fila quello che stava leggendo il giorno precedente, prima di essere colto in flagrante dal suo insegnante privato. Se lo portò dietro, andandosi a sedere sulla sedia che occupava poco prima e riprese a leggerlo dal punto in cui era stato interrotto la volta precedente. Il prologo si terminò dopo poche righe e il primo capitolo fu divorato dal ragazzo in una decina di minuti. Continuò a leggere incurante del tempo che passava. Non si accorse nemmeno che una porta nella casa, era stata aperta. Solo quando la voce di Thomas gli raggiunse le orecchie, si riscosse – Meno male che i Gialli non ti piacevano – sorrise lui. Alex invece era letteralmente saltato dalla paura. Era talmente immerso nella lettura che la voce calda di Thomas gli era sembrata un petardo scoppiato improvvisamente. Lo guardò terrorizzato, lasciando cadere il libro sul tavolo.
- Ti ho spaventato? – il suo sorriso svanì, lasciando spazio a un’espressione preoccupata.
“ E me lo chiedi pure!?!” urlò nella sua mente.
- Non si preoccupi – abbassò lo sguardo e adagiando il libro da un lato del tavolo prese la sua tracolla e ne estrasse i libri.
- Ti ripeto che useremo i miei – precisò l’altro facendogli l’occhiolino. Perché lo trattava in quel modo? Sembrava quasi ci stesse provando con Alex – Sei riuscito a scoprire che argomento stai affrontando in letteratura? – lo prese un po’ in giro lo scrittore.
- Scrittori stranieri – prese un foglietto dal fondo del suo zaino e lesse – Shakespeare –
- Che opera? – gli occhi di Thomas brillarono. Si vedeva lontano un miglio che Shakespeare era uno dei suoi autori preferiti.
- Romeo e Giulietta – finì di leggere nel bigliettino. Thomas non parlò, agì. Si diresse verso una delle sue librerie e ne estrasse un volume. Quando lo poggiò sul tavolo di cristallo delicatamente, Alex lesse il titolo “ Opere di William Shakespeare”. Non aveva sbagliato a pensarlo: quello era uno dei suoi autori preferiti. Quando, dopo una sfogliata veloce, lo scrittore trovò quello che stava cercando cominciò a leggere.
- Occhi, guardatela un'ultima volta, braccia, stringetela nell'ultimo abbraccio, o labbra, voi, porta del respiro, con un bacio puro suggellate un patto senza tempo con la morte che porta via ogni cosa – la sua voce era così espressiva e calda che Alex non gli tolse gli occhi da dosso nemmeno per un secondo. Era rimasto imbambolato. Thomas gli donò uno sguardo intenso. Poi riprese a leggere imperterrito e con la stessa passione di un tenero amante. Quando chiuse il libro e lo riposò sul tavolo, chiese al ragazzo cosa aveva capito. Alex rimase imbambolato. Non aveva capito molto di quello che aveva letto il suo insegnante. I suoi occhi avevano ammirato le sue labbra muoversi, così belle e irresistibili.
-Alex almeno prova a seguirmi, altrimenti le ripetizioni sono inutili – sospirò – A cosa stavi pensando? – il ragazzo arrossì. Stava pensando a quanto era bello lo scrittore, ma non poteva di certo dirglielo. Un secondo sospirò di quest’ultimo gli fece abbassare la testa. Era un disastro. Provò a pensare alle parole che vagamente gli erano entrate in testa.
-In questo brano parla Romeo – provò a rispondere alla sua prima domanda – E sta parlando a se stesso perché crede che Giulietta sia morta – Thomas annuì e gli occhi gli si accesero.
-Sì, bravo continua – lo incitò.
-Romeo crede che Giulietta sia morta e si dispera – scavò ancora più affondo nella sua testa e nelle sue conoscenze – E questa disperazione lo porterà al suicidio tramite il veleno accanto al corpo di Giulietta – Thomas continuava a incitarlo annuendo – In realtà la fanciulla – quanto suonavano strane quelle parole dette dalle sue labbra – Sta solo dormendo e quando si sveglia e trova Romeo morto al suo fianco si suicida anche lei, con una stilettata, congiungendosi, nella morte, al suo amato –
-Bravissimo – la voce esaltata di Thomas lo fece sobbalzare – Ora continuerò a leggere, tu ascoltami bene questa volta, così dopo ripeterai senza problemi – l’uomo continuò a leggere.
 
