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Autore: Miwako_chan    23/12/2010    3 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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I would rather sway forever













Si ritrovarono sull’immensa terrazza del palazzo dell’Hokage.
L’altana era circondata da tre lati dal tetto in tegole di ceramica, mentre di fronte presentava una raffinata ringhiera aggettante sul meraviglioso panorama: era in piena vista il fiume Momonoka che con i suoi flutti bluastri spumeggianti si mescolava alla volta nera del cielo. Le miriadi di lanterne e luci in festa riverberavano lontane rendendo le strade infiniti luminari oro e bianco. La luna lattea dalle lievi sfumature rosate si poneva al centro di quel paesaggio notturno, di una rotondità poco definita si ergeva al di sopra delle fronde dei boschi come unico barlume in quella notte senza stelle.

Hinata corse verso la ringhiera e subito illuminò il viso con estasiata espressione.
A passo lento Naruto si avvicinò e l'abbracciò da dietro, 
cogliendola di sorpresa. Le sfilò dai capelli lo spillone decorato che le fermava la crocchia, facendo sì che la lunga chioma si posasse in morbide onde sulla schiena della ragazza. Hinata sgranò appena gli occhi in risposta a quel gesto e schiuse la bocca per poi dar spazio a un sincero sorriso. Le labbra di Naruto si posarono sui capelli corvini, quasi a volerne assaporare il profumo.
In silenzio iniziò a cullarla lentamente tra le sue braccia spostando il peso da una gamba all’altra. Hinata si abbandonò a quei movimenti socchiudendo le palpebre variopinte, ninnata dalla presenza di Naruto così calda e tanto rassicurante.

“Credi che abbia fatto bene a partire?”
Hinata si riscosse al suono della voce del ragazzo e impiegò alcuni secondi prima di riuscire a capire a cosa si stava riferendo.
Sicuramente a quando era partito per recuperare Sasuke, ma ancora le sfuggiva il motivo per cui le poneva proprio ora quella domanda.

“Se era ciò che ti sentivi di fare, è giusto che tu l’abbia fatto. Non dovresti pentirti di nulla.” Rispose con calma.
“Non posso agire solo perché mi sento di farlo, guarda che cosa ho ottenuto. Non ho salvato Sasuke, ci ho solo perso…”
“Ma almeno hai provato.” Lo interruppe Hinata con decisione. Non era da lui avere dei ripensamenti o rimpianti, lo giustificò pensando che fosse ancora scosso per la delusione data da Sakura, del resto era da tutta la serata che si comportava in modo certamente strano.
Molto probabilmente, si era finalmente deciso a sfogarsi.
“Al mio ritorno ho perso anche l’amicizia con Sakura. Li ho persi, entrambi.” Terminò la frase lasciata in sospeso.
“Ma hai trovato qualcos’altro.” Incalzò lei con la stessa determinazione di prima, non poteva sopportare quella rassegnazione nella voce di Naruto.
“Ho trovato te.” Pronunciò lentamente, tanto che Hinata avvertì perfettamente il chiudersi e schiudersi delle labbra di Naruto ancora posate sul suo capo.
“Sì me, Naruto.” Ripeté piano.
“Ma questo non mi basta.” Lo disse in un soffio di fiato, un sussurro appena percettibile, ma che comunque non raggiunse mai le orecchie di Hinata.
Le parole furono coperte dall’ingresso in cielo di due fuochi d’artificio che in seguito, con un sonoro botto finale, si aprirono in mazzi di luci dalle varie sfumature del rosso che ricaddero come pioggia scomparendo nel nero della notte.
Le prime due fiammate funsero da apertura dello spettacolo pirotecnico, subito dopo, infatti, seguirono gruppi composti ognuno da una decina di fuochi uno di seguito all’altro. Il foglio nero del cielo si tinse di miriadi di vivaci colori: a ogni scoppiò s’illuminava di bianco per poi riempirsi di pioggerelle di brillanti comete.
Hinata sollevò il volto entusiasta, spalancando gli occhi di fronte a un così straordinario spettacolo. Naruto a sua volta appoggiò il mento delicatamente sopra il capo di lei e stringendola ancor più a sé si lasciò appassionare da quegli stupendi fiori di fuoco che esplodevano in cielo.

“Vorrei… voglio fare l’amore con te, Naruto.”
Fu un sussurro che lo lasciò stupito. Era la prima volta che decideva di prendere l’iniziativa.

