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Autore: eleanor89    03/01/2011    8 recensioni
Seguito di Cedric's Friends e il Calice di Fuoco.
Cedric è morto: Megan ha perso una futura paterna e fraterna, Michael ha perso la sua famiglia, Georgia e Wayne hanno perso il loro migliore amico e con loro tutti gli altri hanno perso un punto di riferimento. L'unico motivo per andare avanti ora è che gli amici non reggerebbero altre perdite, che c'è ancora da vendicare Cedric, che gli Hufflepuff sono troppo leali per abbandonare Hogwarts in un momento simile. Gli amici di Cedric devono imparare a vivere senza di lui, o perlomeno a sopravvivere.
Ultimo capitolo: "«Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Risponderò a tutte le recensioni in questi giorni, mi ero stancata di non aggiornare, ma sono piuttosto occupata!




Regali, canzoncine di compleanno e pettegolezzi in sala da pranzo.



Sally-Anne invitò Georgia a trascorrere il Natale con loro, sospettando che potesse aver frainteso il suo invito a Michael, cosa che la disgustava, e gli Hopkins che però erano occupati con la famiglia e li avrebbero raggiunti due giorni dopo, e da quel momento in poi Michael cominciò a perdersi nei propri pensieri.
Era stupido da parte sua ma da quando Georgia aveva fatto quella normalissima battutina sui giochi erotici non riusciva a smettere di pensare a lei in quel senso; era sempre stato lui quello volgare e tra le ragazze Megan era quella che non si imbarazzava mai di nulla ed era sempre spietatamente schietta parlando di sesso e affini, mentre Georgia si limitava a ridere. Improvvisamente, dopo mesi di astinenza senza avere neppure la voglia di stare con una ragazza, a sentire proprio lei parlarne la sua immaginazione aveva pitturato un immagine molto verosimile di loro due insieme.
Si era reso conto che era una ragazza, una bella ragazza, che aveva sempre guardato con gli occhi di un fratello.
Quando si svegliò la mattina di Natale, addormentatosi per terra in soggiorno con le altre due, aveva bisogno di una doccia fredda ed era certissimo che non era un sentimento di fratellanza quello che aveva provato sognandola con sé.
«Merda, merda, merda...» borbottò, alzandosi in piedi e coprendosi contemporaneamente con la coperta per evitare che le altre lo notassero. Per fortuna Megan dormiva. «Merda.» ripeté.
«Michael, chiudi la bocca.» si lamentò appunto lei, aprendo gli occhi. Notò all'istante la coperta: «Se devi farti una doccia fredda va al piano di sopra, è appena andata Sally-Anne in quello di questo piano.»
«Sì, io...» poi la guardò scocciato, «Dovevi precisare che mi serve fredda
«Non è colpa mia se ti fai venire un attacco di panico al pensiero che ti becchino. Possibile che tu non sia capace di risolvere le tue cose da solo?»
«Vuoi aiutarmi tu?»
«Lo farei ma dopo dovrei darmi fuoco. Al dormitorio come fai, chiedi una mano a Summers e Summerby?»
«Cazzo, Megan!»
«Appunto.»
Corse via maledicendola e lei sorrise, sentendosi un po' più normale. Era esattamente il genere di discorso che avrebbe fatto un anno prima ed era piacevole sentire che dopo la sfuriata a suo padre le cose cominciavano a girare per il verso giusto.
Si incupì poi, ovviamente, pensando al padre che dopo tredici anni di silenzio compariva pensando di poter cambiare la sua vita a suo piacimento. Erano tredici anni che lei voleva urlargli contro, anche.
«Si suppone che le donne non parlino di certe cose.» la rimbrottò Michael, una volta arrivato a colazione, dopo aver constatato con sollievo che Sally-Anne era ancora a prepararsi per la giornata.