La lezione durò due ore buone, tra filosofia e letteratura.Alex si sorprese di come riusciva a seguire i discorsi di Thomas senza problemi e di come riuscisse a ripetere con tanta facilità. Quando la lezione terminò, lui cominciò a prepararsi per andar via, mentre lo scrittore metteva a posto i due tomi che aveva sfilato dalla libreria.
-Thomas – l’uomo si voltò.
- Dimmi – gli sorrise dolcemente.
“ Quel sorriso non mi aiuta molto” sospirò “ Già è difficile dire certe cose!” avrebbe voluto urlargli queste parole.
- Volevo chiederle… - una risatina dell’uomo di fronte a lui interruppe il discorso di Alex.
- Dammi del tu, ti prego – uno sguardo sereno e profondo fece perdere un battito al ragazzo – In fondo io sono più grande di te solo di una decina d’anni – Alex annuì – Scusa continua pure –
- Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato ieri – le parole gli uscirono una dietro l’altra, veloci e sicure. Il viso rosso di vergogna.
- Accetto le tue scuse – gli si avvicinò – Però voglio sapere perché te ne sei andato così di fretta – lo guardò un po’ indispettito e incrociò le braccia sul petto ampio.
- Perché mi sono sentito preso in giro – prima di confessare la verità passarono alcuni minuti, lenti e, per Alex, anche dolorosi. Non voleva dirgli che non lo sopportava e che lo faceva innervosire, anche perché le cose erano cambiate. Quel tipo cominciava a essergli simpatico.
- Scusami – Thomas lo guardò con ammirazione. Era la prima persona che era riuscito a tenergli testa. Forse quella scontrosità che gli aveva dimostrato inizialmente stava svanendo. L’armatura che in tutti questi anni lo aveva protetto si stava screpolando. Stava emergendo lentamente il vero Alex. Uno sicuro di se. Gli arruffo i capelli quel tanto che poteva e poi aggiunse in un sussurro – Ora vai – Alex arrossì violentemente. Mentre stava uscendo dalla stanza, la voce di Thomas lo fece girare – Ti stai dimenticando questo – in mano aveva “ La via della Morte”.
- Me lo presti? – gli chiese con fare ironico.
- Certo – era serissimo. Alex si avvicinò a lui e quando glie lo prese di mano, lo infilò nella tracolla ed emise un timido grazie. Poi fuggì, sperando che Thomas non avesse sentito il suo battito cardiaco accelerare.
Quando scese in strada, corse verso casa, felice dopo tanto tempo.                 
 
 
 






 
 
 
 
 
 
 
 
Cari lettori il capitolo è concluso… Spero vi sia piaciuto… Ma soprattutto spero che non ci siano errori grammaticali… Se ci sono, mi scuso tanto ma rileggere non è semplice per lo stesso motivo per cui non è facile scrivere ultimamente… XD ( E’ il motivo dello sfogo della mia ultima volta) Scusate XD
 
 
   Angolo risposte XD :
 
YUKO CHAN Molto bene vedo che la storia ti piace e che la segui bene…
Caterina è la ( abbonami il termine) TROIA del momento… Sinceramente come personaggio mi piace molto…( E’ divertente scrivere le sue battute sadiche) E’ sicuramente una tipa determinata che punta al meglio per avere ciò che vuole… E Thomas è il meglio : ricco, bello e famoso…
Alex s’incomincia a scoprire… e anche Thomas in un certo senso…
Come sempre spero che il capitolo ti sia piaciuto e che tu non abbia trovato Orrori grammaticali o di sintassi… anche se non mi sembra di averne fatti…
Baci baci, MARCO…. =P
 
 
DeathKid Wella devo rispondere a due recensioni … la precedente e quella ancora prima XD
Cominciamo con quella del primo capitolo: Oddio no non ci sarà nulla di scottante ( se è quello che la mia mente da perverso crede XD) non in questa ff…
Su Thomas hai ciccato di brutto… E’ eterissimo!! XD Si comporta un po’ da cascamorto è vero… Però dovresti leggere con più attenzione mia cara XD ( quanto sono cattivo XD ) Thomas dice – SEI BUFFO QUANDO T’IMBARAZZI – quasi con scherno…
Poi la mia frase era “Per lui nessuna donna era stata mai veramente importante”
Evviva la matematica XD
Risposta al secondo capitolo: Allora la fase da rimorchio è passata ( Come leggi nell’altra ff) puoi immaginare… sono fidanzato XD Solo che lo stronzo si diverte a farmi impazzire mentre scrivo… Oggi infatti ci ho messo 3 ore e mezza per scrivere il capitolo ( mannaggia a lui)
Alex è un tipo molto chiuso come dice il bigliettino di Nina… ( scoprirai presto perché)
Su Caterina ci hai azzeccato in pieno… Una tipa snob e mooolto stronza!
Per quanto riguarda la promessa che ha fatto Alex a sua madre mi sembrava chiara XD ( leggi meglio XD XD oggi sono in vena di fare lo stronzetto XD ) è esplicato nel primo capitolo
L’unica cosa che lo teneva legato a quel banco era la promessa che aveva fatto a sua madre: non abbandonare gli studi, mai. “
Si mi hai fatto del puro terrorismo psicologico… Ora sono terrorizzato di fare errori XD PANICO!!!! XD
A presto mia cara …. Bacioni, Marco… =)  



  
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