La strinse maggiormente a sé e facendo presa ai lati delle spalle abbassò il capo bruscamente. I capelli biondi gli ricaddero sul viso celandogli gli occhi. Era impossibile riuscire a distinguere un solo sentimento in quell’intricatissimo groviglio emotivo che si era depositato nel suo cuore. Respirò profondamente andando a tracciare un’immaginaria linea di baci sul niveo collo di Hinata, mentre lei socchiudendo gli occhi inclinava il volto assecondando quei gesti. Naruto fece discendere il kimono lasciandole nude le spalle.
“Qui?” Domandò sommessamente seguitando nel lambire quella pelle candida.
“Sì.”
“Ne sei sicura?”
“Sì.” Corrucciò le labbra quando sentì la bocca del ragazzo morderle l’incavo del collo.
Se Naruto avesse continuato con quelle stupide domande, tutta la sua sicurezza si sarebbe di certo torta il collo. Aveva già dell’incredibile che la proposta fosse venuta da lei, ma che riuscisse a persistere nel dimostrare la sua decisione era veramente troppo.

“Quando si è tristi, la cura migliore è l’amore.” Disse lieve voltandosi verso Naruto e poggiando la schiena contro la ringhiera gli carezzò dolcemente il viso. Passò innumerevoli volte le affusolate dita fra quei fili dorati per poi mettersi fronte contro fronte con lui.
Schiuse le labbra color prugna a minima distanza dalle sue e con le mani posate sulle guancie scalfite da lievi cicatrici cadde profondamente negli occhi di Naruto, in quei due infelici azzurri senza cielo.
“Non sono triste.” Il respiro fresco del giovane le sfiorò il viso.
“Stanne certo Naruto che io riesco a comprenderti molto più di quanto pensi. E se non altro è proprio perché sono capace di comprenderti a fondo che mi hai scelta.” Asserì a sottilissima voce.
Sì, da quella distanza avrebbe potuto contare ogni ciglia di quegli occhi e ammirare sconcertata l’alternarsi regolare dei fili biondi e corvini di entrambe le frange.

“Quante sciocchezze sai dire.” Socchiuse gli occhi dispiaciuto.
Un debole e amaro sorriso si allungò sulle labbra di Hinata.
“Ci sono infinite ragioni perché io abbia deciso di stare al tuo fianco, il fatto è che sono troppo stupido per rendermene conto. A questo punto mi domando come tu possa sopportare di rimanere un solo minuto con un idiota del genere.”
Scandì piano, sillabando con lentezza senza emetter suono la parola - ti amo -. Bastava quello, per rispondere a ogni sua insulsa domanda.
Naruto fece sue quelle labbra che avevano osato pronunciare tanto. Che si erano permesse di aprirgli il cuore, farlo sciogliere come neve al sole. Le assaporò in tutta la loro dolcezza, carezzo quella lingua di miele, non lasciando il tempo né a lui né a lei di respirare.
A che serviva l’aria se aveva Hinata? A che serviva tutto il resto del mondo se aveva lei? Poteva farne a meno, sarebbe diventato un’insignificante realtà.

L’abbracciò con forza, continuando quel bacio finché anche le sue labbra non si tinsero di rossetto violaceo.
Dietro di lei la sottile ringhiera a dividerla dal vuoto e dal meraviglioso panorama notturno, davanti a lui la possibilità di essere felice, se solo avesse saputo apprezzare in pieno quell’amore che Hinata già gli aveva donato, se solo avesse potuto liberare il cuore da ingombranti sentimenti ormai irrealizzabili.
“Qualsiasi cosa,” Hinata sospese con finezza il bacio, mentre Naruto ancora bagnava con la lingua quelle morbide labbra. “qualsiasi cosa accada,” Lasciò discendere una mano sciogliendogli il nodo dell’hakama. “noi sapremo risollevarci insieme.”
Naruto arrossì impercettibilmente al gesto della ragazza e un intenso calore s'infuse nel suo cuore nell’udire quelle parole, che solo perché pronunciate da lei riuscirono a instillargli una sottile e sincera speranza. Si rese conto per la prima volta che cosa significasse avere qualcuno che ti prende la mano e ti trascina via dal dolore, qualcuno capace di dimostrarti il bene e l’amore che consola da tutto.
La bacio nuovamente sollevandole le sottovesti del kimono e, cingendola per i fianchi, l'alzò permettendole di poggiarsi sopra il corrimano della ringhiera.
Scivolò a terra l’hakama arancio e con esso si liberò dai restanti indumenti.
Spezzò il bacio per riprendere fiato. Respirò intensamente l’aria fresca di quella notte d’estate, mentre il suo ardore cresceva implacabile.
“Ti desidero,” Sussurrò a fior di labbra. “mia, per sempre.”
Hinata non poté reprimere l’irrefrenabile arrossarsi delle gote e socchiuse gli occhi di perla in un’impudica espressione di voglia, accettando così di appartenergli.
La fece sua con un unico colpo, penetrandola in profondità. La vide reclinare il volto all’indietro colta dall’improvviso piacere, e questa volta non ci sarebbe stato modo o scusa di soffocare i gemiti. La strinse forte ai fianchi per non permettere che cadesse nel vuoto. In quella posizione arrischiata e imprudente si ebbe l’inizio della danza di autentica passione, in cui alle cadenzate movenze si univano gli ansimi e i sospiri dell’amore.
Il sentimento centuplicato dall’imprevedibile azzardo di vederla sospesa in quell’amplesso tra il nulla e la salvezza, vita e morte, in cui unicamente le sue forti braccia a trattenerla ritraevano il confine tra ogni possibilità.