«Si suppone che tu non mugoli nomi di migliori amiche nel sonno con quell'intonazione.» ribatté lei, mordendo una fetta biscottata.
Michael impallidì.
«Come hai detto?»
«Ho detto “Mh, Georgie...”» ghignò lei. Stavolta lui arrossì di botto, per la prima volta da che lo conosceva, e si allontanò guardandola sempre più allarmato.
Sally-Anne lo evitò per un soffio e si sedette a tavola.
«Non ha minimamente nominato Georgia, l'avrei sentito.»
«Tiravo a indovinare.»
«Ti vedo allegra.» commentò allora lei, imburrando una fetta, «Era un bel pezzo che non lo torturavi.»
«Suppongo che mi faccia bene stare con te... Non l'avrei mai detto. Tu non mi sei mai piaciuta.»
«Neanche tu.» replicò Sally, tranquilla, «Troppo cafona.»
«E tu troppo altezzosa. Però i nostri padri non ci calcolano e non abbiamo molti amici, quindi...»
«Sai, non ho invitato Susan e Hannah perché loro si sarebbero mostrate compassionevoli, contavo proprio sulla tua insensibilità. Quella non è sparita. Piangi troppo ma sei rimasta una stronza.»
«Grazie.»

Wayne lasciò quasi cadere il succo di zucca quando l'elfa comparì con uno schiocco in camera sua.
«Regalo della signorina Megan!» esclamò quello, «Wayne Hopkins?»
«Sì, sono io... Grazie...» borbottò, ancora spaventato.
«La signorina aggiunge che ci sono le istruzioni dentro ma che se non riuscirà a usarlo lei spiegherà come funziona quando il signorino ci raggiungerà alla magione.»
«D'accordo. Posso darti il suo regalo?»
«Certamente, signorino!»
Wayne gli consegnò il regalo: una collana con un pendente dove avrebbe potuto mettere una foto; nonostante ciò che lei diceva sapevano tutti quanto fosse sentimentale quando si trattava di foto e di regali simbolici vari. Quando aprì il proprio restò sorpreso: era un oggetto babbano.
Il biglietto diceva: “Questo è un cellulare, lo usano i babbani per comunicare a distanza velocemente, le istruzioni sono molto semplici e tu sei un Ravenclaw mancato, quindi dovresti essere in grado di chiamarmi questo pomeriggio, no? Allego anche i numeri degli altri (poi capirai). Se non ci riesci ti spiegherò tutto quando arriverete. Un bacio, Megan.”
«Cellulare.» ripeté assorto. Non era male l'idea di poter parlare senza ficcare la testa nel camino.

«Che scemo...» borbottò Megan, infilandosi la collana con un sorrisetto, «È per me?» domandò agli altri due, che erano impegnatissimi nel tentare di usare il cellulare.
«Questo non funziona a Hogwarts, vero? Sì, è per te.»
«Non funziona a Hogwarts ma tanto lì ci vediamo ogni giorno.» rispose lei, aprendo il pacchetto: era una penna prendiappunti da parte di Michael.
«Così non devi neanche far finta di seguire.» spiegò lui.
«Tanto mi bocceranno, non recupererò mai questi mesi.» sospirò lei, «Sai che mi ha convocato la Sprout?»
«Anche a me. Mi ha detto che la prossima volta mi manda da Dumbledore in persona perché non posso andare avanti così. E chissene frega.»
«Se adesso che ho trovato il nome di Susan premo il tasto verde si mette a chiamare e ci posso parlare come se usassi il camino?» domandò Sally-Anne sollevando il cellulare per aria.
«Esatto.»
«Bello! Grazie!» disse lei e le concesse un sorriso allegro, «Cos'altro hai ricevuto?»
«Oltre l'intero guardaroba che mi hai rifatto tu, il cellulare e la penna prendiappunti, ho un libro di Pozioni che non insegnano a scuola da parte di Stephen, dei dischi di musica jazz da parte di Walter e Georgia mi ha spedito un kit di manutenzione per la scopa. Valgono anche come regali di compleanno, chiaramente.»
