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Autore: InuMilla    07/01/2011    4 recensioni
Quando l’ultimo giorno di lezione dell’ultimo anno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts suona la campanella dell’ultima ora, hai la sensazione che quello sia l’ultimo secondo di una parte molto importante della tua vita. Ti sembra l’ultimo secondo della tua adolescenza; e , anche se in questi lunghi sette anni, a volte un minuto non passava mai, quel secondo sonoro che fa “dring” ti sembra lungo un’eternità, più di qualunque altro momento trascorso in punizione a riscrivere sempre la stessa frase o a pulire la Guferia alla maniera Babbana.
Ispirata a "Notte prima degli esami"
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quando il mondo inizia a girare al contrario...






Metto a posto un altro volume, senza neanche fare attenzione ai gesti che faccio. Ho riempito così tanti scaffali che ormai questi maledettissimi libri mi sembrano tutti uguali.

La Biblioteca oggi è particolarmente vuota- non che di solito sia piena, ma oggi la cosa è anche più evidente. Ci sono  soltanto un paio di anime buone che sono qui a farmi compagnia ( Jasmine! Tu, razza di amica degenere, dove sei?), chini su pesantissimi – letteralmente e in senso lato- tomi, di conseguenza c’è un silenzio quasi assoluto, il che probabilmente costituisce un motivo di folle felicità per Madama Pince, ma che rende me particolarmente nervosa.

Fortuna che c’è Potter.

Non che sia di compagnia lui, per carità, ma i suoi sospiri tristi, almeno, hanno scandito ritmicamente il mio lavoro, dandomi un’idea del tempo che passa.
Un sospiro particolarmente profondo e sconsolato, mi induce a guardare Potter che si trova accanto alla finestra, con lo sguardo perso.

Mi scappa involontariamente un piccolo sorrisetto compassionevole, prontamente cancellato dal mio viso, prima che qualcuno possa vederlo.
Infondo, non posso negare che Potter mi faccia un po’ pena -magari il mondo ha iniziato a girare al contrario- innanzi tutto perché, da quando è iniziata la punizione, lui non ha mai disobbedito all’ordine di non usare la magia. Ogni pomeriggio viene qui – con una faccia da funerale, ovviamente- impugna il suo piumino e i suoi stracci e spolvera, spazza, lava i vetri, senza alzare la bacchetta.

Ovviamente la mia parte ragionevole mi ricorda che questo suo ineccepibile comportamento potrebbe essere molto aiutato dalla mia costante – e forzata- sorveglianza, ma ciò non toglie che stiamo parlando di James Potter! Non mi risulta che una vigilanza costante abbia mai potuto impedirgli di fare quello che voleva.

In secondo luogo, sarebbe inutile negare che, malgrado Madama Pince  abbia sottoposto Potter a qualunque tipo di supplizio che fosse in suo potere imporre, lui non si è mai lamentato. Mai.
L’unica forma di protesta, se vogliamo definirla tale, sono questi sospiri regolari che si lascia scappare, quando il suo sguardo, inevitabilmente, vola oltre i vetri delle finestre, quasi a voler abbracciare tutto il mondo che c’è fuori.

Sempre la mia parte ragionevole –chiamatela coscienza, subconscio, vocina interiore, come vi pare – mi ricorda che lui merita tutto quello che sta passando.
Eppure, una strana sensazione all’altezza della bocca dello stomaco mi suggerisce che quei sospiri sono solo ed unicamente da imputare a me e non posso fare a meno di sentirmi in colpa.

Quello sguardo triste, dietro quell’espressione arrogante mi richiama alla mente le parole di Mine.

“Magari hai esagerato.”

Ma no. Io sono sicura di quello che ho visto. Potter è un montato, un tronfio, un arrogante, che se la prende con i più deboli per il gusto di farlo, perché non dovrebbe meritare questa punizione?

Con la coda dell’occhio, vedo Potter che si avvicina. Probabilmente si sarà stancato di consumare col piumino quel libro che tiene tra le mani da un’ora buona ormai e avrà deciso di dare fastidio alla sua vittima preferita: la sottoscritta.
Faccio finta di non vederlo: magari cambia idea e va  via.