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Il suo pensiero volò a Hinata, al bacio rubato poco prima di vederla scivolare via nella notte, attraverso il cancello di villa Hyuuga.
Appoggiò la mano sulla maniglia metallica e fredda, per poi allontanarla di colpo sgranando gli occhi quando notò un particolare inaspettato.
La porta del suo monolocale era appena socchiusa e la serratura forzata.
Il cuore gli salì in gola pulsando convulso. Chi poteva essersi intrufolato in casa? E poi per quale motivo?
Diede un leggero colpo con il palmo destro lasciando aprire completamente la porta con lievi scricchiolii. Oltrepassò l’ingresso di qualche passo tastando freneticamente sulla parete alla ricerca dell’interruttore della luce. Nel raggelante silenzio gli rimbombavano alle orecchie solo i palpiti cardiaci, ma s’immobilizzò quando una voce sottile si unì ai suoi battiti.

“Oh sì Sasuke, ti voglio mio, sei solo mio, mio, mio.”

Fece vagare lo sguardo alla ricerca di quella voce bisbigliata, che seppur conoscesse da anni, in quel momento, preso dall’agitazione com'era, non riuscì in alcun modo a identificare.

“Sasuke ti amo, tu sei solo mio, come io sono solo tua. Lo sai che ti amo? Ti amo, ti amo, ti amo…”

Puntò gli occhi sbarrati all’angolo accanto alla finestra dove, accovacciata e con le ginocchia strette vicino al mento, stava Sakura.
I capelli rosa spettinati e serici erano lievemente illuminati dalla luce bianca della luna che filtrava dal vetro, allo stesso modo gli occhi, che riverberavano sotto la luce lunare di un verde chiarissimo, erano spalancati e folli, scalfiti da due leggere occhiaie. Tra le mani strizzava un obbrobrioso pupazzetto di stoffe ricucite insieme, vagamente riconducibile alle fattezze di Sasuke; sul capo erano stati cuciti dei fili neri di lana rattrappita, due macchie scure erano i suoi occhi e una tremula linea corrucciata gli rappresentava la bocca. Quel fantoccio fatto di cuciture e pezze traboccanti cotone veniva stretto con forza, Sakura lo portava alle labbra baciandolo, gli sussurrava dichiarazioni d’amore infilandoselo dentro la maglia all’altezza del seno.
Un rivolo di saliva discese la gola di Naruto irritandola. La scena gli aveva provocato un senso di nausea profonda fin dalla bocca dello stomaco, mentre un improvviso e opprimente mal di testa gli premeva alle tempie, rendendogli ogni bisbiglio di Sakura simile a un roco boato.

“Sakura.” La chiamò, la sua voce gli parve così ovattata e tenue che si stupì quando la ragazza levò lo sguardo su di lui, sorridendogli.
Rimasero a fissarsi senza pronunciar parola. Naruto ancora lievemente inclinato verso di lei e la bocca schiusa in segno di stupore.
“Hai visto. Alla fine è tornato.” Spezzò il silenzio agitando il pupazzetto davanti a sé e trattenendolo per i due moncherini delle braccia.
“Sakura.” Mormorò nuovamente. Forse si sarebbe risvegliato, forse quella riprovevole immagine davanti ai suoi occhi sarebbe scomparsa, forse gli avrebbe risposto la vera Sakura Haruno.
“É lì sul davanzale della finestra, dovresti salutarlo.” Bisbigliò inclinando graziosamente il volto di lato, un sorriso ampio si delineò sulle labbra rosate.
Si girò di scatto a guardare, una frazione di secondo dopo si maledì per averlo fatto. Ma possibile che fosse così idiota da darle ancora retta?