«Quando sarebbe?»
«Tra due giorni compio sedici anni.»
«Daremo una festa.» decise Sally-Anne, «Chiama quelli con cui parli a scuola, come si chiamano... l'amico di Coorntail, Flinch-Fletchley, Macmillan eccetera.»
«La tua conoscenza dei tuoi compagni di casa è ammirevole.» commentò Michael, scartando il regalo di Georgia: una loro foto assieme incorniciata e un mantello nuovo. «Che idiota, avrà speso una fortuna per questo...» borbottò compiaciuto.
«Ah, anche Jack mi ha mandato un regalo!» si sorprese Megan, «Qui ci sono i vostri da parte di Walter.»
«Nostri?» ripeté Sally-Anne.
«Qui c'è ancora una montagnola di tuoi regali.» le fece presente Megan e l'altra la guardò sgomenta.
«Ma non mi mandano mai regali.»
«Sì, ma tu sei stata meno bastarda quest'anno. Oh, una sciarpa nuova!»
Sally-Anne cercò di non dare a vedere la fretta che l'aveva presa nello scartare i propri regali, curiosa ed eccitata come una bambina.
Megan notò che Michael usciva con un pacchetto ma tornò a pensare ai propri regali: ne era rimasto uno solo da scartare per lei, da parte di Helen. Quella Hufflepuff aveva sempre un pensiero per tutti, doveva ricordarsi di ringraziarla e di spedirle magari uno dei bracciali o delle collane che aveva comprato con Sally-Anne.
Trovò un fermaglio molto carino che infilò subito tra i capelli e in quel momento Michael rientrò.
«Vado a farmi una doccia.» annunciò.
«Cos'è questa puzza?» si lamentò una schifata Sally-Anne.
«Rowan mi ha spedito una caccobomba per vendetta, come sospettavo.» ghignò, «Non è uno che lascia perdere.»
«Ti somiglia infatti. Guarda che te ne ha mandato uno anche Helen e credo sia un regalo vero.»
«Helen? Quella bionda del suo anno?» domandò stupito, andando a controllare, «Questa è la carta di Zonko... Carina. È troppo piccola per me una del quarto anno?»
«Sì, Stebbins. Sei anche maggiorenne. Ti denuncerei io stessa.» rispose Sally-Anne.
«Altri regali dai piccoletti?» Megan si guardò attorno, «Qui c'è il tuo nome, Sally-Anne, da parte di... Geoffrey? E chi è?»
«Un tipo.» rispose lei, «Anche lui del quarto.» scartò e trovò una rivista di magicverba impossibili da risolvere che cambiavano definizione ogni dieci secondi. Quasi rise, si erano scambiati lo stesso regalo da bravi appassionati.
«E Walter a te cos'ha mandato?» domandò Megan distrattamente.
«Una collana. Quello là ha scoperto in qualche modo che amo gli opali. Susan invece degli orecchini e Hannah un maglione fatto da lei.»
«Anche a me ha mandato un maglione, fa molto tradizione di famiglia. Susan invece un cappello. Credo di non aver mai ricevuto tanti regali tutti assieme...»
«Vale anche per me.» sussurrò Sally-Anne.

«E Helen mi ha mandato una piuma d'aquila molto elegante, ora che ci penso. E a te ha mandato qualcosa?» domandò Wayne.
«A me ha regalato un gel babbano che disinfetta. È una ragazzina adorabile.» rispose Stephen, venendo poi quasi investito da Ernie, Justin, Susan e Hannah che erano appena sbucati dal camino esterno della casa, quello costruito apposta per l'arrivo delle persone, «E credo che lo dovrò usare ben presto. Gratta e netta.» aggiunse schifato, togliendo via la polvere che gli era arrivata sui pantaloni.