«Evans? »

Certo. Come sperare che Pasqua venga di lunedì.

«Che vuoi Potter? » domando, stancamente. Lui mi piazza tra le mani il libro che ha spolverato fin ora senza troppe cerimonie.
«Questo è tuo. » spiega «Lo hai lasciato in classe, stamattina. »
Lo guardo con un sopracciglio inarcato. E’ completamente impossibile che io lasci libri in giro. Ultimamente, poi, faccio particolarmente attenzione. Non posso permettermi di perdere qualche libro con gli esami che incombono.
Eppure, sul frontespizio, campeggia il mio nome, scritto in bella grafia.
Lo ringrazio secca, cercando ancora di ripercorrere con la mente il momento in cui ho preparato la cartella, stamattina.
«Prego. » mi risponde lui, altrettanto svogliato, poi si volta e se ne va.

A questo punto, riesco a formulare solo due ipotesi: o il mondo ha davvero invertito senso di rotazione, oppure il vero Potter è stato rapito dagli alieni e quello lì è solo un clone poco preparato .
Se proprio avesse voluto spacciarsi per James Potter, avrebbe  dovuto sapere che il vero Potter avrebbe accolto qualsiasi scusa per parlare con me come una manna dal cielo.
…forse sono diventata troppo egocentrica. Insomma, perchè Potter dovrebbe avere ancora voglia di perdere tempo con me?
Forse voleva davvero solo farmi in piacere, questa volta.
Maledetto! Proprio ora che ti ho dato una lezione , tu decidi di essere gentile con me, pezzo di sterco di drago che non sei altro? Mi fai venire i sensi di colpa così!
Inevitabilmente, i suoi sospiri ripartono. Ormai ha abbandonato ogni tentativo di fingere di fare qualcosa: si limita a guardare fuori, verso un punto ben preciso.

Il campo di Quidditch.

Tra poche ore si disputerà la penultima partita del campionato, Grifondoro contro Corvonero, e sarà anche la prima partita da sette anni a cui Potter non assisterà.
Negli anni passati, infatti, anche quando era stato punito con l’espulsione momentanea dalla squadra, era sempre riuscito ad ottenere almeno il permesso di andare al campo a guardare le partite e gli allenamenti.
Questa volta, però, è diverso. Questa volta la McGranitt, che ha sempre fatto il possibile per il giocatore di Grifondoro più bravo e più spregiudicato, nulla ha potuto contro la determinazione di Gravidens, che secondo me, su questo punto di vista si è un po’ fatto condizionare dagli scarsi risultati dei suoi Serpeverde, più volte battuti grazie ai bellissimi –inutile negarlo- goal di Potter.

Impietosita, vado da lui e attiro la sua attenzione con un colpo di tosse.
Lui si volta. Si, Potter, sono anch’io sorpresa per quello che sto facendo, è inutile che mi guardi con quegli occhi strabuzzati.
«Potter, non ce la faccio a sopportarti con quel muso lungo, mi stai facendo deprimere. Per piacere, sparisci.» gli dico, con tono annoiato, sperando che prenda la mia richiesta come un atto di scortesia.
«Ma devo finire… »inizia a ribattere, ma io lo interrompo.
«A chi vuoi prendere in giro? Lo sappiamo tutti e due che non stai facendo niente. »
«Ma Madama Pince… »
«Ci parlo io con lei, basta che sparisci dalla mia vista. »
Incrocio le braccia al petto, guardandolo truce. Dopo un po’, lui mi sorride.
Ha capito il vero senso delle mie parole, probabilmente.
Perché, Merlino, lo hai reso perspicace solo in questo momento?
«Grazie, Lily. » dice e, prima che io possa controbattere, lui si volta e si precipita fuori dalla Biblioteca.
Mentre lo guardo allontanarsi, mi rendo conto di ciò che ho fatto.
Non c’è dubbio: il mondo sta girando al contrario.

 

                              ***



 
 
Lo specchio del bagno mi rimanda l’immagine del mio sorriso malefico.
E anche quella della mia chioma leonina, a dire il vero.
Dovrei seriamente fare qualcosa , tipo uno shampoo, ma sono troppo occupata a bearmi della mia malefica intelligenza per fare caso a bazzecole come dei capelli indecenti.