“Non credere che non me ne sia accorta.” Sakura abbassò lo sguardo cambiando rapidamente discorso.
“Di, di che cosa?” La voce di Naruto risultò stranamente roca, come se non avesse nessun desiderio di scivolare via dalla lingua.
“Mi stai evitando.”
Naruto arretrò di un passo lasciando dondolare mollemente le braccia lungo i fianchi.
“Ti ho evitato perché. Perché Sai mi ha detto tutto.” Ammise in fine incespicando, nonostante che in un primo momento avevesse avuto la tentazione di negare di averla mai tenuta a distanza.
Sakura continuò a osservarlo sbattendo più volte le ciglia.
“Mi hai ferito. Ti sei presa gioco di me. Non riuscivo nemmeno a sopportare di averti vicina.” In quel momento Naruto sputò rabbia tra le parole. Benché sapesse quanto fosse inutile sfogarsi e infierire su qualcuno che aveva perso completamente il senno, decise di non poter omettersi oltre dal dire la verità a Sakura.
“Credi davvero che io l’abbia fatto con l’intento di farti del male!?” Esclamò scuotendo il capo e stringendo al petto con foga il piccolo bambolotto.
L’altro sgranò gli occhi per poi trafiggersi i palmi chiusi con le unghie. Lasciò cadere lo sguardo annebbiato al pavimento.

Lei non voleva ferirlo, lei non era nemmeno padrona delle sue parole e azioni. Lei non era più Sakura, semplicemente questo. Eppure lui era stato capace di offendersi, era stato capace di arrabbiarsi, era stato capace di tutto, fuorché di aiutarla. Era questo ciò che intendeva quando diceva di voler prendersi cura di Sakura?
Quando Sasuke, sarebbe davvero tornato, era questa la Sakura che gli avrebbe fatto ritrovare? Una ragazzina spaventata, dai grandi occhi spauriti, completamente privi di quella forza e determinazione che prima gli abitava e dai capelli sporchi e scarmigliati, proprio Sakura che per Sasuke era capace di pettinarseli e lavarli per ore. No, non l’avrebbe permesso. Ogni cosa sarebbe tornata come prima. Sarebbero tornati a sorridere tutti e tre, insieme.

Guardò le piccole gocce di lacrima che erano andate a bagnare il pavimento sotto di sé. S’avvicinò velocemente a Sakura e chinandosi in ginocchio l’afferrò per le spalle.
“Perdonami.” Sussurrò con un filo di voce abbracciandola con forza. Strinse quel corpo inerme al suo, tuffando il viso tra i suoi capelli rosa spento che, una volta profumati di pesche e ciliegie, ora effondevano l’acre olezzo del fumo.
In quel momento lo colse la cupa consapevolezza che se non l’avesse lasciata per quell’utopistico tentativo di riportare indietro Sasuke, forse a quest’ora circondata dalle sue braccia, ci sarebbe stata la solita Sakura di sempre. Preferì darsi la colpa di tutto pur di sopperire qualsiasi rimasuglio di risentimento nei confronti dell’amica.