«Oh, è sempre un piacere vedere anche te.» lo salutò bonariamente Justin.
«Passato un buon Natale?» domandò invece Susan, abbracciandolo.
«Sopportabile. Voglio dire, non che io non creda nel Natale...» cominciò Stephen.
«Meno male che siamo qui per un compleanno.» commentò Ernie.
«In realtà non credo neanche nei compleanni. Non vedo perché festeggiare il fatto che si ha un anno in meno da vivere.»
«Sei insopportabile.» lo salutò Walter, appena materializzatosi.
«Come mai non siete arrivati assieme?» domandò Hannah, stupita.
«Io e Wayne abbiamo festeggiato separati.» spiegò lui con tono palesemente infastidito. Wayne lo ignorò.
«Oh, quella è casa di Sally-Anne? È enorme!» si affrettò a dire Justin per evitare problemi.
«E mi sembra di vedere qualcuno appollaiato a quell'albero.»
«Dev'essere Michael, lui ama arrampicarsi.»
«Pensavo lo facesse solo a Hogwarts...»
Il gruppetto si avvicinò all'albero in questione e Michael saltò giù.
«Salve.» li salutò annoiato, «Dov'è Georgie? E Jack e Rent?»
«Arrivano, arrivano. Ci siamo divisi tra camini, smaterializzazione ed elfi.» rispose Susan, «So che George sarebbe stata accompagnata dal fratello.»
In quel momento vi fu il pop di una materializzazione che segnalò l'arrivo di Jack e Rent.
«Heilà! Ci siamo tutti?»
«Manca George.» rispose Susan, «Ci converrà cominciare a entrare? C'è freddo...»
«Sì, Georgia suonerà.» approvò Wayne, un po' sorpreso dal ritardo dell'amica.
Michael annuì silenziosamente, infilando le mani in tasca.
«Com'è stare qui?» gli sussurrò Walter e lui scosse la testa.
«Normale. Non è che io stia molto dentro casa, dovrai chiedere a Megan.»

Megan uscì dalla sua stanza e si trovò davanti Sally-Anne a braccia incrociate.
«Che c'è?»
«Controllo come ti sei conciata.»
L'altra inarcò le sopracciglia ma non disse nulla. Dopo qualche secondo però si rese conto che Sally non avrebbe parlato se non sotto richiesta, cosa anche piacevole, ma che avrebbe continuato a fissarla fino a quel momento.
«E come mi sono conciata?»
«Vai bene.» approvò la ragazza, «A parte il fatto che vestita di nero fai risaltare il tuo colorito da infero, perché non vai a mettere il vestito grigio perla? Ormai sei tornata mora e così magari si noteranno i tuoi occhi. Hai occhi molto belli. Peccato per il poco seno, o avresti potuto mettere un vestito più scollato.»
«Quindi non va bene né la forma né il colore del vestito. Cos'è che andava bene allora? Perchè hai cominciato con un “vai bene”.» le fece presente lei, scocciata.
«Andavano bene gli orecchino e i capelli sciolti. Anche se ci metterei un fermaglio come quello che ti ha regalato la ragazzina del quarto. Oh, e metti un po' di rossetto. Si vede che ti sei morsa le labbra e sembri ancora più un cadavere così.»
«Grazie?» Megan sbuffò e torno indietro mentre suonavano alla porta.
«Vado di sotto ad accogliere gli ospiti.» annunciò Sally-Anne, ascoltando la voce di Milpy che li salutava allegramente, «Buongiorno a tutti. Spero stiate trascorrendo buone vacanze.»
«Un po' più fredda, Sally, così non sembri tu.» scherzò Susan, andando ad abbracciarla.
«E comunque queste vacanze fanno pena, non faccio altro che studiare!» si lamentò Hannah.
«Questo perché sei tu pazza, non le vacanze.» precisò Justin.
«Sei tu che studi troppo poco.» ribatté Ernie.