Dovrebbero darmi un premio per quello che ho fatto, sul serio; non solo per la velocità con cui ho elaborato e messo in pratica un piano geniale, ma anche per quanto sono stata furtiva, rapida e indifferente mentre, stamattina, toglievo il libro dalla borsa di Lily e lo lasciavo sul banco, in bellavista, in modo da essere sicura che Potter, rimasto indietro, lo vedesse.
Ora, sperando nell’intelligenza di Potter, con tutta probabilità quel libro sarà tornato tra le mani della legittima proprietaria e io avrò dato un’occasione a quei due di parlare.
Se, invece, quel libro è rimasto sul banco, mi dovrò arrendere e dare ragione a Lily quando dice che nel cranio di Potter regna incontrastata la cacca di Schiopodo.

Esco dal bagno e mi spaparanzo mollemente sul mio letto. In questi giorni sono rarissimi i momenti in cui posso stare in dormitorio a oziare beatamente, con gli esami così vicini.
Sarei anche andata in Biblioteca a fare compagnia a Lily, ma se vedo un altro libro potrei non rispondere delle mie azioni.
Spero che quella testolina rossa mi perdoni per averla lasciata sola al suo destino e soprattutto per aver dato a Potter una scusa per attaccare bottone con lei.

…magari non è proprio necessaria che sappia quest’ultima cosa. Lascerò che creda di essere così nevrotica a causa degli esami da dimenticare i libri in giro.

Sorrido. Ho preso davvero a cuore il “caso Potter”, devo ammetterlo. E’ che sono convinta che lui possa davvero essere quello giusto per Lily, ora che ha smesso di andare in giro ad appendere la gente. Lui e Lily sono più simili di quanto lei sia disposta ad credere.
Inoltre, devo confessare che anche io mi sarei divertita a torturare Piton, se non fosse stato amico di Lily.
Amico, poi! Che razza di amico è stato lui per Lily? Magari lo era prima di arrivare ad Hogwarts, ma adesso è solo un essere untuoso immerso fino alla punta di quegli schifosissimi capelli nelle Arti Oscure.

Tra l’altro, dubito che Piton abbia sempre visto Lily come una semplice amica. Solo lei sembra non volersi accorgere dell’interesse che lui ha sempre provato nei suoi confronti. Su questo punto, sembra che la mia cara testolina rossa abbia le bistecche di drago sugli occhi.
Insomma, tra Piton e Potter, io tifo per Potter.

Almeno lui non ha l’aria di uno che si è fatto il bagno nel proprio moccio; e poi, per quanto sia stato sgradevole in questi anni, Potter non si unirebbe mai a certe combriccole…

A proposito di combriccole, mi chiedo come mai il dormitorio sia così vuoto, così come la sala comune. Non che mi dispiaccia, per carità, ma di solito la torre di Grifondoro è giusto un tantino gremita ad ogni ora del giorno, invece, oggi, non c’è proprio nessuno in giro.
Questo mi dà come l’impressione di aver dimenticato qualcosa.
Oh no.
Che stupida!
La partita! Oggi c’è la semifinale! Oggi noi siamo in semifinale!
Brava, Jasmine Bennett. Sei un genio.

Mi tiro a sedere di scatto ma, nel tentativo di alzarmi dal letto un po’ troppo repentinamente, inciampo nel copriletto e finisco lunga e distesa per terra, sbattendo il naso contro il pavimento freddo.

Ho dimenticato di parare la caduta con le mani.

Sento qualcosa di caldo e appiccicaticcio bagnarmi il viso e so che è la fine: addio partita, il mio naso ha deciso di sanguinare copiosamente.
Alzo lo sguardo. Malgrado il naso dolorante e gli occhi offuscati dalle lacrime, un piccolo quadrato di carta attira la mia attenzione. Allungo la mano destra per prenderlo, mentre la sinistra è occupata ad arginare il fiume di sangue con una porzione di manica (la camicia buona! Mia madre mi ucciderà).

Quel quadratino di carta si rivela essere una foto.