“Sasuke è tornato…”
Riuscì a malapena a distinguere le parole di Sakura, straziate dal pianto. Non sapeva nemmeno se fosse una domanda oppure un’affermazione, ciononostante desiderava consolarla, alleviarle per quanto gli era possibile il suo dolore.
“Non è tornato Sakura, ma tornerà, te lo prometto.” La strinse ancor di più a sé, mentre la sua spalla veniva bagnata dalle irrefrenabili lacrime della ragazza.
“Sasuke è tornato…” Un altro delirante lamento soffocato dal pianto.
“Ti prometto che tornerà da noi. Non so quanto ci metterò per trovarlo e riportarlo qui da te, ma ti prometto, dovessi metterci tutta la vita, che ti riportò il nostro Sasuke.” La sua voce diveniva sempre più sicura, o forse sempre più disperata. Perché si sarebbe convinto persino lui delle sue stesse parole, sarebbero divenute il suo unico credo. Avrebbe fatto di tutto, qualsiasi cosa, per rivedere di nuovo il sorriso su quel volto distrutto dalle lacrime.
“Sasuke è tornato…”
Le prese il viso tra le mani con dolcezza. “Salverò Sasuke, fosse l’ultima cosa che faccio.” Sillabò piano con voce calda a un sospiro dal viso di Sakura.
Ma le lacrime continuavano a solcarle le gote, correndo giù veloci senza freni, e quegli occhi verdi divenivano sempre più rossi e gonfi e vomitavano, vomitano lacrime senza che si esaurissero mai.
“Me l’hai promesso anni fa Naruto, ma non sei mai riuscito a mantenere la parola data. Lasciami stare, lasciami credere a ciò che voglio. Se non credo a questo morirò, perché non posso in alcun modo vivere senza di lui.” Mugugnò fra i singhiozzi sempre più forti, strinse per l’ultima volta il pupazzetto di stoffa per poi lasciarlo scivolare a terra e con entrambe le mani ghermì disperata i polsi di Naruto.
“Continuerò a provarci Sakura, io non mi arrenderò mai. Sasuke lo riporteremo indietro insieme e ogni cosa tornerà come prima, tutto sarà come prima, te lo prometto.” Insisté Naruto osservandola con sguardo colmo d’affetto, mentre il viso di lei ricadeva debolmente sul suo petto.
“L’hai mai amato, Naruto? Sai forse cosa significa amarlo, Naruto?” Mormorò sommessamente, stringendo con rabbia i lembi di stoffa del kimono arancio.
Lui non volle rispondere a quella provocazione, si limitò a cingerla tra le braccia e ad appoggiare il volto sul suo capo, strusciando con dolcezza la guancia fra gli opachi capelli rosa. Mai Sakura gli era parsa tanto piccola e fragile, debole e inerme, persa tra le sue forti braccia.
“Avrei voglia di morire. E tu non sai fino a che punto possa desiderare questo, perché non sai cosa si senta ad amare Sasuke.” Sussurrò ancora tra le lacrime, il respiro le diveniva profondo e le palpebre sempre più pesanti.
Naruto iniziò a cullarla dolcemente. Portò le labbra all’orecchio bisbigliandole poche parole, che fecero allungare sulle labbra di Sakura bagnate dalle lacrime un breve sorriso. Nell’udire quella dichiarazione si sentì infinitamente compresa.
“È per questo che farò di tutto Sakura, per salvarlo. E salverò anche te, ritornerà tutto come prima, si risolverà tutto.” Continuò con voce tenera. Solo l’incredibile malinconia che si rifletteva negli occhi blu smascherava la preoccupazione nelle sue parole.
“Posso piangere ancora con te, Naruto?” Bisbigliò con il viso affondato nella veste del ragazzo. Lui per risposta annuì leggermente col capo. Aprì le gambe facendo sì che Sakura si adagiasse comodamente sul suo petto. La accoccolò a sé carezzandole con dolcezza i capelli.
“Va tutto bene, tornerà tutto a posto.” Mormorò con affetto parole per consolarla, fino a che non si fosse tranquillamente addormentata. Fino a che il sonno non colse anche lui facendogli abbandonare il capo tra la chioma rosata di lei, lasciandoli le labbra, vuote di parole, dischiuse e nascondendogli gli occhi azzurri dietro palpebre stanche.






Che diresti Naruto? E se per salvarci tutti e tre fosse necessario il sacrificio di uno?
Non ha molto senso, perché in questo caso non sarebbero salvati tutti, ma io credo che andrà bene lo stesso!





















Angolino Autrice:

Diciamo pure che in questo capitolo mi sono sbizzarrita al massimo u_ù  
Spero di non aver messo frasi eccessivamente strampalate, e che si capisca almeno un poco il messaggio che portano.
Dico sempre che siamo vicini alla fine, ma non sembra affatto, be’ secondo i miei calcoli certamente sbagliati, dovrebbero mancare due capitoli e sinceramente non vedo l’ora di scriverli, non pensavo nemmeno io che questa storia si protraesse tanto a lungo…
Ringrazio moltissimo Vaius per la bella recensione scorsa, questa storia è tutta basata sul tuo unico e meraviglioso sostegno ^-^
Incrocio le dita sperando che questo capitolo non ti abbia deluso, ma ovviamente qualsiasi critica sarà ben accettata, anzi almeno ne colgo un’occasione in più per migliorarmi.
Infine ringrazio tutti i lettori, e coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite.
Colgo anche l’occasione per augurare a tutti buone feste e un felice Natale! *-*


Alla prossima!
















  
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