«No, siete voi tutti fissati.» concluse Susan, «Perlomeno ora però anche quando siamo a casa possiamo stare continuamente al cellulare. Anche se dobbiamo ricaricarlo con soldi babbani e quindi mio padre fa avanti e indietro per cambiare i nostri. A proposito di cellulare, dov'è Megan?»
«Io non so ancora usarlo e sono venuti qui solo per questo.» scherzò Walter, «Mandateci giù Megan, su!»
«Io so solo come ricevere le chiamate, non pensare stia molto meglio di te.» mormorò Stephen, che aveva passato la notte precedente al telefono con Susan, indignato all'idea di farle spendere denaro solo perché non riusciva a usare il menù dell'aggeggio.
«Però un gran bel regalo.» approvò Rent, «I miei amici babbani ce l'hanno.»
«Cosa?» domandò Megan, arrivando quasi di corsa e ignorando l'accigliarsi di Sally-Anne per quel poco rispetto dei tacchi.
«Il tuo regalo. Auguri!»
«Auguri, Megan!» dissero tutti, andando a darle qualche pacca sulle spalle, qualche pizzico sulla guancia, che valse a Walter una gomitata nello stomaco e anche qualche abbraccio da parte dei più temerari. Per loro fortuna Megan non sembrava ancora in vena di colpire le persone che le si avvicinavano troppo, del resto erano mesi che abbracciava lei per prima le persone, perciò anche Rent ne approfittò.
«Sei tornata mora.» constatò Wayne quando lei lo abbracciò per prima.
«Non ce n'erano abbastanza in giro.»
«Sai, mi aspettavo quasi un ricevimento in grande stile.» confessò Justin, «Come quelli che si tenevano dai miei. È stato rassicurante sapere che era soltanto una pizza.»
«Sono noiosi i ricevimenti.» concordò Walter.
«È la festa di Megan, non la mia, è lei che ha deciso.» puntualizzò Sally-Anne, «Senza contare che non inviterei nessuno di voi a un ricevimento se non come camerieri. A parte Finch-Fletchley e Susan.»
Ernie fece per rispondere ma Wayne gli poggiò una mano sulla spalla, scuotendo la testa in segno di diniego.
«Grazie, cara.» borbottò Walter.
«Nel tuo caso non ti inviterei neanche come tale.» precisò lei, sostenuta, «Comunque sono curiosa di assaggiare la pizza.»
«Anche io!» concordò Susan, tentando di riportare la conversazione su una piega tranquilla.
«Ma dov'è Georgia? E Quill?» domandò Megan, guardandosi attorno.
«Quill è molto dispiaciuto ma non è potuto venire, affari di famiglia.» spiegò Stephen e Michael ghignò soddisfatto.
«George è in ritardo, evidentemente. Chiamala al cellulare!» la invitò Walter.
«Magari sta arrivando, aspettiamola e basta.» disse invece Justin.
«Aspettiamola in sala da pranzo. Prego, fate come se foste a casa vostra.» li invitò Sally.
«Perché sei nelle sue grazie?» domandò Stephen a bassa voce all'amico.
«Perché per i suoi canoni sono di buona famiglia, credo.» rispose Justin, «Ho smesso di farmi domande dal secondo anno per quanto la riguarda. Megan sembra normale, comunque. Non ha l'aria sbattuta di prima.»
«Però ci ha abbracciato e non ci ha insultato.» sussurrò Ernie, «Non è ancora del tutto in sé.»
«Forse non tornerà così e basta, sarà anche cresciuta oltre che cambiata.» replicò Stephen.
«Su cosa spettegolate?» domandò Hannah.
«Sul vestito di Megan, molto carino. Le dona.» rispose Ernie serissimo. Megan si voltò indietro.
«Grazie.»
«Prego, figurati.»
«Ho portato candeline. Alla babbana.» annunciò Jack.