E’ sicuramente una foto Babbana, perché il soggetto è assolutamente immobile.
E il soggetto in questione, cosa assai curiosa, è Sirius Black.

Solo adesso mi accorgo di essere caduta a pochi centimetri dal letto di Rosaline Gray, fotografa di Hogwarts in carica, e che la fotografia che ho in mano è solo una delle tante ammassate lì sotto.
Ne afferro qualcun’altra –sono un’ orribile ficcanaso, lo so e me ne vanto – e noto che tutte – e dico tutte- hanno lo stesso soggetto: Black.
Alcune sono addirittura incantate e quindi si vede un Black che si pavoneggia in diverse pose.

Oh no, Merlino! Abbiamo perso anche Rosaline! E’ entrata a far parte del club delle fan senza speranze di Black!
Che peccato, mi è sempre sembrata una tipa a posto, malgrado non abbiamo mai legato.
Di certo non è una tipa popolare, ma è simpatica, a suo modo. Forse il suo unico problema è che se ne sta un po’ troppo sulle sue.

Con un’analisi più accurata delle foto,  poi, noto un altro agghiacciante particolare.
Lo sfondo, che accomuna tutti gli scatti, è quello del nostro dormitorio femminile. Riconosco il mio poster di Hamish MacFarland dei Montrose Magpies : Lily gli disegnò un bel paio di baffi qualche anno fa.
Cosa diamine significa?

***



Esco dalla Biblioteca con passo svelto. Penso solo al mio obbiettivo: non il campo da Quidditch, ma l’ufficio di Gravidens.
Ovviamente mi dispiace da morire non poter neanche assistere alla partita, la mia è stata una decisione sofferta, ma devo approfittare di questo momento per parlare con lui, che sicuramente ora non sarà accerchiato dai suoi adorati Serpeverde.
Sono tanto occupato ad organizzarmi mentalmente il discorso, che neanche rifletto sul miracolo appena accaduto: Lily mi ha fatto un piacere!
Avrò tempo per ringraziarla a dovere, adesso ho altro a cui pensare.
Arrivo alla soglia dell’ufficio di Gravidens senza neanche ricordare bene il percorso che ho fatto. La porta è aperta. Busso sullo stipite.
«Che vuoi, Potter?» domanda una voce glaciale. «Non ti darò il permesso per andare alla partita, quindi fila in Biblioteca immediatamente. »
Azzardo a fare qualche passo in avanti.
«Non è per questo che sono venuto.» rispondo col tono più garbato di cui sono capace. «Volevo parlarle di Remus Lupin…»

***

 
 
Esco dalla Biblioteca con un mezzo sorrisetto in faccia.
L’influenza che esercito su Madama Pince è incredibile: non solo non ha avuto obiezioni sul fatto che abbia mandato via Potter prima dell’orario stabilito, ma ha dato il pomeriggio libero anche a me.
«Non sarebbe giusto tenerti qui, Lily cara.» ha detto.
Purtroppo, è troppo tardi per andare alla partita, quindi mi avvio verso la torre di Grifondoro. Spero di trovarvi Jasmine…magari ha dimenticato di andare al campo, non sarebbe la prima volta…
Arrivo al secondo piano. Mentre sto attraversando un corridoio, sento la voce di Gravidens urlare «E va bene, Potter, revocherò la punizione di Lupin! Ma quella di Minus no! Ho visto benissimo che vi aiutava! E adesso sparisci! »
Dall’ufficio del professore, vedo uscire un trionfante Potter che, come me, prende la via per la torre di Grifondoro.
Nel suo passo, noto una nuova baldanza; nel suo sguardo, una luce di speranza.





 




Angolino di Mills.

Ciao a tutti! Buone feste! (Anche se sono finite ormai .__.)
Dato che non ho molto tempo, non mi dilungo in commenti sul capitolo, quelli li lascio a voi.
Ci tengo solo a ringraziare, come sempre, tutti quelli che leggono, recensiscono, ricordano, preferiscono, seguono questa storia. Siete tanti, guys! Vi ringrazio! *__*
Ora, in nome delle ormai finite vacanze Natalizie, che ne dite di lasciarmi un commentino-ino-ino? *___*
Alla prossima!
Mills


 

   
 
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