«Chi la sa la canzone di buon compleanno?» domandò Hannah.
«Ma è per bambini!» protestò Ernie.
«E allora?»
Suonarono nuovamente alla porta.
«Dev'essere Georgia.» disse Sally-Anne e gli altri la seguirono per qualche passo restando abbarbicati tutti insieme alla porta della sala da pranzo.
Sally anticipò Milpy che sorrise e tornò di corsa in cucina, aprì la porta e si trovò davanti Georgia e Charlotte. Georgia era pallida, coi capelli raccolti stretti in una coda alta e un sorriso di circostanza che non arrivava agli occhi. Sua sorella era la solita nuvoletta di capelli chiarissimi e occhioni castani, con un delizioso vestito rosa che cozzava terribilmente col caratterino che stava mostrando a Hogwarts.
«Ciao, scusate il ritardo.» salutò Georgia e Sally si scostò per farla entrare. La ragazza si illuminò alla vista di Michael e Megan e corse ad abbracciare l'amica.
Megan mentre la abbracciava notò che Charlotte si era fermata ad ammirare Jack che diceva qualcosa a bassa voce a Rent e trattenne una smorfia di dolore: le sembrava di vedere se stessa al primo anno irrimediabilmente cotta di Cedric.
«Auguri. Sei tornata ai capelli neri!» notò, sfiorandole una ciocca.
«Sì... Tutto bene? Sei dimagrita.» disse lei, lasciandola andare.
«Ero ammalata, nulla di ché.»
Michael spostò lo sguardo su Charlotte che lo evitò, ciò lo stupì perchè non era mai stata timida con lui.
«Andiamo, voglio assaggiare la pizza!» li incitò Walter, allegro, «E Megan deve spiegarmi meglio il cerrulare.»
«Cellulare.» lo corresse automaticamente Rent, ridendo.
Fu come essere di nuovo a Hogwarts ma con più allegria, perché si percepiva meno l'assenza di Cedric in quel luogo dove non aveva mai messo piede. Michael era stato fatto sedere strategicamente tra Georgia e Megan perchè non si isolasse e Wayne era all'altro fianco della festeggiata.
«Bene, ora so che la pizza è ciò che amo di più al mondo.» dichiarò Walter dopo averne mangiate due.
«Stephen, mangiala con le mani! È sacrilegio usare le posate!» ripeté per l'ennesima volta Rent.
«Io non mangio con le mani, dacci un taglio. Mi sporco di sugo.»
«Hai i tovaglioli apposta!» rise Jack.
«Com'è vivere con due donne, Michael?» domandò Justin, interessato.
«Quali due donne?» ribatté lui, consapevole che Megan non era tornata alle vecchie reazioni manesche e quindi aveva il via libera. Sorprendentemente fu colpito da un tovagliolo appallottolato lanciato da Sally-Anne.
«Hai traviato Sally-Anne. Complimenti, solo tu...» commentò Wayne, serafico, tra le risate degli altri e l'inorridire della ragazza stessa.
«C'è anche il dolce.» annunciò infine lei, tentando di riprendere il solito contegno, e Taddy e Milpy comparvero con i pattini che fluttuarono fino a tavola.
«Credo di aver capito come funziona ora.» disse Ernie a Megan, che gli stava spiegando l'uso del cellulare.
«Sì, anche io. Stasera ti chiamerò.» promise Wayne.
«E dimmi, ti piace il Quidditch, Charlotte?» chiese Jack, versandosi da bere. Lei arrossì all'inverosimile e annuì.
«Non è male.»
«Io sono il cercatore della squadra, sai?»
«Davvero? Verrò a vederti giocare!» squittì lei, che in realtà già lo stava seguendo da tempo.
Jack rise, «E i tuoi compagni di casa ti odieranno.»
«Di loro non mi importa.» borbottò Charlotte, «Gli conviene stare zitti o le prendono.» Jack la guardò sorpreso e lei si sbatté una mano sulle labbra.
«Però, Georgia ha ragione! Sei una piccola peste!» e scoppiò a ridere, «Un po' di cola?»
«Sì, grazie.» mugugnò imbarazzata.
«Tua sorella ha una cotta per Jack.» sussurrò Michael, scegliendo il proprio dolce. Georgia non rispose, con gli occhi fissi sul proprio piatto, «Georgie?»
«Eh?»
«Dormi?»
«Cosa? No. Scusami, sono ancora un po' stanca. Sai, mezzo ammalata e tutto.» borbottò lei.
«Non sembri raffreddata dalla voce.»
«No, infatti sto meglio.»
«Aspetta, Megan! Mettiamo le candeline nel dolce!» esclamò Jack, porgendole sedici candeline.
«Ma non ci stanno tutte! Non c'erano di quelle col numero? Numero e candelina?» domandò Justin.
«No, non ho fatto in tempo, sono passato prima di arrivare...»
«Va bene così.» tagliò corto Megan, concentrata nel non distruggere il dolce mentre le infilava una per una.
«Chi lo accende con la magia senza dare fuoco a tutto?»
«Ci penso io. Sono diventato bravo in incantesimi.» si vantò Ernie con un sorriso.
«Con tutto l'allenamento che facciamo, vorrei ben vedere.»
«A che ti riferisci, Susan?» domandò Jack subito.
«Oh, io... Lascia stare.»
«Siamo così indietro che quest'estate dovrete darci ripetizioni voi.» commentò Wayne che non suonava per nulla preoccupato, «Comincio ad avere la media dell'Accettabile.»
«Come la media dell'Accettabile? Ma stai scherzando?» sbottò Walter.
«Ehi, non litigate ora, Megan deve esprimere un desiderio e soffiare le candeline.» li richiamò Jack, «Su, donna.»
Megan li guardò tutti, uno per uno, cercando un desiderio da esprimere che fosse realizzabile.
Vorrei che tutti loro restassero sempre attorno a me come ora.”
Soffiò le candeline e tutti applaudirono, poi partì il coro sguaiatissimo: «Tanti auguri a teee...»
Chi non conosceva la canzone si unì agli altri con un secondo di ritardo, creando due nenie ugualmente stonate. Persino Sally-Anne con un sorriso si mise a canticchiare e Michael mosse la forchetta come se fosse la bacchetta di un direttore di orchestra.
A Megan salirono le lacrime agli occhi, e per una volta non di dolore.
«Teeeeeee!» terminarono tutti, facendo scrosciare nuovamente gli applausi.
«Megan?» chiamò Susan atterrita, vedendola asciugarsi le lacrime.
«No, è... Sono lacrime buone.» la tranquillizzò, tirando su col naso.
«Commossa?» domandò Walter, raggiante. La risata squillante di Georgia risuonò nell'aria mentre l'amica si avvicinava e le schioccava un bacio su una guancia. Wayne le strinse una spalla con la mano, sorridendo a sua volta con affetto.
«Grazie a tutti.» soffiò e gli altri risero.
«Quando vuoi, tesoro.»
«Per le feste ci siamo sempre!»
«Siamo amici, no?»
«Qualunque cosa per te.» disse anche Michael, e per un momento il suo viso assunse la stessa espressione tenera e scanzonata di sempre.
«Ora potresti anche ringraziarci con un bacio, comunque.»
«Rent, piantala!»
«Ho detto bacio! Mi sono anche contenuto!»
«Cielo, Summers, e poi ti stupisci che non ti voglia neppure come cameriere in casa mia?»

Michael e Georgia si spostarono all'esterno, il ragazzo voleva fumare e le aveva chiesto di accompagnarlo, e quando Megan andò al bagno gli altri si riunirono attorno a Sally-Anne.
«Come stanno realmente?» domandò Hannah.
«Non li ho invitati per controllarli.» rispose Sally-Anne, stizzita, «Non li tengo sott'occhio. Comunque credo che Megan stia un po' meglio, ci siamo insultate di tanto in tanto. Michael non sembra cambiato, è il solito bastardo. Scusate ma non trovo termine migliore.»
«Bastardo va benissimo.» ammise Walter, «Anche se con Megan e Georgia riesce a essere passabile. Se Megan ti ha insultata è un progresso, in effetti.»
«Ma com'è che li hai invitati entrambi a casa tua?» domandò Susan, incuriosita.
Sally-Anne pensò alla rabbia di Megan contro suo padre e alla solitudine di Michael.
«Perché in qualche modo...» li ho sentiti vicini, «Volevo far arrabbiare i miei genitori e ho preso i due individui peggiori. Sono dei cafoni entrambi. Avrei potuto invitare Summers e Hopkins ma non avrebbero accettato.»
«Sai, è strano, ma ho idea che tu e Megan andiate d'accordo nel vostro maltrattarvi a vicenda.» la stuzzicò allora Rent, «Perciò suppongo che questo valga anche con me e Walter. E per quanto riguarda Michael oltre che cafone è insopportabile in questo periodo perciò non ci credo, non ti saresti sottoposta a una tortura simile solo per i tuoi genitori, qualunque cosa abbiano fatto.»
«Sei pregato di non tentare di ragionare, Summers, dato che palesemente non ne sei in grado.» replicò lei freddamente.
«E George cos'ha?» mormorò Hannah, «Non mi sembra stia bene.»
Tutti si voltarono a guardare Charlotte, che era rimasta fuori dalla discussione iniziale e stava mangiando un altro dolce. Lei si bloccò come un cervo illuminato dai fari di un auto, spalancando gli occhi.
«Cosa ho fatto?»
Jack soffocò una risata e Rent gli diede una gomitata perché parlasse lui.
Tutti attendevano la stessa reazione da parte di Charlotte a una domanda del suo idolo: arrossire e vuotare il sacco.
«Cos'ha Georgia? È davvero mezzo malata?»
«Oh, certo che no!» squittì lei, agitata, «A me ha detto così ma li ho sentiti litigare da quando siamo tornati a Hogwarts, la notte e dopo. Lei e Robert. Litigano appena pensano che io non senta. E lei non mangia mai, mai. Non so perché, a me non dicono mai nulla.»
Vista la facilità con cui parlava dei fatti loro era chiaro il perchè la tenessero all'oscuro, tuttavia rimasero turbati. Era normale litigare tra fratelli ma Georgia sembrava veramente sciupata e sofferente, e questo era poco da lei.
«Di chi parlate, di Georgia?» sussurrò Megan, tornata dal bagno e avvicinatasi a loro.
«Sì, litiga col fratello di brutto.» rispose Rent, «Non vedo l'ora di tornare a Hogwarts. Lì la terremo d'occhio.»
Tutti lo guardarono stupiti, perché tra lui e Georgia non c'era un'amicizia particolarmente profonda.
«Beh, dobbiamo occuparci un po' gli uni degli altri, no? È il mio ultimo anno, non voglio sprecarlo in cose idiote come sempre, preferisco fare gruppo e cercare di tirare avanti.» si giustificò lui a disagio.
Jack spalancò la bocca e Walter quasi perse l'equilibrio.
«Oh, Merlino, Morgana e Mordred! Hai detto qualcosa di maturo!» esclamò Sally-Anne portandosi una mano alle labbra.
«Sei agghiacciante.» affermò Stephen inespressivo.
«Ehi! Ho diciassette anni, sapete?»
«Ma il tuo cervello prima questo non lo sapeva.» sghignazzò Walter.
«Non posso credere che Michael si stia perdendo la tua prima frase intelligente.» si lamentò Jack, divertito.
Megan sospirò. La vita non finiva mai di stupire.

   
 
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